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Autore: OurladyofSorrow    23/03/2016    13 recensioni
[STORIA AD OC] Iscrizioni Aperte - gli OC verranno selezionati, l'ordine nelle recensioni non viene preso in considerazione.
L’oscurità è da sempre parte integrante dell’ uomo, c’è chi resiste ad essa e chi invece viene inevitabilmente consumato.
Tre ragazzi emergono da quella stessa oscurità ed insieme decidono di fondare una gilda per dare il loro contributo alla sua estinzione. Un segreto però si cela nel loro passato di fuoco e sangue, verità ancora tutte da svelare, avversità da combattere ed un grande male da annientare.
Ma in tutto questo non saranno soli: nasceranno legami, amicizie, dissapori e forse perfino amore, come solo in una grande famiglia, una Gilda, può succedere.
Seguite le gesta di ragazzi che lottano per il proprio destino nelle articolate strade di Fiore, seguite le vicende della neo-gilda: Dragon Wing!
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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PROLOGO


Un boato sempre più forte venne seguito da un’esplosione, se possibile, più forte e distruttiva; urla disperate e pianti terrorizzati riempivano l’atmosfera già densa di panico che regnava nel villaggio di Tulip del regno di Fiore, ma lei  no...lei osservava tutto con un ghigno compiaciuto e sgraziato stampato in faccia, placida come solo una come lei poteva essere in quel momento. Fiamme, incessanti fiamme ricoprivano quello che una volta era il centro del villaggio; c’era chi si inchinava di fronte all’ inquietante figura chiedendo pietà mentre altri tentavano una vana fuga urlando disperatamente, ma lei sembrava essere sorda a quelle voci.
Dalla mano aperta e tesa in avanti scaturì una nuova sfera nera della grandezza di un pallone da calcio che si scagliò a tutta velocità su una casa che ancora si reggeva a malapena in piedi dal suo precedente attacco riuscendo, infine, a distruggerla. In quel momento, però, vide la figura di una bambina dai capelli rosa brillare di luce propria in mezzo a quelle stesse macerie, apparentemente ignara di quello che le stava succedendo intorno e stranamente non spaventata dall’oscura figura che le si parava di fronte.
<< Onee-chan…? >> Disse la ragazzina piegando lievemente la testa di lato, uno dei codini a scivolarle sul collo in seguito al movimento e i suoi occhi dorati a fissare quell’entità con curiosità.
Quella voce le trafisse la mente come se vi avessero appena inserito una lama: si portò entrambe le mani a coprire le orecchie e dalla sua gola si liberò un urlo di dolore, un misto fra un ringhio ed una richiesta d’aiuto. Quel dolore era lancinante al punto da temere che la sua testa potesse esplodere da un momento all’altro…

Homura scattò a sedere sul letto, ansimante come dopo una lunga corsa e completamente madida di sudore, gli occhi sbarrati per il terrore mentre lentamente l’incubo lasciava spazio alla realtà. Si guardò intorno: tutto sembrava essere al suo posto, la lacrima TV posta sul ripiano davanti al letto, la scrivania ricolma di libri ordinati alfabeticamente perché le fosse più semplice risistemarli nella libreria adiacente ad essa e l’armadio a due ante rimasto socchiuso la sera precedente; niente bruciava, nessuno gridava...era finita.
Sentiva gli occhi pungere per la frustrazione, ma non cedette e si ricompose al meglio che poté celando ancora una volta dentro di sé il dolore e il senso di colpa che da anni si trascinava alle spalle. Portò lo sguardo sulla sveglia di fianco al letto: di lì a poco avrebbe suonato, per cui la spense direttamente e si alzò per andare a farsi una doccia; era un giorno importante quello, doveva essere al meglio.
Si lavò velocemente e si vestì,un abito nero a maniche lunghe che le arrivava al ginocchio, un paio di parigine del medesimo colore e scarpa bassa per essere comoda. Rivolse lo sguardo alla sua immagine riflessa nel grande specchio sopra il lavandino: il volto segnato da profonde occhiaie scure per la notte insonne, gli occhi cremisi spenti a causa della stanchezza accumulata nel tempo, le labbra screpolate e rovinate dall’ansia dei suoi incubi.
Pettinò ed asciugò i lunghi e lisci capelli color neve per poi acconciarli velocemente in una treccia che le arrivava alle caviglie e fu pronta; proprio in quel momento bussarono alla porta della sua stanza e si preparò alla recita che metteva in piedi ogni santo giorno, stampandosi in faccia un accenno di quello che voleva essere un sorriso e dandosi mentalmente della patetica.

