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Autore: barby93    01/06/2016    0 recensioni
Vi siete mai domandati se la storia dei fratelli Dragneel raccontata dal mangaka Mashima non fosse vera? Se Zeref fosse realmente buono, ma è capitano nel posto sbagliato e al momento sbagliato? E se Natsu fosse diventato END per mano di un altro e non di suo fratello? Per rispondere a queste domande si deve risalire a 400 anni prima, in un villaggio a nord-est del regno di Fiore dove la storia ebbe inizio.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Acnologia, Natsu, Zeref
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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“Spero di riuscire ad arrivare in tempo da Natsu. Ho un brutto presentimento” pensava Zeref dirigendosi a gran velocità verso il luogo designatoli da Yuria dopo averlo sconfitto. Nonostante le ferite non si era arreso perché il suo pensiero era rivolto al fratello che sicuramente stava in condizioni peggiori delle sue, soprattutto ora che sapeva che si trovava in compagnia di Acnologia. Ma sarebbe arrivato in tempo? Purtroppo solo lui avrebbe potuto aiutare Hikary che nel frattempo aveva raggiunto la cella dove si trovava Natsu perché, apparte Fukami e Yota che erano morti, gli altri o stavano ancora combattendo o erano feriti così gravemente da non riuscire a muoversi e, quindi, ad intervenire nel caso ci fosse stato bisogno.

 

Dopo vari tentativi, Hikary era finalmente giunta nella cella dove era stato rinchiuso Natsu e, ignara che vi ci fosse anche Acnologia, entrò. Quello che vide la scioccò come non mai; d’avanti ai suoi occhi vi era Natsu dall’aspetto quasi irriconoscibile per le troppe cicatrici e il troppo sangue che non cessava di colare sul suo corpo, macchiandolo di un rosso intenso che pian piano si anneriva mentre altro sangue gocciolava su quello precedente creando un sottile strato che copriva il corpo nudo del ragazzo. Braccia e gambe erano legate con delle catene che gli risucchiavano la magia e che non gli permettevano alcun movimento, ma gli lasciavano dei brutti segni sui polsi e caviglie e lo costringevano a stare a braccia aperte ed in ginocchio come simbolo di sottomissione. Viso stanco, deperito, occhi spenti, prosciugato di ogni forza vitale, Natsu era il ritratto di un cadavere.

“Natsu!” esclamò Hikary preoccupatissima nel vederlo in quelle condizioni che, riconoscendo il suono della voce, alzò lo sguardo rivedendo con sua grande gioia il volto della ragazza che aveva immaginato svariate volte in quella cella, da solo, per farsi coraggio nell’affrontare quello che stava vivendo.

Con il viso rigato dalle lacrime e la voce tremante, Hikary gli domandò cosa gli avessere fatto per ridurlo in quello stato.

“Scappa, vattene via da qui, subito” ricevette come risposta dal ragazzo che la guardava con angoscia nonostante si intravedesse un pizzico di felicità nei suoi occhi che avevano ripreso a brillare non appena aveva posato il suo sguardo su di lei.

“Che cosa stai dicendo? Dopo tutta la fatica fatta per arrivare fin qui non posso di certo andarmene senza di te!” esclamò la ragazza non riuscendo a capire perché si comportasse così.

“Ti prego Hikary, non perdere tempo. Torna dagli altri e fuggite. Non voglio che vi succeda niente” le rispose Natsu con voce vacillante mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime che andavano a bagnare le guance incavate facendolo sembrare più spossato che mai.

E anche se desiderava stringerla forte tra le sue braccia, baciare le sue morbide e delicate labbra, inspirare il suo dolce profumo e non lasciarla mai più, in quel momento preferiva vederla andare via, allontanarsi da lui per sempre pur di tenerla distante dal pericolo, da Acnologia e da tutto il male che avrebbe potuto subire. La amava così tanto da preferire la felicità di lei alla sua e se era l’unico modo per proteggerla avrebbe dato la vita pur di rendere libera.

“Natsu io non voglio lasciarti qui, ti giuro che...”, ma in in quel preciso istante, con una risata perfida, Acnologia interruppe quell attimo di complicità che si era creato tra i due ragazzi.

“Che scena strappalacrime. La ragazza che ami è arrivata per salvarti? Sarebbe un vero peccato se io la uccidessi, non credi Natsu?” affermò con tono maligno.

Hikary sentendo quelle parole si girò di scatto verso il punto da cui provenivano rimanendo pietrificata nel trovarsi di fronte Acnologia. Aveva appena capito perché Natsu insistesse tanto a farla allontanare, ma ormai era troppo tardi per fuggire e chiedere aiuto. Ora toccava a lei proteggerlo e salvarlo da quel mostro e, nonostante tremasse dalla paura, eri li, in piedi di fronte a lui, con la sguardo di sfida, pronta a dare tutta se stessa in quest ultimo scontro che l’attendeva prima di poter liberare Natsu e scappare.

