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Autore: Nene_92    06/05/2016    14 recensioni
[Interattiva - conclusa]
La Seconda Guerra Magica è finita da anni e la pace prospera sia nel mondo magico che in quello babbano. Ma una nuova minaccia si prospetta all'orizzonte: creature oscure si stanno muovendo nell'ombra, creature che il mondo magico ha sempre ignorato, anzi, dimenticato. 
Ad occuparsene è sempre stata una famiglia sola: i Grimm, discendenti di Jacob e Wilhelm, i famosi fratelli delle fiabe horror babbane, in realtà appartenenti ad una delle famiglie purosangue più antiche del mondo magico. Una famiglia di cacciatori.
Ma forse anche loro se ne sono scordati...
(per i fan di Grimm: Nick Burkhardt e co iniziano ad apparire dal capitolo 10 bis - Luna Piena --> gli episodi narrati terranno conto di ciò che è successo fino alla quarta stagione, poi si discosteranno dalla serie. In ogni caso, se ci dovessero essere possibili SPOILER avviserò capitolo per capitolo. ;) )
[ la storia fa parte della serie "Grimm" ]
Genere: Avventura, Dark, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altro personaggio, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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19 - Capodanno

AVVISO: questo capitolo, trattandosi di una festa di Capodanno, contiene una buona parte delle scene dove i protagonisti agiscono sotto gli effetti dell'alcool. Non è ovviamente mia intenzione inneggiare all'uso smoderato di alcolici o altro, ho solo voluto descrivere una situazione verosimile, in un contesto in cui i protagonisti hanno comunque un'età compresa tra i 16 e i 17 anni (che corrisponde alla maggiore età, nel mondo dei maghi).
Il capitolo è comunque tranquillo, ma ci tenevo a precisare nel caso in cui qualcuno fosse molto sensibile a certe tematiche (la storia ha pur sempre un rating arancione).

Ps: vi ricordo che l'incantesimo è ancora attivo su tutta Londra, quindi anche a mezzanotte la città è illuminata come se fosse pieno giorno

Detto ciò, buona lettura! ;)
- Capodanno a Villa Black - 



L'enorme villa che si stagliava sulla collina emergeva in tutta la sua bellezza e maestosità.
Nessuno dimorava più lì da tempo, ma nonostante ciò ogni singolo angolo, ogni minimo particolare, era perfettamente curato. Esattamente come se migliaia di persone ogni giorno se ne prendessero cura. Oppure come per magia.
Eppure, nessuno abitava più lì da anni.
Gli ultimi proprietari, Cepheus e Ara Black, erano morti quasi cinquant'anni prima, senza lasciare figli e senza lasciare un testamento scritto. Scatenando così una forte diatriba familiare.
Non si capiva più se la villa dovesse passare al fratello di Cepheus, che aveva sposato la cugina di Ara, oppure alla nipote di Ara, che aveva sposato il cugino di Cepheus. O forse era stata la sorella di Ara a sposare il nipote di Cepheus?
Alla lite si aggiunsero successivamente molte altre famiglie, tutte in qualche modo imparentate tra loro. Complicando solo la situazione.
Molte delle pretese vennero successivamente cancellate dalla Seconda Guerra Magica, che spazzò via buona parte di quelle famiglie. 
Erano rimaste così solo in pochi a poterne rivendicare la proprietà.
I Freeman, che però si erano nel frattempo trasferiti in Francia, rinunciando così ad ogni diritto. I Black - Grimm, che però non erano affatto interessati alla cosa. I Richardson, che erano però troppo occupati a cercare la figlia fuggiasca in Italia. E i Malfoy.
Narcissa Black, che nel frattempo era diventata nonna, si era perciò accordata con Augustus.

La casa non sarebbe appartenuta a nessuno di loro.


Tutti quelli imparentati con i proprietari originari però, si sarebbero impegnati a mantenerla integra ed intatta, sempre pronta all'uso. Sarebbero stati i loro nipoti ad usare la casa a turno, condividendola. E in futuro, quando sarebbero stati abbastanza grandi per scegliere da soli, si sarebbero anche potuti accordare in maniera diversa. 

Chissà quante feste avrebbero potuto organizzarci, lì dentro.

