Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: GrimmHyai    06/07/2016    0 recensioni
Brancolo nell'odio, lo stesso odio nato tra il sangue e le fiamme di quella nefasta notte. Quando Nurui, la mia cara isola, fu assediata dalla brama di potere e dall'egoismo dei pirati; io, che non volevo altro che condurre la mia gente ad un prospero e sereno futuro, mi ritrovai cullato dalla vendetta. Sia nei confronti di quei fuorilegge, sia nei confronti dei Nobili Governativi e, soprattutto nei Suoi...
Non sarei morto fin quando non li avrei uccisi, fin quando non le avrei strappato il sangue, l'ultima vera prova che testimoniava il nostro legame. Di angelico non avevo più nulla ormai, nemmeno il volto...
Ogni cosa si era raffreddata. Stoico, consumato da me medesimo, forse, alla fine... Io...
Genere: Angst, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aokiji, ASL, Cipher Pool 9, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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• Se avessi compreso sin dall'inizio che, non sarei stato più in grado di pulire tutti i miei peccati, quella notte avrei donato il cuore.
Mi guarderesti nuovamente, con i medesimi occhi con cui si contempla una creatura innocente?
Non vi è dolore più grande per un uomo.
Continuare a vivere vestito di cotanta sofferenza è la peggiore tortura che potesse mai esistere. •
Nel sonno non mi resi conto del tempo che passò, le ciglia si sgualcirono lentamente, flebilmente; in un secondo momento mi accorsi della stanza che m'incatenava.
Dovetti pazientare qualche istante, le sbattei reiteratamente per mettere a fuoco la vista ma, il primo dettaglio che saltò all'occhio fu un comune soffitto. Dunque mi eressi solo col busto prendendo un sonoro sospiro, ponderando più specificamente quel luogo: una stiva particolarmente speculare a quelle su cui avevo viaggiato, il pavimento e le pareti caratterizzate da un legno accuratamente lavorato, delle eburnee tendine incorniciavano i due oblò presenti, un fastoso quadro di un paesaggio primaverile appeso praticamente sulla mia testa, Lui adagiato sulla sedia con le gambe accavallate, al bordo del letto e, la labile fiamma di una candela sul comodino ad illuminare pacatamente il tutto.
Solo due fattori si differenziavano rispetto alle sciagure trascorse: non essere prigioniero e, il delizioso odore della lavanda che accolse il mio risveglio.
Ciononostante, ghermii col capo calato il candido lenzuolo che velava le mie membra, un gesto guidato dal rancore e, dai negativi e disordinati residui nella mente concernenti la rivolta su Marijoa.
Aokiji: Ah, ti sei svegliato finalmente! 
Cominciò quell'individuo, con un timbro pesante degno di un uomo della sua età.
Non riuscii a celare il mio stupore, me lo si leggeva in faccia non appena girai bruscamente il collo per fissarlo.
Le labbra cominciarono a tremare e, quasi non risposi a causa dell'ansimare che si stava creando.
Thírs: C-cosa è successo? Dove sono? E-e tu chi sei?
Aokiji: Prima calmati, poi ti darò le dovute spiegazioni. Non voglio farti del male, assolutamente...
Il mio nome è Kuzan Aokiji e, sono un viceammiraglio.*
L'ennesimo sospiro, anche se fu di sollievo finalmente.
Non sapevo se fidarmi, d'altronde, come avrei potuto dopo tutte le mie vicissitudini?
Si trattava comunque di un membro della Marina, era risaputo che sotto stavano agli ordini del Governo come cagnolini. Eppure, se avesse voluto davvero riportarmi nella cella lo avrebbe già fatto; un fanciullo come me non avrebbe potuto niente contro quel tale!
Sarebbe stata troppo stentata come recita, comunque fosse, non avevo altra scelta se non compiere il suo volere.
Allentai la presa e i nervi, bagnandomi interamente con una calma alquanto forzata, seppur acquisisse sincerità durante lo scorrere del suo discorso.
 Aokiji: Sulla terra sacra si è scatenato un conflitto, il leader dei rivoltosi ha liberato gli schiavi, tra cui umani ed uomini-pesce. Noi ufficiali siamo giunti in soccorso dei nobili governativi ma, non abbiamo potuto far più di tanto. 
Ti ho portato con me, questa è la mia nave, non c'è nessuno oltre noi due, nessuno deve saper che ti ho aiutato ma, soprattutto, nessuno deve venire a conoscenza del tuo passato.
Thírs: Ora ricordo.
Asserii, poggiando delicatamente le dita su un volto che languiva lento. Rimembrai quell'atroce disastro e, la domanda nacque spontanea.
Thírs: Tu, perché lo stai facendo? Per quale motivo mi stai salvando?
Un tono atono e catalettico migrò dalla gola, la risposta iniziale fu un esitare cadenzato da un impercettibile smorfia.
Probabilmente lo avevo toccato nel profondo con quel quesito, tuttavia, doveva prevederlo, era la cosa più logica che si potesse chiedere in circostanze del genere.
Egli incrociò le braccia all'altezza del petto, scrutandomi veemente prima di perpetuare lo scambio di battute.
Aokiji: A dispetto del mio ruolo, penso che tutti debbano essere liberi di vivere, inoltre, quando ti ho trovato con le spalle al muro, mi hai ricordato qualcuno di mia conoscenza. Solo per questo.
Come ti chiami, giovanotto?
Thírs: Io... Mi chiamo Thírs.
Aokiji: Thírs, non chiedere altro.
Fra poco ti calerai in mare con una delle scialuppe di salvataggio, poi farai qualcosa per quel marchio che porti sulla schiena. Questo è quello che devi sapere.
