Capitolo
10
Il braccio di Chris mi
strinse a sé, aprii gli occhi e mi girai per guardarlo, era così bello,
sembrava un angelo, accarezzai i suoi capelli, si lamentò stringendomi
al suo
petto, guardai l’ora, 8.30, potevo concedermi un altro po’ di coccole
di Chris.
D’un tratto mi trovai la gamba di Chris sulle mie, abbracciata a lui
come fossi
in peluche, poggiò la testa sul mio seno, accarezzai i suoi capelli,
erano così
morbidi, profumati, il risveglio con lui era la cosa più bella del
mondo,
guardai fuori dalla finestra, New York era già sveglia.
Mi
alzai dal letto, Chris cercò di tirarmi, “dai…” risi prendendogli la
mano, mi
sorrise con ancora gli occhi chiusi, “si mise seduto sul bordo del
letto,
“buongiorno” sbiascicò assonnato, “buongiorno amore mio” risposi
dandogli un
bacio, “caffè?” chiesi mettendomi la felpa, “mmh… sì” rispose
stiracchiandosi,
sorrisi e uscii dalla camera. Feci lo slalom tra gli ostacoli,
poltrona,
tavolino, poltrona, divano letto, sedia. Entrai in cucina, misi a fare
il
caffè, presi i biscotti. Sentii una mano sul fianco, “ma come fai ad
essere
attiva di prima mattina?” chiese Chris dandomi un bacio sulla tempia,
si
appoggiò al bancone della cucina guardandomi, “shh… che urli”
sussurrai,
“scusa” sussurrò ridendo, “e poi sono le 9.30, non è prima mattina”
risposi
continuando a sistemare, “che facciamo a pranzo?” chiesi guardando nel
frigo,
non c’era praticamente niente, anche la balla di fieno con la pagliuzza
se ne
erano andati, “se mi dai il caffè, porto Dodger giù e con la scusa
prendo anche
qualcosa per pranzo, ah… a mezzogiorno vengono i miei con Shana,
pranziamo
insieme” rispose sedendosi sulla sedia davanti alla finestra, “e quando
pensavi
di dirmelo?” chiesi spengendo il caffè, “non sapevo che dovevo darti il
preavviso” disse strofinandosi gli occhi, scossi la testa, “mmm…
profumino di
caffè” Scott entrò in cucina, “tieni” gli diedi il caffè nella tazzina, “tieni Chris” mancava poco che glielo tiravo,
“buongiorno” Carly si stirò entrando in cucina, “buongiorno” le tesi la
tazzina
di caffè, me lo versai per me, ci mancava solo Dodger, “no… ferma”
Chris mi
bloccò, lo guardai male, “già sei nevrotica, ci metti anche il caffè?
Ci vuoi
uccidere?” chiese scherzando, “Chris, finisci male, ti avverto” lo
guardai
malissimo, risero tutti, tranne me, “devi fare qualcosa?” chiese
avvicinandosi,
“no… casa è così in ordine” risposi sarcastica, “sei un amore quando ti
incazzi” disse baciandomi la nuca, “Chris… seriamente, sparisci che è
meglio”
presi i guanti, rise, “oh, sì, ridi… bene… sai che ti dico? Pulisci il
bagno, e
rifai il letto” lo tirai in bagno, “cosa?” chiese ridendo, “divertiti…”
annunciai, chiusi la porta alle mie spalle, rientrai, “amore” marcai la
o della
parola con un grande sorriso falso, cominciò a ridere, incrociai le
braccia,
“dai… mi fai ridere se fai così… se esci pulisco” cominciò a ridere
come un
pazzo, “Chris…” lo richiamai voltandomi di lato per non ridere anche
io, “ti
vedo che vuoi ridere” si avvicinò, “Chris… per favore” lo guardai, fece
una
smorfia e cominciai a ridere anche io, “lo sapevo che avresti riso”
disse
baciandomi, “Chris, per favore… aiutami, c’è un casino totale qui”
indicai la
casa, “senti, porto giù il cane e mi faccio accompagnare da Scott e
Carly,
mentre loro si fanno la doccia e fanno le loro cose ti aiuto a chiudere
il
divano e a mettere a posto i mobili, poi scendo giù e tu nel frattempo
fai
quello che riesci a fare, risaliamo su e prepariamo da mangiare, va
bene?”
chiese serio, mi mise la mano sul fianco, annuii, “posso fare la
doccia?”
chiese Scott, Chris lo guardò malissimo, “che c’è? Serve a voi?” chiese
malizioso, “no…” rispose spingendomi fuori, “tutto tuo” chiuse la
porta, “si
voleva solo impicciare” rise Chris. Disfai il divano letto, Chris mi
aiutò a
chiuderlo, rimettemmo le poltrone e il tavolino al loro posto, “Carly
tu e
Scott mi accompagnate giù con Dodger? Così vado a fare spesa e me lo
tenete”
chiese Chris guardando Carly che giocava con Dodger, “certo” rispose
Carly,
Scott uscì dal bagno, “vado io, te le metto nel cesto dei panni
sporchi?” chiese
Carly prendendo le lenzuola che avevo buttato a terra, “sì, grazie”
risposi,
andai in camera da letto, disfai anche il nostro letto, cercai delle
lenzuola
nell’armadio, le trovai nere di raso, non le ricordavo neanche, mi
ricordai che
Maya me le aveva regalate quando avevo comprato casa, cercai anche la
trapunta
nera, la trovai, “mi aiuti?” chiesi a Chris che mi guardava dalla
porta, “era
un bel panorama” rispose, mi resi conto che mettersi piegati a infilare
il
coprimaterasso girata verso la porta non era proprio del tutto casta
come
posizione, “cretino” risi, mi raggiunse, mi prese per i polsi e mi
spinse sul
letto, “Chris” urlai, “mmm…” si morse il labbro, “Chris, dai… aiutami o
vattene” risi, “ti aiuto” si alzò da sopra di me tendendomi la mano per
farmi
alzare, si diresse al lato opposto del letto e mi aiutò a rifare il
letto.
Aprii tutte le finestre.
Chris
e i fratelli erano usciti con il cane, entrai in bagno, cominciai a
pulire a
fondo, quando finii il bagno lavai per terra in tutta casa, uscii fuori
al
balcone e accesi la sigaretta. Squillò il cellulare, “Che sorella di
merda” una
voce maschile esordì nel telefono, “scusa?” chiesi, “sono Josh, ti sei
dimenticata di me? Insomma… sono tuo fratello, e neanche mi dici che ti
sposi?