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28 Dicembre 2020, Villa Black, Dependance

Page aprì uno scatolone, iniziando ad estrarre un po' di cose contenute al suo interno. Con un colpo di bacchetta, le mise in ordine per la stanza. "Sei proprio sicuro Micah, di volerti trasferire qui?" Chiese al ragazzo dietro di lei, che con un incantesimo di levitazione era mezzo metro sollevato da terra, intento a disporre diverse mensole alle pareti.
"Assolutamente sì." Le rispose il Corvonero di ottimo umore.

La dependance di Villa Black era diventata ufficialmente casa Price. La sua casa.

Quella mattina, il magiavvocato che lo seguiva lo aveva contattato.
Micah, in un primo momento, aveva pensato che lo avesse fatto per dargli notizie di suo nonno.
Invece l'uomo gli aveva consegnato un contratto magico vincolante, sottoscritto dai gemelli Freeman, dai gemelli Suarez, da Eleonore e Hansel e da Draco Malfoy in quanto rappresentante legale per il figlio Scorpius, che era ancora minorenne. Tutto per donargli e renderlo unico proprietario di Villa Black.
"Accetto ad una sola condizione." Aveva detto lui, profondamente commosso. "Non voglio la villa. Mi basta la dependance."
Francisco, con un sorriso che gli andava da un orecchio all'altro, gli aveva battuto una pacca sulla spalla. "Te ne aggiungo un'altra allora, di condizione. Voglio in mano la gestione totale per la festa che organizzeremo alla Villa per Capodanno!" Esclamò, facendo comparire espressioni preoccupate sui volti di tutti i presenti.
Feste e Francisco Suarez. Un binomio che non andava mai a buon fine!

"Non mi serviva la villa." Spiegò il ragazzo alla fidanzata. "Già questa è grande tre volte una casa normale. Non saprei proprio come gestirla Villa Black!" Esclamò. "E poi dove si terrebbero tutte le feste, se ci trasferissimo lì?" Chiese sovrappensiero, senza rendersi conto esattamente di ciò che stava dicendo. Aveva appena parlato al plurale.
Page bloccò l'azione che stava svolgendo a metà, quando capì cosa Micah si era appena lasciato scappare.
Lo fissò con occhi sgranati, mentre il suo respiro accelerava e il cuore le batteva forte.
"Trasferissimo?" Chiese con un filo di voce.
Il ragazzo deglutì mentre si malediva mentalmente. Come diamine aveva fatto a farsi scappare una cosa simile?
Solo che avere Page lì intorno, mentre sistemava le cose in quella casa, gli sembrava una cosa così giusta e semplice. Così naturale. La voleva avere intorno sempre.
"Cioè... se mi trasferissi qui... e tu venissi a trovarmi... e poi magari, in futuro, volessi venire sempre più spesso... e..." Farneticò per un po', sempre più teso e sempre più rosso.
Dove diamine era tutta la sua intelligenza Corvonero quando ne aveva bisogno?

La ragazza non lo lasciò finire. Ridendo, gli si buttò tra le braccia, trascinandolo per terra.
Poco dopo, mentre i primi vestiti atterravano sul pavimento, Micah pensò che non c'era proprio modo migliore per chiudere l'anno. E per inaugurare una nuova casa.

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31 Dicembre 2020, Villa Black

Caos riempì velocemente una decina di bicchieri con un mix di alcolici di provenienza sia babbana che magica e li lanciò sul bancone adibito alla zona bar. Almeno due volarono a terra, perchè i proprietari erano troppo ubriachi per riuscire a prenderli al volo, ma la maggioranza di loro arrivarono integri a destinazione.