Thírs: Kuzan, portami con te! Sei una persona buona, forse l'unica vera luce che fin ora mi abbia mai toccato, p-poi, io non saprei dove andare e... Devo ritrovare mia sorella.
Ti supplico!
Aokiji: Impossibile. Aggraveresti la mia posizione, non arrenderti e trova la tua strada...
L'ho capito dal primo istante, hai una volontà che arde, superare certi ostacoli non è cosa da poco.
Se il destino lo vorrà, un giorno ci incontreremo di nuovo; io posso solo farti un regalo.
Un brivido mi percosse la schiena, non ero più abituato alla gentilezza, alle umili parole, percepii solo un arcano rimbombare dentro al cuore, come il suono delle campane in festa.
Lo vidi recarsi nell'altra estremità della camera e tornare repentino, portando degli indumenti che posò sulle mie stanche cosce.
Era forse quello, il dono accennato? Finalmente mi sarei potuto togliere quei luridi stracci?
Ero basito, sgomento, incredulo!
Cosí tanto da balbettare senza sosta e senza fine.
All'apparenza poteva sembrare un soggetto rude ma, aveva un animo altruista come pochi; lo sentivo chiaramente, anche se non aveva mai fatto sfuggire un sorriso in quell'arco di tempo.
Thírs: D-da- qu-que...-
Aokiji: Potrebbero essere un po' larghi, in ogni caso, sono tuoi ora.
Lasciai il silenzio a sentenziare per me, scrollai quel lenzuolo dalle gambe con un gesto fermo della mano, alzandomi mentre sfilai la pezza con cui mi coprivo.
Sembravano passati secoli da quando una stoffa di qualità mi strusciò la pelle; immisi le braccia nella bianca camicia, abbottonandola dal basso verso l'alto, mettendo quei pantaloni neri e, in fine le scarpe del medesimo colore.
Mi concessi una celere occhiata, notando che le spalle scendevano troppo, per questo gli dovetti dar ragione, erano un po' larghi ma non aveva importanza alcuna.
Successivamente, mi fiondai su di lui, avvolgendolo in un abbraccio al livello del ventre -vista l'immensa differenza d'altezza-, per mera conseguenza, affondai il faccino nel suo fianco.
Thírs: Non so come ringraziarti.
Aokiji: Umpf...
Non potei accorgermene ma, in quel momento sbocciò il suo primo e flemmatico sorriso, al contempo, premise le robuste falangi sulla mia nuca, smarrendosi in una premurosa carezza; non volevo crederci, il calore che immise ricordava vagamente quello di un padre con il proprio figlio.
Avrei voluto star così per sempre.
Aokiji: Ora devi andare, Thírs.
Forse mi sbagliavo, forse lo avevo immaginato il tono malinconico con cui m'incitò; in ogni caso, amplificai la stretta, sciogliendola poco dopo.
Io non feci altro che acconsentire, lasciandomi guidare sino alla scialuppa pronta per essere calata nelle acque del mare.
Quando arrivai nei pressi del ponte, la brezza m'inebriò assieme i raggi dell'alba, il nuovo giorno proclamava l'inizio di una nuova vita!
L'orizzonte era talmente affascinante da volerlo ammirare per ore ed ore ma, lo feci fin quando non udii la parte inferiore della barca tangere l'oceano.
Allora, ci stavamo separando? Stavamo davvero per dirci addio? Era davvero possibile, affezionarsi cosí, nei piccoli gesti?
Aokiji pareva intenzionato a seguire con lo sguardo la mia dipartita, era talmente imponente, come quello spettacolo della natura che gli concedeva un'aura divinamente maestosa!
Aokiji: Vivi, con tutte le tue forze!
Quella frase irruppe dentro me come un fulmine a ciel sereno, i ritmi cardiaci aumentarono inesorabilmente e, quanto ancora avrei desiderato dialogare con lui!
Thírs: Kuzan...
Aokiji: Un giorno potrai cercarmi, questo non è un addio! Realizza il tuo sogno e, da oggi in poi, sii felice!
No, era impossibile trattenere le lacrime, le prime iniziarono a rigarmi le gote, mentre tentavo di trattenere il pianto.
Singhiozzi, iridi lucide, tutto arrossato!
Quell'augurio risuonava così forte da essere quasi materiale, da volerlo quasi impacchettare e portarlo fino alla morte.
Fu un incontenibile esplosione di sentimenti, scattai inginocchiandomi al bordo della scialuppa, urlando così forte da poter spezzare le corde vocali!
Thírs: G r a z i e!
 Grazie, grazie di tutto!!!! Ne sono sicuro, ti troverò Kuzan!! Aaah, sigh!! Aah-aah!
Ti devo la vita, arrivederci!! Sniff!
Esistevano ancora gli animi puri, erano ancora presenti in un mondo immerso nel fetore delle tenebre.
Mi ero ripromesso di non piangere, di non dar l'immagine di un debole ma, non potei bloccare quel fiume di sentimenti ch'esondò feroce; era bellissimo!
Piangevo, si, eppure quella sensazione era tremendamente piacevole quanto liberatoria. Avrei dovuto godermela sino all'ultima goccia, perchè sarebbe stata l'ultima volta!
Kuzan, dal suo canto, portò appena più in basso il paraocchi; chissà se qualche lacrima gli era caduta quel giorno, non potei saperlo.
Tuttavia, nonostante la sua imbarcazione si allontanasse sempre più dalla mia, scorsi un piccolo movimento delle labbra.
Chissà cosa disse, chissà quegli attimi intensi cos'erano stati per lui, potevo solo dedurne che, il cuore gli si era alleggerito; aveva reso libertà ad uno schiavo come me, io che non avevo più diritto a nulla.
Aokiji: Grazie a te, baka.
-
* = Per chi non lo sapesse, in questi anni Aokiji era ancora un viceammiraglio, come Kizaru Borsalino quando si presenta a Tiger nell'isola natale di Koala.

