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Autore: _kjam_    01/05/2016    6 recensioni
Lucy Heartfilia è una normale ragazza di diciassette anni, alta, bionda e ben formata. Una bella ragazza, insomma. Ha solo un piccolo problemino: i ragazzi.
Non riesce proprio a relazionarsi con l’altro sesso.
E quando avrà bisogno di una mano per conquistare Loki, suo amico d’infanzia di cui è stracotta, Lucy sarà costretta a chiedere aiuto al playboy dell’istituto, Natsu Dragneel, che sembra saperci fare con le questioni amorose. Anche se non lo sa nessuno.
In una scuola dove la gente è più stramba che altro, potrà nascere una complicità tra questi due, totalmente diversi?
Oppure il loro “piccolo segreto” capitolerà inesorabilmente?
*
A causa della sua “bellezza” e della sua “galanteria” era bramato da qualunque essere (vivente e non) presente in quei pochi metri quadrati. Per questo appariva insopportabile agli occhi di Lucy. Se avesse chiesto aiuto a uno come lui… Oh, non voleva neanche immaginare… L’avrebbe presa per il culo, o peggio, avrebbe raccontato tutto in giro…
[…]
«Stai scherzando, vero?» disse la bionda, inclinando le labbra in una smorfia. Cana scosse la testa.
«Almeno provaci…»
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Lezioni di flirt (Prologo) ~ I need help…



«Quello me lo chiami fare l’occhiolino ad un ragazzo?! Oh dolcezza, hai proprio bisogno di aiuto!»
«Grazie Cana!»
«Dico solo la verità. E poi lo sai meglio di me quanto sei sfigata in queste cose. Ti serve un consiglio…»
«Lascia stare, ci hai già provato. Non ricordi?»
«Ma non sto parlando di me, cara»

Lucy la guardò con la coda dell’occhio, notando quel suo solito sorrisetto pieno di malizia e aspettative. D’altro canto era vero. Lei non era fatta per quel genere di cose… Non lo era mai stata… 
Lucy Heartfilia era una normale ragazza di diciassette anni, alta, bionda e ben formata. Una bella ragazza, insomma. Aveva solo un piccolo problemino…
I ragazzi…
Sì, il relazionarsi con l’altro sesso la mandava in asfissia. Il punto era che nessuno le aveva insegnato a… come dire… flirtare, ecco. Era sempre rimasta sotto una campana di vetro, intraprendeva una seria conversazione solo con la sua badante, che, per la cronaca, era una donna. Non aveva paura degli uomini, per carità, se li vedeva non si nascondeva mica in un cassonetto. Non la spaventava neanche il doverci parlare, okay, aveva qualche difficoltà, ma per questo si poteva anche rimediare. Il problema affiorava quando doveva fare colpo su qualcuno. Ecco, in quei momenti c’era spazio per farsela sotto e scappare via correndo. Era ovvio che non le servivano consigli, se non aveva una cotta per qualcuno. Ma lei aveva una cotta per qualcuno.
Si chiamava Loki. Era un suo amico d’infanzia, ma col tempo si erano allontanati, perdendo i contatti. E questo perché? 
Perché Lucy, il giorno stesso in cui aveva deciso di dichiararsi, aveva versato accidentalmente il caffè del bar sulla camicia del ragazzo. Quest’ultimo, visibilmente imbarazzato, le aveva detto di non preoccuparsi e di aspettare al tavolo, mentre lui si sistemava in bagno. Scelta che non fu affatto seguita. Lei, convinta di non si sa cosa, (forse in quel momento c’erano scimmie nel suo cervellino) aveva deciso arbitrariamente di seguirlo. In bagno. Nel bagno degli uomini. Già. Beh, credo possiate immaginare come siano andate le cose. Lei apre la porta del bagno e, al contrario di come aveva previsto, invece di trovarsi solo “l’amico”, si era ritrovata davanti un’intera schiera di esseri umani di genere maschile. Tutti con pantaloni e boxer calati. Qualcuno aveva addirittura cacciato qualche urlo poco virile, sovrastato, però, dalle grida della bionda che, con uno scatto aveva richiuso velocemente la porta. Ma, troppo concentrata su quel che aveva appena visto, non si era accorta del famoso cartello “ATTENZIONE. PAVIMENTO BAGNATO”, che a quanto pare provoca più incidenti dello stesso pavimento bagnato. Strano, no? Comunque… Lucy quindi non lo nota, e si becca un colpo di plastica (gialla per la precisione) direttamente sul ventre, facendola piegare in due. Ricordiamoci però che quel cartello ha comunque una funzione. Di fatti, la ragazza scivola e cade rovinosamente a terra, trascinando un (povero) cameriere che passava lì con un piatto di pasta in mano. Che si riversa sulla testa di Lucy. 
