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Autore: pink sweet    19/10/2016    9 recensioni
fic interattiva ~ iscrizioni chiuse
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Millenni fa gli uomini iniziarono a studiare gli esseri umani che li circondavano.
Stilarono un elenco di virtù e peccati.
Essi vennero chiamati peccati capitali e le virtù cardinali.
Quello che gli antichi non sapevano è che nel corso del tempo questi si incarnarono.
Anche oggi, a distanza di millenni, vivono in mezzo a noi.
E insieme possono essere mortali.
*****************
Dal testo:
Gli uomini sono sempre stati caratterizzati dal bene e dal male.
Spesso gli elementi si confondevano, il bianco diventava opaco e il nero un po’ più grigio.
Ma non per lui.
Lui sapeva bene dove avrebbe trovato il bianco.
Dove avrebbe trovato il nero.
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo settimo

14 ottobre, 05:58

Oz si alzò di soprassalto.
La testa gli pulsava in un maniera assurda e temeva sul serio che sarebbe esplosa da un momento all'altro.
Dannato alcool.
Alzò gli occhi al cielo stupendosi di non vedere il solito soffitto bianco bensì...il cielo?!
Un tenue giallo si sposava perfettamente con il celeste e il blu più scuro che circondava quel semicerchio luminoso.
Un'alba stupenda, non c'è che dire.
Ma cosa diamine ci faceva...nella foresta nera?!
All'alba e...nudo.

< Oh cazzo, oh cazzo, oh cazzo >

Oz spostò lo sguardo preoccupato sul suo corpo.
Va bene.
Cosa ci faceva lui nella foresta nera, all'alba, nudo e...completamente bagnato?!

< Ma che diamine! Spero sia solo acqua! >

E insieme a Vincent Nightray.
Anche lui nudo, ovviamente.
Maledetto alcool.
E maledetta festa
E maledetto Nightray.
Sopratutto maledetto Nightray.

< Accio vesti...oh no Merlino! >

E maledetta bacchetta che aveva lasciato nel dormitorio!
Però era l'alba, se avesse corso come un ossesso (e maledetto il mondo che lo faceva correre!) sarebbe arrivato sano e salvo al dormitorio evitando di farsi vedere nudo da mezza scuola.
L'occhio li cadde sul Nightray, non poteva lasciarlo lì.
Con non poca fatica cercò di caricarselo sulle spalle senza fare rumore, in modo da non svegliarlo.
Quando si fu assicurato che il biondo non fosse in una posizione precaria e che non rischiasse la vita, si avvicinò al lago nero dove vi buttò malamente il povero ragazzo.
La foresta fu presto riempita da un urlo ben poco virile del suddetto Nightray che inziò ad agitarsi come un ossesso.
Oz non si curò di tutto quel trambusto, bensì proseguì la sua ardua ricerca: voleva trovare una foglia che li coprisse ciò-che-non-deve-essere-visto.

< Merlino, cosa ci faccio in acqua?! > sbottò esasperato Vincent uscendo dal lago
< Muori > rispose tranquillo l'amico
< E cazzo sono nudo, e...oh lo sei anche tu! Cos'è successo sta notte Ozzy? >
< Non lo so e non voglio ricordarlo >
< È una foglia quella? >
< A te cosa sembra? >
< Una foglia >
< Allora perché fai queste domande inutili >
< Ah...lasciamo stare, certo che potevi svegliarmi più delicatamente invece che buttarmi in acqua >
< Inanzitutto non hai la certezza che sia stato io a buttarti nel Lago nero, secondo: speravo che affogassi >
< Ma quanto amore Ozzy caro! >

Oswin sbuffò lanciando un'occhiataccia a Vincent, che intanto si era trovato anche lui una foglia.
< Questa foglia è proprio grande, forse riuscirà a coprirmelo > canticchiò stranamente allegro il biondo
< Ma smettila >

Oz sospirò e iniziò ad incamminarsi, seguito a ruota dal Nightrey.

< Va bene, ora comincia la parte difficile, da qui non ci sono più alberi dietro cui nasconderci, quindi dobbiamo correre il più velocemente possibile...potremmo usare il tuo potere! >
< Oh giusto! > rispose Oswin

Oz schioccò le dita e il suo corpo si mosse ad una velocità impressionante.
Saper produrre energia cinetica poteva avere molti vantaggi.
Quando superò il cancello lanciò uno sguardo di sfida al Nightray, che da parte sua lo stava guardando molto incavolato.
Oz non si ricordava cosa avesse combinato il biondo, ma era certo che quella era la giusta punizione.
Stava ancora sghignazzando quando entrò nel dormitorio, sano e salvo a parte le battute di qualche quadro spiritoso, quando trovò Blaze e Luke (fortunatamente vestiti) abbracciati sul suo letto.

