Fanfic su attori > Chris Evans
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Autore: Eve79    16/07/2016    1 recensioni
"Sai che ti dico Chris?" chiesi arrabbiata, "puoi fingere che non sia così, puoi mettere su i muscoli che vuoi ed avere costantemente l'aria da eroe nazionale. Aldilà di questo sei palloncino che se non vieni tenuto saldamente da chi ti ama rischi di volare via e perderti" proseguii, "perciò non avrei carattere" trasse le sue conclusioni, "Bhè vedo che ci arrivi... Chris hai due minuti di tempo per volatilizzarti" dissi indicando la porta, "sai che ti dico io a te? Che sei una fifona, una vera fifona, non accetti i sentimenti e li nascondi, perfino il tuo modo di essere è una maschera per paura che possano ferirti, sai però io di armi per ferirti ne avrei, e forse dovrei usarle per ripagarti della tua stessa moneta. Non lo farò per l'amicizia e l'affetto che mi lega a te. Nicole mi dispiace averti detto delle bugie, ma non avresti avuto mai l'intenzione di capire." disse prendendomi il braccio, "Chris per favore vattene non voglio vederti" dissi fra le lacrime. "Io credo che questa sia il momento più brutto di tutta la mia vita, guardarti piangere e pensare che sia per me" sussurò.
[Dal capitolo 3]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10

Il braccio di Chris mi strinse a sé, aprii gli occhi e mi girai per guardarlo, era così bello, sembrava un angelo, accarezzai i suoi capelli, si lamentò stringendomi al suo petto, guardai l’ora, 8.30, potevo concedermi un altro po’ di coccole di Chris. D’un tratto mi trovai la gamba di Chris sulle mie, abbracciata a lui come fossi in peluche, poggiò la testa sul mio seno, accarezzai i suoi capelli, erano così morbidi, profumati, il risveglio con lui era la cosa più bella del mondo, guardai fuori dalla finestra, New York era già sveglia.

Mi alzai dal letto, Chris cercò di tirarmi, “dai…” risi prendendogli la mano, mi sorrise con ancora gli occhi chiusi, “si mise seduto sul bordo del letto, “buongiorno” sbiascicò assonnato, “buongiorno amore mio” risposi dandogli un bacio, “caffè?” chiesi mettendomi la felpa, “mmh… sì” rispose stiracchiandosi, sorrisi e uscii dalla camera. Feci lo slalom tra gli ostacoli, poltrona, tavolino, poltrona, divano letto, sedia. Entrai in cucina, misi a fare il caffè, presi i biscotti. Sentii una mano sul fianco, “ma come fai ad essere attiva di prima mattina?” chiese Chris dandomi un bacio sulla tempia, si appoggiò al bancone della cucina guardandomi, “shh… che urli” sussurrai, “scusa” sussurrò ridendo, “e poi sono le 9.30, non è prima mattina” risposi continuando a sistemare, “che facciamo a pranzo?” chiesi guardando nel frigo, non c’era praticamente niente, anche la balla di fieno con la pagliuzza se ne erano andati, “se mi dai il caffè, porto Dodger giù e con la scusa prendo anche qualcosa per pranzo, ah… a mezzogiorno vengono i miei con Shana, pranziamo insieme” rispose sedendosi sulla sedia davanti alla finestra, “e quando pensavi di dirmelo?” chiesi spengendo il caffè, “non sapevo che dovevo darti il preavviso” disse strofinandosi gli occhi, scossi la testa, “mmm… profumino di caffè” Scott entrò in cucina, “tieni” gli diedi il caffè nella tazzina, “tieni Chris” mancava poco che glielo tiravo, “buongiorno” Carly si stirò entrando in cucina, “buongiorno” le tesi la tazzina di caffè, me lo versai per me, ci mancava solo Dodger, “no… ferma” Chris mi bloccò, lo guardai male, “già sei nevrotica, ci metti anche il caffè? Ci vuoi uccidere?” chiese scherzando, “Chris, finisci male, ti avverto” lo guardai malissimo, risero tutti, tranne me, “devi fare qualcosa?” chiese avvicinandosi, “no… casa è così in ordine” risposi sarcastica, “sei un amore quando ti incazzi” disse baciandomi la nuca, “Chris… seriamente, sparisci che è meglio” presi i guanti, rise, “oh, sì, ridi… bene… sai che ti dico? Pulisci il bagno, e rifai il letto” lo tirai in bagno, “cosa?” chiese ridendo, “divertiti…” annunciai, chiusi la porta alle mie spalle, rientrai, “amore” marcai la o della parola con un grande sorriso falso, cominciò a ridere, incrociai le braccia, “dai… mi fai ridere se fai così… se esci pulisco” cominciò a ridere come un pazzo, “Chris…” lo richiamai voltandomi di lato per non ridere anche io, “ti vedo che vuoi ridere” si avvicinò, “Chris… per favore” lo guardai, fece una smorfia e cominciai a ridere anche io, “lo sapevo che avresti riso” disse baciandomi, “Chris, per favore… aiutami, c’è un casino totale qui” indicai la casa, “senti, porto giù il cane e mi faccio accompagnare da Scott e Carly, mentre loro si fanno la doccia e fanno le loro cose ti aiuto a chiudere il divano e a mettere a posto i mobili, poi scendo giù e tu nel frattempo fai quello che riesci a fare, risaliamo su e prepariamo da mangiare, va bene?” chiese serio, mi mise la mano sul fianco, annuii, “posso fare la doccia?” chiese Scott, Chris lo guardò malissimo, “che c’è? Serve a voi?” chiese malizioso, “no…” rispose spingendomi fuori, “tutto tuo” chiuse la porta, “si voleva solo impicciare” rise Chris. Disfai il divano letto, Chris mi aiutò a chiuderlo, rimettemmo le poltrone e il tavolino al loro posto, “Carly tu e Scott mi accompagnate giù con Dodger? Così vado a fare spesa e me lo tenete” chiese Chris guardando Carly che giocava con Dodger, “certo” rispose Carly, Scott uscì dal bagno, “vado io, te le metto nel cesto dei panni sporchi?” chiese Carly prendendo le lenzuola che avevo buttato a terra, “sì, grazie” risposi, andai in camera da letto, disfai anche il nostro letto, cercai delle lenzuola nell’armadio, le trovai nere di raso, non le ricordavo neanche, mi ricordai che Maya me le aveva regalate quando avevo comprato casa, cercai anche la trapunta nera, la trovai, “mi aiuti?” chiesi a Chris che mi guardava dalla porta, “era un bel panorama” rispose, mi resi conto che mettersi piegati a infilare il coprimaterasso girata verso la porta non era proprio del tutto casta come posizione, “cretino” risi, mi raggiunse, mi prese per i polsi e mi spinse sul letto, “Chris” urlai, “mmm…” si morse il labbro, “Chris, dai… aiutami o vattene” risi, “ti aiuto” si alzò da sopra di me tendendomi la mano per farmi alzare, si diresse al lato opposto del letto e mi aiutò a rifare il letto. Aprii tutte le finestre.

