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Autore: EllyBlue    08/05/2009    3 recensioni
Il bambino dagli occhioni verdi guardò la figura incappucciata che sostava silente davanti a lui. Quasi poteva vedere, in quel volto celato nell' ombra, un luccichio, qualcosa che lo faceva sentire in qualche modo al sicuro tra le braccia di quell' ombra, che gli faceva capire che in quel cuore nero forse, nel profondo, qualcosa di buono c' era... Si avvicinò piano piano verso la figura al suo fianco, cauto. Ma non ce la fece più. Si buttò sul braccio circondato dal tessuto nero come la pece, lo strinse forte, per farsi forza. Lo vide che volgeva lentamente quel suo cappuccio nero verso di lui...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Mangiamorte, Severus Piton | Coppie: Severus/Narcissa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il volto celato nell’ ombra

 

 

Capitolo 10: “ Cose da grandi "

 

 

 

 

 

 

 

Il dopocena a casa Malfoy terminò assai prematuramente. Dopo il voto infrangibile Lucius s’ era sentito talmente in imbarazzo da non riuscire a sostenere nessuno conversazione col pozionista. Il biondo si sentiva veramente uno schifo; in cuor suo una vocina gli diceva che era l’ unica soluzione e che s’ era comportato bene, eppure persisteva il problema che lui non riusciva a non considerare Severus come un amico. Per un attimo due paroline nelle quali non si rispecchiava affatto gl’ avevano invaso la testa: “bene superiore”. Il signor Malfoy disprezzò se stesso per quest’ improvviso attacco di lealtà. D’ altro canto Narcissa era terribilmente preoccupata per la vita di Severus. Sebbene lei fosse fermamente convinta della totale adesione del giovane alla causa dei Mangiamorte, una specie di ombra nefasta le aveva oscurato ogni speranza: Severus, il suo Severus, sarebbe anche potuto morire per il voto stipulato con Lucius. L’ unico a essere felice come mai in vita sua era il professore. Ovviamente ogni sua emozione rimase celata sotto una fredda maschera, ma il suo ego rideva di gusto.

Quando Piton si congedò aggiunse al saluto quello che in un' altra occasione sarebbe risultato come un augurio:

 

 

“Che Salazar vi protegga”

 

 

Agl’ occhi di Lucius però la frase giunse come una minaccia Hai dubitato di lui e ora lui ti renderà la vita un’ inferno pensò il padrone di casa mentre richiudeva il portone alle spalle dell’ uomo.

 

 

Una volta che il sordo CLOK della serratura indicò che casa Malfoy era isolata Severus s’ abbandonò in un ampio sorriso mentre un evvai! gli si fece spazio tacitamente tra i pensieri. Arrivato infondo al vialetto che conduceva fuori dal parco che contornava il maniero il pozionista si smaterializzò alla volta di Hogwarts.

 

 

 

 

Quando il professore riapparve le torri del castello erano ormai tutte spente. Era notte fonda. Silenzioso l’ uomo penetrò all’ interno della scuola cercando di non dare nell’ occhio. Sebbene non dovesse temere nulla lì, l’ uomo aveva assunto l’ abitudine di nascondere i suoi spostamenti. Camminando vicino alla parete il professore si diresse verso le sue stanze. Aveva intenzione di andare subito a dormire, per poi svegliarsi all’ alba e andare subito a riferire a Silente le vicende di quella sera.

Quando Piton entrò nei suoi alloggi quasi nemmeno ci fece caso al fatto che non vi fosse nessuno. Era da anni che viveva da solo e la mancanza di Potter rappresentava semplicemente la normalità…certo, la normalità fino al giorno precedente! Dopo solo un passo al di là della porta il pozionista si bloccò. La luce era accesa. Improvvisamente gli tornò in mente Harry. Guarda un po’ te se quella piattola deve dormire con la luce accesa! borbottò il suo cervello. Istintivamente l’uomo però lanciò un’ occhiata al letto. Come in un momento di paternità voleva controllare che il piccino stesse bene. Notando le coperte spostate e la mancanza del bambino l’uomo ebbe uno slancio di ira, e preoccupazione, Merda! urlò tra se mentre correva fuori dall’ appartamento alla volta dell’ ufficio del preside.    

