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Autore: Crepuscolina13    28/05/2016    3 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il nostro risveglio era stato veramente traumatico.

Regina aveva impiegato un po' di tempo a riprendersi ed assicurarsi che io fossi viva e vegeta e, per quanto potessi esserlo, reale ai suoi occhi.

Ma neanche io ero sopravvissuta indenne a quell'incubo.

A differenza dell'ultima volta in cui ero morta dentro ad un sogno questo era stato differente.

Avevo sentito chiaramente il cuore venir stappato via dal mio petto e avevo sentito una fitta dolorosissima quando la madre di Regina lo aveva ridotto in polvere.

Quasi come se tutto fosse stato vero.

Ma per fortuna non lo era.

Regina aveva deciso di non fare colazione, visto che lo stomaco le si era decisamente chiuso.

Ed adesso ci stavamo dirigendo verso il cimitero.

Era iniziato il conto alla rovescia per la decisione finale e lei aveva deciso di trascorrerlo nel luogo in cui per quanto potesse essere lugubre si sentisse a casa.

 

 

12 ore dopo

 

-Sono così orgogliosa di te!-

A quelle mie parole sorrise, sorrise ed arrossì, cercò di sviare il mio sguardo ma quando i suoi occhi ritornarono nei miei essi esprimevano solo felicità.

Sospirando di gioia stese il capo sul cuscino ed accarezzò le lenzuola che la ricoprivano.

Guardò il soffitto per un paio di minuti ma io non mi lamentai di quel silenzio.

-Sapevo che avresti fatto la scelta giusta- le dissi appoggiando la testa su un braccio per osservarla meglio.

-È questo che si prova a far del bene?- chiese incerta, rivolta al soffitto.

-Si- risposi ridacchiando e immaginando vividamente il male che lentamente stava lasciando il suo corpo.

-Mi sento..come dire nuova- continuò sospirando di tranquillità.

A questa affermazione non risposi e sorrisi.

Nell'ultima mezz'ora avevo sorriso così tanto che quasi mi faceva male la faccia ma non potevo farne a meno, ero felice, tutto stava andando per il verso giusto quindi perché non potevo sorridere?

-Però mi sento anche vuota- constatò con un pizzico di fastidio.

-È normale, per anni il tuo unico scopo è stato quello di vendicarti, adesso che hai messo fine a un pezzo della tua vita devi riniziare tutto da capo, hai l'opportunità di rifarti una vita e questa volta può essere migliore- le spiegai speranzosa.

-Già- rispose con voce neutrale.

-E poi...- con un movimento della testa cercai di coprirmi il viso coi capelli per cercare di trovare un po' di coraggio.

-....Adesso hai me- sussurrai timida con voce piena di amore.

Solo per aver detto queste semplici parole il cuore mi stava per scoppiare e sorrisi ancora per queste sensazione.

Perché non era sgradevole anzi.

Sentire chiaramente il sangue che scorreva frenetico nelle mie vene mi faceva sentire viva.

Viva e felice..e perdutamente innamorata.

-Già adesso ho te- ripete atona continuando a fissare il soffitto.

Sembrava come in trance.

Il cuore continuò a battere veloce ma questa volta di preoccupazione, avevo forse detto qualcosa di sbagliato?

Forse adesso che l'avevo aiutata a fare la cosa giusta non aveva più bisogno di me...

All'improvviso come scossa da qualche pensiero improvviso si tirò su, si poggiò su un gomito per assumere la mia stessa posizione e potermi guardare intensamente negli occhi, con quei suoi occhi neri o marroni, di una tonalità che non aveva nome.

-Al diavolo tutto! La nostra è una storia impossibile, non possiamo toccarci o baciarci e dio solo sa quanto vorrei fare l'amore con te, davvero Emma tu non hai idea di quanto io ti desideri ma il sesso non è tutto, è l'amore che conta, ed io con te sto bene, con te sono felice, tu mi rendi migliore ma non perché sei il mio angelo, non perché puoi entrarmi nei sogni o nelle mie emozioni perché tu sai farmi stare bene anche senza usare questi trucchetti e...-

Di colpo mi feci seria e la mia risatina sparì ed il cuore invertì il suo processo.

Si fermò o almeno ebbi la sensazione che si fermasse.

Le sue parole arrivarono dopo vari secondi al mio cervello in modo che avessi il tempo di assaporarle e capirle per bene.