Chris e i fratelli erano usciti con il cane, entrai in bagno, cominciai a pulire a fondo, quando finii il bagno lavai per terra in tutta casa, uscii fuori al balcone e accesi la sigaretta. Squillò il cellulare, “Che sorella di merda” una voce maschile esordì nel telefono, “scusa?” chiesi, “sono Josh, ti sei dimenticata di me? Insomma… sono tuo fratello, e neanche mi dici che ti sposi? Con Chris!” rise, “Josh… scusa, è successo tutto così velocemente… senti, una sera di queste andiamo a mangiare insieme va bene?” chiesi, “con India?” chiese di rimando, “sì, io con India mi ci sono vista due settimane fa…” dissi felice, “vi organizzate senza di me? Che sorelle di merda allora” rise, “senti, ti ha chiamato papà?” chiesi tornando seria, “no… perché? Nicole che è successo?” si preoccupò, “no… niente, è venuto a New York, cercava tutti e tre, ha trovato solo me” risposi scrollando le spalle, “no… Nicole, che ti ha fatto?” chiese preoccupato, “niente, tranquillo” risposi guardando in alto, non dovevo fargli sentire che stavo per crollare, “Nicole, non mi convinci, che ti ha fatto?” chiese alzando la voce, “mi voleva portare a casa, ha aggiunto che non è d’accordo alla relazione con Chris…” mi interruppe, “sì, questo si sa, ma ti ha messo le mani addosso?” chiese serio, “Sì” risposi esitante, “pranziamo insieme, sto arrivando, ti porto a pranzo fuori, e porto anche India” era serio, “sì, Josh… ma ci sono i genitori di Chris, con i fratelli” risposi, “chiamalo, digli che se vuole può venire anche lui con la sua famiglia” sentii sbattere lo sportello, “va bene” risposi secca, attaccai e chiamai Chris, “che succede?” rispose al primo squillo, “ho sentito mio fratello, ha chiesto di pranzare insieme, gli ho detto che c’era anche la tua famiglia e mi ha detto di far venire anche voi… che faccio?” chiesi seria, “tu vai sicuro, io ora chiamo i miei e vedo se vogliono venire” rispose tranquillamente, “fammi sapere, che se mai prenotiamo” risposi, “ti richiamo appena so qualcosa” annunciò chiudendo la chiamata. Buttai la sigaretta entrando in cucina, sentii suonare il campanello, sapevo benissimo che Chris aveva le chiavi, sentii citofonare di nuovo, mi diressi al citofono, “chi è?” chiesi, non ci fu nessuna risposta, solo il rumore tipico di New York, andai in cucina di nuovo, il campanello, “chi è?” chiesi stufa di questi giochetti, nessuna risposta, aprii la porta, “ciao piccolina” mi trovai mio padre davanti, “che vuoi?” chiesi incrociando le braccia, “non mi fai entrare? Non è carino” disse tranquillamente, mi spostai dalla porta, si diresse in salone, “bene, non c’è Chris, che vuoi fare? Vuoi farmi del male?” chiesi rimanendo in piedi, “assolutamente, ma non è bello sapere dalla moglie di un tuo vecchio amico che tua figlia si sposa” si buttò sul divano e incrociò le gambe, “perché sei mio padre?” chiesi sedendomi sulla poltrona, “senti, abbassiamo i toni, tutti e due, parliamo civilmente, mi dispiace ok? Sono stato un pezzo di merda… ma sono qui per rimediare, mi piacerebbe essere al tuo matrimonio” annunciò tranquillamente, “Noah, non credo…” mi interruppe, “non chiamarmi Noah, sono tuo padre Nicole” incrociò le braccia, “Noah, non credo che sia fattibile, non voglio che tu mi rovini anche un giorno così importante” dissi incrociando le braccia anche io, “dammi l’opportunità di rimediare” spostò il peso del suo corpo in avanti e poggiò i gomiti sulle ginocchia, “voglio essere tuo padre” proseguì triste, “non puoi esserlo ora che non ho bisogno di nulla, sarebbe troppo facile” risposi scuotendo la testa, “per favore, dammi l’occasione per essere padre” disse cercando accarezzarmi la gamba, “tu me l’hai data l’occasione di vivere la mia infanzia come una bambina qualunque? Di vivere l’adolescenza nella totale spensieratezza come ogni ragazza? Io avrei voluto che i miei soli e unici problemi fossero gli amori non ricambiati, e invece mi dovevo preoccupare di un uomo ubriaco che appena gli rivolgevi la parola non perdeva occasione di farti del male! Mi hai fatto perdere i miei anni migliori, a diciannove anni una ragazza deve pensare a uscire con le amiche, e non a come pagare le bollette perché le hanno staccato la corrente, ho dovuto mettere da parte il mio desiderio di andare al college, ho perso l’opportunità di ballare, ma tu questo ovviamente non lo sai, non mi conosci, non hai idea che io facevo danza quando uscivo di casa, e non hai idea neanche che Chris, l’uomo che tu odi…” mi interruppe di nuovo, scosse la testa, “non lo odio, lo invidio, lo invidio perché è un uomo che sa farti felice, che ti ha vista ridere e crescere, come avrei voluto io, ma non ti accorgi che in lui vedi la figura di un padre?” chiese alzando lo sguardo, i suoi occhi erano languidi, “ti sbagli” scossi la testa, “cosa è lui per te?” chiese fissandomi, “è l’uomo che da sempre ha saputo capirmi, ha saputo gioire con me nei bei momenti, e ha saputo piangere insieme a me quando c’era da piangere, ha saputo aiutarmi nelle piccole cose, mi ha salvata, lui è il mio migliore amico quando mi serve il migliore amico, ed è l’uomo che sposerò quando deve essere amante, lui c’è sempre stato, c’è, e ci sarà sempre” risposi secca, “bambina mia, ti sto guardando, e mi accorgo che ormai sei grande, e non c’è più tempo per guardare i tuoi disegni, per abbracciarti la notte quando avrai paura, di cacciare via i mostri da sotto il letto, vedo nei tuoi occhi una luce, una luce strana a dire il vero, come se il mostro da cacciare via fossi io, e forse è vero, sono stato un mostro, perché ho fatto del male a un essere così puro come te, e lo continuo a fare. Vorrei che tu capissi che ogni cosa che ho fatto rovinandoti la vita, l’ha rovinata a me, è tornato in dietro il male” mi accarezzò la guancia, “ho perso tutto quella notte che è scappata tua madre, ne ero convinto, quella notte… ma la realtà è che avevo perso solo vostra madre, avevo voi… e non mi rendevo conto di quale tesoro inestimabile avessi fra le mani… perdonami tesoro, voglio portarti io tra le braccia di un grande uomo, e voglio vederti ridere, perché solo adesso che ti guardo piangere, mi accorgo che non ti ho mai vista ridere” mi lasciai asciugare le lacrime, “non sono stato un padre, fammi essere nonno, fammi essere presente ora nella tua vita, qualsiasi cosa ti serva, qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiama tuo padre, il matrimonio? Te lo regalo io… e non ti ho mai detto quanto apprezzi questa casa, profuma di te. Voglio rimediare, voglio essere una figura importante nella tua vita, voglio essere importante per te” mi accarezzò di nuovo la guancia, sentii la porta aprirsi, “Nicole, ti prego, non importa più se non vuoi fare il medico come me, o se vivi in una casa piccola, l’importante è che tu sia felice, fatti accompagnare all’altare, ti chiedo solo questo, fammi avere l’onore di essere tuo padre, anche solo per quei dieci secondi in cui poserò la tua mano tra le mani di Chris, per favore… concedimelo” mi implorò, “basta” urlai, mi alzai, vidi Chris con la sua famiglia e il cane sulla porta, “per favore, smettila” sussurrai guardando mio padre, “ti sto chiedendo perdono Nicole, ti sto chiedendo solo di perdonare un povero uomo che in tutti questi anni non ha capito proprio niente della sua vita, e questi capelli, questi orecchini, sono bellissimi, perché sono su di te” si avvicinò di nuovo, “perdonami” mi implorò, annuii, “davvero?” chiese stupito, “sì… ma, se mi rifarai del male…” mi interruppe, “no, non lo farò… sei la mia bambina… guarda” tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta piegato in piccole parti, lo spiegò, era il mio disegno di quando ero piccola, “vedi? L’ho tenuto… dopo tutti questi anni…” lo guardai sorridendo, “mi chiamerai papà?” chiese sorridendo, annuii, “hai una voce?” chiese avvicinandosi, “sì” sussurrai tra le lacrime, “vieni qui” mi tirò dolcemente tra le sue braccia, tornai bambina, non importava più il dolore o la sofferenza, era un abbraccio sincero di mio padre, “ti voglio bene piccola mia” mi accarezzò i capelli, mi allontanai, guardai Chris, aveva gli occhi lucidi, “e ovviamente, devo parlare con te” disse indicandolo, Chris annuì e uscirono fuori al balcone, “allora… ci andiamo a pranzo insieme?” chiesi sorridendo, “sì… eravamo saliti per dirtelo perché non ti prendeva il telefono” rispose Scott, “ah…” guardai il telefono, nessun servizio, “certo… non ti preoccupare” sentii la voce di Chris, “Chris, è la mia bambina, non dovrà più soffrire da oggi in poi” la voce di mio padre era calda, “non sarò certo io a farla soffrire” rispose Chris tranquillamente, “bene” la voce di mio padre si avvicinò, “e adesso andiamo tutti a pranzo” annunciò Chris, presi la borsa e il telefono, uscimmo velocemente.