<< Buongiorno. >> La salutò l’ormai familiare sorriso di Vorakh, suo amico d’infanzia. Si limitò a fargli un cenno del capo, per poi spostarsi di lato e consentirgli di entrare in camera.
<< Dormito bene? >> Le chiese, pur conoscendo già la risposta.
<< Una favola. >> Rispose lei, roteando gli occhi di fronte all’inutilità di quella domanda.
<< Immaginavo...vuoi parlarne? >> Il tono di Vorakh si abbassò leggermente come a sottolineare l’intimità di quell’argomento dirigendosi nel frattempo a passo lento verso la sedia della scrivania
<< Serve a qualcosa? Non posso sfuggire a ciò che è stato, me lo porterò dietro fino in fondo… >> Ribatté lei, il tono lievemente inasprito per quella consapevolezza. Per la prima volta da quando aveva messo piede nella stanza, Homura volse lo sguardo alla figura del ragazzo: indossava una semplice canotta nera accompagnata da altrettanto semplici pantaloni lunghi e scuri, gli scompigliati capelli blu notte gli incorniciavano il volto, orientando lo sguardo verso i profondi occhi color oltremare, le labbra sottili curvate in una leggera smorfia di dissenso. Osservando meglio, la ragazza poté notare la presenza di un accenno di barba sul mento del giovane.
<< Hai fame? Ho già iniziato a preparare le cose per la colazione… >> Il blu cambiò bruscamente argomento, spostandosi su “un terreno neutrale”.
<< Ma sì, andiamo… >> Ritornando alla realtà, Homura diede le spalle al ragazzo e s’incamminò verso la cucina, mentre l’altro rimase indietro per contemplarle il fondoschiena per alcuni istanti, prima di alzare lo sguardo verso il cielo e rivolgergli mentalmente un ringraziamento.

Giunta in cucina, mise a riscaldare il latte per Miku e a tostare alcune fette di pane, mentre Vorakh preparò un thè e finì di apparecchiare la tavola.
<< Vado a svegliare Miku, tieni d’occhio il latte >> Disse infine l’albina, asciugandosi le mani.
<< Non serve, sono già qui Onee-chan… >> Una vocina impastata dal sonno introdusse una spettinata undicenne ancora assonnata e vestita di pigiama.
Onee-chan…?” Quella voce le riecheggiò in testa, richiamando quella scena dell’incubo; iniziò a tremare, mentre il suo sguardo si fissava sulla giovane dai capelli rosa che si stava lentamente avvicinando alla tavola.
Poco prima che il bicchiere che teneva in mano le sfuggisse e cadesse rovinosamente a terra Vorakh, notato il cambiamento improvviso di lei, intervenne e le pose con cautela una mano sulla spalla.
<< Vai pure a sederti, ci penso io… >> Disse serio avendo intuito il problema,  il tono che non ammetteva repliche.L’albina annuì vagamente e raggiunse la piccola a tavola, lottando con l’impulso di tornarsene in camera per stare da sola e tentando soprattutto di celare quell’angoscia opprimente agli occhi della piccola.
Lanciando furtive occhiate alla bambina, Homura poté notare come i suoi occhi ambrati avessero iniziato a brillare di fronte ad una cosa così semplice come la tazza di latte fumante e qualche biscotto al cioccolato che Vorakh le aveva posto davanti e quasi se ne meravigliò dopo quello che aveva rivisto durante la notte...come poteva una ragazzina così dolce e tranquilla, vestita di un pigiama di flanella a cuori rigorosamente rosa, far finta di nulla e proseguire nella sua esistenza come una normale persona quando il suo passato era tutt’altro che normale?

