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Autore: SimbaCourage96    10/10/2016    1 recensioni
Kurt Hummel e Blaine Anderson sono novelli sposi e sono tornati a New York. Kurt frequenta la NYADA e Blaine andraà alla NYU.
Sono felici. Ma c'è una questione lasciata in sospeso e sarà Kitty Wilde a farla riemergere: Vorranno mai avere dei figli?
Uno li vuole al più presto e l'altro teme sia troppo presto
Pareri contrastanti li porteranno poi all'armonia di una decisione comune.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kitty Wilde, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Jessie/Rachel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nuovo capitolo! :D
Ringrazio la mia Beta, Babykit87l, perchè grazie alle sue correzioni sto migliorando sempre di più ^^
Spero vi piaccia questo capitolo ^^



Kurt odiava ammalarsi.

Fortunatamente, non succedeva spesso, ma quando si prendeva anche solo un semplice raffreddore, rimaneva bloccato a letto, non trovando la forza di muoversi.

Quando aveva cominciato ad uscire con Blaine, il ragazzo gli faceva sempre compagnia, guardavano ‘Moulin Rouge’, gli preparava da mangiare e poi rimaneva con lui finché non si addormentava, e quando Kurt si risvegliava e suo padre lo salutava, chiedendogli come stesse, ci rimaneva un po’ male nel non vedere il suo ragazzo.

Ma ora che vivevano insieme, potevano svegliarsi insieme tutti i giorni .

Era a lavoro e stava passando informazioni ai dipendenti da parte di Isabelle, quando sentì la testa girare. Chiuse gli occhi per un momento e li riaprì. Raccolse i fogli dalla scrivania ed entrò nell’ufficio del suo capo.

“Ehi, Kurt, hai dato a tutti i fogli con le istruzioni per il prossimo mese?” Chiese la donna sorridendo gentilmente.

Kurt annuì e le porse il nuovo blocco di fogli firmati ‘Vogue.com’ sulla scrivania. Fece per uscire, quando Isabelle lo fermò e lo fece voltare per guardarlo dritto negli occhi.

“Caro, stai bene?” gli chiese, preoccupata. Gli era sembrato più pallido del solito e i suoi occhi erano spenti.

“I-io credo sia solo uno stupido mal di testa” rispose lui, fece per andarsene, ma barcollò e la donna cercò di sostenerlo, afferrandogli le braccia. Lo fece sedere e gli posò le labbra sulla fronte.

“Kurt, scotti!” Esclamò, sconvolta. Kurt sembrava assente, la guardava confuso e non riusciva a spiccicare parola.

“N-no, st-sto bene…” cercò di dire, ma Isabelle lo fissò, porgendo la mano in avanti.

“Cellulare. Dai, chiamo tuo marito…”

Kurt le porse il cellulare con la poca forza che aveva e chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, era sul suo letto, sentiva le lenzuola appiccicaticce a causa del sudore e capì di avere solo i boxer addosso. Si voltò e vide Blaine che gli sorrideva, ma si vedeva che era preoccupato.

“Ehi… come ti senti?”

“Come se un trattore mi fosse passato sopra e poi mi avessero buttato in mare… e poi in un forno…” disse lentamente e piano.

“Ok… hai la febbre molto alta e ho dovuto portarti in spalla fino al taxi, e poi fino in camera… Santana ti ha preparato una minestra e…”

“Scommetto per farmi sentire in colpa per averla cacciata” disse e Blaine sorrise.

“O semplicemente, perché sei un suo caro amico e vuole che tu stia meglio” rispose, prendendogli una mano e stringendola.

“Scotti ancora… ti prendo dell’altro ghiaccio.”

Si alzò e andò a prendere una ciotola con del ghiaccio, mise un po’ di cubetti dentro un panno e glielo poggiò sopra la testa.
 
“Blaine… potresti metterti vicino a me?” Chiese Kurt, voltando piano la testa verso di lui.

“Ok, dammi solo un minuto” Si alzò dalla sedia e  si tolse i vestiti, rimanendo anche lui in boxer. Sollevò la coperta e si infilò, stringendo il ragazzo a sé.

“Sai che non finirà bene se siamo entrambi mezzi nudi, vero?” Chiese con una leggera malizia Kurt, anche se la frase  non uscì proprio come avrebbe voluto, perché era debole.

