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Autore: ___Darkrose___    08/09/2016    1 recensioni
SEGUITO DI "LEI VIVE"
Dopo la distruzione della Sfera dei Quattro spiriti Samantha è riuscita a sopravvivere e può finalmente vivere la sua vita con Inuyasha come aveva sempre desiderato. Ma qualcuno nell'ombra continua a tramare alle loro spalle, riusciranno ad affrontare queste nuove avversità?
Eccomi di nuovo con questa nuova FF, spero che anche questa vi possa piacere :)
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Solo uno spirito'
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Quel nome mi fece gelare il sangue nelle vene. Non mi piaceva essere così vicino a quella donna. C’era qualcosa che mi turbava nel profondo, come se sapessi che presto mi avrebbe potuto fare del male.
Cercavo di incontrare lo sguardo di qualcuno dei ragazzi per fargli capire che volevo andare via, ma nessuno di loro sembrava interessato a quello che stavo provando in quel momento.
Fui quindi costretta a rimanere in quel luogo con lei. Ero quasi paralizzata dalla paura e non avevo il coraggio di fare un passo. Ma perché ero l’unica che sentiva quelle sensazioni? Perché gli altri erano così tranquilli nel vederla?
Kikyo si avvicinò incedendo lentamente verso di noi, quasi come se stesse fluttuando sul terreno e andò dritta verso Inuyasha.
Lui sembrava quasi sconvolto dall’averla vista. – Ma…ma non è possibile – mormorò - tu sei morta -.
Lei scosse il capo. – Ci sono tante cose che devo dirti, ma non posso ancora – rispose. – Devo per forza andarmene, sono molto debole. Devo trovare ciò che mi rende così debole e distruggerlo e tu mi devi aiutare -.
Inuyasha la trattenne a sé e la abbracciò. – No! No tu non puoi andare via, io ti ho ritrovata e ora che sei viva io non posso permettere che tu vada via. Devi sapere di Naraku, del tranello che ci ha teso e… -
Kikyo gli poggiò un dito sulle labbra per farlo rimanere in silenzio. – So tutto, amore mio -, quelle parole mi fecero andare su tutte le furie a tal punto che non riuscii più rimanere lì.
Presi e me ne andai furibonda. Non volevo stare vicino a quei due un minuto di più.
Mi sentivo quasi gelosa di Inuyasha, come se lo ritenessi soltanto mio. Il contatto dei loro corpi era stato come una stilettata dritta al cuore.
La cosa peggiore era che non capivo come mai tutto questo mi desse così fastidio. Era terribile non sapere, non potersi ricordare.
L’unica cosa di cui mi rendevo conto era l’odio per quella donna. Che lei mi avesse fatto del male nella parte di vita che mi ero dimenticata?
No, era quasi impossibile. Se lo avesse fatto Inuyasha o Miroku mi avrebbero fatta allontanare, quindi dovevano essere solo strane sensazioni. Probabilmente mi ricordava qualche demone donna o che so io.
Mi convinsi che probabilmente ero solo gelosa della sue bellezza e del fatto che in qualche modo avesse portato via le attenzioni da me.
Eppure non avevo mai provato quelle emozioni, e nella mia epoca avevo visto ragazze di gran lunga più belle di me.
Decisi di chiudere quel capitolo e mi stesi a terra in mezzo al bosco a guardare le stelle.
Almeno mi ricordavo chi ero e io e Miroku avevamo appurato in precedenza che il demone che temevamo che ci avesse fatto questo era morto.
Naraku.
Quel nome suscitava in me ancora molta paura, ma mai quanto Kikyo.
Assaporai la sensazione dell’erba che mi accarezzava dolcemente le gambe e del vento che mi soffiava sul viso.
Alla fine quell’epoca non era così terribile. Nel mio mondo non avevo mai visto un panorama come quello. Le stelle erano così belle e l’aria così pura. In quel luogo ogni cosa mi sembrava davvero stupenda.