<< Allora sei pronta? >> La voce di Vorakh la richiamò alla realtà ancora una volta, risvegliandola da quel mondo di tenebrosi ricordi.<< Pronta…? Per cosa? >> Domandò la giovane, scuotendo lievemente il capo come a voler scacciare ogni minima traccia di quei pensieri.
<< Non ricordi? Oggi è il grande giorno! >> Esclamò il ragazzo, prendendo un sorso di thè.
<< Certo che me ne ricordo… >> Disse Homura distrattamente, tentando di sembrare convincente.
<< Alle 11 circa abbiamo la riunione con quelli del Concilio per legalizzare la nostra gilda >> Rispose Miku, addentando poi una brioche con entusiasmo ed un pizzico di eccitazione all’idea.

Finito di mangiare, i tre si alzarono da tavola e si divisero per prepararsi: Homura rimase in cucina per risistemare la stanza e lavare le stoviglie, mentre Vorakh e Miku si diressero verso le relative camere per cambiarsi d’abito.
Pochi minuti più tardi, Miku si ripresentò in cucina pronta per uscire: la piccola indossava una semplice maglia a collo alto color panna sopra alla quale portava un poncho rosa pastello, pantacollant bianco latte e stivaletti grigio perla che le arrivavano al ginocchio; il tutto accompagnato da due codine laterali tenute da un elastico rosa per capelli.
<< Dov’è Vorakh? >> Chiese Homura, inarcando un sopracciglio e tenendo controllata l’ora. << Comincia ad essere tardi. >> Borbottò ancora, iniziando a battere il piede ansiosamente; poco prima che Miku riuscisse ad aprire bocca la figura del ragazzo si palesò sulla porta.
<< Ci sono, ci sono. >> Sbuffò lui, dandosi un’ultima sistemata allo specchio.
<< Andiamo allora. >> L’albina prese la borsa per poi degnare il compagno di una veloce occhiata prima di uscire di casa: il ragazzo aveva inutilmente tentato di dare un senso al taglio spettinato dei suoi capelli e inoltre indossava una camicia bianca sotto ad una giacca nera coordinata ai pantaloni del medesimo colore e a scarpe classiche molto scure.
Usciti di casa e chiusa la porta a chiave, i tre si ritrovarono immersi nei caldi raggi solari che illuminavano Hargeon sin dalle prime ore dell’alba: la città portuale era affollata anche quel giorno, il bel tempo incoraggiava le lunghe passeggiate e l’aria di mare portava i profumi freschi della merce esposta ai mercatini. Con un umore decisamente migliore anche grazie a questo, i ragazzi salirono a bordo del carro a combustione magica di cui Vorakh si mise alla guida e partirono alla volta del Concilio della magia.

Giunti a destinazione, davanti al gruppo si stagliava un enorme palazzo costruito in marmo bianco e decorato di composizioni mosaiche color azzurro e oro, trapuntato simmetricamente da finestre e piccole logge che rendevano più armoniosa tutta la figura del costrutto. Il grande portone d’ingresso era affiancato lateralmente da due statue identiche ai piedi delle quali si trovava uno di quelli che Miku chiamava amichevolmente “Faccia di rospo” e che li scortò, dopo una breve presentazione, fino alla sala adibita all’accettazione, locazione e legalizzazione delle Gilde, per poi lasciarli soli con la promessa che di lì a breve sarebbero stati raggiunti da uno dei membri del Concilio stesso. Era una stanza ampia ed ariosa quella in cui si trovavano, arredata con gusto e senza eccedere nei dettagli: le mura dipinte di un bianco candido confinavano con un pavimento di marmo dalle tonalità calde che trasmetteva una sensazione di comfort a chiunque si trovasse nella stanza, un grande tavolo in mogano intarsiato troneggiava al centro della camera, contornato da dieci grandi scranni che testimoniavano a modo loro l’importanza delle persone che vi sedevano abitualmente, la mancanza di finestre a simboleggiare la segretezza e il riserbo delle riunioni che puntualmente si tenevano in quelle quattro mura, le porticine laterali da cui messaggeri speciali facevano il loro ingresso per comunicazioni urgenti…