Suo fratello Enea aveva un bar e il Tassorosso ci aveva passato le estati ad aiutarlo, quando si trovava ancora in Italia. Per questo motivo, quando aveva saputo della festa di Capodanno, si era subito proposto di dare una mano lì.
Stava preparando l'ennesimo cocktail, quando una voce lo interruppe.
"Ehy! Hai un secondo?" Virginia quasi urlò, per farsi sentire e per sovrastare la musica che risuonava nell'ambiente a tutto volume. Già Caos era perso di suo, figurarsi con tutto quel caos attorno. E sembrava davvero concentrato, mentre elaborava quei cocktail.
Miracolosamente, il ragazzo alzò subito lo sguardo verso di lei. "Ciao Gin!" La salutò allegramente, lasciando perdere il bicchiere che aveva in mano. "Arrangiatevi un po', voialtri!" Esclamò all'indirizzo di alcuni ragazzi che avevano aperto bocca per protestare. "Andiamo." Commentò afferrandola delicatamente per un braccio e trascinandola in un angolo appena più appartato. "Sono tutt'orecchi!" Esclamò allegramente, rivolgendole un ampio sorriso.
"Volevo solo ringraziarti." Iniziò lei. "Non avevo ancora avuto il tempo di farlo, ma se non ci fossi stato tu, al Ministero, probabilmente non sarei qui, adesso. Avrei fatto la fine di Robin... o addirittura di Diamante." Concluse tristemente.
Un'ombra passò anche sul volto del ragazzo, mentre ripensava a sua volta a ciò che era accaduto. Robin era morta. E Diamante era ricoverata al San Mungo in coma - forse in modo perenne. Non erano sue amiche - era lì da troppo poco tempo per essersi davvero affezionato a qualcuno - ma era impossibile rimanere impassibili di fronte ad episodi del genere.
Si accorse però incredibilmente che - se la stessa cosa fosse accaduta a Virginia - lui ci sarebbe rimasto ancora più male. Era così bella - e piena di vita - in quel momento, lì davanti a lui.
"Figurati." Riuscì solo a sussurrare fissandola.
Forse fu l'alchool ad agire al suo posto - ne aveva bevuto parecchio, mentre creava i cocktails per gli altri. Un attimo prima le stava rispondendo e un attimo dopo l'aveva attirata a sè per baciarla.

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Anastasia, con un sospiro, chiuse la porta dell'enorme villa dietro di sè. Forse non era una buona idea, per lei, girare da sola - poteva essere soggetta ad una visione da un momento all'altro - ma non sarebbe riuscita a rimanere lì dentro un secondo di più.

Non era neanche mezzanotte ed erano già tutti ubriachi. Come facevano a festeggiare con tutto quello che era successo solo pochi giorni prima?


Sapeva che molti vedevano in quella festa solo uno sfogo, un modo per non pensarci. Ma lei non riusciva proprio a pensarla allo stesso modo.
Joseph era morto.
E non solo lui. E lei non riusciva a smettere di tormentarsi per questo.
Stava camminando lentamente, in quella notte rischiarata completamente a giorno, quando udì delle voci a lei note provenire da un punto preciso del cortile. Automaticamente, i suoi piedi si diressero in quella direzione.
E fu così che trovò Michael e Fabian seduti sull'erba a gambe incrociate, con un'espressione in viso non molto dissimile dalla sua.
I due Tassorosso si girarono contemporaneamente verso di lei, al rumore dei suoi passi. E Fabian, con un cenno della mano, la invitò a sedersi accanto a loro. "Vieni Ani, accomodati."
"Anche tu non hai molta voglia di festeggiare vero?" Le chiese Michael in tono lugubre.
"Come state?" Trovò la forza di chiedere loro Anastasia. Domanda vuota per risposte ancora più vuote. Già lo sapeva come stavano. Ma non voleva che li circondasse solo il silenzio.
"Oh, io me la sono cavata con poco." Proferì il ragazzo "Una pozione rimpolpasangue ed ero di nuovo in piedi. Ma Diamante..." Sussurrò mentre la sua voce si spegneva.
Fabian neanche trovò la forza di risponderle. Era a casa sua, dove aveva proposto di passare tutti insieme Natale, che si era consumata la tragedia. Non poteva far altro che sentirsi profondamente in colpa.
La Corvonero sembrò leggergli nel pensiero. "Non è colpa tua Fabian, ma mia... se lo avessi ascoltato... se non fossi corsa al piano di sopra... se..." Ma non riuscì a finire. 'Se non mi avesse seguito adesso sarei io sottoterra al suo posto' Pensò soltanto scoppiando in lacrime.
Percepì delle braccia stringerla e la voce di Fabian sussurrarle all'orecchio parole vuote. Che non era neanche colpa sua. E prometterle che tutto sarebbe andato bene, che tutto si sarebbe sistemato.

"A cosa serve essere una hexenbiest se non so neanche prevedere le morti delle persone che amo?" Ululò in preda ai singhiozzi.