Cercai di calmarmi e di rimettere in sesto la mia mente frastornata. Provavo a fare mente locale su tutto quello che era successo. Prima parlavano di seguire una traccia di qualche demone. Se avessimo trovato i demoni di cui parlavano avremmo potuto farci spiegare tutta quella situazione così assurda. Finito quel compito avrei ritrovato il mio posto in quel mondo e sarei potuta tornare finalmente a casa.
Un nuovo dubbio si insinuò nella mia mente; io avevo una casa?
Scacciai il pensiero, dovevo per forza avere una casa o non si spiegava la mia sopravvivenza.
Poco dopo arrivarono Miroku e Sesshomaru, ma di Inuyasha non c’era traccia.
Mi alzai e li guardai. – L’altro dov’è finito? -.
- Sta parlando con Kikyo, dopotutto lui ha pensato di averla persa per così tanto tempo – mi rispose il monaco.
Non ero certa che quei due si stessero parlando e basta, ma vedere arrivare Inuyasha subito dopo mi rincuorò.
- Ha detto che c’è qualcosa che la sta indebolendo – disse il mezzo demone. – Non può materializzarsi per molto tempo qui con noi. Crede che sia tutta colpa della Squadra dei Sette se è ridotta in questo modo e a quanto pare sono gli stessi spiriti che ci hanno attaccato e ci hanno fatto perdere la memoria -.
La Squadra dei Sette, un altro nome familiare.
Era frustrante sentire quella sensazione di oblio e ricordarsi le cose solo a spizzichi e bocconi.
Senza neanche volere risposi subito con acidità. – Beh, allora corri a salvare la tua bella – risposi sprezzante.
Inuyasha mi guardò quasi con rabbia. – Si può sapere cosa ti ho fatto? Non mi ricordo neanche chi sei e se a questo punto non ci siamo ancora ricordati l’uno dell’altra probabilmente non eravamo così importanti all’interno delle nostre vite -, sentirlo dire quelle cose mi feriva in una maniera terribile e continuavo a non capirne il motivo. – Quindi, perché non te ne vai? -.
Più stavo male, più sentivo una strana sensazione invadermi, come un grande potere che si irradiava dentro di me e quelle ultime parole mi fecero esplodere.
Solo quando vidi gli altri allontanarsi mi resi conto che stavo completamente andando a fuoco.
Rimasi immobile per qualche secondo e poi cominciai a rotolarmi in terra. – Aiuto! Vado a fuoco! – gridavo.
- Samantha-chan stia ferma! – esclamò Miroku.
Tutto quello che avevo intorno cominciava a bruciare e provavo una paura infinita.
- Qualcuno la spenga dannazione! Manderà a fuoco anche noi! – gridava Inuyasha.
Cominciai a correre avanti e indietro fino a quando non scappai nel folto della foresta.
Più mi allontanavo, più le voci dei miei compagni si facevano lontane. Le cose intorno a me bruciavano. Mi accorsi poi che ormai le fiamme che lambivano il mio corpo si erano spente e che il problema era un altro. Ero completamente circondata dal fuoco e non avevo più alcuna via di fuga.
Le fiamme mi circondava e sentivo sempre più caldo. Non riuscivo più a respirare e cominciai a tossire, i miei polmoni non potevano sopportare tutto quel fumo.
Quando ormai credevo di non avere più speranze, sentii delle braccia cingermi la vita e credendomi in salvo, chiusi gli occhi e caddi in un sonno profondo.
 
Mi svegliai all’improvviso, ritrovandomi con i polsi e le gambe legate. Ero vicino ad un fiume e un ragazzo dalla lunga treccia scura si stava lavando il viso.
Ero sicura di non averlo mai visto in vita mia e cominciai a pensare che fosse un brigante che mi aveva rapita per chiedere un qualche riscatto. – Ehi – mormorai. – Io non ho soldi, quindi ti prego lasciami andare -.