“Stai lontano da lei!” urlò il ragazzo frustrato dal fatto che non poteva intervenire per aiutarla in questa battaglia di cui si sapeva già il vincitore.

Ma Acnologia lo ignorò completamente e si scagliò contro Hikary scaraventandola a terra con una tale potenza che per poco non la uccideva se lei non avesse avuto i riflessi pronti a crearsi una protezione con la sua magia. Ma, purtroppo, non poteva niente contro la forza smisurata di quel mostro che si accanì su di lei colpendola ripetute volte e lasciandola tramortita per terra.

“Basta! Ti prego lasciala andare! Farò tutto quello che vuoi, diventerò un tuo soldato se sarà necessario e lascerò Wind Rose, ma ti prego non farle più del male!” gridava disperatamente Natsu che non ce la faceva più a vederla ridotta in quelle condizioni. Voleva correre da lei, proteggerla con tutto se stesso, ma come avrebbe potuto aiutarla indifeso e privo di forza e magia com’era?

“Non ti sembra un po' tardi nell’arrenderti? Mi dispiace ma hai avuto la tua possibilità tempo fa e l’hai bruciata!” affermò Acnologia continuando a torturarla in maniera brutale.

Ma, anche se la stava letteralmente distruggendo, Hikary continuava ad alzarsi non volendo arrendersi per nessuna ragione, ma cercava di proteggersi con la sua magia e nel frattempo provava a curare Natsu per quello che poteva.

“Hikary basta, lasciami qui e vattene” la implorò più volte.

“No io non ti abbandono. Voglio tornare alla gilda insieme a te, ridere e scherzare come facevamo prima. Tutti quanti hanno fatto tanto per permettermi i arrivare da te e non posso sprecare i loro sacrifici. Yota è morto per questo e tuo fratello sicuramente starà facendo di tutto per giungere qui. Io… io voglio stare con te per sempre e quindi non posso assolutamente arrendermi!” esclamò Hikary piangendo mentre si rialzava per l’ennesima volta, pronta a dare tutta se stessa per proteggere Natsu che la fissava con uno sguardo dolce e affettuoso.

Forse per il suo coraggio, o forse per il fatto che gli aveva detto che voleva stare per sempre con lui, Hikary brillava agli occhi del ragazzo di una luce molto intensa che lo riscaldava e lo faceva stare bene. Ma non era questo il momento di pensare all’amore che provava per lei, doveva agire, liberarsi da quelle catene e scappare con lei per raggiungere Zeref e gli altri. Doveva pensare ad una strategia, escogitare un piano e lo doveva fare al più presto o sarebbe stato troppo tardi. Ma era più semplice a dirsi che a farsi; quelle catene lo avevano indebolito così tanto da non riuscire neanche ad alzarsi, figurarsi a lottare e correre. Hikary era ormai giunta allo stremo delle forze e, non riuscendo più a contrastare gli attacchi di Acnologia, dopo l’ultimo colpo fu scaraventata contro la parete non riuscendo più a muoversi.

“NO! Basta Acnologia! Lasciala andare. Prenditela con me, ma lascia in pace lei” lo supplicò Natsu sentendosi male nel vedere la ragazza che amava in quello stato e non potendo fare niente.

“Tu osi dirmi cosa devo fare?” gli urlò andando incontro a lui. Lo afferrò per capelli sollevandolo da terra e gli tirò una serie di pugni potenti sul viso e nello stomaco tanto da fargli sputare sangue.

“Odio i ragazzi che mi supplicano. Non meriti affatto di far parte del mio glorioso esercito!” affermò guardandolo con indignazione, gli assestò un colpo molto forte e lo lanciò per terra lasciandolo tramortito.

“Voglio essere buono con te. Vi ucciderò entrambi così potrete stare insieme per sempre!” disse ridendo malignamente.

Puntò il braccio destro verso Hikary e nella sua mano si creò una grande sfera nera che lanciò contro di lei. Quelle che avvenne subito dopo fu così veloce che a Natsu ci volle un po' per realizzare cosa fosse appena successo. La sfera l’ aveva colpita in pieno provocandole una ferita mortale. Quello che temeva più di tutto si stava avverando. Hikary, la ragazza che aveva amato fin dal loro primo incontro e che aveva giurato di proteggere al costo della sua vita, stava per morire.

“Hikary parla! Dimmi qualcosa” la implorava Natsu con voce singhiozzante. Dal corpo lacerato della ragazza continuava a colare tanto sangue, tremava e diventava sempre più fredda.

Poi, con le ultime forze, si trascinò verso di lui mettendogli le sue braccia intorno al collo, in modo da poterlo abbracciare un’ultima volta.

“Natsu io avrei voluto stare per sempre con te. Mi piaceva svolgere le missioni con te e Zeref e avrei voluto farne tante altre” disse Hikary con voce sempre più debole.