“Kurt, stai male, e io sono obbligato SOLO a coccolarti finché non ti rimetterai.” Disse, sottolineando la parola ‘solo’.

 “Ah si?” Chiese curioso e sorridendo leggermente.

“Sì, tuo padre, in segreto, mi ha fatto firmare un contratto in cui promettevo di starti sempre accanto, di sopportarti, di proteggerti e di coccolarti quando stavi male” confermò, accarezzandogli i capelli e baciandolo sulla fronte.

“E’ ora della pappa, piccolo Hummel!” Esclamò Santana, entrando nella camera con un vassoio in mano.

“Santana, non sono un bambino” disse, strizzando leggermente gli occhi, gli era tornato il mal di testa solo per il volume della voce dell’amica.

“Ok, Hummel, l’ho capito che vuoi farti coccolare dal tuo Blaine, infatti me ne andrò subito e dirò a tutti gli altri di non venirvi a trovare per nessun motivo” rispose lei, ammiccando e facendo arrossire gli altri due, anche se Kurt aveva la scusa di avere la febbre alta e quindi era normale che avesse le guance leggermente rosse.

“Nessuno fare niente, San, Kurt ha bisogno di riposare”  disse Blaine e Santana sbuffò, delusa dalla sua affermazione.

“Ok, ma ora devo veramente andare, Britt ha trovato un appartamento carino e oggi portiamo tutto lì” disse dando un paio di baci veloci ai due ragazzi.

Quando la ragazza se ne andò, Blaine aiutò Kurt a mettersi seduto, portando il vassoio, lasciato sul comodino, sulle coperte, sopra le loro gambe. Gli chiese se ce la facesse a mangiare da solo, ma Kurt scosse la testa e Blaine lo imboccò.

Dopo aver mangiato, Kurt si addormentò.

***

Si svegliò di soprassalto, guardò l’orologio accanto al letto, era pomeriggio inoltrato. Si alzò, anche se a fatica per la debolezza, e arrivò alla porta della stanza.

“Blaine!” Chiamò. Subito non sentì risposta, ma dopo averlo richiamato, il ragazzo si precipitò.

“Cosa fai, Kurt? Stai ancora male!” lo rimproverò Blaine, sorreggendolo.

“Devo andare, Isabelle avrà bisogno di me…” disse, appoggiandosi alle sue spalle.

“L’ho chiamata io, ha detto di stare a casa finché non ti sarai completamente ripreso”

“Ma…”

“Niente ma, vieni…” gli circondò la vita e lo portò fino al letto, facendolo distendere.

“Ora tu resterai qui finché non torno”

“Dove vai?”

“Solo a prendere qualche medicina e quell’olio alla menta che ti piace tanto, prima ho notato che respiravi un po’ male, avrai il naso chiuso” disse, prendendo la tracolla,

“Non ci metterò tanto” gli promise, prendendogli la mano.

Kurt annuì e sorrise. Non appena Blaine uscì di casa, si addormentò non riuscendo a tenere gli occhi aperti.

***

“Come stai, ragazzo?” Chiese Burt, tramite webcam. Non era portato per la tecnologia, così Carole l’aveva aiutato ad accendere la webcam e Skype. E ora era seduta accanto a lui, e sorrideva.

“Meglio… la febbre è scesa un po’… e ho il raffreddore” disse Kurt, stringendosi nella coperta che Blaine gli aveva appoggiato sulle spalle.

“Ottimo, e Blaine? Dov’è?” Chiese, spostandosi leggermente da destra verso sinistra sperando, forse, di scorgerlo e sia Kurt che Carole si scambiarono una risata silenziosa.

“Sono qui, Burt! Stavo giusto preparando il the alle rose” disse, avvicinandosi alla scrivania, dove era riposto il computer portatile e appoggiando le tazze, una per lui e una per Kurt, che gli sussurrò un grazie.

“Ragazzi, verrete per Natale, vero?” Chiese Carole, emozionata.

“Ma Carole, mancano ancora dei mesi a Natale” disse Kurt, pensando che in quel momento erano ancora a Maggio e…

“Manca poco al mio compleanno” disse, quasi sconvolto.

“Certo, come se potessi dimenticarmi che il mio bambino compirà 23 anni tra dieci giorni, mi ricordo che quando sei nato…” cominciò a raccontare Burt, quasi commosso, ma Kurt lo fermò.

“Papà, ti prego!”