Con Chris!” rise, “Josh… scusa, è successo tutto così velocemente…
senti, una
sera di queste andiamo a mangiare insieme va bene?” chiesi, “con
India?” chiese
di rimando, “sì, io con India mi ci sono vista due settimane fa…” dissi
felice,
“vi organizzate senza di me? Che sorelle di merda allora” rise, “senti,
ti ha
chiamato papà?” chiesi tornando seria, “no… perché? Nicole che è
successo?” si
preoccupò, “no… niente, è venuto a New York, cercava tutti e tre, ha
trovato
solo me” risposi scrollando le spalle, “no… Nicole, che ti ha fatto?”
chiese
preoccupato, “niente, tranquillo” risposi guardando in alto, non dovevo
fargli
sentire che stavo per crollare, “Nicole, non mi convinci, che ti ha
fatto?”
chiese alzando la voce, “mi voleva portare a casa, ha aggiunto che non
è
d’accordo alla relazione con Chris…” mi interruppe, “sì, questo si sa,
ma ti ha
messo le mani addosso?” chiese serio, “Sì” risposi esitante, “pranziamo
insieme, sto arrivando, ti porto a pranzo fuori, e porto anche India”
era
serio, “sì, Josh… ma ci sono i genitori di Chris, con i fratelli”
risposi,
“chiamalo, digli che se vuole può venire anche lui con la sua famiglia”
sentii
sbattere lo sportello, “va bene” risposi secca, attaccai e chiamai
Chris, “che
succede?” rispose al primo squillo, “ho sentito mio fratello, ha
chiesto di
pranzare insieme, gli ho detto che c’era anche la tua famiglia e mi ha
detto di
far venire anche voi… che faccio?” chiesi seria, “tu vai sicuro, io ora
chiamo
i miei e vedo se vogliono venire” rispose tranquillamente, “fammi
sapere, che
se mai prenotiamo” risposi, “ti richiamo appena so qualcosa” annunciò
chiudendo
la chiamata. Buttai la sigaretta entrando in cucina, sentii suonare il
campanello, sapevo benissimo che Chris aveva le chiavi, sentii
citofonare di
nuovo, mi diressi al citofono, “chi è?” chiesi, non ci fu nessuna
risposta,
solo il rumore tipico di New York, andai in cucina di nuovo, il
campanello,
“chi è?” chiesi stufa di questi giochetti, nessuna risposta, aprii la
porta,
“ciao piccolina” mi trovai mio padre davanti, “che vuoi?” chiesi
incrociando le
braccia, “non mi fai entrare? Non è carino” disse tranquillamente, mi
spostai
dalla porta, si diresse in salone, “bene, non c’è Chris, che vuoi fare?
Vuoi
farmi del male?” chiesi rimanendo in piedi, “assolutamente, ma non è
bello
sapere dalla moglie di un tuo vecchio amico che tua figlia si sposa” si
buttò
sul divano e incrociò le gambe, “perché sei mio padre?” chiesi
sedendomi sulla
poltrona, “senti, abbassiamo i toni, tutti e due, parliamo civilmente,
mi
dispiace ok? Sono stato un pezzo di merda… ma sono qui per rimediare,
mi
piacerebbe essere al tuo matrimonio” annunciò tranquillamente, “Noah,
non
credo…” mi interruppe, “non chiamarmi Noah, sono tuo padre Nicole”
incrociò le
braccia, “Noah, non credo che sia fattibile, non voglio che tu mi
rovini anche
un giorno così importante” dissi incrociando le braccia anche io,
“dammi
l’opportunità di rimediare” spostò il peso del suo corpo in avanti e
poggiò i
gomiti sulle ginocchia, “voglio essere tuo padre” proseguì triste, “non
puoi
esserlo ora che non ho bisogno di nulla, sarebbe troppo facile” risposi
scuotendo la testa, “per favore, dammi l’occasione per essere padre”
disse
cercando accarezzarmi la gamba, “tu me l’hai data l’occasione di vivere
la mia
infanzia come una bambina qualunque? Di vivere l’adolescenza nella
totale
spensieratezza come ogni ragazza? Io avrei voluto che i miei soli e
unici
problemi fossero gli amori non ricambiati, e invece mi dovevo
preoccupare di un
uomo ubriaco che appena gli rivolgevi la parola non perdeva occasione
di farti
del male! Mi hai fatto perdere i miei anni migliori, a diciannove anni
una
ragazza deve pensare a uscire con le amiche, e non a come pagare le
bollette
perché le hanno staccato la corrente, ho dovuto mettere da parte il mio
desiderio di andare al college, ho perso l’opportunità di ballare, ma
tu questo
ovviamente non lo sai, non mi conosci, non hai idea che io facevo danza
quando
uscivo di casa, e non hai idea neanche che Chris, l’uomo che tu odi…”
mi
interruppe di nuovo, scosse la testa, “non lo odio, lo invidio, lo
invidio
perché è un uomo che sa farti felice, che ti ha vista ridere e
crescere, come
avrei voluto io, ma non ti accorgi che in lui vedi la figura di un
padre?”
chiese alzando lo sguardo, i suoi occhi erano languidi, “ti sbagli”
scossi la
testa, “cosa è lui per te?” chiese fissandomi, “è l’uomo che da sempre
ha
saputo capirmi, ha saputo gioire con me nei bei momenti, e ha saputo
piangere
insieme a me quando c’era da piangere, ha saputo aiutarmi nelle piccole
cose,
mi ha salvata, lui è il mio migliore amico quando mi serve il migliore
amico,
ed è l’uomo che sposerò quando deve essere amante, lui c’è sempre
stato, c’è, e
ci sarà sempre” risposi secca, “bambina mia, ti sto guardando, e mi
accorgo che
ormai sei grande, e non c’è più tempo per guardare i tuoi disegni, per
abbracciarti la notte quando avrai paura, di cacciare via i mostri da
sotto il
letto, vedo nei tuoi occhi una luce, una luce strana a dire il vero,
come se il
mostro da cacciare via fossi io, e forse è vero, sono stato un mostro,
perché
ho fatto del male a un essere così puro come te, e lo continuo a fare.
Vorrei
che tu capissi che ogni cosa che ho fatto rovinandoti la vita, l’ha
rovinata a
me, è tornato in dietro il male” mi accarezzò la guancia, “ho perso
tutto
quella notte che è scappata tua madre,
ne ero convinto, quella notte… ma la realtà è che avevo perso
solo
vostra madre, avevo voi… e non mi rendevo conto di quale tesoro
inestimabile
avessi fra le mani… perdonami tesoro, voglio portarti io tra le braccia
di un
grande uomo, e voglio vederti ridere, perché solo adesso che ti guardo
piangere, mi accorgo che non ti ho mai vista ridere” mi lasciai
asciugare le
lacrime, “non sono stato un padre, fammi essere nonno, fammi essere
presente
ora nella tua vita, qualsiasi cosa ti serva, qualsiasi cosa tu abbia
bisogno,
chiama tuo padre, il matrimonio? Te lo regalo io… e non ti ho mai detto
quanto
apprezzi questa casa, profuma di te. Voglio rimediare, voglio essere
una figura
importante nella tua vita, voglio essere importante per te” mi
accarezzò di
nuovo la guancia, sentii la porta aprirsi, “Nicole, ti prego, non
importa più
se non vuoi fare il medico come me, o se vivi in una casa piccola,
l’importante
è che tu sia felice, fatti accompagnare all’altare, ti chiedo solo
questo, fammi
avere l’onore di essere tuo padre, anche solo per quei dieci secondi in
cui
poserò la tua mano tra le mani di Chris, per favore… concedimelo” mi
implorò,
“basta” urlai, mi alzai, vidi Chris con la sua famiglia e il cane sulla
porta,
“per favore, smettila” sussurrai guardando mio padre, “ti sto chiedendo
perdono
Nicole, ti sto chiedendo solo di perdonare un povero uomo che in tutti
questi
anni non ha capito proprio niente della sua vita, e questi capelli,
questi
orecchini, sono bellissimi, perché sono su di te” si avvicinò di nuovo,
“perdonami” mi implorò, annuii, “davvero?” chiese stupito, “sì… ma, se
mi
rifarai del male…” mi interruppe, “no, non lo farò… sei la mia bambina…
guarda”
tirò fuori dalla tasca un pezzo di carta piegato in piccole parti, lo
spiegò,
era il mio disegno di quando ero piccola, “vedi? L’ho tenuto… dopo
tutti questi
anni…” lo guardai sorridendo, “mi chiamerai papà?” chiese sorridendo,
annuii,
“hai una voce?” chiese avvicinandosi, “sì” sussurrai tra le lacrime,
“vieni
qui” mi tirò dolcemente tra le sue braccia, tornai bambina, non
importava più
il dolore o la sofferenza, era un abbraccio sincero di mio padre, “ti
voglio
bene piccola mia” mi accarezzò i capelli, mi allontanai, guardai Chris,
aveva
gli occhi lucidi, “e ovviamente, devo parlare con te” disse
indicandolo, Chris
annuì e uscirono fuori al balcone, “allora… ci andiamo a pranzo
insieme?”
