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Autore: bilo99    02/08/2016    0 recensioni
Finalmente, dopo innumerevoli battaglie, la pace è tornata nella piccola città di Namimori, dove, Sawada Tsunayoshi e i suoi compagni possono finalmente tornare alla normalità......o forse no?
Un nuovo pericolo sta per coinvolgere il giovane boss dei Vongola e la sua famiglia, qualcosa legato al passato...presente....futuro.....
Un'antica promessa dimenticata......un cuore infranto ricolmo di rancore......
Il tempo continua a scorrere inesorabilmente....ma quelle ore sono incise,indimenticabili nella storia....
Genere: Avventura, Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una figura slanciata, dalle spalle larghe e dalla corporatura snella, si avvicinò a passo felpato ma deciso al grosso blocco di ghiaccio aghiforme, che rifletteva i caldi raggi solari, assumendo varie sfumature arcobaleno. Carezzò con l’indice la fredda superficie, studiandola in ogni dettaglio e, dopo vari minuti, pose su di essa l’intero palmo. Un leggero vapore bollente iniziò ad innalzarsi e, ben presto, l’intero blocco gelato si sciolse, lasciando libera la donna dai capelli petrolio che vi era stata imprigionata non molto tempo prima.
La figura posò il suo sguardo tagliente nonostante le tonalità calde dei suoi occhi rossi, brucianti come carboni ardenti, sul profilo dell’affascinante e diabolica donna, tirandola in piedi con un fluido e rapido movimento del braccio e lei, in tutta risposta, gli rivolse uno sguardo profondamente contrariato e una smorfia d’irritazione, poiché ancora furiosa per la bruciante sconfitta inflittale dal piccolo boss Vongola.

- Ti sei fatta battere da un ragazzino, complimenti. Mi aspettavo molto di più da te Hiruko

La donna rabbrividì al suono del proprio nome, ma non lo diede a vedere, anzi, come se il commento non la toccasse minimamente, si portò, in un gesto elegante, una mano sul sottile fianco e lanciò uno sguardo di sfida al suo interlocutore palesemente scocciato e deluso dalla situazione venutasi a creare.

- Se pensi sia facile sconfiggere i Vongola, allora accomodati! Aveva quel dannatissimo ciondolo, non l’ho previsto! Non immaginavo che quel bel biondino lo avesse dato proprio a lui!

L’altro ancora una volta le scoccò un’occhiataccia per poi sospirare annoiato

- Era ovvia come cosa. Tu sei la veggente, quindi avresti dovuto prevedere le sue mosse . Anche se astuto, è pur sempre un bambino, non ha la minima possibilità di vittoria

La donna ancora più irritata dal tono di sufficienza usato dall’uomo, perché, anche se dotato di una vita sottile e di lunghi capelli violacei, era pur sempre un uomo. Ciò era confermato maggiormente dai tratti fini, ma marcati del viso e dalla ben definita muscolatura che si poteva intravedere dagli abiti aderenti in spessa pelle nera, si voltò con un rapido movimento nella sua direzione, rivolgendogli uno sguardo scintillante d’ira, ma prima che potesse proferir parola l’altro la precedette

- La tua mossa è stata azzardata, il decimo boss dei Vongola non deve sapere…. per nessuna ragion al mondo, sono stato chiaro? Il capo ne rimarrebbe molto deluso...e tu sai cosa succede a chi lo delude, vero mia cara?

La donna deglutì a vuoto sentendo tali taglienti parole. Sapeva di cosa il tanto stimato capo fosse capace e di certo non voleva provarlo sulla propria pelle. Ormai era tempo che lo seguiva e obbedientemente lo serviva, teneva alla sua anima e avrebbe fatto di tutto pur di tenersela stretta.

- Tze! Vedrò di fare più attenzione, ma sai….il profumo del piccolo Vongola era così invitante…lo hai sentito anche tu, non negarlo Ashura
L’uomo rimase in silenzio per qualche istante, per poi chiudere gli occhi vermigli come assorto in una profonda riflessione, ma immediatamente li riaprì, per rivolgere la parola all’altra.

