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Autore: Darth Ploly    03/08/2016    1 recensioni
Per Ponyville è un periodo di quiete: la vita scorre serena dopo che, qualche mese prima, una furia omicida si era scatenata contro gli inermi cittadini. Tutto è però tornato alla normalità e adesso ci si prepara per il grande evento: le elezioni che decreteranno chi sarà il nuovo sindaco. Ma qualcosa sta per cambiare: una pony che tutti speravano di aver dimenticato sta per tornare a Ponyville. Quale sarà il suo scopo? Cosa succederà alla città? E quale sarà la reazione di Octavia di fronte alla pony che le ha cambiato la vita?
Tornano le avventure della Melodia della Giustizia, disillusa detective che indaga lungo le strade di una Ponyville cupa ed egoista. Diretto seguito di "Melodia di Giustizia-A trip into madness", si consiglia vivamente di non iniziare questa lettura senza aver terminato la precedente.
Allontanandosi dal giallo tradizionale, questo racconto narra una vicenda più ampia in cui nuovi e vecchi personaggi troveranno maggior spazio e si verranno a instaurare o a sviluppare maggiori rapporti tra ogni protagonista e gli altri pony o la città stessa.
Mi auguro possa piacervi.
Genere: Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Derpy, Le sei protagoniste, Spike, Trixie
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Come previsto, l’esclusiva della Voce di Ponyville ha scioccato l’intera città. Nessuno si sarebbe mai aspettato una simile notizia e questo ha naturalmente giovato al direttore del giornale: sono convinta che abbia superato ogni record di vendite. L’ho comprato persino io nonostante la mia avversione alla stampa. La Yearling, una delle migliori giornaliste e forse una dei pochi pony onesti della città, mi è sembrata davvero stupita, o almeno l’intervista lascia intendere quanto lei fosse all’oscuro della faccenda. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato Rich: se già l’idea di ricorrere a Trixie come alleata può sembrare folle, cosa può guadagnare lanciando accuse contro Mayor e Dash? Per giunta si sta facendo propaganda in maniera molto diversa dal suo solito: se in passato ha sempre cercato di apparire come un cittadino comune per accattivarsi le simpatie di tutti, ora invece parla in maniera tronfia, superba. In una qualsiasi altra occasione questo comportamento lo tradirebbe, ma la città è in grave crisi politica da troppo tempo ormai e Rich sa come affascinare le masse. Inoltre nessun altro candidato ha il suo carisma e se l’idea di usare Trixie funzionasse avrebbe la vittoria assicurata. E non oso pensare a cosa succederebbe se davvero vincesse!
Giù in strada un gruppo di giornalisti affannati corre in maniera disordinata; sono già i secondi che vedo in questo stato. Ho ricevuto un messaggio da Fluttershy questa mattina: Dash ha convocato una conferenza stampa in commissariato per spiegare come si comporterà da ora in avanti la polizia. Sono anche stata invitata ad assistere ma mi rifiuto di ascoltare comunicati che mostrino come la polizia abbia gli zoccoli legati in quanto tenuta a rispettare le direttive di quel corrotto di Nandermane. Mi occuperò io di controllare i movimenti di quella criminale e al primo errore sarò pronta a chiudere per sempre il capitolo Trixie.
Abbasso le persiane e mi stendo sul mio letto. Sul cuscino è poggiato il fascicolo relativo al caso Trixie, con il suo pesante carico di ricordi e rimpianti. Documenti e fotografie scorrono davanti ai miei occhi e quasi non mi accorgo di Derpy che, uscita silenziosamente dalla sua camera, mi osserva restando appoggiata alla porta.
“Hai bisogno di qualcosa?” Le domando sollevando leggermente la testa.
“No … no, nulla di particolare. Stavo solo … pensando”
Resto in attesa per un po’ ma alla fine mi metto seduta e la invito ad andare avanti.
“Ascolta, Octavia … secondo te cosa può volere una pony potente quanto Trixie? Voglio dire … una volta uscita da Arkhay sarebbe stato facile per lei uccidere Rich, far sparire le sue tracce e ricreare il suo impero. Ma allora perché non l’ha fatto? Perché ha accettato di lavorare per lui?”
“Forse temeva che quelli di Arkhay le avrebbero dato la caccia?”
