Ferita
Si tenevano per mano e correvano a perdifiato, perché dietro di loro un Loudred furioso stava cercando di raggiungerli. Se ci fosse riuscito, sarebbe stata la fine e quel pensiero non faceva altro che mandarli ancora di più nel panico, incitando le loro gambe a non fermarsi.
Non appena uscirono dalla grotta, però, li attese una brutta sorpresa: non videro che la collina proseguiva in una ripida discesa, perciò si ritrovarono tra urli e confusione a ruzzolare giù come sassolini, senza sapere quando si sarebbero arrestati.
Ciò accadde prima ad Ash, che andò a sbattere violentemente contro la corteccia di un albero. Pochi secondi dopo gli arrivò addosso il corpo esile di Vera, che ancora stringeva Pikachu tra le braccia.
Lei fu la prima a riprendersi dall'impatto. Si appoggiò una mano sulla fronte, con occhi socchiusi e la mente che galleggiava nel vuoto. «Pikachu, tutto bene?»
«Pikachu pì!» Il topo, dopo essersi scrollato il musetto, annuì. Poi andò accanto ad Ash ancora privo di sensi, guardandolo, dispiaciuto.
Anche Vera si riscosse, scuotendo leggermente la nuca. “Gli sono caduta addosso… Che vergogna” pensò, con le guance che le s'imporporavano. Poi mosse piano una spalla dell'amico. «Ash?»
In seguito al contatto, vide i suoi denti stringersi e il suo naso storcersi.
«Ti ho fatto male? Scusami!» disse, mortificata. Poi notò che lui aveva il braccio attraversato da un lungo taglio, sottile, ma che sembrava abbastanza profondo. Cercò in borsa, tirando fuori una bottiglietta d'acqua. Si tolse la bandana e dopo averla bagnata la avvolse attorno alla ferita sanguinante.
«Ash?» chiamò ancora. Era vicina a lui, a pochi millimetri dal suo viso abbronzato da bambino. «Ash? Ti prego…» Lo fissava intensamente, con gli occhi lucidi dove regnava la preoccupazione. Non voleva stare da sola: tra poche ore avrebbe fatto buio e sentiva una fitta di dolore alla gamba piegata. E se fosse successo qualcosa di brutto? Chi l'avrebbe protetta?
Il moro innalzò lentamente la nuca, con un gemito debole. Poi si guardò intorno. «Dove siamo? Che è successo?» sussurrò, frastornato.
«Temevo che non ti svegliassi più!» ammise Vera, portandosi una mano sul cuore. «Ce la fai a camminare?» chiese, mentre cercava di alzarsi, ma fu proprio lei a ricadere in ginocchio con un mugugno di dolore.
Ash, da bravo cavaliere, si sporse verso di lei. «Tu, piuttosto?»
«Non lo so… Mi fa un po' male la gamba, non me n'ero accorta…»
«Guarda quanto sei gonfia!» esclamò, ancora più preoccupato per lei e per il suo ginocchio arrossato dalla botta. «Grazie, ma ora pensiamo a te.» Le fece cenno di salire sulle sue spalle, con un sorriso spavaldo.
Vera accettò la sua mano per alzarsi e gli cinse morbidamente il collo con le braccia, lasciandosi trasportare. Appoggiò la testa alla sua schiena, chiudendo gli occhi, senza pensare a niente, se non che era davvero fortunata.