- Non lo nego, ma a differenza tua, i miei istinti “animaleschi” li trattengo in maniera impeccabile. In futuro attieniti allo stesso principio, per il tuo bene. La nostra priorità è il ragazzo, nient’altro. Sono stato abbastanza chiaro Hiruko?

La donna sbuffò appena sistemandosi elegantemente un ciuffo petrolio dietro l’orecchio e annuì distrattamente ignorando lo sguardo che il compagno le stava lanciando.


                                                               ***


- Andiamo Sean-kun! Non essere timido

Sawada Tsunayoshi spingeva letteralmente un alquanto nervoso e intimidito ragazzo dalla scompigliata capigliatura dorata e dalle profonde iridi cerulee, che, piantati i piedi saldamente al suolo non ne voleva proprio sapere di seguire il brunetto alla sua dimora. Aveva si, accettato di stare con l’altro, ma non immaginava così presto! Si sentiva totalmente in imbarazzo e fuori posto, ma Tsuna non intendeva arrendersi per nessuna ragione.

- T-Tsuna-san….ma non po..possiamo aspettare?

L’altro si fermò appena aggrottando le sopracciglia, non gli era sembrato così impacciato in precedenza, anzi, lo riteneva una persona calma, sicura di se, per nulla timido, ma in quel momento non riusciva proprio a capire da dove saltasse fuori tutta quell’ansia.

- Non ti mangiamo mica, avanti, fidati di me! Certo Lambo e gli altri possono essere un po’ rumorosi, ma sono buoni come il pane, te lo assicuro!

Il brunetto gli sorrise dolcemente per rassicurarlo e, preso per il polso il biondo, lo trascinò, con meno fatica, verso casa.
Arrivati a destinazione ad accoglierli c’era Nana, con uno smagliante sorriso stampato sulle labbra che aveva appena steso il bucato.

- Ben tornato Tsu-kun! Oh, hai portato un amico vedo, ciao caro!

Il biondo accennò un lieve sorriso e si inchinò in avanti educatamente

- Buona sera signora

La donna sorrise nuovamente e osservò entrambi i ragazzi con dolcezza


- Ahh che ragazzo adorabile! Tsu-kun, avresti dovuto portarlo prima!

Il brunetto si grattò la nuca ridendo sommessamente e poi si rivolse, con un sorriso gentile, alla madre:

-  Anoh….Mamma ti presento Sean-kun….resterà per un po’ con noi, va bene?

- Ma certo! Sarà un piacere! Preparo subito la stanza degli ospiti. Andate pure di sopra

Rispose immediatamente allegra la donna, che, come un razzo, si diresse in soggiorno, probabilmente per prendere qualcosa.
Tsuna si trovò a ridacchiare tra se e se nel vedere il biondo rosso come un pomodoro, in effetti sua madre aveva ragione, quel ragazzo aveva davvero qualcosa di adorabile.
Preso nuovamente Sean per il polso, lo portò in camera sua, ignorando gli sguardi curiosi degli abitanti di casa Sawada e si sedette sul letto facendo accomodare anche l’altro, ancora un po’ rigido, ma pian piano la tensione che questi emanava iniziò a svanire.


- Sean-kun, come mai porti sempre quel mantello? Non hai caldo?

Il ragazzo alzò le spalle e sorrise al brunetto, togliendosi lentamente la pesante cappa e lasciandola scivolare sul morbido materasso.
Non era vestito in modo pesante, una camicia bianca a maniche corte aderiva perfettamente al corpo minuto e asciutto del biondo
lasciando intravedere ogni particolare del fisico snello e mettendone in risalto la muscolatura.
Lo sguardo del brunetto si posò sul bracciale argento del ragazzo, chissà come funzionava, si trovò a pensare, dopotutto non aveva avuto occasione di vederlo “attivo”.
Non credeva che emanasse solo un’aura rassicurante e che tele trasportasse le persone da un luogo all’altro. Era curioso, ma non sapeva se chiedere o meno. Sean gli aveva detto che il bracciale aveva un’”anima”, ma la cosa gli era parsa strana, rendeva, pero, la questione più interessante.

