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Autore: The_Lock    17/07/2016    1 recensioni
Tyler, Sydney, Kyle, Lydia e Skylar sono i nuovi prescelti per difendere Kandrakar e l'equilibrio dell'universo. Nove sono le missioni che dovranno affrontare, e nove saranno i temibili nemici che minacceranno la Pace e le loro vite; sì perché questi nuovi nemici sono più sanguinari di qualsiasi altro nemico mai affrontato e, per cominciare in bellezza, i ragazzi saranno costretti ad andare alla ricerca del Cuore di Kandrakar
Genere: Avventura, Commedia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Hay Lin, Wilhelmina (Will) Vandom
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.7- L'Alchimsta

 

Kyle si svegliò di soprassalto. Il telefono continuava a vibrargli con forza e determinazione, tanto che il moro si allungò dal letto al comodino per rifiutare nuovamente la chiamata.

“Che fai, non rispondi?” domandò una voce. Kyle si mise a sedere immediatamente e si guardò attorno, notando solo allora che non si trovava nella sua camera e neanche nel suo... letto. Al suo fianco, vi era Stefano che sorseggiava del caffè americano da una tazza sporca di vernice blu. Il cuore di Kyle smise di battere per un paio di secondi, poi il moro alzò le lenzuola per controllare se era vestito o meno, sospirando profondamente quando verificò che aveva tutto addosso, meno scarpe e calzini.

“Stai tranquillo, non t'ho mica stuprato.” sorrise Stefano. L'artista, invece, era in mutande e indossava una vestaglia aperta, lasciando intravedere il fisico atletico e glabro.

“Io... cos'è successo?” domandò, sentendo una fitta alla testa.

“Hai bevuto... mi hai cercato dicendo che tutti i miei quadri erano brutti, ma che almeno io ero bello e poi hai insistito per venire da me. Ci siamo baciati, ma poi hai farfugliato qualcosa e sei crollato addormentato. Tieni, questa ti farà stare meglio.” spiegò Stefano, lanciando al moro una mela verde che Kyle prese al volo.

“Io... oh mio dio... mi spiace...” mormorò, passandosi una mano fra i capelli, mentre il telefono prendeva nuovamente a squillare.

“Stai tranquillo. Però voglio un altro appuntamento, Kyle.” spiegò, ghignando.

“Io... sì, sì! Mi farò perdonare.” spiegò Kyle, mettendo gli calzini e infilando successivamente le scarpe. Salutò Stefano sulla soglia, ma l'artista lo prese alla sprovvista e lo baciò sulle labbra, molto più appassionatamente di quanto Kyle sospettasse.

“Fai il bravo, teppista.” sussurrò, facendogli l'occhiolino e poi chiudendo la porta del suo appartamento, lasciando Kyle sul pianerottolo a boccheggiare. Il cellulare squillò ancora, allora Kyle si risvegliò da quel torpore e rispose alla chiamata.

“Dove diamine sei?” tuonò Tyler.

“Che... che succede?” domandò il moro.

“Riunione!” spiegò il rosso.

 

Kyle parcheggiò la moto vicino al marciapiede, successivamente scese dalla sella e coprì la distanza del vialetto ghiaioso con poche falcate, per poi suonare al campanello. Sentì dei rumori di passi e Victor, il fratello minore di Tyler, aprì la porta.

“Ehi Kyle!”
“Ehi Vick!” si salutarono i due giovani, dandosi un cinque. “Mio fratello e Sky sono in camera sua.” spiegò facendolo entrare. Kyle ringraziò Victor e salì gli scalini due alla volta, fermandosi davanti alla porta dell'amico, per poi bussare. Tyler aprì la porta, e Kyle fu subito salutato da Skylar, da Lydia e da Sydney, tutti seduti in cerchio come fossero partecipanti a qualche incontro di recupero.

“Che succede?” domandò il moro, aggrottando la fronte.

“Tyler deve confessarci una cosa.” mormorò Lydia, annoiata. Kyle annuì e prese posto sedendosi sul pavimento vicino alla ragazza.

