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Autore: ToscaSam    24/07/2016    1 recensioni
Ebbene si, cari amici. Sono di nuovo tornata con le Nate Babbane. Il motivo è semplice: mi sono sentita tristemente pugnalata; da un'opera grandiosa e intelligente come la saga di Harry Potter, non posso credere che Zia Row sia passata a scrivere … un delirio come The Cursed Child.
Quindi. Nate Babbane ritorna, con forza. E si rirpopone con tutta sé stessa di essere una fanfiction bella, sensata e coerente con il mondo di Harry Potter, in cui si muove.
Vuole quindi essere una risposta a The Cursed Child (o almeno a quello degli spoiler). Dunque spazio alle nuove generazioni: Hogwarts attende i figli e le figlie dei nostri vecchi cari protagonisti, che saranno sempre e comunque presenti.
Qualcosa di vecchio e molto ben conosciuto da tutti noi potterheads potrebbe tornar fuori per minacciare la pace del mondo magico. Chissà se riuscirete a scoprire il mistero prima dei nostri ragazzi …..
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Nate Babbane (OLD VERSION)'
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Filosofie filosofali
 
Garrick se n'era uscito tutto felice dalla Sala Comune, lodandosi per la sua capacità di convincimento, senza aver dovuto spifferare in giro troppe informazioni sull'effettivo scopo delle riunione segrete.
Se ne stava tornando in Sala Grande, per poi dirigersi alle lezioni della mattinata.
La banda dei buontemponi, invece, l'aveva lasciato sparire e adesso si sfregava le mani, tutti gioiosi di aver conquistato una così lauta preda.
I sorrisi identici di Fred e Roxanne si curvarono verso quelli di Esme e Antoinette.
Appena l'ultimo ricciolo di Garrick fu scomparso dietro il buco del ritratto, i quattro paia di sguardi più furbi di tutta Hogwarts si incrociarono, brillando.
« Abbiamo ancora un po' di Orecchie Oblunghe?» chiese Esme, sedendosi comodamente su una poltrona di velluto rossa, sprofondandoci come un pascià.
Il suo sorriso andava da orecchio a orecchio.
« Beh. Quelle sono il minimo necessario» fece Roxanne, per poi partire ad enumerare contando sulla punta delle dita:
« Polvere Buiopesto Peruviana»
« Detonatori Abbindolanti» le fece eco suo fratello.
« Caccabombe»
« Frisbee zannuti»
« E non dimentichiamoci le cose più importanti!» Esclamarono in coro Roxanne e Fred, con tono di solennità.
Antoinette aveva già capito:
« Mais oui. La vostra Mappa e il Mantello» troneggiò dalla sua poltrona, similmente ad Esme.
Bisogna sapere, infatti, che questi nuovi 'malandrini' dovevano il loro successo sia ad un'innata indole per le burle, la sovversione e la confusione … ma anche ad una serie di aiuti materiali che riuscivano a reperire grazie a certe conoscenze.
Anzitutto Fred e Roxanne riuscivano a sottrarre quantità esorbitanti di scherzi magici dal negozio di loro padre, George Weasley. I Tiri Vispi Weasley era sempre uno dei maggiori negozi in cui furbetti di ogni genere potevano rifornirsi di innocenti dispetti da maghi, nello scintillante stabile di Diagon Alley.
In realtà non c'era poi tutto questo bisogno di sotterfugi: George Weasley amava farsi raccontare dai suoi figli quello che succedeva a Hogwarts e come le nuove generazioni riuscissero a sfruttare gli antri più segreti del castello. Aveva anche un debole di simpatia per Esme, che altri non era che la figlia del suo migliore amico Lee Jordan. Spesso e volentieri George passava loro i rifornimenti sottobanco e li congedava con paterne e complici strizzatine d'occhio (cosa che, se scoperta, avrebbe mandato fuori dai gangheri mamma Angelina, la quale non supportava proprio al cento per cento questo tipo di attività 'ricreative').
In secondo luogo, sempre grazie a Fred e Roxanne, il gruppetto di amici poteva contare sull'essenziale aiuto di alcuni oggetti praticamente irreperibili, come il Mantello dell'Invisibilità e la Mappa del Malandrino. Oggetti utilissimi, che li avevano salvati da molte punizioni certe.
Erano entrambi di proprietà dei cugini di Fred e Roxanne, ovvero i figli di Harry Potter. Anche la loro carriera scolastica era spesso e volentieri all'insegna del divertimento, ma mai ai livelli dei quattro mascalzoni principali.
Ed era proprio di quelli che avevano bisogno, per architettare alla meglio il divertente piano di sabotaggio per l'innocente Garrick Thomas.
 