“Ehi, eri il neonato più bello, sul serio. Tutti gli altri strillavano o corrucciavano le faccine, tu invece dormivi tranquillo” disse di nuovo e Kurt si portò una mano sulla fronte, sospirando. Blaine sorrise ai racconti del suocero e strinse le spalle di Kurt con dolcezza.

“Kurt, farai sentire in imbarazzo anche i tuoi figli un giorno!” Esclamò dopo il signor Hummel.

“Ti prego Blaine, uccidimi ora” lo supplicò Kurt, appoggiando la fronte sul suo braccio.

Blaine gli accarezzò i capelli lentamente e sentì il castano mugolare di piacere. “Bè, credo sia ora che andiamo a dormire, Kurt mi sembra abbastanza stanco” disse poi verso la web cam.

Burt e Carole annuirono e li salutarono. Il moro spense il computer e capì che Kurt si era addormentato sulla sua spalla. Era così tranquillo che decise di non svegliarlo, lo sollevò e lo fece sdraiare sul letto.

***

Blaine stava pulendo i tavoli del locale, quando notò un signore vestito elegantemente con giacca e cravatta e capelli laccati, con in mano una valigetta, che si avvicinava a lui con il sorriso stampato sulle labbra. Doveva essere sulla cinquantina, ma manteneva il fascino. Si fermò proprio davanti al tavolo che in quel momento stava sistemando. Alzò lo sguardo e lo squadrò.

“Stiamo chiudendo” disse, raccogliendo i bicchieri e mettendoli sul vassoio rotondo che teneva in mano.

“Lei è il signor Blaine Anderson?” Chiese il signore, appoggiando la valigetta sul bordo del tavolo.

“Chi mi cerca, se posso sapere?” Ribatté lui, curioso.

“Mi chiamo Vincent Johnson, sono un rappresentante della EMI, ne avrà sentito parlare…” spiegò e Blaine rimase sorpreso.

“C-Certo che si!” Esclamò.

“Bene, perché siamo interessati a lei, signor Anderson” Blaine lo guardò confuso. Erano interessati a lui? Com’era possibile? Non aveva mai fatto concerti in giro.

“Il caso vuole che l’altra sera, io sia passato da queste parti e l’abbia ascoltata mentre dedicava una canzone a suo marito. Ne ho parlato con i miei superiori e sono interessati per farle fare una prova, e chissà magari per firmare un contratto”

“Un contratto discografico?!” Blaine esclamò a voce alta, poi si guardò intorno e il suo capo gli lanciò un’occhiataccia, è vero che non c’era nessuno, ma non poteva mettersi a urlare.

“Sta parlando seriamente?” Chiese poi, voltandosi di nuovo verso il signor Johnson. “Ma… non siete anche interessati agli One Three Hill, sono fantastici e il fondatore del gruppo è proprio mio marito che è un bravissimo cantante…”

“Signor Anderson, sono più che serio. Il signor Hummel non è ciò che fa per noi, ma lei sì. E’ l’occasione della sua vita, non se la lasci sfuggire, mi raccomando” disse, porgendogli un biglietto rettangolare e  plastificato che portava il nome della EMI e con il nome dell’agente e il numero di telefono. Il signore gli fece gesto di richiamarlo e se ne andò.

Blaine rimase in mano con il biglietto da visita. Cosa avrebbe detto a Kurt?

Nel frattempo, Kurt era a lavoro: stava prendendo le chiamate con le notizie inedite che sarebbero andate su Vogue.com.

“Kurt, Isabelle vorrebbe parlarti” disse Gregory, uno degli assistenti del capo.

Kurt deglutì nervosamente e si alzò dalla scrivania, lasciando le cuffiette con il microfono sulla superficie.

Si diresse verso l’ufficio e vi entrò, chiudendosi la porta alle spalle.

“Signora Wright, voleva vedermi?” Chiese Kurt, prendendo un grosso respiro.

“Quante volte ti ho detto di chiamarmi Isabelle?” Scherzò la donna e gli fece segno di sedersi.

“Allora Kurt, so che avrei dovuto chiederti il permesso prima, ma ho pensato ‘poi mi ringrazierà’” fece una pausa, mentre Kurt la guardava con interesse e terrore allo stesso tempo. “Ho fatto vedere i tuoi lavori ai miei superiori e sono rimasti meravigliati, quando ho detto loro che eri anche molto giovane sono rimasti sorpresi” disse sorridendo.