“Oh, andiamo! Non sarò un’esperta ma non credo che medici e guardiani abbiano molto potere al di fuori del manicomio”
“Beh, sì, forse hai ragione. E allora cosa ne pensi?”
“Ecco, io …” Il fiato le muore in gola. Non ho bisogno di ascoltare la sua risposta: già la conosco.
“Derpy, io spero davvero che sia qui per vendicarsi. Ho giurato a Dash che non l’avrei attaccata frontalmente, ma nulla mi impedisce di difendermi. Voglio che mi trovi, Derpy”
“E credi di poterla contrastare da sola? Lei che ha sconfitto un’intera squadra speciale?”
“Non sono più quella di una volta” Rispondo con freddezza.
Ma Derpy non sembra convinta. La vedo chinare il muso, gli occhi fissi a terra; la vedo tremare.
“Ho paura, Octavia. Questo non è come i misteri che ti aiuto a risolvere e nemmeno come il caso Pinkamena. Ora è tutto così … grande!”
Una lacrima le corre sul muso. Commossa, mi alzo dal letto e la abbraccio stringendola più forte che posso. Nonostante sia diventata una detective in tutto e per tutto, resta comunque una ragazzina.
“Stai attenta, Octavia. Ti prego”
”Starò attenta. Te lo prometto”
Farò in modo che Trixie rimpianga la prigionia e proteggerò questa città.
Proteggerò Derpy dall’inferno che sta arrivando.

“La Grande e Potente Trixie è tornata in città!”
“È assurdo!”
“Nandermane doveva essere ubriaco quando ha deciso una cosa del genere, yo!”
“Lui? E quello stronzo di Rich invece? Pensa di tenere Ponyville tutta per sé?”
“Osssa davvero sssfidarci?”
“A quanto pare. Ma che cazzo significa questa storia della vigilante?”
“Io dico di farli fuori entrambi. In fondo noi siamo tanti: una pallottola in testa e risolviamo il problema. Hey, bellezza! Portami dell’altro sidro!”
“Tu sei nuovo, vero? Se conoscessi Trixie, capiresti quanto sia stupido quel che hai proposto”
“Tu dici, damerino? Sappi che il mio nome scatena il panico in tutta Fillydelphia!”
“Fillydelphia dici? Caspita! E dimmi, sei temuto come contrabbandiere di sigari o come scassinatore di appartamenti?”
“Ma chi ti credi di essere? Sei solo un ragazzino che ha fatto strada perché figlio di papà! Dovrei spaccarti una sedia sul muso per la tua insolenza!”
“Ecco a lei il suo sidro, signore! E la prego, lasci stare il locale: è stato ristrutturato recentemente”
Diamine, che individuo rozzo! Oggi la situazione è insostenibile: tutti i più pericolosi criminali della città si sono riuniti per discutere le ultime novità e naturalmente tutti hanno portato con sé almeno cinque scagnozzi. Tra tutti spicca il giovane Falcone non solo perché è il più conosciuto in città, ma anche perché è l’unico accompagnato, come suo solito, anche da due avvenenti puledre. Gli altri invece sono tutti molto seri e imbronciati, ma riesco a capirli. Anche io stamattina non riuscivo a credere a quel che leggevo. Rich ha portato in città una bomba a orologeria capace di distruggere ogni cosa da un momento all’altro. Se oltre a questo si aggiungono anche le reazioni di teste calde come questo ubriacone … bah! Fillydelphia! Non ha neanche idea di cosa voglia dire vivere in una città come Ponyville!
“Oh, finalmente!” Esclama afferrando il suo boccale e bevendo avidamente. Mentre servo gli altri al tavolo, lo sento ruttare rumorosamente. Cafone!
“Io concordo con Grifone” Dice Pinkmane, il più noto trafficante di droga della città nonostante sia un pegaso molto giovane “Attaccare Trixie significa mettersi il cappio al collo da soli”
“Forse stiamo guardando la cosa dal lato sbagliato” Questa volta è il Contabile a intervenire, un unicorno occhialuto e grassoccio. Non fa parte di nessun clan ma è in grado, in caso di necessità, di nascondere il ricavato di attività criminali senza lasciarne traccia e per questo tutti lo rispettano e lo trattano da loro pari. Gesticolando come sempre, continua: “La città intera ne ha paura e di certo nessuno dano di mente si fiderebbe ad affidarle la sorveglianza della città. Forse un’azione rapida potrebbe coglierla di sorpresa. Magari potreste provare tutti insieme, nessuno cercherebbe di fermarvi”
“Certo! E tu intanto rimarresti nascosto, eh? Non se ne parla!”