Michael estrasse una fiaschetta e la passò ad entrambi.
Senza neanche chiedere cosa contenesse, Anastasia ne trangugiò una lunga sorsata. Un gusto amaro le riempì la bocca, mentre la allungava senza fiatare a Fabian. Vide il ragazzo compiere lo stesso gesto e poi ripassarla a Michael, che la alzò in aria verso di loro, come per fare un brindisi.
"Alla nostra. Lasciamoci alle spalle questo anno orribile."

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Milly e Alex stavano ballando abbracciati in mezzo alla pista, immersi in una bolla tutta loro.
La Grifondoro si sentiva la testa leggera mentre volteggiava tra le braccia del ragazzo. Non aveva idea di quanto avesse bevuto fino a quel momento - ogni volta che si trovava in mano un bicchiere, lo trangugiava senza pensare -  e i suoi pensieri iniziavano ad essere sempre più confusi.
Senza pensare a ciò che stava facendo, si allungò per baciare il Tassorosso, che la strinse ancora più forte.
Percepì le mani del ragazzo iniziare a scenderle lungo la schiena, in maniera sempre più audace e non fece assolutamente nulla per fermarlo.
Ad interromperli, ci pensò la voce di Brian Hunt, che si sollevò all'improvviso in mezzo alla sala. "RAGAZZI! MANCA SOLTANTO UN MINUTO ALLA MEZZANOTTE!" Esclamò dopo aver applicato un incantesimo di sonorizzazione alla sua gola, esattamente come aveva fatto alla partita di Quidditch.

"Credo che qualcuno farà partire dei fuochi d'artificio dal cortile." Sentì la voce del ragazzo sussurrarle all'orecchio. "Andiamo a dare un'occhiata?"
La ragazza annuì felice, mentre un coro festante e urlante intorno a loro iniziava il count-down.

"DIECI! NOVE! OTTO!..."

Milly e Alex arrivarono in cortile appena in tempo, trascinati in parte anche da tutti gli altri.

"TRE! DUE! UNO!"

Nonostante fosse pieno giorno, i fuochi d'artificio dei Tiri Vispi Weasley vennero comunque attivati, creando uno spettacolo di luci molto particolare.

"BUON ANNOOOO!!!"

Il Tassorosso la attirò di nuovo verso di sè, riprendendo esattamente da dove erano stai interrotti.
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Lex si smaterializzò nel cortile della villa pochi minuti dopo la mezzanotte.
Era rimasta con il branco fino a poco prima, ma voleva tornare anche a Londra per capire cosa stesse effettivamente succedendo.
Senza contare che l'1 gennaio - quindi quel giorno stesso - era anche il compleanno di Eleonore. Perciò voleva farle una sorpresa. Ma la sorpresa la ebbe lei, vedendo che era pieno giorno.
"Ma che Merlino...?" Esclamò esterrefatta guardando verso l'alto. Quando aveva lasciato Chris - solo pochi minuti prima - era notte fonda!
"Lex!" La chiamò una voce sorpresa dietro di lei. "Credevo di rivederti direttamente a scuola!" Esclamò Brian Hunt, comparendo nella sua visuale con una ragazza bionda tra le mani. Caroline.
"Sono tornata in anticipo..." Iniziò a spiegare la Serpeverde. "Volevo fare una sorpresa ad Elly... ma a quanto pare la sorpresa l'ho avuta io!" Esclamò, indicando il sole che si ergeva sulle loro teste. "Tu me lo sai spiegare cosa cavolo sta succedendo?" Chiese facendo sgranare gli occhi al Corvonero.
"Come sarebbe a dire che non lo sai? La notizia ha fatto il giro del mondo! Anche i babbani lo sanno!" Commentò incredulo.
"I licantropi non vivono in mezzo alla civiltà, ma nel bosco. E sono rimasta isolata da tutto e tutti in questi giorni." Spiegò lei. "Quindi pensi di fare il pesce lesso oppure mi puoi aggiornare?"
"Ehm... ok."

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Daniel guardò Eleonore, in parte preoccupato e in parte divertito.
Erano entrambi al settimo bicchiere di whisky incendiario, solo che lui, a differenza della Corvonero, l'alchool lo sapeva reggere. La ragazza invece, aveva iniziato a mostrare i primi segni di cedimento al terzo.
Al quarto si era issata su un tavolo, in mezzo ad altri studenti, iniziando a ballare.
Gli altri li aveva consumati direttamente lì sopra. Da come ondeggiava sui tacchi, il Tassorosso si stava chiedendo come avesse effettivamente fatto a bere tutto il contenuto del bicchiere, senza rovesciarne neanche una goccia.
Anche da ubriaca riusciva a mantenere una propria dignità.