chiesi sorridendo, “sì… eravamo saliti per dirtelo perché non ti
prendeva il
telefono” rispose Scott, “ah…” guardai il telefono, nessun servizio,
“certo…
non ti preoccupare” sentii la voce di Chris, “Chris, è la mia bambina,
non
dovrà più soffrire da oggi in poi” la voce di mio padre era calda, “non
sarò
certo io a farla soffrire” rispose Chris tranquillamente, “bene” la
voce di mio
padre si avvicinò, “e adesso andiamo tutti a pranzo” annunciò Chris,
presi la
borsa e il telefono, uscimmo velocemente.
“Nicole
quello è…” India, mia sorella indicò nostro padre scendere dalla
macchina,
“papà..” conclusi con naturalezza, “e che ci fa qui?” chiese Josh, “ci
ho
chiarito, verrà al mio matrimonio” risposi scrollando le spalle,
“seria?”
chiese Josh, annuii, “se ci hai chiarito tu” rispose India facendo
spallucce, “venite…
voglio parlare con tutti i miei figli” nostro padre ci portò in
disparte, “vi
chiedo scusa per tutto il male fatto” abbassò lo sguardo a terra, “se
ti
perdona Nicole, ti perdoniamo anche noi…” annunciò Josh, “ma tu falle
del
male…” la interruppi, “India…” cercai di calmarla, alzò le mani in
segno di
resa, “venite qui” ci abbracciò tutti e tre, “vi amo… da impazzire”
pianse
nostro padre, ci guardammo tutti e tre, finalmente nei nostri occhi
potevamo
vedere il senso di pace e tranquillità.
“Allora?
Chris…” Josh si buttò su Chris salutandolo, “Ciao Chris” India lo
salutò
imbarazzata, “ciao India” la salutò dandole un bacio sulla guancia,
“allora
andiamo a mangiare?” chiesi affamata, “certo” rispose Scott prendendomi
sotto
braccio, “Evans” annunciò Chris al ragazzo alla reception, mi guardò a
lungo,
“quella?” chiese a Chris indicandomi, “è mia moglie” rispose secco,
“ah… mi
scusi” ci accompagnò al tavolo, “e da quando ci siamo sposati?” chiesi
ridendo,
“dal momento che diventerai mia moglie, già lo sei” mi baciò, “prego”
indicò il
tavolo imbarazzato, “ei amico, senza rancore” Chris rise, “l’hai presa
bene…
come mai non sei geloso?” lo guardai curiosa, “perché sei solo mia”
rispose
afferrandomi per i fianchi, mi tirò a sé, mi baciò con delicatezza,
“ehm… sono
qui… sono suo padre…” mio padre richiamò l’attenzione, “non cominciare
a fare
il suocero rompi palle” scherzò Chris, “nono, io comincio… per
iniziare… tu
qui… lei lì” indicò i posti a capotavola, risi, “scherzi vero?” chiesi
tornando
seria, “certo” rispose ridendo, “o forse no…” si mise seduto serio, mi
misi
vicino a mia sorella e a Chris, “che prendiamo?” chiese il cameriere,
“direi
che prendiamo antipasto di mare, poi i primi sempre di mare, e il
secondo con
contorno… il dolce glielo comunicheremo” rispose Chris, “misto?” chiese
il
cameriere, “sì” rispose secco, “se ti guarda un’altra volta lo faccio
diventare
un portachiavi” mi baciò l’orecchio, “amore… ma non ero solo tua?” lo
presi in
giro, “certo, ma non ti devono guardare” rispose baciandomi, “senti… il
matrimonio…” mi fissò, “a giugno o luglio” annunciai, “Nicole… siamo a
maggio…
come pretendi di riuscire ad organizzare tutto?” chiese ridendo, sapeva
già la
risposta, “un modo lo trovo… per te va bene?” chiesi seria, “certo che
va bene”
mi baciò di nuovo, “Maya si è sposata eh” borbottò India, mi guardò con
i suoi
enormi occhi verdi, del resto uguali a quelli di papà, “Sì…” risposi
sorridendo, “e Amanda è incinta” annunciò Carly, “cooosa?” chiese Josh,
ed ecco
sgranati gli occhi grandi color ambra, uguali ai miei, “Josh… la tua
cotta di
una vita è incinta, non puoi farci nulla” lo presi in giro, “non ho una
cotta…”
rispose ridendo, “certo, certo” risposi vaga, arrivarono i vassoi di
antipasti,
prendemmo tutti un po’ di tutto, “Oh Mio Dio!” una voce marcò le
iniziali delle
parole che formavano la frase urlando, alzai gli occhi al cielo,
“Chriss” urlò
di nuovo, “ciao…” salutò Chris secco, “chi è?” chiese India, “non ne ho
idea”
risposi atona, “ma che fai? Non mi dai un bacio?” rimase lì a guardare
Chris,
mi alzai e vidi Chris di sfuggita portarsi la mano alla bocca, “se vuoi
te lo
do io un bacio” risposi, “scusa ma chi sei?” chiese cambiando tre
tonalità in
volto, “no, chi sei tu?” risposi avanzando di un passo, “sono Isabelle,
tu?”
chiese ancora più scura in volto, “no… che ruolo avresti nella sua
vita?”