“E allora cosa suggerisci, Pinkmane? Pensi che saresti in grado di vendere la tua roba tranquillamente con quella in circolazione? Io per un po’ potrei svolgere dei lavoretti legali, ma tu invece? O il Sibilante? O anche tu, Grifone. Se non sbaglio la tua famiglia ha già avuto problemi con lei la prima volta. Fossi in te, non abbasserei la guardia”
Albert non risponde, si limita a fare una smorfia di fastidio: non apprezza che gli venga ricordato quel periodo. È invece il Sibilante a prendere la parola, un assassino e mercenario tra i più temuti del’’intera Equestria. Sebbene io sia abituata a servire criminali di ogni tipo qui al Jolly Roger, lui continua a inquietarmi per via del suo aspetto e della particolare parlata. Durante una missione fu coinvolto in un terribile incendio. Sopravvisse, ma il suo corpo era totalmente ustionato e il lato destro del muso orribilmente sfigurato. Questi danni riportati gli rendono difficile parlare chiaramente, costringendolo soprattutto a pronunciare le s come se fosse un serpente. Deciso a sfruttare queste sue nuove caratteristiche, iniziò a indossare un lungo abito verde smeraldo con cappuccio e mantello e a farsi chiamare il Sibilante, diventando perfino più letale che in passato.
“Io e i miei ragazzi sssaremmo pronti ad un’alleanza per attaccare Rich; nessuno più di me sssarebbe felice di bere il sssuo sssangue. Tuttavia sssarò un asssasssino ma non sssono un idiota: finché Trixie resssta con lui, è al sssicuro”
“Oh, ma per favore!” Esplode il bestione di prima “Ma vi sentite? Tanti di voi terrorizzati da una puledra! Siete ridicoli!”
“Tu cosa ne pensi, Rarity?” Senza prestare attenzione a quel buffone, Albert mi invita a entrare nella discussione. Ordino le idee per un attimo e dico: “Nessuno di voi ha la forza per sconfiggere Trixie: attaccatela e cadrete”
Tutti restano silenziosi a rimuginare su quanto detto finché Grifone non riprende la parola: “Propongo di non farci prendere dal panico e di osservare per un po’ le sue mosse. Intanto fermeremo le nostre attività: nessuno dovrà offrire a Trixie un motivo per arrestarci”
“Oh, yeah!”
“Ssse quesssta è la volontà di tutti”
Va bene, va bene. Vuol dire che per un po’ lavorerò solo in ufficio”
“Siete degli idioti!” Sbotta inferocito il pony di Fillydelphia “Non ho mai sentito così tante stronzate insieme!”
“La decisione è stata presa e non si torna indietro” Ribadisce Grifone.
“Mi creda, le conviene allearsi a loro” Gli consiglio mentre ritiro i boccali vuoti. Ma lo stupido sembra non volersi arrendere.
“Bellezza, dovresti smetterla di occuparti di faccende più grandi di te. In fondo sei solo una barista. Una barista bellissima”
Con decisione mi afferra e mi tira verso di sé facendo cadere a terra tutti i boccali, i quali si rompono rumorosamente. Il suo muso è a pochi centimetri dal mio; lo guardo negli occhi, il suo rivoltante alito mi penetra nelle narici.
“Perché non ci spostiamo in una delle stanze private, eh? Solo io e te. Sono certo che sai bene come far divertire un pony. Una come te dovrebbe parlare meno e muovere di più il corpo”
Gli sorrido trattenendo a stento la repulsione. Il mio corno si illumina ma lui non se ne accorge, confuso dall’alcol e dalla libido. Dietro di lui, Grifone mi fa un cenno con il capo: è pronto.
“Tu non sai come trattare una puledra, vero?”
La sua pistola si sgancia dalla fondina e si volge verso di lui. Mentre inizia a capire, sparo e lo ferisco alla zampa posteriore.
