Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Ika19    11/04/2016    5 recensioni
Nel nuovo mondo regna il caos.
Rufy Cappello di Paglia, ovvero il re dei pirati, è chiuso in prigione, mentre nel mondo esterno il grand'ammiraglio Akainu si è posto l'obiettivo di spazzare via definitivamente la pirateria. Gli eserciti rivoluzionari cercano di arginare i danni compiuti da Akainu che non fa differenze tra civili e pirati, ma sono in inferiorità numerica e i quattro imperatori non intervengono alle richieste di aiuto, restando neutrali.
All'ennesimo massacro di un'isola da parte di Akainu, il mondo intero capisce che la situazione deve subire una svolta, e questa svolta viene data proprio dal capo dell'armata rivoluzionaria, che decide che è ora di cambiare le carte in tavola e di portare, o meglio, riportare in gioco gli assi.
Tra battaglie, fiducia, sacrifici, accordi e un pizzico di romanticismo, i più potenti individui del nuovo mondo cercheranno ognuno di far prevalere il proprio credo e il proprio obiettivo e di proteggere ciò che più amano.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akainu, Monkey D. Rufy, Mugiwara, Sabo, Smoker | Coppie: Nami/Zoro
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo secondo


UN PASSO VERSO IL MARE



Rufy alzògli occhi su Smoker squadrandolo con le sopracciglia aggrottate.
-Cosa vorrebbe dire questo?- sputò confuso -Perchè me lo mostri?-
L'ammiraglio prese due sigari dalla tasca e dopo averli guardati per un momento se li mise in bocca accendendoli. Pensoso fece un tiro. Mostrando la notizia a Rufy Cappello di Paglia aveva sperato di ricevere qualche risposta proprio da quest'ultimo, ma a meno che non avesse imparato a fingere molto bene, la sua espressione esprimeva proprio la più pura sorpresa e anche una buona dose di preoccupazione. Smoker soffiò il fumo dalla bocca infastidito.
-Speravo di saperlo proprio da te Cappello di Paglia... ma a quanto pare ne sai ancora meno di me.-
Rufy guardò l'ufficiale della marina davanti a sè dritto negli occhi con uno strano fastidio che gli montava dentro. Il suo orgoglio quasi lo obbligava a mettere in chiaro che era completamente indipendente, che non avrebbe mai svelato informazioni alla marina se non per interessi personali. Per un attimo gli venne in mente che Nami l'avrebbe chiamata “sindrome macho”, ma scacciò il pensiero fissando Smoker con sguardo cupo.
-Anche SE sapessi cosa trama mio fratello, mai, MAI, verrei a dirlo proprio a te.- ringhiò Rufy in faccia all'ammiraglio.-Per quanto io apprezzi ciò che fai per me da quando sono qui dentro, che non ti venga in mente che io possa lavorare insieme a te o ancora peggio, insieme alla marina! Questo non accadrà mai!-
Senza scomporsi minimamente, Smoker di rimando lo squadrò freddamente dall'alto della sua statura e con altrettanto gelo nella voce disse:
-Io provo rispetto per te cappello di paglia. Tu mi irriti in una maniera impossibile da concepire, ma la scelta che hai compiuto, la stessa scelta che ti ha fatto finire in questo buco, è quella di un uomo onorevole. Sono più che certo che chiunque al tuo posto non avrebbe agito in modo simile e per questo ti tratto come ti tratto, ma non credere che ti possa perdonare per tutte le tue malefatte, perchè questo, come hai detto tu, non accadrà mai.-
Rufy emise un sibilo feroce e osservò l'ammiraglio con gli occhi ridotti a due fessure, respirando l'aria carica di tensione.
-Siamo d'accordo allora.- esordì quindi dopo qualche istante rilassando i muscoli contratti del viso e lanciando uno sguardo a Zoro che sembrava dormire contro la parete della cella.-E che mi dici di Akainu?-
Smoker fece un altro tiro dai suoi sigari e cominciò ad andare avanti e indietro lungo la cella.