 

 

Correndo, trafelato, sconvolto, col cuore in gola, si fermò per riprendere fiato davanti ai Gargoyle di guardia all’ entrata. Era così confuso e sconvolto che, con la sua capacità di ragionamento improvvisamente intaccata da una rabbia cieca e dalla confusione così intensa che lo pervadeva, che non ricordava neppure la parola d’ ordine per accedere all’ Ufficio. Così, frustrato, si scervellò per trovare, in un meandro recondito della sua mente, quella maledetta frase, o anche solo un imput, che gli permettesse di rammentare la parola d’ ordine. Infine, dopo una trentina di secondi che a Severus parvero un’ eternità, intimò, con voce arrochita dallo spavento(se l’ avesse sentita Cissy sarebbe svenuta per l’ estasi):

 

 

“ Togliti immediatamente.” La sua voce era bassa e apparentemente calma, ma solo uno stolto avrebbe ignorato la nota più che evidente di minaccia in quell’ ordine. I Gargoyle sono di pietra, anche il cervello sarà fatto della stessa materia...

 

 

“ Se non conosci la paro...” non riuscì nemmeno a terminare la frase il Gargoyle che, sotto lo sguardo atterrito dell’ altro, finì scaraventato contro il muro alle loro spalle da uno strano vento improvviso, che sferzò l’ aria con la sua notevole potenza, e ricadde sul pavimento, ormai a pezzi.

 

 

“ Vuoi fare la sua fine?” gli chiese impaziente e con voce leggermente tremante Severus, soffermando il suo sguardo impenetrabile sull’ altro fratello di pietra che, a quelle parole, afferrò baracca e burattini e scappò a tutto gas, urlando qualcosa sull’ omicidio di un Gargoyle. Ghignando divertito, Severus ascoltò quelle parole. Ma quando gli tornò alla mente ciò che era avvenuto il sorriso svanì e si precipitò, salendo tre gradini alla volta la lunga rampa di scale a chiocciola che conducevano all’ ufficio di Silente. Si scaraventò all’ interno della stanza all’ istante, senza nemmeno degnarsi di bussare, come faceva ogni degno gentiluomo inglese.

 

 

“ Severus!” esclamò Silente, sussultando al suono della porta che sbatteva violentemente sui cardini. Severus rimase fermo dov’ era, le mani strette a pugno, le braccia tese lungo i fianchi e la testa rivolta al pavimento, i capelli neri che cadevano scompostamente a coprirgli il viso stravolto. Silente, rimasto seduto stupito sulla poltrona oltre la scrivania, colto mentre era intento a firmare una fila interminabile di documenti, si alzò alla vista di quel professore apparentemente e realmente sconvolto, avvicinandosi cautamente al pozionista.

 

 

“ Severus...” ripeté con meno irruenza, sfiorando la guancia candida del professore. Con un sobbalzo, Piton parve risvegliarsi da quello strano torpore, guardando Albus con occhi infuocati dall’ ansia. Si sedette pesantemente sulla sedia di fronte alla scrivania di Silente, sovrappensiero, la testa affondata nelle mani. Silenzio. Spazientito, il Preside lo fissava silenzioso, osservandolo che si massaggiava lentamente le tempie in un gesto di eloquente agitazione.

 

 

“ Silente... Harry...” balbettò confusamente, lo sguardo rivolto all’ uomo, che lo guardava aggrottando la fronte.

 

 

“ Severus, se non sei più chiaro...”

 

 

“ Harry è SPARITO!”

 

 

 

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INTANTO, A CASA MALFOY...

 

 

 

“ Ehi, Dra’, questa è la tua stanza?” Harry si guardò attorno incuriosito. Nella stanza si alternavano i colori soliti dei Serpeverde, il verde e l’ argento, ma non per questo meno affascinanti. Ad Harry piaceva molto il verde, perché gli ricordava di possedere gli occhi della sua mamma e anche perché era un colore caldo, che rievocava la primavera. L’ argento gli piaceva perché era identico alle iridi del suo amico, da cui ormai credeva di non potersi mai più separare. 

 

 

“ Si...” rispose distrattamente Draco, mentre si buttava sul letto pesantemente. Per poi rialzarsi con uno scatto fulmineo alla vista di Harry che, curioso e casinista come sempre, rischiava di buttare al suolo un ennesimo vaso finemente decorato. Con un urlo inorridito, lo vide che si dirigeva verso il pavimento a velocità stellare... Ma prima che potesse frantumarsi al suolo, Harry, con gesto noncurante e quasi involontario, afferrò il prezioso cimelio rimettendolo al suo posto.