chiesi seria, “no tesoro, che ruolo hai tu nella sua vita” chiese
avvicinandosi
anche lei a me, “ti spiego una cosa, io sono la sua ragazza, fidanzati,
anelli,
noi, io e lui, dormire insieme… tu chi essere?” chiesi mimando ogni
parola,
“io… non… Chris… non… io…” la interruppi, “non… cosa?” chiesi
incrociando le
braccia, “non sapevo che fosse fidanzato, scusami, sai volevo solo…
vabbè
dettaglio che non penso mi aiuti… allora buon pranzo” sparì, “tu ti
devi
calmare” disse Chris mettendomi seduta, “e tu hai troppe che ti girano
in
torno” risposi imbronciata, “sì… ma tu sei l’unica che io voglio…
perciò non
uccidere nessuno” rise, mi baciò, “scusi… posso farle una foto?” una
ragazza mi
chiamò, “eh?” mi girai confusa, “dovrebbe fare la modella, posso
scattarle una
foto?” chiese di nuovo, “che ci fai con la foto?” chiesi, “la pubblico
sul
blog, sei veramente… wow… posso?” chiese di nuovo, “no” Chris rispose
al posto
mio, lo guardai con un sorrisetto, “che c’è?” chiese, “non sei geloso
eh…”
chiesi ridendo, “no… sono gelosissimo… che è diverso” mi baciò,
“allora? Come
state organizzando?” chiese Josh, “organizzando? Neanche un giorno è
passato
dalla proposta” risposi secca, “ci state pensando almeno?” chiese Lisa,
“non
diciamo nulla finchè non è quasi tutto pronto” rispose Chris, “Nicole…
vorrei
parlare con te” Bob si alzò, “va bene” mi alzai e lo seguii fuori dal
ristorante, presi una sigaretta e la accesi, rimanemmo in silenzio per
alcuni
minuti, “sai… per me rimarrai sempre la bambina che giocava con Chris
quando
era piccola, ti ricordo che eri un fagottino, e ora mi ritrovo a dover
sperare
che mi regalerai nipotini, mi ritrovo a guardare questi occhi color
ambra e a
dire cavolo ha ragione mio figlio ad essersene innamorato, e non so mai
che
dirti sai? Perché non voglio mai essere imbarazzante per Chris, o per
te, ma ci
sarebbero una miriade di complimenti da farti… anzi, da farvi” si
fermò, “ma
c’è una cosa che posso dirti, sei una donna a tutti gli effetti, sai
essere
amica, e l’abbiamo visto con Maya al matrimonio, con Chris in tutti
questi
anni, sai essere compagna di vita per mio figlio, e chissà che non
siate
proprio nati per questo… ma ciò che meriti di più come complimento è
per la
dolcezza che riservi nel tuo cuore, non tutti farebbero quello che hai
fatto
oggi, perdonare tuo padre, grande gesto per una grande donna. Ho
pregato mio
figlio per anni a finchè si facesse avanti con te… così seria, così
matura in
tutte le scelte prese, così determinata, e così bella… ecco vorrei che
i miei
nipoti riprendessero da te tutto il buono di te, e tutto il buono di
Chris,
sapendo che sarà molto facile… e come augurio a tutto questo con Lisa
abbiamo
scelto che ogni cosa della sposa, dal vestito, alle scarpe, al bouquet,
al
trucco, ai capelli… lo pagheremo noi… ogni cosa… e non dire che non
vuoi… che
poi mi diventi la nuora antipatica…” scherzò, “va bene” risposi con gli
occhi
lucidi, “ah no… non lo fare o ti seguo a ruota” mi abbracciò, “grazie
Bob, sei
come un padre per me” risposi abbracciandolo, “e tu come una figlia per
me” mi
baciò la tempia, “andiamo dentro o Chris si ingelosisce” mi diede una
bottarella sulla spalla per scherzare, sorrisi.
“Tutto
per voi” portarono diversi assaggi di primi, mangiammo tutto, “Nicki…
ma tu non
lavori?” chiese Carly, “sì… ma ho una settimana libera…” risposi
scrollando le
spalle, “come mai?” chiese India, “il marito di Grace non sta bene, ed
è stanca
per poter lavorare” risposi seria, “pensa… se non ci vado io a lavorare
muoio
di fame… lei è stanca” borbottò India, “India… Grace ha più di
cinquanta anni,
fa la notte all’ospedale al marito, tutto il giorno lì se i figli non
possono
andare, e pretendi anche vada a lavorare?” chiesi seria, “sì… come
facciamo
tutti…” rispose secca, “tu sei pazza…” scherzai, “oh non sai quanto”
scherzò
facendomi il solletico, arrivarono i secondi piatti con il contorno,
cominciammo a mangiare, “senti… ma… com’è?” chiese India sussurrando al
mio
orecchio, “eh?” chiesi non capendo, “Chris… com’è? Intendo…” sussurrò
di nuovo,
“India, già ti piaceva, non farmi diventare violenta…” scherzai,
“semplice
curiosità… nient’altro” scherzò, “dolce?” una voce dietro le mie spalle
mi fece
saltare, lo sentii ridere, ordinammo il dolce, “ma… avete intenzione di
continuare a vivere in quella casa?” chiese Josh, “perché cos’ha?”
chiesi
offesa, “è… piccola…” rispose serio, “lo so… e infatti appena
ricomincio a
lavorare mi informo su altre case” risposi seria, Chris mi guardò
sorpreso,
“bhe… sì… insomma per noi va bene, ma…” spiegai, “capisco, tranquilla”
mi
baciò, “noi andiamo a fare dei giri, volete venire?” chiese Lisa, “no…
anche
noi abbiamo da fare” rispose Chris serio, “che dovete fare?” chiese
Scott
malizioso, “dobbiamo farti parlare” rispose Chris ridendo, “bene…
andiamo?” mi
alzai, “offro io” disse mio padre a Chris, “no…” Chris lo sorpassò,
arrivò alla
cassa, “il conto…” chiese tranquillamente, “certamente…” il ragazzo
andò al
computer, “vieni a fumare?” chiese India tirandomi, “sì” la seguii,
accendemmo
la sigaretta insieme, “allora? Come va?” chiese sorridente, “bene…
insomma è
Chris…” risposi scrollando le spalle, “direi che ha un gran culo…”
disse
guardando dentro, “scusa?” chiesi incrociando le braccia, “no dicevo… a
stare
con te… è fortunato” rise, “senti India, te lo dico ora e non te lo
dico più…
un’altra battuta su di lui e ti faccio fare la fine della mamma di
Bambi” dissi
ridendo, ma forse non scherzavo poi così tanto, “mmm… che gelosia” mi
diede una
spintarella, “non immagini quanta” risposi sorridendo, “mi piace sai?
Vederti
stare bene, con lui, siete proprio… la coppia ideale” disse guardandomi
negli
occhi, “sto bene…” ammisi facendo un profondo respiro, sentii le mani
di Chris
afferrarmi i fianchi da dietro, mi baciò la guancia, “allora India?
Quando ci
farai conoscere il tuo uomo?” chiese ridendo, “ad avercelo…” rise, “te
lo
presentiamo noi uno… al matrimonio” rise Chris, “no prima, per il
matrimonio
voglio battermi per il bouquet” scherzò spengendo la sigaretta, “Chris…
noi
andiamo a fare quei giri, ci sentiamo più tardi” annunciò Lisa, “va
bene”
rispose annuendo, “ciao” salutò, rispondemmo con un cenno della mano,
“andiamo
anche io e Josh… ci portiamo papà che dobbiamo fare un bel discorso…
Ciao
Chris, è stato un piacere rivederti” gli strinse la mano e si
allontanò,
“ciao…” salutarono mio padre e Josh in coro, “dai andiamo…” rise Chris,
“che ti
ridi?” chiesi curiosa, “tua sorella…” rispose ridendo, “cosa?” chiesi
guardandolo interrogativa, “è sempre stata diciamo cotta di me… ed è
timida”
rispose scrollando le spalle, “già…” risposi infastidita, “ei…” mi tirò
su il
mento, “non pensare neanche che a me possa piacere, sono anni che so di
piacerle, mi sarei fatto avanti… e poi le passerà…” mi baciò, annuii,
“dai
andiamo…” sussurrò prendendomi la mano, “ma dove?” chiesi confusa, “a
sentire
per il matrimonio” disse serio, “ah… allora guarda questo…” gli passai
una
brouchure, “cos’è?” chiese sorridendo, “è un posto che quando ero
piccola ho
sempre adorato, sognavo di sposarmi lì… e chissà… se ci riusciamo…”
feci
spallucce, “una villa? Sul mare? Nicole…” mi guardò, lo interruppi, “è
stupido,
perfetto” gli tolsi i fogli dalle mani ed entrai in macchina, “stavo
per dire
che è fantastico, ma è… difficile” riprese una volta essere entrato in
macchina, “difficile?” chiesi accigliata, “difficile trovarla libera”
mi guardò
di nuovo, “tentar non nuoce” risposi mettendomi la cinta, “proviamo…
dov’è?”