“Nicole quello è…” India, mia sorella indicò nostro padre scendere dalla macchina, “papà..” conclusi con naturalezza, “e che ci fa qui?” chiese Josh, “ci ho chiarito, verrà al mio matrimonio” risposi scrollando le spalle, “seria?” chiese Josh, annuii, “se ci hai chiarito tu” rispose India facendo spallucce, “venite… voglio parlare con tutti i miei figli” nostro padre ci portò in disparte, “vi chiedo scusa per tutto il male fatto” abbassò lo sguardo a terra, “se ti perdona Nicole, ti perdoniamo anche noi…” annunciò Josh, “ma tu falle del male…” la interruppi, “India…” cercai di calmarla, alzò le mani in segno di resa, “venite qui” ci abbracciò tutti e tre, “vi amo… da impazzire” pianse nostro padre, ci guardammo tutti e tre, finalmente nei nostri occhi potevamo vedere il senso di pace e tranquillità.

“Allora? Chris…” Josh si buttò su Chris salutandolo, “Ciao Chris” India lo salutò imbarazzata, “ciao India” la salutò dandole un bacio sulla guancia, “allora andiamo a mangiare?” chiesi affamata, “certo” rispose Scott prendendomi sotto braccio, “Evans” annunciò Chris al ragazzo alla reception, mi guardò a lungo, “quella?” chiese a Chris indicandomi, “è mia moglie” rispose secco, “ah… mi scusi” ci accompagnò al tavolo, “e da quando ci siamo sposati?” chiesi ridendo, “dal momento che diventerai mia moglie, già lo sei” mi baciò, “prego” indicò il tavolo imbarazzato, “ei amico, senza rancore” Chris rise, “l’hai presa bene… come mai non sei geloso?” lo guardai curiosa, “perché sei solo mia” rispose afferrandomi per i fianchi, mi tirò a sé, mi baciò con delicatezza, “ehm… sono qui… sono suo padre…” mio padre richiamò l’attenzione, “non cominciare a fare il suocero rompi palle” scherzò Chris, “nono, io comincio… per iniziare… tu qui… lei lì” indicò i posti a capotavola, risi, “scherzi vero?” chiesi tornando seria, “certo” rispose ridendo, “o forse no…” si mise seduto serio, mi misi vicino a mia sorella e a Chris, “che prendiamo?” chiese il cameriere, “direi che prendiamo antipasto di mare, poi i primi sempre di mare, e il secondo con contorno… il dolce glielo comunicheremo” rispose Chris, “misto?” chiese il cameriere, “sì” rispose secco, “se ti guarda un’altra volta lo faccio diventare un portachiavi” mi baciò l’orecchio, “amore… ma non ero solo tua?” lo presi in giro, “certo, ma non ti devono guardare” rispose baciandomi, “senti… il matrimonio…” mi fissò, “a giugno o luglio” annunciai, “Nicole… siamo a maggio… come pretendi di riuscire ad organizzare tutto?” chiese ridendo, sapeva già la risposta, “un modo lo trovo… per te va bene?” chiesi seria, “certo che va bene” mi baciò di nuovo, “Maya si è sposata eh” borbottò India, mi guardò con i suoi enormi occhi verdi, del resto uguali a quelli di papà, “Sì…” risposi sorridendo, “e Amanda è incinta” annunciò Carly, “cooosa?” chiese Josh, ed ecco sgranati gli occhi grandi color ambra, uguali ai miei, “Josh… la tua cotta di una vita è incinta, non puoi farci nulla” lo presi in giro, “non ho una cotta…” rispose ridendo, “certo, certo” risposi vaga, arrivarono i vassoi di antipasti, prendemmo tutti un po’ di tutto, “Oh Mio Dio!” una voce marcò le iniziali delle parole che formavano la frase urlando, alzai gli occhi al cielo, “Chriss” urlò di nuovo, “ciao…” salutò Chris secco, “chi è?” chiese India, “non ne ho idea” risposi atona, “ma che fai? Non mi dai un bacio?” rimase lì a guardare Chris, mi alzai e vidi Chris di sfuggita portarsi la mano alla bocca, “se vuoi te lo do io un bacio” risposi, “scusa ma chi sei?” chiese cambiando tre tonalità in volto, “no, chi sei tu?” risposi avanzando di un passo, “sono Isabelle, tu?” chiese ancora più scura in volto, “no… che ruolo avresti nella sua vita?” chiesi seria, “no tesoro, che ruolo hai tu nella sua vita” chiese avvicinandosi anche lei a me, “ti spiego una cosa, io sono la sua ragazza, fidanzati, anelli, noi, io e lui, dormire insieme… tu chi essere?” chiesi mimando ogni parola, “io… non… Chris… non… io…” la interruppi, “non… cosa?” chiesi incrociando le braccia, “non sapevo che fosse fidanzato, scusami, sai volevo solo… vabbè dettaglio che non penso mi aiuti… allora buon pranzo” sparì, “tu ti devi calmare” disse Chris mettendomi seduta, “e tu hai troppe che ti girano in torno” risposi imbronciata, “sì… ma tu sei l’unica che io voglio… perciò non uccidere nessuno” rise, mi baciò, “scusi… posso farle una foto?” una ragazza mi chiamò, “eh?” mi girai confusa, “dovrebbe fare la modella, posso scattarle una foto?” chiese di nuovo, “che ci fai con la foto?” chiesi, “la pubblico sul blog, sei veramente… wow… posso?” chiese di nuovo, “no” Chris rispose al posto mio, lo guardai con un sorrisetto, “che c’è?” chiese, “non sei geloso eh…” chiesi ridendo, “no… sono gelosissimo… che è diverso” mi baciò, “allora? Come state organizzando?” chiese Josh, “organizzando? Neanche un giorno è passato dalla proposta” risposi secca, “ci state pensando almeno?” chiese Lisa, “non diciamo nulla finchè non è quasi tutto pronto” rispose Chris, “Nicole… vorrei parlare con te” Bob si alzò, “va bene” mi alzai e lo seguii fuori dal ristorante, presi una sigaretta e la accesi, rimanemmo in silenzio per alcuni minuti, “sai… per me rimarrai sempre la bambina che giocava con Chris quando era piccola, ti ricordo che eri un fagottino, e ora mi ritrovo a dover sperare che mi regalerai nipotini, mi ritrovo a guardare questi occhi color ambra e a dire cavolo ha ragione mio figlio ad essersene innamorato, e non so mai che dirti sai? Perché non voglio mai essere imbarazzante per Chris, o per te, ma ci sarebbero una miriade di complimenti da farti… anzi, da farvi” si fermò, “ma c’è una cosa che posso dirti, sei una donna a tutti gli effetti, sai essere amica, e l’abbiamo visto con Maya al matrimonio, con Chris in tutti questi anni, sai