Tsuna-san, devi chiedermi qualcosa? Mi stai fissando da un bel po’… Il brunetto sbatté un paio di volte le palpebre e poi arrossì lievemente.

Aveva fatto un’altra magra figura…

-  Ehm…ecco...solo per curiosità….

-  Dimmi

Sorrise l’altro, osservandolo in attesa

- Ecco….il tuo bracciale….cioè, come funziona? È un’arma giusto?

Il biondo parve cercare le parole osservando un punto indefinito del soffitto, per poi riportarlo sul padrone di casa e annuire.

- Non amo la violenza, ma se è necessario lo uso in quanto arma….è come avere un polsino e un armatura su tutto il dorso della mano in effetti, poi si duplica, ma come già detto, è raro che io lo usi

Tsuna ascoltò attentamente le sue parole, in effetti quel monile era davvero, come sospettato, simile ai suoi x-gloves, ma la forma descritta era totalmente diversa. Chissà se avevano solo potere difensivo o anche di attacco, avrebbe davvero voluto vederlo in
azione….scosse immediatamente la testa. Ma a che diavolo andava a pensare! Non era da lui, non dovevano interessargli certe cose!

- Tsuna-san, ti senti bene?

Il brunetto annuì distrattamente con il capo, abbandonando immediatamente quei pensieri, per rivolgere un sorriso rassicurante al ragazzo di fianco a se.

- Tranquillo Sean-kun, sto bene, stavo solo pensando. Nulla di preoccupante.

L’altro annuì appena, per poi guardarsi attorno incuriosito, quasi come se non avesse mai visto una stanza simile, sembrava un bambino che faceva i suoi primi passi nel mondo. Si trovò a sorridere dolcemente a quel pensiero, non gli capitava spesso di comportarsi così, quel ragazzo gli suscitava quasi un affetto fraterno, un po’ come quello che provava nei confronti di Fuuta o gli altri piccoli abitanti di quella casa, ma con lui….erano forse un po’ più forti.
Si trovò a osservarne nuovamente il profilo dai tratti delicati e morbidi, gli occhi di un colore acceso, brillante, caldo, nonostante non fosse uno di quelli più estivi. I capelli lunghi, leggeri, dalle tonalità simili a quelle del sole, così simili a quelli del primo boss dei Vongola…
Si ritrovò a pensare al suo sogno, allo strano incontro del suo antenato con quel curioso ragazzo…..si chiese chi fosse, che legame avessero….non sapeva dove cercare le risposte. Di certo non avrebbe potuto chiedere a Sean, lui non sapeva nemmeno chi fosse Vongola Primo, figuriamoci i suoi conoscenti….

- Sai Tsuna-san?….Quando ti poni dei quesiti, ai quali non trovi risposta….smetti di cercarla e vedrai che sarà lei a trovare te

Il brunetto si voltò di scatto con le iridi nocciola sgranate dalla sorpresa. Come sapeva che si stava scervellando su qualcosa?

- Sei molto pensieroso, poi fissi punti non precisi assorto, è ovvio che stai ragionando su qualcosa che, forse, ti turba, o ti incuriosisce. Questo non so dirtelo, Tsuna-san, puoi saperlo solo tu

Disse scrollando le spalle in un fluido movimento, per poi portare le iridi cerulee al cielo, al di là della finestra che affacciava sul cortile.
Un manto terso, verso cui i rami degli alberi in fiore si stagliavano come mani, pronte ad afferrarne un piccolo lembo per tirarlo giù, quasi fosse un ricco ed elegante sipario, calante sulla scena teatrale ormai terminata.

