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Autore: _Nimphadora_    31/03/2016    3 recensioni
Raccolta di one shot ambientata nel periodo dei Malandrini, in particolare di genere “Wolfstar”.
Dalla storia:
«Basta!»
Sirius sentiva ancora il sapore del sangue contro il palato, le dita gonfie e il petto colpito da fitte atroci al termine di ogni respiro mozzato.
Remus ora era fermo, non si muoveva di un centimetro nonostante fosse ridotto anche peggio di Sirius. Adesso la rabbia sembrava sparita, rimpiazzata dall'elettricità che impregnava l'aria tutt'intorno a loro.
Si erano pestati, ricoperti di graffi e lividi dentro e fuori.
«Basta...»
Aveva ripetuto ancora Remus, il tono strascicato a causa del labbro gonfio e violaceo.
Nel vederlo ridotto in quello stato a causa sua Sirius si sentiva morire dentro eppure tornando indietro non lo avrebbe cambiato, sentiva ancora la rabbia viva fluirgli nel sangue inisieme alla fame.
Una fame che non si spegneva mai.
Così l'aveva preso, afferrato per il colletto sporco della divisa da Grifondoro.
«Sei un mostro»
Gli aveva sussurrato sulle labbra, specchiandosi in quegli occhi verdissimi, ora arrossati.
Non sapeva più se parlava a Remus o a se stesso.
Gli morse le labbra, forte, fino a farle sanguinare ancora e poi lo baciò, con la stessa forza.
Ancora.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Ninfadora, Remus/Sirius
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'When Love Hurts'
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Non avrei mai sopportato che tu potessi avere una vita all'infuori di me. Sono sempre stato troppo egoista.
 
