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Autore: Crepuscolina13    28/06/2016    2 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci ritrovammo nella stessa identica posizione in cui ce ne eravamo andate.

Io e Regina di fronte, accanto alla finestra, solo che fuori non era più sera ma eravamo in pieno giorno, non avevo idea di quanto tempo fosse passato, se ore o giorni e la rosa che Regina mi aveva donato adesso stava per terra, aveva perso due petali ma rimaneva comunque bellissima.

Ci guardammo negli occhi, profondamente, senza parlare e sorridemmo. Io un sorriso più strambo e buffo, lei un sorriso più delicato e conciso.

Pochi centimetri dividevano l'una dall'altra, poi Regina si chinò, raccolse il fiore e me lo porse.

Lentamente aprì la mano e lei attentamente, scrutando nei minimi dettagli quello che stava per succedere la poggiò sul mio palmo e quella rimase li.

Non cadde per terra perché io adesso ero reale, costituita da carne ed ossa, viva, concreta.

Sempre lentamente le sue dita accarezzarono delicatamente le mie.

Per tutti gli altri questo semplice gesto poteva sembrare insignificante, ma per noi questo straordinario seppur minimo contatto valeva molto e per questo la nostra pelle si riempì di brividi ed io sentì una scossa attraversarmi da capo a piedi.

Non eravamo in un sogno, non era colpa di nessun incantesimo, era tutto reale e se io faticavo ancora a crederci non osavo immaginare come si sentisse Regina.

Con più sicurezza la sua mano avvolse la mia e finalmente sentimmo la consistenza l’una dell'altra.

La sua pelle non era liscia come mi sarei aspettata, era dura, ruvida ma non era qualcosa di spiacevole, anzi, se una regina aveva delle mani di quel genere significava che sapeva cosa voleva dire la vita, che non sempre nella sua esistenza era stata servita e riverita e tutto questo era vero, le sue mani erano un immagine rimpicciolita della sua anima.

A questo punto mi sarei accontentata di poter stringere le sue mani per sempre.

Ma per una volta ricordai a me stessa che adesso non c’erano più ostacoli, io e lei eravamo libere di stare insieme e nessuno ce lo avrebbe impedito, neanche la mia natura.

Ci sorridemmo ancora e sentì i miei occhi pizzicare ed inumidirsi, probabilmente avrei pianto per l’ennesima volta.

A questo punto pensai che ci saremmo baciate, ed ero emozionata a questo pensiero, sarebbe stato il nostro primo vero bacio, senza sogni, senza magia, senza luoghi strani, solamente un normale bacio che le persone normali usavano per esprimere il loro amore in un modo diverso da quello che facevano le parole.

Lei invece, come al solito mi stupì, con la mano con cui mi stava accarezzando mi trascinò velocemente fuori dalla stanza.

Il corridoio era vuoto così continuò a trascinarmi in giro finché non trovò una cameriera che stava pulendo il vetro di una finestra.

Non domandai cosa avesse in mente perché probabilmente lo avevo già intuito.

-Riesci a vedere la donna che mi sta a fianco?- chiara e concisa.

La donna sobbalzo di spavento e strabuzzò gli occhi quando vide chi aveva di fronte.

-Vostra maestà cosa….-

-Riesci a vedere la donna che mi sta a fianco?- ripeté spazientita anche se potevo notare come si stesse sforzando per comportarsi in un modo al quanto meno più educato possibile.

-Si certo- rispose con voce ovvia, un po' confusa da quella insolita domanda.

Io le feci un cenno con la mano per salutarla, ero un po' in imbarazzo visto anche che la donna si era messa a squadrarmi.

-Grazie- le rispose Regina sorridendole genuinamente e non degnandola più di alcuna attenzione, poi prendendomi sempre per mano mi trascinò di nuovo in stanza.

Sulla via del ritorno incontrammo un giovane uomo che stava trasportando un vaso dall’area pregiata.

Lui appena la vide gli fece un leggere inchino ma lei non prestò attenzione a quei convenevoli.

-Riesci a vedere la donna che mi sta a fianco?- chiese emozionata.