essere compagna di vita per mio figlio, e chissà che non siate proprio nati per questo… ma ciò che meriti di più come complimento è per la dolcezza che riservi nel tuo cuore, non tutti farebbero quello che hai fatto oggi, perdonare tuo padre, grande gesto per una grande donna. Ho pregato mio figlio per anni a finchè si facesse avanti con te… così seria, così matura in tutte le scelte prese, così determinata, e così bella… ecco vorrei che i miei nipoti riprendessero da te tutto il buono di te, e tutto il buono di Chris, sapendo che sarà molto facile… e come augurio a tutto questo con Lisa abbiamo scelto che ogni cosa della sposa, dal vestito, alle scarpe, al bouquet, al trucco, ai capelli… lo pagheremo noi… ogni cosa… e non dire che non vuoi… che poi mi diventi la nuora antipatica…” scherzò, “va bene” risposi con gli occhi lucidi, “ah no… non lo fare o ti seguo a ruota” mi abbracciò, “grazie Bob, sei come un padre per me” risposi abbracciandolo, “e tu come una figlia per me” mi baciò la tempia, “andiamo dentro o Chris si ingelosisce” mi diede una bottarella sulla spalla per scherzare, sorrisi.

“Tutto per voi” portarono diversi assaggi di primi, mangiammo tutto, “Nicki… ma tu non lavori?” chiese Carly, “sì… ma ho una settimana libera…” risposi scrollando le spalle, “come mai?” chiese India, “il marito di Grace non sta bene, ed è stanca per poter lavorare” risposi seria, “pensa… se non ci vado io a lavorare muoio di fame… lei è stanca” borbottò India, “India… Grace ha più di cinquanta anni, fa la notte all’ospedale al marito, tutto il giorno lì se i figli non possono andare, e pretendi anche vada a lavorare?” chiesi seria, “sì… come facciamo tutti…” rispose secca, “tu sei pazza…” scherzai, “oh non sai quanto” scherzò facendomi il solletico, arrivarono i secondi piatti con il contorno, cominciammo a mangiare, “senti… ma… com’è?” chiese India sussurrando al mio orecchio, “eh?” chiesi non capendo, “Chris… com’è? Intendo…” sussurrò di nuovo, “India, già ti piaceva, non farmi diventare violenta…” scherzai, “semplice curiosità… nient’altro” scherzò, “dolce?” una voce dietro le mie spalle mi fece saltare, lo sentii ridere, ordinammo il dolce, “ma… avete intenzione di continuare a vivere in quella casa?” chiese Josh, “perché cos’ha?” chiesi offesa, “è… piccola…” rispose serio, “lo so… e infatti appena ricomincio a lavorare mi informo su altre case” risposi seria, Chris mi guardò sorpreso, “bhe… sì… insomma per noi va bene, ma…” spiegai, “capisco, tranquilla” mi baciò, “noi andiamo a fare dei giri, volete venire?” chiese Lisa, “no… anche noi abbiamo da fare” rispose Chris serio, “che dovete fare?” chiese Scott malizioso, “dobbiamo farti parlare” rispose Chris ridendo, “bene… andiamo?” mi alzai, “offro io” disse mio padre a Chris, “no…” Chris lo sorpassò, arrivò alla cassa, “il conto…” chiese tranquillamente, “certamente…” il ragazzo andò al computer, “vieni a fumare?” chiese India tirandomi, “sì” la seguii, accendemmo la sigaretta insieme, “allora? Come va?” chiese sorridente, “bene… insomma è Chris…” risposi scrollando le spalle, “direi che ha un gran culo…” disse guardando dentro, “scusa?” chiesi incrociando le braccia, “no dicevo… a stare con te… è fortunato” rise, “senti India, te lo dico ora e non te lo dico più… un’altra battuta su di lui e ti faccio fare la fine della mamma di Bambi” dissi ridendo, ma forse non scherzavo poi così tanto, “mmm… che gelosia” mi diede una spintarella, “non immagini quanta” risposi sorridendo, “mi piace sai? Vederti stare bene, con lui, siete proprio… la coppia ideale” disse guardandomi negli occhi, “sto bene…” ammisi facendo un profondo respiro, sentii le mani di Chris afferrarmi i fianchi da dietro, mi baciò la guancia, “allora India? Quando ci farai conoscere il tuo uomo?” chiese ridendo, “ad avercelo…” rise, “te lo presentiamo noi uno… al matrimonio” rise Chris, “no prima, per il matrimonio voglio battermi per il bouquet” scherzò spengendo la sigaretta, “Chris… noi andiamo a fare quei giri, ci sentiamo più tardi” annunciò Lisa, “va bene” rispose annuendo, “ciao” salutò, rispondemmo con un cenno della mano, “andiamo anche io e Josh… ci portiamo papà che dobbiamo fare un bel discorso… Ciao Chris, è stato un piacere rivederti” gli strinse la mano e si allontanò, “ciao…” salutarono mio padre e Josh in coro, “dai andiamo…” rise Chris, “che ti ridi?” chiesi curiosa, “tua sorella…” rispose ridendo, “cosa?” chiesi guardandolo interrogativa, “è sempre stata diciamo cotta di me… ed è timida” rispose scrollando le spalle, “già…” risposi infastidita, “ei…” mi tirò su il mento, “non pensare neanche che a me possa piacere, sono anni che so di piacerle, mi sarei fatto avanti… e poi le passerà…” mi baciò, annuii, “dai andiamo…” sussurrò prendendomi la mano, “ma dove?” chiesi confusa, “a sentire per il matrimonio” disse serio, “ah… allora guarda questo…” gli passai una brouchure, “cos’è?” chiese sorridendo, “è un posto che quando ero piccola ho sempre adorato, sognavo di sposarmi lì… e chissà… se ci riusciamo…” feci spallucce, “una villa? Sul mare? Nicole…” mi guardò, lo interruppi, “è stupido, perfetto” gli tolsi i fogli dalle mani ed entrai in macchina, “stavo per dire che è fantastico, ma è… difficile” riprese una volta essere entrato in macchina, “difficile?” chiesi accigliata, “difficile trovarla libera” mi guardò di nuovo, “tentar non nuoce” risposi mettendomi la cinta, “proviamo… dov’è?” chiese accarezzandomi la gamba, gli indicai la via sulla brouchure, “perfetto… siamo vicini…” mi sorrise, cominciò a guidare, io chiamai, “salve… la chiamavo per sapere se potevamo venire a vedere la villa io e il mio fidanzato” annunciai, “certamente, matrimonio?” chiese l’uomo dall’altra parte, “sì… noi stiamo arrivando” risposi, “vi aspetto” promise. Attaccai.

