Capitolo 5
Saltai, aprii gli occhi e
sentii una
sensazione di gelo, “ehi, che succede?” chiese Chris ancora
insonnolito,
“niente… tranquillo, torna a dormire” dissi accarezzandogli il viso,
“no che è
successo?” chiese mettendosi su un fianco, “un incubo” dissi battendo i
denti
dal freddo, “piccola… vieni qui” mi abbracciò e mi tenne stretta a sé,
“ci sono
io, non succede nulla” riprese dolcemente, “aspetto che ti addormenti e
poi mi
addormento io” promise, “va bene” sussurrai, lo sentii respirare piano
e presi
il suo respiro, mi riuscii ad addormentare subito.
Sentii una mano togliermi i capelli da davanti il viso e spostarli
dietro le
orecchie, sussurrava parole dolci, e così continuai a fingere di
dormire, mi
godei il momenti delle sue mani e i suoi occhi su di me, aprii gli
occhi piano
piano, lo vidi guardarmi, “ciao amore” dissi allungando la mano per
accarezzargli il viso, lui si avvicinò, mi diede un bacio e mi
accarezzò,
“amore, hai la febbre” disse posando la mano sulla mia fronte, “ma che
stai
dicendo?” chiesi in preda al terrore, “sì, scotti” disse porgendomi
anche il
termometro, “38.3” annunciò, “cazzo” dissi portando le mani sul viso,
“senti,
tu rimani a letto oggi, ci penso io a te” disse sparendo, “sì sì
tranquillo, so
dove sei andato” urlai senza successo, non uscì la voce, “allora,
questa è la
colazione, Dodger l’ho portato già fuori, e fra poco vado a prepararti
il
pranzo” disse sorridente, “grazie” lesse il labiale, “ti è andata via
la voce?”
chiese, annuii e lui mi accarezzò, “vuoi che ti vado a comprare delle
tachipirine?” chiese preoccupato, annuii, “allora fai colazione io
intanto
vado” uscì velocemente, e io feci colazione, la prima colazione a letto
della
mia vita, e c’era anche una rosa, “sono tornato” urlò, una freccia,
“tachipirina” disse porgendomela, “preservativi” e li mise nel
cassetto, “e
queste sono cose per la gola” disse porgendomele, prese il tavolino
portatile e
lo riportò in cucina tornando con un bicchiere d’acqua, presi la
pasticca, la
ingoiai e bevvi l’acqua. Si sdraiò accanto a me e mi coprì, “come
stai?” chiese
dolcemente, “bene” risposi con un filo di voce, mi spruzzai il
medicinale che
mi aveva preso per la gola, mi schiarii la gola e cercai di parlare
riuscendo,
mi squillò il telefono, “pronto” rispose Chris, “No… Sta male, ha la
febbre, se
vuoi glielo dico, ah ok… ora te la passo” disse passandomi il telefono,
“pronto” dissi con un filino di voce, “Nicki sembri uscita
dall’oltretomba,
comunque ti devo dare una notizia bellissima” disse Amanda con una voce
felice,
“dimmi” dissi sforzandomi di parlare, “ho un ritardo di una settimana”
disse
urlando, “davvero?” mi sforzai di urlare ma fu una voce normale e senza
alcuna
felicità, “stavi cercando di urlare?” chiese ridendo, “sì” risposi, “ok
dai,
stai male, ti lascio al tuo crocerossino, se mai ti vengo a trovare più
tardi”
e attaccò, posai il telefono sul comodino e tirai Chris a me, lo
baciai, “che
ti prende?” chiese con un sorriso malizioso, mi ci misi sopra, “bhè se
è questo
l’effetto della febbre” disse mettendomi le mani sui fianchi, gli tolsi
la
maglietta e lui mi guardò pieno di passione, gli abbassai anche le
mutande
insieme ai pantaloni e li tolsi, tolsi i miei pantaloni e cominciai a
muovermi
sopra di lui, lo feci entrare e lo guardai ansimare, presi il
preservativo dal
cassetto e lo aprii, mi alzai e glielo misi, “sei pratica” scherzò,
“shhh”
ritornai su di lui e lo sdraiai, mi mossi veloce e poi lenta, mi mise
una mano
dietro la schiena e mi girò, ero sotto di lui, ansimavamo entrambi, mi
baciò,
mi prese la mano e la tenne salda al lato del mio corpo, e l’altra mano
la usò
per accarezzarmi la guancia, venimmo insieme e lui si buttò sopra di me
privo
di forze, “è sempre più bello con te” disse accarezzandomi i capelli,
rimasi in
silenzio e gli accarezzai i capelli, “Chris…” sussurrai, mi accarezzò
il mento
e mi sorrise, “mi sta scendendo la febbre, vado a preparare il pranzo”
dissi
cercando di alzarmi, “no. Tu rimani a letto, se vuoi ti accendo la tv”
disse
alzandosi, “ma non mi va di stare a letto” mi lagnai, “ci stai” disse
autoritario, accese la televisione e uscì dalla stanza, brontolai,
brontolai
molto.