-La sua opera progredisce. Nei tuoi territori continua ad eliminare i pirati, un'isola dopo l'altra. Le tue flotte si tengono ancora in disparte, così come i quattro imperatori. L'unico che si muove per adesso è Sabo dei rivoluzionari che continua a mandare i suoi eserciti contro i nostri. Al quartier generale si discute tanto del suo operato e da un po' di tempo a questa parte, la marina si è divisa in due... da una parte quelli che sostengono Akainu, dall'altra quelli che dubitano dei suoi metodi. Mi chiedo quanto durerà ancora questa situazione, prima che Akainu decida di sbarazzarsi di coloro che sono contro di lui.-
Rufy scambiò uno sguardo con il suo vicecapitano che aveva aperto l'unico occhio rimastogli. Entrambi sapevano che se la marina era divisa in due, la più grande potenza in opposizione a quella pirata era instabile e a lungo andare le conseguenze non potevano che essere catastrofiche. Rufy si cancellò dalla faccia l'espressione preoccupata e guardò Smoker.
-Mi stai dicendo che Akainu non sa che c'è una parte dei suoi uomini che non approva ciò che fa? Per quanto Akainu possa essere un pezzo di merda, dubito che sia così stupido da non accorgersi di nulla.-
Smoker fece un sorriso amaro.
-Il grand'ammiraglio è talmente impegnato con la sua crociata da non rendersi nemmeno conto di quello che gli succede intorno.- Smoker abbassò lo sguardo e il Re dei Pirati ebbe l'impressione che l'ammiraglio non gli stesse dicendo tutto.-E in più non siamo così stupidi da farci scoprire.-
La dichiarazione dell'ammiraglio accese un campanello d'allarme nella testa di Rufy.
-E dimmi...- cominciò circospetto, conscio del rischio che Smoker aveva corso dandogli quell'informazione.-...Coloro che sono in conflitto con le decisioni di Akainu cosa hanno intenzione di fare?-
L'ammiraglio sembrò scegliere con cura le sue parole prima di parlare a sproposito.
-Loro sono in netta minoranza. Quella di Akainu è una dittatura, la sua parola è legge e gli unici al di sopra del suo potere, ovvero i cinque astri di saggezza, approvano pienamente ogni decisione che prende. La stragrande maggioranza della marina crede ciecamente nelle sue parole e farebbe di tutto per compiacerlo. Quindi loro non faranno assolutamente nulla.-
Dopo questa affermazione carica di significato, Smoker diede le spalle a Rufy e uscì dalla cella. Richiamò le due guardie che prima aveva mandato via e chiuse la cella consegnando poi le chiavi al più grosso dei due. Si girò ancora verso i due prigionieri e disse soltanto:
-Ho le facoltà e il potere per uccidervi entrambi.-
Dopodiché si voltò sui tacchi e se ne andò lasciando i due pirati silenziosi a guardare la sua schiena che si allontanava, la sua minaccia ancora nell'aria.
Solo quando il cigolio infernale dell'ascensore che si metteva in movimento annunciò la dipartita definitiva dell'ammiraglio, Rufy fece uscire il respiro, tremante, e il suo corpo si afflosciò contro il muro. Quando aveva visto quell'immagine, aveva capito all'istante ciò che Sabo intendeva. Era riuscito a mascherare la sua consapevolezza del significato di quella foto, ma la sorpresa che gli era rimasta sul volto e che aveva ingannato Smoker era del tutto reale. In qualche modo era riuscito a concentrarsi sul discorso che conduceva con l'ammiraglio, ma ora che quest ultimo aveva lasciato la cella, tutta la tensione che aveva accumulato nel tempo della visita era evaporata e lui si sentiva come svuotato, senza forze per la sconcertante verità che aveva appreso. Improvvisamente gli mancò il respiro e sentì un bisogno morboso di condividere la notizia con il suo migliore amico.
-Zoro- richiamò il proprio compagno con una nota isterica nella voce, di solito così controllata.-Lo sai cosa vuol dire quella foto? Lo sai cosa ci sta dicendo Sabo?-
Zoro scosse la testa, turbato nel vedere l'espressione sconvolta del suo capitano e lo strano luccichio nei suoi occhi.
-Vuol dire...- Rufy prese fiato e scosse la testa, quasi a dissipare ogni dubbio nella sua mente. Se si fosse sbagliato, se quello che pensava non stava per accadere, avrebbe definitivamente demolito la propria volontà e quella di Zoro. Nonostante ciò, se lo sentiva dentro, fin nel profondo delle viscere, che il messaggio che consegnava quella foto, era diretto proprio a lui.
-Vuol dire... Zoro!- ansimò in preda all'emozione.-Vuol dire che torniamo a casa!



