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Autore: rhys89    15/04/2016    2 recensioni
Kise ha appena scoperto che la sua sorellina si sposerà presto, e che lo vuole come testimone… insieme ad Aomine, il ragazzo con cui i suoi genitori non sanno che è fidanzato.
La “Missione Matrimonio Kaede” sta per avere inizio.
[Dal testo]
Sgrana gli occhi e arrossisce, poi cancella furiosamente quell’ultimo punto che ha aggiunto solo per sbaglio – o per scherzo, o perché era sovrappensiero, o per-qualche-motivo-che-non-conosce-e-nemmeno-gli-interessa – e rilegge il suo piano di battaglia.
• Punto 1: Chiedere ad Aominecchi di fare da testimone a Kaede insieme a me.
• Punto 2: Dire a mamma e papà che sto con Aominecchi.
• Punto 3: Convincere Aominecchi a venire a conoscere mamma e papà (perché sicuramente non vorranno aspettare il matrimonio).
• Punto 4: Convincerlo anche a vestirsi con uno smoking (dopotutto è il testimone).
• Punto 5: Trovare un modo per farmi perdonare da Aominecchi.
• Punto 6: Chiedergli di sposarmi.
Bene. Perfetto.
Si accascia sulla scrivania fino a sbattere la fronte sul ripiano.

È un uomo morto.
[ATTENZIONE: questa storia contiene un altissimo dosaggio di fluff (sul serio, una quantità spudorata di fluff) con una ricca farcitura di cliché [cit.]. Lettore avvisato...]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino dell'autrice

Salve a tutti!
Eccomi di nuovo qui con il quarto capitolo... e abbiamo ufficialmente passato la metà della storia! ^-^

Ok, poche altre parole, perché oggi sono di fretta.

In questo capitolo farete la conoscenza di Saori (l'altra sorella di Kise, la più grande) e, soprattutto, torna in scena Aomine (tanto lo so che vi era mancato :P), e il fluff subisce un'impennata vertigionsa. Io vi ho avvisato ù.ù

Detto questo, ci tengo a ringraziare MysticFan e moka_chan2003 per aver commentato lo scorso capitolo, BlackIceCrystal per la sua valutazione di questa storia (la troverete come recensione all'ultimo capitolo, perché - giustamente - non vuole fare spoiler), chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate (19 persone in tutto! O.o) e anche, ovviamente, chi la legge in silenzio.

Ci vediamo venerdì prossimo con il quinto capitolo ^^

Ps. Chi è che riconosce i nomi dei nipotini di Kise? xD

Disclaimer: i personaggi e la storia di Kuroko no Basket non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^


Punto 3
Convincere Aominecchi a venire a conoscere mamma e papà (perché sicuramente non vorranno aspettare il matrimonio)

