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Autore: RedFoxx    11/10/2016    4 recensioni
Il mondo di Naruto viene mescolato con elementi appartenenti a Blue exorcist, sullo sfondo di una moderna Tokyo. Naruto, mezzo demone e mezzo umano, dovrà prendere una decisione e Sasuke lo aiuterà. Forse.
Grazie a chiunque si fermerà a leggere questa ff, in caso contrario sciagura a voi! (cit.)
Pairing: NaruSasu.
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Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Buondì a tutti 🙂 Come avrete notato, sto cercando di mantenermi costante con gli aggiornamenti! Prima di lasciarvi al capitolo, volevo ringrazia tutti coloro che hanno inserito la storia nelle seguite/preferite/ricordate e soprattutto tutti quelli che hanno speso un po' del loro tempo per lasciare una recensione! Sapete che mi fa super piacere leggerle e rispondervi 👍🏽 Buona lettura 💕

RedFoxx


 

L'Accademia




Erano in macchina, diretti verso l’Accademia. Sasuke guidava e Naruto era seduto di fianco, la katana in grembo.

Si stavano dirigendo verso la periferia di Tokyo. Lungo la strada non vi era stata molto conversazione. Entrambi erano in silenzio a rimuginare sui loro pensieri. Il moro si era voltato spesso per vedere l’altro. Lo notò sempre con lo sguardo assorto, mortalmente serio in viso. Seguiva i ricami sul fodero con l’indice, ignaro degli sguardi che gli lanciava l’esorcista.

«Senti Naruto, toglimi una curiosità.»

Il biondo si fermò ed alzò lo sguardo, fissandolo in silenzio, attendendo il resto della frase.

«Perchè mai sei venuto a casa mia?»

Le labbra di Naruto si piegarono in un mezzo sorriso.

«Per sfotterti, chiaro! Ma a pensarci bene era meglio se me ne stavo per i fatti miei. Non pensavo sarebbe andata così»

«Tsk, dobe!»

«Dobe a chi?! Teme!»

Il ragazzo gonfiò le guance e mise su un broncio degno del peggior bambino.

Sasuke scoppiò a ridere e rimase con lo sguardo fisso sulla strada.

«Comunque tra un po’ siamo arrivati.»

Il resto del viaggio fu immerso nel silenzio.

 

 

 

 

20 minuti dopo, Accademia

 

 

 

Sasuke parcheggiò nel posteggio riservato agli insegnanti. Prese dal portabagaglio una borsa e una valigia e si incamminò, seguito a ruota da Naruto.

«é molto distante il dormitorio dalla scuola?»

«Non molto, tranquillo.»

Camminarono lungo il selciato, finché non giunsero di fronte all’entrata dell’Accademia. Una scalinata in pietra portava ad un immenso portone di legno massiccio, in quel momento aperto. Gruppetti di studenti erano seduti sui scalini o sul prato di fronte alla scalinata. Le porte erano varcate continuamente da insegnanti e ragazzi, indaffarati nelle loro faccende quotidiane.

Naruto osservava tutto con fare curioso, poi si rivolse al moro.

«Senti Sasuke, ma tutte queste persone sono esorcisti?»

«Oh no, sono studenti normali. Questa è una copertura, solo poche persone studiano per diventare esorcisti. In realtà questo è classificato come uno dei migliori istituti superiori prdivati del paese. Molte famiglie facoltose mandano i loro figli a studiare qua.»

«Capisco.»

«Tu, come tutti gli altri futuri esorcisti, seguirai le lezioni normali e anche quelle del corso speciale..»

«Che cosa?! Doppia scuola?»

Naruto era sconvolto! Già seguire le lezioni sarebbe stato noioso, seguirne il doppio sarebbe stata la morte.

«Be ovviamente! Essere un esorcista non è una scusa per essere una capra. Dato che hai 18 anni, come me, frequenterai l’ultimo anno.»

Il biondo sbuffò. Si sistemò meglio la tracolla sulla spalla.

«Forza, seguimi.»

I due ripresero a camminare. L’Accademia era posta al centro di un piccolo paesino, appena fuori dalla grande metropoli e aveva ogni genere di negozio. Gli studenti potevano alloggiare nei dormitori o in appartamenti, ma vi vivevano anche coloro che lavoravano nell’istituto e famiglie normali. L’accademia vera e propria era come un campus, con prati, dormitori, biblioteche, bar e la mensa.

Proseguirono, finché non incontrarono più nessuno lungo le stradine. Ora si trovavano ai margini del campus.

«Eccolo qua.»

Sasuke si fermò di fronte all’entrata di un edificio in evidente stato di abbandono. A molte finestre vi erano assi di legno e le erbacce crescevano rigogliose tutt’intorno.

