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Autore: verystar02    19/04/2016    3 recensioni
«Tu credi in Dio?»
Alzo la testa con impeto, gli occhi spalancati e le labbra tese in quello che può sembrare un sorriso.
«Rispondimi, credi in un ente- un padre se vuoi. Credi in qualcuno che guida i fili del nostro destino? »Chiese perduto nei suoi stessi pensieri e dubbi. La guardava ma non la vedeva.
«Credi in tutto ciò? » Continua tranquillamente lui
Un mero silenzio sostituisce la sua voce inquieta.
Silenzio che lui però ignora con cura, attendendo una risposta.
«Oh sì, io sì. Io ci credo....
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ayato Sakamaki, Kanato Sakamaki, Laito/Raito Sakamaki, Nuovo personaggio, Subaru Sakamaki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non temere la morte, perchè la morte non esiste, esiste solo la vita.
Non temere il dolore perchè non esiste il dolore, esiste solo il bene.
La mortè non esiste.
Essa è il frutto delle nostre paure, di ciò che noi non conosciamo, che non possiamo vedere e che non possiamo toccare...



Erano le venti in punto.
Un ragazzo se ne stava seduto sull'angolo di un letto, nella penombra della camera scura, illuminata solo dalla tenue luce di una piccola lampada posta sopra il comodino.
Osservava pensieroso la figura della ragazza stesa nel mezzo del letto che dormiva quieta circondata dall'oscurita, e ripensava a quanto successo poche ore prima, alla chiamata che aveva ricevuto quella mattina, a quello che gli aveva detto l'interlocutore, all'arrivo delle ragazze, all'arrivo di lei...
La ragazza, avvolta nelle coperte, era sdraiata su un fianco, rivolta verso la finestra che si affacciava a uno stupendo balcone stile vittoriano e i suoi lunghi capelli lisci erano sparsi in modo disordinato sul cuscino.
Il ragazzo si tirò su in piedi, stiracchiando di poco la schiena, lasciando l'angolo della coperta che prima stringeva tra le dita, chiudendo le palpebre e lasciando un lungo sospiro di rassegnazione.
"Certo che ha il sonno profondo" Pensò tra se e se il ragazzo riaprendo gli occhi smeraldo per poi ripuntari sulla ragazza assorta ancora nel suo sonno poi si girò ed andò verso la finestra aperta.
l'orologio a pendolo della hall tuonò in tutta la casa annunciando il passare del tempo che, inesorabile passava, facendogli ronzare i timpani.
Da un paio d'ore era ormai calato il buio, portando con sé quel fresco venticello serale accompagnato dall’oscurità,  e il bosco circostante la magione era immerso nel più totale silenzio.
«Do...dove mi trovo?» Disse una voce femminile con tono confuso alle sue spalle.
Il ragazzo non dovette neanche voltarsi per capire da chi provenisse, capì subito che finalmente si era finalmente svegliata.
"Ci siamo, il grande momento sta lentamente arrivando" Si disse per poi voltarsi e dirigersi al suo capezzale.
«Benvenuta alla tenuta Sakamaki... Amay» Gli disse il rosso sedendosi accanto a lei e porgendogli la mano che lei strinse incertai per poi alzarsi lentamente a sedere.
«Io sono Ayato e questa è la tua nuova stanza....» continuò, piegandosi in avanti e cercando di abbassarsi quel tanto che bastava per guardarla in faccia.
Visto così da vicino Amay notò che il rosso davanti a lei era giovane, davvero molto. Probabilmente doveva essere suo coetaneo e certamente non aveva più di diciotto anni.
Il ragazzo emanava un fascino particolare, qualcosa di antico mescolato a un qualcosa di moderno. La pelle chiara, il naso perfetto, gli zigomi alti e marcati, gli occhi di quel particolare verde, in grado di apparire quasi gialli, costellati da ciglia chiare e rossiccie. E le labbra… oh, le labbra! Sembravano disegnate. Rosse e sensuali.
Rimase però particolarmente incantata da quei suoi occhi chartreuse, fin quando lui non si avvicinò di più facendo lentamente posare le sue labbra su quelle di lei, creando un bacio inaspettato, caso e privo di qualsiasi emozione possibile che non durò meno di una manciata di secondi.
