Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: tenacious_deep_soul 99    03/08/2016    2 recensioni
“Eravate stati avvertiti miei cari ragazzi. Potevate scegliere, avete sprecato l’occasione di rimanere ancora in vita... Adesso fate parte del MIO gioco. Queste sono le condizioni: se vincerete, tutto ritornerà come è sempre stato, in caso contrario... beh, mi pare chiaro. Esistono sette livelli, ognuno adatto a voi. Benvenuti all'inferno!”
Genere: Fantasy, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Dei forti venti torridi attraversavano l’ambiente deserto e spoglio che apriva un nuovo scenario, del tutto diverso da quelli precedenti: dalle fattezze di una grande caverna, quel posto appariva opprimente e grottesco e le stalattiti, insieme alle aguzze stalagmiti, rendevano soffocante l’intera atmosfera.
-Ragazzi! Siete qui!- esclamò J-Hope alzandosi di scatto nel vedere apparire ad uno ad uno dal nulla i suoi compagni. Lui era stato il primo a finire lì, stava aspettando da un bel po’ seduto per terra a girare continuamente i pollici.
-Hobi! Sei vivo... Ragazzi!- saltellava euforico Jimin dopo essere apparso all’improvviso andando incontro all’amico per abbracciarlo. Entrambi, l’uno col braccio posto sulle spalle dell’altro, osservavano i restanti membri uscire ognuno da diversi varchi di luce formatisi chissà come.
-Siamo vivi, stiamo tutti bene- aggiunse Jungkook guardandosi intorno muovendo l’indice contro i ragazzi per accertarsi che fossero tutti e tirato di conseguenza un sonoro sospiro di sollievo.
-Che esperienza traumatica, ragazzi... non potete capire-.
-Oh si che capiamo, Tae. Ci siamo passati tutti!- rispose Jin, ridacchiando nervosamente mentre gli andava incontro per cingergli le spalle col braccio muscoloso.
-Ditemi... avete trovato per caso qualcosa di strano voi?- formulò dubbioso la domanda Namjoon, che aveva ancora la mano nella tasca destra del pantalone. Seguì uno strano silenzio, i sette, posti a cerchio,  si guardarono gli uni con gli altri poi Suga rispose, intanto che si strofinava la mano sulla nuca per scombinare i capelli color cenere:-Effettivamente sì, abbiamo qualcosa ma non so a che scopo potrebbero esserci utili tutte queste cianfrusaglie...-.
Ognuno tirò fuori il proprio oggetto tenendolo con entrambe le mani davanti a sé per mostrarlo agli altri; tutti possedevano qualcosa, tranne Jimin:-ChimChim, e tu? Non hai trovato nulla?- chiese Taehyung alzando un sopracciglio incredulo.
-Beh, in realtà no...- chinò la testa in avanti e, con le braccia dietro la schiena, cominciò a dondolarsi avanti e indietro con le punte dei piedi per via dell’eccessivo imbarazzo.
-E’ impossibile, qui tutti hanno trovato un oggetto... sicuro di non aver messo nulla dentro le tasche?- lo esortò Hobi a controllare. Passò le mani sul davanti del pantalone poi, controllati i taschini posteriori, tastò qualcosa di liscio e piatto: afferrato il sottile oggetto fra l’indice e il medio si rese conto di essere in possesso di uno specchio, molto simile a quelli presenti nel suo livello.
-Ragazzi! Ho trovato qualcosa!- esclamò gioioso mostrando l’oggetto al gruppo per poi mettersi a guardarlo con aria non poco perplessa:-Giuro che non ho la benché minima idea di come possa esserci finito questo coso qui...- rigirava il dischetto fra le mani.
-Bene, adesso che abbiamo tutto, che dovremmo farci? Venderli al mercatino delle pulci, magari?-.
-Argh! Vuoi smetterla di essere sempre così simpaticamente antipatico, Yoongi? Invece di lamentarti aiutaci  a comprendere per cosa possano servire!- disse Kookie con tono seccato, ormai rotto dal suo comportamento irritante.
-Va bene, va bene... calma- sbuffò lui seccato, accennando una bocca a papera.
Tutt’a un tratto gli oggetti misero a brillare simultaneamente emanando luci di tre differenti colori:-Ma che cosa sta succedendo!?- sgranò gli occhi Jin, stupito più degli altri.
-Finalmente siete arrivati, cominciavo a stancarmi di  aspettare...- una forte voce incorporea fece sussultare i sette i quali, con gli occhi sgranati e il cuore che pulsava in gola, si voltarono scattanti in tutte le direzioni per capire chi avesse parlato.
-Ma porca miseria, ancora con queste voci!? E basta però!- sbuffò Suga portando gli occhi all’indietro fra gli sguardi accusatori dei compagni.
-Grazie per avermi deliziato col tuo caratterino Yoongi, sai mi mancava...-
Yoongi portò gli occhi verso l’alto guardando un punto imprecisato con gli occhi storti e l’espressione corrucciata: mancava a chi?
                                                           