- Oggi è particolarmente sereno…

Commentò il brunetto seguendo lo sguardo dell’altro, notando in esso, solo per un attimo, un filo di malinconia che scomparve nell’istante in cui l ragazzo si trovò ad annuire all’affermazione fatta e a voltare lo sguardo nuovamente sul giovane Vongola.

- Speriamo resti cosi, che nulla possa turbarne la quiete….

- Hai ragione…

Trascorsero così, tra una chiacchiera e l’altra, la maggior parte del tempo, Tsuna provò a chiedere della famiglia del biondo, ma l’alto non parve molto sereno nel parlarne. Gli raccontò che vivevano da anni in Italia, ma entrambi erano molto occupati per affari, non aveva molto tempo per vederli.
Ma il giovane boss Vongola sapeva che c’era qualcosa che il ragazzo non gli stava dicendo, in quelle parole c’era profonda tristezza, più del dovuto, forse, per quella situazione. Non volle però indagare oltre, almeno per quel momento.
Tsuna invece gli raccontò in generale tutto quello che gli era successo in quegli anni, le difficoltà affrontate, i suoi cambiamenti, quando Reborn entrò nella sua vita stravolgendola, l’incontro con tutti i sui guardiani, i vari nemici, il fraintendimento con i Simon….
era passato ormai tempo, ma tutto era ancora vivido e palpabile nella mente del brunetto, ogni sensazione, ogni frammento di quei ricordi…erano molto importanti, non ci avrebbe mai rinunciato.
Sean ascoltava in silenzio, con un leggero sorriso stampato sulle labbra e una scintilla di curiosità negli occhi, sembrava apprezzare i racconti del giovane boss e al brunetto non dispiaceva confidarsi con qualcuno, certo, non che non potesse parlare con Gokudera o Yamamoto, ma raccontare le sue vicende, la sua storia, a qualcuno che ne era estraneo, era ben diverso.

- Sei stato molto coraggioso nell’affrontare tutto ciò. È ammirevole Tsuna-san

Il brunetto si trovò a ridacchiare a quell’affermazione, ne aveva avuti di dubbi e timori! Non si riteneva affatto coraggioso, ma per proteggere i suoi amici, i suoi compagni, avrebbe fatto qualunque cosa. Era cresciuto grazie a loro, gli avevano dato la forza di combattere, di andare avanti.

- Coraggioso è esagerato…credo..

- Neanche per idea! Fossi stato qualcun altro saresti scappato no? Invece sei rimasto e hai lottato.
E questo ti distingue. Abbi più fiducia in te, Tsuna-san


A modo suo, anche Reborn glielo diceva, ma non gli era facile, d’altronde lo consideravano imbranato e in effetti lo era in varie cose, non era una cima nello studio, per non parlare dello sport….ne sarebbe passata di acqua sotto i ponti per raggiungere un buon grado di autostima! Ma non si sarebbe abbattuto, non era solo.
Dopo un po’ i due ragazzi scesero al pian terreno e Tsuna presentò il ragazzo a Fuuta, Bianchi ed I-pin, Lambo, che se ne stava sul divano a divorare caramelle, aveva già avuto l’occasione di incontrarlo, gli era saltato pure addosso…ancora gli dispiaceva per l’accaduto…
Fuuta parve molto interessato al biondo, gli faceva domande su domande ed I-pin invece lo fissava con un leggero rossore sulle guance, a quanto pare ance lei lo trovava “interessane” a modo suo.
Bianchi osservava la scena poggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto e con un sorridente Reborn su di una spalla.
Osservava il biondo pensierosa e poi spostava lo sguardo sul brunetto, c’era qualcosa che la confondeva…

- Vi somigliate….

I presenti, un po’ perplessi, si voltarono verso la donna dai fluenti capelli rosa.

- A cosa ti riferisci?