-Si vostra maestà- rispose l’uomo confuso e questa volta Regina non lo ringraziò ma gli donò un sorriso che quasi lo abbagliò.

Ci voltammo per entrare in camera, la porta si trovava a pochi metri da noi ma l’uomo ci fece una domanda.

-Come mai ha le ali?-

Regina si rigirò a guardarlo, poi scoppiò a ridere ed aprì la porta richiudendola a chiave una volta che fui entrata anche io.

-Non ci credo, sei reale!- esclamò estasiata continuando a ridere, forse per la faccia buffa che aveva fatto il servitore quando mi aveva vista meglio.

Non potei fare a meno di guardarla, sembrava ringiovanita, come se adesso avesse un piccolo sole sopra la testa che gli illuminasse il viso di una luce genuina.

Forse era proprio quella la descrizione giusta, lei risplendeva.

-Sei felice?- chiesi non smettendo di sorridere, ero felice perché lei era felice, ma ero felice anche per me stessa.

-Si- rispose smettendo di ridere e facendosi seria.

Anche io assunsi la sua espressione, solo che io avevo una faccia da ebete mentre invece lei era bellissima.

L’aria intorno a noi si caricò di elettricità, come se stesse per scoppiare una tempesta di pioggia e fulmini.

Regina cercò di alleggerire la situazione cambiando discorso.

-Credo che sarebbe saggio celare le tue ali con un incantesimo sai..-

Ma io non le prestai attenzione, avevo già aspettato abbastanza.

Con un solo passo azzerai la distanza che c’era tra noi e la baciai.

Non oppose resistenza e non si lamentò dell'interruzione.

Mi gustai a pieno quel primo vero bacio.

Non era molto differente da quelli che ci eravamo scambiate nei sogni o nella mia casa eppure era così diverso, così nuovo.

Come se avesse assunto una fragranza ed una consistenza maggiore.

O forse era solo perché adesso era tutto vero.

Regina mi abbracciò stretta ed io cominciai ad accarezzarle un braccio mentre la mia mano teneva inclinata la sua testa in modo che il suo collo fosse a portata di bocca.

Lei sorrise sulle mie labbra e mi invase il respiro con il suo profumo.

Quel gesto mi diede la spinta di cui avevo bisogno, così la mia mano si staccò dal suo braccio per andarsi a depositare sulle sua schiena, salì fino al collo trovando così ciò che desideravo.

Lentamente tirai un filo e il fiocco che legava il vestito si sciolse, adesso avrei solo dovuto scogliere altri tre nodi per avere libero accesso alla sua schiena nuda ma un barlume di coscienza si rimpossessò di me.

Era chiaro ad entrambe dove saremmo arrivate ed era ovvio che entrambe lo desideravamo eppure io avevo il bisogno di avere una conferma.

-Scusami Regina io non ti ho neanche chiesto se tu vuoi...- abbassai la voce arrossendo e lei smise di baciarmi confusa.

-Cosa c'è?!- domandò dolcemente accarezzandomi una guancia con la mano.

-Ecco prima di fare la prima mossa avrei dovuto chiederti se tu volessi..-

-Mi stai chiedendo il permesso di fare l'amore con me?- chiese divertita arrivando subito al dunque.

Pronunciò quelle parole con leggerezza, quasi con superficialità eppure sapevo che non era così, che anche lei era emozionata tanto quanto me

-Si ecco scusami..-

-Perché ti stai scusando? Non devi...sai chiedere il permesso per fare queste cose- mi fermò imbarazzata.

-Si invece, scusami adesso sto rovinando tutto ma la mia natura mi impone di chiedertelo perché altrimenti mi sembrerebbe troppo sbagliato e dopo...- lei mi stoppò con un bacio.

-Emma tranquilla, non andare nel panico, non c’era bisogno che tu me lo chiedessi ma se ti fa stare meglio ti rispondo volentieri, hai il mio più totale consenso per procedere a quello che stavi facendo- rispose un po' divertita.

Io abbozzai un sorriso finto ed abbassai gli occhi.

Avevo sentimenti impazziti dentro di me, ed anche se era stupido, ci rimasi un po' male per il modo in cui mi aveva risposto, come se io fossi una buffa bambina.

