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Autore: ethy    05/06/2016    4 recensioni
prima mia storia AU
Killian è un ricco ragazzo che incontra Emma in un particolare momento della sua vita a cui si legherà per sempre, i due si perderanno di vista e si ritroveranno con grandi sorprese nel loro presente, non sarà facile riconquistare la fiducia l'uno dell'altro, ma ci proveranno anche se un pericolo incombe sulla vita di uno dei due dovuto ad un passato non molto chiaro.
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Killian rimase immobile, quasi congelato a quella domanda ed Emma dal suo sguardo non riuscì a capire cosa stesse pensando.
Era felice, non voleva? Doveva chiederlo lui? Forse non voleva? Era presto? Non voleva? Soprattutto “non voleva? “ riecheggiava martellante nelle sue orecchie, come se qualcuno le stesse sussurrando di continuo quelle parole, come se qualcuno le ricordasse che nessuno l’avrebbe mai amata veramente, lei infondo era un’orfana perché qualcuno avrebbe dovuto amarla veramente, la paura tornava ogni volta e nonostante si stesse parlando di Killian, l’uomo più sicuro al mondo in fatto di sentimenti, si era congelata anche lei di fronte alla sua esitazione.
-Emma?- chiese lui con un filo di voce
-non…. non vuoi… Killian?- le uscì flebile  senza pensare a quanto una risposta le avrebbe potuto spezzare il cuore.
-certo che ti sposo Swan- disse sorridente, fissandole prima gli occhi e poi la bocca, abbracciandola forte e perdendosi nei suoi capelli dorati.
A quel punto anche lei ricambiò l’abbraccio, stringendolo forte e lasciando uscire piccole lacrime di gioia
-te lo avrei chiesto presto, ne avevamo parlato, forse sarei stato più formale, sai… mi sarebbe piaciuto un po’ alla vecchia maniera…-
-non mi importa Killian, sposami adesso, domani, solo io e te-
-tutto quello che vuoi, ma che succede? Emma guardami- disse lui preoccupato – ti prego, guardami, è successo qualcosa?-
Non riusciva a far uscire quelle parole, lo guardava con tutto l’amore che aveva ma non riusciva a far uscire quelle piccole e semplici parole. Apriva la bocca, poi la richiudeva, prendeva fiato ma sembrava che le corde vocali fossero diventate di pietra, al passaggio dell’aria non vibravano più e nessun suono veniva fuori.
-mi sto preoccupando, Emma-
Perché adesso lui non la leggeva come un libro aperto come al solito? Perché non riusciva a dire da solo quello che lei non riusciva a fare.. probabilmente aveva capito, ma come sempre aspettava che fosse lei a fare il passo per non farle sentire pressioni non desiderate.. o veramente non sapeva..
Emma chiuse per un attimo gli occhi e prese coraggio, riguardò Killian poi si guardò lo stomaco, poi alzò la mano, prese quella  di lui e la mise, ricoprendola con la sua, sopra la sua pancia.
Fu un instante interminabile, quel momento in cui lui abbassò lo sguardo per vedere dove fosse la sua mano e il guizzo nei suoi occhi arrivato come un fulmine alle sue labbra in un sorriso incontenibile, in un cuore accelerato, dalle guance arrossate per l’affanno, e per la paura di causargli una crisi, all’alzarsi di corsa dal letto slegandosi dal suo abbraccio stretto e chiamare l’infermiera che era arrivata con loro poco prima.
I successivi cinque interminabili minuti, in cui continuava a dire di stare bene, di dargli il tempo di riprendersi che sentì i tranquillanti irrompergli nelle vene come un’onda di un mare in tempesta.
Il battito ora  normale, le guance meno rosse, gli occhi ancora accesi di quella felicità puntati su di lei, terrorizzata, e la calma prendere il sopravvento lasciandogli il sorriso e quella leggerezza nei pensieri da non tenerlo più sveglio per molto.
-Emma?- chiese Eithan accorso alla chiamata impaurita di lei
-io…io…. Non volevo, io…-
-piccola, non piangere, disse stringendola a sé – vieni ora sta riposando, vedrai che si sveglierà presto, si è agitato troppo, deve stare calmo…-
-lo so, ed è colpa mia se..-
-credo che sia colpa dell’amore che prova per te, non che sia colpa tua-
-dovevo aspettare ancora-
-se avessi aspettato avrebbe avuto lo stesso effetto conoscendolo, non sarebbe stato diverso, dai andiamo a berci qualcosa, tra poco torni e vedi come va-
 