“Allora... sapete tutti che Void è stato evocato da qualcuno, giusto? E siccome mi sembrava impossibile andare in giro per Acantha a chiedere informazioni, ho pensato che sarebbe stato... come dire... utile cercare un aiuto esterno.” spiegò, tirando fuori una lettera alla vista della quale tutti i ragazzi alzarono un sopracciglio. Lydia prese la lettera ed iniziò a leggerla. I suoi occhi verdi schizzarono da un lato all'altro della lettera, fino a sgranarsi quando videro la firma della lettera.

“Ma sei rincretinito?” sbottò Lydia.

“Che succede?” domandarono tutti gli altri ragazzi.

“È andato da Vanessa!” spiegò la rossa.

“Tu... COSA?” ringhiò Kyle, alzandosi in piedi e stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.

“Kyle...” mormorò Sydney, come per rimproverare il moro, ma il ragazzo fulminò il biondo con lo sguardo, facendolo tacere immediatamente.

“Perché l'hai fatto?” domandò Skylar, aggrottando la fronte e iniziando a leggere la lettera.

“Pensavo che le doti chiaroveggenti di Vanessa avrebbero potuto aiutarci.” si giustificò Tyler, facendo spallucce.

“Ti rendi conto di quanto è pericolosa quella donna?” aggiunse poi il bruno.

“Tyler, non mi piace la piega che stai prendendo nell'ultimo periodo.” spiegò Lydia, incrociando le braccia.

“Cioè?”
“Prima fai il patto con Damien e non ci dici nulla, ora vai da Vanessa e ci tieni tutto nascosto... per una squadra la comunicazione è importante e tu non ti stai dimostrando un grande comunicatore, ultimamente.” lo rimproverò Lydia, stringendo le labbra.

“Ragazzi, non saremmo comunque potuti andare tutti e cinque!” spiegò Tyler.

“Sai quanto hai rischiato? Dobbiamo ringraziare che Vanessa abbia deciso di non ucciderti, nonostante lei sapesse già della tua visita, questo è sicuro.” spiegò Sydney, premendosi le tempie.

“Ah, certo! Ringraziamola pure, quella pazza maniaca!” sbottò Kyle.

“Non ho detto questo!” rispose Sydney, mettendosi anche lui in piedi e sfidando Kyle con lo sguardo.

“Ragazzi, smettetela!” gli rimproverò Tyler, mettendosi anche lui in piedi. Prima Sydney, poi Kyle con manifesta controvoglia, si sedettero, mettendosi entrambi a gambe incrociate.

“Tanto ormai il danno è fatto. Bisogna solo capire chi è questa persona che, secondo le parole di Vanessa, abbiamo già incontrato.” sbuffò Skylar, prendendo la lettera.

“Rileggi il passo ad alta voce, per favore?” domandò Lydia, massaggiandosi le tempie.

Avete già incontrato una delle sue creazioni. Uno scarabocchio così sgraziato creato da un uomo così avido da farmi storcere il naso!” rilesse Skylar ad alta voce.

“Allora, ragioniamo... le HEXEN non avevano creazioni per conto loro...” mormorò Sydney, mordicchiandosi le labbra.

“Neanche il re di Encante, se per questo.” mormorò Tyler, sbuffando. “C'ho già pensato mille volte, ma non sono riuscito a capirci nulla.” confessò, stanco.

“Una delle sue creazioni... creazioni...” sussurrò Lydia, e i suoi occhi verdi si posarono su un pupazzo presente sulla scrivania di Tyler, una vecchia statuina rappresentante un soldato della guerra di secessione, tutta dipinta accuratamente a mano e perfetta nei dettagli. Un'idea colpì la mente di Lydia come un proiettile, e la rossa spalancò la bocca.

“Che stupidi!” brontolò, passandosi una mano sul volto.

“Che intendi?”
“L'unica creazione che abbiamo mai incontrato, ragazzi! Il nostro primissimo nemico!” spiegò.

“Il GOLEM!” disse Sydney.

“Esatto!”
“Aspetta... ma l'abbiamo distrutto!” disse Tyler, aggrottando la fronte.

“Certo, ma secondo la mitologia ebraica, solo una persona è in grado di costruire un golem, un homunculus di creta che risponde ai suoi comandi.” spiegò la rossa, con le guance porpora.

“Chi sarebbe?” domandò Kyle.