“Nicole… questa è… enorme” disse Chris parcheggiandole davanti, “già…” risposi scrollando le spalle, “salve… siete la coppia di poco fa?” chiese un uomo dai capelli bianchi e baffi folti a manubrio, “sì… salve” gli strinsi la mano, e poi la strinse a Chris, “allora seguitemi” ci fece strada, “questa è la piscina, se scegliete di mettere i tavoli a bordo piscina è una scelta ottima se volete creare un clima romantico” indicò una piscina immensa, “ma potete anche scegliere di metterci la pista da ballo, con dj o quartetto d’archi, di qua…” indicò l’entrata della villa, “questa è la sala che viene allestita per lo più per celebrare il matrimonio” ci fece entrare in una sala dai muri bianchi e il pavimento bianco di marmo, “l’arco viene messo qui” indicò un punto avvicinandosi, spinse un bottone impercettibile sul muro e si spostò un pezzo di parete, uscì una splendida finestra, “muro a scomparsa” annunciò, dava sul mare, “ovviamente viene allestito come volete voi… ma se non volete sposarvi al chiuso questa è un’ottima alternativa per un set fotografico, si allestisce come meglio credete” disse uscendo dalla stanza, uscimmo anche noi, ci portò davanti una scala enorme, “qui… la sposa di solito si fa un milione di foto… ora vi porto di sopra, c’è una sala con il letto se scegliete di dormite qui… oppure solo per le foto” indicò una stanza con l’aspetto principesco, romantico… Chris mi guardò, “e poi questa è la stanza che di solito offriamo alla sposa, per cambi d’abito, o per prepararsi proprio la mattina del matrimonio” c’era una grande postazione trucco in stile gotico bianca, lo sgabello bianco in pelle, con il letto identico, lo seguimmo di nuovo giù, “qui c’è una piccola chiesa, ovviamente se scegliete di sposarvi qui, pagherete il supplemento perché non è nostra, aprì la porta, ci accolse una chiesa molto romantica, bianca con le finestre in mosaico colorato, “ovviamente anche qui si può scegliere i decori e i fiori” uscimmo dalla chiesa, oppure sposarvi sulla riva del mare, parecchi fanno anche questo…” ci portò sulla spiaggia, “mentre la sua futura moglie sceglie possiamo andare a parlare nell’ufficio dei prezzi e di come verrebbe” disse l’uomo guardandomi mentre fissavo la villa, “il costo non è un problema, il fatto è che ci vorremmo pensare…” disse Chris chiamandomi a sé, “per che data vorreste fare?” chiese sorridendo, “10 Giugno” risposi secca, Chris mi guardò, “è libera… vi metto in forse… entro una settimana mi dovete far sapere… anche perché siamo a metà maggio…” rispose l’uomo guardando l’agenda, “entro tre giorni le faremo sapere” rispose Chris stringendogli la mano, “arrivederci… sarà una sposa stupenda” mi strinse la mano, “grazie” risposi sorridendo, ci allontanammo tornando alla macchina, “ora ti porto dove pensavo io…” mi sorrise, “va bene” risposi sussurrando, “comunque 10 giugno… bella data…” rispose guardandomi di sfuggita, “credevi che non mi ricordassi?” chiesi sogghignando, “a dire il vero sì…” rispose cercando il mio sguardo, “e invece no… avevo 19 anni… ci eravamo appena trasferiti a New York, e abbiamo dormito insieme, tu mi hai abbracciata sussurrando qualcosa di incomprensibile, e poi nella notte ci siamo dati la mano… ricordi l’imbarazzo la mattina?” chiesi ridendo, “avevo detto ti amo…” ammise guardandomi negli occhi, “cosa?” chiesi stupita, “già… tu non mi avevi capito… e allora ho fatto niente come se avessi parlato un’altra lingua” mi spostò i capelli dal volto, “vedi… mai fu scelta più azzeccata, e poi il 13 è il tuo compleanno… mi risparmierò per tutta la vita di farti due regali… te li faccio insieme” scherzai, “che merda che sei” rise, arrivammo davanti a una chiesa enorme, si parcheggiò, “questa è la chiesa…” sussurrò scendendo dalla macchina, fece il giro e mi aprì lo sportello, “come siamo dolci” sorrisi, mi afferrò la mano, entrammo nella chiesa, era intima, sullo stesso stile di quella precedente, ma era sicuramente più grande, “salve…” il parroco ci salutò, “salve… noi, vorremmo parlare con lei, sul matrimonio qui” spiegò Chris, “certo… seguitemi” ci fece strada nel suo ufficio nella sacrestia, “allora… quando?” chiese sorridendoci, “10 giugno” rispose Chris, “si potrebbe fare, ma… avete la cresima?” chiese, “sì” rispondemmo in coro, “bene, e corso prematrimoniale?” chiese, “non lo possiamo fare...” risposi seria, “come mai?” chiese, “perché lavoro fino a tardi… non riuscirei ad arrivare fino a qui…” risposi convinta, stavo mentendo alla grande, “ah… e allora ne potremmo fare a meno, bene il 10 mattina è libera, possiamo fare per le 10.30… così per le 11.30 è finita avete tempo per le foto e poi andate a fare il pranzo…” spiegò, “11.00 si può fare?” chiesi, “certo… anche 11.00…” rispose segnando, “perfetto…” rispondemmo in coro, “domani se cambiate idea chiamate, nel frattempo se avete deciso di sì, entro 3 giorni i documenti dei testimoni… e poi si comincia con le prove in tarda serata… quando volete, il giorno prima mi chiamate” spiegò porgendoci il numero, Chris lo prese e lo mise nel portafoglio, “grazie…” Chris gli strinse la mano, “a voi… posso chiedere quanti anni avete o vi offendete?” chiese teneramente, “25 e 34” risposi tranquillamente, “siete piccoli… cioè lei è piccola… tu che aspettavi?” chiese scherzando a Chris, “che lei crescesse” rispose scherzando, “ottima risposta ragazzo” lo salutammo di nuovo e uscimmo, “e perciò la chiesa è stata scelta” annunciò Chris, “adesso ti porto dove farei il ricevimento” salimmo in macchina, uscì dal parcheggio e si diresse verso la meta, “siamo quasi arrivati” annunciò, “ma siamo partiti ora” risposi confusa, “perché è vicino” disse sorridendo, si accostò vicino a una recinzione alta “eccola…” il cancello si aprì, un enorme giardino curato di rose e fiori colorati ci accolse, “che bello…” sussurrai esterrefatta, “e per la cronaca… questo è niente… camminammo per il giardino, arrivammo difronte un castello in miniatura, “Ciao Chris…” un ragazzo lo salutò da lontano, “Ciao Tayler” salutò Chris, “lei è la tua consorte?” chiese sorridendomi, “piacere Nicole” mi presentai, “ti conosco già… per quanto mi ha parlato di te… io sono Tayler” mi strinse la mano, “allora… questo è una riproduzione di un castello, sembra uscito dalla Disney… allora vi dico subito che tutto quello che state vedendo è stato opera della mia ragazza che l’ha arredato come fosse il palazzo delle principesse Disney… ecco se ti vede dice che sei Ariel…” scherzò indicandomi, lo seguimmo dentro il castello, ci accolse una sala da ballo enorme come la bella e la bestia, con tanto di lampadario enorme, poi ci portò nella sala dove avremmo mangiato, il tavolo degli sposi in disparte in alto, e poi tutti i tavoli sotto, “poi c’è la scalinata alla bella e la bestia, ovviamente… perché oggi non c’è la sciroccata…” scherzò, ci ritrovammo davanti una scalinata enorme, “e ora… qui di solito noi ci mettiamo la sposa quando si deve cambiare, però… se tu vuoi farci qualche altra cosa…” aprì la porta, una camera con un enorme letto a baldacchino si aprì a noi, luminosa, c’era un tavolino con uno specchio sopra. L’intero castello aveva lo stile cinquecentesco da fiaba… “poi c’è questa stanza qui… dove di solito chiamiamo i sposi a tagliare la torta e a dare le bomboniere, poi apriamo la finestra, e voi uscite…” ci fece uscire prima di lui, guardammo giù, c’era un piccolo lago sotto di noi in un giardino fantastico, “e vi godrete i fuochi d’artificio da qui sopra” spiegò, “ovviamente, giardino questo sotto, e quello dell’entrata è a vostra disposizione per foto, video… quello che volete… basta che non ci vanno gli invitati che di solito mi distruggono tutto…” disse rientrando dentro, “quando vi sposate?” chiese, “il 10 giugno” rispose Chris, “ora vedo se è libero…” controllò sulla sua agenda, “liberissimo…” annunciò, “lo prendiamo noi” risposi sicura, “mi piace… questa ragazza mi piace” mi battè il cinque, “allora… pronti?” chiese riaccompagnandoci giù, “direi di sì, glielo ho chiesto ieri” rispose Chris, Tayler rise, “beh… ti ama eh…” si rivolse a me, “lo so” risposi guardandolo, “ci sentiamo… fatti vivo più spesso eh” lo salutò con la stretta di mano, “certo” rispose Chris, mi mise il braccio in torno al fianco, strinsi anche io la mano al ragazzo, “è stato un piacere” mi fece l’occhiolino e uscimmo, “e questo?” chiesi indicando tutto il castello, “i miei segreti…” rispose baciandomi, “mi sono innamorata… è bellissimo” risposi sognante, “e adesso devi andare a vedere il vestito da sposa, gli addobbi ci andiamo sabato, e per il resto siamo pronti…” rispose mettendomi una mano sul ginocchio, “va bene…” risposi incrociando le braccia, “che c’è?” chiese preoccupato, “ho un po’ paura” risposi con voce tremante, “di cosa?” chiese parcheggiando la macchina sotto casa, “non lo so… di tutto questo…” sussurrai, “è con me che ti sposi, è praticamente come se fossimo sposati da una vita…” mi baciò, annuii, entrammo in ascensore, “se non c’è nessuno…” mi spinse contro il muro dell’ascensore, mi baciò, misi le mani sotto la sua maglietta, le porte si aprirono, mi tirò su, aprì la porta velocemente, “già siete tornati?” chiese Scott sul divano, “piano sfumato” annunciò Chris mettendomi giù, “sì, abbiamo fatto tutto… deve solo vedere il vestito, le bomboniere, il menù, gli addobbi e i testimoni… che io so già chi saranno…” disse Chris, “Carly, Scott..” annuirono all’istante, “e tu tesoro?” chiese Lisa a me, “Maya e Zac” risposi sorridendo, “capisco…” rispose Lisa, “vado a fare una doccia…” annunciai, “posso entrare? Devo fare una cosa…” mi guardò malizioso, “come vuoi” risposi andando in bagno, entrammo in bagno e Chris chiuse a chiave, “devo fare la pipì…” annunciò, “certo…” risposi incrociando le braccia, aprii l’acqua della doccia, mi spogliai, “andiamo” annunciò Chris entrando in doccia, “se ne accorgeranno che l’abbiamo fatta insieme” risposi entrando in doccia, “e quindi? Siamo adulti” mi accarezzò il fianco, mi baciò delicatamente, fu tutto così lento, il suo tocco, il suo bacio, sembrava come se il tempo si fosse fermato, mi alzò da terra, l’acqua ci accarezzava il corpo dolcemente.