Il ragazzo si voltò verso di me perplesso. – Quindi è vero, tu non ti ricordi più nulla -.
A quanto pare lui mi conosceva. – Aspetta, io ti conosco? -.
Si alzò in piedi e quando vidi l’enorme alabarda che brandiva mi sentii gelare. – Non ci siamo mai conosciuti personalmente, ma sei famosa in questo modo. Dopotutto molti demoni e uomini malvagi bramano la Sfera -.
Di nuovo mi sentivo in trappola e questa volta nessuno avrebbe potuto salvarmi. – Ascoltami, io voglio solo andare a casa mia, non voglio fare del male a nessuno quindi ti prego lasciami andare -.
Si accucciò vicino a me e mi guardò. – Mi dispiace ragazzina, non posso davvero. Ho avuto degli ordini e se voglio rimanere vivo devo per forza tenerti lontano da Inuyasha e il suo gruppo di amici -.
Ero davvero così pericolosa? Perché sarei dovuta rimanere lontana da loro. – Perché mi fai questo? Ti ho per caso fatto del male? -.
Rimase ancora una volta perplesso, mi sembrava parecchio imbranato nell’esprimersi. – Beh diciamo che in qualche modo non lo hai fatto tu, ma molti ti hanno sfruttata per scopi malvagi. Quindi se sparirai da questo mondo non sarà un problema -.
Sapevo perfettamente cosa avevo fatto nel mio passato, sapevo che i miei poteri erano stati sfruttati per atti orribili e mi dispiaceva, ne soffrivo moltissimo.
- Non ho scelto io di essere un mostro – mormorai, quasi con le lacrime.
Per un attimo mi sembrò di intravedere quasi un barlume di pietà nei suoi occhi e mi prese il viso costringendomi a guardarlo negli occhi. – E’ il mondo che ci rende dei mostri, pensi che io sia diventato un assassino per scelta? No bambolina, lo sono diventato perché al mondo o sei forte o vieni schiacciato. Quindi vedi di tirare fuori il carattere, o soccomberai -.
In qualche modo c’era della saggezza nelle sue parole e quello che mi aveva detto mi rincuorò, così ricacciai indietro le lacrime.
- Grazie – bisbigliai.
Il ragazzo scoppiò in una fragorosa risata. – Sei proprio strana, da quando in qua si ringrazia il proprio rapitore? -.
Effettivamente il mio era un comportamento parecchio strano, ma mi sembrava di potermi fidare di lui. – Lo so, ma sei la prima persona che in qualche modo è stata gentile con me da quando mi trovo qui, come ti chiami? -.
Il ragazzo appoggiò la sua alabarda a terra. – Bankotsu – rispose. – E se mi prometti di fare la brava, slegherò le corde. Non vogliamo rovinare questa pelle candida, no? – domandò.
Annuii e lasciai che mi slegasse, dopotutto neanche io volevo scappare. Quell’alabarda mi incuteva talmente tanto timore che sarei rimasta ferma e immobile anche se mi fossi trovata davanti ad un orco.
Quando mi slegò si mise seduto vicino a me e si appoggiò al tronco dell’albero. – Senti, dato che teoricamente vivi da molti anni, sai dirmi se c’è un senso nella vita? -.
Ma che razza di domande erano quelle? Certo che non lo sapevo, mica ero vecchia quanto il mondo.
- Guarda che mica sono così vecchia, a malapena so perché io sono qui – risposi.
Bankotsu mi guardò ancora per qualche secondo prima di parlare. – Sei completamente diversa da come ti aveva descritta, sei molto più…umana – rispose.
Lo guardai dubbiosa. – Chi ti ha parlato di me? –
- Mi dispiace, ora stai esagerando, questo non te lo posso dire -, il suo tono si era fatto molto serio. – A proposito, dove tieni la Sfera? Sei il suo spirito e quindi immagino che l’avrai tu -.
Per la prima volta da quando lo avevo incontrato cominciai a temere per la mia sorte. – Perché vuoi saperlo? – domandai.