"Londra è ancora circondata dall'incantesimo di protezione, quindi non avremo problemi di Dempiries stasera." Gli aveva detto qualche ora prima, prima di baciarlo. "Perciò voglio pensare soltanto a divertirmi." Aveva poi concluso quando si erano staccati.

Dignità che andò a puttane quando un'altra ragazza, ubriaca più di lei, le cascò addosso, trascinandola inevitabilmente con sè. Sarebbe atterrata sul pavimento se Daniel non l'avesse afferrata al volo. "Presa!"
"Il mio principe azzurro!" Sbiascicò prima di circondandogli il collo con le braccia e baciarlo.
"Se proprio vuoi ballare Elly, quantomeno fallo a terra, con me." La invitò lui guidandola verso la pista. "Almeno potrò afferrarti al volo, se de..." Ma il Tassorosso venne interrotto a metà dalla Caposcuola, che si girò per baciarlo di nuovo. Azione alla quale il ragazzo rispose subito con entusiasmo. La attirò di più verso di sè, facendo scorrere le mani sulla sua schiena, coperta solo da una canottiera leggera - si era già tolta gran parte del vestiario nel corso della serata: più beveva più sentiva caldo. Le loro lingue iniziarono a giocare, mentre entrambi approfondivano il bacio.

Furono interrotti da un fischio proveniente dalle loro spalle. Era Francisco che con un bicchiere di tequila
in mano - le feste organizzate  da lui avevano sempre una dose abbondante di alcolici sia magici che babbani - e Federica nell'altra commentò divertito "Ehy! Prendete una stanza voi due!"
Eleonore, scocciata per essere stata interrotta, gli sottrasse velocemente il bicchiere, con l'intenzione di trangugiarlo.
"Elly! E' mio quello!" Protestò il Grifondoro, cercando di riprenderselo, mentre la Serpeverde al suo fianco rideva per la scenetta.
"No, tu hai bevuto abbastanza per stasera." Fu il commento di Daniel, prima di appropriarsi del bicchiere a sua volta e buttare giù tutto il contenuto in un solo sorso - sghignazzando di fronte alle facce sconvolte di tutti e tre.
"Maddaaaiiii!" Disapprovò la Corvonero.
"Non puoi bere ancora... sei già caduta dal tavolo!" La prese in giro, circondandole la vita col braccio e riattirandola verso di sè. Aveva già dimenticato che Francisco e Federica si trovavano a pochissima distanza da loro. "Però l'idea della stanza non è male..." Le sussurrò all'orecchio con tono malizioso prima di depositarle una scia di baci sul collo, sentendola rabbrividire.
La Serpeverde tappò con la mano la bocca del suo ragazzo, che stava per interromperli di nuovo, poi lo trascinò via. "Quando ti ci metti sei davvero un rompiballe!"
"Quella è la mia migliore amica!" Protestò il Grifondoro. "Mia sorella, mia..."
"Sì certo... e Daniel è l'orco cattivo che approfitta del fatto che è ubriaca!" Lo apostrofò lei interrompendolo e prendendolo in giro. "Stanno insieme da due anni!"
"Ma lo so! Altrimenti perchè gli avrei detto di prendersi una camera? Chiunque altro avrebbe ricevuto un pugno sul naso." Borbottò il ragazzo, aggiungendo qualcosa sulle fidanzate insensibili.
Federica, capendo che non c'era altro modo per farlo desistere, lo attirò verso di sè per baciarlo. 
 
"Guarda che non sono ubria..." Iniziò a protestare Eleonore qualche metro più in là, prima di essere interrotta da un altro bacio di Daniel. "... però l'idea di Francisco piace anche a me." Commentò con un sospiro quando si staccarono. "Andiamo." Decise quindi prendendolo per mano e iniziando a guidarlo tra la folla, ondeggiando leggermente.
Daniel non si fece di certo pregare. Le cinse la vita con un braccio, sostenendola, per essere sicuro che non cadesse camminando.
La ragazza poteva negarlo fino alla morte, ma era davvero ubriaca. 