“Lo chiamano l'Alchimista.”

 

I sette guardiani si incontrarono nella camera di Sydney a Bluebeech, essendo diventata la camera del biondo il nuovo punto d'incontro dell'intera squadra. I ragazzi decisero con unanime accordo che mentre i cinque aventi i nuovi poteri sarebbero andati ad Acantha, Sydney e Kyle avrebbero fatto più ricerche possibili sul fantomatico Alchimista che aveva liberato Void.

“Non capisco come siete riusciti a carpire queste informazioni.” borbottò Vyvyen, atterrando per ultima sul suolo secco del pianeta infestato da quell'odioso parassita.

“Abbiamo fonti a cui chiedere.” tagliò corto il rosso, incamminandosi per primo.

“E l'Oracolo ne è al corrente?” domandò Dylan, ma il moro non ricevette nessuna risposta, se non degli sguardi leggermente infastiditi da parte dei tre guardiani.

“Allora, qual è il nostro piano?” domandò Skylar, cercando di far virare il discorso altrove.

“Cerchiamo la tana dell'Alchimista.” spiegò Tyler, tirando fuori il cuore di Kandrakar e lasciando che sondasse l'intero pianeta, per poi sparare un raggio di luce verso est.

“Muoviamoci, non voglio ritrovarmi con Void alle costole.” mormorò il rosso.

 

“Ci sono almeno trenta alchimisti famosi!” borbottò Kyle, tamburellando con le dita sulla tastiera del computer. I due ragazzi avevano optato per andare nella biblioteca di Bluebeech, sicuri di trovarla deserta quel sabato mattina, ed infatti oltre la bibliotecaria annoiata, nessun altro ragazzo si era rivelato troppo masochista da presentarsi in quel luogo pieno di libri e di volumi che opprimevano l'aria con il loro odore dolciastro.

“Non credo sia famoso...” mormorò Sydney, mentre sfogliava un volume sulla cabala ebraica.

“E allora cosa stiamo cercando?” ribatté il moro, sentendosi libero di alzare la voce, visto che i tavoli erano deserti.

“Secondo me è un discepolo, Kyle.” sospirò il biondo, annoiato dal comportamento del ragazzo. “Se è stato un alchimista a creare Void, è del tutto probabile che sia stato un suo stesso allievo a liberarlo. Magari possiamo scoprire dove e quando Void è stato creato, così da restringere il cerchio sempre più.” spiegò il biondo, continuando a sfogliare il libro. Kyle ringhiò sottovoce come un lupo, poi prese a fare altre ricerche in rete, ma passò quasi un'ora senza che trovasse niente di soddisfacente. Sydney, dal canto suo, continuava a sfogliare con attenzione il libro, prendendo qualche appunto ogni tanto su vari fogli di carta, collegando le informazioni con delle frecce, magari sottolineandone qualcuna e facendo comparire dei maestosi punti interrogativi vicino a particolari che non riusciva a capire.

“L'Oracolo ha detto che Void è stato creato nel 1400...” spiegò Kyle, subito cercando degli alchimisti che operarono in quel periodo. “Bé... il cerchio si stringe a dieci alchimisti.” spiegò.

“L'Oracolo ha detto anche dove?” domandò Sydney, e Kyle fece di no con la testa.

“Tu che stai cercando, invece?” domandò il moro, allungando il collo.

“Nulla di preciso. Sto cercando di capire quale sia il processo per... creare la vita.”

 

Per tutto il tragitto i cinque ragazzi non incontrarono nessun abitante di Acantha, né Void e questo non potè che rassicurarli e scoraggiarli, a seconda del punto di vista che adottavano.

“Credo di avere un piano.” mormorò Lydia, asciugandosi il sudore dalla fronte. Il sole pallido d'Acantha risplendeva nell'aria umida, incapace d'asciugarla, e la totale mancanza di acqua, di vento o di fronte verdi dove potersi riparare da quella calura rendevano una semplice passeggiata qualcosa di decisamente troppo faticoso.

“Illuminami.” disse Skylar.

“Gli Alchimisti non sono esseri magici. Nel senso, non hanno poteri come noi sette, ma posso creare la magia.”

“Non credo di seguirti.” ammise Vyvyen, aggrottando la fronte.