Un paio d’ore dopo Eithan Emma, Regina ed Henry rientrato da scuola erano nella spaziosa cucina intenti a chiacchierare un po’ del più e del meno quando dalla porta che dava sulle scale di servizio, poggiato ad uno stipite si affacciò Killian.
-posso avere la merenda anche io? Mi avete lasciato di sopra nelle grinfie del mastino, e non mi avete nemmeno fatto pranzare- disse con leggero cipiglio.
-Ehi, ragazzo come ti senti?-
-bene papà, sto bene-
Poi si accorse di Henry – ehi giovanotto, non mi saluti?- Henry dapprima guardò Emma, quasi a chiedere il permesso di salutarlo, ma in realtà voleva solo capire se poteva corrergli incontro ed abbracciarlo forte come non aveva mai fatto fino ad ora.
-bentornato a casa, papà- disse strizzandolo con le sue piccole braccia.
Killian si inchinò quasi a prenderlo in braccio ma lo schiarirsi della gola di Eithan lo bloccò e rimase inchinato per abbracciarlo meglio dal basso, come aveva capito che lo voleva prendere in braccio?
-ciao ometto- disse emozionato. Emma scattò in piedi vedendogli le guance arrossarsi  - sto bene Swan, ti prego non rimettermi a cuccia, dammi qualche minuto per ammirare il mio pulcino, sei cresciuto, da quanto non ti vedo?-
-mi hai visto ieri papà… e non sono un pulcino-
-hai ragione,perdonami, vedo che hai la divisa ancora, ma ti piace la scuola?-
-è fighissima, io lo sapevo che mi sarebbe piaciuto stare qui, la scuola sai che sta dentro un palazzo antico? Sai che i pavimenti sono tutti di legno?-
-si, si lo so, ci andavo anche io, immagino che non sia cambiato nulla-
 
Henry si lasciò dall’abbraccio per riprendere la merenda e Killian lentamente si sedette vicino a lui, mangiarono in silenzio, osservati dagli altri come se fossero un fenomeno da baraccone, finchè Killian non chiese
-che c’è? Perché mi sento osservato?-
-non avevo mai notato quanto foste uguali- disse Regina guardandoli bere e poggiare il bicchiere allo stesso modo e nello stesso tempo e con lo stesso sguardo.
-Regina, ti volevo chiedere un favore- disse lui senza guardare Emma che sobbalzò a quelle parole
-dimmi tutto pirata, ma oggi non hai l’eyeliner?-
-no, oggi no, ma ti prometto che lo rimetterò presto, so che i miei occhi ti fanno impazzire… -
-non mi stuzzicare capitano, potrei dirtene di tutti i colori e non sarebbe giusto nei confronti di Emma, dai sputa il rospo, che ti serve-
-Regina…- intervenne Emma
-oh per favore principessa, sto trattando con la Regina cattiva- disse divertito – allora, come te la cavi ad organizzare eventi in poco tempo?- un guizzo comparve negli occhi scuri di Regina.
-dipende da quanto poco- disse con un sorriso beffardo ma sensuale, di quelli di quando si sentiva sfidata e di quando avrebbe vinto a tutti i costi
-diciamo un mese, un mese e mezzo-
-quanti invitati?-
-questo è un problema, dai 100 ai 500-
-la location?-
-il castello in Irlanda- disse alzando il bicchiere del the come fosse uno di rum, e bevendolo sorridente con lo sguardo incollato su di lei ed un sopraciglio alzato in segno di sfida.
-il catering è affar mio, come tutto il resto, tranne il vestito di lei, il tuo sarà solo come ornamento al suo.-
-affare fatto-
Emma era lì ma nessuno la guardava, come se non esistesse, Henry ascoltava tranquillo ed Eithan rideva da sotto i baffi – se solo avessi saputo di questo discorso avrei filmato la scena, Regina fammi avere tutti i preventivi in tempo cosi che possa predisporre i pagamenti- disse stuzzicando poi Killian – io però non vedo nessun segno di fidanzamento, sei sicuro che otterrai ciò che vorrai ragazzo?-
-sono uscito oggi dall’ospedale, dammi qualche ora per organizzarmi, e l’avrei già fatto se non mi aveste messo a dormire..-
-se tu non fossi andato nel panico… - lo rimbeccò lui.
-tu sapevi?- si girò verso il padre, e poi guardò Emma indignato –lui sapeva prima di me?-
-beh.. dirtelo in ospedale, appena operato non credevo fosse il caso e..-
-ah è per questo che si è agitato il pirata? Ti sei fatto prendere un colpo per questa notizia?-
-anche lei sapeva?- disse sempre più sdegnato ad Emma.
-oh.. insomma.. ho fatto bene a non dirti niente perché da come hai reagito forse era meglio non dirtelo-
-dire cosa mamma?-
Un silenzio tombale inondò la cucina
-i tuoi genitori finalmente si sono decisi a sposarsi Henry..- disse Eithan
-davvero mamma?-
-si, ti dispiace?-
-certo che no, mi stavo chiedendo quando avreste deciso di farlo, sto diventando grande e se aspettate ancora non sarò mai un fratello maggiore-
Si ripresentò un silenzio assordante nella cucina, fino a quando Eithan non rise rumorosamente.
-bravo Henry, me lo stavo chiedendo anche  io- poi guardando un Killian basito aggiunse –credo che avrai un bel po’ da fare durante la sua adolescenza…-
 