Due giorni prima, Keishin


Sabo osservava la distruzione dell'isola di Keishin attraverso il canocchiale, in piedi sulla prua della Nureonna, letteralmente “donna bagnata”, il suo galeone da cinquecento persone. Dopo aver posato gli occhi sul porto devastato e sulle case fumanti accostate alle strade deserte, i sopravvissuti barricati all'interno delle poche abitazioni ancora in piedi, richiuse il canocchiale con un gesto secco, producendo uno schiocco che fece sussultare le spalle di Tofu, che al suo fianco aspettava con impazienza ordini dal suo capo.
Sabo sorrise vedendo quel ragazzo moro di ventidue anni, alto e longilineo, con la faccia abbronzata e piena di lentiggini, che lo aspettava trepidante e pieno di buone intenzioni. In qualche modo gli ricordava lui, tanti anni prima, al cospetto di Dragon. Anche lui aveva perso tutto, compresa la memoria, e aveva trovato nei rivoluzionari una nuova famiglia. Certo, Dragon era stato come un padre per lui, più di quanto il suo vero genitore biologico sarebbe mai potuto essere, ma Sabo non se la sentiva di paragonarsi a un padre per Tofu. Quando Tofu era arrivato dai rivoluzionari, a sei anni, Sabo ne aveva già venti e occupava già una delle cariche più alte nella gerarchia dei rivoluzionari. Nei dodici anni successivi all'arrivo del ragazzo a Baltigo, Sabo lo aveva incrociato solo poche volte, e sempre per caso. Solo quattro anni prima, nel periodo immediatamente dopo la cattura di suo fratello, quando Sabo cercava un tipo affidabile come proprio compagno di lavoro, Tofu si era fatto notare. Dimostrando una serietà e una tenacia notevoli, con una tecnica e una forza incredibili era sempre stato in prima linea durante le battaglie, salvando la vita a molti suoi compagni e a molti civili. Sabo da lì aveva deciso che voleva lui come partner di fiducia. Il suo aspetto fisico non mostrava affatto le capacità di Tofu, ma Sabo le conosceva e sapeva molto bene che l'abito non faceva il monaco.
-Ehi Tofu!- richiamò il giovane che si era perso a osservare le nuvole, facendolo scattare sull'attenti.-Avverti tutti gli uomini che stiamo per approdare!-
-Signorsì! Ma posso chiederle una cosa capo? Cosa ci facciamo qui esattamente?- chiese il ragazzo senza aspettare il consenso del suo superiore.
Sabo sorrise con fare malandrino prima di rispondergli. Si sentiva troppo eccitato e di buon umore per l'imminente riunione con il suo fratellino, che poi tanto piccolo non era, per fare caso alla leggera impertinenza di Tofu.
-Mio caro ragazzo...- cantilenò su di giri -Siamo qui per far fuori i marine che occupano questo posto meraviglioso e riportare il panorama a com'era prima che loro lo rovinassero con le loro brutte facce, e – si sistemò meglio il cilindro sulla testa – per mandare un messaggio al mio fratellino.-
Tofu osservò il suo capo così di buon umore, sentendosi leggermente a disagio, abituato com'era alla sua perenne serietà. Aveva sentito da alcuni suoi compagni che una volta Ryusoken no Sabo era una persona estremamente vivace e incline a infrangere le regole, ma da come lo aveva conosciuto Tofu, queste caratteristiche non erano mai emerse sino a quel momento. Mentre scendeva le scalette per raggiungere il ponte della nave, Tofu giunse alla conclusione che doveva essere il prossimo ricongiungimento con il fratello a rendere il suo capo così di buon umore, e mentre urlava alla ciurma che dovevano approdare, provò l'improvviso desiderio di avere un fratello che lo colpì come un masso, costringendolo a reggersi alla balaustra della nave per non cadere. Scosse la testa per scacciare il pensiero e si rimise dritto. L'argomento famiglia per lui era un capitolo chiuso.