chiese accarezzandomi la gamba, gli indicai la via sulla brouchure,
“perfetto…
siamo vicini…” mi sorrise, cominciò a guidare, io chiamai, “salve… la
chiamavo
per sapere se potevamo venire a vedere la villa io e il mio fidanzato”
annunciai,
“certamente, matrimonio?” chiese l’uomo dall’altra parte, “sì… noi
stiamo
arrivando” risposi, “vi aspetto” promise. Attaccai.
“Nicole…
questa è… enorme” disse Chris parcheggiandole davanti, “già…” risposi
scrollando le spalle, “salve… siete la coppia di poco fa?” chiese un
uomo dai
capelli bianchi e baffi folti a manubrio, “sì… salve” gli strinsi la
mano, e
poi la strinse a Chris, “allora seguitemi” ci fece strada, “questa è la
piscina, se scegliete di mettere i tavoli a bordo piscina è una scelta
ottima
se volete creare un clima romantico” indicò una piscina immensa, “ma
potete
anche scegliere di metterci la pista da ballo, con dj o quartetto
d’archi, di
qua…” indicò l’entrata della villa, “questa è la sala che viene
allestita per
lo più per celebrare il matrimonio” ci fece entrare in una sala dai
muri
bianchi e il pavimento bianco di marmo, “l’arco viene messo qui” indicò
un
punto avvicinandosi, spinse un bottone impercettibile sul muro e si
spostò un
pezzo di parete, uscì una splendida finestra, “muro a scomparsa”
annunciò, dava
sul mare, “ovviamente viene allestito come volete voi… ma se non volete
sposarvi al chiuso questa è un’ottima alternativa per un set
fotografico, si
allestisce come meglio credete” disse uscendo dalla stanza, uscimmo
anche noi,
ci portò davanti una scala enorme, “qui… la sposa di solito si fa un
milione di
foto… ora vi porto di sopra, c’è una sala con il letto se scegliete di
dormite
qui… oppure solo per le foto” indicò una stanza con l’aspetto
principesco,
romantico… Chris mi guardò, “e poi questa è la stanza che di solito
offriamo
alla sposa, per cambi d’abito, o per prepararsi proprio la mattina del
matrimonio” c’era una grande postazione trucco in stile gotico bianca,
lo
sgabello bianco in pelle, con il letto identico, lo seguimmo di nuovo
giù, “qui
c’è una piccola chiesa, ovviamente se scegliete di sposarvi qui,
pagherete il
supplemento perché non è nostra, aprì la porta, ci accolse una chiesa
molto
romantica, bianca con le finestre in mosaico colorato, “ovviamente
anche qui si
può scegliere i decori e i fiori” uscimmo dalla chiesa, oppure sposarvi
sulla
riva del mare, parecchi fanno anche questo…” ci portò sulla spiaggia,
“mentre
la sua futura moglie sceglie possiamo andare a parlare nell’ufficio dei
prezzi
e di come verrebbe” disse l’uomo guardandomi mentre fissavo la villa,
“il costo
non è un problema, il fatto è che ci vorremmo pensare…” disse Chris
chiamandomi
a sé, “per che data vorreste fare?” chiese sorridendo, “10 Giugno”
risposi
secca, Chris mi guardò, “è libera… vi metto in forse… entro una
settimana mi
dovete far sapere… anche perché siamo a metà maggio…” rispose l’uomo
guardando
l’agenda, “entro tre giorni le faremo sapere” rispose Chris
stringendogli la
mano, “arrivederci… sarà una sposa stupenda” mi strinse la mano,
“grazie”
risposi sorridendo, ci allontanammo tornando alla macchina, “ora ti
porto dove
pensavo io…” mi sorrise, “va bene” risposi sussurrando, “comunque 10
giugno…
bella data…” rispose guardandomi di sfuggita, “credevi che non mi
ricordassi?”
chiesi sogghignando, “a dire il vero sì…” rispose cercando il mio
sguardo, “e
invece no… avevo 19 anni… ci eravamo appena trasferiti a New York, e
abbiamo
dormito insieme, tu mi hai abbracciata sussurrando qualcosa di
incomprensibile,
e poi nella notte ci siamo dati la mano… ricordi l’imbarazzo la
mattina?”
chiesi ridendo, “avevo detto ti amo…” ammise guardandomi negli occhi,
“cosa?”
chiesi stupita, “già… tu non mi avevi capito… e allora ho fatto niente
come se
avessi parlato un’altra lingua” mi spostò i capelli dal volto, “vedi…
mai fu
scelta più azzeccata, e poi il 13 è il tuo compleanno… mi risparmierò
per tutta
la vita di farti due regali… te li faccio insieme” scherzai, “che merda
che
sei” rise, arrivammo davanti a una chiesa enorme, si parcheggiò,
“questa è la
chiesa…” sussurrò scendendo dalla macchina, fece il giro e mi aprì lo
sportello, “come siamo dolci” sorrisi, mi afferrò la mano, entrammo
nella
chiesa, era intima, sullo stesso stile di quella precedente, ma era
sicuramente
più grande, “salve…” il parroco ci salutò, “salve… noi, vorremmo
parlare con
lei, sul matrimonio qui” spiegò Chris, “certo… seguitemi” ci fece
strada nel
suo ufficio nella sacrestia, “allora… quando?” chiese sorridendoci, “10
giugno”
rispose Chris, “si potrebbe fare, ma… avete la cresima?” chiese, “sì”
rispondemmo in coro, “bene, e corso prematrimoniale?” chiese, “non lo
possiamo
fare...” risposi seria, “come mai?” chiese, “perché lavoro fino a
tardi… non
riuscirei ad arrivare fino a qui…” risposi convinta, stavo mentendo
alla grande,
“ah… e allora ne potremmo fare a meno, bene il 10 mattina è libera,
possiamo
fare per le 10.30… così per le 11.30 è finita avete tempo per le foto e
poi
andate a fare il pranzo…” spiegò, “11.00 si può fare?” chiesi, “certo…
anche
11.00…” rispose segnando, “perfetto…” rispondemmo in coro, “domani se
cambiate
idea chiamate, nel frattempo se avete deciso di sì, entro 3 giorni i
documenti
dei testimoni… e poi si comincia con le prove in tarda serata… quando
volete,
il giorno prima mi chiamate” spiegò porgendoci il numero, Chris lo
prese e lo
mise nel portafoglio, “grazie…” Chris gli strinse la mano, “a voi…
posso
chiedere quanti anni avete o vi offendete?” chiese teneramente, “25 e
34”
risposi tranquillamente, “siete piccoli… cioè lei è piccola… tu che
aspettavi?”