Poco dopo Henry e Regina andarono nel salone con la promessa di guardare un film prima della cena, Eithan si ritirò nel suo studio con Clarke con la scusa del lavoro mentre Killian ed Emma rimasero in cucina seduti uno di fronte l’altro.
-allora Swan, perché me lo hai tenuto nascosto tutto questo tempo?-
-avevo paura di farti morire… in tutti i sensi…-
-beh sono ancora qui vivo e vegeto..-
-ma…-
-si, si, mi hai fatto agitare, ma è più perché non parlavi che per la notizia-
-sei.. –
-felice? Altrochè se lo sono – disse prendendole la mano nella sua – tu dici che noi riusciremo mai a pianificarle queste cose, o sarà sempre cosi?-
-non lo so, so solo che ben per due volte nonostante le precauzioni…-
-allora ci sposiamo presto.. ti dispiace rinunciare al tuo lavoro per un po’?-
-veramente non vorrei..-
-il tempo di.. io non c’ero per Henry, avrei voluto fosse nato qui, ma.. ora che ci sono mi piacerebbe..-
-va bene, ma dopo torno al mio impiego, senza discussioni-
Si baciarono delicatamente sulle labbra e lasciarono la cucina raggiungendo Regina ed Henry per vedere il film con loro.
 
 
Una decina di giorni dopo Emma ricevette un mazzo di tulipani blu con appesa una scatolina ed un bigliettino.
Quel giorno Killian era in ospedale per i controlli e la consegna fu effettuato di proposito in sua assenza.
Nella scatolina c’erano un paio d’orecchini di zaffiri e diamanti, Emma riconobbe negli zaffiri lo stesso blu degli occhi di Killian.
Nel pomeriggio arrivò un pacco per la signorina Emma Swan, conteneva un abito color crema, e tutti gli accessori necessari intrisi di quel blu cobalto che non le lasciava dubbi.
Senza preavviso alle 19 si presentò Killian vestito di tutto punto, per portare Emma fuori a cena e darle l’anello di fidanzamento, nel modo che intendeva vecchio stile, al ristorante più in voga di Londra, di fronte a tutti, inginocchiato avanti a lei, recitando le fatidiche parole e lasciando che chiunque volesse potesse immortalare il momento.
L’anello era bellissimo ed Emma non potè non sorridere al fatto che era un diamante blu, contornato da zaffiri e brillanti..
 
 
 
Poco più di un mese dopo
 
 
 
 
David e Mary Margaret erano estasiati dallo spettacolo a cui stavano assistendo, sembrava di vivere un sogno, o meglio in una favola, ammiravano i giardini tenuti con elegante non curanza, le piante crescere rigogliose ai bordi dei muri e rampicarsi fino alle alte finestre bianche di quello che sembrava un castello d’altri tempi, eppure cosi ben messo da far invidia alle case più lussuose.
I mattoni del muro di cinta sembravano sconnessi a regola d’arte e non usurati dal tempo, i piccoli fiori azzurri sbucare ovunque tra un cespuglio e l’altro per rendere il giardino illuminato da piccoli guizzi celesti come il cielo di quella bellissima giornata.
-Ah eccovi, allora i bagagli ve li faccio prendere subito, la vostra stanza è al primo piano, questa è la piantina contrassegnata, avrete il bagno in camera, non tutti ce l’hanno ma Emma mi ha chiesto espressamente di darvi questa stanza-
-frena, frena Regina, ti vedo agitata..-
-una piantina per arrivare in camera, avevi paura che ci perdessimo?- chiese Mary Margaret
-tu entra dentro quel castello e poi richiedimi se ti serve una piantina- rispose acida Regina
Poi si girò verso altri ospiti appena arrivati e fece un salto quando da dietro August le piombò sulle spalle baciandole la nuca.
-sei impazzito?-
-no, è che non sopporto più di vederti cosi tesa, organizzi eventi e sfilate di moda che sono la fine del mondo e ti stai lasciando prendere dall’ansia per questo matrimonio, calmati-
-August, tu fai il tuo lavoro che io faccio il mio, è il primo matrimonio che organizzo, non sarà estremamente mondano a numerosità di invitati, ma lo è per chi sarà presente, sarà il matrimonio di Emma e già questo mi manda ai matti, e in più è il matrimonio di quel rottame del suo Jones Jr che mi ha sfidato ad organizzarlo in nemmeno un mese.. e poi…-
-e poi la smetti di essere nervosa, e appena hai finito mi raggiungi in camera… magari riesco a farti rilassare-
Regina si girò di scatto con aria indignata per poi stampagli un bacio sul collo lasciandogli il segno del rossetto.
-ti raggiungo presto, ora lasciami finire qui….. ehi tu!!! Dove stai andando con quei fiori, fermooooo-
 