Un gelido vento improvviso attraversò le schiene di tutti e sette i ragazzi, occupati in quel momento a cercare una spiegazione logica per quegli strani eventi: la pelle si era accapponata, i peli delle braccia si erano drizzati di punto in bianco e la tachicardia si palesava in maniera maggiore. Davanti ai loro sguardi confusi, una massa nera di fumo compatto portò alla luce una strana creatura demoniaca: il colore bianco pallido del volto ossuto veniva spezzato dal nero delle sue fattezze tipicamente umane e dall’azzurro ghiaccio dei suoi occhi, profondi e fulminanti.
-E tu chi saresti?- chiese un po’ intimorito Jimin, alzando il mento di scatto.
-Ecco che ne spunta un altro... aish!- esclamò con noncuranza Suga, spezzando solo per qualche istante l’aria di tensione che si era venuta a creare.
-Yoongi! Piantala!- bisbigliò fuori di sé Namjoon vicino al suo orecchio, dandogli una gomitata diretta sullo stomaco talmente forte da farlo piegare in due e permettendo ad una lacrima di scendere spontanea sulla sua guancia.
-Che dire... siete davvero un bel gruppetto voi. Risponderò con piacere alla tua domanda, Mr. Corvino: io sono il padrone delle ombre, colui che vi ha condotto in questa meraviglia- ridacchiava mentre gestualizzava con le lunghe braccia scure.
-Chiamala meraviglia...- agitò la mano Suga accentuando la sua pungente ironia.

Inutile perdere tempo con Yoongi, tanto si sa, il suo carattere non poteva cambiarlo nessuno. Ma in quel momento poteva almeno cercare di controllare i suoi istint-  NO. 

-Almeno sei reale? O siamo noi ad essere drogati?- continuò lui sotto le occhiate fulminee degli altri che lo imploravano in silenzio di tapparsi quella dannata boccaccia.  Alla sua domanda quello si dissolse e ciò che seguì dopo fu solamente il suono della sua voce:-Dubitate della mia esistenza? Bene, se volete vi do una piccola dimostrazione del mio essere veramente vivo-.
Da quel momento una sensazione di panico si appropriò dei ragazzi.
Era scomparso, non si era più fatto vedere...
Il silenzio nel quale erano immersi i sette che si osservavano ancora intorno, fu spezzato da un improvviso urlo di dolore: era V.
-Tae, che succede? Perché stai urlando così?- gli chiese preoccupato Jin che, assieme ad Hoseok, si catapultò per primo verso l’amico.
-Mi brucia la schiena... in una maniera assurda... ragazzi, fa malissimo!-. I suoi occhi lucidi fecero intendere agli altri che V non stesse scherzando come faceva sempre, quindi si apprestarono a controllare cosa avesse. Alzato il maglione e la maglietta che stava sotto, i sei si accorsero di tre lunghi graffi rossi attraversare metà della sua schiena, partendo da destra e scendendo obliquamente verso il lato opposto: se fossero stati tirati con più forza Taehyung avrebbe sicuramente sanguinato.
-Una bella opera d’arte, non vi pare?- ritornò al posto di prima l’uomo che, sogghignando, sollevò un lato della bocca. I ragazzi si voltarono di scatto verso l’ombra maledetta colti dallo spavento che, quasi immediatamente, sparì per tramutarsi in una tremenda rabbia.