“Tieni” gli tirai l’accappatoio, “grazie” rispose tenendosi l’occhio, “ti ho cecato?” chiesi ridendo, “sì” rispose tenendoselo ancora, “scusa…” risi di nuovo, “non sei credibile se ridi” rispose lasciando la lacrima, “dai… non è niente, bacino” mi avvicinai per dargli un bacio sull’occhio, “saresti una brava mamma lo sai?” chiese accarezzandomi la linea della mascella, “se tu non me ne regali la gioia” risposi seria, “ogni suo desiderio è un ordine” scherzò baciandomi, “no… sono seria…” risposi, “troviamo casa… e lo possiamo anche fare subito, ma con una camera sola non si può” rispose serio, “va bene…” risposi vestendomi, lasciai i capelli bagnati come Chris, indossammo i pigiami, uscimmo dal bagno, presi il telefono e mi buttai sul divano vicino a Chris, “aaah… amore mio” mi abbracciò, “che avete fatto alla fine?” chiese Scott, “dove?” chiese Chris ridendo, “non mi preme sapere ciò che è stato fatto in bagno” scherzò Scott, “non lo diciamo… a nessuno” risposi io stringendomi a Chris, “Chris… dai” lo pregò, “no… lo vedrete al matrimonio” rispose mettendomi il braccio sul fianco, presi il telefono e andai su un sito di case, “guarda questa…” indicai una casa, tre camere da letto, un salone, cucina a vista, due bagni uno in stanza, “venduta…” disse Chris guardando il sito, “come lo sai?” chiesi palesemente triste, “perché c’è scritto sotto al prezzo…” indicò, feci gli occhioni grandi e il labbruccio, “ma è da ristrutturare, sarebbe stata conveniente, ma è tutta da rifare” rispose serio, “già…” convenni, continuai a guardare il sito, “ei… vuoi veramente un’altra casa?” chiese guardandomi, sussurrò, annuii, “la prenderemo…” promise baciandomi la mano, “quando avrò un piccolo nipotino fra le mani?” chiese Shana, “quando arriverà” Chris fece l’occhiolino, “che facciamo per cena?” chiesi guardandolo, “vado a prendere la pizza con Scott e papà tra poco…” rispose guardando il cellulare, “Maya…” mi porse il telefono.