“Nicole ho chiamato mia madre e le ho detto che stasera non si può
fare,
misurati la febbre” disse scoprendomi, “dove eri andato?” chiesi
abbracciandolo, “stavo fuori al balcone a chiamare” disse afferrando il
termometro, “o la misuri tu, o lo faccio io” disse minaccioso, lo
scaricò e me
lo passò, lo misi sotto il braccio e mi sdraiai, “36.8” annunciai
togliendolo,
“fai sentire” disse avvicinando la bocca alla mia fronte, “sì,
effettivamente
sei fresca ora” mi diede ragione e mi baciò, “allora sono le tre del
pomeriggio
e tu non esci di casa, che si fa?” chiese dolcemente, “mmm… una mezza
idea ce
l’avrei” gli accarezzai il petto e lui sorrise, “forse anche io ne
avrei una”
disse sorridendo, “non è come la mia…” dissi delusa, “no… è… un film,
vuoi
vedere un film?” chiese ridendo, “Chris non sono malata terminale, ho
la
febbre, anzi tra l’altro non la ho più e poi prima lo hai fatto”,
“Nicole non
voglio che ti scopri ok?” disse serio, “aaah smettila” dissi
incrociando le
braccia, mise un film pietoso di quelli da sabato pomeriggio, nessuno
dei due
lo stava vedendo, lui con il telefono in mano e io a togliermi le
doppie punte.
Si girò e mi baciò la spalla, poi salì e mi baciò il collo, “No Chris,
non mi
va che ti scopri” dissi spingendolo via, rise, “ride, ma che si ride,
bah” mi
alzai e andai in bagno, lo sentii ridere anche dal bagno, quando uscii
me lo
ritrovai davanti, mi caricò sulla spalla stile Fiona di Shrek e mi
buttò sul
letto, “rido perché sei buffa” disse sdraiandosi affianco a me, “senti
ma
questo film, ci pagano per vederlo?” chiesi annoiata, “assolutamente
no” cambiò
canale e mise tre uomini e una pecora, gli piaceva rideva e a me
piaceva
vederlo ridere. Cominciai a baciargli il collo e la mascella, poi salii
vicino
all’orecchio, sussultò, e lo sentii accelerare il respiro, allungai una
mano
sulla sua coscia e gliela accarezzai, lui fece lo stesso, mi baciò con
foga, mi
aprì le gambe e ci si mise in mezzo, “non devi provocare” disse
baciandomi il
collo, suonò il campanello della porta, “vado io?” chiese, lo guardai,
“meglio
che vada io” risposi ridendo, si mise a ridere anche lui e annuì,
“Amanda…”
dissi ridendo, “Chris?” chiese preoccupata, “è in camera” dissi
indicando la
camera da letto, “ah… ho interrotto qualcosa?” chiese colpevole, “no,
stavamo
giusto facendo una partita a carte” rispose sarcastico Chris, arrivò in
salone
e si mise seduto sul divano, “scusate, è solo che volevo vederti” disse
guardandomi, “va bene, vuoi qualcosa?” chiese Chris ridendo, “un
bicchiere
d’acqua per favore” chiese Amanda, lo guardammo sparire in cucina e lei
mi guardò
a lungo, “che c’è?” sussurrai, “bhè senza maglietta è ancora più…”
disse
cercando la parola, “Amanda posso tranquillamente ucciderti” fingendomi
gelosa,
o forse non era tanto una finta, “la tua acqua” annunciò Chris, “Dodger
sta