Naruto arricciò il naso, titubante.

«E noi dovremmo dormire in questa catapecchia?»

«Dai muoviti, lamentone.»

Sasuke estrasse un mazzo di chiavi e aprì la porta principale. Dentro rivelò un piccolo atrio da cui partivano corridoi e scale.

«Noi saremo al secondo piano, dove ci sono le docce e la mensa adibita al dormitorio.»

Entrarono e l’ambiente si presentò meglio di quanto si aspettassero. L’aria sapevo di fresco e di pulito. Salirono al secondo piano.

Sasuke estrasse un foglio dalla tasca e lesse:

«Allora, Ovviamente dovendoti sorvegliare, saremo nella stessa stanza. La 14-b.»

«Be allora» Naruto lo precedette lungo il corridoio, cercando al stanza «Piacere di conoscerti, compagno di stanza.»

La coda guizzava a destra e a sinistra, seguendo il ridacchiare di Naruto.

Trovata la porta giusta, l’aprirono. La stanza era molto grande: vi erano due letti appoggiati nelle pareti opposte, due armadi e due scrivanie poste sotto le finestre.

Il biondo esaminò la stanza e corse alla finestra.

Fuori si vedeva il cielo scuro punteggiato da stelle. L’Accademia splendeva di mille lucine proveniente dalle varie stanze. Si poteva scorgere la vitalità di Tokyo anche da lì, all’orizzonte.

Si sistemarono sui due letti e Naruto osservò Sasuke mettere via i propri averi e ciò fece sorgere una domanda spontanea.

«Senti ma, io dovrò vestirmi con queste cose per tutta la mia vita?»

«Tranquillo baka, domani ti saranno portate un po’ di divise, almeno da avere un cambio. Poi prossimamente andremo a comprarti un po’ di vestiti.»

Sasuke prese una maglia e un paio di pantaloncini comodi e li lanciò al biondo.

«Intanto usa questi come pigiama.»

Il moro prese un asciugamo e il suo pigiama.

«Ora vado a lavarmi. Le docce sono in fondo al corridoio, sulla destra. I lavandini sono sul pianerottolo tra le scale, perché erano stati progettati per essere in comune.»

Detto ciò, prese sotto braccio i vestiti e uscì dalla stanza.

Naruto prese in mano la maglietta e strofinò la stoffa tra le dita. Era morbida e consumata, come se fosse stata lavata molte e molte volte. La mise da parte, con le braghette e si tolse la felpa. Si passò la mano sull’addome. Scorse la spada appoggiata sul cuscino, dove l’aveva lasciata.

In quell’arma vi è la fonte della mia vita. Se dovessero rubarmela e romperla, morirei.

Questo pensiero gli fece venire i brividi. La consapevolezza che la sua vita fosse confinata in un oggetto, lo fece sentire in trappola. Perso. Strinse il fodero fino a sbiancarsi le nocche, maledicendo l’artefice di quella situazione.

 

 

 

 

 

Il mattino dopo.

 

 

 

«Forza svegliati, baaaka!»

Si svegliò di soprassalto, un cuscino volatogli in faccia, lo stridio della sveglia e la voce del ragazzo.

«Teme, sono sveglio!»

Si mise a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi non ancora abituati alla luce del giorno.

«Muoviti! É tre ore che ti chiamo. Vestiti, ti sono state portate tre divise e una volta vestito, raggiungimi in cucina per la colazione.»

Al solo menzionare del pasto, lo stomaco borbottò rumorosamente. Aveva già l’acquolina in bocca, tanto era affamato.

«Subito!»

Si fiondò fuori dal letto e aprì il suo armadio. Vide le divise e ne prese una. Era composta da pantaloni lunghi blu scuro, lo stesso della giacca, e una camicia bianca, completa di cravatta. Si vestì e poi si pose davanti lo specchio per fare il nodo alla cravatta. Incalzato dal rumore del suo intestino, lo sistemò alla bell’e meglio e si fiondò in direzione della cucina.

Era una piccola mensa, dove avrebbero dovuto mangiarci tutti coloro che dormivano in quel dormitorio. La stanza era piena di tavole e panche disposte ordinatamente e vide Sasuke seduto in quella più vicina al banco della cucina.

Gli si sedette di fronte e a vedere la colazione, gli si illuminarono gli occhi.

Vi erano una ciotola di riso e una di zuppa di miso, un delsalmone affumicato, sottaceti e tofu. Il tutto accompagnato da una tazza di tè verde fumante.

«Itadakimasu.»

Finita la colazione, portarono i piatti al bancone vuoto e uscirono dalla mensa.