I tre giovani, meravigliati da tutto ciò che li circondava, non si accorsero dell’ingresso di una persona dalla porta che si trovava alle loro spalle.
<< Eh-Ehm… >> Il nuovo arrivato si schiarì la voce, attirando così l’attenzione dei ragazzi.
<< Buongiorno >> Salutò questo, il volto impassibile e un plico di fogli in mano.
Il trio studiò l’uomo per alcuni istanti: era un anziano alto dalle orecchie a punta, con un occhio chiuso, la folta barba lunga e dai lunghi capelli bianchi che lasciavano però scoperta la parte superiore della testa e la fronte su cui sostava una sorta di piccolo pipistrello; indossava una lunga veste color beige su cui manteneva  un ampio mantello bianco e blu dal colletto rialzato, mentre in mano teneva un lungo bastone di legno e i documenti necessari.

<< Buongiorno! >> Esclamò Miku, mettendosi sull’attenti e suscitando l’ombra di un sorriso ai presenti.
<< Buongiorno a lei, signore. >> La voce solitamente apatica di Homura assunse una venatura gentile, mentre quella di Vorakh dimostrava tranquillità nonostante la lieve tensione che sentiva per il momento.
<< Sono Org, membro del Concilio Magico, e sono qui in veste di supervisore e garante della legalizzazione della gilda che andrete a fondare. Avete già scelto il nome? >> Chiese con curiosità l’anziano, poggiando il bastone al tavolo lì di fianco e impilando per bene i documenti accompagnati da una penna, sottoponendoli così alla loro attenzione.
<< Avevamo pensato a Dragon Wing >> Propose la ragazzina, sporgendosi in avanti per poter dare un’occhiata ai fogli sul tavolo.
<< Capisco, mi sembra un nome interessante. Avete anche già un’ idea del logo che vi identificherà? >> Domandò ancora Org, inarcando un sopracciglio.
<< Pensavamo ad una cosa del genere… >> Rispose Homura, porgendogli un foglio ripiegato che teneva in borsa, su cui la giovane albina aveva disegnato quello che doveva essere una bozza del marchio prescelto, il profilo di un drago la cui grande ala veniva messa in risalto.