così tranquillo? Gioca con i suoi pupazzi e non disturba?” chiese in
imbarazzo,
“sì, è un cane a modo” scherzò Chris, “anzi ne approfitto che c’è
Amanda per
portarlo fuori” annunciò prendendo il guinzaglio, “sì, ma mettiti la
maglietta
campione” dissi tirandogliela, “come siamo gelose” scherzò dandomi un
bacio,
“fra poco torno” disse chiudendo la porta dietro di lui, “sei
consapevole che è
uscito con Dodger subito dopo pranzo?” chiesi ridendo, “sarà un cane
che la fa
più volte” fece spallucce, “no, voleva lasciarci sole” sorrisi, “che
tenero”
disse portandosi le mani al cuore, “senti dimmi… ieri quando mi ha
attaccato in
faccia poi?” chiese maliziosa, “poi niente, abbiamo fatto le nostre
cose e
siamo andati a dormire” dissi in imbarazzo, “eeee…” mi incalzò, “Amanda
non
parlerò delle dimensioni del mio ragazzo” risposi acida, “quanto ti
piace dire
che Chris è il tuo ragazzo” disse ridendo, “l’hai fatto il test?”
chiesi
cambiando argomento, “no, aspetto che siate tutti riuniti, tu, Chris,
Zac,
Ryan, Maya” sorseggiò la sua acqua, “l’hai fatto tutto l’appello?”
chiesi
ridendo, “che stronza” rise anche lei, “spero tanto che sia positivo”
disse
sognante, “senti, ma appena torna Chris gli chiedo se potete venire
tutti a
cena qui, così lo fai no?” chiesi tenendola occupata, non avrebbe fatto
più
domande se avrei invitato tutti, “sì, va bene” annuì, la porta si aprì
e Dodger
si buttò nella sua cuccia, “Ei” chiamai Chris, facendolo avvicinare,
“dimmi” mi
mise la mano sulla guancia, “ti va se stasera vengono tutti a cena?”
chiesi
“certo” rispose sorridendo, “io vado a fare dei giri, per che ora ci
vediamo?”
chiese Amanda, “quando volete, siamo qui” risposi, si alzò, “vado” aprì
la
porta e la chiuse dietro di sé. “Qualcosa mi dice di non fare domande”
disse
ridendo, “bravo” risposi alzandomi dalla poltrona, “allora non le farò,
però
dimmi solo se avete fatto discorsi da donne” disse ridendo, “diciamo”
dissi
dirigendomi in cucina, presi un bicchiere d’acqua, “ah grazie” mi tolse
il
bicchiere e lo bevve lui, “sei scorretto… molto scorretto” dissi dando
un colpo
al bicchiere da sotto, lo feci bagnare, “vuoi la guerra?” chiese
ridendo,
cominciai a correre, e lui corse dietro di me, saltai sul letto e lui
mi
afferrò per i pantaloni, “ti ho presa” disse facendomi cadere sdraiata,
“non
farmi male” piagnucolai, “assolutamente” rispose, cominciammo a fare la
lotta,
mi mise a testa in giù con le braccia e le gambe bloccate, “lo
rifarai?” chiese
ridendo, “certo” risi, “ah sì?” rispose alzandomi con un braccio,
“mettimi giù”
gli diedi le botte sulla schiena ma non ne sentì neanche una,
“Chris…mettimi
giù” cinguettai, “ringrazia che hai avuto la febbre, senno ti facevo la
doccia”
disse ridendo, “tanto me la devo fare” risposi mentre mi metteva giù,
“la
pagherai, molto cara” disse ridendo, “accetto la sfida” dissi
porgendogli la
mano, mi tirò a sé e mi baciò, “rifaccio il letto, mi vado a fare la