 
-David!!!- corse Emma ad abbracciarlo appena lo vide varcare la soglia della sala principale.
-wow! Emma, che posto meraviglioso, ma tu sei meravigliosa… ma guardati come sei… raggiante- disse lui ricambiando l’abbraccio sorridendole.
-beh si, sono felice-
-si vede tesoro- disse MaryMargaret
-allora ragazzi, sapete dove sistemarvi giusto?-
-si Regina ci ha dato la piantina-
-bene, starete vicino alla mia stanza-
-e dove sta lo sposo ?-
-E’ in giro per affari con il padre-
-con il padre? Ma ho sentito che…-
-Eh caro il mio David, è una lunga storia.. ve la racconto a cena-
-dove andate in viaggio di nozze?-
-oh, da nessuna parte.. staremo in giro per la Gran Bretagna, forse un giretto in Francia e Italia ma non sono sicura, lui si è rimesso abbastanza, ma non voglio che si stanchi, Henry ha la scuola, e poi… io… beh…- disse accarezzandosi il piccolo pancino appena appena prominente.
-cosa? Congratulazioni! Da quanto…-
-tre mesi e mezzo circa-
-lasciati abbracciare ancora, non credevo volessi altri bambini- disse David
-eh..anche questa è una lunga storia, dai ragazzi sistematevi, ci vediamo dopo che ora vado a portare una camomilla a Regina prima che uccida qualcuno-
 
-Emma, Cara, hai visto Eithan in giro?- chiese Cora arrivando dalle cucine mentre David e Mary Margaret stavano salendo le scale principali.
-sapevo che era uscito con Killian, ci sono problemi?- chiese preoccupata, quando Cora arrivava cosi all’improvviso lei si preoccupava sempre, quella sensazione di quel giorno quando la fece partire in fretta ancora non le era passata.
-no, tesoro, no tranquilla, mi serviva per chiedergli alcune cose prima di domani, lo chiamerò al cellulare, vai prosegui le tue cose piccola- dicendo cosi Cora si allontanò leggermente accigliata.
Da quando Emma sapeva che Eithan e Cora erano amici di vecchia data e anche collaboratori non riusciva proprio a stare tranquilla sentendoli cercarsi a vicenda.
 
Decise di non pensarci dopo un profondo respiro e di salvare il giardiniere dalle grinfie di Regina.
-ehi sorella… vieni con me..-
-non ora Emma, non vedi, no, no… no ti ho detto più a destra… ora quello rosso cosa c’entra qui? Non vedi che è tutto bianco, crema e blu? –
-Regina?-
-Oh scusami, tutto bene ? è che voglio che sia tutto perfetto-
-lo è perfetto, è tutto meraviglioso.. e poi..- si soffermò a sorridere prima di continuare a parlare – è tutto meravigliosamente..- Regina la interruppe – blu.. è tutto meravigliosamente nei toni nel blu dei suoi occhi, lo so, me lo ripeti spesso..-
-oh..ops, è non posso farci niente…-
-so anche questo, basta guardarti l’anulare sinistro per capirlo…-
-ok, qualcuna oggi è particolarmente stressata, dai andiamo a prenderci qualcosa di buono dalle cucine-
-qualcuna oggi è particolarmente felice invece…- disse maliziosa Regina
-beh, si un pochino-
-e a cosa dobbiamo questa felicità? A domani? Ad un regalo? Mmmno… ad una romantica mattina col tuo… cosa….pirata?-
-puoi dirlo… lo so come lo chiami sai…-
-oh.. beh.. puoi darmi torto? Anche se.. dopo tutto non lo è veramente.. è stato capace di riprodursi ancora.. pero’ è accaduto prima del disastro effettivamente….-
-REGINA!!!-
-oh dai Emma, su.. in questo ultimo mese si è ripreso, è tornato normale, era trasparente prima, era l’ombra di se stesso, non gli serviva l’eyeliner aveva gli occhi cerchiati di nero naturalmente, non puoi dirmi che non fosse un rottame…-
-è vero non posso dirtelo, ma lo amo anche cosi, e tra qualche tempo tornerà più bello di prima.. ma dimmi un po’ di August invece… perché non vi separate più…-
-solo se andiamo a mangiare qualche dolcetto facendo arrabbiare terribilmente lo chef !! E se mi confessi cosa ti rende cosi allegra oggi-
 