Chiese il brunetto aggrottando appena le sopracciglia

- Tu e il tuo nuovo amico, avete qualcosa di simile…ma forse è solo una mia impressione…

Gli interessati istintivamente si fissarono per qualche istante, per poi scoppiare a ridere senza un effettivo motivo, ma coinvolgendo tutti i presenti.


                                                       ***


Ormai il sole iniziava a calare, si sarebbe nascosto timidamente dietro qualche nuvola in attesa della splendida, lattea luna, quasi come un giovane amante in attesa della sua bella. Il cielo assunse man mano le sfumature calde rosso, arancio e giallo…come una preziosa gemma d’oriente che brilla al contatto con le calde acque marine.
Yamamoto Takeshi, di ritorno dal supermercato, per conto del suo vecchio, camminava per le tranquille stradine di Namimori, godendosi la leggera brezza, tipica dell’incombente sera.
Gli piaceva passeggiare a quell’ora, gli dava un senso di calma e tranquillità, una sensazione di leggerezza indispensabile per andare avanti dopo una dura giornata lavorativa. Non che gli dispiacesse, anzi, aiutare suo padre lo rendeva felice, entrava in contatto con molte persone, scambiava con loro opinioni, dava consigli e ne riceveva, era un bel modo per fare conoscenza.
Una strana sensazione improvvisa lo costrinse a fermarsi e a voltarsi di scatto, estraendo la sua fedele catana dalla fodera che portava a tracolla sulla schiena, parando giusto in tempo un colpo di lama….no, non era un’arma, era…una liana?
Fece un passo indietro, distanziandosi, quanto necessario, dallo strano oggetto e pose lo sguardo su una figura femminile che, in quell’istante, era saltata giù da un tetto come se niente fosse. Lunghi capelli petrolio, occhi sottili ma brillanti, che nascondevano una profonda malvagità che lo spadaccino mai, in nessuno sguardo, aveva mai visto.

- Ciao bel ragazzone. Sei tutto solo?

Yamamoto la fissò alzando un sopracciglio, ma senza abbassare minimamente la guardia. L’aura di quella donna era nera più dell’oscurità stessa.

- Su, su, non guardarmi così~ tu sei uno degli amichetti del piccolo Vongola vero?
Che ne dici di portarmi da lui? Non voglio farti del male inutilmente


Calmo come sempre Yamamoto non si fece intimorire e, stretta la sua katana, rispose a tono alla donna

- È contraddittoria signora, mi ha attaccato lei per prima poi Tsuna non gradisce la visita di estranei

La donna parve irritata da quel “signora” tant’è vero che iniziò a sbraitare contro il povero guardiano della pioggia che non ebbe occasione di ribattere

- Signora? SIGNORA!? Di un po’ moccioso, ti sembro forse così vecchia!?
Non vedi che non ho nemmeno una singola ruga! Io mi curo, ci tengo al mio aspetto sai!?
E poi questi capelli ti sembrano forse da vecchia? Sono lunghi, fluenti, ben pettinati e composti!


- A me sembri proprio una vecchia strega!

Un raggio rosso sfrecciò rapido verso la donna, bruciandole una ciocca ci capelli, rovinandole visibilmente l’elegante acconciatura.
Gokudera era corso in aiuto del guardiano della pioggia che, in quel momento, rideva allegro per la situazione creatasi, ma smise immediatamente quando sentì la donna urlare istericamente. Solo per una ciocca? Allora non osava immaginare se qualcuno le avesse tagliato l’intera coda….

- Brutti mocciosi impertinenti! Come vi siete permessi! Adesso ve la faccio vedere io!
Non ve ne andrete vivi da qui! Parola mia!


