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Autore: Gaia_dc    29/06/2016    2 recensioni
Ziva David doveva ancora compiere i 17 anni, quando un attentato nel suo paese d'origine, Israele, mise in allarme il padre, Eli David, il direttore del Mossad, che la mandò , insieme con il resto della famiglia, in America. Ziva è riservata, anche troppo, e non sa quanto riuscirà a resistere lontano da casa, senza affetti e senza i suoi... Amici... Se tali si possono definire!

Tony DiNozzo ha 17 anni, frequenta il penultimo anno del liceo e si definisce uno "Spirito libero". È il capitano della squadra di basket dell'Anacostia High School, è il ragazzo più popolare della scuola, i compagni di squadra sono i suoi migliori amici, ed esce con le cheerleader... Potrebbe desiderare di meglio?
Sì... Solo quando si renderà conto che lui non è come tutte quelle persone che lo circondano, e che forse, i suoi veri, unici amici sono Abby Sciuto e Tim McGee...

E se un giorno Tony e Ziva si incontrassero e decidessero di mettere il proprio cuore l'uno nelle mani dell'altra?
E se proprio quando sembra andare tutto per il meglio, qualcuno ha ordini precisi dall'alto, di dover tornare a casa? Ma ormai casa è l'Anacostia High School!
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abigail Sciuto, Anthony DiNozzo, Timothy McGee, Un po' tutti, Ziva David
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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STUPIDE ANGOSCE



“McGee può ritenersi un uomo morto!”
Esordì Abby, dopo aver tirato un sospiro di sollievo per il risultato del test:
 
Non incinta.
 
“Come hai intenzione di fargliela pagare?”
Si divertì Ziva.
 
“Non gliela voglio far pagare… Semplicemente mi voglio divertire…”
Rispose con un ghigno.
 
“Oh poveri noi… O meglio… Oh povero McGee!”
Rise l’amica.
 
 
 
 
Poco dopo, Abby era tornata a casa, e stava progettando il suo piano per divertirsi con McGee, che intanto, insieme a Tony, cercava una soluzione al misfatto combinato.
 
Una volta rimasta sola con i suoi pensieri, Ziva si ritrovò stesa sul letto a fissare il soffitto. Cosa voleva Tony da lei? Davvero voleva solo portarla a letto? Davvero voleva solo testare la sua bravura?
 
Era convinta che non fosse così! Conosceva Tony per quello che era veramente, non quella maschera che indossava tempo fa quando era con i suoi compagni di squadra… O meglio… Ex compagni di squadra… Per lei aveva lasciato il basket, perché non poteva fare affidamento su un team che non aveva nulla a che fare ormai con lui! Ed ora infatti si doveva preparare per andare, con Abby e McGee ai suoi allenamenti di piscina.
 
 
 
 
“Abby…”
 
“Lo so Tim…”
Abby lo fermò subito in tono preoccupato
 
“Mi… Mi dispiace…”
 
Abby stava per scoppiare a ridere, e a giudicare dalla sua faccia che cercava di trattenere le risate, anche Ziva nascondeva il viso tra le mani.
 
“Ho detto che lo so, Tim…”
 
“Hai controllato se…”
Domandò in imbarazzo, e non sapendo come comportarsi con la ragazza che amava, ma alla quale probabilmente aveva causato un trauma che si sarebbe ricordata a vita!
 
“Se sono incinta? Sì, ho controllato…”
 
Dal tono che stava usando, McGee intuì che qualcosa era andato storto, ed impallidì subito.
Ziva lo notò e non potendo fare a meno di trattenersi, soffocò la risata mascherandola con la tosse.
 
“Scusate… Continuate pure… Io… Mi faccio da parte!”
Rispose alzandosi ed allontanandosi. Ma nel preciso momento in cui svoltò l’angolo, si trovò appoggiata al muro, a ridere come una bambina divertita.
 
“Ma che belle guanciotte dolci abbiamo qua…”
Tony arrivò in quel momento, notando la sua allegria.
 