 
 
 
Il castello offriva molte opportunità per il matrimonio, la cerimonia nella cappella adiacente il muro di cinta vicino al cancello con ancora le grate di una volta, ed un ampio e magnifico giardino su più livelli, ma nel caso avesse piovuto,  conoscendo le condizioni atmosferiche di quei luoghi, anche la sala principale era stata predisposta per ospitare il ricevimento aprendo le porte della biblioteca per lasciare spazio alle danze.
Ma proprio per le opportunità che offriva grazie alla vastità degli spazi, non era stato possibile controllare il personale come avrebbe dovuto essere fatto, ed un giovane uomo relativamente alto dai capelli castani si era aggiunto al personale.
 
 
 
 
***
 
 
 
-Emozionato?-
-mah un po’ si, ma più che altro incredulo… finalmente… finalmente lei..-
-sarà tua sulla carta…-
-e non solo-
-lo era già tua, dai tempi di quando eravate ragazzini, anche se per me non sembra esser passato poi tutto questo tempo.. e a parte che se non fosse stato per…-
Killian mise una mano sulla spalla del padre – non dirlo, non mi importa più, ho ritrovato lei, ed ho ritrovato te, non mi importa di niente altro, ho Henry e tra qualche mese arriverà una principessa, non credo di voler pensare ancora al passato papà-
-hai ragione, ma come sai che sarà una bimba, non è presto?-
-beh lo so, ne sono sicuro-
-come io ero sicuro che tua madre aspettasse un maschietto e quanto si arrabbiava quando le dicevo che avrebbe avuto i suoi occhi….-disse Eithan malinconico lasciando cadere il discorso con un sorriso , immergendosi nei suoi ricordi. Ricordi di quei giorni passati ad ammirare Helena  che si teneva il pancione felice come non lo era mai stata e rammaricata come non lo era mai stata prima.. per Brennan.
 
 
Killian si girò per guardare fuori dal finestrino dopo avergli ulteriormente sorriso, per perdersi nei suoi sogni di uomo finalmente felice e completo.
Aveva un bambino meraviglioso con cui sperava di recuperare tutto il tempo perso, avrebbe avuto una moglie, la sua Emma, e questo lo rendeva cosi felice che sentiva scoppiargli il cuore… in silenzio, senza dire nulla a nessuno, senza lasciar trasparire il minimo affanno, non aveva intenzione di sopportare nessuno a rovinargli quel’emozione fantastica che era sentirsi esplodere le tempie dai battiti veloci perché la sua Emma, oltre ad essere sua, tra qualche tempo gli avrebbe dato una piccola principessa, ne era sicuro, non vi erano dubbi, sarebbe stata una bambina.
Sognava ad occhi aperti sui lunghi capelli dorati che avrebbe avuto la bambina e sperava negli occhi verdi, come quelli di Henry, affinchè potesse vederla sempre riflessa nei suoi figli.
 
La macchina viaggiava in silenzio mentre il paesaggio li accompagnava verso casa.
 
 
Quella sera dopo aver cenato tutti insieme, riso, raccontato situazioni strane e divertenti dei futuri sposi con tanto di imbarazzanti silenzi, Killian portò Emma sulla terrazza che si affacciava sul giardino, terrazza che Regina si era raccomandata di non sporcare perché il giorno dopo sarebbe servita per annunciare gli sposi agli invitati.
-Regina in qualità di organizzatrice è un mastino peggio dell’infermeria di Londra, lo sai amore, si?-
-tu non hai visto Regina organizzare una sfilata Killian, chiedi a tuo figlio…-
-mio figlio, suona benissimo detto da te, è fantastico – disse dandole un bacio sulla nuca e accoccolandola a sé mettendole le mani sul piccolo pancino – Emma, voglio essere presente alla prossima ecografia, non voglio che tu mi escluda da niente, mai più-
-non volevo escluderti, stavi ancora male, alla prossima ci sarai, promesso-
-grazie amore mio-
-e di cosa?-
-di tutto questo, non sai quanto mi stai rendendo felice-
-allora, grazie anche a te capitano, non sai quanto ti sia grata di essere tornato dalla tempesta-
-non potevo lasciarti sola, e senza di te non sarei mai stato capace di trovare la strada del ritorno-
-sei un ottimo capitano, certo che l’avresti trovata-
-tu sei il mio faro nella notte Swan, senza di te avrei lasciato le onde trascinarmi giù nel fondo-
 