« Abbiamo dovuto fulminare uno dei nostri nascondigli però» si dispiacque distrattamente Antoinette, mentre si decideva finalmente ad alzarsi e a raccogliere i libri per andare a lezione.
« Ormai non ci andavamo da anni, lì dentro» rispose Esme facendo spallucce: « puzza e poi c'è quella noiosissima Mirtilla che viene sempre a ficcare il naso».
« Siamo d'accordo, allora» concluse Fred, guardando le amiche con occhi accesi: « vi aspetto in Sala Comune subito dopo cena. Io intanto vedo di convincere James o Albus a lasciarmi la roba per un po'»
« E io ci proverò con Lily» annuì Roxanne.
« Andiamo a cominciare questa giornata, che ha tutta l'aria di essere divertente» ghignò Esme, con i libri sottobraccio.
 
**
 
Non fu facile per Garrick contenere la smania per tutta la giornata di lezione: non riuscì a incrociare i suoi amici a pranzo, perché avevano orari diversi.
A stento riuscì a non parlare sotto gli occhi penetranti di Climene Steeval, che era sua compagna di banco durante l'ora di Pozioni.
Certe volte Garrick si era domandato se fosse una Legilimens o qualcosa di simile: era sempre acuta e se fissava qualcuno con i suoi occhi scuri per molto tempo significava che stava capendo tutto di lui e della sua vita.
 
« Sei preoccupato per qualcosa, Garrick?» gli chiese, appunto, mentre l'ora si concludeva e la campana dichiarava finita la giornata scolastica.
Garrick commise l'errore di guardarla: in un attimo si trovò intrappolato dagli occhi calamitati di Climene e seppe di essere come nudo. I grandi occhiali di lei non impedivano al suo sguardo di essere così eloquente.
« E cosa te ne importa?» chiese con dissimulata indifferenza.
« Niente» rispose lei tranquillamente.
Il silenzio teso li accompagnò fin fuori nel corridoio. Perché diavolo gli stava così attaccata, quella Steeval? Garrick si sentiva in dovere di spiegarsi, di raccontarle qualcosa che le facesse cessare i sospetti (qualunque essi fossero).
Quando il silenzio fu troppo opprimente, vedendo che Climene aveva intenzione di seguirlo fino anche alla biblioteca, dove era diretto, Garrick esplose:
« Senti … davvero non sono affari tuoi, quello che sto facendo»
« Non ne dubito. Dunque c'è qualcosa che stai facendo»
« Ma cosa... cosa dici? Non posso fare quel che voglio con i miei amici? Andare in biblioteca è “qualcosa”!»
« Oooh. Bene, quindi anche Felix e gli altri sono coinvolti»
« Mi dici cosa vuoi? È qualcosa che riguarda Felix … e Athena? Cedric mi ha detto che ha una cotta per lui … ma io non posso farci niente. Ascolta, se Felix non vuole tua sorella non è colpa mia!»
Climene non si scoraggiò e seguì Garrick fino alla porta della biblioteca.
Madama Pince, dall'interno, li guardò intensamente, per capire se avessero intenzione di rumoreggiare sulla soglia e cogliere l'occasione per sgridarli.
« Non volevo parlarti di Athena e Felix. Non attualmente, almeno. In ogni caso vorrei consigliarti di prestare attenzione»
« È una specie di... minaccia?»
« Ma no. È un vero consiglio. Non sono certo io che devi temere! Diciamo che potresti aver riposto fiducia nelle persone sbagliate. Quindi lo ripeto: vi auguro di essere vigili»
E con aria misteriosa e sapiente, lanciando un ultimo sguardo – quasi compiaciuto – a Garrick, Climene scese le scale di pietra. In un batter d'occhio lei e i suoi capelli corvini da Steeval furono spariti.
 