Chris… puoi dire a Nicki se mi chiama?

Ti chiamo subito.

Mi alzai e andai in camera da letto, “che bella migliore amica che sei…” rise, “scusa… allora? Che dici?” chiesi sdraiandomi sul letto, “mah niente, noia mortale… Zac è uscito con Ryan… ha chiamato Chris ma gli ha detto che andavate a fare dei giri per vedere le cose per il matrimonio, allora?” chiese curiosa, “non parlo… ti devo chiedere solo una cosa…” dissi prendendo il respiro, “spara” rispose sulle spine, “tu e Zac… i miei testimoni…” lo buttai fuori come fosse un peso, “temevo che non me lo chiedessi… sarò felicissima di farlo… e per Zac sarà lo stesso… senti ma… Amanda prima mi ha chiamata dicendomi che domani avrà la prima ecografia… ci vieni?” chiese tornando seria, “pomeriggio?” chiesi, “sì… ci vediamo prima io e te… così mi spieghi tutto…” disse ridendo, “non ti spiegherò niente, anzi domani mattina vediamoci mi porti i tuoi documenti e passiamo in chiesa, Chris ha da fare con i genitori tutto il giorno e ci devo andare da sola” risposi, “non vedo l’ora… ti porto anche quelli di Zac?” chiese festeggiando, “sì… grazie…” risposi seria, “che hai?” chiese preoccupata, “non lo so… mi sta prendendo una sensazione strana, come se non lo volessi fare…” risposi sussurrando, “Nicole… è normale, io durante i preparativi ci avrò ripensato una miriade di volte, tanto che piangevo prima di andare a dormire…” disse ridendo, “speriamo che passi…” risposi mettendomi a pancia in sotto, “aaah… dimenticavo, mi devi fare i capelli… sto diventando arancione” la sentii ridere, “domani porto anche la tinta… senti… ma il vestito?” chiese vaga, “quale vestito?” chiesi non capendo, “da sposa… e poi quando ti sposi?” la sentii sorridere, “il 10 giugno… e poi il vestito contavo di andarlo a vedere dopo domani… con te, Lisa, e le sorelle…” risposi guardandomi allo specchio, “non vedo l’ora… ci andrei anche questo momento” rise, “sei così tanto elettrizzata?” chiesi, “da morire… tu no?” chiese ridendo di nuovo, “sì” risi anche io, “senti… ma all’altare chi ti porta?” chiese tornando seria, “mio padre” annunciai, “rivelazione shock…” rispose sussurrando, “poi domani ti racconto… ora vado… ci sentiamo domani mattina…” cercai di concludere, “facciamo così, io alle dieci sto da te, così parliamo bene di tutto, ti faccio la tinta e facciamo quei giri… poi andiamo a mangiare, e dopo andiamo da Amanda” organizzò, “va bene… allora a domani alle dieci” risposi, “ciao Nicki” salutò, “Ciao Maya” attaccai, tornai in salone, “vado… mi porto Dodger, ci vediamo tra poco” mi baciò, “le chiavi” ricordai, “giusto” rispose prendendole da sopra il mobile.

“Quanto rimanete qui?” chiesi vaga, “fino a domenica, poi ripartiamo perché?” chiese Lisa, “perché domani ho da fare con Maya e Amanda, ma dopo domani vi va di accompagnarmi a scegliere il vestito?” chiesi timida, “tesoro mio, certo che vogliamo venire, e poi… non fare la timida con noi eh” mi abbracciò, “grazie” risposi sorridendo, “lo sai, non avrei mai e poi mai accettato il matrimonio di Chris con nessun altra donna che non fossi tu… vi siete sempre amati” sussurrò, “neanche lui l’avrebbe mai accettato” rispose Shana, “allora la data l’avete scelta?” chiese Carly, “il 10 giugno” annunciai, “così presto?” chiese sorridendo, “è una data significativa per noi…” spiegai, “ah capisco… comunque il vestito per le testimoni lo scegli tu” mi puntò il dito, “va bene” accettai, la porta si aprì, Dodger si buttò su di me, “ciao piccolo” cominciai ad accarezzarlo, “ciao piccola” mi baciò Chris, “smettila di dire che sono un cane” lo minacciai, mi andai a lavare le mani, trovai il tavolo apparecchiato e le pizze sul tavolo, ci mettemmo tutti seduti, cominciammo a mangiare, “stasera dormiamo tutti da te Chris, stavamo vedendo che se ci facciamo piccoli c’entriamo tutti” annunciò Carly, “se dovete stare scomodi rimanete qui… non c’è problema” riposi io alzandomi, andai a posare il mio piatto nel lavandino, “no, non vi preoccupate” Lisa ci sorrise, “non è un peso…” ribadì Chris, “non vi preoccupate, c’entriamo, staremo comodi… voi pensate a fare le vostre cose… noi andiamo che siamo stanchi” rispose Lisa alzandosi, Chris annuì, lo guardai accompagnarli alla porta, “buonanotte” salutai con la mano, “buonanotte” risposero in coro.