Fortunatamente ormai viaggiavamo sulla stessa lunghezza d’onda e lei capì che qualcosa non andava.

Mi prese per il mento e mi sussurrò in volto:

-Non imbarazzarti, sei stata molto tenera e dolce, ed io sono innamorata anche di questa tua parte pura ed innocente- quelle parole bastarono per farmi ritrovare il sorriso.

All’improvviso si fece seria.

-Però adesso ti pregherei di continuare a spogliarmi, sono un tantino impaziente- sorrisi a quelle provocanti parole e non me lo feci ripetere un’altra volta.

Lentamente, per farle un dispetto, la spinsi verso il suo enorme letto ma prima sciolsi gli ultimi fiocchi rimasti legati dietro la sua schiena.

A quel punto il vestito cadde a terra e Regina rimase solo con una leggera e molto trasparente sottoveste.

Inghiotti la saliva in eccesso.

Rimasi ad adorarla per numerosi secondi.

Era troppo bella.

Lei resasi conto del mio stato confusionario prese in mano la situazione e si accinse a sciogliere i nodi del mio abito bianco.

Mi fece cenno di girarmi ed io lo feci.

Gli diedi la schiena e lei delicatamente aiutò le mie ali ad uscire dall'abito, ovviamente colse l'occasione per accarezzarle, poi anche il mio vestito cadde ai miei piedi ed io rimasi completamente nuda.

Le sue mani presero il mio bacino e mi fecero girare.

Quando i nostri occhi si rincontrarono capì che anche la sua mente era fuori uso.

Allungò una mano che tremava, come se avesse paura di toccarmi, e la poggiò sul mio petto, poi chiuse le palpebre e si godé il momento.

Riavvicinai i nostri corpi e la baciai esplorando la sua bocca con la lingua, i suoi occhi rimasero chiusi ma la sua mano scese sul mio seno sinistro.

Brucianti scariche di fuoco partirono da quel punto ed il mio corpo fu scosso da un brivido distruttivo.

Continuai a baciarla e delicatamente la feci stendere sul letto, io mi misi sopra di lei guardandola dall'alto.

Regina come richiamata da qualche voce misteriosa aprì gli occhi e inaspettatamente si fusero con i miei.

Eravamo state colte di sorpresa, non eravamo preparate ed entrambe rimanemmo senza fiato.

Lei distolse lo sguardo e si dedicò ad esplorare il mio corpo, io feci lo stesso.

-Sei bellissima- pronunciò schiarendosi la gola secca.

Io arrossì.

Non ricordavo se me lo avesse mai detto, ma anche se fosse stata la milionesima volta per me sarebbe stata come la prima, perché il tono di voce e il linguaggio segreto dei suoi occhi rendevano il momento unico ed irripetibile.

-Anche tu-

Lei si tirò a sedere lasciandomi un veloce bacio a fior di labbra, poi invertì le posizioni ma prima si tolse l'unico pezzo di stoffa che ancora rimaneva a coprire il suo corpo.

Come avevo sempre sospettato il suo seno era perfetto.

Rotondo, morbido e grande, e la sua pelle era così chiara che mi invitava ad assaggiarla.

Inoltre quel punto faceva contrasto con la sua pelle abbronzata, producendo così l'effetto ottico di sottolineare ancora di più le meraviglie che si ritrovava.

Il suo ventre non era piattissimo come avevo sempre immaginato eppure quel leggero filo di carne rendeva tutto ciò ancora più invitante.

Con una scintilla negli occhi si fece avanti, si mise a cavalcioni sul mio ventre e sorridendomi poggiò le labbra sul mio capezzolo che prima era stato solo accarezzato dalla sua mano.

Non osai chiudere gli occhi per non perdermi una tale bellezza.

Cosi mi morsi un labbro emettendo un mugolio di piacere.

Regina a quel richiamo alzò lo sguardo e si incantò ad osservare il mio viso, immerso nelle prime onde di piacere.

-Sei così....angelica- sussurrò non trovando altre parole per descrivermi.

-Ed io ti amo- risposi assetata.

Assetata di acqua ma sopratutto di lei.