chiese scherzando a Chris, “che lei crescesse” rispose scherzando,
“ottima
risposta ragazzo” lo salutammo di nuovo e uscimmo, “e perciò la chiesa
è stata
scelta” annunciò Chris, “adesso ti porto dove farei il ricevimento”
salimmo in
macchina, uscì dal parcheggio e si diresse verso la meta, “siamo quasi
arrivati” annunciò, “ma siamo partiti ora” risposi confusa, “perché è
vicino”
disse sorridendo, si accostò vicino a una recinzione alta “eccola…” il
cancello
si aprì, un enorme giardino curato di rose e fiori colorati ci accolse,
“che
bello…” sussurrai esterrefatta, “e per la cronaca… questo è niente…
camminammo
per il giardino, arrivammo difronte un castello in miniatura, “Ciao
Chris…” un
ragazzo lo salutò da lontano, “Ciao Tayler” salutò Chris, “lei è la tua
consorte?” chiese sorridendomi, “piacere Nicole” mi presentai, “ti
conosco già…
per quanto mi ha parlato di te… io sono Tayler” mi strinse la mano,
“allora…
questo è una riproduzione di un castello, sembra uscito dalla Disney…
allora vi
dico subito che tutto quello che state vedendo è stato opera della mia
ragazza
che l’ha arredato come fosse il palazzo delle principesse Disney… ecco
se ti
vede dice che sei Ariel…” scherzò indicandomi, lo seguimmo dentro il
castello,
ci accolse una sala da ballo enorme come la bella e la bestia, con
tanto di
lampadario enorme, poi ci portò nella sala dove avremmo mangiato, il
tavolo
degli sposi in disparte in alto, e poi tutti i tavoli sotto, “poi c’è
la
scalinata alla bella e la bestia, ovviamente… perché oggi non c’è la
sciroccata…” scherzò, ci ritrovammo davanti una scalinata enorme, “e
ora… qui
di solito noi ci mettiamo la sposa quando si deve cambiare, però… se tu
vuoi
farci qualche altra cosa…” aprì la porta, una camera con un enorme
letto a
baldacchino si aprì a noi, luminosa, c’era un tavolino con uno specchio
sopra.
L’intero castello aveva lo stile cinquecentesco da fiaba… “poi c’è
questa
stanza qui… dove di solito chiamiamo i sposi a tagliare la torta e a
dare le
bomboniere, poi apriamo la finestra, e voi uscite…” ci fece uscire
prima di
lui, guardammo giù, c’era un piccolo lago sotto di noi in un giardino
fantastico, “e vi godrete i fuochi d’artificio da qui sopra” spiegò,
“ovviamente, giardino questo sotto, e quello dell’entrata è a vostra
disposizione per foto, video… quello che volete… basta che non ci vanno
gli
invitati che di solito mi distruggono tutto…” disse rientrando dentro,
“quando
vi sposate?” chiese, “il 10 giugno” rispose Chris, “ora vedo se è
libero…”
controllò sulla sua agenda, “liberissimo…” annunciò, “lo prendiamo noi”
risposi
sicura, “mi piace… questa ragazza mi piace” mi battè il cinque,
“allora…
pronti?” chiese riaccompagnandoci giù, “direi di sì, glielo ho chiesto
ieri”
rispose Chris, Tayler rise, “beh… ti ama eh…” si rivolse a me, “lo so”
risposi
guardandolo, “ci sentiamo… fatti vivo più spesso eh” lo salutò con la
stretta
di mano, “certo” rispose Chris, mi mise il braccio in torno al fianco,
strinsi
anche io la mano al ragazzo, “è stato un piacere” mi fece l’occhiolino
e
uscimmo, “e questo?” chiesi indicando tutto il castello, “i miei
segreti…”
rispose baciandomi, “mi sono innamorata… è bellissimo” risposi
sognante, “e
adesso devi andare a vedere il vestito da sposa, gli addobbi ci andiamo
sabato,
e per il resto siamo pronti…” rispose mettendomi una mano sul
ginocchio, “va
bene…” risposi incrociando le braccia, “che c’è?” chiese preoccupato,
“ho un
po’ paura” risposi con voce tremante, “di cosa?” chiese parcheggiando
la
macchina sotto casa, “non lo so… di tutto questo…” sussurrai, “è con me
che ti
sposi, è praticamente come se fossimo sposati da una vita…” mi baciò,
annuii,
entrammo in ascensore, “se non c’è nessuno…” mi spinse contro il muro
dell’ascensore, mi baciò, misi le mani sotto la sua maglietta, le porte
si
aprirono, mi tirò su, aprì la porta velocemente, “già siete tornati?”
chiese
Scott sul divano, “piano sfumato” annunciò Chris mettendomi giù, “sì,
abbiamo
fatto tutto… deve solo vedere il vestito, le bomboniere, il menù, gli
addobbi e
i testimoni… che io so già chi saranno…” disse Chris, “Carly, Scott..”
annuirono all’istante, “e tu tesoro?” chiese Lisa a me, “Maya e Zac”
risposi
sorridendo, “capisco…” rispose Lisa, “vado a fare una doccia…”
annunciai,
“posso entrare? Devo fare una cosa…” mi guardò malizioso, “come vuoi”
risposi andando
in bagno, entrammo in bagno e Chris chiuse a chiave, “devo fare la
pipì…”
annunciò, “certo…” risposi incrociando le braccia, aprii l’acqua della
doccia,
mi spogliai, “andiamo” annunciò Chris entrando in doccia, “se ne
accorgeranno
che l’abbiamo fatta insieme” risposi entrando in doccia, “e quindi?
Siamo
adulti” mi accarezzò il fianco, mi baciò delicatamente, fu tutto così
lento, il
suo tocco, il suo bacio, sembrava come se il tempo si fosse fermato, mi
alzò da
terra, l’acqua ci accarezzava il corpo dolcemente.