doccia,
metto a fare la lavatrice, e tu sistemi tutto in salone e in cucina
ok?” chiesi
staccandomi da lui, “e non mi ospiti sotto la doccia con te?” si finse
offeso,
“no” risposi, “che cattiveria pura” rispose prendendomi da dietro, “lo
sai che
poi ci metteremmo sei anni a fare tutto” dissi girandomi, “vero”
ammise,
“perciò, vai di là” lo spinsi nel corridoio e lo sentii andare in
cucina,
rifeci il letto e mi andai a buttare sotto la doccia, vidi lo
spazzolino di
Chris, le sue cose da lavare, sorrisi da sola e lo sentii bussare,
“entra”
urlai, “potrei prenderlo alla lettera, comunque, sto cucinando io, e ho
già
apparecchiato, se devi stendere chiamami che lo faccio io” disse
massaggiandomi
le spalle, “che uomo” lo schernii, “fai poco la sveglia Walker” disse
dandomi
uno schiaffetto sul collo, “mi alzi le mani Evans?” chiesi offesa,
“eeeeh per
uno schiaffetto” disse ridendo, risi anche io e uscii dal bagno,
spazzai a
terra e aprii un po’ la finestra del balcone per far entrare aria
fresca,
suonarono il campanello. “Eccociiii” un coro di quattro voci urlarono
all’unisono, “buonasera” risposi chiudendo la porta alle loro spalle,
“allora,
che si mangia?” chiese Zac, “devi chiedere al cuoco” risposi indicando
la
cucina, “allora… Chris, se la cava come fidanzato?” chiese Ryan,
“diciamo che è
quasi perfetto” risposi venendo rapita da Maya che mi tirò fino in
camera da
letto, “voglio i dettagli” disse minacciosa, “di cosa?” chiesi, “di
quello che
è successo questi giorni” disse ridendo, “siamo stati insieme” risposi
scrollando le spalle, mi accorsi che la televisione era rimasta accesa,
la
spensi, “si quello lo avevo vagamente intuito sai? Dico come si
comporta?”
domandò sedendosi sulla sedia vicino la finestra, “benissimo, e questo
mi
spaventa” risposi sedendomi ai piedi del letto, “perché?” chiese
confusa,
“perché andiamo spaventosamente d’accordo, in tutto, Maya, non fa
niente che mi
dia fastidio” risposi sorridendo, “bhè non sei contenta? Hai l’uomo
perfetto”
disse toccandomi i capelli, “sì, ma ho paura di scoprire che fa delle
cose che
odio troppo in là, quando non potrò dire che mi ci voglio abituare”
risposi,
“non le fa le cose che odi, i culi non li guarda, lo scemo con le altre
non lo
faceva da single pensa se sta con te, e in modi sembra un principe
delle volte,
parla tutto educato e con un timbro pacato, ti vizia, fisicamente ci
sta ogni
cosa, e poi… credo che se ancora non ti sei lamentata, anche quello
funzioni o
no?” chiese dolcemente, “anche tu a dire che il fisico di Chris ci sta?
Ma che
avete?” chiesi fingendomi arrabbiata, “avanti… non puoi negarlo,
comunque hai
capito cosa ti ho detto?” chiese toccando ancora i miei capelli, “sì ho
capito,
e funziona tutto non ti preoccupare, ma se dovessi scoprire che in
realtà è
fissato con qualcosa?” chiesi preoccupata, “tipo sesso anale e orale?