“Che cosa stai dicendo? Noi due vivremo tante altre avventure insieme, quindi non usare il verbo a passato, ti prego!” la supplicò tremando, piangendo.

“Natsu grazie per tutto quello che hai fatto per me. Sono stata così contenta quando hai detto di amarmi. Mi sarebbe piaciuto moltissimo diventare la tua ragazza perché anche io ti amo tantissimo. Ma purtroppo il destino non ce l’ha permesso e di questo mi rammarico davvero tanto” affermò mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime e con le ultime energie rimastele avvicinò le sue labbra a quelle del ragazzo dandogli un bacio.

La lacrime che continuavano a sgorgare dai loro occhi li rigavano i volti distrutti, addolorati e amareggiati. Quel secondo bacio aveva un sapore completamente diverso dal primo, dolce e amaro allo stesso tempo. Racchiudeva tutto l’amore che provavano, era caldo, ardente e gli isolò dal mondo circostante per quell’asse di tempo che durò. Poi, come una foglia che si stacca dal ramo quando completa il suo ciclo vitale, Hikary si accasciò a terra esalando il suo ultimo respiro. E anche se Natsu continuava a chiamarla incessantemente, lei non rispondeva più. Il suo corpo ormai freddo non si sarebbe più mosso, i suoi occhi non lo avrebbero più guardato, le sue mani non lo avrebbero più toccato e dalla bocca non sarebbe uscito più alcun suono. Di lei non era rimasto che il ricordo così doloroso nel cuore del ragazzo che, angosciato, piangeva pronunciando invano il suo nome.

“Perchè è successo tutto questo? Perché non sono riuscito a fare niente?” si domandava frustrato Natsu.

I suoi occhi colmi di rabbia, di collera guardarono in modo truce Acnologia che perfidamente rideva godendosi la scena.

“Tu.. tu bastardo! Come hai osato farle questo?” gli urlò sfoderando tutta la sua ira.

“Si odiami, disprezzami. Prova rancore nei miei confronti. In fin dei conti sono stato io a causare questa guerra, io ho condannato i tuoi amici ad una morte certa e sono sempre stato io ad uccidere la ragazza che ami! Inonda il tuo cuore di rabbia, sopprimi i tuoi sentimenti e diventa un demone sotto al mio comando!”.

Ma Natsu non lo stava ascoltando affatto. Era accecato dalla collera, aveva perso ogni cognizione di giustizia. Il suo pensiero era quello di ucciderlo con le sue stesse mani e di condannarlo ad una morte lenta e dolorosa, fargli patire le pene dell’inferno.

Purtroppo Acnologia fu più veloce di lui e gli inserì nel petto una sfera di etherious provocandogli qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Ma proprio in quel momento entrò nella cella Zeref che era riuscito ad arrivare, ma quello che vide lo sconvolse talmente tanto da non riuscire a proferire parola: d’avanti a lui vi era Natsu in condizioni pietose che si contorceva dal dolore provocatogli dalla sfera di etherious e ai suoi piedi il corpo immobile di Hikary.

“Che cosa diavolo è successo qui?” urlò in preda al panico. Ma la risposta la ricevette da Acnologia che, con gli occhi iniettati di sangue, disse: “Sei arrivato giusto in tempo per assistere alla nascita del mio servo più forte. Guarda come trasformo tuo fratello nel demone più crudele di tutti i tempi. Il suo nome è E.N.D. ossia Etherious Natsu Dragneel!” e scoppiò in una risata malvagia che ad ascoltarla era qualcosa di agghiacciante.

Le urla di dolore di Natsu echeggiavano nella cella, si dimenava tanto da frantumare le catene a cui era legato. Il suo corpo non riusciva a reggere questa magia che gli era stata inserita con brutalità e gli provocava un dolore così atroce tanto da fargli supplicare clemenza.

“Toglimi questa cosa. Ti prego basta!” poi, notando suo fratello gridò: “Zeref ti prego aiutami!”.

Ma non potè fare altro che aspettare che il suo corpo assorbisse completamente quel potere e, quel ragazzo che era sempre stato allegro e spensierato, gentile, buono, si trasformò in un autentico demone. Era nato E.N.D.

“Natsu!” strillò Zeref vedendo il fratello ridotto in quella maniera.

“Uccidilo!” ordinò Acnologia a END rivolgendo il suo sguardo omicida a Zeref e, senza farselo ripetere due volte, Natsu attaccò suo fratello con una tale potenza da fargli perdere i sensi.

Poi uscirono dalla cella e si diressero fuori dal castello abbandonando tutti tra alleati e nemici.

Acnologia aveva vinto, Natsu era diventato malvagio e sotto al suo comando. La guerra era cessata nel peggiore dei modi lasciando un vuoto enorme tra i membri di Wind Rose. Ma sarebbero riusciti a far rinsavire Natsu? Mancava poco affinché Zeref diventasse mago oscuro.

   
 
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