Garrick si scompose relativamente poco. Anzi, mentre entrava in biblioteca sotto lo sguardo di rimprovero di Madama Pince e cercava i suoi amici fra i tavoli nascosti dagli scaffali, l'unica cosa che pensò riguardo a Climene fu che si fosse proprio trovata come amica di Vera: per quel poco che si era imbattuto in Vera Rakovskij, l'aveva considerata piccola, oscura, brillante e dotata di un qualche misterioso potere che le donava un sinistro charme.
« Eccoti! Ci hai messo un po' ...» lo chiamò Cedric da un tavolo, facendogli cenno con la mano di avvicinarsi.
« Vasil non voleva dirci cos'ha trovato finché non fossimo stati tutti» piagnucolò Felix.
I toni sommessi servivano a non reclamare l'attenzione della bibliotecaria, che poteva spuntare da un momento all'altro, da dietro lo scaffale, per buttarli fuori a pedate.
Garrick si sedette al posto che i suoi amici gli avevano riservato.
Il tavolo era già coperto di libri e pergamene, la maggior parte – immaginò – portate da Vasil.
Infatti fu lui il primo a parlare:
« Bene. Vorrei farvi vedere cosa ho trovato in Storia dei Manufatti Magici volume IV.» aprì un gran librone polveroso: «Ecco. Qui dove ho messo il segno. Come vi stavo dicendo stamani, esisterebbe questo … Specchio. Leggete: “Specchio delle Emarb. Si ignora chi sia l'artefice di tale prodigioso manufatto. Gli studi più recenti lo datano attorno al XIII secolo. La sua curiosa e fenomenale capacità sta nel riflesso: il mago che vi si specchiasse, non vedrebbe sé stesso, ma il realizzarsi del suo più grande desiderio. È nota la testimonianza di Charles il Taumaturgo, stregone del 1432, che nella sua autobiografia dice: '[…] vidi me medesmo assieme ad un della stirpe Babbana, il quale dal folco io prendeva e con mani intrise di non so qual potente magia, alla stirpe dei Maghi lo introducevo. Ed io mi stupiva, ché di fianco a me non c'era niuno, in quella stanza; ma ne lo specchio chiaro et distinto discernevo il Babbano- Mago al mio fianco e le mie mani potenti vedevo.' Questa fonte costituisce la prima testimonianza storica dello Specchio delle Emarb. Charles il Taumaturgo vede riflesso il suo più grande desiderio: quello di riuscire a trasformare un Babbano in un Mago”.»
Vasil chiuse il libro con occhi eloquenti.
« Interessante» commentò Felix, con la sua solita aria annoiata: «E cosa c'entra con la Pietra …?»
« Schhhhhh!» lo zittì Garrick.
« Accidenti! Basta con questi “schhh”! Solo a me, poi!» brontolò Felix.
« Comunque, nemmeno io vedo il nesso fra le cose» ammise Cedric, che aveva lasciato Tegamina II in bilico su una pila di libri al bordo del tavolo.
Vasil era evidentemente emozionato:
« Mi fa piacere la vostra domanda. È proprio quella giusta. Ecco perché vorrei portarvi all'attenzione quest'altro fascicolo intitolato Le più Geniali e Sconosciute Trovate di Albus Silente».
Il titolo del fascicolo interessò tutti e tre gli altri amici.
La parte sottolineata da Vasil recitava:
Nel 1991, Albus Silente aveva fatto spostare la Pietra Filosofale dalla Gringott, per depositarla a Hogwarts. Il tutto tenuto sotto strettissimo segreto. Un furto nella camera blindata che aveva contenuto la Pietra, fu decisivo per confermare a Silente i suoi sospetti: qualcuno stava cercando di rubare l'oggetto leggendario. Il preside fece allora allestire una speciale protezione magica, per custodire la Pietra nella scuola. Tutti gli insegnanti di Hogwarts parteciparono, creando una notevole difesa di incantesimi di vario genere. Ma fu solo grazie alla trovata dell'astuto Silente, che il Signore Oscuro (colui che ovviamente si celava dietro ai furti) non si impadronì della Pietra: Silente riuscì a stregare un rarissimo oggetto, misterioso e leggendario quanto la Pietra stessa. Lo Specchio delle Emarb. Nascose la Pietra al suo interno e fece in modo che fosse trovabile solo e soltanto da chi desiderasse possederla, ma non utilizzarla. Per conoscere la storia che lega quest'evento alla presenza di Harry Potter, leggete il prossimo numero in edicola, dal titolo Tutte le fortunate e portentose sconfitte del Signore Oscuro”.
 