Mi misi seduta e la baciai ancora affondando le mie mani nei suoi capelli, poi passai al suo collo, torturandolo con baci e morsi e lei si lasciò sfuggire alcuni gemiti che mi entrarono nelle orecchie e si espansero in tutto il corpo accendendomi come una candela.

Le sue mani non rimasero inermi e mentre una prese ad accarezzare le mie ali l'altra scese lentamente lungo il ventre finché non trovò quello che desiderava.

Io smisi di leccare il suo collo per respirare a bocca aperta, ero a corto di ossigeno e mi aggrappai a lei per non cadere sul letto mentre le sue mani presero ad accarezzarmi nel centro delle mie gambe, li dove ne avevo più bisogno.

Quella notte vivemmo come in un sogno, quella definizione poteva far ridere viste tutte le circostanze che ci avevano portato ad essere lì in quel momento, eppure era vero, vivemmo il sogno più bello di tutti.

Quando ci rilassammo sotto le coperte senza fiato Regina mi sfiorò le labbra per poi poggiare la testa sopra il mio petto.

-E' stato bellissimo-

-Si è vero-

Io avevo le mani nei suoi capelli che le massaggiavo l'obo dell'orecchio, lei invece si divertiva ad ascoltare il mio respiro mentre la sua testa faceva su e giù insieme al mio petto.

Restammo così per cinque minuti e sentì la stanchezza penetrare nei miei muscoli.

Dovevo ancora scoprire bene tutti gli effetti e tutti i cambiamenti che il mio corpo aveva subito e capì subito che d'ora in poi avrei dormito sul serio.

-A fra poco- sussurrò lei con la voce assonnata.

-No in realtà...- prima di continuare la frase feci in modo di guardarla negli occhi, così lei si appoggiò su un gomito per osservarmi mentre io rimanevo sdraiata sul cuscino.

-Regina adesso non sono più il tuo angelo custode, non devo più entrarti nei sogni- lei rimase con la bocca leggermente spalancata.

-Emma a proposito di questo...sei sicura?? Cioè io non mi sento molto cambiata e per tutti sono ancora la Regina Cattiva- disse insicura esponendo i suoi dubbi.

-Regina ascoltami, so che sei spaventata, anche se non lo ammetterai mai, ma tu sei davvero cambiata in questo mese, non te ne rendi conto perché insisti a negarlo a te stessa, ma prendi anche semplicemente il fatto di aver ringraziato quella domestica, prima non lo avresti mai fatto-

La osservai in volto e capì che ancora non era convinta.

-Ma come fai a saperlo, come fai ad esserne così sicura?- chiese ancora con voce tremante.

-E’ successo prima, anche se prima è un po' superficiale come indicazione di tempo, ma è successo quando hai riabbracciato Henry per la prima volta, qualcosa dentro di te è scattato, l’ultimo seme che l’oscurità aveva piantato dentro di te è morto, adesso restano solo le erbacce da estirpare e poi ne sono convinta perché mi fido di te-

Finalmente abbozzò un nuovo sorriso a quelle parole.

-E se dovessi ricadere nelle tenebre?- domandò cercando di non guardarmi negli occhi ed io le strinsi una mano.

-Allora io continuerei a starti accanto ed ad aiutarti, adesso che ti ho trovata non ti lasciò più-

Finalmente si rilassò e tornò a posare il capo sopra il mio petto.

-Adesso dormi, ma domattina non spaventarti se non mi trovi, devo andare a sapere chi sarà il mio nuovo protetto, spero di ritornare prima del tuo risveglio- le spiegai accarezzandole i capelli.

-Dici che dovrei esserne gelosa?- brontolò facendo tremare i miei polmoni.

-Mh dipende- risposi dubbiosa.

-E da cosa?!- domandò scandalizzata.

-Se sarà uguale identica a te allora si, altrimenti non c’è competizione-

Lei rise e quella risata rimbombò nella mia cassa toracica, essa fu come un leggero massaggio dall’interno che contribuì a rilassarmi ancora di più.

Presto ci addormentammo e per la prima volta non avremmo condiviso un sogno.

E per la prima volta ci saremmo svegliate l’una accanto all’altra, con un bacio del buongiorno pronto ad essere donato.

  
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