Quel discorso mi fece male e bene insieme, ciò che diceva era così vero, vero e crudele ma lei stava anche esprimendo ciò che provava per me ed io ero così orgogliosa di renderla felice, tutto quello che volevo era questo.

Probabilmente la mia razionalità andò a farsi una vacanza dal momento in cui lei ebbe pronunciato le parole "fare l'amore con te" , il mio cervello andò in tilt e feci fatica a capire il significato delle altre.

La sola immagine di me e Regina insieme, su un letto a condividere quel tipo di legame, così intimo e unico ebbe il potere di far riempire la mia pelle di brividi e di crearmi una fitta dolorosa allo stomaco.

-Sai che ti dico?- continuò lei, ignorando ciò che stava accadendo nella mia testa.

-Cosa?- domandai con voce roca accorgendomi di avere la bocca secca, stavo morendo di sete.

-Ti dico che ti amo-

Una scossa elettrica mi attraversò ma non mi spaventai, non mi agitai, non feci i salti di gioia, non mi misi a piangere o ad urlare.

Semplicemente come la più semplice delle cose sorrisi e naturalmente risposi:

-Anche io ti amo-

Ormai da tempo era chiaro a me stessa ed anzi mi rimproverai di non averglielo detto prima.

Ed adesso la consapevolezza che anche lei mi amasse mi dava la sensazione di onnipotenza.

Mi sentivo in grado di fare qualunque cosa e di affrontare qualsiasi difficoltà.

-E per quanto valga..anche io vorrei fare l'amore con te- ammisi timidamente a testa bassa.

-Non devi sentirti in imbarazzo- rispose ridacchiando.

Quella risatina mi attirò a guardarla e la sua faccia fu un colpa al cuore.

Il suo sorriso..i suoi occhi...

Esistevano una parola più superiore di perfetta?

Lei era perfetta.

Dio quanto avrei voluto baciarla.

 

 

5 ore prima

 

Avevamo trascorso la mattinata e le prime ore del pomeriggio al cimitero.

Non avevamo parlato molto ma quel piacevole silenzio era servito molto a Regina per ragionare e riflettere.

Era stato piacevole perché nonostante l'assenza di conversazione ci sentivamo vicine emotivamente.

Ci eravamo fatto cullare dal calore del sole e dal suono degli animali.

Ed ogni tanto Regina aveva interrotto il silenzio raccontando qualche aneddoto sulla sua vita precedente.

Mi aveva raccontato che suo figlio Henry si chiamava così in onore di suo padre morto tanto tempo prima e metterlo al mondo era stata la cosa più bella che gli fosse mai capitata.

Gli avevo chiesto di raccontarmi qualcosa su Daniel se se la sentisse e lei anche se con qualche lacrima dovuta ai ricordi mi aveva accontentata.

Da quello che avevo capito l'uomo era una persona molto dolce ed umile.

Il corteggiamento era iniziato da Daniel che facendo lo stalliere forniva delle particolari attenzioni al cavallo di Regina e così lei lo aveva ringraziato scambiandoci quattro chiacchiere, chiacchiere che si erano ripetute nei giorni a venire.

E così si innamorarono.

Certo sapevano di essere in una situazione complicata, Regina apparteneva ad un rango superiore ma pensavano che insieme avrebbero potuto superare di tutto, purtroppo non avevano messo in conto Cora.

Adesso stavamo ritornando al castello anche perché Regina stava morendo di fame e finalmente sarebbe andata a parlare con Biancaneve per prendere la decisione finale.

Mangiò in fretta e senza perdere altro tempo si diresse alle segrete.

Le chiesi se potessi assistere anche io e lei acconsentì.

Entrando nell'angusta cella feci un segno di saluto verso Ruby e poi rimasi immobile.

-Allora sei venuta tu stessa a porre fine alla mia vita?- chiese sprezzante la ragazza, ma anche se si fingeva coraggiosa si poteva facilmente intuire che avesse paura.

-Prima voglio parlare- rispose lei dura.

Biancaneve gli fece cenno di continuare e per assumere un'aria più severa incrociò le braccia sotto al seno.

-Voglio sapere perché l'hai fatto!

Voglio sapere perché hai spifferato tutto a mia madre- ordinò Regina quasi implorante e ciò mi sorprese.

Dopo tutti quelli anni passati a darle la caccia lei non si era mai presa la briga di fermarsi e chiederle spiegazioni per il suo gesto?

Dovetti ammettere che quel comportamento non era corretto e che Regina aveva sbagliato a condannare Biancaneve se non era a conoscenza della reale avvenuta dei fatti.