Tutti gli
uomini Nicki, se lo ami giungi a compromessi, certo se è proprio un tuo
limite
no… ma ogni tanto puoi farlo non morirai” disse ridendo, “no in quel
senso… ma
tu e Amanda siete fissate con il sesso tra me e Chris?” chiesi nervosa,
“e
allora di che fisse parli?” chiese incrociando le braccia, “ma che ne
so… so
solo che è troppo perfetto, e lo conosco da quando sono nata,
praticamente se avesse
difetti li conoscerei no?” chiesi, “l’unico difetto?” chiese, “che è
famoso,
che lo tastano e che porca Eva prima o poi qualcuna la faccio a
pezzettini”
dissi alzandomi di scatto, “ecco… qui ti volevo, a te non va giù che è
un
attore, perché per te è sempre stato il Chris coglione che ti ha sempre
detto
tutto, perché tu sai come è lui fuori dai riflettori, ma se fossi stata
una fan
per te sarebbe stato normale toccare ogni suo angolo corporeo, non lo
fanno con
malizia alcune, lo fanno perché è un modo per realizzare che lui c’è, è
lì,
l’hanno visto” disse accarezzandomi la spalla, “concediglielo, tu lo
vivi in 24
ore, loro se ci parlano un minuto sono realizzate per i prossimi sei
mesi, se
lo toccano è giusto” proseguì, “perciò se fossi tu, non faresti una
piega”
chiesi, “assolutamente no, ma manderei giù il rospo, come quando mi
torna a
casa sporco di olio per motori o di Dio solo sa cosa e ti giuro lo
ucciderei”
disse ridendo, “ma non lo tocca nessuno” risposi seria, “ma ci sono
quelle
gatte morte che fingono di non sapere neanche dove si mettono le marce
pur di
toccare il suo di cambio” disse ridendo, “non mi consoli, ieri per poco
non
tiravo il telefono di una sulle sue gengive” risposi andando in bagno,
“gelosina eh” mi diede una gomitata per giocare, “le odio tutte” dissi
ridendo,
presi i panni da stendere e mi diressi fuori al balcone, “ti aiuto”
disse
prendendo le mollette, “ma l’asciugatrice?” chiese ridendo, “non mi
piace, mi
rovina tutto… e allora l’ho venduta” risposi scrollando le spalle, “sei
proprio
storta” disse ridendo, “comunque stai tranquilla, ha occhi solo per te,
e ne so
qualcosa” disse stendendo insieme a me, “che ne sai?” chiesi curiosa,
“ma sai
quante volte mi diceva che non sapeva come fare con te? Dimenticarti
non se ne
parlava e di dirti tutto non se la sentiva, però non riusciva a trovare
un’altra che fosse come te, che fosse come lui… ha sempre detto che voi
siete
stati uniti da qualcosa di strano, perché quando sei nata tu i suoi
genitori si
sono conosciuti con i tuoi, una volta mi ha detto che se avesse creduto
in
qualcosa di superiore avrebbe creduto ad un miracolo” disse afferrando
la
maglietta di Chris, “vivete insieme ormai?” chiese ridendo, “eh? Ah…
eh… sì”
farfugliai, “sai l’ho sempre voluto, un amore come il vostro, essere
migliore
amica di una persona e poi scoprire di essere pezzi di uno stesso
puzzle e di
essere perfettamente combacianti” disse sorridendo, presi i boxer di
Chris e
sorrisi, “ma che ti ridi, aaah i boxer” chiese allusiva, “no stupida, è
che
questi l’ho comprati quando Dodger era cucciolo, perché la mattina
quando si è
svegliato ha trovato tutte le mutande bucate e masticate a terra, e mi
chiamato
disperato chiedendo di portargliene un paio” risi, lei mi seguì, “tu
non hai
ricordi senza Chris vero?” chiese guardandomi ammirata, presi una
sigaretta dal
suo pacchetto e la accesi, “sì… ma non sono belli come quelli con lui”
risposi
guardandolo dal balcone, parlava con Zac, Ryan e Amanda, “se mi vede
che sto
fumando mi uccide” dissi ridendo, “al massimo la passi a me, tanto l’ho
buttata
adesso” disse scrollando le spalle, “dai entriamo” dissi entrando dalla
cucina,
mi buttai su Chris e lo abbracciai, “ei, che succede?” chiese
stringendomi,
“niente” risposi rimanendo abbracciata, “tra poco è pronto” disse
accarezzandomi
i capelli, “Nicole, Maya… mi potreste accompagnare in bagno?” chiese
Amanda
prendendo la borsa, “vado” diedi un bacio a Chris e andammo in bagno.