- Mi sembra ovvio! – esclamò. – Io sono già morto, e voglio sfruttare il suo potere per tornare in vita -.
Solo in quel momento mi resi conto di chi era. Lui doveva far parte della Squadra dei Sette, gli spiriti malvagi che già una volta avevano attaccato me e gli altri.
Cominciai a capire che dietro quella faccia da ragazzino ingenuo, ci doveva essere una belva pronta ad attaccare.
 
Nel frattempo Inuyasha…
- Samantha-chan! – gridava Miroku.
Quella stupida ragazzina era scappata di nuovo. Quella bellissima ragazzina…
Ah ma che diavolo mi passava per la testa? Kikyo era di nuovo con me e io potevo finalmente riabbracciarla, anche se era ancora solo uno spirito.
Eppure il mio istinto mi aveva detto di seguire Samantha quando era andata via. Qualcosa nel mio cuore mi aveva detto di andare da lei perché aveva bisogno di me. Eppure ero sicuro di non averla mai vista prima. Il suo viso era bello, non potevo negarlo, ma anche se cercavo di scavare nel profondo dei miei ricordi lei non c’era.
Non riuscivo a togliermi quegli occhi scuri dalla testa. Quegli occhi che mi avevano spinto a non seguire l’odore di Kikyo.
In quel momento non riuscivo neanche ad avvertire il suo odore. Il fumo provocato dall’incendio lo aveva nascosto e quel testone di Sesshomaru non ci aveva accompagnato. Per quanto lo odiassi dovevo ammettere che il suo olfatto era molto più sviluppato del mio.
La situazione in cui noi tutti ci eravamo trovati era insostenibile. Come potevamo non aver ancora recuperato alcun ricordo di tutto quello che era successo? Avevamo anche ucciso Naraku ne ero certo, ma non mi ricordavo ne come ne quando.
In quel momento, però, l’unica cosa che volevo scoprire era da dove provenisse quella strana ragazza di nome Samantha.
Cercavo disperatamente nei meandri più oscuri della mia memoria, ma niente. Non riuscivo davvero a sopportare quella situazione. Non riuscivo a concentrarmi neanche sul fatto che Kikyo fosse ancora viva. Erano accadute troppe cose tutte in una volta sola. Avrei solo voluto trovare un modo per ricordare…per ricordarmi chi fosse quella splendida ragazza dagli occhi color della notte.
 
- Allora, vuoi dirmi dov’è la Sfera o te lo devo chiedere con le cattive? – esclamò; Bankotsu stava cominciando a spazientirsi.
Non sapevo cosa fare e come prima il mio corpo prese a bruciare. Ogni volta che provavo una paura o un dolore incontrollabile i miei poteri si sprigionavano e in quel momento mi resi conto che ero in grado di controllarli.
Il mio corpo ardeva e questa volta non mi spaventai, sapevo bene che tutto questo faceva parte dei poteri che mi erano stati donati dalla Sfera; non potevo temere una parte del mio stesso essere. Capii che l’unico modo per scappare era sfruttare quella forza che avevo finalmente ritrovato.
- Bankotsu, lasciami andare e ti prometto che non ti farò del male – dissi, mentre mi allontanavo.
Lui mi guardava allibito. – Stiamo per combattere e tu pensi davvero che ti lascerò andare? Non mi tiro mai indietro di fronte ad uno scontro -.
Provai a convincerlo di nuovo. – Ascoltami, tu hai detto che è il mondo che ci rende malvagi, non devi farmi del male perché nemmeno io voglio fartene, ti prego ascoltami -.
Si scagliò contro di me con l’enorme alabarda. La barriera che mi era familiare si formò attorno a me, ma purtroppo non lo bloccò del tutto e la sua lama si fermò a pochi centimetri dal mio viso.
- Io non voglio tornare nel buio – sibilò – Per quanto io non provi nessun piacere nel doverti tenere segregata qui con me, sono disposto a fare qualunque cosa per poter sopravvivere e non saranno le tue belle parole a fermarmi! -.
