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Autore: Darth Ploly    04/07/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo si è fermato. Non riesco a muovermi o a pensare ad alcunché. Il mio cervello prova a dirmi che quel che succede non è vero, che è tutto un frutto della mia immaginazione, ho forse quel cupcake di prima mi ha fatto male … oppure il mio è un delirio finale prima di morire.
Ma no, non è nulla di tutto questo. Il ragazzino osseva incredulo il proiettile in aria balbettando qualcosa che non riesco a sentire. Sopra le nostre teste, sulle scale esterne di una palazzina, Trixie ci osserva con espressione seria, il suo corno illuminato dalla magia.
“Dovresti stare più attenta, Rainbow Dash. Se avessi tardato anche di un solo istante, saresti morta”
È la sua voce, non ci sono dubbi. Mi ritornano alla mente una serie di immagini dal passato: la prima volta che sentii parlare di lei in centrale, la strage dei boss, l’istituzione della squadra speciale, l’ultima sfida, la sua risata alla fine del processo.
“E tu chi cazzo sei?” Il giovane si è girato verso Trixie e la fronteggia infuriato “Si può sapere che cazzo vuoi? Sei una sbirra anche tu?”
“Come? Non mi conosci?” Domanda Trixie sinceramente stupita, e per un solo, breve istante vedo comparirle sul muso il suo vecchio sorriso.
È come se un fulmine mi abbia attraversata.
“Vattene via, idiota! Scappa subito!”
“Stai zitta! Quella bastarda si è intromessa!” Urla ancora e le punta la pistola contro. Trixie ha solo il tempo per dire “Io non lo farei” prima che l’altro spari tutti i suoi colpi.
Prontamente l’unicorno ferma i proiettili nello stesso modo di prima per poi posarli delicatamente al suolo. Il suo avversario digrigna i denti ma non dice più nulla: probabilmente ha capito il suo errore.
Il corno di Trixie si illumina nuovamente e un raggio di luce bianca sfreccia verso il ragazzo, colpendolo in pieno petto. Lui cade a terra senza emettere verso e inizia a muoversi senza controllo, scosso da terribili convulsioni. Corro verso di lui e provo ad aiutarlo, ma ogni mio gesto è impacciato e sconclusionato e riesco appena a sussurrare qualche parola di conforto. Dalla bocca del ragazzo inizia a uscire un rivolo di bava.
“Non c’è bisogno di agitarsi: non l’ho mica ucciso” Dice Trixie scendendo dalla sua postazione “L’ho solo reso inoffensivo per il tempo necessario per portarlo in prigione”
Mi volto furente verso di lei e per un attimo dimentico di star parlando alla criminale più pericolosa che Ponyville abbia conosciuto.
“Prigione? Questo ragazzo sta male! Ha bisogno di aiuto!”
“Oh, Dash!” Esclama come se le facessi tenerezza “È bello vedere che non sei cambiata per niente: questo tuo buon cuore mi ha sempre divertita”
È l’ultima goccia.
Con cieca ira mi lancio contro di lei ma vengo prontamente intercettata e trattenuta con forza a terra da Fluttershy, arrivata appena in tempo per impedirmi di compiere una pazzia.
“Commissario, si fermi! Che cosa vuole fare?”
“La voglio ammazzare!” Urlo ancora fuori de me, ma non mi oppongo al volere di Fluttershy.
Trixie assiste alla scena ridacchiando immobile, poi domanda: “E tu chi sei? Non ti ho mai vista prima”
Senza allentare la presa, Fluttershy si volge verso di lei e risponde con sicurezza: “Agente Fluttershy, della squadra del commissario Dash. Non credevo che ti avrei mai incontrata, Trixie”
“Ah, mi dai del tu?”
“Non ho rispetto per gli assassini” Il suo tono è glaciale e ne rimango molto impressionata.
