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Autore: Princess Kurenai    31/03/2009    2 recensioni
[E se Tom fosse stato portato a Enies Lobby la prima volta che la Nave Giudizio era giunta a Water Seven?]
" Sei accusato di aver costruito la nave del Re dei Pirati, la Oro Jackson. È considerato un crimine internazionale."
Cercò di farsi largo tra la folla, spintonando con tutta la forza che gli era permessa dalle sue esili braccia.
Dietro di lui il suo compagno più grande faceva lo stesso, entrambi spaventati e preoccupati per la sorte del loro maestro.
" Il carpentiere Tom sarà condotto a Enies Lobby. E sarà giustiziato."
Riuscì a spuntare tra la gente e per un instante il suo cuore smise di battere. Erano bastate due semplici parole per bloccarlo: Tom e giustiziato.
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altro Personaggio, Franky
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è tutto su Iceburg come promesso^^

Spero vi piaccia^^

 

 

{ Last Hope ~

 

~ 3. Pirati ~

 

Li osservava da un piccolo spiraglio della porta.

Chiassosi, maleducati e ubriachi.

Storse il piccolo naso facendo schioccare la lingua nel palato.

Non gli piacevano.

Non gli erano mai piaciuti.

Ogni volta che i pirati arrivavano a Water Seven il locale del suo tousan e della sua okaasan finiva quasi per essere distrutto..

" Iceburg, che ci fai qui? Non dovresti essere a letto piccolo monello?"

Il bambino sussultò allontanandosi dalla porta come scottato mentre un uomo, alto e dai capelli corvini, si chinava dinnanzi a lui.

Viso stanco ma divertito con scure labbra piegate all’insù.

" Non ho sonno.", mormorò mettendo su un piccolo broncio. “ E con il chiasso che fanno lì non riuscirei a dormire.”

Una grande mano si posò sui capelli color indaco del bambino.

" Stiamo lavorando. Non possiamo starti dietro."

" Ma Tousan..."

In quell'istante però, uno sparo - accompagnato dal rumore di un qualcosa che si infrangeva per terra - bloccò ogni sua parola, facendolo sussultare spaventato.

L'uomo, si tiro su all'istante oltrepassando la porta che dava al locale velocemente.

Le risate dei pirati si levavano nella sala, crudelmente divertite.   

Il bambino li osservò dalla porta lasciata aperta senza riuscire a fiatare e con il cuore a mille per la paura.

Sua madre stava ferma vicino ad un pirata con la pistola fumante in mano.

Livida di paura si copriva la bocca con le mani come per far tacere un urlo.

Per terra delle bottiglie e dei bicchieri rotti.

“ Che sta succedendo qui?”, esclamò l’uomo avvicinandosi alla moglie.

“ Si scherzava!”, rise il pirata, gesticolando con la pistola. “ Ho semplicemente sparato alla bottiglia vuota! E lei che ha fatto cadere tutto!”

“ Ti sei fatta male?”, domandò alla donna dai capelli color indaco.

“ N-no...”, rispose cercando di mantenere la voce ferma.

Era spaventata.

Anche se aveva sempre a che fare con i pirati, li temeva e quelli che stavano ospitando erano quelli della peggior specie.

“ Meno male.”, si sforzò di sorridere e di dare poco peso alla cosa, era l’unico modo per non far arrabbiare il pirata. “ Ora metti via l’arma e riprendiamo a divertirci.”

Una risata impastata dall’alcol si levò con le altre della ciurma.

“ Perché dovrei metterla via? È questo il mio divertimento!”, esclamò sparando un colpo verso il bancone, colpendo delle bottiglie che caddero a terra.

Iceburg sussultò, stringendo le manine sul legno della porta.

“ Se mi distruggi il locale come farete a bere ancora?”, domandò l’uomo, cercando ancora di far calmare il pirata che, in tutta risposta, gli puntò la pistola contro.

“ Ci sono altri locali.”, disse poco prima di avvertire un urlo.

“ Tousan!”

Era spaventato.

Un uomo cattivo puntava una pistola contro suo padre e... aveva troppa paura.

“ Iceburg! Va subito a letto.”, ordinò l’uomo.