Draco, ancora col fiato corto, sibilò irritato, al suo orecchio:” Non - Toccare - NIENTE!” incollerito, ricadde sul letto, poggiando una mano sulla fronte in un gesto stanco.

 

 

“ Un giorno mi farai morire... E se non lo farai tu, ci penserà papà...” mormorò esasperato, con la sua solita, elegante voce strascicata.

 

 

“ A te viene sempre voglia di scherzare!”

 

 

“ Non sto scherzando. Sarai la mia rovina!” ribattè con evidente aria scherzosa, ma si fece d’ un tratto serio. “ Papà non sarà un pericolo per me... ma per te si. Se ti vedesse... Cavolo, tu sei Harry Potter! Amico, papà ti odia!”

 

 

“ Perché?” chiese Harry, perdendo interesse quasi immediatamente per un nuovo e curioso drago.

 

 

“ Non dirmi che... Non lo sai!” esclamò inorridito Draco, guardando l’ amico attonito.

 

 

“ Che cosa dovrei...”

 

 

“ Tu sei il GRANDE  e FAMOSISSIMO Harry Potter, colui che ha sconfitto Tu-Sai-Chi all’ età di un anno! UN ANNO!” allegramente e ammirato, il biondo aristocratico lo guardava come se non avesse desiderato altro che conoscerlo in tutta la sua breve vita. Harry si chiese se il suo nuovo amico fosse un suo segreto fan... ma...

 

 

“ Ehi! Ti starai confondendo certamente con qualcun’ altro! Io, si, mi chiamo Harry Potter, ma non ho mai sconfitto questo vostro... COSO...”

 

 

“ Caro mio... Io conosco cose che...” non riuscì nemmeno a terminare di pavoneggiarsi che un urlo stridulo di Harry lo raggelò. Il suo sguardo scattò terrorizzato sull’ oggetto del terrore del Prescelto... Uno sbuffo annoiato uscì dalle sue labbra quando s’ accorse cosa fosse la motivazione di tanta paura. Salazar Serpeverde guardava con occhi sgranati il moro, come se si trovasse di fronte ad un fantasma, seduto sulla sua comoda poltrona di pelle nera, congelato come in precedenza era accaduto a Draco ma per motivi completamente diversi.

 

 

Ma non era questo che atterriva Harry... Era un QUADRO!!!!!!!!

 

 

“ Quel... Quel...” non riusciva a smettere di balbettare, indicando ininterrottamente l’ uomo raffigurato sulla tela, che intanto lo occhieggiava attonito.

 

 

“ Potter, possibile che tu non sappia nemmeno che cos’ è un quadro? Devo spiegartelo? Sai, sono delle tele che vengono dipinte con dei colori, tempera, acquerelli...”

 

 

“ Stupido. Non ho bisogno della sua spiegazione, PROFESSORE, lo sapevo già.” Lo freddò Harry mentre Draco s’ imbronciava. L’ urlo acuto di Serpeverde li distolse dal loro momentaneo odio.

 

 

“ POOOOOOOOOOOOOOOTTTTTTTTTTTTTTTTTTEEEEEEEEEEEEEEEEEEER?!?”

 

 

“ ZITTO!” gridarono all’ unisono il moro e il biondo, impauriti dalle conseguenze possibili...

 

 

Un suono di passi pesanti fece sobbalzare entrambi, mentre Salazar non smetteva di occhieggiare i due amici, come se non potesse credere ai suoi occhi.

 

 

“ Oh, Merlino! Nasconditi!” esclamò atterrito Draco, precipitandosi vicino ad un armadio e tirando Harry per la manica con occhi luccicanti di terrore.

 

 

Harry venne scagliato con una spinta fin troppo entusiasta all’ interno dell’ armadio in mogano e dopo aver fatto ciò, Draco si buttò sul letto, gettandosi febbrilmente la coperta addosso, e strizzando gli occhi, mentre la luce, chissà come, si spense da sola. Proprio in quell’ istante la porta si aprì, rivelando la figura pallida ed elegante di Lucius Malfoy. Harry spiò ciò che avveniva dall’ anta leggermente accostata, constatando che gli sembrava di essere nella favola di Pollicino, dove il gigante malvagio e assetato di sangue costringeva il protagonista a nascondersi. La somiglianza con la favola lo fece tremare.