-Quanto puoi essere stupida per non averlo ancora capito! Non sono stata io! Ero solo una bambina!- si difese aggressivamente la ragazza.

-Una bambina che è riuscita a far uccidere la mia famiglia!- replicò la mia protetta.

-Non sono stata io!-

-Allora spiegami, sono qui per questo-

-E’ colpa di tuo madre..-

-Si lo so che è colpa sua, quando è venuta ad ucciderli ha precisato molto chiaramente che tu sei stata molto lieta di dirgli dove fossi scappata, informazione che avevi promesso di tenere segreta!- la interruppe Regina gridando di rabbia per le ultime parole.

-Ma non capisci?! Quella donna riesce a manipolarti anche da morta!!-

-Stai dicendo che sono debole?!- e con quelle parole le vie respiratorie di Snow vennero chiuse e la ragazza si portò le mani alla gola in cerca di aria.

-Snow!- si allarmò subito Ruby ma io con un occhiata gli feci cenno di non intervenire, eravamo alla conclusione di quella faida che durava ormai da anni e si meritavano di concluderla da sole.

Dopo un paio di secondi Regina ebbe scaricato la sua rabbia e lasciò la presa sulla giovine ed ella non perse tempo e continuò a parlare anche se con voce più bassa.

-Lei mi aveva detto che ti aveva perdonato, era pentita di averti cacciata e voleva fare pace con te, mi aveva detto che avrebbe accolto tuo marito e tuo figlio sotto il suo tetto e finalmente avreste potuto vivere come una vera famiglia unita- Regina rimase un po' spiazzata, non si aspettava di certo una simile risposta ma continuò lo stesso l’interrogatorio.

-Ma io ti avevo esplicitamente vietato di dirlo a mia madre, qualunque cosa lei ti avesse detto-

-Lo so tu hai ragione e…- ma Biancaneve non riuscì a finire il discorso perché scoppiò a piangere, quella vista mi procurò una fitta al cuore, si vedeva che stava soffrendo e probabilmente aveva trattenuto quelle lacrime da anni.

-Su adesso non fare la bambina- commentò Regina prendendola in giro, ma ormai io che la conoscevo, potevo intuire che le sue lacrime non le erano indifferenti.

-Oh Regina mi dispiace così tanto devi credermi, ma all’epoca ero ingenua..- tossì piangendo ma riuscì a trovare la voce per continuare.

-Regina ero solo una bambina, mi dispiace davvero, non merito il tuo perdono-

-No infatti non lo meriti- rispose turbata la sovrana.

-Ma tu dovresti vergognarti!- all’improvviso la voce di Biancaneve riacquistò vigore.

-Tu mi hai rovinato la vita, hai ucciso i miei amici solo per uno stupido errore infantile, siamo entrambe delle vittime!-

-Tu hai ucciso la mia famiglia!- ribatté furiosa Regina.

-E tu mi hai impedito di crearmela una tutta mia, per colpa tua non ho avuto la possibilità di fare figli, troppo terrorizzata perché tu potessi portarmeli via!- rispose Biancaneve anche lei piena di rabbia.

Quelle parole colpirono molto Regina che non controbatté ma si appoggiò al muro in cerca di un sostegno.

Biancaneve si fermò a scrutarla.

Non sapevo quale tempesta si stesse scatenando nell’animo di Regina, avrei tanto voluto saperlo ma non avrei mai osato unire i nostri spiriti in un momento del genere, con la paura che lei potesse pensare che la volessi manipolare.

La sovrana rimase in silenzio circa cinque minuti ma la ragazza non la forzò mai, aveva capito che la sentenza finale stava arrivando.

-Va bene. Ti perdono.- e queste parole rimbalzarono sulle fredde pareti di pietra intorno a noi.

-Davvero?- chiese incredula la poverina.

-E per quanta fatica io faccia ad ammetterlo..mi dispiace di averti dato la caccia fino in capo al mondo-

-Oh grazie! Grazie- e quelle parole piene di sincero sollievo furono accompagnate da lacrime di speranza.

-Ma sono pur sempre la Regina Cattiva e per quanto io possa averti perdonato la tua vista porta a galla ricordi troppo devastanti e per questo ti bandisco dal mio regno-

Biancaneve parve molto colpita da quelle parole ed ovviamente anch’io lo fui.