Sentiva anche lui il pericolo, glielo si leggeva negli occhi e per quanto i pirati lo spaventassero, la sua famiglia e la sua protezione erano più importanti.

Avrebbe superato quel timore.

“ Ma chi abbiamo qui? Un moccioso! È tuo figlio?”, domandò l’altro ridendo senza smettere di puntare la pistola contro il padrone del locale.

“ Sì...”, si spostò appena per proteggere la moglie che guardava il figlio pregando di vederlo andare a letto.

Era sempre stato un bambino ubbidiente ma quando si trattava di proteggere un qualcosa in cui credeva era sempre testardo - fin troppe volte l’aveva dovuto separare da delle liti con gli altri bambini di Water Seven.

“ Che c’è mocciosetto? Hai paura?”, domandò il pirata.

Iceburg tremò nel sentire gli sguardi di tutti si di sé.

Sì, aveva paura.

“ Sì...”, rispose, cercando di trattenere le lacrime.

“ Fila a letto.”, esclamò ancora suo padre.

“ Aspetta!”, la fredda canna della pistola si posò sulla sua pancia, come a voler dare peso alle sue parole. “ Sto parlando con tuo figlio, è da maleducati andarsene.”

La voce del pirata era diversa.

Era malignamente divertita.

Quella situazione per lui era solo un gioco.

Era... era pericoloso.

“ Ha solo sette anni.”, lo pregò la donna poco prima di venir colpita da un proiettile in mezzo alla testa.

Un secondo. Era bastato un secondo accompagnato dalle parole: “ Taci femmina.”, per vederla lì, stesa per terra, con un’espressione di terrore nel viso senza più vita.

“ Nadia!”, esclamò l’uomo.

“ Okaasan!”

 

Chiuse gli occhi, cercando di reprimere le lacrime senza però riuscirci.

Piangeva e non poteva far nulla per arginare quelle salate gocce.

Aveva solo sette anni quando aveva visto morire sua madre.

Aveva solo sette anni quando suo padre, per proteggerlo e cieco di rabbia per la morte della moglie, aveva dato la sua vita.

Aveva appena sette anni quando si era ritrovato solo.

Il locale distrutto dalla furia dei pirati.

I suoi genitori morti.

E lui... solo, senza una casa e una famiglia.

Famiglia sostituita in parte da Tom e Kokoro che l’avevano trovato a vivere di stenti nei bassifondi.

Aveva amato il suo maestro, l’uomo pesce che l’aveva accolto a casa sua, e lo stimava più di qualsiasi altra persona al mondo.

Gli aveva dato un tetto sotto il quale vivere.

L’aveva nutrito e vestito.

Gli aveva dato un nuova speranza: un futuro come carpentiere.

L’unica cosa che non era riuscito a sopire era il suo odio per i pirati.

Avevano distrutto la sua infanzia senza alcun pentimento e sempre a causa dei pirati ora si trovava senza Tom.

Perché se lui non avesse aiutato Gol D. Roger non si sarebbero mai trovati in quella situazione.

Mai.

E in quel momento odiava anche Franky, figlio di un pirata, della specie che gli aveva rovinato la vita.

Franky con le sue armi che potevano uccidere.

Franky con i suoi sogni.

Franky sempre lui.

Aveva provato a volergli bene, era pur sempre un bambino, e quasi ci era riuscito.

Ma la perdita di un altro padre legata ad un pirata aveva rotto qualcosa in lui.

Non si fidava più di nessuno.

 

 

Spazio di Miki

La frase dell’aveva amato è ovviamente riferita a un forte sentimento d’affetto e non all’amore vero e proprio ù.ù

Che altro dire çOç

La storia di Iceburg è inventata da me ù.ù

Perché non si sa nulla del suo passato e visto che stava sempre con Tom e Kokoro mi sembra ovvio che non abbia un padre e una madre °O°

O è stato abbandonato o è orfano ù.ù

E la mia scelta è caduta sulla morte dei genitori per spiegare ‘l’odio’ verso Franky e verso le sue armi ù.ù

Spero vi sia piaciuta^^

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito^^

   
 
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