Tornarono nella loro camera, dove Sasuke prese una valigetta. Naruto prese la spada.

«Insieme alle divise dovrebbero averti portato una custodia. Prova a vedere meglio nell’armadio.»

Naruto riaprì il mobile e notò con piacere una pratica custodia a tracolla rossa scuro. Vi infilò la katana, chiuse il tutto e se la mise in spalla.

«Questa mattina seguirai le lezioni normali.»

Gli porse una chiave dorata.

«Dopo il pranzo, dovrai raggiungere il corso speciale per esorcisti. Ti basterà infilare questa chiave nella toppa di qualsiasi porta, girare e aprirla per accedere alla sezione giusta.»

Naruto annuì e s’infilò la chiave nella tasca.

Gli porse uno zaino, blu notte con disegnato in grande sul davanti lo stemma della scuola.

«Qua dentro c’è lo stretto indispensabile, ovvero un astuccio e dei quaderni. I libri ti verranno portati oggi pomeriggio.»

Il biondo lo infilò sulla spalla libera.

«Ottimo. Andiamo. »

Uscirono dal dormitorio. Ad accoglierli l’aria frizzantina della mattina, il cielo azzurro pallido, appena rischiarato dal sole.

Seguirono il sentiero, giungendo infine all’entrata della scuola.

«Il tuo orario è inserito nel diario. Non so in che classe ti abbiano inserito. Forse nella mia o in una delle altre 4. Ora devo andare, a dopo.»

Si voltò e se ne andò salutando con la mano, lasciandolo in balia di sé stesso.

Naruto prese l’orario dallo zaino, piangendo quasi vide che aveva 4 ore, di cui due di letteratura giapponese e due di matematica, prima della pausa pranzo.

Purtroppo non aveva la benchè minima idea di dove fosse la classe, la 5-C.

Entrò nell’atrio della scuola, orario in mano. Dalla stanza enorme partivano tre scalinate, dirette in arti diverse dell’edificio. Due corridoi laterali portavano a zone diverse del piano terra. Vi erano studenti ovunque a gruppetti o da soli, che chiacchieravano o che si avviavano nelle aule. Vide la segreteria degli studenti, ma avvicinandosi si accorse che era chiusa. Sconsolato, si sistemò la tracolla della katana sulla spalla che stava cadendo.

Vide una ragazza, con i capelli rosa, camminare vicino a lui diretta verso le scale a destra. La fermò, avvicinandosele.

«Scusa.»

La ragazza si fermò, i libri in braccio.

«Ci conosciamo?»

Naruto si grattò impacciato la nuca.

«No, sono nuovo e non so dove sia la mia aula. La 5-C, sapresti indicarmi dove si trova?»

«Oh, benvenuto! La 5-C è di fianco alla mia aula, la 5-D. Seguimi, ti mostro dove si trova.»

«Grazie, sei molto gentile.»

Si mise al fianco della ragazza, seguendola. Imboccarono la scalinata destra, fino a giungere in un grande corridoio, puntellato di porte.

«Quindi sei nuovo. Dove andavi a scuola prima? In una privata, come questa?»

«Oh si, andavo… a Kyoto!»

«Ah capisco! Come si chiamava? Una mia amica frequenta una scuola privata a Kyoto, magari la conosci.»

Naruto, in difficoltà, non sapeva come rispondere.

«Ah no, non credo, ce ne sono così tante di scuole a Kyoto.»

Fece una risatina nervosa grattandosi la nuca, sperando che l’interrogatorio finisse lì.

Dopo aver svoltato prensero altre scale e dopo aver attraversato un paio di corridoi, giunsero nelle aule. Ovviamente lungo il percorso le domande della ragazza non si erano placate. La questione si fece spinosa quando gli chiese cosa avesse nella custodia a tracolla. Si inventò che partecipava ai corsi di kendo e che non voleva separarsi mai dalla sua shinai.

Davanti alle porte si presentarono.

«Grazie mille per l’aiuto. Mi chiamo Naruto Uzumaki. Tu sei…?»

«Sono Sakura Haruno, piacere di conoscerti. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiedimi pure. Buona lezione.»

La ragazza entrò nella sua aula, sorridendogli.

Che ragazza gentile.

L’aula era molto grande, con enormi finestre che inondavano di luce la stanza. Dei tavoli singoli erano a disposizione di ogni studente. Si vedeva che quella scuola era per ragazzi provenienti da famiglie benestanti. Tutto rispettava dei standard molto alti.

Dopo aver dovuto presentarsi davanti a tutta la classe (che imbarazzo!) seguì le quattro ore di lezione.