Non gli permise di aggiungere altro, si girò lasciandosi sempre aderente al suo corpo e lo baciò con ardore e trasporto, voleva fargli capire che non poteva permettersi di lasciarli soli,mai più.. e lui comprese il senso di quel bacio nel momento in cui sentì quel pancino ancora sottile ma turgido premergli sul suo ventre.
La vita che portava Emma in grembo aveva bisogno di lui, e lui non si sarebbe mai più arreso.
 
 
 
-Ehi! Voi due, basta.. da domani sarete ufficialmente autorizzati a smielare, ma adesso no, coraggio a dormire che non voglio la sposa con le occhiaie-
-e delle mie occhiaie non ti preoccupi?-
- le hai da più di due mesi, ormai ti hanno preso tutti per un panda, fanno parte del completo- disse Regina sghignazzando e rientrando nel la sala da pranzo, senza dar modo a Killian di ribattere.
-è vero che sembro un panda?- chiese sconcertato ad Emma.
-beh diciamo, che non è che hai ancora un ottimo colorito…-
-mi presti un po’ di trucco per domani? Non vorrai che dicano che ho perso il mio fascino vero?-
-il tuo fascino può andare in pensione ora che ci sono io-
-ma tutte le mie ammiratrici?-
-oh Killian sei impossibile, vai a dormire- disse lei allontanandosi
-dormiamo nella stessa camera Swan, te lo ricordi?-
-no, stasera dormi da un’altra parte, ho già fatto spostare le tue cose, buonanotte capitano affascinante!-
-non chiamarmi affascinante, quello è David, io sono il temibile..-
-il temibile panda proveniente dai mari del nord…- disse Clarke entrando nel campo visivo di killian appena Emma fu rientrata.
-grazie, non ci mettere anche tu, da quanto ci stavi spiando?-
-non ti stavo spiando Killian, ma lo sai…-
-e da quando mi dai del tu?-
Clarke sbuffo leggermente, ma non per noia o stizza, era allegro – tuo padre mi ha dato la promozione che aspettavo da tempo, ma non ho accettato, voglio restare con voi-
-mi ha raccontato, mi ha detto che ci tenevi, noi dovremmo essere senza più problemi adesso, perché non accettarla?-
-perché voglio lavorare con tuo padre, e la vostra famiglia ormai è la mia-
-capisco, mi fa piacere in verità, ormai senza di te tra i piedi mi sento solo..- disse ridacchiando.
Clarke lo abbracciò e per un attimo Killian sentì l’affetto dell’uomo come se lo stesse abbracciando Liam, e barcollò esitante, sentendosi strano a quel contatto ed a quel pensiero.
 
-forza ragazzo, domani è un gran giorno, vai a riposarti-
-ti ci metti anche tu adesso?-
-no, lui fa solo quello che deve, davvero Killian, vai a dormire, domani sarà una giornata impegnativa, non vorrai sentirti male sul più bello- lo rimbeccò il padre appena arrivato
Killian alzò le braccia in segno di resa e rientrò in casa scalciando sassi invisibili.
 
-allora Clarke, sei diventato sentimentale?-
-no, è che….-
-lo so, manca anche a me, forse quando due anni fa ho pensato di aiutarti mettendoti alle costole di Killian non ho fatto la cosa giusta-
-no, signore, no…-
-su via basta con questo signore..almeno adesso-
-si, bene, no sono felice che l’abbia.. che l’hai fatto capo.. davvero, nessun risentimento, sono davvero felice-
-bene, andiamo a dormire, controllato il perimetro? Tutto in ordine?-
Clarke rispose di si con un cenno e rientrarono chiudendo l’ampia vetrata.
 
 
Fuori qualcuno con il pass del personale osservava da lontano la vita che sembrava risplendere in quel castello e giurava di porre fine alla felicità che ne traspariva, come una delle persone lì dentro aveva fatto con la sua vita, almeno cosi credeva.
 