-Pensavo che i miei sette livelli vi avrebbero ucciso ma a quanto pare mi sbagliavo, forse... sarò stato troppo buono? Comunque sia non vi darò pace, bangtan-. Questo sollevò entrambe le braccia ed emettendo uno strano verso ad ultrasuono richiamò a sé tante altre ombre, svolazzanti sopra di lui; con l’indice puntato verso i ragazzi fece intendere a queste di dover attaccare.
Girovagavano come corvi scattanti attorno ai membri del gruppo, intenti a scacciarli con dei rapidi movimenti delle braccia che volavano da una parte all’altra; ecco che in quell’istante tre dei sette oggetti misero ad illuminarsi di una particolare luce azzurrina.
-Ragazzi! Gli oggetti!- fece Jimin indicando il luogo in cui li avevano poggiati.
-Forse ho capito a cosa servono! Fidatevi di me e seguitemi!- urlò Jin agli altri mentre scacciava un’ombra intenta a spintonarlo. I due cominciarono a correre giungendo finalmente al raduno degli oggetti che si trovavano quasi accatastati l’uno sull’altro e, senza aspettare che l’amico li raggiungesse, presero anche il suo manufatto.
Adesso dovevano solo portarglielo; unico problema: c’erano due Namjoon.  
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                       Cosa!? E adesso!?                                                                                     
-Dannazione! Ora chi è il vero Namjoonie fra i due!?- esclamò Jin in preda al panico, portandosi la testa fra le mani scompigliandosi i capelli biondini.
-Sarà quello a destra o quello a sinistra!?- fece Jimin passandosi la mano sulla faccia.
-Ma come ragazzi!? Non mi riconoscete? Sono io!-.
-Non dategli ascolto, sta mentendo! In realtà sono io quello vero!-.
Come potevano sapere chi avesse ragione e chi torto? Non c’era da biasimarli se apparivano tremendamente confusi. Quegli oggetti continuavano ad illuminarsi in maniera sempre maggiore: come una furia Jin li strappò dalle mani dell’amico e, sperando che i suoi sospetti potessero essere fondati, li unì insieme: un bagliore saldò il trio di pezzi, i due specchi combaciavano perfettamente gli uni con gli altri all’interno di quella strana cornice.
Ecco quindi svelato il motivo del ritrovamento di tutte quelle “cianfrusaglie”.
Dirigendo istintivamente lo specchio contro le due figure litiganti di Namjoon poterono capire chi fosse quello giusto dato che una di quelle sagome longilinee non si era affatto riflessa sulla liscia superficie luccicante.
-E’ lui quello vero!- esclamarono entrambi indicando Namjoonie con il dito.
-Era ora, grazie al cielo! Ve lo dicevo che era un impostore o no?-.
Smascherato, il padrone delle ombre si dissolse richiamando ancora più seguaci.
-Jimin! Volta lo specchio, voltalo!- urlò Jin contro l’amico notando l’ondata di rapide nebbie nere avvicinarsi sempre di più a loro. Girato l’oggetto verso la parte in cristallo alzò in alto le braccia: in un battito di ciglia ogni ombra presente nell’ambiente venne risucchiata con forza al suo interno, liberando gli altri quattro amici dalle loro grinfie.                                                                                                                             

-Astuti i ragazzi... ma non quanto me!- esclamò quella lisciandosi il mento con le dita.
Sembrava essere ritornata la calma, fino a quando l’ombra non cominciò a materializzarsi di scatto dietro ogni membro “No, lui non va bene... no, nemmeno lui...” pensava mentre li esaminava dalla testa ai piedi. Giunto dietro Suga accennò un lieve sorriso e, deciso, esclamò “Perfetto!”.
Improvvisamente un tonfo risuonò nell’ambiente vuoto.
-Suga!-
-Yoongi, svegliati!-
-Che ti prende, amico!? Rispondi!- urlavano tutti contro di lui venendogli in soccorso. Sembrava fosse morto, aveva l’aspetto terrificante di un cadavere: la sua carnagione era diventata più bianca di quanto non lo fosse già, le palpebre si contornarono di grandi occhiaie e le labbra divennero di un prugna scuro. D’un tratto quello aprì gli occhi di scatto, rivelando la loro strana natura nera. Un battito venne a mancare ai membri: cosa gli era capitato? 
-Yoo...Yoongi?- domandò Hoseok che fino a quel momento era rimasto chino verso l’amico esanime.
-Yoongi? Chi è Yoongi?- rispose quello voltando lentamente la testa verso di lui dopo essersi levato a sedere:-Ho sete... datemi il vostro sangue!- disse all’improvviso. Si alzò repentino e in maniera innaturale, e con furia si scagliò contro il compagno più vicino, buttandovici sopra afferrandolo per il colletto della maglia. Gli altri, dopo interminabili attimi di shock, si fiondarono senza esitare a salvare Hobi che stava già cominciando ad urlare come un ossesso. Taehyung prese Suga da dietro le spalle e lo buttò indietro liberando il malcapitato:-Come hai osato toccarmi, Pel di carota!?-
-Perché, non posso? O sei diventato il sacro Graal?-   Forse sarebbe stato meglio non provocarlo, Tae...