-Cosa? Ma non puoi farlo! E poi questo è il mio regno che tu mi hai rubato!-

-Hai ragione, ma ti prometto sulla tomba di Henry che d’ora in poi impegnerò tutta me stessa affinchè questo regno migliori ed aiuterò la popolazione stremata dalla carestia- promise sincera Regina.

-No ma non puoi farlo, per favore, questa è la mia casa!- implorò Biancaneve piagnucolante e qui Regina fece qualcosa che mi rese veramente fiera di lei, le diede speranza.

La sovrana si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani, poi la guardò in volto intensamente.

-Ascolta, ti sto bandendo dalla Foresta Incantata ma la fuori c’è un intero mondo che aspetta solo di essere scoperto e poi tu sei giovane, hai un intera vita davanti e tutto il tempo che desideri per crearti una famiglia tutta tua, per ricrearti una nuova vita, dove nessuno conosce i nostri trascorsi-

La ragazza annuì anche se non sembrava neanche ora molto convinta.

Regina allora si alzò in piedi e si spazzolò l’orlo dell’abito sporco di paglia.

-Stasera stessa scriverò alla Regina Elsa di Arendelle ed annullerò il tuo mandato di cattura cosi se vorrai potrai trovare rifugio nel Regno di Ghiaccio, per stanotte dormirai qui ma domattina ti fornirò un cavallo, nuovi abiti e molti soldi ed allora sarai libera di andare- fece un secondo di pausa e poi aggiunse:

-Addio Biancaneve- e si diresse verso la porta.

-Regina aspetta- e la sovrana si girò a guardarla in attesa della domanda.

-E se per caso dovessi ritornare nella Foresta Incantata?-

-Bé allora ti ucciderò- e detto questo uscì dalla cella.

Io trattenni il fiato e senza salutare Ruby, la seguì.

-Se devi farmi una predica risparmiatela per favore, non ho ripensamenti per quello che ho fatto- mi avvisò appena fummo sole, senza guardarmi in volto.

-No al contrario, sono molto fiera di te-

-Davvero??- domandò stupita fermandosi nel mezzo del corridoio.

-Pensi che abbia preso la decisione giusta?-

-Si, forse un po' drastica ma è comunque meglio di un omicidio e poi sei riuscita a perdonarla e wow, io ti avevo solo chiesto di non ucciderla ma tu ti sei superata- risposi io, sorridendole per ringraziarla.

 

 

3 ore dopo

 

-Guarda che bel tramonto- esclamò entusiasta lanciando un’occhiata fuori e alzandosi velocemente dal letto si precipitò alla finestra.

-E’ veramente molto bello..e romantico- aggiunsi seguendola, contemplando poi le stupende sfumature di rosso-arancio che avevano colorato il cielo.

-Sai non ti ho ancora ringraziato per prima, pensavo davvero che ti saresti arrabbiata e invece ancora una volta tu hai creduto in me- mi confessò ripensando alle vicende appena concluse.

-Ehi non dirlo neanche per scherzo, ti avevo detto che qualunque decisione avresti preso io non ti avrei abbandonata- la rassicurai sorridendole e accarezzando la sua anima con gli occhi.

-Ti amo-

-Lo so me lo hai già detto- risposi arrossendo.

-Lo so ma mi piace dirlo-

-E a me piace ascoltarlo- ci sorridemmo a vicenda e dal suo sguardo potei facilmente intuire che a quest’ora , se fossimo state in un sogno mi avrebbe già baciato.

Poi però distolse lo sguardo e lanciando un’occhiata al giardino sottostante mi disse:

-Questo è per te-

Mosse lentamente la mano e con la sua magia fece rifiorire una rosa appassita, che poi tagliò e facendola fluttuare me la donò.

Ma io non la accettai e continuai a guardarla con una faccia da ebete.

-Che c’è non ti piacciono le rose? Se vuoi cambio fiore- si preouccupò lei.

-Regina...ma tu non mi avevi detto che la magia oscura non può far nascere la vita?-

-Si infatti ma io non……….o mio dio!- esclamò portando una mano a coprire la sua bocca spalancata.

-Emma io…..come..voglio dire no..-

-Si Regina, quella era magia di luce- completai io al suo posto, incredula ma felice.

-Ma com’è stato possibile?-

-Non importa come, ma adesso tu puoi salvare il popolo e…-

Purtroppo però il destino non ci lasciò altro tempo per festeggiare questa buona nuova perché i nostri corpi furono ricoperti da una luce accecante e la nostra conversazione fu interrotta.

  
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