Lucius continuava ad avvicinarsi al letto del bambino, come poteva notare dall’ ombra proiettata sul pavimento, unica cosa che il Prescelto riusciva a vedere. Socchiuse gli occhi per una paura improvvisa. E se quel uomo dall’aria così sospetta avesse fatto del male a Draco? Al suo amico Draco? Cosa avrebbe fatto lui, Harry? Una vocina interiore gli rispose, con uno scatto di coraggio indescrivibile, che avrebbe lottato con le unghie e con i denti per salvare il suo nuovo e, sinceramente, primo e unico amico che possedeva. Harry si preparò all’ attacco, pronto all’ assalto.

 

 

“ Draco?” lo scosse leggermente per le spalle Lucius, con una dolcezza e delicatezza che fecero tranquillizzare leggermente Harry. Se avesse avuto cattive intenzioni, l’ approccio sarebbe stato completamente diverso.

 

 

“Mmh?” Harry rimase sconcertato dalla voce assonnata del ragazzino: come diamine faceva?!! Fingeva davvero egregiamente, mentre lui, le uniche volte che ci aveva provato, aveva fallito a dir poco miseramente! Dal suo viso, dai suoi occhi verde smeraldo, si leggevano sempre le sue emozioni... E questo lato di sé lui lo odiava. Odiava essere un libro aperto.

 

 

“ Ho sentito dei rumori. E’ successo qualcosa?” chiese Lucius con voce carezzevole e alta poco più di un sussurro.

 

 

“ No” rispose brevemente Draco, mentre si rigirava nel letto, fintamente sonnolento. “ E’ solo Salazar che rompe come al solito.”

 

 

“ Ehi!” esclamò indignato Serpeverde, spalancando gli occhi, iracondo.

 

 

“ Salazar, per favore, stavo tentando di dormire, prima che la tua dolce voce mi svegliasse! Cerca di stare calmo... O, con la notevole età che hai, potresti avere un infarto!” esclamò sarcastico Lucius, mentre Harry, tappandosi la bocca per non ridere, osservava le spalle di Draco scosse dalle risate, nascondendo il viso al padre, mentre Serpeverde sbottava in un altro verso stridulo e indignato.

 

 

“ Bene, posso tornarmene a letto!...” sorrise Lucius, mentre Harry lo spronava nella sua mente ad andarsene. Vai, vai via...

 

 

I due si rivolsero la buona notte e, alzando la testa dal cuscino, Draco aspettò che scendesse il silenzio nel corridoio. Balzò con un ghigno fuori dalle coperte, mentre Harry spalancava le ante con lo stesso identico sorriso stampato in volto. Le luci si riaccesero e i due amici si abbracciarono allegramente, inebriati dallo scampato pericolo e imbaldanziti per essergli sfuggiti.

 

 

Ma loro non sapevano quanto fosse terribile il pericolo cui erano scampati... Non lo immaginavano nemmeno lontanamente... Con questo pensiero impresso nella mente, Salazar si alzò dal suo scranno, pronto a far visita al suo vecchio quadro.

 

 

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HOGWARTS.

 

 

 

“ Silente, cosa posso fare?!! Non posso sopportare che si faccia del male... Dove sarà?... Non oso immaginare ciò che sta subendo!...”

 

 

“ Severus, ti stai comportando peggio di un padre iperprotettivo! Sono certo che Harry stia bene!”

 

 

“ E chi te la darebbe questa sicurezza?!!”

 

 

“ Sospetto di sapere dove sia...” rispose Silente, con un ampio sorriso, mentre Severus era preda dell’ inquietudine più violenta.

 

 

“ Ma non ne hai la certezza!” esclamò irritato e seduto sull’ orlo della sedia, come intenzionato a lanciarsi su quel vecchio decrepito.

 

 

 Silente, sorridendo docile come suo solito, si alzò dal suo scranno, sotto lo sguardo inceneritore di Severus, che lo osservò mentre l’ anziano afferrava con le sue mani corrugate da interminabili e intricate rughe un insolito oggetto che rilasciava nuvolette di fumo ad intervalli regolari.

Piton, nonostante tutto incuriosito, si avvicinò un po’ di più all’ oggetto, studiandolo con interesse. Albus accennò appena un sorriso vedendo lo sguardo attento di Severus e anche lui si avvicinò all’ oggetto, studiando l’ improvviso mutare della sequenza con cui il fumo fuoriusciva dall’ oggetto. Il fumo prese improvvisamente forma, concentrandosi in un punto, prendendo la insolita forma di un serpente. Severus aggrottò le sopracciglia. E quello che voleva significare?