La donna allargò le braccia e una grossa nube nero violacea iniziò ad espandersi, fino ad inglobare gran parte del circondario. Venne a crearsi una cupola che, i due guardiani non riuscirono ad abbattere, quindi non restava loro che combattere.
Gokudera cercò in ogni modo di farla stare con i piedi per terra, poiché la donna era sospesa in volo, ma gli era decisamente difficile, mentre Yamamoto si occupava dell’eliminazione di ogni liana che quella “strega” isterica creava. Ma non potevano andare avanti così all’infinito, ben presto si sarebbero stancati e la cupola illusoria non aiutava affatto.
Gokudera Sparò nuovamente un altro colpo, ma la dona lo parò portando una mano in avanti e trasformandolo in una piccola sfera che poi lanciò con forza verso i due. Ci fu una grossa esplosione, ma il guardiano della tempesta riuscì ad impedire il peggio con uno dei suoi “scudi”

-Dannata vecchiaccia!

- Chiudi il becco moccioso!

Yamamoto non sapeva se ridere o restare serio, sapeva che la situazione non era delle migliori, ma i due, nonostante fossero nemici, erano davvero comici.

- Dai, mantieni la calma Gokudera!

Ma la tempesta non ascoltò, anzi, continuò a battibeccare con quella donna, come se niente fosse, cercando di colpirla.

- È inutile caro~ non riuscirai mai a colpirmi! Sei bravo….ma vedi, non sei affatto come G!

Entrambi i guardiani rimasero paralizzati per un attimo, un attimo che però gli fu fatale. La donna alzò un braccio al cielo tenendo ben aperto il palmo, creando un anello violaceo, dapprima piccolo, ma poi man mano iniziò ad allargarsi, producendo un strano suono sibilante, simile ad un ronzio.

- Siete miei adesso~

La donna lanciò lo strano oggetto circolare e, manovrandolo rapidamente, con movimenti fluidi lo avvolse attorno ai corpi dei due ragazzi, immobilizzandoli completamente dalla testa ai piedi, provocando poi, la caduta delle armi.
Più si dimenavano, più il cerchio si stringeva facendogli mancare l’aria, dovevano escogitare qualcosa e alla svelta.

- Rassegnatevi, i miei piccoli tesorucci non si staccheranno dai vostri corpi finché…beh, finché non avrete più un briciolo di linfa vitale!

La donna scoppiò in una risata malefica, posando finalmente i piedi al suolo, passandosi poi, in un gesto elegante una mano tra i capelli setosi.

- Vediamo adesso di attirare qui il vostro caro boss eh~

Detto questo, si avvicinò pericolosamente ai due guardiani….
                                                                                                                         

                                               ***


- Dunque ti sei deciso a chiederglielo, sono sorpreso Tsuna!

Reborn fissava il suo allievo in giardino, seduto su di un muretto con il suo fedele Leon accoccolato sul suo grande cappello.
Erano usciti a prendere una boccata d’aria e Tsuna gli aveva comunicato la sua decisione, dopotutto tenere più vicino Sean gli era sembrata la cosa giusta e, il piccolo tutor, si era trovato d’accordo.

- Ehi, cosa c’è da essere sorpresi!

Un leggero ghigno si dipinse sulle labbra dell’assassino che, abbassatosi lievemente la falda del cappello, fissò un punto indefinito del grande spazio verdeggiante

- Beh, è risaputo come sei timido Dame-Tsuna, è normale che io sia sorpreso dalla tua intraprendenza

Lo stava prendendo in giro, vero? Ovvio! Tipico di Reborn, si trovò a pensare il brunetto. Sean li osservava, poggiato
elegantemente allo stipite della porta-finestra laccata di bianco, con un leggero sorriso divertito sulle labbra.
Ok, doveva ricordarsi che il biondo trovava alquanto esilarante il modo in cui Reborn lo “torturava” psicologicamente.
Tsuna gli rivolse un’occhiataccia che l’altro parve cogliere e, ridacchiando, alzò le mani in segno di resa.
Aveva notato come il ragazzo fosse intuitivo, empatico…era davvero una dote particolare che non tutti possedevano, un po’ come l’intuito Vongola, ma questo era ben su altri livelli.

- Sean-kun, senti, magari sarà solo una mia impressione, ma…non ti piace Enma-kun per caso?