“Siete
due stronze, non ci si comporta così” disse Amanda, “come?” domandammo
in coro,
“vi siete isolate a parlare, e neanche a dire facciamola venire, no…
basta
dirlo se non mi volete” era offesa, “Amanda, potevi venire, non ti
avremmo
cacciata via, io credevo che volessi rimanere di là, ho preso Nicole
per
chiederle come andava” si giustificò Maya, “faccio il test se è
negativo vi
uccido, se è positivo vi amo” disse ridendo, “e allora sarà positivo”
risi,
“come funziona fai la pipì sul bastoncino e poi lo chiudi?” chiese
Maya, “sì”
risposi specchiandomi, “quanto devi aspettare?” chiese Maya, “quindici
minuti”
disse Amanda chiudendo il tappo, “e lo aspettiamo mentre mangiamo
vero?” chiese
Maya, “per forza ho una fame assurda” aggiunse, tornammo in salone e
poggiò la
scatola nella borsa, “eccoci” ci annunciò Amanda, “oh bene” rispose Zac
prendendo Maya per il fianco, “devo dire una cosa” disse Amanda, “qui,
c’è il
test di gravidanza e tra quindici minuti uno di noi lo guarderà” disse
seria,
“Ryan per logica” disse Maya, “no… uno che non è coinvolto” disse
sorridendo,
“no uno di voi due” risposi io secca, cominciammo a mangiare, “Chris
vuoi
vederlo tu?” chiese poggiandogli una mano sulla sua, Maya mi diede una
gomitata, “no” rispose alzandosi, “bhè allora lo guarderà Nicole” disse
sorridendo, “fammi pensare… no” risposi portando il piatto a Chris in
cucina, “vuoi
spiegarmi perché Amanda ti ha detto di guardare il test a te?” chiesi
seria,
“non lo so” rispose incrociando le braccia, “siete stati a letto
insieme?”
chiesi “no Nicole, sei matta? Non lo so che le è preso” rispose, “serve
una
mano ragazzi?” Chiese Maya urlando, “ok… qualcuno sa dirmi perché se ne
è
uscita così?” chiese seria, “no… l’unico che può saperlo è Chris”
brontolai,
“ti ho già detto che non lo so” rispose serio, “stammi lontano” dissi
tornando
di là sorridendo, “questo è tuo Zac, tuo Ryan” porsi i piatti davanti
ai
ragazzi, “questo è per te Amanda” lo sbattei davanti a lei, “Nicki che
hai?”
chiese guardandomi, “nulla” risposi sorridendo, “sono passati 15 minuti
guardo…” annunciò guardando il test, “è positivo” urlò buttandosi su
Ryan, ci
congratulammo tutti e poi tornò seduta, l’avrei volentieri uccisa per
quello
che aveva fatto poco prima, “amore, vado a prendere l’acqua in frigo”
mi disse
Chris dandomi un bacio sulla tempia, non risposi, ero totalmente
incazzata con
lui.
Finimmo di cenare e Chris mi aiutò a sparecchiare, “non essere
arrabbiata con
me” ruppe il silenzio Chris in cucina, “dimmi perché dovresti vedere tu
il suo
test di gravidanza, potresti essere il padre?” chiesi sussurrando, “no,
Nicole…
per l’amor del cielo sono innamorato di te da una vita, ti pare che
vado a
letto con una delle tue migliori amiche, per altro fidanzata con uno
dei miei
amici?” chiese serio, mi prese la mano e la strinse, “credimi” mi
guardò negli
occhi e capii che non stava mentendo, annuii e continuai a sistemare le
cose,
“vado a fumare” annunciò Amanda uscendo fuori dalla finestra, “ne
parliamo
dopo” mi sussurrò all’orecchio, tornammo in salone e fingemmo che non
fosse
successo nulla.