Poi lui si staccò, si alzò ed andò a sedesi su un divanetto poco distante dal letto con le braccia incrociate al petto.
«Perc...perchè l'hai fatto?» Disse Amay tentando di essere più calma possibile.
«Sciocca…» La richiamò il rosso con quella sua voce deliziosamente roca di desiderio.
 «Te mi appartieni principessa, quindi posso fare quello che voglio con te, sei legata a me e ai miei fratelli da un patto indissolubile più vecchio del tempo...» Continuò incrociando le braccia al petto e guardandola divertito.
Amay sentendolo si irrigidì all’improvviso.
«Non dici sul serio... e poi perchè principessa?...» Mormorò lei, avvertendo un brivido lungo la schiena.
«Sì, sono serissimo, ed ogni cosa a suo tempo.» Replicò lui, trattenendo una leggera risata. «Comunque se ti intaressa il patto l'ha stipulato il tuo dolce paparino con la mia famiglia.» Aggiunse con un ghigno beffardo per poi stendesi comodamente sul divanetto a pancia all'aria e portando le braccia dietro la testa chiudendo gli occhi.
«No...tu non conosci mio padre!...» Insisté lei, sentendo le guance che si arrossavano per l’indignazione.
«La tua voce tremola» Sussurrò seduciemente il rosso.
«Non mi sembri così convinta di quel che dici principessa, mentre io lo sono fermamente.» La canzonò allegramente.
Amay era sconvolta, se quello che diceva era vero perchè suo padre non glielo aveva detto...
Le aveva scritto che sarebbe andata da persone di cui suo parde si fidava... le aveva scritto che avrebbe trovato altre cinque ragazze e che si doveva fingere una studentessa in viaggio di istruzione... le aveva scritto che si sarebbero visti presto, che doveva fidarsi di quello che le avrebbero detto i propetari della casa e che se ci fosse stata una qualsiasi situazione di pericolo avrebbe dovuto semplicemente dire "la Stirpe" e probabilmente tutto si sarebbe dovuto risolvere... di quest'ultimo non aveva capito molto, non riusciva a capacitarsi su come una parola potesse risolvere una spiacevole situazione, ma le aveva detto di usarla solo in caso di massimo pericolo.
Mentre pensava e ripensava se le fosse sfuggito qualcosa da quello che le aveva scritto il padre si trovò a vagare in giro per la stanza con lo sguardo.
Sembrava la stanza di un hotel di lusso: c'erano due poltrone e un divano a sinistra del letto, davanti a esso un grande tavolo rotondo di vetro e un enorme libreria alla sinistra del letto; un lampadario di cristallo regnava sull'enorme camera e il pavimento era ricoperto da una morbida moquette panna in tono con i muri chiari. Tutto le ricordava tremendamente il convitto...
La porta della stanza si aprì lentamente facendo entrare cinque figure.
«Avete fatto prima del previsto, comunque si è appena svegliata» Disse il rosso alle figure appena entrate nella stanza della ragazza.
«Oh Ayato non avrai mica approfittato di lei vero? Fuwfuwfuw... infondo è una nostra ospite d'onore e se le succede qualcosa ci troveremmo tutti sottoterra.»  Disse uno con il suo stesso colore di capelli e un cappello di feltro nero.
 Ayato si mise seduto e roteò gli occhi sbuffando sentendo quello che gli aveva appena detto il ragazzo di fronte a lui.
«Certo che non ho fatto niente, ma a quanto pare non sa nulla del patto!»Gli rispose poi seccato osservando il ragazzo moro estrarre un libro dalla libreria accanto al letto e sedersi sulla poltrona accanto a lui.
«Beh vuol dire che gielo spiegeremo noi... no?» Disse infine il moro aprendo il libro e fissando Amay terrorizzata.









 

Angolino di veronique

Scusate è vero sono imperdonabile per il mio infinito ritardo, ma sinceramente questo capitolo c'è l'avevo pronto da settimane ormai e non so come mai non l'ho pubblicato...
Spero vi piaccia<3
  
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