Quando una mezz'ora dopo Sabo scese dalla nave seguito a ruota da Tofu e dai suoi uomini, l'odore di bruciato e di cadaveri in decomposizione lo raggiunse prepotente facendogli storcere il naso, sia per il disgusto verso la scena che gli si presentava davanti sia per l'indole disumana dei marine che avevano attaccato quel posto, e che non avevano permesso alla gente di lì nemmeno di seppellire i loro morti. Sabo si voltò verso i suoi uomini e alzò il proprio bastone di metallo al cielo.
-Lo vedete questo massacro?- urlò indicando con un ampio gesto del braccio la devastazione dietro di lui. Un rumoroso grido si levò dal suo esercito e Sabo ghignò di rimando.
-E allora andiamo e facciamo quello che sappiamo fare meglio! Attacchiamo il covo di questi stronzi e facciamo casino!-

Con un potente grido di battaglia, Sabo, seguito dalla massa urlante dei suoi uomini, si lanciò verso il grande edificio in fondo alla via principale, che una volta doveva essere il municipio dell'isola, ma sopra il quale in quel momento svettava la bandiera con il simbolo blu della marina.
Mentre abbattevano a forza il portone d'ingresso dell'edificio, Sabo si meravigliò ancora una volta di quanto potevano essere stupidi i marine ad abbassare la guardia in quel modo, non mettendo di guardia neanche un soldato.
“Stolti” pensò Sabo mentre il portone cadeva con un fragore tremendo e le forze rivoluzionarie si riversavano all'interno dove c'era già un centinaio di marine armati ad aspettarli davanti alla porta. Lasciò avanzare i suoi uomini e prima di gettarsi nella mischia si guardò intorno per individuare il proprio obiettivo. Quando ebbe trovato il giornalista, seminascosto su una specie di balconcino, che documentava la scena con la sua macchina fotografica, prese un pennarello che si era portato dalla nave e si scribacchiò velocemente il messaggio da consegnare sulla mano. Dopodiché impugnò meglio il suo bastone, pronto ad aprirsi la strada verso l'uomo.
Abbattè con un colpo secco il primo marine che gli si parò davanti, abbassandosi subito dopo per evitare una lama che gli passò sibilando sopra la testa. Si girò e con lo slancio del movimento colpì sulla tempia il soldato, che stramazzò a terra. Non appena si voltò, trovò già altri dieci uomini che gli correvano incontro con i fucili e le spade sollevati. “Magnifico” pensò sospirando frustrato preparandosi ad affrontarli “andrà per le lunghe...”. Sollevò la sbarra di metallo per sferrare un fendente al petto dell'uomo davanti a lui, quando questo e i due compagni affianco a lui vennero sbalzati di lato da una forza enorme e nel suo campo visivo entrò Tofu, due tirapugni di algalmatolite marina sulle mani.
-Lei vada pure, capo! Qua finisco io!- esclamò Tofu su di giri.
Sabo gli fece segno di aver capito e corse verso la grande scalinata in fondo all'ingresso, abbattendo i pochi marine che gli si paravano davanti, ed evitando gli scontri tra loro e i suoi uomini. Giunse alla lunga scalinata e salì saltando quattro gradini alla volta e senza rallentare prese la rincorsa attaccandosi alle colonnine di marmo della balconata sopra di lui. Facendo forza sulle braccia si issò sul balcone e si mise a cavallo della balaustra osservando lo spazio sottostante.
I suoi uomini stavano finendo gli ultimi marine, che completamente presi di sorpresa e disorientati com'erano, non avevano avuto nessuna possibilità contro i rivoluzionari. Sorrise, scuotendo la testa e si voltò verso il giornalista rannicchiato in un angolo.
-Senti, mi servi, reporter. Come noti – si indicò – sono molto fotogenico e vorrei che sul giornale pubblicata ci fosse una foto con la mia bellissima faccia. Quindi adesso, io mi metto in posa e tu fai il tuo lavoro e scatti una foto dove si veda bene sia i miei magnifici lineamenti che la mia mano, intesi?-
Il reporter pallido come un fantasma e con un'espressione terrorizzata fissava il capo dell'armata rivoluzionaria come se fosse completamente pazzo, ma annuì frettolosamente alla sua richiesta.
Sabo sorrise all'obiettivo e mise in avanti una mano con il palmo ben disteso. Il cronista scattò la foto con le mani ben salde, nonostante la paura, sicuro nel suo lavoro. Mostrò la foto a Sabo che annuì soddisfatto e con voce scherzosa, ma con un sottotono serio si raccomandò con il giornalista:
-Mi raccomando, sarebbero guai se tu non pubblicassi la foto in prima pagina!-