Stava per caricare di nuovo il colpo e non sarei stata abbastanza veloce da schivarlo. Chiusi gli occhi e pregai.
Qualcuno sarebbe arrivato a salvarmi, io lo sapevo. C’era sempre stato qualcuno che mi aveva protetta.
Il colpo che stavo aspettando non arrivò, sentii soltanto il tonfo di un corpo che cadeva a terra e poi qualcuno che mi afferrava e mi portava via velocemente.
Quando aprii gli occhi vidi dei capelli argentei volteggiare nell’aria e dietro di loro c’era Bankotsu riverso a terra.
Quando cercai di capire chi era il mio salvatore mi resi conto che era Sesshomaru. Quel demone così glaciale era venuto a cercarmi. Non potevo credere a quello che avevo appena visto.
Quando ci fummo allontanati abbastanza mi posò a terra. Ci trovavamo in una radura, ma non sapevo quanto effettivamente ci fossimo mossi dal punto in cui ci trovavamo. Quel demone era davvero molto veloce.
Quando si fermò mi fece praticamente cadere a terra. – Ehi! – sbraitai. – Un po’ di delicatezza non sarebbe sgradita! –
Lui rimase a fissarmi per qualche secondo, poi si allontanò e si mise seduto vicino ad un albero, mentre sembrava contemplare il nulla in silenzio.
Io mi misi dal lato opposto della radura, ma i miei occhi cadevano costantemente su quello sguardo perso e serio. C’era qualcosa che mi faceva venir voglia di parlare con lui, ero sicura che sotto quel gelo ci fosse un cuore caldo. Lui, però, non sembrava esserne consapevole, o forse soltanto non voleva dimostrarlo.
Non parlammo per parecchio tempo, fino a quando non riuscii più a resistere e ruppi il silenzio. – Perché mi hai salvata? – domandai. – Per te sono solo un’inutile umana -.
Sesshomaru continuò a guardare nel vuoto quando parlò. – C’è qualcosa – mormorò. – Qualcosa che non capisco neanche io, qualcosa che mi ha spinto a cercarti e a proteggerti, come se lo avessi promesso a qualcuno -.
La sua risposta mi lasciava spaesata. A chi avrebbe dovuto fare una promessa del genere? E se lo avesse promesso proprio a me?
Decisi di non pensarci e di cambiare discorso. – Il ragazzo da cui mi hai salvato prima faceva parte della Squadra dei sette – dissi.
Sesshomaru annuì. – Lo so -.
Ero irritata dalla sua continua supponenza. – E diceva anche che per qualche motivo doveva tenermi lontano da voi -, poi mi ricordai anche di quello che aveva detto, che io ero pericolosa. – A quanto pare essere la Sfera… - mi diedi della stupida subito dopo aver pronunciato quella frase.
Con un balzo lui mi addosso e mi fissò. – Cosa sai tu della Sfera? -.
Ormai avevo praticamente scoperto le mie carte. – Devi promettermi che non lo dirai a nessuno -.
Il demone sembrò quasi ghignare. – Perché dovrei prometterti qualcosa? Cosa mi darai in cambio? -.
Abbassai lo sguardo. – Non ho nulla da offrire, però io non voglio che si sappia, io voglio solo poter vivere in pace non appena questa storia sarà finita -.
Intravidi una scintilla di pietà nei suoi occhi e alla fine annuì. – Tanto non andrei sicuramente a dirlo al monaco o a quel dannato mezzo sangue -.
Sospirai e alla fine gli mostrai la mia spalla, nella quale brillava di una luce intensa la Sfera.
Lui era colpito da quella rivelazione e puntò il suo sguardo nel mio alla ricerca di una spiegazione.