“Pensateci, la differenza è molto sottile, eppure è l'unica chiave che abbiamo. Noi siamo esseri magici: abbiamo poteri sugli elementi e particolarità derivanti da questi poteri, come la vista al buio di Dylan o il superudito di Sky... un alchimista, invece, può sì creare golem, fare incantesimi, trovare la pietra filosofale... ma di per sé non ha poteri. Per questo Void non lo attacca!” spiegò Lydia, illuminata dalla sua teoria che non faceva una piega.

“Sembra sensato.” ammise Dylan, annuendo lentamente.

“Per questo, arriveremo nella tana dell'Alchimista in questione e lo costringeremo a fare una magia, così che Void possa papparselo.”

“Frena un attimo, tesoro... non dobbiamo uccidere l'Alchimista. Dobbiamo solo... consegnarlo a Kandrakar.” spiegò Tyler, con un sospiro.

“E poi ci serve vivo, se vogliamo imprigionare Void.” aggiunse Vyvyen, facendosi aria con la mano vicino al volto.

“No. Questa storia non si dovrà più ripetere. Noi uccideremo Void.” sibilò Tyler, serio come una tomba.

 

Era ormai sera inoltrata, quando Kyle si accorse che stava leggendo la stessa pagina da almeno mezz'ora. Sbuffò, stropicciandosi gli occhi arrossati e sbadigliò, stiracchiandosi sulla sedia. Tra qualche ora la biblioteca sarebbe chiusa e loro due avevano persino saltato il pranzo pur di cercare nuove informazioni su questo alchimista, ma adesso Kyle era stanco ed affamato ed aveva voglia di fumare.

Prese il pacchetto di sigarette dalla giacca di pelle ed alzò il collo oltre lo schermo del computer per avvisare il biondo che sarebbe uscito per qualche minuto, però, invece di parlare, Kyle si sorprese a sorridere teneramente. Sorriso nato dalla visione di Sydney addormentato con la testa sulle pagine del volume ingiallito.

“Syd...” disse, muovendolo dolcemente.

“Mmm?” domandò il biondo, aprendo gli occhi e facendo mente locale, per poi alzarsi e passarsi una mano sul volto.

“Stavi sbavando sul libro.” scherzò Kyle, sorridendo.

“Io non sbavo.”
“Sì, tu sbavi.”
“E tu russi.” ribatté, ma il sorriso sul volto di entrambi scomparve dietro una maschera di imbarazzo. Erano già pronti a dimenticare la loro storia d'amore e scherzarci su come due vecchi amici? Era questa la domanda che entrambi sentivano rimbombare nelle loro teste, mentre l'aria si riempiva di un silenzio goffo ed ingombrante.

“Andiamo a mangiare qualcosa?” disse Kyle, non riuscendo più a tollerare quell'atmosfera. Il problema era che Kyle era costretto a rimanere a Bluebeech fino al ritorno di Tyler, altrimenti Kyle avrebbe ben presto optato per una ritirata strategica nella propria camera.

“Ma non abbiamo trovato nulla.” si lamentò il biondo, prendendo la testa fra le mani.

“Non troveremo niente. E non possiamo digiunare.” tagliò corto Kyle, alzandosi e chiudendo il libro difronte al biondo; chissà, magari sarebbe uscito qualcosa di buono da quella loro cena insieme.

I due ragazzi percorsero il sentiero dalla biblioteca fino ai cancelli del campus in totale silenzio, interrotto solo dallo sfrigolio del tabacco di Kyle che veniva aspirato in ampie boccate argentate.

“Sydney!” disse una voce poco lontana da loro, ed il biondo sperò davvero di non aver riconosciuto quella voce, ma il suo udito e la sua memoria uditiva funzionavano ancora bene, ed infatti il biondo si ritrovò raggiunto da ampie falcate da Nick.

“Ehi... tutto ok? Non hai risposto alle mie chiamate.” sorrise il ragazzo, incrociando le braccia.

“Io... ehm eravamo occupati per un progetto.” spiegò il biondo, per poi indicare Kyle con la mano.

“Piacere, sono Nick.” disse, stringendo la mano del moro.