Quella stessa sera in copertina apparve la foto di Sabo con sotto il titolo a caratteri cubitali:
“RYUSOKEN NO SABO PERDE LA TESTA. CHE I GIORNI DELLA SANITÀ MENTALE DEL LEGGENDARIO ARTIGLIO DI DRAGO SIANO CONTATI?-



Cinque giorni dopo, al largo di Impel Down


-Lo so che è rischioso, ma è l'unico modo per liberarlo, Sabo, non ce n'è nessuno più discreto, almeno non per noi.- stava dicendo Koala al suo compagno e agli altri membri dell'armata presenti in quella sala. Emporio Ivankov si era subito mostrato disponibile a partecipare al “prelevamento di Rufy”, così come Koala e Hack e alcuni altri membri, tra i quali ovviamente Tofu.
Sabo stava camminando nervosamente in giro per la stanza torturandosi le mani.
-Se l'unica opzione è un'operazione lampo, allora non dobbiamo dar loro il tempo né di rendersi conto di cosa stia succedendo né di organizzare le forze armate, quindi dal momento in cui scatterà l'allarme al momento in cui dovremo scappare, avremo più o meno quanto?- chiese Sabo a Koala.
-Mezz'ora.- disse quest'ultima scostandosi la frangia dagli occhi con un gesto abituale.
Sabo sbuffò stizzito e nervoso. Era quasi sicuro che Koala gli stesse nascondendo un'informazione.
-Quindi ricapitolando, noi dovremmo fare irruzione nella prigione più protetta del mondo, non mi hai ancora detto come, da sottolinere che dobbiamo farlo senza farci notare subito, andare al sesto livello, liberare i tre dei pirati più potenti del mondo e liberare altri sei pirati super-ricercati che tra l'altro sono distribuiti su due livelli ancora diversi. Poi dovremmo risalire in superficie con i suddetti pirati che potrebbero non essere in grado nemmeno di camminare, tutto questo senza farci prendere e senza liberare altri prigionieri distruggendo la prigione ovviamente, e poi salire sulla nostra nave e navigare via cercando di seminare le decine di navi da guerra della marina che ci inseguiranno come si fa con il diavolo. Ora dimmi, per favore, che hai qualcos'altro, qualsiasi cosa, che renda questo piano un po' meno suicida! Una qualsiasi certezza! Non so nemmeno da dove vengano le tue informazioni maledizione!- sbottò Sabo con una faccia che esprimeva il massimo disappunto. Aveva passato la mattinata a prepararsi fisicamente e mentalmente all'assalo che si sarebbe tenuto nel pomeriggio, ma era da quando si era svegliato accanto a Koala come d'abitudine, che gli sembrava che lei evitasse un dettaglio del loro piano.
Koala si infiammò.
-Ma ti ascolti quando parli? Questa operazione verrà portata a termine, punto! Non ci sono opzioni alternative!- scrollando la testa, Koala addolcì la voce -In fondo si tratta di liberare Rufy, dico bene? Inoltre non dovremo fare tutto da soli.- la donna sospirò guardando il suo uomo negli occhi.- Ho piazzato una talpa nella prigione, è da lui che ho queste informazioni precise; ha svolto un ottimo lavoro.-
-Si può sapere perchè diavolo non l'hai detto subito?- quasi urlò Sabo, per niente calmato da quella risposta. Koala d'altro canto alzò gli occhi al cielo si preparò ad una scenata di gelosia colossalmente infantile.
-Non te l'ho detto,- cominciò spazientita -perchè questo infiltrato è il mio ex.-
-Che cosa!? Hai ingaggiato quel figlio di puttana senza dirmi niente? Cos'è ora te la fai con lui? Eh? Sei una bugiarda! Mi tradisci...!- Koala scuotendo la testa esasperata assestò un colpo sulla nuca del suo fidanzato fermando il suo attacco di panico ricominciando a spiegare il suo piano mentre Sabo riprendeva il controllo di sé stesso.
-Comunque, ora ascoltatemi attentamente. La mia talpa può portarci direttamente, attraverso una serie di cunicoli, al livello cinque e mezzo, quello di Iva. Da lì riuscirete ad orientarvi con il suo aiuto - indicò la regina Kamabakka che chinò la testa in segno di affermazione – e vi dividerete in tre gruppi che andranno a liberare rispettivamente Sanji, Zoro e Rufy al sesto livello, Nami, Robin e Usopp al quinto e Franky, Chopper e Brook al quarto.- Koala pronunciò tutti i loro nomi con una nota di affetto in fondo alla voce. Si schiarì la gola.