“Mi aiuteresti a sparecchiare?” chiesi guardandolo chiudere la porta, “non c’è bisogno che fai l’acida” mi spinse la punta del naso con l’indice, “non sono acida” risposi ridendo, “mamma mia” mi afferrò per il braccio e mi tirò a sé, mi guardò negli occhi, “devo sparecchiare” dissi sorridendo, rimase fermo a guardarmi negli occhi, “ei” passai una mano davanti al suo viso, mi abbracciò, forte, “che succede?” chiesi preoccupata, “non ce la faccio” mi strinse ancora di più, “Chris… amore…” lo chiamai, nascose la testa sul mio collo, accarezzai i suoi capelli, “ei…” lo richiamai, si spostò, sciolse l’abbraccio girandosi di scatto, “vado a fare un giro” annunciò prendendo le chiavi di casa, “Chris… non ti muovi di qui” dissi con tono freddo, “no Nicole… ci vediamo fra un po’” mi misi tra lui e la porta, “dimmi che succede” lo pregai, “non ti merito Nicole… non ti merito, più ti guardo negli occhi e più vedo che tu sei così pura e così…” si bloccò indicandomi dalla testa ai piedi con la mano, mi avvicinai a lui, misi la mano sulla sua, “perché dici così?” chiesi cercando il suo sguardo, “perchè Nicole non sarò mai il marito che meriti” si buttò seduto sul divano, “no, infatti” scossi la testa mettendomi in ginocchio davanti a lui, “vedi lo dici anche tu…” si mise le mani nei capelli, “sarai molto di più” appoggiai la mano sulla sua gamba, “e poi io non ho pretese, basta che tu rimani quell’uomo che mi ha fatta innamorare, che tu rimanga così, come sei ora… e poi non importa, non importa nulla del resto” sussurrai, mi guardò, “davvero?” chiese incrociando il mio sguardo, i suoi occhi erano molto più chiari del solito, “cosa?” chiesi accarezzando la sua guancia, “davvero non ti importa se sarò un fiasco come marito?” chiese prendendomi la mano, “non lo sarai… sei il mio migliore amico da quando ne ho memoria, sei il miglior fidanzato del mondo, e sarai il miglior marito che ogni donna può desiderare… ti prometto che litigheremo come pazzi, ma faremo sempre pace… siamo così da 25 anni…” dissi sorridendo, guardò l’orologio, “26… tanti auguri amore mio” mi tirò su, mi abbracciò forte, “e adesso… è il tuo compleanno, perciò rimani seduta qui… e non ti muovi” mi spinse sul divano, “devo sparecchiare, lavare i piatti… devo…” mi zittì con un bacio, “faccio tutto io… tu fai silenzio” mi accarezzò i capelli andando verso il tavolo, prese tutti i piatti e li portò in cucina, lo seguii prendendo i bicchieri e le posate, “oddio… ma tu non ascolti mai?” chiese ridendo, “no…” risposi facendo la linguaccia, “d’accordo ti concedo di rimanere qui… ma li lavo io i piatti ok?” mi sorrise, annuii, lo guardai sparire e ritornare con le bottiglie e la tovaglia già piegata, “vedi? Come potrai mai essere un pessimo marito?” chiesi appoggiandomi al marmo della cucina, “non voglio farti mancare niente… vorrei che tu fossi una regina… in tutto.” Mi baciò la tempia, “io mi ci sento quando sono con te” sussurrai, “eh?” chiese ridendo, “ah… dai non farmelo ripetere” dissi ridendo, “va bene, mi accontenterò di una volta sola” cominciò a lavare i piatti, presi il canavaccio e cominciai ad asciugare e mettere a posto ciò che lui metteva sul piano della cucina, “niente… ferma non ci sa stare…” si lamentò, “no” risposi mettendo a posto l’ultima posata nel cassetto, “la cucina la pulisco io domani mattina… ora ci concediamo un po’ di tempo per noi” lo tirai per il braccio, lo feci sedere sul divano e accesi la televisione, mi misi sdraiata con la testa sulle sue gambe, “vediamo un film?” chiesi piena di entusiasmo, “va bene…” rispose accarezzandomi i capelli, “Dopo tutto questo tempo?” chiesi alzandomi, “sempre” rispose ridendo, “vada per Harry Potter” annunciai prendendo i dvd, “non ci credo… sei ancora una potterhead… hai ventisei anni” rise, “non c’è età… e per quanto mi riguarda sto aspettando ancora la lettera di Hogwarts…” risposi seria, “ma smettila” mi tirò la pallina di Dodger, dal canto suo il cane cominciò ad abbaiare, “bravo… mangialo…” indicai Chris che cominciò a ridere, “sta iniziando…” annunciai spengendo tutte le luci, mi rimisi con la testa sulle sue gambe, “il primo?” chiese, “la pietra filosofale” risposi guardando l’inizio, “eh… è il primo?” chiese insistente, “ma sei una capra” sbottai seria, “dai…” rise, “certo che è il primo… ma non sai neanche quali sono?” chiesi alzandomi di scatto, “no” rispose lui ridendo, “crucio” risposi mettendomi giù di nuovo, lo guardai contorcersi dal dolore, “oh sono una strega…” sorrisi, “no… mi hai fatto malissimo…” notai che aveva la mano tra le gambe, “che ho fatto?” chiesi ridendo, “mi hai dato una spallata, in pieno…” si portò la mano alla bocca, “oddio scusa…” continuai a ridere, “sai una cosa che non sopporto però amo di te?” chiese ancora sofferente, “cosa?” chiesi ridendo ancora, “che mi fai male e ti senti male dalle risate… sempre, da quando sei piccola” disse tornando ad accarezzarmi i capelli, “non lo faccio apposta, mi viene da ridere” spiegai ridendo, “certo, io riderò in pieno parto… va bene?” chiese accarezzandomi i capelli, “fai pure… se ci riuscirai” risposi incrociando le braccia, “ora zitto che sta iniziando” risi, “che dittatrice” si lamentò, cominciai a ripetere ogni battuta a memoria, fino alla fine.

“Finito” annunciai facendo il labbruccio, “bene, domani vediamo il secondo…” mi promise accarezzandomi il braccio, “li devi vedere tutti” dissi alzandomi, “va bene” accettò spengendo la televisione, “adesso la prego signorina, si rechi nella regale stanza da letto, e vada a coricarsi” scherzò spingendomi, “devi chiudere la persiana e la finestra” annunciai buttandomi sul letto, lo sentii sbuffare, entrai nel letto e accesi la abat-jour, chiuse le tende e mi raggiunse a letto, “andiamo a dormire?” chiese abbracciandomi, “ci puoi giurare” risposi sbadigliando, mi girai di spalle per spegnere la abat-jour e mi sentii afferrare per la pancia, “qui… ci deve essere mio figlio” sussurrò, “figlio? Chi ha detto che non sarà una femminuccia” sussurrai insonnolita, “perché il primo deve essere un maschio per proteggere la femmina” disse abbracciandomi, “convincente Evans” convenni afferrando la sua mano, “buonanotte amore” sussurrò baciandomi il collo, “buonanotte” risposi -chiudendo gli occhi. Mi addormentai sentendo il respiro di Chris sul mio collo.

Scusate per il ritardo… ho avuto un po’ di problemi a scriverlo, indecisioni, insicurezze, e problemi vari… spero di non deludere. Grazie mille a chi segue, a chi recensisce, e a chi legge e dedica tempo a una storia scritta da me… Grazie mille a tutti! Spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente.

  
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