Oh poveretta, penserete. No, aspettate! Ancora non sapete della parte più bella! Loki aveva assistito a tutta la scena e se la stava ridendo dietro le quinte (senza aiutarla, ovviamente). Che gran uomo! Capirete bene che, dopo quell’incidente, Lucy non si era più fatta vedere dal rosso. Ed era il motivo principale per cui, in quel momento, stava parlando con Cana di consigli su questo campo. Era determinata a conquistarlo, ma la paura di ripetere quel fatto (ovvero di versare accidentalmente del caffè bollente sul ragazzo che le piace, di rivedere i genitali degli ultra-ottantenni a lei sconosciuti, di fare un’altra guerra con un cartello giallo, di scivolare su un pavimento dall’igiene impeccabile e di beccarsi della buona pasta al sugo come shampoo) era sana nella sua mente. Aveva chiesto aiuto a molti, finendo sempre per combinare disastri. Era davvero una frana, ma che ci poteva fare? Non poteva rimanere zitella per tutta la vita, non credete?
«E allora di chi stai parlando?» chiese Lucy, presa improvvisamente dalla curiosità su quale ragazza avrebbe dovuto sopportarla con le sue lagne. Cana sembrò aver letto i suoi pensieri, perché sorrise dolcemente e le prese la mano. 
«Lucy, non sarà facile, sappilo. È molto testardo e pretende tanto dalle sue… ehm …“allieve”. Non si arrabbia facilmente, ma non credo che qualcuno gli abbia mai chiesto tanto…» disse lei parlando con un tono tanto gentile quanto smielato. Ma alla bionda questo non interessava… Perché Cana stava parlando al maschile?!
«Cana… è una ragazza, giusto…?»
«Eh… Era un punto che non volevo toccare…Pensavo che avessi capito che… Beh sì, è un ragazzo…»
«Cosa?!» urlò la bionda, ponendo fine al loro contatto e lasciando la bruna con la mano a penzoloni. Fortuna che nessuno all’interno dell’aula le aveva sentite, a parte qualche universitario poco interessato alla lezione di astro-fisica e troppo interessato ai fatti altrui. «Oh avanti! Non è un dramma! Non ti molesta, tranquilla!» continuò l’altra, cercando un barlume di speranza.
«Non è questo Cana, lo sai! Sono il mio problema principale ed io dovrei farmi aiutare da uno di loro?!»
«Dannazione! Non dovevo dirtelo! Ascolta, ha aiutato anche me, che tu ci creda o no. Secondo te come faccio a sapere tutte queste cose?»
Lucy rimase interdetta per qualche minuto, per poi formulare una sola idea nella sua testa. Se Cana conosceva un uomo tanto bene, potevano esserci solo due motivi…
«Ti prego, dimmi che è gay» disse, creando un orrendo sorriso tirato.
«Veramente è più etero di me»
Cazzo. I gay non le facevano tanta paura, assomigliavano più alle donne, quindi…
C’era solo un’altra opzione…
«Te lo sei portata a letto, vero?»
«Non ci sai fare con i ragazzi ma queste cose le capisci al volo! Diamine, come fai?» rise la bruna, quasi come se si fosse liberata di un peso. 