-La disposizione è la seguente: Zoro e Rufy sono in una cella di fondo del sesto livello, tre corridoi a destra di quella di Sanji. Al quarto livello abbiamo Franky e Chopper nella stessa cella e Brook in una direttamente accanto alla loro. Al quinto livello Nami, Robin e Usopp sono tutti in celle singole separate ma abbastanza vicine fra di loro, quindi più facili da liberare. Il quinto è inoltre il livello dove non ci sono telecamere né guardie, quindi lo useremo come punto di ritrovo dal quale cercheremo di uscire all'aperto attraverso il livello cinque e mezzo e attraverso i cunicoli. Prima che tu dica qualcosa – Koala alzò la mano fermando Sabo che stava già aprendo la bocca - andrò io stessa a recuperare tutti gli oggetti personali dei ragazzi. E prima che tu possa obiettare – fermò di nuovo Sabo che mise un leggero broncio – lo sai benissimo che sono io quella qui dentro che è capace di rendersi praticamente invisibile meglio di chiunque altro.-
Koala inspirò profondamente.
-Ovviamente, non c'è bisogno di dirlo, questa è la situazione ideale. Ma le telecamere ci rileveranno non appena usciremo dal livello cinque e mezzo, ammesso che ci arriveremo senza intoppi, per non parlare del fatto che possiamo infiltrarci al massimo in dieci per poterci muovere in modo più o meno libero, nel limite del possibile ovviamente.-
Sabo si sistemò meglio il cilindro in testa, l'aria isterica sparita, sostituita da un'attitudine di fredda diligenza.-Quindi, quando ci scopriranno cosa facciamo?-
-Prima di tutto non entreremo lì dentro vestiti normalmente, ma vestiti da marine. Ho rimediato delle uniformi per noi, avremo perciò un margine di circa dieci minuti prima che si accorgano che c'è qualcosa che non va. Quindi l'ordine di azione sarà il seguente: Io uscirò per prima e mi dirigerò al ripostiglio dove tengono gli effetti personali dei prigionieri. Grazie alla mia abilità di muovermi nell'ombra non mi noterà nessuno fin quando non starò tornando con il carico. Quindi voi aspetterete dieci minuti prima di entrare in azione, è il tempo che mi serve per arrivare al secondo livello dove è situato il ripostiglio. Quindi dopo dieci minuti esatti usciremo tutti allo scoperto e da lì avremo altri dieci minuti prima che capiscano che siamo intrusi e che facciano scattare l'allarme. Quando scatterà la sirena dovremo tutti per forza tornare al livello cinque e mezzo e uscire il più in fretta possibile. A quel punto raggiungiamo la nave e navighiamo al massimo della velocità verso Baltigo. In tutto l'operazione non dovrà durare più di un'ora, precisamente da quando usciremo dal livello cinque e mezzo avremo quaranta minuti per scappare, altrimenti ci ritroveremo ad affrontare uno degli eserciti della marina più organizzati e ben armati del mondo e verremmo irrimediabilmente catturati, e non c'è bisogno di dire cosa ci succederebbe in quel caso. Tutta l'operazione è basata sul fattore sorpresa: i marine non sanno che esiste un modo per entrare nella prigione che non sia il cancello principale, quindi non si aspettano degli intrusi in nessun caso. Ho piazzato la mia talpa in questa prigione un anno dopo la cattura di Rufy, e solo sei mesi fa è riusita a trovare l'ingresso del sistema di gallerie segrete che attraversa i muri della prigione. È solo grazie al suo lavoro, e alla mia previdenza, se oggi abbiamo la possibilità di entrare nella prigione. Ci sono domande?- chiese infine Koala agli uomini nella stanza che era diventata silenziosa.
-Come faremo ad arrivare al muro esterno senza farci notare?- chiese Sabo che stava rielaborando il piano nella propria testa.
-Ti ricordi quel favore che mi doveva Law? Beh, mi sono fatta regalare un sottomarino.-
Hack fischiò ammirato alzando il sopracciglio.
-Altre domande?-
Tofu che era rimasto in silenzio fino a quel momento alzò la mano.
-Che percentuale di riuscita ha questo piano?-
L'intera stanza sembrò trattenere il fiato e Koala sorrise con una luce pericolosa negli occhi.
-Per una persona normale diciamo... il tre percento.- Tofu impallidì.-Ma dato che siamo noi... direi un buon venti percento.-
Il silenzio sembrò farsi ancora più pesante, fino a quando Sabo non ghignò e si calcò il cilindro bene sulla testa guardando i suoi uomini uno per uno.
-Io dico che ce lo faremo bastare con gli interessi.-



