Ringrazio di cuore Serintage che mi ha fatto da beta per tutta la storia.
Ringrazio successivamente Graffias, che dopo quattro anni dalla sua conclusione, mi ha dato una mano a togliere gli ultimi errori rimasti, ribetandomi pazientemente da capo.
*
CAPITOLO 1
Ron.
Era Ron.
Il suo Ron... e quella accanto a lui, non era lei.
Quella che in quel momento lo stava baciando e che rideva sommessamente con lui, non era lei.
Lei era lì, a un centinaio di metri da loro, che li guardava con il cuore spezzato cercando d'illudersi che quello non fosse il suo Ron.
*
Quando quella sera lui rientrò, trovò sua moglie ad aspettarlo in soggiorno. Era accucciata sul divano intenta a leggere un libro. Non alzò neppure lo sguardo quando lo sentì entrare.
Voleva che fosse lui a fare la prima mossa.
Voleva vedere se si sarebbe comportato come un verme o se le avrebbe raccontato tutto.
Dopo venticinque anni di matrimonio, due figli e un'infinità di bei momenti passati assieme, non riusciva a credere che lui le avesse fatto quello, che l'avesse tradita per quella stupida sgualdrina castana.
Si diede della sciocca a giudicare così una persona. Quella donna non ne aveva colpa, forse lui non le aveva nemmeno detto di essere sposato.
Le sue labbra si erano posate su quelle di lei: la stava baciando. Non si era nemmeno accorta che lui si era avvicinato. Con quale faccia tosta la stava baciando dopo essere stato tutto il pomeriggio con un'altra?
« Herm, c'è qualcosa che non va? Cos'ha combinato Thomas questa volta? »
« Oh, niente » disse Hermione chiudendo di scatto il libro. « Com'è andata al lavoro? Sono passata a pranzo per salutarti, ma non ti ho trovato ».
« Avevo un turno di pattuglia ».
« Capisco ».
« I ragazzi dove sono? » domandò Ron spostandosi in cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare.
« Thomas è a giocare a Quidditch con James e gli altri, Evelyn invece sta studiando in camera sua».
Ron sbucò dalla cucina con due burrobirre in mano e guardò la moglie con uno strano sorriso. Lei alzò un sopracciglio irritata e lo fulminò con lo sguardo.
« Ronald Weasley non fare commenti, perché ho imparato tante nuove maledizioni da quando sono un Auror e lo sai che se mi arrabbio le uso ».
« D'accordo, d'accordo » disse Ron alzando le mani in segno di resa, « ma lo sai che secondo me Evelyn studia troppo ».
« Se vuole diventare un bravo Medimago è giusto che s'impegni, e poi non sono io a costringerla con la forza a stare a casa ».
Ron non replicò e iniziò a sorseggiare la sua burrobirra. Hermione lo imitò e guardandolo di sottecchi cercò d'intuire cosa potesse pensare, quando un flash back di quel pomeriggio maledetto le tornò alla mente. Scosse in fretta la testa per scacciare quelle immagini e inavvertitamente si rovesciò addosso ciò che stava bevendo. Maledizione! Ora avrebbe fatto pure la figura della pazza psicopatica: se già Ron aveva qualche dubbio sul perché stavano insieme, ora di certo ne aveva la conferma. Lo sentiva, stava per scoppiare a ridere, stava per scoppiare a ridere di lei e della sua goffaggine.
Maledetto Ron... tu e la tua amante! Ma perché non me ne sono rimasta in ufficio a compilare quelle carte, come mi diceva il cervello?
« Dio Hermione, sei troppo buffa ».
Ora l'avrebbe distrutto! Gliele avrebbe urlate di tutti i colori e avrebbe visto chi era quella buffa. Se c'era un solo motivo per cui lei non dovesse troncare quel matrimonio in quel momento, che il cielo l'illuminasse.
« MAMMA, IO ESCO! » urlò una voce dall'ingresso.
« Tua figlia avrà finalmente capito che non esiste solo lo studio nella vita, buon per lei » disse Ron con un sorrisino malizioso. « Ora che abbiamo tutta la casa libera, che ne dici... »
« Sono stanca e poi Thomas tornerà presto, le partite di Quidditch non durano in eterno ».
« Ma se non prendono il boccino, è possibile ».
« Dieci galeoni che James ha già preso il boccino ».
« Ci sto! » disse Ron alzandosi in piedi.