Indossava semplicemente un costume blu notte a pantaloncino molto attillato che metteva in evidenza i muscoli delle cosce e dei suoi addominali perfetti.
 
“Pronto per gli allenamenti?”
Domandò lei.
 
“Avendoti qua, preferirei fare altro, ma visto che altrimenti vengo cacciato dalla squadra, meglio se adesso entro in acqua…”
Rispose lui lasciandole un leggero bacio a fior di labbra, e cingendole la vita.
 
“Allora non me lo dici perché ridevi così tanto qua dietro tutta sola?”
 
“Abby e Tim…”
Rispose sorridendo.
 
“Ah… Te l’ha detto Abby… Certo che il pivello ha fatto proprio un bel casino! Tu sai qualcosa di più… Cioè intendo… Sai se per caso Abby… Cioè…”
 
“Se è incinta? Sì… Sì so qualcosa in più!”
Rispose lei voltandosi per tornare dai suoi amici.
 
“No, no! Tu non vai da nessuna parte se prima non mi dici quello che sai!”
Le sussurrò al collo prendendola da dietro, e stringendola al suo petto nudo.
 
Ziva sorrise, sentendosi al sicuro tra quelle braccia.
 
“Mi spiace, ma le informazioni costano!”
Disse con uno sguardo malizioso, ma non fece in tempo a finire la frase, che Tony appoggiò le sue calde labbra su quelle di Ziva, inumidendole con la lingua, gesto che la fece rabbrividire.
 
Tony spostò le sue mani dal viso della sua amata alle sue gambe per poterla prendere in braccio, ed approfondire ancora di più il bacio.
 
Poi lentamente i due visi si allontanarono, sorridendosi a vicenda, con una luce negli occhi.
Ziva aveva ancora gli occhi chiusi, e Tony ne approfittò per posarle un altro baciò sul naso che la fece ridere ancora una volta.
 
“Lo sai, potrei vivere anche solo di questi momenti!”
Confessò lui a bassa voce.
 
“Anche io, Tony!”
Rispose in tutta sincerità.
“Ma tanto non ti dico niente…”
Aggiunse rimettendo i piedi per terra, e tornando da Abby e McGee, lasciando Tony con un sorriso arreso sul volto.
 
“Non potrei vivere senza di te!”
Le disse sorridendo, quando era ormai troppo lontana per sentirlo.
 
 
 
 
“Abby, mi dispiace… Era la tua prima volta, e l’ho trasformata in un incubo… probabilmente non vorrai più vedermi, ma io devo sapere se… Se io… Se tu… Se noi potremmo avere…”
 
“Avere un figlio?!”
Abby lo fissò negli occhi. Stava mentendo, e si stava anche divertendo, ma Tim doveva capire quello che aveva combinato, e quanto fosse stato irresponsabile.
 
“Allora… Glielo hai detto?”
In quel momento arrivò Ziva, che assecondando l’amica, aveva assunto un tono più cupo.
 
“Detto cosa?”
Scattò subito McGee.
 
“Oh… Deduco che ancora… Ok vi lascio altro tempo… Vado a vedere se Tony…”
 
“No, no, Ziva… Non ti preoccupare”
La fermò Abby.
“Meglio che ci sia qualcun altro che mi aiuti a prenderlo nel caso svenisse”
 
E quella frase non lasciò dubbi.
 
“Svenire? Perché dovrei sveni…”
Si fermò. Comprese quello che stava succedendo, ed anche se avrebbe voluto piangere, allontanarsi, fare finta che non fosse successo nulla, sapeva che non poteva lasciare l’amore della sua vita per una sua stessa dimenticanza.
 
Cercò di ricordare le raccomandazioni di Tony, che gli aveva vivamente consigliato di comportarsi da uomo, ed incoraggiare Abby in qualunque scelta avrebbe voluto prendere. Così, riacquistò lucidità, si tolse dal viso quell’espressione da ebete, e sorrise.
 