Doppio cazzo. Perfetto. Se Cana aveva fatto cose sconce con un tizio, voleva dire che era paragonabile contemporaneamente a un dio greco (per quanto riguarda l’aspetto) e a una capra in calore (per quanto riguarda l’intelligenza). Un donnaiolo in poche parole. Bene, ora poteva morire felice! 
«Chi è Cana?» chiese la bionda, assottigliando lo sguardo e fissando seria l’amica. Il sorriso di quest’ultima, sempre presente, era tramutato da uno veritiero a uno finto. Lucy capì subito che c’era qualcosa che non andava, così ripropose la domanda.
«Cana, dimmi chi diavolo è…»
Beh, non proprio riproporre…
Cana, spazientita, sbuffò pesantemente, aprendo però bocca per parlare. Proprio in quel momento la lezione ebbe termine, facendole distrarre dalla discussione. L’aula si svuotò velocemente, costringendole ad alzarsi e a congedarsi col professore (che, stizzito, le aveva salutate con un grugnito e un cenno della mano). Il corridoio del college pullulava di studenti, alcuni conoscenti, altri mai visti prima.  «Ehi guarda! Ci sono Yukino e Sting davanti alla biblioteca!» sbottò Cana, tutta felice mentre si sbracciava per attirare la loro attenzione. Lucy, nonostante fosse molto amica sia dell’albina che del suo fidanzato, constatò che quello non era decisamente il momento adatto per parlarci. Prese di gran fretta il braccio della bruna, trascinandola con forza nella direzione opposta. La sentì protestare, ma lei aveva cose più importanti di cui occuparsi. Quando la ebbe a pochi centimetri dal viso, ripeté quella fatidica domanda che la stava letteralmente tormentando. 
«Cana, mi vuoi dire chi è il tipo che dovrebbe darmi consigli sì o no?!» 
Se dice di no l’ammazzo!
«Uff, speravo te ne fossi dimenticata…» rispose, scostando un ciuffo di capelli castano scuro dietro l’orecchio. Si guardò intorno, come per cercare qualcosa, finché il suo sguardo si posò su un gruppetto della squadra di basket della scuola. Era formata da sole tre ragazze, mentre il resto comprendeva ragazzi altissimi e magri come stuzzicadenti. 
«Lo vedi quello al centro, con la felpa rossa e nera? Ecco lui è il mio “ex-maestro”, quello che dovrebbe aiutarti» disse, puntando il dito sulla massa di persone. 
«Quello che ti sei portata a letto?»
«Ehm… Possiamo non parlarne più, per favore? Comunque sì è lui…»
Lucy si concentrò sul punto che indicava, mettendosi in punta di piedi per avere una visuale migliore. Sgranò gli occhi appena mise a fuoco l’immagine. «No... » disse solo, leggermente sorpresa e spaventata. «Sapevo che avresti avuto questa reazione…» affermò Cana, corrugando la fronte e sospirando in attesa di un urlo da parte della bionda. 
«Non puoi dirmi che è lui quello che dovrebbe aiutarmi! È un tale idiota!» gridò infatti, muovendo convulsivamente le braccia. 
«Questo lo so, ma non deve essere per forza uno scansafatiche senza cervello, solo perché è il capitano della squadra!»
Dice così solo perché ci ha fatto sesso!