<< Un’idea carina. Dunque, ora che sappiamo il nome e il simbolo che vi rappresenterà, dovrete firmate alcune scartoffie secondo le quali risulterete come nucleo al servizio della cittadina in cui risiederete per missioni più o meno importanti e con ricompense più o meno generose a seconda del caso. Dopodiché, il vostro master firmerà il documento con cui si assumerà tutte le responsabilità delle azioni dei membri e per cui risponderà direttamente a noi del Concilio con sanzioni pecuniarie o mettendo i trasgressori a disposizione di servizio utile alla comunità con cui rimediare il torto recato.
In breve tempo dovrete comunicare la locazione di residenza scelta presso cui verrà mandato il timbro magico per segnare le reclute come appartenenti al vostro gruppo e in modo da segnalare alle autorità locali la vostra presenza e la vostra totale collaborazione alla risoluzione dei problemi cittadini. Leggete pure con calma, poi quello che di voi diverrà il Master porrà la firma a pié di pagina di ogni documento. Se avrete domande sarò ben lieto di rispondere ai vostri dubbi. >> L’anziano spiegò in breve il procedimento da seguire, poi si sedette su uno degli scranni in attesa.
Vorakh, Homura e Miku si fecero vicini per leggere insieme i documenti, cercando di capire al meglio il contenuto di ogni foglio e di ogni postilla nascosta, finché, una volta terminato, Vorakh afferrò la penna e pose la propria firma al fondo di ogni foglio, acquisendo così il titolo di Master della gilda.
Non sembrarono esserci ulteriori domande, per cui riconsegnarono i fogli perfettamente impilati al membro del concilio.
<< Bene… >> Disse con un lieve sorriso l’anziano, sfogliando rapidamente i documenti a verifica della presenza di tutte le firme. << Adesso non rimane che una cosa da fare, se volete seguirmi… >> Aggiunse in seguito, prendendo il bastone per alzarsi e facendo loro strada verso la stanza principale del Concilio, passando attraverso lunghi corridoi che conducevano al cuore del palazzo.
<< Qui ora vi verrà posto il marchio di quella che sarà la vostra gilda e, in quanto fondatori, sarà il Concilio stesso a farlo. >> Spiegò ancora l’uomo, facendo sì che uno dei funzionari incaricati lo raggiungesse.
<< Voi, signorine, andrete con un’incaricata femminile della nostra organizzazione, Eva, che seguirà a porvi il marchio nella zona da voi designata, mentre al vostro Master ci penserò io. Potete andare ora… >> Concluse solennemente Org, mentre l’incaricata del Concilio lo raggiungeva per adempiere al suo compito.

Quando si riunirono all’ingresso, i tre che erano arrivati come speranzosi della realizzazione di un progetto, uscivano come i tre membri fondatori di una nuova Gilda del continente di Fiore.
<< Onii-chaan! >> Miku corse incontro al giovane neo-Master, per poi abbracciarlo forte e con un sorrisone sulle labbra.
<< He-Hey...com’è andata? >> Rispose Vorakh ridacchiando, ricambiando con gentilezza quella stretta.
<< Benone! Il mio marchio è rosa!! >> Esclamò la ragazzina ridendo e sciogliendo l’abbraccio, scoprendo nel mentre la spalla destra.
<< Davvero? Sono contento che ti piaccia...e tu? >> Chiese il giovane, portando la sua attenzione su Homura.
<< Il mio è nero, sulla scapola destra. >> Rispose l’altra, l’accenno di un sorriso soddisfatto ad illuminarle il volto.
<< Il mio invece è qui >> Rispose Vorakh, aprendo i primi due bottoni della camicia per scostare la stoffa e mostrare il simbolo della gilda tatuato all’altezza del cuore in color ciano.
<< Beelloo!! Hey! Ci pensate?? Siamo una gilda ora, una gilda vera! Dobbiamo avvertire gli altri e reclutare nuovi maghi! Giusto Onee-chan? >> Chiese Miku, emozionatissima e felice.
<< Direi che non abbiamo altra scelta...se vogliamo che tutto funzioni abbiamo bisogno di gente, altrimenti non potremo soddisfare le richieste dei clienti...speriamo di trovare persone degne… >> Ribatté Homura, stiracchiando il corpo un po’ irrigidito per la tensione.
<< Non cominciamo con le selezioni adesso, eh? Vediamo di reclutare gente e basta, chi sia degno o meno lo vedremo più avanti… >> Commentò il neo-Master, sospirando sconsolato all’ intransigenza dell’ amica.
<< Sì, Master… >> Ribatté nuovamente l’altra con stizza. Miku si frappose fra i due, interrompendo così quella discussione sul nascere: << Che ne dite se ci dividiamo ed iniziamo a cercare nuovi membri? Eh?  Di sicuro riusciremo a trovare gli altri sparsi in città, non sarà difficile, li conosciamo… >> Propose la rosa, mantenendo l’entusiasmo di poco prima.
<< Mi sembra una buona idea...io andrò a parlare con Takashi-san per quella che diverrà la nostra sede...tu vieni con me Mimi? >> Domandò il ragazzo con cortesia, controllando velocemente le scartoffie che avrebbe dovuto consegnare all’amico per l’acquisto del loco.
<< Mmh...no, credo che aiuterò Nee-chan a cercare nuove reclute… >> Rispose la ragazzina, sorridendo contenta.
<< Bene allora...ci vediamo verso l’ ora di pranzo alla gilda, questo è l’indirizzo. >> Vorakh diede un foglietto ad Homura, la quale, dopo avergli dato una veloce occhiata, lo ripose nella borsa.