“Tranquilla, piccolina… Andrà tutto bene! Vedrai che riusciremo a trovare una soluzione… Capita a molte coppie…”
Provò ad acquisire un tono calmo, ma l’agitazione era percepibile anche semplicemente da come gesticolava.
 
Ziva ed Abby si guardarono, e sfociarono in una fragorosa risata, lasciando McGee interdetto.
 
“Co… Cosa c’è da ridere…?”
 
“Tim… Non sono incinta!”
Rispose Abby con un sorrisetto indiscreto sul volto.
 
McGee rimase a guardarla fisso negli occhi, senza alcuna espressione, prima di perdere i sensi quasi del tutto.
 
“Sono vivo, sono vivo!”
Esclamò poco dopo.
 
“Tim… Il punto però è che io non posso fidarmi di te! So che sei un ragazzo responsabile, e questa volta siamo stati fortunati, ma non può più accadere una cosa del genere!”
 
“Abby… Abby mi dispiace… Era la mia prima volta, e in quelle occasioni io mi agito, e non so come comportarmi…”
Provò a spiegare, mentre Ziva si mise in disparte lasciando loro altra privacy.
 
“Lo so… È proprio questo il punto… Io non posso più rischiare… Ho solo 18 anni, e non voglio dovermi preoccupare di come si allatta un bambino! Perché… Lo sai… È un bambino… Ed io non abortirei mai… Togli la vita a un bambino… Come puoi privarlo della gioia di…”
Iniziò a divagare.
 
“Abby!”
Le sussurrò Ziva da lontano per farla tornare sull’argomento principale.
 
“Oh si! Comunque, Tim… Stavo dicendo… Che io ti amo, e tu lo sai… Ma non mi posso fidare di te per ciò che è importante per me…”
Continuò a malincuore.
 
“Aspetta che cos…?”
 
“Ciao McGee…”
Gli rispose dandogli un bacio sulla guancia e alzandosi dagli spalti che si affacciavano sulla piscina, per andare via.
 
“No… No Abby…”
McGee sentì gli occhi inumidirsi, e il cuore andare in frantumi.
 
Fece per alzarsi, correrle incontro, fermarla, dirle che non sarebbe successo mai più, e che avrebbe imparato, che avrebbe anche chiesto aiuto a Tony, che avrebbe fatto di tutto pur di diventare più responsabile, ma una mano salda lo afferrò per il braccio.
 
Si voltò, e vide Ziva che lo teneva fermo. Lo fece sedere, e lui continuò a guardarla negli occhi per cercare conforto.
 
“Ziva… Io non posso… Non…”
Rispose appoggiandosi alla spalla dell’amica e iniziando a piangere.
 
“Va tutto bene… Le passerà… È solo spaventata… Ma vedrai che capirà…”
Provò a consolarlo, indecisa se accarezzargli o no  la testa.
 
“Non posso lasciarla andare… Devo farle capire che di me si può fidare!”
Alzò la testa di scatto.
 
“Non ora… Lei adesso ti vede come un bambino irresponsabile, e se la rincorri non farai altro che peggiorare le cose… Prova a fare quello di cui lei ha bisogno, prova a fare l’uomo, prova a prendere questa situazione di torace, e fall…”
 
“Di petto… Prenderla di petto, non di torace!”
La corresse.
 
“Tim! Non è questo il punto!”
Sbuffò.
“Il punto è che adesso devi dimostrarle che sei maturo, sei un uomo, non un ragazzino!”
 
“E che dovrei fare?”
 
“Comportarti come ti sei sempre comportato prima che voi vi metteste insieme… Falle ricordare il motivo per cui lei ha scelto di amare te!”
Gli suggerì in tono dolce.
 
“Ziva…”
Continuò a lamentarsi, tornando a piangere sulla sua spalla.
 