«… che tanto, anche se glielo chiedessi, mamma mi risponderebbe di no. È fatta così.»
 Kise sospira teatralmente. Lo sa che la mamma è fatta così, ovvio che lo sa, però sperava tanto che la sua sorellona potesse fare qualcosa per lui.
 «Ma Sacchaaan!» Si lagna, senza avere nulla di concreto da ribattere.
«Suvvia, tesoro, ora non fare i capricci.»
 Kise sorride a quel tono materno, così diverso da quello che usa Kaede, con lui: Saori l’ha sempre viziato e coccolato.
 Per questo si è rivolto a lei, implorandola di convincere la mamma a disdire – o quantomeno a rimandare – la cena con tutto il parentado riunito, e fare invece qualcosa di più raccolto, per l’ingresso ufficiale di Aomine in famiglia.
«Guarda il lato positivo:» aggiunge sua sorella dopo un po’, cercando – inutilmente – di essere ottimista «io e Kaede già lo conosciamo, Aomine, quindi possiamo metterlo a suo agio come invece non sarebbe se ci foste soltanto tu, mamma e papà.»
 Kise alza un sopracciglio, ma poi si rende conto che Saori non può vederlo e allora «Kaede mettere a suo agio Aomine?» le domanda, scettico.
«Non essere melodrammatico, lo sai che anche Kaede ti vuole bene.»
 «Ciò non toglie che sia una stregaccia dispettosa.» Ribatte lui.
 Saori resta in silenzio qualche secondo, a disagio, perché in fondo lo sanno entrambi che Kaede farà di tutto per rendere la serata quanto più imbarazzante possibile, per Kise.
 Non che sia una cattiva sorella, assolutamente, è solo che – e Kise può benissimo ammetterlo almeno a se stesso – al suo posto… bhé, lui farebbe esattamente la stessa cosa.
 Lui ha fatto la stessa cosa, in effetti, quando Kaede ha portato Tanaka a casa.
E ora ne paga le conseguenze.
«Senti, se vuoi posso dire a mamma che io e Masashi non possiamo venire, domani sera.» Propone titubante. «Così non sarete poi tanti di più.»
 E Kise si sente davvero una persona orribile, perché sa bene quanto Saori ci tenga a quella cena, ma per farlo felice sarebbe disposta a rinunciarci.
 «Non osare lasciarmi solo con Kaede!» Esclama allora, buttandola sullo scherzo.
 Sospira di sollievo quando la sente ridacchiare sommessamente, e allora la rassicura che, no, in fondo non è poi una tragedia e, sì, certo che Aomine accetterà lo stesso di venire – o almeno lo spera – e poi la saluta.
 Dopo aver riagganciato Kise appoggia il telefono sul davanzale e rimane lì davanti alla finestra, perso nei suoi pensieri, fino a che non si sente abbracciare da dietro.
 «Buongiorno, principessa.» Mormora la voce roca di Aomine al suo orecchio, facendolo rabbrividire.
 «Buongiorno a te.» Sussurra di rimando, voltandosi per un bacio che Aomine gli concede subito, salvo poi nascondere il viso contro il suo collo e mugugnare qualcosa che – al suo udito allenato – suona come un “ho sonno” particolarmente strascicato.
 Kise ridacchia e gli accarezza i capelli.
 «Potevi dormire ancora un po’,» gli dice – a bassa voce, però, per non spezzare quell’atmosfera ovattata e familiare «tanto oggi sei di pomeriggio. O ti ho svegliato io?» aggiunge, ripensandoci e sentendosi anche un po’ in colpa.
 Almeno fino a quando Aomine non borbotta un “no” soffocato sulla sua gola, prima di lasciarci un bacio e appoggiare invece il mento sulla sua spalla.
 «No,» lo rassicura di nuovo «non mi hai svegliato. È che la mattina non riesco più a dormire oltre le otto, con o senza sveglia. Oddio,» si lamenta poi, dopo una piccola pausa «non posso credere di averlo detto davvero!»
 «Stai invecchiando, Aominecchi.» Lo prende in giro Kise.
 «Guarda che se io invecchio tu non è che ringiovanisci, sai?» Lo rimbrotta lui di rimando. «E comunque chi era al telefono?»
 «Sacchan. L’ho chiamata per chiederle se poteva fare qualcosa per una…» esita un momento «cosa.» Conclude poi. «Ma ha detto che non può farci niente.»
 Aomine sospira a fondo, poi si alza e scioglie l’abbraccio, così Kise si volta per guardarlo in viso.
 «Perché ho l’impressione che questa “cosa” non mi piacerà?» Gli chiede Aomine.
 «Perché sei un bravo poliziotto.»
 «Non fare il leccaculo.»
 Kise sfodera la sua migliore espressione innocente e «Non mi permetterei mai, Aominecchi, lo sai.» ribatte.
 Aomine sorride ma resta in silenzio, e allora «Ecco…» inizia Kise, portando una mano a massaggiarsi il collo «il fatto è che…» Si interrompe senza sapere come continuare, poi decide di tentare un altro approccio. «Senti, cosa diresti se ti dicessi che voglio dire ai miei di noi due?» Gli domanda con – fintissima – nonchalance.
 Aomine alza un sopracciglio, poi sogghigna.
 «Ti chiederei come hanno reagito alla notizia.»
 «Allora sei davvero un bravo poliziotto!» Esclama Kise con un sorrisetto – più sollevato di quanto voglia ammettere.
 «La tua sorpresa è offensiva.» Borbotta burbero Aomine, ma poi sorride. «Allora, come hanno reagito?»
 Sorride anche Kise.
 «Bene… meglio di quanto avessi sperato, in effetti.»
 «Davvero?»
 «Davvero.»
 Il sorriso di Aomine si amplia ancora di più, e allunga una mano per scompigliargli affettuosamente i capelli.
 «Te l’avevo detto che non dovevi preoccuparti.» Gli dice poi. «E ormai dovresti saperlo che io ho sempre ragione.»
 Kise alza gli occhi al cielo.
 «Certo, come no…» Ribatte, guadagnandosi un’occhiataccia.
 Si guardano in silenzio per un po’, lasciando che quella bella notizia scivoli loro addosso come una fresca brezza primaverile.
 «Non mi hai ancora detto di cosa parlavi con Saori.» Commenta poco dopo Aomine, guardandolo in tralice come a dire “non me ne sono scordato, sai?”, e Kise sospira.
Davvero, divisa eccitante a parte è una gran seccatura avere uno sbirro come fidanzato.
 Alza gli occhi fino a incrociare quelli di Aomine, che lo sta fissando paziente in attesa che si decida a dire qualcosa.
Oh, al diavolo!
 «Parlavamo della cena di domani sera.» Gli dice candidamente, e Aomine lo guarda confuso.
Canestro, due punti per Kise!
 «Cena?»
 «Sì… mamma e papà erano così felici della notizia che hanno detto di volerti conoscere subito… o meglio, domani sera, appunto.» Gli spiega con semplicità. «E ci saranno anche Kacchan e Tanaka e Sacchan e Shimizu coi bimbi.» Precisa poi, e lo sguardo di Aomine passa dal confuso al terrorizzato in un lampo.
Un altro canestro, e siamo a quattro punti per Kise!
 «Domani sera lavoro.»
Tiro da tre di Aominecchi che comincia la rimonta!
 «Ma non è vero!»
Kise ruba la palla e vola verso la rete avversaria!
 «Già, ma loro non lo sanno e tu non glielo dirai.»
Aominecchi stoppa Kise e con una finta si libera della marcatura!
 «Questo è barare!»
Tiro in sospensione di Aominecchi, che passa in vantaggio con cinque a quattro!
 Aomine sogghigna e non risponde, e allora Kise «Va bene, mi arrendo. Dirò a mamma e papà che non ti interessa conoscerli.» mormora con un sospiro rassegnato.
Kise è di nuovo in possesso di palla!
 «Peccato, però…» aggiunge, guardandolo di sbieco «ci resteranno molto male…»
Finta a destra per eludere Aominecchi proprio sotto canestro!
 Vede Aomine sgranare gli occhi e stringere le mani a pugno, poi china la testa e sospira.
Kise salta con tutta la forza che ha verso l’anello!
 «Va bene, va bene… ci vengo.»
Slam dunk! A pochi secondi dalla fine Kise segna i due punti decisivi e vince la partita!
 Kise lo abbraccia di slancio e gli schiocca un bacio sulle labbra.
 «Ho seriamente voglia di ucciderti, in questo momento.» Borbotta Aomine, appoggiando la fronte sulla sua.
 «Sì, lo so, me lo merito…» commenta Kise con un sorrisetto «ma potresti farlo dopo la cena… anzi,» si corregge «dopo il matrimonio di Kacchan, per favore? Se perde i suoi testimoni mia sorella diventa una belva.»
 Aomine mugola frustrato e nasconde il viso contro il suo collo.
 «Ti sto odiando, Ryō. Davvero.» Mugugna poi.
 «Non sei molto credibile, Aominecchi.» Lo stuzzica Kise, abbracciandolo stretto.
 Lo sente sorridere sulla sua pelle, ma non ribatte nulla e così restano in silenzio per un po’. Poi, quando Kise pensa che ormai il discorso sia chiuso…
 «Però voglio i pancake, per colazione.» Bofonchia Aomine dal suo nascondiglio, strappandogli una risata.