- Io sono uno spirito –, era strano ripetere quella storia, anche a me sembrava ancora assurda. – Faccio parte della Sfera, sono parte di lei e lei è parte di me. Non possiamo separarci, siamo legate da un vincolo indissolubile. So perfettamente che a causa di ciò sono stata costretta ad aiutare persone malvage a compiere atti orribili, ma so anche che sono scappata, che ero andata via proprio per non dover mai più vivere in questo modo. Io non voglio essere costretta a fare qualcosa che non voglio io…non sono un mostro – mormorai con le lacrime agli occhi.
Sesshomaru asciugò il mio viso con le sue dita e mi costrinse a guardarlo. – Stento a credere a quello che mi hai detto, ma sono certo che non sei umana dato quello che hai fatto solo poche ore fa. Ora però smettila di commiserarti, se hai deciso di redimerti fallo e basta -.
Il suo tono serio sembrava incrinato da una nota di dolcezza, quasi come se nei miei confronti provasse affetto. Il suo sguardo mi incatenava e mi rendeva vulnerabile.
Quanto odiavo non poter ricordare. Quanto odiavo non poter sapere cosa stava succedendo.
Sapevo solo che il mio cuore batteva sempre più forte.
 
Inuyasha
Mi svegliai improvvisamente. Miroku ancora dormiva e non mancava molto al sorgere del sole. Era ormai un giorno intero che cercavamo Samantha e ancora non avevamo trovato nessuna traccia di lei.
Ero preoccupato, preoccupato da morire. Eppure non sapevo perché. A me non importava di lei, io volevo solo rivedere Kikyo.
Come richiamata dal mio cuore, lei si presentò vicino a me.
Mi bastò uno sguardo per capire che voleva che la seguissi.
Quando arrivai vicino a lei la abbracciai immediatamente. Il suo corpo ormai era freddo, era solo uno spirito che vagava in quel mondo. Se fosse stato necessario io l’avrei seguita nella morte…o forse no…i miei pensieri non erano lucidi. Non era quello il corpo che dovevo abbracciare, il corpo che bramavo era caldo.
- Inuyasha, tutto bene? – mi domandò.
Quando la guardai mi sembrò quasi di non riconoscerla come la donna che amavo, c’era qualcosa di sbagliato in quello che stava succedendo tra noi.
- Sì, sono solo preoccupato. Non ritroviamo più ne Samantha ne Sesshomaru – risposi.
Il suo sguardo sembrò incupirsi. – Quindi…quella donna per te è più importante di me? -.
Non so perché ma non riuscii a dirle di no. – E’ tutto così strano, tu sei di nuovo qui e a me sembra ancora impossibile e non mi ricordo nulla di quello che è successo in tutto questo tempo – cominciai – Poi questi nuovi nemici, la scomparsa di Sango…io non so davvero cosa pensare Kikyo -.
Lei mi accarezzò la guancia. – Non preoccuparti non è colpa tua se non ricordi, è colpa di quei maledetti e… - sembrò interrompersi, come se non volesse dirmi qualcosa.
- Ti prego Kikyo, parla –
Abbassò lo sguardo. – E dello spirito che possiede la Sfera -.
La guardai perplessa. – Cosa intendi con spirito? –
- Esiste uno spirito che dimora nella Sfera e vuole la mia scomparsa perché io sono l’unica che può purificarla e distruggerla. Mi dispiace di non avertelo detto prima, ma non volevo gravarti di questo nuovo peso – mormorò.
Io la strinsi di nuovo a me. – Non ti preoccupare Kikyo, io sarò qui con te e nessuno ti farà del male, nessuno -.
Mi strinse anche lei. – Non so che forma abbia, ma dobbiamo scoprirlo, io non sono abbastanza forte da percepirlo, per questo mi devo nascondere -.
Le accarezzai dolcemente i capelli, quell’odore di terra non era per niente familiare e mi sentivo quasi a disagio a tenerla lì con me, come se stessi facendo un torto ad una persona a cui volevo molto bene. – Lo troveremo e lo sconfiggeremo. Così io riavrò i miei ricordi e tu sarai finalmente libera -.