“Ehi Tim… Io mi fido di te, Tony si fida di te, e anche Abby… Devi solo darle un po’ di tempo… Andrà tutto bene, vedrai!”
Continuò accarezzandogli la spalla.
 
Poco dopo, una volta che le lacrime si asciugarono, McGee cercò di distrarsi, ponendo l’attenzione su qualcos’altro.
 
“Però… Sono contento che Tony non faccia più parte della squadra di basket… Erano tutti degli egocentrici insopportabili!”
 
“Non dirlo a me!”
confermò Ziva, ricordando una delle ultime di Ray.
 
“Già… Se Tony non fosse scappato dalla classe, probabilmente Ray ti avrebbe rubato la verginità…”
Rifletté, senza pensare a cosa stesse dicendo realmente.
 
Poi si girò a guardarla ancora pensieroso, e notando la sua espressione si sentì imbarazzato.
 
“Aspetta tu… Tu sei vergine, vero? Cioè lo eri, giusto? Adesso non lo so forse con Tony…”
Iniziò a dire impacciato.
 
“Si Tim… Sono vergine… E no… Io e Tony non abbiamo mai…”
Disse le ultime parole perdendosi nei suoi pensieri.
 
Forse Jeanne non aveva tutti i torti… O meglio… Si sbagliava sul conto di Tony, ovviamente, ma forse non sul fatto che lei avrebbe dovuto darsi una mossa.
 
“Hai paura?”
 
“Cosa? No… Certo che no…”
Fece una risatina isterica che lasciò intuire a chiunque che stesse mentendo.
 
“Tony ti ama… Sta tranquilla che saprà aspettare!”
Furono le stesse parole di Abby, ma per qualche ragione non le bastavano come certezza.
 
 
 
 
Quel giorno, Ziva aveva deciso di spiegare alla madre la sua situazione. Probabilmente non avrebbe mai voluto farlo, ma ne aveva bisogno,  conoscendo sua madre, solo lei avrebbe potuto darle le dritte di cui aveva bisogno.
 
“Mamma…”
Si schiarì la gola, mentre terminavano il loro pranzo.
“Devo… Devo parlarti di una cosa…”
 
“Dimmi tutto Ziva…”
 
“Tali… Puoi salire in camera per qualche minuto?”
Chiese gentilmente alla sorellina che non se lo fece ripetere.
 
“Wow… Qualcosa che non vuoi dire a tua sorella… Devo preoccuparmi?”
Chiese allegramente.
 
“Mamma… Riguarda Tony…”
 
“Ti sei innamorata? Sta’ tranquilla, che anche lui è proprio cotto… Vedrai che…”
 
“No mamma… Cioè si, sono innamorata…”
Disse, sul viso di Rivka sbocciò un grosso sorriso.
“Ma non è questo il punto… Io e lui stiamo già insieme da un mese…”
 
“E perché non mi hai detto niente?”
Fece emozionata.
“Dai forza racconta… Come si è dichiarato? E come si comporta con te? È abbastanza premuroso?”
 
“Mamma…”
Provò a fermarla ma invano.

“Aspetta, ti ha già presentato i suoi genitori?”
 
“Mamma…”
Provò ancora.
 
“Ed come… Si?”

“Niente…”
Rispose alzandosi dal tavolo e uscendo dalla cucina.
 
“Ziva aspetta… Ero solo curiosa…”
 
“Appunto… Io ho bisogno di consigli, non di una mamma curiosa”
 
“Chiedimi tutto, tesoro!”
 
Ziva la scrutò negli occhi… E alla fine cedette.
 
Si sedettero sul divano, e Ziva iniziò a parlare.
 
“Mamma… Ecco… Non so bene come spiegarlo… È solo che io non l’ho mai fatto… Sono ancora vergine… E l’idea di non essere ancora pronta mi spaventa, perché probabilmente Tony non aspetta altro…”
Spiegò, anche se un po’ incerta.
 