 Venerdì sera, ora X.
 Sono fermi in macchina da dieci minuti, quando Kise si arrischia a proporre ad Aomine di uscire.
 «Sei pronto?» Gli chiede con cautela – il suo fidanzato ha la faccia di uno che è sull’orlo di una crisi di nervi.
 «No.» Borbotta lui senza guardarlo.
 Kise sospira.
 «Vuoi restare ancora in macchina?»
 Silenzio.
 «No.»
 Kise esita solo un momento.
 «Senti,» sussurra «lo so che sei nervoso, ma…»
 «Io non sono nervoso!» Sbotta Aomine, fulminandolo con lo sguardo.
 «Ok, ok. Come vuoi.»
 Ancora silenzio.
 «Sì, sono un po’ nervoso.» Ammette in un soffio appena udibile. «Insomma… è la tua famiglia. Tu al posto mio non lo saresti?»
 Kise sorride e gli prende la mano.
 «Sì, certo che sarei nervoso.» Gli concede. «E tu mi diresti che non devo preoccuparmi.»
 Aomine annuisce in silenzio, abbozzando un piccolo sorriso.
Ma ancora non accenna a muoversi dal sedile del passeggero.
 «Hai detto che tua madre si chiama…?»
 «Sachi.» Conclude Kise, rassegnato. «Papà si chiama Tomiji, il compagno di Kacchan è Tanaka Hiroji, il marito di Sacchan Shimizu Masashi e i bimbi sono Hikaru, la più grande, e Mamoru, il piccolino.» Elenca per quella che probabilmente è la centesima volta. «E comunque non ha nessunissima importanza, perché tutti si presenteranno almeno mille volte e in ogni caso ti adoreranno anche se dovessi sbagliare ogni singolo nome. Cosa che peraltro non succederà.» Aggiunge in fretta, per prevenire altri eventuali attacchi di panico.
 Vede Aomine chiudere gli occhi e fare un respiro profondo, poi un altro e un altro ancora. Poi si gira a guardarlo e annuisce.
 «Andiamo.» Dice soltanto, aprendo la portiera e precedendo Kise lungo il vialetto.
 Si ferma ad aspettarlo quando è già davanti al portone d’ingresso, la posa innaturalmente rigida e il colorito insolitamente pallido. Kise gli stringe rassicurante la mano e aspetta fino a che non ha il suo “ok”.
 Poi suona il campanello.



   
 
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