Il biondo aggrottò le sopracciglia non capendo a cosa l’altro si stesse riferendo e, allora, il brunetto continuò dicendo:

- Beh, ogni volta che lo vedi ti irrigidisci o abbassi lo sguardo, allora, sai, pensavo che…

- No! Non è come pensi Tsuna-san…è che…mi ricorda un vecchio amico e….beh io non lo vedo da molto

Non gli diede il tempo di finire la frase, ma il brunetto notò come a quella domanda si fosse agitato, qualcosa non andava….

- È uno di quelle persone che ,questa famiglia che ti insegue, hanno preso?

Chiese Reborn, spostando lo sguardo attento sul ragazzo che, in tutta risposta abbassò il suo al suolo e annuì piano, colto da un profondo senso di sconforto. Tsuna immediatamente gli pose una mano sulla spalla sorridendo, attirando così la sua attenzione

- Te l’ho detto, ti aiuteremo a liberarli Sean- kun, costi quel che costi

Il ragazzo accennò un leggero sorriso e posò lo sguardo ceruleo su quello del decimo boss Vongola sospirando amaramente

- Ti ringrazio, ma credimi Tsuna-san, ci sono certe cose che, a malincuore non posso dirvi, non ancora….

Il brunetto scosse il capo sicuro e ancora gli rivolse uno sguardo comprensivo

- Non importa, ogni cosa verrà fuori a tempo debito.
Stai tranquillo, quando ti sentirai pronto, noi siamo qui. Puoi dirci tutto


Rivolse uno sguardo complice a Reborn che, orgoglioso, ma mai lo avrebbe ammesso, del proprio allievo annuì, piegando appena gli angoli della bocca all’insù in un sorriso nascosto

- Tsu-kun! C’è qualcuno al telefono per te!

La voce della mamma distrasse i tre. Tsuna raggiunse il telefono e la madre gli porse gentilmente la cornetta tornando in cucina.
Alquanto confuso se la portò all’orecchio e dopo un lieve “pronto” attese la voce all’altro capo

- Ciao dolcezza! Ti ricordi di me~

Quasi gli venne un colpo! Voce femminile e suadente, ma intrisa di mielosa malizia e cattiveria…era quella donna! Avrebbe riconosciuto la sua voce civettuola ovunque.
Ok, primo, come si era procurata il suo numero? Secondo, da dove chiamava? Non l’aveva congelata!? E terzo…aveva un brutto presentimento.
Deglutì appena mascherando il tremore nella sua voce

-  Cosa vuoi!? Come hai fatto a…

Un’irritante e stridula risata gli arrivò tagliente all’orecchio e dovette allontanare appena la cornetta per trarre in salvo i suoi timpani

- Non importa come. C’è l’ho fatta è questo che conta mio dolce fiorellino.
Voglio giocare un po’ con te~ raggiungimi, sono a soli tre isolati caro


Tsuna spalancò gli occhi e strinse la cornetta con più forza

- Pensi davvero che io sa così stupido da…

- No biscottino. Ma se vuoi rivedere i tuoi guardiani della pioggia e della tempesta….ti conviene correre più che puoi.
Allora ti aspetto, dolcezza~

Tsuna lasciò cadere impietrito la cornetta che produsse un rumore sordo. Non ci pensò due volte, corse fuori casa ignorando le proteste di sua madre, ma fu prontamente raggiunto da un serio Reborn e da un confuso Sean che lo afferrò per un braccio

- Tsuna-san che succede?

Il ragazzo di voltò agitato stringendo un pugno

- L’illusionista ha preso Yamamoto e Gokudera-kun! Devo andare!

- Noi veniamo con te Tsuna, non fare lo stupido

Intervenne Reborn. Il brunetto i risposta annuì e, tutti insieme, si diressero nel punto indicato dalla terrificante donna.















 
 
                           



                                “Le lancette dell’orologio sono ferme ormai, ma il tempo continua a scorrere….
                                                                 solo che tu non vuoi vederlo…”

 
  
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