Impel Down, sesto livello, cella di fondo, un'ora dopo.


Quando risuonò forte e chiara la sirena d'allarme Rufy e Zoro alzarono di scatto lo sguardo lanciandosi un'occhiata significativa. Dai loro occhi strabordava speranza e nostalgia, ma anche una fredda consapevolezza della situazione: non erano assolutamente in grado di contribuire in modo attivo alla fuga in quanto non facevano del vero esercizio fisico da quattro anni. La loro muscolatura era rimasta la stessa, ma le gambe non avrebbero retto il loro peso comunque, rendendoli inoffensivi e incapaci di muoversi come avrebbero voluto.

Rufy reclinò la testa all'indietro respirando dal naso e cercando di calmare i battiti del proprio cuore troppo eccitato ed euforico per non sfarfallare come le ali di un colibrì. Con un sospiro spezzato Rufy chiuse gli occhi permettendo a sè stesso di vedere un'immagine che aveva cercato di tenere lontana per la maggior parte del tempo della sua prigionia. Quando chiudeva gli occhi e pensava al viso della sua regina, la sua mente si distendeva e la pace dilagava nel suo cuore, ma subito dopo riaprendoli tornava alla cruda e violenta realtà che rendeva quella visione, per lui paradisiaca, un inferno. Il viso di Robin gli balenò davanti agli occhi e il contrasto tra i capelli neri ebano e gli occhi celesti come il mare più vasto del nuovo mondo gli sembrava ancora più accentuato di come lo ricordava. Rivide il suo sorriso e lo sguardo fiero nei suoi occhi, rivide l'acuta intelligenza che si celava dietro a quell'espressione benevola e neutra e sorrise concedendosi per la prima volta in quattro anni di sperare. Sperare di poter stringere di nuovo tra le braccia la sua regina, di poter assaporare di nuovo la libertà con la sua famiglia, di poter solcare i mari osservando la gioia e i dolori dei suoi compagni.