Ma Lucy si era ormai distratta, troppo intenta a incenerire con lo sguardo il suo futuro mentore. Era un bel ragazzo, questo era un merito da attribuirgli. Aveva corti capelli rosa che ricadevano a ciuffi sulla fronte, occhi verde petrolio ed una bizzarra sciarpa bianca. S’intravedevano, fra le sue pieghe, i segni di un tatuaggio rosso, difficile però da interpretare perché oscurato dalla maglia. Stava scherzando animatamente coi compagni, aveva un sorriso molto ampio. Da non notare, però, le miliardi di ragazze, (comprese quelle del suo stesso team) appostate intorno a lui, che si stavano sciogliendo sotto i suoi piedi. A causa della sua “bellezza” e della sua “galanteria” era bramato da qualunque essere (vivente e non) presente in quei pochi metri quadrati. Per questo appariva insopportabile agli occhi di Lucy. Se avesse chiesto aiuto a uno come lui… Oh, non voleva neanche immaginare… L’avrebbe presa per il culo, o peggio, avrebbe raccontato tutto in giro… L’unica che sapeva di quella storia era Cana (a Loki aveva inventato la scusa di avere la febbre il giorno dell’incidente, perciò non riusciva a ragionare bene. Che genio!) e non si fidava pienamente neanche di lei, soprattutto quando era ubriaca. Quindi, come poteva essere sicura che lui fosse in grado di mantenere il segreto? Come poteva sapere se era davvero così bravo a insegnare quel genere di cose? No, non uno come lui… Lucy si girò nuovamente verso Cana, che la fissava altrettanto seriamente.
«Stai scherzando, vero?» disse la bionda, inclinando le labbra in una smorfia. Cana scosse la testa. 
«Almeno provaci…»
Lucy la guardò ancora, cercando in quegli occhi rassicuranti un po’ di comprensione. 
«Lucy, fidati di me... » 
Ah! Sembra facile!
«Lui ti aiuterà. E se si rifiuta, mandalo da me. Gli darò testate fino a che la testa non gli diventa un melone!»
Oppure, conoscendola, lo coinvolgerà semplicemente in una notte focosa. Oh beh, almeno non ci saranno feriti!
La bionda, comunque, non poté far altro che ridere a quell’affermazione, Cana ci sarebbe stata sempre per lei. 
«D’accordo, d’accordo, ci proverò… Magari domani, dopo lettere…» disse, coprendosi la fronte, nella speranza di avere almeno qualche linea di febbre per saltare le lezioni dell’indomani. Niente, era addirittura più fredda di quel che si aspettava. Forse stava morendo. 
Meglio!
«Spero che glielo chiederai veramente, altrimenti le testate spetteranno anche a te!» rise ancora la bruna. 
«Sì sì, tranquilla»
Certo, come no! Io invece spero di essere presa di petto da un camion!
Si diressero verso la sala mensa, era ora di pranzo e non se n’erano neanche accorte. Fu in quel momento che a Lucy venne in mente un qualcosa, qualcosa che doveva assolutamente chiedere a Cana…
«Aspetta… Ma almeno è bravo a letto?»
«Lucy!»
«Okay, okay, sto scherzando!»







Angolo del Pand__Icorn:
Salve a tutti! O ehilà! O ciao! Come vi va di più, insomma... :D
Mi sono intrufolata in questo fandom da pochissimo (ma davvero poco), nonostante conoscessi EFP da tanto (ma davvero tanto).
Questa è la mia prima storia in assoluto, e non vi nascondo che sono un po' emozionata...
*caccia via una lacrima col pollice*
...
No, non è vero...
Eppure mi ero ripromessa di sembrare una persona normale almeno qui.
Vabbè, fa lo stesso! :')
Comunque, sono davvero contenta di aver pubblicato il primo capitolo (che in realtà è il prologo) della mia primissima storia!
Spero che vi piaccia almeno un po'! :D
Anche pochissimo, ah! :D
Se vi fa schifo, potete lasciarmi anche una lunga recensione negativa, le critiche sono ben accette!
E alle volte mi divertono.
Forse questo non lo dovevo dire.
Tralasciando, fatemi sapere se ci sono errori grammaticali o se per voi i personaggi sono troppo OOC, in modo che possa mettere l'avvertimento.
(ho un'immensa paura che non si capisca un cappero della mia idea...)
Detto questo, mi dileguo! <3

Ecco, mi stavo dimenticando di dire una cosa importante.
Ci rivedremo molto presto, o almeno credo.
Per sfortuna non sono una persona costante, perciò potrà capitare, in futuro, che non pubblichi per mesi interi.
Perdonatemi in anticipo. 
Mi dileguo nuovamente<3



   
 
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