“Si è fatto tardi, e domani abbiamo appuntamento con il fiorista” disse
Zac alzandosi,
“ci vediamo domani sera?” chiese a Chris, “Sì, poi ci mettiamo bene
d’accordo”
rispose stringendogli la mano, salutai Maya, “chiamami domani
pomeriggio, e
parliamo un po’” sussurrò, “andiamo anche noi” disse Ryan, Amanda prese
la
borsa e ci salutò, “a domani” dissi chiudendo la porta. “Mi credi?”
chiese
Chris abbracciandomi da dietro, “sì” risposi, “se ci fossi andato a
letto lo
sapresti no? Eri la mia migliore amica prima” disse girandomi verso di
lui,
“Chris, non mi interessa, voglio solo che non succeda mai più” lo
abbracciai
stringendolo e lui mi strinse ancora di più a sé. “Mi vado a mettere il
pigiama” dissi sciogliendomi dall’abbraccio, “va bene” sorrise e mi
lasciò
andare, si sedette sul divano, io entrai in bagno, mi misi una
maglietta blu
semplice e un pantaloncino grigio, mi sedetti affianco a lui, appoggiai
la
testa sulle sue gambe, “ma… se io ti dicessi che mi ha chiamato tuo
padre?”
chiese vago, “quando?” chiesi alzandomi di scatto, “ieri, mi ha detto
che mi
vuole parlare” disse spostandomi i capelli da davanti al viso, “a te? E
che
vuole dirti?” chiesi, “non lo so, ma sembrava preoccupato” disse serio,
“quando
ci parlerai?” chiesi, “domani, mattina” precisò, “e poi mi farai
sapere?”
chiesi, “certo” rispose teneramente, “certo, sono anni che non mi vede,
e
chiama te per parlare, mi sembra giusto” dissi, “ei, è tuo padre, non
puoi
odiarlo per sempre, si è vero ha sbagliato, hai ragione, voleva importi
troppo,
ma lo faceva per te” disse sorridendo, “io non ce la faccio a non
odiare la mia
famiglia, mi ha lasciata al verde, a 19 anni in una città che non
conoscevo, ho
dovuto costruirmi tutto da sola, ho dovuto imparare a mie spese cosa
sia vivere
da soli, ho dovuto imparare a dormire al buio in una casa dove ero
sola” mi
uscì tutto di getto, “hai imparato anche che niente ti è dovuto però”
disse
piegando la testa di lato, “ero viziata secondo te?” chiesi, “Nicole,
sì, eri
viziata in tutto, un po’ colpa dei tuoi, un po’ i miei, un po’ io”
disse
accarezzandomi il viso, “Chris, tua madre è la mamma che ho sempre
voluto”
dissi abbracciandolo, “ma è mia” scherzò, “quando vai da lei?” chiesi,
“non lo
so, voglio che venga anche tu” disse stringendomi a se, “va bene poi
vediamo
quando Grace torna” dissi pensierosa, “andiamo a letto?” chiese
tirandomi su,
“sì…” risposi alzandomi, mi sdraiai a letto e aspettai che lui
arrivasse,
“Chris?” lo chiamai, “dimmi” disse entrando, “dove stavi?” chiesi, “al
bagno,
posso?” chiese ridendo, “no” risposi scherzando, “dai vai a dormire
Walker”
disse dandomi una spintarella sulla spalla, “Evans ti butto giù dal
letto e ti
faccio dormire con Dodger” dissi spingendolo senza successo, mi guardò
ridendo,
“ah ah, riprova” disse ridendo, mi sforzai, “te la fai sotto se ti
sforzi di
più, non hai forza” disse ridendo, “ah ah ah” finsi una risata, “guarda
come si
fa” disse spingendomi, caddi a terra senza neanche accorgermene, “sei
una merda
Evans, sei una merda” dissi cercando di rialzarmi, “vuoi una mano?”
chiese
ridendo, “no…” risposi salendo di nuovo sul letto, “per logica ora
dovresti
andare a dormire con Dodger” disse ridendo, “tra cani vi capite” mi
schernì,
“meglio cane che Chris Evans” risposi ridendo, “oh oh 1.1 Walker scala
la
vetta, ma cadrà? Chi lo sa?” mi spinse di nuovo ma non caddi perché mi
prese
prima, “sei veramente una merda” dissi ridendo,“direi che la giornata
si può
concludere” sussurrai, mi accoccolai sul suo fianco e lui mi strinse,
“buonanotte amore” mi baciò, “buonanotte” lo imitai e chiusi gli occhi.
Lo
sentii respirare e il battito del suo cuore mi cullò in un sonno
profondo.