“Tieni”
gli tirai l’accappatoio, “grazie” rispose tenendosi l’occhio, “ti ho
cecato?”
chiesi ridendo, “sì” rispose tenendoselo ancora, “scusa…” risi di
nuovo, “non
sei credibile se ridi” rispose lasciando la lacrima, “dai… non è
niente,
bacino” mi avvicinai per dargli un bacio sull’occhio, “saresti una
brava mamma
lo sai?” chiese accarezzandomi la linea della mascella, “se tu non me
ne regali
la gioia” risposi seria, “ogni suo desiderio è un ordine” scherzò
baciandomi,
“no… sono seria…” risposi, “troviamo casa… e lo possiamo anche fare
subito, ma
con una camera sola non si può” rispose serio, “va bene…” risposi
vestendomi,
lasciai i capelli bagnati come Chris, indossammo i pigiami, uscimmo dal
bagno,
presi il telefono e mi buttai sul divano vicino a Chris, “aaah… amore
mio” mi
abbracciò, “che avete fatto alla fine?” chiese Scott, “dove?” chiese
Chris
ridendo, “non mi preme sapere ciò che è stato fatto in bagno” scherzò
Scott,
“non lo diciamo… a nessuno” risposi io stringendomi a Chris, “Chris…
dai” lo
pregò, “no… lo vedrete al matrimonio” rispose mettendomi il braccio sul
fianco,
presi il telefono e andai su un sito di case, “guarda questa…” indicai
una
casa, tre camere da letto, un salone, cucina a vista, due bagni uno in
stanza, “venduta…”
disse Chris guardando il sito, “come lo sai?” chiesi palesemente
triste, “perché
c’è scritto sotto al prezzo…” indicò, feci gli occhioni grandi e il
labbruccio,
“ma è da ristrutturare, sarebbe stata conveniente, ma è tutta da
rifare” rispose
serio, “già…” convenni, continuai a guardare il sito, “ei… vuoi
veramente un’altra
casa?” chiese guardandomi, sussurrò, annuii, “la prenderemo…” promise
baciandomi la mano, “quando avrò un piccolo nipotino fra le mani?”
chiese
Shana, “quando arriverà” Chris fece l’occhiolino, “che facciamo per
cena?”
chiesi guardandolo, “vado a prendere la pizza con Scott e papà tra
poco…”
rispose guardando il cellulare, “Maya…” mi porse il telefono.
Chris…
puoi dire a Nicki se mi chiama?
Ti
chiamo subito.
Mi
alzai e andai in camera da letto, “che bella migliore amica che sei…”
rise, “scusa…
allora? Che dici?” chiesi sdraiandomi sul letto, “mah niente, noia
mortale… Zac
è uscito con Ryan… ha chiamato Chris ma gli ha detto che andavate a
fare dei
giri per vedere le cose per il matrimonio, allora?” chiese curiosa,
“non parlo…
ti devo chiedere solo una cosa…” dissi prendendo il respiro, “spara”
rispose
sulle spine, “tu e Zac… i miei testimoni…” lo buttai fuori come fosse
un peso, “temevo
che non me lo chiedessi… sarò felicissima di farlo… e per Zac sarà lo
stesso…
senti ma… Amanda prima mi ha chiamata dicendomi che domani avrà la
prima
ecografia… ci vieni?” chiese tornando seria, “pomeriggio?” chiesi, “sì…
ci
vediamo prima io e te… così mi spieghi tutto…” disse ridendo, “non ti
spiegherò
niente, anzi domani mattina vediamoci mi porti i tuoi documenti e
passiamo in
chiesa, Chris ha da fare con i genitori tutto il giorno e ci devo
andare da
sola” risposi, “non vedo l’ora… ti porto anche quelli di Zac?” chiese
festeggiando, “sì… grazie…” risposi seria, “che hai?” chiese
preoccupata, “non
lo so… mi sta prendendo una sensazione strana, come se non lo volessi
fare…”
risposi sussurrando, “Nicole… è normale, io durante i preparativi ci
avrò
ripensato una miriade di volte, tanto che piangevo prima di andare a
dormire…”
disse ridendo, “speriamo che passi…” risposi mettendomi a pancia in
sotto, “aaah…
dimenticavo, mi devi fare i capelli… sto diventando arancione” la
sentii
ridere, “domani porto anche la tinta… senti… ma il vestito?” chiese
vaga, “quale
vestito?” chiesi non capendo, “da sposa… e poi quando ti sposi?” la
sentii
sorridere, “il 10 giugno… e poi il vestito contavo di andarlo a vedere
dopo
domani… con te, Lisa, e le sorelle…” risposi guardandomi allo specchio,
“non
vedo l’ora… ci andrei anche questo momento” rise, “sei così tanto
elettrizzata?”
chiesi, “da morire… tu no?” chiese ridendo di nuovo, “sì” risi anche
io, “senti…
ma all’altare chi ti porta?” chiese tornando seria, “mio padre”
annunciai, “rivelazione
shock…” rispose sussurrando, “poi domani ti racconto… ora vado… ci
sentiamo
domani mattina…” cercai di concludere, “facciamo così, io alle dieci
sto da te,
così parliamo bene di tutto, ti faccio la tinta e facciamo quei giri…
poi
andiamo a mangiare, e dopo andiamo da Amanda” organizzò, “va bene…
allora a
domani alle dieci” risposi, “ciao Nicki” salutò, “Ciao Maya” attaccai,
tornai
in salone, “vado… mi porto Dodger, ci vediamo tra poco” mi baciò, “le
chiavi”
ricordai, “giusto” rispose prendendole da sopra il mobile.
“Quanto
rimanete qui?” chiesi vaga, “fino a domenica, poi ripartiamo perché?”
chiese
Lisa, “perché domani ho da fare con Maya e Amanda, ma dopo domani vi va
di
accompagnarmi a scegliere il vestito?” chiesi timida, “tesoro mio,
certo che
vogliamo venire, e poi… non fare la timida con noi eh” mi abbracciò,
“grazie”
risposi sorridendo, “lo sai, non avrei mai e poi mai accettato il
matrimonio di
Chris con nessun altra donna che non fossi tu… vi siete sempre amati”
sussurrò,
“neanche lui l’avrebbe mai accettato” rispose Shana, “allora la data
l’avete
scelta?” chiese Carly, “il 10 giugno” annunciai, “così presto?” chiese
sorridendo, “è una data significativa per noi…” spiegai, “ah capisco…
comunque
il vestito per le testimoni lo scegli tu” mi puntò il dito, “va bene”
accettai,
la porta si aprì, Dodger si buttò su di me, “ciao piccolo” cominciai ad
accarezzarlo, “ciao piccola” mi baciò Chris, “smettila di dire che sono
un cane”
lo minacciai, mi andai a lavare le mani, trovai il tavolo apparecchiato
e le
pizze sul tavolo, ci mettemmo tutti seduti, cominciammo a mangiare,
“stasera
dormiamo tutti da te Chris, stavamo vedendo che se ci facciamo piccoli
c’entriamo
tutti” annunciò Carly, “se dovete stare scomodi rimanete qui… non c’è
problema”
riposi io alzandomi, andai a posare il mio piatto nel lavandino, “no,
non vi
preoccupate” Lisa ci sorrise, “non è un peso…” ribadì Chris, “non vi
preoccupate, c’entriamo, staremo comodi… voi pensate a fare le vostre
cose… noi
andiamo che siamo stanchi” rispose Lisa alzandosi, Chris annuì, lo
guardai
accompagnarli alla porta, “buonanotte” salutai con la mano,
“buonanotte”
risposero in coro.
