Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Old Fashioned    09/07/2016    15 recensioni
Seconda guerra mondiale, battaglia di Inghilterra. Un leggendario quanto inafferrabile pilota della Luftwaffe, soprannominato "Cavaliere di Valsgärde", compare durante le battaglie più cruente, abbatte il suo avversario e subito dopo scompare senza lasciare traccia.
Il Maggiore Stuart, del 19° Squadron, riesce finalmente ad abbatterlo con uno stratagemma, ma quando l'Asso tedesco sarà al suo cospetto le cose si riveleranno molto diverse da come se le aspettava...
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Valsgärde 1 Capitolo 2

“Eccolo che torna, signore!”
Il maggiore Graf si voltò verso il limitare del campo: l'aereo dal muso dipinto di rosso si stava avvicinando.
“Quanti ne ha abbattuti stavolta?” chiese l'ufficiale.
“Due, signor maggiore. E siamo solo alla prima missione,” rispose il meccanico, orgoglioso come se le due vittorie fossero state sue.
“Andiamo ad accoglierlo come si conviene, allora,” disse Graf, e si diresse verso la pista.
Il comandante e l'uomo nero – ovvero il meccanico, nel gergo della Luftwaffe – non erano gli unici ad avvicinarsi all'aereo che stava rullando verso gli hangar. Tutti quelli che non avevano mansioni importanti da svolgere gli stavano correndo incontro. Altri meccanici, piloti liberi dalle missioni di guerra, infermieri. C'era addirittura un cuciniere con un barilotto di birra sotto il braccio e un paio di boccali nella mano libera.
Il caccia si fermò, il motore si spense. Ci fu un attimo di immobilità carica di aspettativa, poi il tettuccio si sollevò e ricadde da una parte spinto da una mano guantata.
La figura che emerse dall'abitacolo era quanto di meno algido e aristocratico si potesse immaginare: era un ragazzone dall'aria florida e gioviale, con gli occhi celesti e le guance rosse.
“Ne ha abbattuti altri due!” lo accolse il maggiore. “Ne lasci qualcuno anche per noi, capitano Müller, non sia egoista.”
“Io ci provo, signore,” rispose l'altro salutando militarmente, “ma quelli si ostinano a passare sempre davanti alle mie mitragliatrici!”
Tutti scoppiarono a ridere, qualcuno mise in mano a Müller un boccale di birra mentre gli uomini neri portavano via il suo aereo per controllarlo e rifornirlo.
“Ci sono i fotografi di Signal,” disse il maggiore Graf mentre procedevano verso le baracche del comando.
“Davvero?” chiese il capitano abbassando il boccale vuoto. Il cuciniere fece per riempirglielo di nuovo, ma l'altro rifiutò: “No, no. Devo decollare tra poco.” Poi, nuovamente rivolto al maggiore: “Cosa vogliono quelli di Signal?”
L'altro fece una breve risata, come se non si capacitasse del candore del suo subalterno. “Ma sono qui per lei, ovviamente. In Germania è famoso. È diventato un Asso, non lo sapeva?”
“Oh, bella! E da quando in qua?”
“Da quando ha preso l'abitudine di abbattere almeno cinque aerei nemici al giorno, direi.”
In quel momento spuntò dall'ufficio del maggiore una bella ragazza con un tailleur all'ultima moda e un cappellino di traverso sui riccioli biondi. “Sorrida, prego!” esclamò, e al suo fianco un soldato della PK armato di Leica scattava una foto dopo l'altra.
“Lei è il capitano Heinz Müller?” chiese poi.
Un po' frastornato da quel fuoco di fila di fotografie, l'altro si limitò ad annuire.
“Molto bene, mi chiamo Elsa Schmidt, sono una giornalista di Signal. Sono qui per intervistarla.” Poi, rivolta al fotografo: “Dal basso, Walther, dal basso.”
“Sì, signorina Schmidt,” rispose l'uomo, e si accovacciò per fare le foto in stile Trionfo della Volontà che piacevano tanto in Patria.
“Torniamo a noi, capitano Müller,” disse la ragazza con un sorriso, “c'è un posto dove possiamo parlare un po'?”
“Veramente io dovrei tornare in volo, signorina,” rispose il capitano.
“Sono sicura che il maggiore Graf le consentirà di restare per una beve intervista. Non è così, maggiore?”
L'altro annuì galante. “Può usare il mio ufficio, signorina Schmidt. Le concedo mezz'ora di tempo, poi il capitano deve tornare ai suoi doveri.”
La ragazza era una giornalista di guerra, quindi era abituata a non sprecare minuti preziosi. Ringraziò l'ufficiale, richiamò il fotografo, sfoderò un taccuino e si chiuse nell'ufficio assieme a Müller.
Graf tornò all'aperto. Guardò il cielo ancora perfettamente limpido e si rivolse al suo aiutante: “Henschel, occorre trovare qualcuno che sostituisca il capitano fino a che non avrà finito con quelli di Signal.”
“Sì, signore.”
A quelle parole si fece avanti un tenente. Era un ragazzo che non poteva avere più di vent'anni. Non tanto alto di statura, con occhi color ghiaccio e capelli di oro pallido. Portava il distintivo della Hitlerjugend appuntato sul petto.
Salutò militarmente e disse: “Mandi me, signore.”
“La smetta, von Rohr,” rispose asciutto il maggiore, “le ho già detto che è ancora troppo inesperto per le missioni di caccia.”
“Rohr e basta, signore, prego. E poi sono pronto per compiere qualsiasi tipo di missione. Sono uscito dalla scuola di volo col massimo dei voti.”
“Deciderò io quando sarà pronto, tenente.”
I Messerschmitt ripartirono seguiti dallo sguardo di nostalgia di Hans Hartwig von Rohr.

   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Old Fashioned