“Oh, mia piccola Ziva…”
 
La madre sorrise per quello che la figlia le aveva detto. Stava crescendo, ed era felice per lei. Ma sorrideva anche per un altro motivo. Ziva, sua figlia, si stava aprendo con lei su una cosa tanto importante. Aveva immaginato questo momento sin da quando la portava in grembo, ma dopo gli ultimi avvenimenti, aveva iniziato a dubitare che quel momento sarebbe arrivato.
 
“Ascolta, Ziva… Tu devi sentirti pronta… Non devi sentirti oppressa dal fatto di doverlo fare subito… Se Tony ti ama davvero, aspetterà…”
 
Erano le stesse parole di Abby e McGee, ma sua madre aveva aggiunto il se davanti… Quindi era quello il problema? Era quella la sua paura? Che Tony non l’amasse? Impossibile! Era certa che Tony l’amava…
 
“Ma come farò io ad essere pronta? Come faccio a capire quando lo sono?”
 
“Sarai pronta quando non ti farà più paura l’idea di un unione così forte… Ma non devi essere così angosciata… È una cosa bellissima, e la devi vivere con serenità, o altrimenti diventerà un incubo…”
 
“Già…”
Commentò Ziva, ripensando alla sua amica, ed al trauma che avrà subito…
 
“Mamma… Tu hai mai avuto dei dubbi sulla persona che amavi?”
Non fece il nome di suo padre, anche se sapeva ugualmente che nonostante vivessero molto lontani, nonostante il periodo di Will, e nonostante tutto il resto che ormai è inutile ripetere, i suoi genitori erano ancora sposati… Ziva non sapeva se si amassero ancora, ma e aveva bisogno di sapere che il beneficio del dubbio è sempre lecito.
 
“Certo… Altrimenti non sarebbe vero amore!”
E così dicendo, si alzò dal divano, e tornò in cucina.
 
 
 
 
Intanto, anche Tony era tornato a casa dagli allenamenti, e pranzò insieme al padre.
 
“Papà mi passi il sale?”
 
“Da quanto state insieme?”
Domandò Senior mentre porgeva il sale al figlio.
 
“Di che stai parlando?”
 
“Oh, lo sai benissimo Junior… Parlo di Ziva!”
Rispose divertito, mentre il ragazzo diventava paonazzo.
 
“Come lo sai?”
 
“Lo so adesso! Ma ho sempre saputo che prima o poi sareste finiti insieme… Non potrò mai dimenticare quello che lei ha fatto per la nostra famiglia a Natale”

“Già!”

Sospirò Tony, consapevole.
“Ma comunque non mi convinci!”
Aggiunse.
 
“Okay, va bene… Ti ho sentito parlare con Tim stamattina! E sono anche rimasto sorpreso dalla tua premura, figliolo!”
 
“Sono… Sono contento che tu non abbai nulla in contrario, ma ad ogni modo, non origliare mai più!”

“Non stavo origliando… Eri tu che urlavi!”
Rispose beffardo, facendo ridere il figlio.
 
“Okay, va bene papà…”
 
“Un’ultima cosa Junior…”
Lo fermò.
“Lei ci tiene a te! Vedi di non fare cavolate! E se le fai del male, io farò del male a te!”
Disse in tono molto serio… Tony non l’aveva mai vistò così serio prima.
 
“Non ti preoccupare… È la mia vita, non potrei mai!”
Rispose con altrettanta serietà.
 
“Meglio per te!”
 
“Sembri suo padre…”
 
“Conosco suo padre!”
 
E sentendo quelle parole, Tony mandò giù di traverso il boccone che aveva appena preso, affogandosi.
 
“Tu.. Eh… Tu lo conosci?! Sai che lavoro fa?!”
Domandò allibito.
 