La stessa Trixie appare colpita prima di rispondere: “Sei coraggiosa, devo ammetterlo; Dash ha trovato un’ottima aiutante. Cerca però di capire quando può essere un vantaggio: nella mia vita da criminale ho incontrato molti pony coraggiosi e meno della metà respira ancora”
“Ci stai minacciando?” Domando sputando a terra.
“Non sono mai stata tipa da minacce, Dash: ho sempre preferito prevenire ogni rischio con un incantesimo piuttosto che con inutili discussioni. Ma voi siete fortunate: io non sono più la vecchia Trixie”
“Che intendi dire?” Domando mentre mi risollevo da terra “Cosa ci fai qua? Come sei evasa da Arkhay? E perché non sono stata avvisata?”
“Semplicemente perché non sono evasa ma mi hanno fatto uscire”
“Impossibile, nessuno sarebbe così folle. E poi una notizia del genere sarebbe circolata su tutti i giornali”
“Non se tutto avviene nella massima segretezza. Comunque sia, se ti va di sapere qualcosa di più ti consiglio di leggere la Voce di domani. Ora, se permetti, ho del lavoro da fare: preferisci occuparti della borsetta o del criminale?”
“Come?” Non riesco a seguire il suo discorso, sono confusa e sconvolta.
“Ma sì, il criminale! Quello che sta lì a sbavare! Diciamo che lo abbiamo fermato insieme, ti va?”
Solo allora mi ricordo dello sventurato pony. Torno da lui per accertarmi delle sue condizioni: ha smesso di agitarsi ma effettivamente respira ancora e il battito c’è, sebbene più lento del normale.
“Fluttershy, questo ragazzo ha bisogno di cure immediate. Chiedi aiuto a chiunque possa avvertire l’ospedale”
“Volo!” Esclama e sfreccia verso la via principale.
“Quindi immagino che io dovrò occuparmi della borsetta, vero?”
“Che hai in mente di fare?” Le chiedo senza abbassare la guardia.
“Riportarla alla vittima, naturalmente. Non è quello che fate anche voi poliziotti? Ah, ma forse hai ragione, è ancora presto: se mi facessi vedere da un civile, scoppierebbe il panico” Parla come se io sapessi esattamente cosa intende dire … o forse il suo è solo un monologo, un pensiero espresso ad alta voce, un po’ come quello dei cattivi in un libro di serie B?
“È presto per cosa?” Non mi piace il modo in cui si sta evolvendo la faccenda.
“Va bene, se proprio vuoi saperlo …” La sua teatralità è rivoltante. Mi guarda sorridente e dice: “Il sovrintendente e la sua giunta hanno deciso: da oggi io sono la nuova vigilante di Ponyville. Difenderò questa città in nome dei suoi cittadini, del sovrintendente e, quando verrà il momento, del nuovo sindaco. Che te ne pare?”
“Che me ne pare? Ah! Stavolta l’hai sparata grossa! Tu una vigilante?”
Libera di non crederci, Dash, ma devi sapere che da più di sei mesi arrivano in municipio proteste e lamentele riguardo il tuo operato in polizia. Che è successo sei mesi fa, Dash?”
“Nulla che ti riguardi” Bisbiglio minacciosa.
“Se lo dici tu. Comunque il sovrintendente Nandermane è dovuto correre ai ripari e qualcuno gli ha consigliato di rivolgersi a me. Sai, i medici di Arkhay hanno accertato la mia stabilità mentale. Sono guarita! Oh, non sai che gioia!”
“Tu … tu menti …” Vorrei risponderle con forza ma la mia voce esce flebile. Sono sconvolta da queste rivelazioni, non posso credere che siano vere.
Ma lei intanto continua: “Sono stata lì per quasi tre anni e ho affrontato cure e prestazioni mediche di ogni tipo, eppure ricordo tutto, fino al minimo dettaglio. Ma l’immagine che mi torna alla mente più di frequente è quella dell’ultimo giorno in tribunale. Ricordi anche tu, vero? Quando fui giudicata pazza … anzi, incapace di intendere e di volere. Ricordi, vero?”