Crescere comporta uno scotto, l'infanzia va via e lascia il posto a qualcos'altro.
Le emozioni si fanno più profonde, aumentano le sfumature di ognuna di loro. I dolori sono più densi e duraturi, si ha meno voglia di sognare e le favole perdono la loro attrattiva.
Certo, Sirius adesso ha tredici anni e ha appena iniziato a sfiorare l'adolescenza ma ne paga già i dissapori.
È quasi l'alba e proprio non riesce a dormire sapendo che il letto accanto al suo, il letto di Remus, è vuoto.
È una di quelle notti.
Quelle in cui Remus sparisce.
Non si sa dove vada, non si sa cosa faccia, ma quando torna quasi non sembra lui.
E Sirius, soffocato dalle sue lenzuola, brucia in una lenta agonia.
Ha paura che non torni più, ogni volta, è una paura irrazionale. È stupida. Perché non dovrebbe tornare?
Ma forse a spaventarlo di più è la certezza di essere allo scuro riguardo quella parte della vita di Remus.
Niente più bugie sì erano ripromessi ma tanti segreti, tante parole non dette e sguardi vuoti.
Domande appese sulla punta della lingua e morte prima ancora di essere pronunciate.
Nessuna risposta.
"Dimmi qualcosa, so che non c'eri"
"E che dovrei dire? Non c'è nulla da sapere per te"
Ah.
Non per me.
"Sei uno straccio, non ti reggi neanche in piedi. Se scopro che qualcuno ti ha toccato io lo ammazzo. Hai capito? Io lo ammazzo, lo ammazzo, lo ammazzo"
"Sta zitto, non mi guardare"
Dovresti uccidere me, direbbe Remus. Sono io stesso a procurare le mie ferite, ti prego uccidimi davvero.
Ma non dice altro.
Poi però un rumore strascicato interrompe i pensieri di Sirius, il sole fa appena capolino oltre le montagne.
La luce è argentea.
Si scosta le coperte dalle gambe e cammina a piedi nudi verso la fonte del rumore.
Poi all'improvviso Sirius avverte un tonfo sordo e l'ansia gli fa andare il cuore troppo veloce.
Appena fuori dai dormitori trova Remus in ginocchio, in un bagno di sudore.
Le ginocchia gli cedono e crolla accanto a lui.
Non riesce a trattenersi dal prendergli il viso fra le mani e vede il suo viso pallido ricoperto di lacrime e graffi, come le braccia che sanguinano in diversi punti, i pantaloni scuri sono ridotti a brandelli e non indossa altro.
«Rem, Remus! Cosa... Cosa è successo?! Remus ti prego, ti prego dì qualcosa. Remus così mi fai morire...»
La voce di Sirius trema, le sue mani tremano, le sue braccia, le sue gambe.
Pensava di essere forte.
E adesso ha paura veramente.
Remus farfuglia qualcosa che Sirius non capisce davvero ma in un attimo di lucidità decide di issarselo sulle spalle per farlo entrare, per farlo stendere nel suo letto.
«N-non farmi vedere dagli altri. T-ti prego S-Sirius, ti p-prego»
E lui annuisce piano, non sa bene cosa fare ma sa che dovrebbe portarlo in infermeria, dove possono curarlo. 
Lì può stare meglio.
Quando gli sfiora la fronte sudata si accorge che brucia come l'inferno.
«Rem Madama Chips deve vederti, stai male. Non puoi restare qui»
Ma in risposa Remus gli afferra il braccio con tanta forza da penetrargli la pelle morbida con le unghie e scuote la testa così velocemente che Sirius teme possa rompersi l'osso del collo.
«Va bene, va bene. Che devo fare? Dimmi che devo fare...»
Ma lui non ha più la forza nemmeno di formulare una frase di senso compiuto.
Le lenzuola iniziano a sporcarsi di sangue.
Sirius rimane per qualche secondo immobile, fissando quel liquido denso e caldo senza avere il coraggio di muovere un dito.
Poi inizia a muoversi come un automa, caccia fuori una delle camice bianche della divisa e la straccia per ricavarne delle bende.
Si siede con le ginocchia contro il materasso di Remus e usa la stoffa per fasciare i tagli più profondi, prima però li sfiora piano, li accarezza con le dita fredde mentre sotto di lui Remus trema, non di freddo.
È ancora sotto choc.
«Shh, shh ci sono io con te. Resto qui, non me ne vado»
Non me ne andrò mai.
Remus annuisce eppure Sirius non ha la certezza che lo stia ascoltando davvero, i suoi occhi per quanto sgranati sembrano vuoti, rimasti indietro.
Una volta finito di occuparsi delle sue ferite la paura inizia a far spazio alla rabbia.
Chiunque l'abbia ridotto in quello stato lui l'avrebbe trovato e a quel pensiero le mani gli pizzicarono.
L'avrebbe ridotto a una massa informe.
Remus era qualcosa di fragile, di così prezioso, di sacro.
Nessuno doveva sfiorarlo, figuriamoci farlo a pezzi.
Poi però la stanchezza vince momentaneamente tutto il resto.
Sirius si stende accanto a lui e per la prima volta in tre anni si concede di stringerlo a sé.
Forte, fortissimo, quasi come se avesse paura che lui potesse scivolare via.
Remus si accoccola fra le sue braccia provocando nell'amico un familiare calore allo stomaco.
Nonostante tutto Sirius adesso si sente al sicuro.
E sorride quando Remus nasconde il viso nell'incavo del suo collo, eppure basta poco per rovinare tutto.
Remus lo sa.
Sirius sta per apprenderlo.
«Callie...Callie io...mhm- e Remus stringe il pugno sulla maglia del pigiama di Sirius che a quelle parole si blocca. Immobile- Callie n-non...tu...»
Callie.
Chi cazzo è Callie?! Ci sono io qui! Io che ti ho alzato dal pavimento quando non riuscivi nemmeno a stare in piedi, io che ti ho bendato le ferite una a una per farti smettere di sanguinare, io che ti ho stretto per paura che potessi spezzarti in mille pezzi sotto i miei occhi!
Sirius non piange, ma adesso sente solo il freddo.
Fuori, intorno, dentro di sé.
Si stacca da Remus, non avrebbe dovuto toccarlo, non avrebbe dovuto fare niente.
Stupido. Stupido. Stupido.
Perché non l'ha portato in infermeria? Perché si è illuso in quel modo?
Non piange, Sirius Black, ma non sopporta quel contatto un secondo di più.
Si alza velocemente, senza grazia, e va via, lasciando i dormitori.
Il profumo di Remus sulla pelle ora è come sale sulle ferite.
Il giorno dopo Remus fingerà di non ricordare niente.
 
Al mattino Callie Gilbert, Corvonero del quinto anno, verrà ritrovata poco distante dai cancelli di Hogwarts. Ferita gravemente a una gamba era svenuta dopo un forte colpo alla testa. Non ricorderà nulla ma sul suo corpo ci saranno evidenti segni di aggressione.
Sirius non troverà nessun collegamento fra gli accaduti di quella notte e la disavventura della Gilbert.
L'idea non lo sfiorerà nemmeno.
 
 
 
 
 
 
Angolo Autrice/SHIPPER CONPULSIVA: Hey! Rileggendo i vecchi capitoli mi sono accorta di un errore madornale: ho descritto Remus con gli occhi color coccolato (ed è pure il mio personaggio preferito perciò shame on me) ma ho provveduto a correggere tutto! Detto questo, vi è piaciuto questo capitolo? Vi ha fatto schifo? Bene, fatemelo sapere!
Vabbè, metto il punto a questo scempio di angolo.
-Nimph
  
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