« Questo … questo è geniale, Vasil!» esultò Cedric un po' troppo forte.
Vasil si compiaque e le sue guance si scaldarono. Sul suo sorriso comparvero un paio di simpatiche fossette.
« E quindi secondo voi potrebbe ancora esistere questo Specchio?» esclamò Felix, preso dall'emozione.
« Silente potrebbe aver fatto finta di distruggere la pietra e averla nascosta di nuovo nello Specchio! Nessuno penserebbe mai che possa essere nascosta nello stesso posto!»
Anche Garrick era fuori di sé.
« Secondo me potrebbe aver deciso di comunicare al mondo che la Pietra è stata distrutta, così che in segreto l'alchimista … quel … Nicholas coso, possa vivere in eterno. Nessuno sa quante scorte di Elisir abbia! No?»
Cedric sentiva le orecchie fumanti. La profezia di cui sua mamma si era tanto preoccupata stava venendo risolta da quattro quindicenni, pensò.
« Ma allora Dolohov non può prenderla. Lui la vuole usare di certo, no?» chiese Felix d'un tratto.
« Beh ...» Vasil ci rifletté per un po': « l'hanno avvistato vicino Hogsmeade, no? Magari vuol prendere un ostaggio che non sa niente della Pietra e dei suoi usi, farlo penetrare a Hogwarts e fargli prendere la Pietra!»
« Io credo che ...»
« Io invece credo che qui si stia chiacchierando un po' troppo! Sono dieci minuti buoni che vi sento parlottare senza ritegno! Andate a studiare nelle vostre sale comuni! FORZA! Sciò! Questo è un luogo di silenzio!»
Madama Pince era comparsa all'angolo dello scaffale.
In mano brandiva un tomo così grande da somigliare a due vocabolari messi insieme. I suoi occhi minacciavano seriamente di poterlo usare come arma.
Garrick, Vasil, Felix e Cedric raccolsero alla svelta le loro cose.
« TORNATE QUANDO SARETE PIÙ CIVILI!» gracchiò la bibliotecaria inseguendoli fino all'ingresso e chiudendo, poi, la porta.
 
« Ma che cavolo!» gridò Felix alla porta chiusa: « alla malora questa stupida biblioteca! Garrick, cos'hai da ridere?».
Garrick esibiva infatti il sorriso meno consono alla situazione.
« Rido perché, come vi dicevo stamani, ho avuto un'idea e l'idea ha portato i suoi frutti. Ho trovato un posto sicuro in cui possiamo stare anche tutta la notte. Ve l'avrei detto dopo la biblioteca, perché oggi ci servivano i libri. Ma credo che possiamo già considerare adesso un “dopo la biblioteca” ...»
« Cosa?? e che posto è?» gli chiese Vasil, emozionato.
« Mi sono fatto consigliare dalla banda dei Weasley e quelle della cronaca del Quidditch. Avete mai sentito parlare di un certo bagno di Mirtilla Malcontenta?» 
  
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