Il rumore di grida e distruzione e un suono acuto interruppero improvvisamente i suoi pensieri e gli fecero riaprire di scatto gli occhi. La scena che vide era talmente carica di elementi inaspettati, che la sua mente fece fatica ad elaborare tutti i dati che si trovava davanti, cogliendo solo immagini veloci di tutto quanto.
Le sbarre della cella giacevano divelte davanti a questa e a pochi metri da lui c'era il volto serio di Sabo che gli toglieva in fretta e furia le catene. Confuso spostò lo sguardo a destra e vide che anche Zoro veniva liberato con lo sguardo puntato davanti a lui, con gli occhi ricolmi di incredulità e shock. Di scatto Rufy gettò un'occhiata nella direzione in cui guardava Zoro e per poco non lanciò un grido: Dalle possenti spalle di Emporio Ivankov pendeva il corpo immobile e afflosciato di Sanji, i capelli più lunghi delle spalle che si arricciavano leggermente verso la fine, lo smoking, nei suoi ricordi sempre tirato a lucido, completamente stropicciato e sporco. Tuttavia non erano quei dettagli a ferirlo così nel profondo, anche se vedere il cuoco in uno stato così poco curato era già un evento più unico che raro. No, erano le gambe di Sanji che pendevano inerti come il suo corpo, ma al contrario di questo, non erano piegate dalla parte giusta e formavano un angolo strano tra coscia e polpacci. Il sangue che imbrattava entrambe le gambe dei pantaloni era un'ulteriore prova dell'evidenza, che la più potente arma di uno degli uomini più forti del mondo era inutilizzabile, che lo colpì come una stilettata al petto.
Rufy ebbe un conato di vomito, e poi un altro. Non era stato in grado di proteggere la sua famiglia, erano stati feriti, ne aveva la prova davanti e questo lo faceva provae così tanto disgusto verso sè stesso che il suo stomaco sembrò rivoltarsi.
Improvvisamente la consapevolezza di essere in movimento lo raggiunse con la velocità di un proiettile e di colpo realizzò che non solo non si trovava più nella sua cella, ma che il freddo continuava ad aumentare e l'aria si faceva più secca, lasciandosi dietro quella umida e marcia del sesto livello. Sentiva qualcosa di duro premuto contro lo stomaco e vagamente si rese conto che doveva trattarsi della spalla di Sabo, in quanto vedeva gli stivali lucidi che usava portare pestare il pavimento durante la corsa. In quel momento non seppe come avevano fatto ad arrivare fino a lì e non capì come sarebbero riusciti a scappare. Semplicemente si arrese all'oscurità che lo raggiunse chiudendolo in un luogo di silenzio e pace, dove tutti i pensieri erano offuscati e muti.


-Questo è assolutamente fuori questione.- mugugnò Sanji attraverso la sigaretta.-Non ti permetterò mai di andarci da solo, dovessi fermarti con la forza.-
Sanji non scherzava, Rufy lo vedeva dai suoi occhi. Vedeva anche la sua volontàdi ferro, vedeva che non l'avrebbe lasciato andare veramente, che non avrebbe mai cambiato idea.
Sanji fece un passo avanti uscendo dal semicerchio formato dai suoi compagni e aspirò una boccata di fumo spegnendo poi elegantemente la sigaretta sul tacco della scarpa. Poi infilando le mani in tasca con grazia affiancò il suo capitano, mettendosi senza una parola nella posizione opposta di Zoro.
Il silenzio era calato a bordo della nave e solo lo sciabordio delle onde interrompeva quella calma quasi surreale.Il re dei pirati sentì il respiro del suo vice spezzarsi impercettibilmente e stringendo gli occhi aspettò il prossimo colpo, che non tardò ad arrivare: la figura alta e formosa di Nami si mosse con lo sguardo posato su di lui, mettendosi di fianco aa Zoro. Quest'ultimo voltò la testa e affondò il proprio sguardo in quello nocciola di lei e fece scivolare la mano nella sua, stringendo come se ne andasse della sua vita.
Mano a mano Rufy guardava i suoi compagni venire verso di lui, tutti con una fredda determinazione nello sguardo maturo e pieno di sentimenti inespressi, tutti con il passo sicuro e le mani ferme.
Il re alzò la testa osservando l'unica persona rimasta ancora di fronde a lui. Gli occhi cerulei di Robin lo fissavano, incapaci di contenere le emozioni, comunicandogli tutto quello che lei provava. In quel momento Rufy seppe che anche lei lo leggeva come un libro aperto. Lacrime sottili fuoriuscirono dagli occhi di Robin e Rufy tese una mano mentre lei gli si avvicinava. La strinse a sè condividendo con lei e con i suoi compagni la desolazione di quel momento e la consapevolezza che quello era un passo su una strada che si allontanava dal mare.



Buonasera ragassuoli che avete letto questo capitolo!

Eccomi qui con il secondo capitolo della storia. Non è passatoun tempo esageratamente lungo, ma non sono stata nemmeno speedy gonzales (se qualcuno se lo ricora xD)...
In questo capitolo abbiamo una presenza dominante dei rivoluzionari, che a mio avviso meritano più attenzione di quella che viene loro data di solito.
Allora ci vediamo al prossimo capitolo, che potrebbe essere quando i gatti voleranno (l'evoluzione rende tutto possibile, non preoccupatevi)e ciao!

Ika

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ika19