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Raphael, con la mente completamente annebbiata dall'alchool, attirò ancora di più la ragazza bionda verso di lui.
Le fece scorrere una mano lungo la spina dorsale, mentre affondava l'altra tra i suoi capelli lunghi e mossi.
Intanto continuava a baciarla in maniera sempre più appassionata mentre lei gli circondava le braccia attorno al collo.
Stava per proporle di andare a rintanarsi in un luogo più appartato, quando si sentì trascinato via da delle mani. E si beccò anche un pugno in pieno volto.
Mentre cercava di capire cosa diavolo stesse succedendo, da un luogo lontano - forse un altro mondo - sentì la voce del gemello Michelangelo "Che cazzo stai facendo?", mentre il volto infuriato di Francisco faceva la sua comparsa prima di assestargli un altro pugno.
"Dovresti chiederlo a lui che cazzo sta facendo Mic! Non a me!" Urlò arrabbiato il Serpeverde. "Capisco che sia sua sorella..." Pronunciò con voce impastata "Ma non può avere un attacco di gelosia così spropositato!" Concluse portandosi una mano alla guancia dolorante.
Peccato che suo fratello non la pensasse allo stesso modo. Lo prese per le braccia, dandogli una energica scrollata. "Sei talmente ubriaco che non riesci neanche a distinguere la tua ragazza da una perfetta sconosciuta!" Esclamò.

Raphael sentì il mondo crollargli addosso.

Non voleva credere alle parole del gemello.

Lentamente, si girò verso la ragazza che fino a pochi secondi prima aveva baciato con passione, fissandola sconvolto. Non assomigliava neanche lontanamente a Gabriela.

Come diavolo aveva fatto a confonderle? Era tutto così confuso...

Mentre si rigirava, vide la vera Gabriela Suarez fissarlo con gli occhi appannati di lacrime, prima di scappare via.
Provò a rincorrerla, ci provò davvero. Ma non aveva la minima idea di dove fosse andata.
Arrivato in cortile, sentì le forze abbandonarlo di punto in bianco.
Lottando contro le lacrime che minacciavano di uscire, crollò in ginocchio e vomitò anche l'anima.

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Mattina 1 Gennaio 2021
, Villa Black


Daniel - mezzo rincoglionito e con un forte mal di testa - aprì un occhio e si guardò attorno.
Dov'era finito?
Allungò un braccio sul materasso, alla ricerca di Eleonore, ma quella parte del letto era vuota.
Si tirò così su di scatto per cercare di capire almeno in quale parte della villa si trovasse. A quanto pareva, erano finiti nella Sala dell'Albero. Chiamata così perchè attaccato al muro era presente l'albero genealogico della famiglia Black.
E proprio lì davanti si trovava la ragazza, avvolta in una coperta che usava come mantello, con una tazza in mano, mentre scrutava l'enorme arazzo.
"Spero che quello sia caffè." Esclamò il Tassorosso raggiungendola.
"Ovviamente." Gli rispose lei allungandogli la tazza. "Si riempie automaticamente, quindi serviti pure."
Daniel ne bevve una lunga sorsata prima di circondarle il busto con un braccio, girarla verso di sè e darle il suo personale buongiorno. Cosa ci poteva essere di meglio contro il mal di testa? "Buon compleanno amore!"