 
***
 
 
Emma si svegliò molto presto quella mattina, pensava di non riuscire a chiudere occhio invece dormì profondamente e molto bene anche, si chiese se Killian avesse dormito o meno, aveva voglia di chiederglielo ed istintivamente si girò dal suo lato del letto, ma era vuoto, già lo aveva mandato a dormire altrove, per non fargli vedere il vestito.. “queste  tradizioni..” pensò con aria sconsolata.
Si mise una mano sulla pancia, e sussurrò con un sorriso un dolce buongiorno a quel piccolo rigonfiamento.. “se solo Killian sapesse..ma c’è tempo ancora…” disse tra sé e sé… pensando al momento in cui glielo avrebbe detto.
 
 
Killian non aveva chiuso occhio quella notte, per buona pace delle sue già collaudate occhiaie.
Vagò come un fantasma per il castello fino quasi al mattino, nella stanza degli ospiti non voleva proprio andarci, ma verso l’alba anche se il nervosismo lo sorreggeva gli occhi gli si chiudevano da soli mentre ancora vagava.
Si poggiò ad un muro, la sua era una gran paura? Si chiese di punto in bianco. Desiderava questo momento da molto tempo ed ora era insicuro, non dei suoi sentimenti, quelli li conosceva da molto ormai, era insicuro sui sentimenti di lei.. Sapeva che lo amava, sapeva che nulla si era assopito di quello che c’era stato, ma lei lo desiderava davvero?
Non riusciva a togliersi dalla testa che se non fosse stato per… forse non lo avrebbe sposato cosi in fretta… tutto girava nella sua testa vorticosamente che non si rese conto di scivolare lentamente sul pavimento, finchè David sentendo dei rumori fuori dalla sua stanza non lo vide e non lo tenne in piedi.
-Jones?- disse sottovoce – che ti succede amico, ti senti male? Hai bevuto?-
Killian alzò la testa ed aprì gli occhi – no David non ho bevuto e non mi sento male –
-bene allora spiegami perché stavi svenendo, di solito sono le spose quelle svenevoli non i futuri mariti…-
Si tirò su, si liberò della presa di David e lo guardò con sdegno – non sono svenuto, non stavo per svenire, grazie dell’aiuto, cammino da solo- e così dicendo si diresse verso la sua stanza cercando di non barcollare dal sonno.
-per me ha bevuto- disse a Mary Margaret appena arrivata sul ciglio della loro porta
-per me è solo un ragazzo che sta tirando le somme e si sta spaventando-
-dici che lascerà Emma sull’altare?-
-no, non dirlo nemmeno per scherzo David! Però qualcosa lo turba-
-E’ rientrato in stanza, rientriamo anche noi, è  presto-
 
Killian si buttò sul letto e finalmente la stanchezza prese il sopravvento sui pensieri che albergavano la sua mente senza sosta.
 
 
 
***
 
 
 
Regina piombò nella stanza di Emma verso le 9 con il vestito in mano, con la cameriera per la colazione, con Mary Margaret  e con uno stuolo di truccatori e fotografi  che avrebbero reso indimenticabile ogni singolo momento in ogni singolo senso disponibile.
-il tuo pirata si è già fatto vivo? Devo mettere qualcuno di sentinella alla porta affinchè non entri?-
-no, veramente non l’ho visto-
-l’ho visto io, questa mattina alle 5 girava per i corridoi.. era distrutto-
-girava per i corridoi?- chiese Emma stupita
-su, su non c’è tempo di pensare a quel damerino, qualcuno andrà a raccogliere i cocci-
-Regina! E se non sta bene? Lo sai che… Regina vai a vedere… altrimenti vado io!-
-No, no no nononono, tu ferma qui e preparati, vado io, vado a vedere con i miei occhi e mi porto il cellulare cosi gli scatto una foto e te la mando al volo-
Non diede il tempo di dire nulla a nessuno dei presenti che schizzò via verso l’altro lato del corridoio dove doveva stare la stanza degli ospiti.
Bussò delicatamente un paio di volte, poi più forte, poi fortissimo, e poi entrò  e basta.
-Jones?  Ehi Jones? Damerino? – poi sospirò e si avvicinò al letto –Ehi Killian.. svegliati-
Per un attimo si fermò e trattenne il fiato, poi lo vide respirare e si rilassò mandando via quella catastrofe di pensieri che le erano venuti in un secondo.
Provò a scuoterlo leggermente –Killian è il grande giorno svegliati-
Killian aprì leggermente gli occhi, cercò di mettere a fuoco chi fosse davanti a lui e come vide Regina balzò cosi velocemente che lei non fece in tempo a tirarsi indietro e le diede una gran testata
-Regina!! Che dolore, che ci fai qui?-
-sottospecie di panda in estinzione.. stai più attento… non pensavo fossi anche cosi maldestro.. anche se forse avrei dovuto aspettarmelo.. è tardi JONES devi prepararti-
A queste parole lui si ributtò giù e dandole le spalle  le disse –non farò tardi tranquilla ora va- 
-sei insopportabile- disse alzandosi stizzita con la mano ancora sulla fronte dolorante, mentre lui dalla sua posizione rideva in silenzio dell’accaduto.
 