“L’ho conosciuto per un affare… E lui mi ha parlato delle sue figlie… Avevo capito che non doveva essere un padre molto presente, e che, essendo il direttore del Mossad, la sua famiglia doveva aver sofferto abbastanza… Poi un giorno poco prima di Natale, Ziva è venuta qui a casa mentre tu non c’eri, e mi ha detto che sapeva di tu madre… Poi ha detto che sapeva bene cosa fosse la morte, ma che avere dei padri assenti, che non riesci mai rendere orgogliosi, era forse anche peggio! Ho fatto due calcoli… E ho capito!”
 
Tony doveva ancora riprendersi dallo shock, ma appena tornò lucido…
 
“Scusa… Perché non mi hai mai detto che lei è venuta qui a parlare con te?”
 
“Perché lei venuta qui per te, per provare a farti avere un padre migliore… E credevo l’avessi capito dal video di Natale…”
Rispose semplicemente Senior.
 
“Devo andare!”
Si alzò immediatamente dalla sedia… Doveva ringraziare Ziva per tutto quello che aveva fatto.
 
 
 
 
Appena arrivò sotto casa sua, non ci pensò 2 volte, prima di arrampicarsi per entrare nella sua stanza senza farsi vedere da nessuno.
 
La porta finestra che dava sul balcone era aperta, e Tony poté entrare in camera. Si sedette sul letto, aspettando che Ziva entrasse. Poi vide sulla scrivania una foto che non aveva mai visto prima. La ritraeva insieme ai suoi fratelli tra le strade di Tel-Aviv.
 
Mentre la stava osservando, Ziva era entrata nella stanza, senza fare rumore. Rimase sorpresa in un primo momento, ma poi si avvicinò.
“L’abbiamo scattata prima che tutto accadesse…”
Disse sottovoce.
 
Tony si voltò, e quando la vide, la strinse forte a sé.
“Grazie per tutto quello che hai fatto per me… Per la mia famiglia…”
 
“Non ho fatto niente…”
 
“Invece sì!”
Disse Tony, e cominciò a raccontarle quello che le aveva detto suo padre.
 
“Quindi in poche parole, ora in quante persone sanno chi sono veramente?”
Domandò lei sarcastica.
 
“Chi sei veramente? Credo che chi tu sia realmente lo sappia solo Tali…”
Rispose sincero.
 
“Hai ragione!”
Ziva iniziò a pensare. Quella domanda che continuava a frullarle nella testa senza darle tregua, continuava ad assillarla. E solo Tali avrebbe potuto darle l’aiuto che cercava, ma era troppo piccola. Poi continuò a pensare… Anche Tony la conosceva veramente, e soprattutto l’amava, come le aveva sempre dimostrato…
 
“Ma anche tu mi conosci meglio di chiunque altro!”
Aggiunse.
 
“Davvero?”
Rispose con un sorriso.
 
“Si… Ma Tony… Dobbiamo parlare… Devo dirti una cosa”
 
“Dimmi tutto, Occhioni Belli”
 
“È una cosa di cui non abbiamo mai parlato, e non so se sia il momento adatto, ma… Non posso più sopportare questo dubbio”
 
In quel momento Tony capì di cosa volesse parlare, e fece un grande sorriso. Le prese le mani e la guardò negli occhi.
 
“Non cerco quello da te… Non voglio quello… Lo vorrò solo quando lo vorrai anche tu…”
Le disse tranquillamente.
 
“Tony dimmi la verità…”
 
“Te lo giuro Ziva… Io non ne ho bisogno… A me basi tu! Perché ti è tanto difficile crederlo?”
 
“Perché… Perché…”
Ziva non sapeva se dirgli o meno di Jeanne… Ma lui era il suo ragazzo, e doveva sapere!
“Perché pochi giorni fa, Jeanne è venuta a parlare con me…”
 
“Jeanne? Ci avrei scommesso che era lei la causa delle tue insicurezze! Cosa ti ha detto?”
Domandò, mentre con la mente già preparava il discorsetto che avrebbe fatto alla capo-cheerleader.
 
“Ha detto che tu stavi con me solo perché pensavi che in Israele io avessi fatto esperienza… Che volevi solo quello da me, e che se non mi fossi sbrigata…”
Alzò lo sguardo, ed incrociò quello di Tony.
“Te ne saresti andato!”
 