"Cosa c'è di tanto interessante in quel vecchio arazzo?" Le chiese dopo un po'.
"Il fatto che segnala che siamo imparentati, in qualche modo." Rispose lei, mentre con un dito percorreva la linea che legava Lyra Black, la nonna paterna di Daniel, a suo nonno Augustus.
"Se è per questo, anche la mia bisnonna materna Cassandra era una Black." Aggiunse lui, indicando un altro ramo. "Tutte le famiglie purosangue sono imparentate, l'abbiamo sempre saputo no?"
Eleonore annuì pensierosa. "Mancano dei nomi però." Con la punta dell'indice, sfiorò un cerchio bruciato. "Qui ci dovrebbe essere Camille, insieme a Fran e Gaby. E qui zia Andromeda, insieme a Ninphadora e Ted." Aggiunse spostando la mano un po' più in là, dove c'era solo un enorme spazio vuoto. "Senza contare che qui manca anche Harry Potter, l'uomo che ha eliminato Lord Voldemort dalla faccia della terra!" Concluse indicando un altro punto. *
"Dove vuoi arrivare amore?" Chiese depositandole un bacio sulla tempia. Non riusciva proprio a starle lontano quando era nelle sue vicinanze. Lo attirava come una calamita.
"Voglio arrivare al fatto che chissà quante persone ci sono al mondo che hanno agito, che magari hanno cambiato anche la storia e delle quali non è rimasta alcuna traccia solo perchè ritenuti indegni!" Esclamò infervorata.
Per un solo secondo, Daniel si chiese se la sera prima fosse lei, tra loro due, quella davvero ubriaca. Non poteva avere una reattività così elevata di prima mattina, dopo la sbornia presa. "Stiamo ancora parlando dell'albero genealogico?" Domandò dubbioso "Perchè mi sembra che Harry Potter ne abbia lasciate di tracce... sai com'è, è presente in metà dei libri di storia della magia oltre che... beh ovunque." Concluse in tono ironico.
Quel commento la riportò alla realtà. "Sì... cioè no... è più che altro una constatazione per un ragionamento che ho fatto con papà qualche giorno fa." Spiegò.
"Allora davanti a Brian Grimm mi arrendo." Commentò Daniel, alzando scherzosamente le mani verso l'alto in segno di resa.
"E mi stavo chiedendo se fosse possibile ripararli, gli alberi genealogici." Continuò Eleonore sovrappensiero.
"Non credo che un reparo sia sufficiente in effetti." Le rispose lui, allungando una mano verso l'arazzo, sfiorando il suo nome. "Credo che funzionino con un meccanismo legato al sangue, papà me l'ha spiegato una volta, quando ero piccolo, ma non mi sono mai troppo interessato a queste cose. Lo sai che per me la faccenda dell'essere purosangue non conta."
La Corvonero annuì, allungando a sua volta il braccio verso la mano del ragazzo. Nel momento in cui le loro dita si intrecciarono, sfiorando con il dorso l'arazzo, una piccola scintilla dorata scaturì dalle loro mani, saltando verso l'albero genealogico, che la assorbì.
Davanti ai loro occhi, i rami contenenti i loro nomi e volti iniziarono a muoversi, avvicinandosi sempre di più l'uno all'altro, esattamente come i proprietari. Questo diede un'idea a Daniel. "E se provassimo ad ordinarglielo?" Chiese a mezzavoce.
"Come?"
"Ci ha già riconosciuti." Iniziò a spiegare. "E' bastato sfiorarlo per fargli capire che apparteniamo alla famiglia Black e si è attivato. Lo sai che voglio diventare uno spezzaincantesimi... nel momento in cui uno della famiglia brucia un altro componente, di fatto l'albero smette di generare quel ramo. Ma se qualcun altro della stessa famiglia - che sia ufficialmente riconosciuto - gli ordinasse di ricrearsi? Se si spezza il blocco, il ramo dovrebbe rigenerarsi da solo." Ragionò.
"Tuo padre ha detto che il meccanismo è legato al sangue?" Chiese a quel punto lei, con gli occhi che le brillavano.
"Mi pare proprio di sì."
"Perchè è sempre tutto legato al sangue?" Borbottò la Corvonero a mezza voce, estraendo una lama da non si sa bene dove e incidendosi
decisa il palmo della mano.
"Elly!"
Ignorandolo, strisciò il sangue sull'arazzo, lasciandone un po' in un tutti i punti bruciati. Poi scandì per bene la formula "Reparo."

Per qualche minuto non successe assolutamente niente, poi - quando ormai entrambi erano sicuri che non avesse funzionato - l'albero genealogico dei Black germogliò di colpo di fronte a loro.

"Adesso mi spieghi perchè ti interessa così tanto l'argomento all'improvviso?" Chiese Daniel con un sorriso soddisfatto, mentre attirava la mano ferita della ragazza verso di lui e la fasciava con un colpo di bacchetta.
"Perchè se è stato possibile riparare l'albero genealogico dei Black, sarà possibile farlo anche con quello dei Grimm."

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* nella prima versione della Rowling, nell'albero genealogico della famiglia Black compare James Potter (il padre di Harry) come figlio di Charlus Potter e Dorea Black. Successivamente la scrittrice ha cambiato idea, dicendo che il padre di James si chiamava Flemount
(o qualcosa del genere) e nella madre non c'era traccia dei Black . Io mi attengo alla prima versione.

Domanda della settimana (risposte entro giovedì):
per il ritorno ad Hogwarts volete un capitolo col viaggio in treno oppure salto direttamente al Castello? 

  
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