• Se avessi compreso sin dall'inizio che, non sarei stato più in grado di pulire tutti i miei peccati, quella notte avrei donato il cuore.

Mi guarderesti nuovamente, con i medesimi occhi con cui si contempla una creatura innocente?

Non vi è dolore più grande per un uomo.

Continuare a vivere vestito di cotanta sofferenza è la peggiore tortura che potesse mai esistere. •

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Nel sonno non mi resi conto del tempo che passò, le ciglia si sgualcirono lentamente, flebilmente; in un secondo momento mi accorsi della stanza che m'incatenava.

Dovetti pazientare qualche istante, le sbattei reiteratamente per mettere a fuoco la vista ma, il primo dettaglio che saltò all'occhio fu un comune soffitto. Dunque mi eressi solo col busto prendendo un sonoro sospiro, ponderando più specificamente quel luogo: una stiva particolarmente speculare a quelle su cui avevo viaggiato, il pavimento e le pareti caratterizzate da un legno accuratamente lavorato, delle eburnee tendine incorniciavano i due oblò presenti, un fastoso quadro di un paesaggio primaverile appeso praticamente sulla mia testa, Lui adagiato sulla sedia con le gambe accavallate, al bordo del letto e, la labile fiamma di una candela sul comodino ad illuminare pacatamente il tutto.
Solo due fattori si differenziavano rispetto alle sciagure trascorse: non essere prigioniero e, il delizioso odore della lavanda che accolse il mio risveglio.

Ciononostante, ghermii col capo calato il candido lenzuolo che velava le mie membra, un gesto guidato dal rancore e, dai negativi e disordinati residui nella mente concernenti la rivolta su Marijoa.


Aokiji: Ah, ti sei svegliato finalmente! 


Cominciò quell'individuo, con un timbro pesante degno di un uomo della sua età.