All’ora di pranzo si trascinò stanco e affamato fuori dalla classe. Si rese conto di non avere però dei soldi per comprarsi da mangiare. Nel corridoio affollato di studenti, vide la ragazza di quella mattina, Sakura, che parlava con un’altra.

Si avvicinò alle ragazze.

«Ciao Sakura.»

La rosa si voltò, sorridendogli appena lo riconobbe.

«Ciao Naruto! Ino, lui è Naruto. È nuovo e si è appena trasferito da Kyoto.»

«Piacere di conoscerti, sono Ino Yamanaka.»

«Piacere mio. Sapete dove posso trovare Sasuke?»

Le due ragazze si guardarono, sgranando gli occhi.

«Sasuke? Quel Sasuke? Sasuke Uchiha?»

Naruto si sentì inspiegabilmente a disagio.

«Si, sapete dove posso trovarlo?»

Ino lo prese per un braccio.

«Lo conosci? Allora è davvero famoso come pensavamo, se ha ammiratori perfino a Kyoto.»

Il biodo liberò il braccio. La cosa si stava tirando per le lunghe e il suo stomaco richiedeva attenzioni.

«Non sono un ammiratore, è mio amico. Sapete dirmi dove si trova o no?»

«Ma certo!»

Lo presero ognuna per un braccio e lo trascinarono lungo i corridoi, fino a giungere ai tavolini posti sul prato fuori dal bar. Videro Sasuke seduto ad uno di questi, intento a leggere un libro. Si diressero verso il ragazzo come un treno, trascinando il biondo.

«Sasuuuuke-kun!»

Il moro si girò riconoscendo dalla voce chi fosse a scocciarlo. Sorpreso fu invece di vedere Naruto tra le grinfie di quelle due.

«Ti abbiamo portato il tuo amico. Ti cercava.»

Sasuke sospirò appena, convinto che non avrebbe potuto continuare la sua lettura in santa pace. Chiuse il libro con uno scatto e si alzò, prese il biondo per un braccio e trascinandoselo via, disse alle due ragazze:

«Grazie ragazze.» Dileguandosi prima che avessero il tempo di parlare o di rincorrerlo.

«Hei teme, lasciami! So camminare benissimo da solo!»

Quando si furono allontanati, si fermarono in uno dei tanti prati che circondavano il campus.

«Che scocciatrici! E tu con loro! Cosa ti serve?»

Lo stomaco di Naruto in quel momento borbottò e il biondo si indicò la pancia guardando Sasuke in modo eloquente, come se non ci fosse bisogno di rispondere.

«Giusto! I soldi per il pranzo.»

Prese un a banconota dal portafoglio e gliela porse.

«Tieni. Ricordati che tra mezzora hai il corso speciale.»

«Se se...»

Naruto era troppo impegnato ad immaginare ciò che avrebbe potuto mangiare con quei soldi.

Corse alla mensa, ma solo dopo capì quanto per ricchi fosse quella scuola. Con i soldi che gli aveva dato Sasuke, fuori da quell’accademia avrebbe pranzato due volte. Lì, potè permettersi un misero toast, con formaggio e prosciutto.

Non pienamente soddisfatto, buttò il tovagliolo nel cestino e cercò un luogo appartato dove ci fosse una porta, in modo tale da raggiungere il corso.

Dovrò ricordami di chiedere come procurarmi dei soldi, altrimenti qua morirò di fame.

Giunse in un corridoio deserto e dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, infilò la chiave dorata nella serratura e girò, sentendo lo scatto. L’aprì e rimase sorpreso. L’ambiente era totalmente diverso. Non era luminoso come il resto della scuola. Non vi erano finestre e il corridoio era illuminato da lampade poste sulle pareti a intervalli regolari. Queste ultime era dipinte di un bordeaux scuro, colore ripreso nel pavimento a scacchi nero.

Si richiuse la porta alle spalle. Poco più in là nel corridoio vide una porta aperta, da cui sentiva provenire delle voci. Vi entrò e subito vide che vi erano una decina di persone, seduti sparsi nell’aula.

Si sedette in un banco vuoto in prima fila, sulla sinistra. Appoggiò la katana sulla sedia di fianco e i gomiti sul banco. Non fece in tempo ad analizzare meglio i presenti che Sasuke entrò nell’aula, la valigetta ben salda in mano.

L’appoggiò sulla cattedra e si presentò alla classe.

«Salve a tutti. Io sono Sasuke Uchiha. So che siamo coetanei e fuori di qui frequentiamo gli stessi corsi, ma quando siamo al corso speciale, dovrete chiamarmi professore. Sono esorcista di livello medio, 1° classe e sarò il vostro insegnate di Farmacologia Anti-Demone. Benvenuti al corso speciale per esorcisti.» 




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