 

 

“ Certo, certo...” sussurrò soprappensiero il Preside, mentre Piton lo guardava scettico. Cosa ci trovava di così certo?!!

 

 

“ E... Si trova col nostro Harry, eh? Sarà interessante vedere come si svolgerà la situazione...”  il serpente venne raggiunto quasi immediatamente da una fenice, e lentamente si intrecciarono tra loro. Silente allontanò da sé l’ oggetto, riponendolo accuratamente dov’ era in precedenza e si risedette lentamente sul suo scranno, lo sguardo illuminato dalla sua solita luce ironica e allegra che spesso coloravano i suoi occhi. Severus, impaziente, sbottò:

 

 

“Allora?!” esclamò irritato, guardando con i suoi profondi occhi neri Silente.

 

 

“ Si trova a Casa Malfoy, in compagnia di Draco Malfoy.”

 

 

“ Cosa?!! Come c’ è finito, lì?”

 

 

“ Vedi, Harry non ha mai ricevuto l’ amore adeguato alle sue necessità, e tu sei stato l’ unico, fino ad ora, ad aver manifestato attaccamento nei suoi confronti. O un minimo di dolcezza. E lo hai anche sottratto ai Mangiamorte. Vedi, lui adesso si sente legato a te come non lo è mai stato con nessun altro. E il desiderio di riavere quel minimo d’ affetto e attenzioni che tu riuscivi a donargli con gesti quasi involontari lo ha spinto a Smaterializzarsi lì da te. Magia minorile, Severus. Involontaria e incontrollabile. E se parliamo di Harry può essere anche devastante per chi gli fa del male, constatando il notevole flusso di magia che scorre nelle sue vene...”

 

 

“ SILEEEEEEEEEEEEEEEEEENNNNNNNNNNTTTTTTTTTTTTTTTTTTTTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” un urlo squarciò il silenzio concentrato che era caduto nell’ Ufficio.

 

 

“ Salazar?” chiese debolmente Silente, balzato in piedi e una mano premuta sul petto, dove si poteva udire il suo cuore palpitante. Dall’ altra parte della scrivania, Severus era in piedi, la bacchetta sguainata e puntata contro Serpeverde, il petto che si alzava e abbassava deciso.

 

 

“ Sei... Impazzito?!!” esclamò scioccato il pozionista. “ Guarda... Che la mia minaccia non rimarrà tale se continui così! Passerò ai fatti, la prossima volta che tenterai di farmi morire precocemente...”

 

 

Salazar, spintonando con il proprietario di una tela, impallidì visibilmente all’ affermazione del professore.

“ Prometto... Di non farlo più!” lo interruppe Serpeverde, osservandolo intimorito. “ Ma... la situazione è... Gravissima!” riprese Salazar, non riuscendo a sostenere oltre lo sguardo imperscrutabile di Severus.

 

 

“ Cosa?...”

 

 

“ Potter! HARRY POTTER! STA IN COMPAGNIA DEL MIO PUPILLO! DEL MIO ORGOGLIO VIVENTE… DRACO!!!”

 

 

“ E non ti sei preoccupato minimamente di Harry, vero?!!” chiese furibondo Severus, mentre Silente lo guardava divertito.

 

 

“ Bene” interruppe la ramanzina che si accingeva a fare Piton. “ Abbiamo la conferma di ciò che sospettavo... Credo non ci sia tempo da perdere, a questo punto...”

 

 

“ Sono perfettamente d’ accordo Silente.” Disse alzandosi Sev, mormorò un “Accio!” e un mantello nero col cappuccio svolazzò deciso verso il pozionista.Albus osservò con rinnovato interesse ogni gesto del professore.

 

 

“ A cosa ti serve quella mantellina?” domandò curioso il Preside. Severus si voltò a guardarlo, un sopracciglio alzato scetticamente.

 

 

“ Lucius non mi crede, altrimenti gli sarebbe sembrato inutile l’ utilizzo del Voto Infrangibile. Crede che quell’ uomo in nero,( non ha torto, pensò) quello che ha aggredito Dolohov, sia io. Perciò dobbiamo convincerlo del contrario...”

 

 

“ A questo proposito ho qualche idea.” Rifletté Silente “ Ma sembri troppo agitato, perciò vai e recupera Harry. Ne parleremo dopo.”

 

 

Con un cenno del capo, Piton indossò il mantello e uscì dall’ ufficio.

 

 

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CASA MALFOY

 

 

 

 

“ Dra’... Perché tuo padre mi odia, se ho salvato i maghi da quel... COSO?”

