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Autore: Shirubia chan    24/04/2016    2 recensioni
Ogni membro della Raimon, compresi tutti i componenti della Inazuma Japan, dovrà abbandonare per sempre il calcio o sempre più persone verrano coinvolte. In caso di rifiuto i giocatori verrano sfidati ogni settimana lo stesso giorno e alla stessa ora a partire dalla prossima domenica ad una partita di calcio. In caso di perdita i danni a carico di poveri innocenti verranno incrementati. In caso di vincita altre squadre verranno inviate a disputare degli incontri ripetendo il medesimo processo fino alla vostra resa.
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La Inazuma Japan ha da pochi mesi vinto il Football Frontier Internation. Una nuova cospirazione è però in atto, pronta ad annientare il calcio. Toccherà quindi di nuovo a loro risolvere la situazione, affiancati stavolta, dalla misteriosa Violaine.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caleb/Akio, Nuovo personaggio, Shawn/Shirou, Un po' tutti, Xavier/Hiroto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 

Un pallone si trovava al centro di un campo da calcio completamente oscurato. Il suono di un fischietto rimbombò nell’aria e delle luci si accesero illuminando il campo, svelando delle figure che, al richiamo di quel fischio iniziarono a scontrarsi tra di loro in una feroce battaglia. Il pallone sferzava da una parte all’altra del terreno di gioco, costringendo le due squadre avversarie ad uno scontro sfiancante.
In un’ampia sala, tre figure scrutavano la partita in corso da un enorme monitor.
Un uomo in giacca e cravatta osservava compiaciuto i movimenti di quei ragazzi che, come in una danza, continuavano imperterriti a rincorrere il pallone.
Un fascicolo contenente i nomi dei giocatori, giaceva aperto sulla scrivania dove quell’uomo era seduto. Ad ogni azione positiva, la sua mano correva su una penna stilografica, annotando così nuove informazioni su ognuno dei ragazzi presenti nell’arena.
Dietro di lui, due ragazzi si ergevano in piedi, analizzando come l’uomo ogni minimo particolare sull’azione di gioco dei calciatori che, come burattini non accennavano il minimo segno di stanchezza.
Un altro fischio rimbombò nello stadio, segnando così il termine della partita.
Il monitor si spense e l’uomo, ruotando la sedia girevole si ritrovò faccia a faccia con i due ragazzi sorridendogli in modo compiaciuto.
-Bene- ghignò soddisfatto. -Il momento è ormai giunto, tutti i ragazzi sono pronti ad entrare in azione- pronunciò con una voce fredda e risoluta.
Il ragazzo sulla sinistra sorrise di rimando, anch’esso visibilmente soddisfatto dei risultati ottenuti.
-Sono anni che attendo questo momento, nessuno potrà più fermarci- continuò guardando i due ragazzi con uno sguardo folle. -Insieme a voi, figli miei, il mondo conoscerà finalmente il nostro nome e quello che rappresentiamo in questa dannata società. E’ l’ora che la nostra vendetta si compia.
-Distruggeremo il calcio per te padre, distruggeremo tutto ciò che questo stupido gioco rappresenta- disse il ragazzo di prima stringendo i pugni e dilatando le narici, cercando di controllare la sua rabbia crescente.
L’uomo guardò la figura sulla destra, decisamente più minuta rispetto alla precedente e che, sempre rispetto alla prima, era stata fin dal momento della sua convocazione in silenzio e in attesa di ordini.
-Sai bene che mi fido delle tue capacità analitiche, che cosa ne pensi?- chiese alla figura che rispose immediatamente in un modo che non lasciava trapelare alcuna emozione.
-Kate e Felicia sono in grado di gestire il ruolo a loro affidato. Per quanto riguarda Henry invece… beh mi fido di lui più di qualsiasi altra persona.
L’uomo annui e con un gesto congedò l’altro ragazzo, che, stizzito, lasciò la stanza dopo un breve inchino all’uomo e dopo aver rivolto uno sguardo carico di disprezzo all’altra figura. I due erano quindi ormai soli.
-Ti è stato assegnato il compito più difficile di tutti. Sarai davvero in grado di compierlo?- chiese l’uomo spostando alcune carte sulla sua scrivania e porgendole una foto.
-Sì. Puoi contare su di me, non fallirò- rispose prendendo la fotografia e infilandola nella tasca interna del suo giubbotto di pelle.
-Bene. Conto su di te… Livia-  La figura si irrigidì e rivolse uno sguardo glaciale all’uomo senza scomporsi minimamente.
-Non ti deluderò padre…- Anche lei si congedò con un inchino, uscendo dalla stanza e dirigendosi verso un lungo corridoio. Aprì la porta della sua camera e si buttò a capofitto sul letto, chiudendo gli occhi e rimanendo immobile. Aveva così tanti pensieri nella testa che sembrava potesse scoppiare da un momento all’altro. Era davvero giusto quello che stavano per fare?
I suoi pensieri furono interrotti dal suono di una chiave che, infilandosi nella toppa della sua stanza, segnava l’arrivo di qualcuno.
Il ragazzo di prima apparve sull’uscio e con un sorriso sghembo si stese sul letto accanto a lei.
-Hai paura, sorellina?- chiese provocatorio aspettando una sua reazione stizzita che però non avvenne.
-Per niente Chase. Al contrario di te…- Non finì la frase che il fratello la spinse per terra, bloccandola sotto la sua morsa.
-Stai molto attenta a quello che dici, dolcezza. Non sono clemente come nostro padre- le urlò contro, con uno sguardo aberrante.
Livia stette immobile, attenta a non divincolarsi. Conosceva i momenti di rabbia di suo fratello e non erano affatto piacevoli.
-Dovremmo iniziare a prepararci. Manca pochissimo ormai- replicò calma.
La stretta del fratello si indebolì, fino a rialzarsi e porgere una mano alla sorella per aiutarla a rialzarsi. Ogni traccia della follia che prima si leggeva nei suoi occhi era andata completamente via e, con una mano, prese ad accarezzare la guancia di Livia.
-La mia piccola, preziosa e irritante sorellina- esclamò con una voce melliflua. -Io ti tratto così per renderti più forte, lo sai vero?
-Certo!- confermò bloccandogli la mano per allontanarla dal suo viso.
-Contiamo tutti su di te piccola. Cerca di dimostrarmi che non sei così inutile come penso- finì dandole un finto tenero bacio sulla guancia e lasciandola di nuovo sola.
La ragazza sospirò e si sedette per terra sospirando e cercando di fermare il battito incessante del suo cuore che, allo scatto di rabbia del fratello, aveva iniziato ad accelerare. Aprì la tasca interna del suo giubbotto e estrasse la foto che aveva ricevuto prima dal padre osservandola con uno sguardo vacuo.
Dei ragazzi sorridevano, mentre un ragazzo con una fascia arancione teneva un trofeo con un sorriso smagliante.
“Non so quanto è giusto. Ma devo farlo… Per mio padre, per tutti i sacrifici che ho fatto. Per tutto questo io vi distruggerò Inazuma”

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’Autrice:

Salve a tutti. Grazie se avete letto questo prologo fino in fondo e siete arrivati fino a qui. Se volete lasciare qualche recensione o opinione di questo primo approccio alla storia ve ne sono grata. Va bene qualsiasi tipo di recensione, anche negativa, per darmi un idea di quello che la gente pensa effettivamente. Al prossimo capitolo <3

  
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