“Raaagh!” Cade a terra con un urlo di dolore facendo rovesciare la sedia. Uno scagnozzo dietro di lui si alza di scatto ma Grifone è più veloce: uno sparo e il pony cade a terra morto, il sangue scorre da un piccolo foro alla testa. Gli altri sgherri osservano la scena attoniti mentre il Sibilante ride in maniera sinistra.
Non ancora soddisfatta, schiaccio con lo zoccolo il punto della zampa dove è entrato il proiettile. Mentre il criminale urla, gli dico: “Non so quali puledre sei solito frequentare né con chi hai fatto affari fino ad oggi, ma qui non sei nella tua Fillydelphia: questa è Ponyville! Vedi di adeguarti o la prossima volta non sarò così misericordiosa”
Per la prima volta il suo sguardo esprime timore e consapevolezza dei propri errori. Mi basta. Lo lascio andare e subito i suoi sottoposti accorrono in suo aiuto e lo portano via. Mentre si allontana, lo sentiamo gridare: “Sentirete ancora parlare di me!”
Sono perplessa.
“Come si chiamava?” Domando ad Albert quando è uscito.
“Non ne ho idea. Piuttosto, mi chiedevo: non dovremmo avvisare anche l’altro?”
“Non ce ne sarà bisogno. Lo conosci: tra meno di un’ora avrà già saputo tutto”
“Il Contabile ha ragione. Non mi ssstupirei ssse i sssuoi informatori ssstesssero già correndo ad avvissarlo”
“Allora è deciso, yo! A chi va una partita a poker?”

“E questo è tutto?”
“Sì, capo! I Quattro hanno raggiunto un accordo”
“Molto bene! Allora recapita un messaggio ad Albert Grifone e riferiscigli che i Gufi seguiranno le loro direttive”
“Signorsì!”
Con un salto elegante, il gufo si lancia nel buio della notte e sparisce tra i vicoli. Io resto ancora un po’ sul tetto a osservare la luna. Adoro la luce bianca che emana quando è piena, la osserverei per ore. È una passione che ho fin da quando ero cucciolo: la osservavo dal mio nido e sognavo di diventare grande come lei, il più grande drago del mondo, e speravo di poter osservare dall’alto la vita di tutti. Beh, per metà ci sono riuscito!
D’improvviso sento un verso, un richiamo. Somiglia a quello dei Gufi ma presenta delle differenze. È un suono che non sentivo da tanto tempo.
Possibile che …?
Inizio a correre e, saltando su delle scale esterne, raggiungo il palazzo di fronte. Nascosto nell’ombra c’è il pony che mi ha chiamato: un pony di terra con una giacca e una sciarpa.
“Tu?” Domando sorpreso.
“Ciao, draghetto! Caspita, sono anni che non ci vediamo!”
“Già, anni … cosa ci fai qui?”
“Mi conosci, amo viaggiare. L’ultima città che ho visitato è stata Appleloosa. Adoro l’atmosfera di quelle parti ma la gente è poco divertente e dopo un po’ diventa noioso giocare con loro”
Mentre parla mi lancia un giornale che afferro al volo. È un quotidiano di Appleloosa di due settimane fa; in prima pagina è riportata la notizia dell’esplosione di una bomba alla stazione: dodici feriti gravi.
“Non sei cambiato per niente …” Sussurro sconcertato.
“Tu dici? Io credo di essere cresciuto molto ma, sai, certe passioni non si perdono. Eppure è difficile trovare pony che valga davvero la pena sfidare. Per questo sono qui”
“Vuoi che sia io il tuo avversario?”
“No, sarebbe inutile: ci conosciamo troppo bene. Però ho sentito parlare di una detective molto abile. Voi la chiamate la Melodia”
“Octavia …”
“Vedo che la conosci. Bene, fai quel che preferisci! Avvisala, parlale di me, non raccontarle nulla, quello che vuoi. Ben presto inizierò a giocare e mi auguro che sia abile quanto si dice in giro. Buona serata, Spike”
Si volta, sale sul bordo del tetto e … vola! Da un macchinario che porta sulla schiena si aprono due magnifiche ali meccaniche. A quanto pare ha ultimato la sua invenzione. Lo guardo allontanarsi nella notte e, quasi senza volerlo, sussurro: “Whooves …”
   
 
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