Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: HatoKosui    20/09/2016    1 recensioni
Nishiyoshi Mayori è una studentessa dello Yosen. Dalla fervida immaginazione e dal carattere diretto e diffidente, se ne sta sempre sulle sue, fa poca attenzione al mondo che la circonda ed ancora di meno ai ragazzi che le parlano. A malapena ricorda i loro nomi.
O almeno questo accadeva prima di conoscere Kise Ryouta. Travolta dal modello durante un viaggio in bus si ritrova a dover resistere ai suoi corteggiamenti... e come se non bastasse, sembra che la coach del club di basket della sua scuola la voglia in squadra ad ogni costo come manager.
Mayori è una ragazza semplice.
O almeno credeva di esserlo prima di innamorarsi di... di chi, esattamente?
Genere: Erotico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Atsushi Murasakibara, Nuovo personaggio, Ryouta Kise, Tatsuya Himuro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa 
Nuovo capitolo. Ho scritto un pò tutto veloce, perdonate errori di battitura (anche se ho ricontrollato motle volte, ma il capitolo è lungo e non posso dire che sia perfetto :p)
Buona lettura :*

HK



Capitolo 10: Piano.

 

Mi avvicino alla porta molto più rilassata dopo quel ricordo nostalgico. Mi faccio forza, mi avvicino alla maniglia, senza la gola secca o il cuore a mille, ma ancora una volta la porta si apre di scatto, senza che io la tocchi.

Davanti a me riesco ad identificare la figura esile di una donna, la stessa che da molto mi seguiva per chiedermi di entrare nel club di basket. Rimango ferma, con la mano a mezz'aria, ma l'espressione completamente atona. Lei piega il viso di lato, sbattendo due o tre volte le sopracciglia con aria seria.

-Mayori....

Dice, ma io sono sicura di non aver mai avuto un qualsiasi tipo di rapporto con lei.

-Professoressa...?

Provo a dire, ma non so neanche il suo cognome, so solo che mi da molto fastidio. Lei toglie una mano dalla porta, sembra molto rilassata, non come quando mi ha sgridata perché ero in classe a scrivere senza nessun permesso.

-Masako Araki

-Mh – Rispondo, visto che so che lei mi conosce. I suoi occhi mi fissano attenti e mi sento a disagio. Così cerco di ripiegare su qualcos'altro -Ha intenzione di farmi entrare o vuole tenermi qui fuori a vita?

Araki fa ondeggiare i suoi capelli liscissimi e precisi, mi sembra molto più bella ora che la vedo da vicino e mi ricorda un po' mia madre, anche se di carattere sono sicuramente molto diverse.

-Sono molto contenta che tu sia qui- Mi confessa -Perciò direi che puoi anche entrare. Prego.

Si fa da parte, mi indica il percorso con il braccio alzato, mentre io mi sento seriamente a disagio. “Lei è contenta? Perché dovrebbe? Io... ora ricordo!”


 

<< Noi siamo il club di basket. Il professore Mishita mi ha detto che tu sei molto brava a... >>

<< No, non gioco più a basket e tanto meno voglio averci ancora a che fare. Dica al professore che sarebbe gradita più discrezione nel raccontare i fatti altrui. Arrivederci. >>

 

“Le avevo risposto male, sono stata molto maleducata. Ma in fondo non sapevo chi fosse e le cose che le ho detto sono la più sincera verità. Ecco.”

Con la testa bassa avanzo, mentre sento che mi sta guardando con occhi di chi forse un po' si sente vincitore. Stringo i denti ed una volta superata alzo lo sguardo, ma non posso far altro se non riabbassarlo subito quando mi rendo conto che tutta la gente dentro quella palestra mi sta fissando. Chissà, anche il canestro sembrava guardarmi e se avesse potuto parlare, sicuramente avrebbe detto “Chi è quella pulce, così piccola e gracile, che osa entrare nel mio territorio? HAHAHA, stolta e povera ragazza!”.