Kurt rimase a bocca aperta per qualche secondo.

“Puoi anche ringraziarmi ora” disse la donna poi, ridendo.

“Ma non capisco…” sorrise Kurt, emozionato, non poteva credere a quello che gli disse poco dopo.

“Vogliono mettere alla prova le tue abilità di stilista e farti creare capi originali per Vogue, se poi vedono che funzionano, li inseriranno in alcune sfilate di altri stilisti che accolgono nuovi talenti”

Kurt si portò le mani alla bocca per la sorpresa, Isabelle si alzò e accolse il ragazzo in un abbraccio caloroso.

“Ti ringrazio Isabelle!”

“E di cosa, caro? Te lo meriti.”

***

“Blaine!”

Kurt entrò in casa emozionato e lasciò la tracolla sul divano.

Vide Blaine venirgli incontro, curioso di sapere perché fosse così felice.

“Ehi Kurt… cosa…” ma fu interrotto dal castano che lo baciò con foga e portando le mani sul suo viso, stringendolo.

Blaine non disse nulla e lo sollevò, tenendolo stretto a sé. Lo portò in camera e cominciò a svestirlo una volta adagiato sul letto.

“Kurt, questa situazione mi piace… ma cosa festeggiamo di preciso?” Chiese confuso Blaine, non poteva aver dimenticato qualche anniversario o mesiversario.

“Ora non posso fare l’amore con mio marito senza avere un motivo in particolare?” Blaine lo guardò per un attimo e Kurt annuì “Ok, i dirigenti di Vogue.com vogliono che crei dei capi originali e, se va tutto bene, potrebbero essere presentati ad alcune sfilate”

Blaine rimase senza parole e lo baciò dolcemente.

“Piccolo, hai visto? Ce la farai! Diventerai un famoso stilista e, in futuro, potrò dire, non solo, di averti tutto per me, ma potrò anche indossarti.” Sorrise malizioso.

Si baciarono di nuovo e Blaine prese il necessario dal mobiletto accanto al letto. Prese a baciarlo di nuovo, soffermandosi su punti del corpo che facevano impazzire Kurt, che cominciò a scompigliargli i capelli intrappolati dal gel.

“Ti amo.”

“Ti amo anch’io.”

Fecero l’amore e subito dopo, Blaine gli stampò un bacio sulla guancia e mettendosi al suo fianco.

“Anch’io ho una buona notizia” disse col fiatone. Prese la bottiglietta d’acqua che tenevano accanto al letto, mentre Kurt si metteva sul fianco per guardarlo negli occhi.

“Cioè?”

“Mi hanno chiesto di firmare un contratto discografico. Sai la sera del concerto al ‘The Tiger’?”

Kurt annuì e sorrise “Wow! Blaine è una bellissima notizia!” Riattaccò le labbra alle sue e Blaine sorrise.

“Pensavo ti saresti arrabbiato…”

“Bè, se non avessi avuto questa opportunità, ci sarei rimasto male… ma non volevi insegnare?”

“Si, ma se prima provassi la carriera di cantante?”

“Certo sarebbe un’ esperienza… una volta mi dicesti che avresti voluto girare il mondo con la tua musica.”

Blaine sorrise e lo baciò. “Scriverò solo canzoni su di te.”

“Che onore!” Esclamò ridendo.

“Sei la mia musa, Kurt!”

Kurt alzò il sopracciglio e Blaine aggiunse “al maschile, ovviamente.”

“Allora… sei pronto per il secondo round?”

“E stavolta cosa festeggiamo?” Sussurrò di nuovo con malizia e baciandolo sul collo.

“Te, ovviamente!” Rispose Kurt, ribaltando le posizioni e baciandolo.



Note dell'Autrice:
Questo capitolo è dedicato maggiormente ai Klaine, ho messo giusto un pò di Burt e Carole, di Isabelle Wright e un pizzico di Santana che non fa mai male ;).
Inizialmente ero un pò incerta, proprio perchè succede poco e tanto. Poco perchè ho scritto un pò di vita quotidiana con un Kurt malato e Blaine che se ne prendeva cura, e poi tanto perchè all'improvviso faccio cominciare le carriere dei loro sogni, ma spero piaccia comunque la storia. Prossimamente rivedremo Rachel e chissà, forse anche la piccola Katie, un pò ignorata in questi ultimi capitoli xP
Al prossimo capitolo!
   
 
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