 

 

Draco non seppe davvero cosa rispondere. I suoi occhi luccicarono, pieni di lacrime che riuscì rapidamente a nascondere.

Tante volte si era ritrovato, andando di nascosto a casa di bambini della sua età senza dirlo al padre, a guardare cartoni in cui il cosiddetto capo famiglia è buono e giusto, gentile e rispettoso. Erano cose che spesso si era ritrovato a cercare in Lucius, talvolta non trovandole. Lui, imperturbabile, gelido, distaccato. Una volta, Draco si era nascosto in un armadio, come precedentemente fatto da Harry, per non essere scoperto dalla madre ancora in piedi alle due di notte, attendendo il papà che ritornava da “lavoro”. E lo spettacolo che gli si era parato davanti era stato raccapricciante.

 

 

Sangue che colava copioso al suolo, il tessuto di seta nera del mantello impregnato di quella sostanza vischiosa e cremisi, questo era stato ciò che aveva visto. Era fuggito appena l’ uomo, leggermente zoppicante, si dirigeva nel bagno. E la cosa orribile, era che quel sangue non apparteneva a Lucius Malfoy e quella era una certezza che nessuno poteva togliergli.

 

 

Rabbrividendo al ricordo e tremante, Draco balbettò: “ Io... Non lo so.” Sussurrò, girando la testa da un lato, per non incrociare gli occhi verde smeraldo dell’ amico e per celare allo sguardo indagatore di Harry le lacrime. Il Golden Boy lo guardò sconcertato, poi sorrise, tornando ad osservare un soldatino appoggiato tra tutti quei giocattoli. Era tutto così bello ciò che possedeva l’ amico...

 

 

“ Saranno cose da grandi!” sorrise Harry, raggiante, incurante del tormento del giovane Malfoy, che serio e turbato, sussurrava:

 

 

“ Si...Cose da grandi.”

 

 

 

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Severus scassinò, con un complicato ed elaborato incantesimo, la porta, entrando nella penombra della casa. Delle risatine strozzate lo attirarono verso la lunga scalinata poco lontano da lui. Le voci provenivano da una delle porte dei piani superiori. Cautamente, Severus si ritrovò ben presto a camminare per un lungo corridoio disseminato di stanze chiuse a chiave o contenenti chissà cosa. Seguì le voci, tra cui distingueva benissimo quella ridente di Harry. Non lo aveva mai sentito ridere così... Era gioiosa, che infondeva nell’ animo del tormentato professore una serenità provata molto raramente.

 

 

Si fermò di fronte all’ uscio. Con che coraggio avrebbe privato Harry del suo amico?

 

 

Con deliberata calma aprì la porta. I volti terrorizzati dei bambini lo fecero raggelare, ma immediatamente si rilassarono. Harry si precipitò dall’ uomo nero, riconoscendolo nonostante il cappuccio coprisse interamente il suo viso. Gli cinse le gambe in una morsa stritolante e gli gettò uno sguardo adorante.

 

 

“ Severus! Come sono contento di rivederti!” gli occhi verde smeraldo di Harry brillavano di gioia e Severus non potè fare a meno di sciogliersi in un sorriso.

 

 

 

 

 

 

Nota Autrici: Ellythebest= Ringrazio i nostri amati lettori, sia coloro che recensiscono, sia coloro che ci hanno inserito tra i preferiti. Ringraziamo anche chi ci ha inserito nelle fanfic seguite e chi recensisce. Ovviamente BlueViper si unisce a me nel rivolgervi i ringraziamenti. Questo clamoroso ritardo è dovuto ad impegni di lavoro e, nel mio caso, agli esami che si avvicinano e i compiti in classe che ormai si presentano ripetutamente in questi mesi. Rispondo alla richiesta fatta da JDS=

 

Chi è il Mezzosangue di cui parliamo nel voto Infrangibile?

 

Cara, Mezzosangue sono tutti coloro che sono imparentati con Babbani di Nascita, Mezzosangue. Perciò Harry, che ha come madre una Babbana di Nascita, è Mezzosangue. Lo dice anche Bellatrix nel quinto libro!

 

 

PS= VI AVVISO IN ANTICIPO! NON STUPITAVI SE IL CAPITOLO FA SCHIFO! L’ HO SCRITTO PRINCIPALMENTE IO, PERCIO’...

 

Non vi stupite! Un bacione e recensite!

  
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