Un po' come Ade o Zeus, che vedendo noi poveri umani si divertivano a renderci la vita impossibile. Diciamo che il canestro potrebbe essere il “Dio dei cestisti”.

Interessante.

-Mayori!

La voce di Himuro mi riporta alla realtà, facendomi alzare lo sguardo di scatto proprio verso di lui. Si avvicina, con la palla sotto il braccio, il viso contento ed un piccolo sorriso accennato. È sudato, indossa una maglia bianca con i pantaloncini neri ed al collo porta sempre quella strana collana di catena e ferro.

Ho sempre pensato che Himuro fosse un ragazzo normale, ma mentre si avvicina il suo fisico mi sembra completamente diverso. Infatti, strabuzzo gli occhi.

-Ehi, che cos'è quell'espressione sorpresa?

Mi dice, emettendo una piccola risata.

-Non sono sorpresa, sta' zitto...

Dico e distolgo l'attenzione. Lui piega la testa e sorride.

-Mayochin...

Mi chiama anche Murasakibara, però da lontano, vicino al canestro, dove con aria annoiata agita la mano in segno di saluto. Mi sento un po' più a casa, mi sembra un amico e così, d'istinto, lo saluto anche io con la mano, sorridendo appena. Himuro sospira di poco.

-Sono contento che tu sia qui..

-Sì sì, siete tutti molto contenti di vedere una pulce come me qui, senza fare nulla.

Il moro manda uno sguardo alla professoressa alle mie spalle, sempre con viso atono ed io lo seguo, incontrandolo poi fisso nei miei occhi.

-Non sei una pulce – Dice, sorridendo, mentre sposta il penso su di una sola gamba- Qui puoi fare quello che vuoi, persino aiutarci, non ti pare?

Alzo un sopracciglio. -Assolutamente no. Voglio dire, non vado in bagno perché non mi va e secondo te mi abbasso ad aiutare una squadra di basket come la vostra?

Non finisco di parlare che mi rendo conto di aver detto qualcosa di estremamente imbarazzante e nonostante Himuro abbia stampato sul suo viso quel solito sorriso di consuetudine io so – lo sento – che internamente sta ridendo di me.

Abbasso gli occhi e gonfio le guance che si sono tinte leggermente di rosso.

-Però – Continua lui - giocavi in passato, no? Perciò-

Lo interrompo, mi porto istintivamente con un piede avanti ed il mio sguardo, me ne rendo conto solo dopo, per un attimo lo fulmina.

-Chi ti ha detto questa cosa?!

Il moro si piega un po' indietro con le spalle, preso alla sprovvista.

-Nessuno...

Dice, ma non ho il tempo di replicare, perché un colpo di tosse attira le nostre attenzioni. Mi giro di scatto e vedo i ragazzi della squadra fissarmi, tutti vicini, alcuni un po' increduli per motivi che non conosco.

-Possiamo interrompervi?

“Mayori, ricomponiti, subito!”
Mi intimo e veloce riprendo una postura normale, inchinandomi di poco.

-Scusate l'interruzione, io sono Nishiyoshi Mayori, molto piacere.

Il capitano, quello che aveva parlato – e tossito – inizia ad agitare le mani davanti a se.

-Non hai interrotto, non ti preoccupare...!

Il suo volto è spaventoso, lui stesso è gigante e fuori misura, con quel mento e quelle spalle che farebbero invidia a qualunque giocatore di Wrestling. Sono cose in un uomo che mi infondono solo terrore, così non dico nulla, anzi, faccio fatica anche ad alzarmi dal mio inchino. Himuro sorride, lo vedo con la coda dell'occhio.

-Nishiyoshi è qui per assistere all'allenamento di oggi, perciò faremo una partita. Voglio il massimo da tutti, capito Murasakibara?

La coach parla alla squadra con disinvoltura, ma sotto il braccio tiene un bastone di legno ed i suoi occhi sono duri e severi. Mi giro ad osservare la reazione del Gigante, ma lui sembra solo annuire distrattamente. La donna si avvicina a me.