“Mi
aiuteresti a sparecchiare?” chiesi guardandolo chiudere la porta, “non
c’è
bisogno che fai l’acida” mi spinse la punta del naso con l’indice, “non
sono
acida” risposi ridendo, “mamma mia” mi afferrò per il braccio e mi tirò
a sé, mi
guardò negli occhi, “devo sparecchiare” dissi sorridendo, rimase fermo
a
guardarmi negli occhi, “ei” passai una mano davanti al suo viso, mi
abbracciò,
forte, “che succede?” chiesi preoccupata, “non ce la faccio” mi strinse
ancora
di più, “Chris… amore…” lo chiamai, nascose la testa sul mio collo,
accarezzai
i suoi capelli, “ei…” lo richiamai, si spostò, sciolse l’abbraccio
girandosi di
scatto, “vado a fare un giro” annunciò prendendo le chiavi di casa,
“Chris… non
ti muovi di qui” dissi con tono freddo, “no Nicole… ci vediamo fra un
po’” mi
misi tra lui e la porta, “dimmi che succede” lo pregai, “non ti merito
Nicole…
non ti merito, più ti guardo negli occhi e più vedo che tu sei così
pura e così…”
si bloccò indicandomi dalla testa ai piedi con la mano, mi avvicinai a
lui,
misi la mano sulla sua, “perché dici così?” chiesi cercando il suo
sguardo, “perchè
Nicole non sarò mai il marito che meriti” si buttò seduto sul divano,
“no,
infatti” scossi la testa mettendomi in ginocchio davanti a lui, “vedi
lo dici
anche tu…” si mise le mani nei capelli, “sarai molto di più” appoggiai
la mano
sulla sua gamba, “e poi io non ho pretese, basta che tu rimani
quell’uomo che
mi ha fatta innamorare, che tu rimanga così, come sei ora… e poi non
importa,
non importa nulla del resto” sussurrai, mi guardò, “davvero?” chiese
incrociando il mio sguardo, i suoi occhi erano molto più chiari del
solito, “cosa?”
chiesi accarezzando la sua guancia, “davvero non ti importa se sarò un
fiasco
come marito?” chiese prendendomi la mano, “non lo sarai… sei il mio
migliore
amico da quando ne ho memoria, sei il miglior fidanzato del mondo, e
sarai il
miglior marito che ogni donna può desiderare… ti prometto che
litigheremo come
pazzi, ma faremo sempre pace… siamo così da 25 anni…” dissi sorridendo,
guardò
l’orologio, “26… tanti auguri amore mio” mi tirò su, mi abbracciò
forte, “e
adesso… è il tuo compleanno, perciò rimani seduta qui… e non ti muovi”
mi
spinse sul divano, “devo sparecchiare, lavare i piatti… devo…” mi zittì
con un
bacio, “faccio tutto io… tu fai silenzio” mi accarezzò i capelli
andando verso
il tavolo, prese tutti i piatti e li portò in cucina, lo seguii
prendendo i
bicchieri e le posate, “oddio… ma tu non ascolti mai?” chiese ridendo,
“no…”
risposi facendo la linguaccia, “d’accordo ti concedo di rimanere qui…
ma li
lavo io i piatti ok?” mi sorrise, annuii, lo guardai sparire e
ritornare con le
bottiglie e la tovaglia già piegata, “vedi? Come potrai mai essere un
pessimo
marito?” chiesi appoggiandomi al marmo della cucina, “non voglio farti
mancare
niente… vorrei che tu fossi una regina… in tutto.” Mi baciò la tempia,
“io mi
ci sento quando sono con te” sussurrai, “eh?” chiese ridendo, “ah… dai
non
farmelo ripetere” dissi ridendo, “va bene, mi accontenterò di una volta
sola”
cominciò a lavare i piatti, presi il canavaccio e cominciai ad
asciugare e
mettere a posto ciò che lui metteva sul piano della cucina, “niente…
ferma non
ci sa stare…” si lamentò, “no” risposi mettendo a posto l’ultima posata
nel
cassetto, “la cucina la pulisco io domani mattina… ora ci concediamo un
po’ di
tempo per noi” lo tirai per il braccio, lo feci sedere sul divano e
accesi la
televisione, mi misi sdraiata con la testa sulle sue gambe, “vediamo un
film?”
chiesi piena di entusiasmo, “va bene…” rispose accarezzandomi i
capelli, “Dopo
tutto questo tempo?” chiesi alzandomi, “sempre” rispose ridendo, “vada
per
Harry Potter” annunciai prendendo i dvd, “non ci credo… sei ancora una
potterhead… hai ventisei anni” rise, “non c’è età… e per quanto mi
riguarda sto
aspettando ancora la lettera di Hogwarts…” risposi seria, “ma smettila”
mi tirò
la pallina di Dodger, dal canto suo il cane cominciò ad abbaiare,
“bravo…
mangialo…” indicai Chris che cominciò a ridere, “sta iniziando…”
annunciai
spengendo tutte le luci, mi rimisi con la testa sulle sue gambe, “il
primo?”
chiese, “la pietra filosofale” risposi guardando l’inizio, “eh… è il
primo?”
chiese insistente, “ma sei una capra” sbottai seria, “dai…” rise,
“certo che è
il primo… ma non sai neanche quali sono?” chiesi alzandomi di scatto,
“no”
rispose lui ridendo, “crucio” risposi mettendomi giù di nuovo, lo
guardai
contorcersi dal dolore, “oh sono una strega…” sorrisi, “no… mi hai
fatto
malissimo…” notai che aveva la mano tra le gambe, “che ho fatto?”
chiesi
ridendo, “mi hai dato una spallata, in pieno…” si portò la mano alla
bocca, “oddio
scusa…” continuai a ridere, “sai una cosa che non sopporto però amo di
te?”
chiese ancora sofferente, “cosa?” chiesi ridendo ancora, “che mi fai
male e ti
senti male dalle risate… sempre, da quando sei piccola” disse tornando
ad
accarezzarmi i capelli, “non lo faccio apposta, mi viene da ridere”
spiegai
ridendo, “certo, io riderò in pieno parto… va bene?” chiese
accarezzandomi i
capelli, “fai pure… se ci riuscirai” risposi incrociando le braccia,
“ora zitto
che sta iniziando” risi, “che dittatrice” si lamentò, cominciai a
ripetere ogni
battuta a memoria, fino alla fine.
“Finito”
annunciai facendo il labbruccio, “bene, domani vediamo il secondo…” mi
promise
accarezzandomi il braccio, “li devi vedere tutti” dissi alzandomi, “va
bene”
accettò spengendo la televisione, “adesso la prego signorina, si rechi
nella
regale stanza da letto, e vada a coricarsi” scherzò spingendomi, “devi
chiudere
la persiana e la finestra” annunciai buttandomi sul letto, lo sentii
sbuffare, entrai
nel letto e accesi la abat-jour, chiuse le tende e mi raggiunse a
letto, “andiamo
a dormire?” chiese abbracciandomi, “ci puoi giurare” risposi
sbadigliando, mi
girai di spalle per spegnere la abat-jour e mi sentii afferrare per la
pancia, “qui…
ci deve essere mio figlio” sussurrò, “figlio? Chi ha detto che non sarà
una
femminuccia” sussurrai insonnolita, “perché il primo deve essere un
maschio per
proteggere la femmina” disse abbracciandomi, “convincente Evans”
convenni
afferrando la sua mano, “buonanotte amore” sussurrò baciandomi il
collo, “buonanotte”
risposi -chiudendo gli occhi. Mi addormentai sentendo il respiro di
Chris sul
mio collo.
Scusate per il ritardo… ho avuto un po’ di problemi a scriverlo, indecisioni, insicurezze, e problemi vari… spero di non deludere. Grazie mille a chi segue, a chi recensisce, e a chi legge e dedica tempo a una storia scritta da me… Grazie mille a tutti! Spero di riuscire ad aggiornare più frequentemente.