A quelle parole di sfida il ragazzo posseduto, che era rimasto piegato sulle sue gambe, si avventò contro di lui urlandogli in faccia e mostrandogli le sue fauci, somiglianti ad un enorme buco nero.
Jungkook avvertiva una strana sensazione allo stomaco, sentiva che adesso sarebbe toccato a lui fare qualcosa e, in effetti, non aveva tutti i torti: il pugnale cominciò ad emanare luce, attirando il ragazzo verso esso. Che aveva in mente di fare?
Impugnato l’oggetto dal manico grigio, mise a correre contro i compagni che stavano soccorrendo Tae, bloccato dalle grinfie dell’indemoniato: con uno scatto repentino si levò i ragazzi di mezzo ai piedi e, mantenendo il sangue freddo, colpì dritto con la lama affilata la schiena di Yoongi. Grazie al colpo scagliato da Kookie venne a crearsi su di essa una specie di apertura che fece fuoriuscire l’ombra dal suo corpo.
Suga giaceva per terra a pancia in giù con un taglio profondo dietro:-Taehyung, l’acqua! Presto!-
Il nostro Kook aveva già capito tutto.
Con presenza di spirito V prese la boccetta e, avendo compreso le intenzioni del maknae, ne versò l’intero contenuto sulla ferita di Yoongi: questa prese a rimarginarsi, la pelle si stava risanando rapidamente e il sangue che sgorgava cominciò a ritirarsi. Lo avevano salvato.
-Ora tocca a me, ragazzi- disse Suga aprendo gli occhi quasi sapesse cosa sarebbe accaduto.
L’ombra ormai quasi senza forze, capita la potenza dei sette, cercò di svignarsela. Nel frattempo la testa color cenere aveva appena unito i due ultimi pezzi: la lama trovata da lui, avvolta ancora nel maglione stracciato, e il manico d’argento di Hoseok formavano una vera e propria spada.
-Hoseok, tua!- gli urlò lanciandogli l’arma strisciante per terra, arrivata in meno di due secondi ai suoi piedi.
-Non la farai franca, lurido bastardo!-. Respirando con affanno Hobi alzò la pesante spada in aria: con un rapido movimento alla cieca il ragazzo trafisse l’ombra con la lama luccicante, ponendo fine alla sua dannata esistenza.
Era tutto finito. Quella partita l’avevano vinta loro.
Contemporaneamente al colpo di grazia scagliato al padrone oscuro, cui resti giacevano sul suolo in veste di polvere sottile, una violenta scossa fece tremare l’intera cavità rocciosa e, come all’inizio dell’incubo, un crepaccio ospitò i corpi dei sette, spinti al suo interno da un energico vortice d’aria.                                                            
                                                                                 
                                        ***

Quella calda stanza rimase sempre la stessa: il solito tavolino di vetro cui computer era ancora poggiato sopra stava al suo centro circondato dal solito divano e dalle solite poltroncine in pelle. I sette ragazzi stavano tutti distesi a cerchio sull’ampio tappeto di quella saletta relax, dormienti, chi con la testa sulla pancia di un altro e chi comodamente messo su un fianco ad ascoltare il nulla che predominava nell’ambiente e circondandosi di quel calore e quella protezione che nessuno avrebbe mai potuto sostituire.
Nei loro volti inespressivi si riusciva a notare la stanchezza di chi aveva lottato fino alla fine rischiando il tutto e per tutto e, al contempo, quella certa serenità e fierezza di chi era riuscito ad uscire vittorioso da una battaglia che sembrava non dovesse mai finire.
Uno ad uno cominciarono ad aprire gli occhi, levandosi a sedere e ispezionando con curiosità l’ambiente circostante:-Ragazzi, ho fatto uno strano sogno...-
Questo è ciò che i membri pensavano che fosse, solo un sogno come tutti gli altri, ma capiranno più avanti di essere stati principali protagonisti di una lotta contro il male, di una nefasta guerra contro le loro paure più profonde, contro loro stessi, quella stessa battaglia che aveva risvegliato in loro la forza e lo spirito di squadra che li aveva sempre accompagnati. Insieme.   
 
Angolo autrice:
Annyeong dolcissime armys! Ecco che finalmente ritorno da voi con l’ultimissimo capitolo della fanfiction (perdonate l’eccessiva lunghezza). Sapete, adesso mi sta venendo un po’ di nostalgia, il fatto di essere arrivati alla fine mi rattrista ma -come ha detto la mia cara jungkookie16- purtroppo tutto è destinato a finire... Voglio ringraziare davvero tutti coloro che hanno seguito e recensito la storia in questo duro mese di suspense continua e quelli che l’hanno visualizzata, sono davvero troppo felice che sia stata gradita da così tante persone! Cercherò di impegnarmi a fare molto ma molto di più, sperando inoltre di riuscire a scrivere qualche altra ff in futuro... di certo non ho intenzione di fermarmi qui, eh! (tornerò presto, ve lo prometto!) Fin dalla mia iscrizione al sito speravo di riuscire a fare nuove amicizie condividendo con altri le mie passioni e, in effetti, quello che volevo si è avverato *invia cuoricini*
Detto questo vi lascio... let me know (capitela vi prego xD) what do you think about it!
Vi abbraccio forteeee
  
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