-Seguimi, ti aiuterò almeno a conoscere i nostri giocatori.

Come se fossi rimasta colpita da quella freddezza rimango in silenzio e la seguo oltre la linea di campo, osservando i ragazzi che prendono pozione.

Un fischio e la palla è in aria.

 

 

°°°

 

 

Il mio cuore ha perso molti battiti, quando un attaccante si avvicinava al canestro. Sono rimasta senza fiato quando Himuro ha fatto quel tiro, quando la palla è passata attraverso la mano del difensore. E vogliamo parlare della prestanza di Murasakibara? Qualcosa di formidabile, davvero miracoloso.

-INCREDIBILE!

Urlo, quando sono ormai seduti entrambi sulla panchina, con il fiatone e la maglia madida di sudore. Loro mi guardano con aria vagamente sorpresa.

-Cosa?

Dice Himuro, io inconsciamente stringo i pugni davanti a me, agitandoli di poco.

-Tutto! Tutto il vostro modo di giocare... è strabiliante! Non posso credere che tu -guardo il moro – sia riuscito a mettere in atto un tiro del genere! E... Murasakibara! Sei davvero forte!

Vedo il volto di Murasakibara velarsi di un rosso carminio, mentre mi guarda sorpreso. Himuro sorride, asciugandosi il volto con il dorso della mano.

“Serve un asciugamano” Mi dico e di scatto allungo una gamba in modo da arrivare a quelli piegati da una parte vicino alla panchina.

-Tieni!
Dico euforica e gliene passo uno. Il moro lo prende e si asciuga il sudore.

-Anche a me...

-Oh, scusa... tieni.

Ne passo uno anche al gigante che lo accetta di buon grado e vi nasconde la faccia. Mi sembra così diverso ora. Non posso fare a meno di osservare i suoi muscoli, quella prestanza fisica incredibile, proprio davanti a me! Ha un'apertura sopra la media, le sue gambe sono lunghissime e se devo dirla tutta sembra ricordare la stabilità di una quercia secolare.

“Non me lo sarei mai aspettato da lui... trasudare stabilità... incredibile”

-Murasakibara... è questo il talento di cui mi parlavi?

Domando e per guardarlo meglio – solo per curiosità – mi siedo accanto a lui, con Himuro alla mia destra. Mi giro verso il Gigante anche con le gambe e non mi sembra vero. Non mi sembra vero di potergli stare così vicina...!

-Si. Il talento naturale...

-Di naturale non tuo modo di giocare non c'è assolutamente nulla. È mostruoso...

I suoi occhi mi fissano, quasi mi incatenano. Sembra contrariato e con la postura un po' ricurva il suo volto è all'altezza del mio. Sorriso pacifica.

-In senso buono. È meraviglioso.

Lui mi guarda ancora, poi aggrotta le sopracciglia e si gira dall'altra parte.

-Mmmh, non mi interessa...

Himuro emette una risatella e si alza. Ha tutta la mia attenzione.

-Mayori noi andiamo a cambiarci. Torniamo a casa insieme?

-Si.

Rispondo subito e mi alzo dalla panchina.

-Vi aspetto fuori!

Mi avvio verso l'uscita, senza guardare nessuno, solamente riprendendo la mia borsa. Mente cammino sento le voci dei ragazzi.

-Lascia stare, si chiamano addirittura per nome, non hai speranze.

-Ma perché le deve avere sempre tutte per sè?!

-Non ti ha neanche guardato...

-Smettetela di sottolinearlo!

“Mi domando di chi stiano parlando”

Lascio la palestra chiudendomi la porta alle spalle.

“Devo chiamare Hibiki. Sarà felice di sentire le mie novità!”
Prendo il telefono e compongo il numero praticamente a memoria, mi porto l'apparecchio all'orecchio ed alzo gli occhi verso il cielo plumbeo, osservando che di nuovo sembra minacciare pioggia.

Dopo due squilli scatta la segreteria telefonica.

Richiamo.

Ancora la segreteria.