“Non me ne andrò mai, Ziva!”
Disse abbracciandola, e stringendola al petto.
 
“Mai, hai capito?”
Aggiunse guardandola negli occhi lucidi…
 
Lei annuì solamente, e tornò ad appoggiare la testa sul suo petto.
 
“Perché ha detto quelle cose?”
Domandò, mentre Tony continuava ad accarezzarle i capelli.
 
“Non lo so, piccola… Ma si sbaglia… Non sto con te perché hai fatto esperienza in Israele…”
 
Ziva scattò in piedi di colpo.
 
“Ma io non ho mai fatto esperienza! Io sono vergine, Tony! E… E si, ho paura… E non so cosa tu ti aspetti da me… Vedo Abby e McGee, che stanno così bene insieme, poi penso a quello che facevi prima che io arrivassi, e allora non so più cosa devo fare!”
 
“Prima che tu arrivassi non ero nessuno… Andavo in cerca della donna della mia vita, e finivo sempre per rimanere deluso… Ma io lo so che non l’hai mai fatto… Lo so perché sei diversa, perché ti amo, e così ho imparato a capirti! Non so cosa credano gli altri, perché Jeanne va raccontando in giro tantissime stronzate, ed è venuta anche da me, a dirmi che dovevo fare qualcosa… Ma io non ne ho bisogno… Io ho solo bisogno di te, e tutto il resto può aspettare.”
 
“Hai… hai parlato con Jeanne?”
Chiese istintivamente.
 
“Si… È che… Non sapevo neanche io come comportarmi… Non sapevo se lo volessi oppure no… E avevo bisogno di un punto di vista femminile…”
 
“E giustamente vai a chiedere aiuto alla ragazza che mi ha chiuso in uno sgabuzzino, mi pare ovvio!”
Iniziò ad alterarsi.
 
“Non gli ho chiesto aiuto… È solo che quella sera, ero al bar, e l’ho incontrata… Così abbiamo iniziato a parlare…”
 
“Perché non me l’hai detto?”
 
“Non c’era nulla da raccontare…”
Tony stava cercando di mantenere un tono pacato, ma la situazione stava degenerando.
 
“Ascolta Ziva… Come tu hai vissuto questa settimana in modo così angosciante, anche io ho iniziato a chiedermi come mi sarei dovuto comportare… Lei quella sera era lì, e ne ho approfittato per parlarne…”
 
“Tu le hai parlato di noi, senza dirmelo… E magari ne hai approfittato anche per qualcos’altro…”
Sbottò.
 
“Ziva, ma come ti viene in mente?!”
 
“Tony… Esci da casa mia…”
 
“Ma Ziva…”
 
“Ora!”
Cercò di mantenere la calma.
 
“Ziva stai facendo un dramma di qualcosa che non è successo…”
 
“Tony… Te lo ripeto per l’ultima volta: Fuori da casa mia!”
E così dicendo, uscì dalla stanza, mentre Tony rimase imbambolato a metabolizzare quello che era appena successo.
 
 







NOTA DELL'AUTRICE
Ciao a tutti... Ecco il nuovo capitolo... Come avrete capito, ormai non c'è più un giorno stabilito in cui pubblivo, e spero che la cosa non vi crei problemi... Comunque, torniamo a noi.

Un capitolo molto semplice, con McGee disperato per quello che ha fatto, ed Abby che progetta la sua vendetta... E intanto, propriio quando nella vita di Ziva sembra essersi stabilizzato tutto, le sue paure la annientano... Tony ha chiesto aiuto a Jeanne, e Ziva non riesce a capacitarsi di ciò... E forse proprio l'unica cosa che per Ziva era una certezza, l'unico collante che teneva la sua vita insieme... Sta per andare via per sempre... Cosa succederà adesso?

Baci,
Gaia <3

 

   
 
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