E allora la vedo. I suoi freddi, gelidi occhi viola sono gli stessi che aveva un tempo. Allora capisco che tutto quel che mi ha detto è vero: qualcuno ha convinto quel vigliacco di Nandermane a risvegliare il mostro e a portarlo qui per sfamarsi. Quel che mi sfugge è chi sia stato e cosa speri di ottenere.
Il terrore e l’insicurezza provano a insinuarsi in me ma riesco a trattenerli. Non permetterò che finisca come l’ultima volta. Chiudo gli occhi e sollevo il muro verso il cielo. Inspiro profondamente, assaporando l’aria fresca, poi torno a guardare Trixie con durezza e dico: “Non mi fai paura, Trixie. È vero, conosco la tua forza, ma se credi che questo basterà a farti spadroneggiare in città, ti sbagli. Sarò la tua ombra e troverò il modo per fermarti definitivamente. Questa volta non ci sarà nessun giudice corrotto a salvarti, Trixie”
Lei rimane a osservarmi in silenzio, i suoi occhi sono due grandi pozzi senza fondo, senza espressione. Alla fine semplicemente prende la borsetta, si gira e risale sulle scale di prima. Credo voglia evitare le strade. Prima di andarsene mi fa un’ultima domanda: “E l’altra come sta? Come sta Octavia?”
Lo sento. Lei prova a celarlo ma io riesco a percepire il suo odio.
“Sono sicura che la notizia del tuo ritorno la farà stare più bene che mai”
“È proprio quel che volevo sentire” Detto questo, raggiunge il tetto della palazzina e scompare dalla mia vista. La tensione pian piano diminuisce, rimpiazzata da un senso di disgusto e di malessere.
Pochi minuti dopo, Fluttershy arriva con un gruppo di medici composto da unicorni e due pegasi che portano una barella. Io sono seduta a terra vicino al ragazzo e sto giocando con una bambolina che ho trovato tra l’immondizia. È sporca, vecchia, le manca un occhio, ma ha il profumo dell’innocenza e dei giorni felici. È la cosa più bella che io abbia visto oggi.
Fluttershy mi si avvicina preoccupata. Noto che i medici si occupano del giovane senza fare domande. Forse Fluttershy ha già dato qualche spiegazione veloce o forse neanche a loro interessano le vicende di uno stupido scippatore. Insomma, se la sarà cercata.
“Commissario … sta bene?”
No, non sto bene. Un incubo che pensavo di essermi lasciata alle spalle è tornato dall’inferno per chissà quale diabolico scopo; un gruppo di politici senza cervello si è piegato alle richieste di uno sconosciuto che potrebbe aver condannato Ponyville alla rovina. Non sto per niente bene.
“Fluttershy, è probabile che … lei riporti la borsetta rubata in commissariato: cerchiamo di essere là prima che accada o scoppierà il panico”
“Va bene”
“E poi voglio parlare con il sovrintendente Nandermane e chiedergli spiegazioni. E voglio parlargli oggi stesso”
“Ma … commissario, è impossibile!” Risponde Fluttershy trasalendo “Il sovrintendente non accetterà mai di incontrarla senza preavviso, lo conosce”
“A costo di volargli dentro l’ufficio dalla finestra, lo incontrerò oggi! Non ammetto obiezioni, Fluttershy!”
“Sì, commissario” Sussurra chinando il capo imbarazzata. Mi dispiace comportarmi con tanta durezza, ma la situazione non permette di ricorrere a mezze misure.
“Infine, Fluttershy, dovremo parlare con Octavia. Solo tu e io. Non voglio che scopra tutto dai giornali o … o peggio” Che succederebbe se Octavia incontrasse Trixie come è successo a me? Non voglio nemmeno pensarci! Mi terrorizza persino l’idea di doverle dire la verità.
Mi viene alla mente l’immagine del cobra e della mangusta, due animali che, posti l’uno di fronte all’altro, si scontrano in una cruenta lotta all’ultimo sangue. Ma che succede se a scontrarsi sono due pony capaci di uccidere un loro simile con un solo gesto?    
   
 
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