Hermione rimase a fissare per un attimo il marito in tutta la sua altezza. Nonostante avesse quasi cinquant'anni, Ron rimaneva ancora un bell’uomo, e ancora adesso si chiedeva cosa avesse trovato lui, più di venticinque anni prima, in quella ragazzina timida e secchiona, quando avrebbe potuto scegliere ragazze infinitamente più belle di lei.
Ma evidentemente quel qualcosa che l'aveva fatto innamorare di lei, ora era passato. Chissà, forse un giorno si era svegliato e quando, voltandosi, l’aveva vista accanto a sé, si era chiesto per quale scherzo del destino si era sposato con una persona simile.
Eppure, nonostante lui l'avesse tradita, non riusciva ad odiarlo o a disprezzarlo come sarebbe stato giusto fare. Giusto per chi? Per lei? Per sanare quel vuoto incredibile che era venuto a crearsi quando l'aveva visto fra le braccia di un'altra?
« Hermione, c'è qualcosa che non va? Ti vedo strana » disse Ron prendendola per le spalle.
Lei si voltò e i suoi occhi nocciola incrociarono i grandi occhi azzurri di lui. Stava per mettersi a piangere: come poteva averle fatto questo? Come poteva averla tradita - lui, l'uomo più dolce e onesto che conoscesse - COME?
« SIAMO NOI! SIAMO NOI! I CAMPIONI INDISCUSSI SIAMO NOI! »
Delle urla festose provenienti dal giardino distrassero Ron, e Hermione si divincolò dalla sua stretta asciugando le lacrime che avevano fatto capolino.
Ben presto non ebbero più dubbi su chi fossero i proprietari di quelle voci, perché sette ragazzi entrarono in casa con delle scope in mano, molto sudati, ma felici!
« Papà, li abbiamo stracciati! » esclamò Thomas entrando in cucina e tirando fuori dal frigo sette burrobirre.
« Signor Weasley, avrebbe dovuto vedere James: una picchiata di cento, ma che dico, duecento metri e poi ha afferrato quel maledetto boccino » disse un ragazzo biondo cenere facendo ampi gesti con le mani per far capire al suo interlocutore le gesta dell'amico.
« Degno figlio di suo padre » commentò Ron con un sorrisino.
« Ron, mi devi dieci galeoni. Beh ragazzi, non fate troppo tardi. Buona notte » disse Hermione allontanandosi dalla cucina.
« Hermione, suvvia, non mi dirai che vuoi già andare a dormire? » domandò Ron ironico.
Come fai a non capire? Ron, sei solo uno stupido. Mi pare di essere tornata ai tempi in cui eravamo a Hogwarts e non capivi nulla di ciò che provavo, neanche a dirtelo in faccia. Per una volta, cerca di capire quanto mi stai facendo soffrire, comportati da Grifondoro e dimmi che hai una storia con un'altra.
« Hermione? » sussurrò Ron, preoccupato.
« Sono stanca, solo stanca. Buona notte ».
Hermione salì lentamente le scale, come se ogni scalino fatto l'allontanasse sempre di più da Ron. E lui lì, immobile, l’osservò finché non scomparve dalla sua vista. Ma lei lo vide mentre, perplesso, si portò una mano fra i capelli tornando in cucina a festeggiare con i ragazzi: probabilmente aveva intuito che c’era qualcosa che non andava, ma non riusciva a capire cosa e ciò lo faceva preoccupare per lei. Forse le voleva ancora un po' di bene. Magari quella storia andava avanti da anni e lei come una sciocca se n'era accorta solo ora. Forse poteva aggrapparsi a quel briciolo di affetto che Ron provava ancora per lei, continuando a illudersi che la loro vita fosse perfetta.
Lentamente, Hermione si alzò e si avviò in camera. Sì, Ron le voleva ancora bene; anzi, forse l'amava ancora e la storia con quella donna non era niente di serio.
Solo un'avventura di sesso.
Solo quello.
Hermione guardò la sua figura riflessa nello specchio e sorrise cercando di darsi forza, ma le lacrime, che a fatica stava cercando di trattenere, uscirono prepotenti e le rigarono il volto.
« Non piangere Hermione » disse accarezzando la figura sullo specchio, « non ne vale la pena. Lui ti ama e se non ti ama, hai sempre Thomas ed Evelyn. Se non altro sai che i tuoi figli ti vorranno bene per sempre ».
Continua...