“Kyle.” rispose il ragazzo con apatia. Quel nome risvegliò in Nick un recente ricordo: Sydney che si ritraeva urlando 'Kyle, no!', mentre erano intenti a baciarsi sul suo letto. Il biondo si accorse dell'ombra di dubbio che passò sul volto del ragazzo, ma Sydney non sapeva davvero cosa fare, non aveva la mente abbastanza fredda da riuscire a formulare una frase o una semplice bugia.

“Ti va di fare un giro?” domandò il ragazzo, lasciando la mano di Kyle e guardando Sydney negli occhi.

“Io... ehm... ho detto a Kyle che...”
“Ok.” ribatté caustico Nick “Ci si vede.” sbottò, allontanandosi con passo pesante.

“Chi era?” domandò Kyle, aggrottando la fronte, ma un solo sguardo da parte di Sydney esaurì la sua curiosità. “Gli hai raccontato di me?” domandò, cercando di capire il perché di quella strana reazione del ragazzo.

“No...” mormorò il biondo, riprendendo a camminare.

“E allora?”
“Kyle,- sospirò Sydney, mordendosi le labbra -non posso parlare di queste cose con te. Non ce la faccio!” spiegò, con voce tremula.

“Non c'è bisogno di scaldarsi! Era una semplice domanda da amico ad amico; se poi tu non riesci ad andare oltre, allora non te la prendere con me.” sbottò Kyle, inviperito da quella frase del biondo. Per un attimo aveva creduto di riuscire ad allacciare un rapporto, eppure le ferite s'erano rivelate ancora troppo scoperte.

“Allora perché non mi racconti di chi ti ha fatto quel succhiotto?” domandò il biondo, e Kyle si toccò istintivamente la base del collo dove, evidentemente, Stefano gli aveva lasciato un marchio. Il biondo sbuffò, facendo di no con la testa e, con lo sguardo basso per evitare che potesse esser visto sull'orlo del pianto, tornò indietro.

“D-dove vai?”
“Non ho più fame.”

 

Il castello era enorme, ma non del tutto maestoso. Era evidente che la devastazione di Void aveva colpito anche quel luogo, sebbene fosse quasi messo peggio di qualsiasi altro posto che i ragazzi avessero ancora visitato. Alcuni mattoni si sbriciolavano al solo tatto, le vetrate evidentemente complicate e fatte di materiali preziosi erano crollate e scheggiate, alcune travi portanti erano fragili e parte del tetto era completamente scoperchiato.

“Sorpresa sorpresa...” mormorò Dylan, incrociando le braccia.

“Non ci dividiamo.” disse Tyler, spingendo il pesante portone con l'aiuto di Skylar. All'interno, il castello era ancora più marcescente: arazzi slabbrati, disordine impolverato e un terribile puzzo che fece storcere il naso a tutti.

“Zolfo.” mormorò Lydia.

“Che cliché.” sbuffò Vyvyen, coprendo a stento una risata. I ragazzi seguirono l'odore di zolfo come cani da segugio, fino a salire per una delle torri, per poi arrivare davanti ad una porta dove una nebbiolina densa e verdognola passava da sotto gli infissi.

Tyler fece per spingere la porta, ma Lydia gli fermò il braccio con la sua mano.

“Potrebbe essere una trappola.” mormorò la rossa.

“C'è solo un modo per scoprirlo.” sospirò il ragazzo, e poi spinse la porta.

 

Un uomo dava loro le spalle; era alto e sembrava abbastanza forte, aveva corti capelli argentati ed una barba spuntava ai lati della sua mascella. Non sembrò sorpreso nel trovare i cinque guardiani nel suo studio, ed anzi, si girò con aria divertita, mostrando i suoi occhi di un colore talmente particolare che i ragazzi sussultarono: erano rosa. Un rosa fortemente acceso, a metà strada tra il magenta e il fucsia.

“Finalmente ci vediamo...” mormorò l'Alchimista, sorridendo ai ragazzi.


Carissimi e carissime,
mi prendo un po' di spazio per comunicarvi che siamo arrivato al capitolo numero 50. Lo so, non è un gran numero ma sono contento di esser riuscito ad arrivare fin qui, grazie a voi lettori e lettrici, soprattutto!
Un fortissimo abbraccio,

The_Lock

  
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