“Che strano. Beh, avrà da fare. Magari è ancora a lavoro”

Le scrivo un breve riassunto della giornata, un messaggio.

 

Hibiki sono andata a vedere una partita di Basket della mia scuola!

Devi assolutamente richiamarmi, devo dirti così tante cose... ti piacerebbe venire a vederli. Non so perché tu non mi abbia ancora richiamato, anche ieri ho provato a scriverti, ma non mi hai risposto.

Appena sei libera mandami qualche segno di vita.

Non sforzarti troppo.

A presto.

(E RICHIAMAMI!)

 

“E' la prima volta che non mi risponde per così tanto tempo. Chissà se ha trovato qualche altro lavoro... beh, buon per lei.”

 

 

 

°°°

 

 

 

Quando ci mettiamo in marcia per tornare a casa la luna ci illumina la strada. Cammino in mezzo ai due ragazzi, mi sento protetta dalla loro altezza, nonostante praticamente io scompaia.

“Questa notte non dormirò, sono troppo euforica!”

Mi dico mentalmente, mentre mi viene da sorridere, mi sento così stupida.

Himuro mi rivolge un'occhiata penetrante e sorride quando io me ne accorgo.

-Sei molto contenta.

Arrossisco di poco iniziando a fissare le mie scarpe.

-No. Sono solo stanca e quando sono stanca mi viene da ridere.

-Ah sì? Non lo avrei mai detto...

“Cos'è, mi prende in giro?”

Penso, notando il suo tono ironico. Lo fulmino ancora, ma lui si tira su e sorride alla luna.

-Mayochin sei un'amante del basket?

Mi chiede il Gigante. Io mi giro a guardarlo, seria.

-Mi piaceva. Prima. Ma ora lo odio.

-Non è vero...

Lo guardo indignata. -Sì che è vero!
-No... -Si piega quasi alla mia altezza -Ti brillavano gli occhi, prima.

Mi tiro indietro. “Oh...”

-Non è vero! Io...

Il mio volto deve risultare piuttosto stupido perché sono sicura che tradisca molto più di quanto vorrei.

Il Gigante mangia un pezzo della sua merendina, mentre io seguo tutto con il mio sguardo, allontanandomi un pò.

-Perché dici bugie? Sei piccola e strana...

-Senti chi parla!

-Io non sono piccolo

Incrocio le braccia al petto. -Infatti sei solo strano.

-Non è vero... Murochin, dille che si sbaglia!

Himuro si becca l'ennesima occhiataccia, questa volta da entrambi.

-Non litigate...

Dice forse in difficoltà. Io mi giro spostandomi i capelli con un gesto veloce.

-Lui concorda con me!

Murasakibara aggrotta le sopracciglia e si abbassa alla mia altezza, anche se con fatica.

-No, non è vero. Sei veramente fastidiosa!

-Anche tu lo sei!

Dico – o forse urlo – avvicinandomi a lui, con aria di sfida.

Il Gigante si tira su, sembra molto più alto visto da vicino. Alza una sua mano e di scatto me la poggia sulla testa.

-Una mia mano è grande come la tua testa!

Dice, ma io arrossisco.

-L...levati!

Dico, cercando di liberarmi, ma lui sembra divertirsi, infatti le sue labbra si tirano in un sorriso accennato.

-Non riesci a spostarmi...

Dice, io inizio a muovermi per cercare di spostare la sua mano e mi faccio indietro, poi avanti, poi cerco di aggrapparmici e poi, ancora, cerco anche di leccarla, ma non ci arrivo. Andiamo avanti così per forse dieci minuti, mentre continuiamo a camminare in modo alquanto goffo.

-AAAAAAH – Urlo ad un certo punto. -Himuro! Aiutooo!

Piagnucolo, innervosita da quel sorriso compiaciuto che il gigante mi rivolge. Il moro, che aveva nel frattempo tirato fuori il telefono e se ne stava sulle sue, nonostante noi due continuassimo a camminargli – urlando e giocando – accanto ripone il telefono e ci guarda rassegnato.