Il trio così si divise per portare a compimento le rispettive mansioni;
<< Pronta Nee-chan? >> Chiese Miku all’ amica, mentre questa era intenta ad osservare da lontano il loro compagno che nel frattempo, ciondolando per la sua strada, rimaneva estasiato dalla visione di belle ragazze e delle loro forme.
<< Credo di sì… >> Sospirò lei, massaggiandosi una tempia con aria lievemente irritata.
<< Andiamo >> Aggiunse infine, prendendo la ragazzina per mano e incamminandosi nel lato opposto a quello di Vorakh, in direzione del centro cittadino.



In un luogo remoto...

<< Mio signore, l’abbiamo trovata… >> Un uomo dalla voce bassa e roca s’inchinò al suo cospetto porgendogli una fotografia, mantenendo il capo chino per non incontrare il suo sguardo.
<< Eccellente, Higor, puoi andare… >> L’ombra mosse una mano a prendere la foto, poi gli fece cenno d’allontanarsi e lasciarlo solo.
<< Myoko...infine i tuoi tentativi di nascondermela sono stati vani...presto sarà mia! Ahahahah! >> L’uomo esplose in una fragorosa risata, innalzando trionfalmente le braccia al cielo e lasciando cadere nel mentre la foto che teneva in mano.

Quell’immagine ritraeva tre giovani ragazzi, una dei quali portava lunghi capelli bianchi e aveva occhi scarlatti.



 

Note degli autori:

Salve a tutti ragazzi! Eccomi tornata con una nuova storia in compagnia di un mio amico.
Eh si, avete capito bene, sarà una storia scritta a quattro mani!
Sarà per noi la prima volta in cui ci cimenteremo in un racconto Oc, dove voi, miei cari, sarete parte integrante di questa nostra storia.
Ecco alcune note da rispettare affinché uno o più dei vostri Oc vengano accettati:
  1. Gli OC verranno selezionati, ovvero non è scontato che ogni scheda presentata venga accettata.

  2. Tutti hanno un punto debole, chi più chi meno. Potenti, non immortali.

  3. Non abbandonate il vostro OC dopo avercelo lasciato, potrebbe incombere in una morte alquanto dolorosa ( ahahah! *risata malvagia* ) Seguitelo, tifatelo, consigliateci come ruolarlo al meglio, controllate che quello che gli verrà fatto dire/fare non sia troppo al di fuori di quello che voi immaginate.

  4. “Bel capitolo!” non verrà accettato come recensione, non costa nulla spendere 5 minuti per farci sapere quello che pensate e/o possibili errori nel campo grammaticale e sintattico. Utilizzate quello spazio anche per darci probabili idee “io avrei scritto questa scena in quest’altro modo/ io affronterei questa cosa in modo diverso” e così via.

  5. Potete inviare un massimo di 2 Oc a testa, potrebbe anche succedere che vengano selezionati entrambi i personaggi di una persona così come nessuno.

  6. Ci servono in totale 12 OC, le iscrizioni sono aperte fino al 31 Marzo, se in futuro ci serviranno altri personaggi ve lo faremo sapere.

  7. La scheda OC va richiesta tramite recensione e verrà inviata tramite PM, alla riconsegna scrivere come oggetto: “scheda OC”.

 

Attendiamo con impazienza i vostri personaggi! A parte i punti sopracitati non saremo così crudeli nella selezione degli oc (forse XD).
Non ci resta nient’ altro da dire che augurarvi buone vacanze di Pasqua e tanta ispirazione per la vostra scheda.

  
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