Non riuscii a celare il mio stupore, me lo si leggeva in faccia non appena girai bruscamente il collo per fissarlo.

Le labbra cominciarono a tremare e, quasi non risposi a causa dell'ansimare che si stava creando.


Thírs: C-cosa è successo? Dove sono? E-e tu chi sei?

Aokiji: Prima calmati, poi ti darò le dovute spiegazioni. Non voglio farti del male, assolutamente...

Il mio nome è Kuzan Aokiji e, sono un viceammiraglio.*


L'ennesimo sospiro, anche se fu di sollievo finalmente.

Non sapevo se fidarmi, d'altronde, come avrei potuto dopo tutte le mie vicissitudini?

Si trattava comunque di un membro della Marina, era risaputo che sotto stavano agli ordini del Governo come cagnolini. Eppure, se avesse voluto davvero riportarmi nella cella lo avrebbe già fatto; un fanciullo come me non avrebbe potuto niente contro quel tale!

Sarebbe stata troppo stentata come recita, comunque fosse, non avevo altra scelta se non compiere il suo volere.

Allentai la presa e i nervi, bagnandomi interamente con una calma alquanto forzata, seppur acquisisse sincerità durante lo scorrere del suo discorso.


 Aokiji: Sulla terra sacra si è scatenato un conflitto, il leader dei rivoltosi ha liberato gli schiavi, tra cui umani ed uomini-pesce. Noi ufficiali siamo giunti in soccorso dei nobili governativi ma, non abbiamo potuto far più di tanto. 

Ti ho portato con me, questa è la mia nave, non c'è nessuno oltre noi due, nessuno deve saper che ti ho aiutato ma, soprattutto, nessuno deve venire a conoscenza del tuo passato.

Thírs: Ora ricordo.


Asserii, poggiando delicatamente le dita su un volto che languiva lento. Rimembrai quell'atroce disastro e, la domanda nacque spontanea.


Thírs: Tu, perché lo stai facendo? Per quale motivo mi stai salvando?


Un tono atono e catalettico migrò dalla gola, la risposta iniziale fu un esitare cadenzato da un impercettibile smorfia.

Probabilmente lo avevo toccato nel profondo con quel quesito, tuttavia, doveva prevederlo, era la cosa più logica che si potesse chiedere in circostanze del genere.

Egli incrociò le braccia all'altezza del petto, scrutandomi veemente prima di perpetuare lo scambio di battute.


Aokiji: A dispetto del mio ruolo, penso che tutti debbano essere liberi di vivere, inoltre, quando ti ho trovato con le spalle al muro, mi hai ricordato qualcuno di mia conoscenza. Solo per questo.

Come ti chiami, giovanotto?

Thírs: Io... Mi chiamo Thírs.

Aokiji: Thírs, non chiedere altro.

Fra poco ti calerai in mare con una delle scialuppe di salvataggio, poi farai qualcosa per quel marchio che porti sulla schiena. Questo è quello che devi sapere.

Thírs: Kuzan, portami con te! Sei una persona buona, forse l'unica vera luce che fin ora mi abbia mai toccato, p-poi, io non saprei dove andare e... Devo ritrovare mia sorella.

Ti supplico!

Aokiji: Impossibile. Aggraveresti la mia posizione, non arrenderti e trova la tua strada...

L'ho capito dal primo istante, hai una volontà che arde, superare certi ostacoli non è cosa da poco.

Se il destino lo vorrà, un giorno ci incontreremo di nuovo; io posso solo farti un regalo.


Un brivido mi percosse la schiena, non ero più abituato alla gentilezza, alle umili parole, percepii solo un arcano rimbombare dentro al cuore, come il suono delle campane in festa.

Lo vidi recarsi nell'altra estremità della camera e tornare repentino, portando degli indumenti che posò sulle mie stanche cosce.

Era forse quello, il dono accennato? Finalmente mi sarei potuto togliere quei luridi stracci?

Ero basito, sgomento, incredulo!

Cosí tanto da balbettare senza sosta e senza fine.

All'apparenza poteva sembrare un soggetto rude ma, aveva un animo altruista come pochi; lo sentivo chiaramente, anche se non aveva mai fatto sfuggire un sorriso in quell'arco di tempo.


Thírs: D-da- qu-que...-

Aokiji: Potrebbero essere un po' larghi, in ogni caso, sono tuoi ora.