-Atsushi...

Al richiamo dell'amico, mi sembra che il Gigante allenti un po' la presa così, approfittandone, gli sposto il braccio con forza e mi catapulto letteralmente tra le braccia di Himuro. Il moro, preso alla sprovvista, rimane a braccia aperte, senza respirare e sono sicura che il suo sguardo sia di pura sorpresa. Io lo abbraccio e poggio la guancia sul suo petto, per poi girarmi astutamente verso Murasakibara.

-Lasciami in pace...

Dico piano, con gli occhi di un bambino che stringe il suo giocattolo preferito. Il Gigante è rimasto con una mano a mezz'aria, la bocca poco aperta e un'espressione da ebete sul volto. Mi viene quasi da ridere.

Himuro, dopo qualche attimo, abbassa le sue braccia e mi fa tornare alla realtà.

-Suvvia...

Dice, ma sento chiaramente le sue braccia stringermi in un abbraccio. Quando me ne rendo conto è ormai troppo tardi, perché sono chiusa in una trappola dal caldo tepore. Arrossisco violentemente, ma rimango in silenzio.

-Murochin! Lasciala, così la schiaccio una volta per tutte....

Non dico nulla, ma sento che Himuro strige la presa. Attraverso la stoffa della maglia sento i muscoli contratti che mi sembrano molto scolpiti.

“Chissà se tutti quelli che fanno basket li hanno così. Murasakibara sicuramente si. Chissà se Kise...”

Il mio cuore perde un battito. Mentre i due parlano io mi distraggo e, nonostante rimanga ancorata ad Himuro, la mia attenzione vola altrove. Spalanco gli occhi.

“Ho messo di nuovo in mezzo Kise...”
Mi dico e nascondo il viso nella maglia si Himuro che si irrigidisce un po' e mi guarda. Lo sento dire: -Mayori...?

Ma non voglio rispondergli. “Kise... sta sempre in mezzo...”

Mi dico e d'un tratto mi sento così strana, così vulnerabile che la presa di Himuro mi pare l'unica cosa in grado di tenermi ancorata alla realtà. Poi, d'un tratto, qualcosa mi cade sul collo. Qualcosa di freddo, umido.

Alzo il volto e guardo il cielo.

-Piove.

Dice Himuro, che ha seguito il mio sguardo. Mi stacco da lui, ma non abbiamo il tempo di dire nulla che la pioggia ci colpisce di sorpresa.

-Andiamo!

Urla Himuro coprendosi con una mano la testa, anche se non serve poi a molto. Io mi precipito avanti, mentre sento che le goccioline mi entrano dappertutto, bagnando i capelli che forse erano ordinati. Corriamo per n po', giusto il tempo di trovare una fermata del Bus dove ripararci ed io mi butto istantaneamente sulla panchina asciutta.

-Aaah, ho preso un sacco di pioggia! Sono tutta bagnata...

Dico, prendendo tra le mani una ciocca di capelli che gocciolano e pendono in modo alquanto orribile.

“Certo non sono orribile come quando ho incontrato Kise, ma sono di certo più bagnata. E dico, perché doveva piovere proprio ora!”

Penso. Murasakibara si siede accanto a me ed i suoi capelli sembrano molto più lunghi se bagnati.

-Così sembri un furetto...

Dice, guardandomi e ricevendosi un sorriso spontaneo.

-I furetti sono meravigliosi. E tu non capisci la bellezza.

-Non ho detto che sei brutta.

Lo guardo attentamente. Lui si gira, imbronciato e non riesco più a vedere il suo viso. “Che vuol dire?”

Himuro si siede dall'altra parte, più vicino di quanto possa.

-Ora non ci rimane che aspettare.

Dice e tutti guardiamo la pioggia che cade fitta e rumorosa a pochi centimetri da noi. Mi sento strana, ma seduta con loro due accanto, la pioggia mi pare d'un tratto tutto tranne che noiosa.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: HatoKosui