 
***
 
 
Emma fece il suo ingresso nel salone dalla grande scala accompagnata da Cora, gli invitati erano tutti li per ammirarla, il suo vestito era strepitoso a detta di David, era un perfetto misto di stili, non troppo stretto come i vestiti moderni nè troppo ampio come quelli tradizionali, il suo color avorio era arricchito sul fondo da scintillanti fiorellini ricamati nella stessa tinta del vestito con qualche accenno di azzurro tra un petalo e l’altro.
il corpetto era interamente e finemente ricamato con qualche filo d’oro ad impreziosire il disegno, le piccole spalline fiorate ed un modesto ma molto elegante diadema adornava la chioma raccolta in una morbida coda abbocco lata, ogni cosa richiamava il bouquet, mughetto, rose champagnine e non ti scordar di me rendevano Emma un quadro di eleganza e bellezza unici.
 
 
Killian era all’ingresso della cappella con Eithan al suo fianco che cercava di tenerlo fermo
-smettila di andare avanti e indietro, si sentirai male sul più bello se non ti calmi-
In quel momento il ragazzo si immobilizzò vedendola arrivare, e smise di respirare, era ancora più bella e splendente di quanto potesse immaginare, era la sua sposa, era sua.. non riuscì a far altro che ammirarla.
Appena arrivata di fronte a lui le sussurrò che era bellissima, e le porse il braccio per entrare insieme, e riprese colore sulle guance.
 
 
La cerimonia fu splendida secondo molti degli invitati, le musiche e l’atmosfera erano magiche e gli sposi sembravano essere usciti da un mondo incantato.
 
 
Al ricevimento tutto procedeva tranquillamente, il pranzo era stato magnifico ed era giunto il momento di cambiarsi per la festa serale, quando quell’uomo dai capelli castani invece di proseguire a rassettare come gli era stato detto di fare si rifugiò dentro al castello con una valigetta.
 
 
 
 
-Balla con me Emma-
-veramente abbiamo già ballato molto e le scarpe iniziano a farmi male-
-toglile Swan, sei la sposa, puoi farlo-
-ma cosi divento molto più bassa di te, e potrei sporcare il fondo del vestito e..-
-Regina non te lo perdonerebbe? Andiamo è il tuo vestito, il tuo matrimonio, puoi fare quello che vuoi-
-e va bene- Emma si tolse le scarpe ed iniziò a ballare di nuovo con un Killian mai visto cosi felice prima, quando arrivò Eithan che gli rubò la sposa dopo neanche due minuti – mi concedi l’onore di ballare con la tua principessa?-
-solo per questa volta- disse lasciandogli prendere la mano di lei e allontanandosi verso i tavoli.
-allora principessa, che te ne pare?- le chiese volteggiando al ritmo di un vecchio valzer
-è tutto meraviglioso-
-gli hai detto già il tuo piccolo segreto?-
-oh come fai? Dove hai.. cosa?-
-su bambina, non potrei fare il lavoro che faccio… quindi ancora non sa, beh.. è sicuro che sia una bimba-
Emma arrossì e sorrise
-è cosi?- chiese lui
-non ne sono ancora sicura veramente-
 
Poi uno sparo squarciò l’aria ed Eithan si sentì mancare.







angolo dell'autrice: buonasera a tutti, forse questo capitolo è troppo lungo e troppo smielato.. pero' volevo che il loro giorno fosse speciale, che ci fosse un po' d'atmosfera e spero di esserci riuscita.. eh... non finisce benissimo, ma... vedremo il prossimo cosa accadrà..
ci sono ancora un pochino di cose da sistemare, spero di riuscire a riordinarle tutte.
allora intanto vi ringrazio per leggere numerosi e per le recensioni, che grazie al quale a volte traggo spunto.. specialmente per il modo di impostare il capitolo successivo, e per alcune parole che mi hanno colpita :)
spero di leggervi presto.
baci
E.
   
 
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