Le nostre labbra si incontrarono per un breve istante, ma non riuscii a godermi quel bacio che avevo aspetto per così tanto tempo.
Subito dopo lei era sparita e l’unica cosa che mi era rimasta di lei era il suo odore.
Tornai da Miroku quando ormai il sole stava sorgendo, con la sensazione di quel corpo gelido tra le mie braccia. C’era qualcosa che mi impediva di dire a Kikyo che l’amavo.
Perché non potevo ricordare? Cosa mi sfuggiva?
Guardai il sole sorgere, mentre quel calore mi ricordava qualcosa che amavo e che speravo di riuscire a ritrovare.
 
Sesshomaru ed io eravamo rimasti nella radura per un giorno. Diceva che doveva riflettere su quella situazione da solo e che la presenza di Inuyasha gli dava sui nervi.
Anche io per tutto quel tempo provai a riflettere. Il demone mi aveva portato della frutta da mangiare ed ero tornata in forze. Ero molto stanca e stressata.
Perché la Squadra dei Sette avrebbe voluto farci perdere i nostri ricordi? Tutta questa storia non quadrava e più ci pensavo, più tutto mi sembrava confuso.
Bankotsu sembrava quasi scioccato nel sapere che non ricordavo nulla del mio passato, quindi lui non era presente durante il nostro scontro. Ma allora perché non mi voleva dire chi gli aveva parlato di me? Cosa doveva nascondere?
Quella notte non riuscii a dormire, tra i pensieri che avevo e il freddo non riuscivo proprio a prendere sonno.
Sesshomaru sembrò accorgersi del fatto che ero infreddolita e senza dire nulla mi cinse le spalle con il suo braccio per scaldarmi.
Mi sentivo bene, per la prima volta dopo tanto tempo. Ero quasi serena, perché sapevo di essere con qualcuno che mi avrebbe protetta, anche se nemmeno lui sapeva il perché.
E se nel nostro passato ci fosse stato qualcosa? Se ci fossimo amati un tempo?
Nello stesso momento ci ritrovammo a guardarci negli occhi, ero sicura che entrambi avevamo fatto gli stessi pensieri ed entrambi avevamo bisogno di capire.
Mi ricordai delle favole di quando ero bambina, di quelle fandonie sul bacio del vero amore ecc…ma se non fossero state tutte sciocchezze? Se ci fosse stato qualcosa di vero in quelle storie?
Ero talmente disperata e confusa che decisi di tentare e in un impeto di coraggio presi il suo viso e lo baciai.
Quel bacio non era come me lo immaginavo, Sesshomaru aveva ricambiato subito. Il suo bacio era carnale e feroce, come quello di un animale. In un certo senso mi eccitava, ma nell’altro lo trovavo del tutto sbagliato.
Un nuovo flash si propagò nella mia mente. Ricordavo un bacio, ma non era il suo. Quello che c’era nei miei ricordi era dolce, gentile e così casto.
Mi staccai all’improvviso ormai convinta delle conclusioni che avevo tratto.
Eravamo entrambi imbarazzanti ed eravamo arrivati allo stesso risultato, sicuramente non ci eravamo mai amati ne avevamo mai provato qualcosa l’uno per l’altra.
Mi sentivo così in colpa per quel gesto così impulsivo e sciocco.
Non sapevo come si sentisse lui in quel momento, ma io sarei voluta sprofondare sotto terra.
Effettivamente però le favole in qualcosa avevano ragione, con un bacio si può capire se è amore e quello tra noi sicuramente era tutto fuorché amore.
 
 
Ciao a tutti!
Inuyasha e Samantha ancora non riescono a ricordarsi l’uno dell’altra e Kikyo cerca di incastrare la nostra eroina.
Vorrei ringraziare BluTsnuami e Eclipse94 per le loro recensioni e le ringrazio anche qui ^^.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto!
___Darkrose___
   
 
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