Lasciai il silenzio a sentenziare per me, scrollai quel lenzuolo dalle gambe con un gesto fermo della mano, alzandomi mentre sfilai la pezza con cui mi coprivo.

Sembravano passati secoli da quando una stoffa di qualità mi strusciò la pelle; immisi le braccia nella bianca camicia, abbottonandola dal basso verso l'alto, mettendo quei pantaloni neri e, in fine le scarpe del medesimo colore.

Mi concessi una celere occhiata, notando che le spalle scendevano troppo, per questo gli dovetti dar ragione, erano un po' larghi ma non aveva importanza alcuna.

Successivamente, mi fiondai su di lui, avvolgendolo in un abbraccio al livello del ventre -vista l'immensa differenza d'altezza-, per mera conseguenza, affondai il faccino nel suo fianco.


Thírs: Non so come ringraziarti.

Aokiji: Umpf...


Non potei accorgermene ma, in quel momento sbocciò il suo primo e flemmatico sorriso, al contempo, premise le robuste falangi sulla mia nuca, smarrendosi in una premurosa carezza; non volevo crederci, il calore che immise ricordava vagamente quello di un padre con il proprio figlio.

Avrei voluto star così per sempre.


Aokiji: Ora devi andare, Thírs.


Forse mi sbagliavo, forse lo avevo immaginato il tono malinconico con cui m'incitò; in ogni caso, amplificai la stretta, sciogliendola poco dopo.

Io non feci altro che acconsentire, lasciandomi guidare sino alla scialuppa pronta per essere calata nelle acque del mare.

Quando arrivai nei pressi del ponte, la brezza m'inebriò assieme i raggi dell'alba, il nuovo giorno proclamava l'inizio di una nuova vita!

L'orizzonte era talmente affascinante da volerlo ammirare per ore ed ore ma, lo feci fin quando non udii la parte inferiore della barca tangere l'oceano.

Allora, ci stavamo separando? Stavamo davvero per dirci addio? Era davvero possibile, affezionarsi cosí, nei piccoli gesti?

Aokiji pareva intenzionato a seguire con lo sguardo la mia dipartita, era talmente imponente, come quello spettacolo della natura che gli concedeva un'aura divinamente maestosa!


Aokiji: Vivi, con tutte le tue forze!


Quella frase irruppe dentro me come un fulmine a ciel sereno, i ritmi cardiaci aumentarono inesorabilmente e, quanto ancora avrei desiderato dialogare con lui!


Thírs: Kuzan...

Aokiji: Un giorno potrai cercarmi, questo non è un addio! Realizza il tuo sogno e, da oggi in poi, sii felice!


No, era impossibile trattenere le lacrime, le prime iniziarono a rigarmi le gote, mentre tentavo di trattenere il pianto.

Singhiozzi, iridi lucide, tutto arrossato!

Quell'augurio risuonava così forte da essere quasi materiale, da volerlo quasi impacchettare e portarlo fino alla morte.

Fu un incontenibile esplosione di sentimenti, scattai inginocchiandomi al bordo della scialuppa, urlando così forte da poter spezzare le corde vocali!


Thírs: G r a z i e!

 Grazie, grazie di tutto!!!! Ne sono sicuro, ti troverò Kuzan!! Aaah, sigh!! Aah-aah!

Ti devo la vita, arrivederci!! Sniff!


Esistevano ancora gli animi puri, erano ancora presenti in un mondo immerso nel fetore delle tenebre.

Mi ero ripromesso di non piangere, di non dar l'immagine di un debole ma, non potei bloccare quel fiume di sentimenti ch'esondò feroce; era bellissimo!

Piangevo, si, eppure quella sensazione era tremendamente piacevole quanto liberatoria. Avrei dovuto godermela sino all'ultima goccia, perchè sarebbe stata l'ultima volta!

Kuzan, dal suo canto, portò appena più in basso il paraocchi; chissà se qualche lacrima gli era caduta quel giorno, non potei saperlo.

Tuttavia, nonostante la sua imbarcazione si allontanasse sempre più dalla mia, scorsi un piccolo movimento delle labbra.

Chissà cosa disse, chissà quegli attimi intensi cos'erano stati per lui, potevo solo dedurne che, il cuore gli si era alleggerito; aveva reso libertà ad uno schiavo come me, io che non avevo più diritto a nulla.


Aokiji: Grazie a te, baka.


 


 


* = Per chi non lo sapesse, in questi anni Aokiji era ancora un viceammiraglio, come Kizaru Borsalino quando si presenta a Tiger nell'isola natale di Koala.

   
 
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