< Che diamine questa fottuta festa! >

Intanto Vincent entrò dalla finestra, con tanto di ali nere, e si stava lamentando del fatto che una stupida Corvonero del quarto anno stesse facendo chissà cosa sulla torre d'astronomia e lo avesse visto volare.
Nudo.
Blaterò anche qualcosa su una dolorosa vendetta, ma Oz non ci fece molto caso.
Voleva solo dormire.

~~~~~~~~

Due settimane prima, dormitorio femminile Tassorosso

< Susu Nathy svegliati! Non è questa l'ora di dormire! Abbiamo un compleanno da organizzare, e non un compleanno qualsiasi! Diciassette anni non sono mica una cosa da poco! Entro nell'età adulta, diventerò maggiorenne! Potrò fare magie fuori da Hogwarts! Ma ci pensi?! Quindi su...datti una mossa! >

Natasha si sbattè in faccia il cuscino cercando di ritornare tra le braccia di Morfeo. Stava facendo un bellissimo sogno: era in groppa ad un meraviglioso destriero bianco, che aveva chiamato Batuffolo perché era molto soffice, e dal cielo pioveva dolcetti e ne poteva mangiare quanti ne voleva senza ingrassare.
Ma ormai aveva capito che il sonno non sarebbe più tornato.
Erano in quel periodo dell'anno, e quel periodo dell'anno significava una sola cosa: una Jewel ancora più vivace.

< Al tuo primo anno hai detto “Natasha questo è un compleanno mica da poco! Il primo che festeggio a Hogwarts! > disse stancamente la ragazza.

Intanto Lilian era entrata segretamente nel dormitorio del settimo anno per dare manforte a Natasha, la quale senza di lei non sarebbe sicuramente sopravvissuta.

< E al secondo > si intromise Lilian < dissi “è un compleanno mica da poco, quest'anno lo festeggierà anche la mia piccola Lily con me! >

< Al terzo anno invece era “un compleanno mica da poco” perché era il terzo anno, l'anno in cui si sceglieva le materie facoltative. Una meta importante insomma! > disse Natasha sbuffando.

< Il quarto anno invece era “l'anno prima dei G.UF.O. quindi è un compleanno mica da poco, ho ancora poca libertà!” >

< Il quinto hanno fu quello dei G.U.F.O. >

< Il sesto era l'ultimo anno da minorenne >

< E infine questo è “un compleanno mica da poco” perché diventi maggiorenne >

< Forse qui però ha ragione > disse annoiata Lilian

< Ma certo che ho ragione! > esclamò imbronciata Jewel < e non capisco come faccio ad avere delle amiche così noiose! Ah povera me! Comunque come siamo messe con la ricerca “del luogo del super-mitico-ultra compleanno di JJ? > domandò vivace la ragazza

Natasha sbuffò appoggiando la testa sullo schienale del letto < beh i posti possono essere il Paiolo Magico, oppure qualche altro pub a Hogsmeade >

< Io avevo pensato che potevi chiedere a George Weasley se potesse affittarti una sala vicino ai Tiri Vispi come l'anno scorso >

< Oppure ci sarebbe la sala del Complemorte qui ad Hogwarts > proseguì Lilian < oppure...no è meglio lasciare stare, è un'idea folle... >

< OPPURE COSA DOLCE LILY?! > Lilian roteò gli occhi vedendo lo sguardo luminoso dell'amica che aveva prontamente afferrato le sue mani e avvicinato il suo volto al proprio, così da intimarle di parlare.

< No, lascia stare. Era un'idea che mi aveva dato quello stupido del Nightray, quindi è male >
< Sarà super epico! I suoi compleanni sono sempre super epici! >
< Ti sbagli > disse Natasha < i suoi compleanni sono sempre “oh tu guarda non sono morta, che strano!” >
< Si, ma EPICI! Andiamo Lilian, che ti ha proposto il sociopatico?! >
< Io so già che mi pentirò... >
< Lo so anch'io > sussurò Natasha
< Andiaaaamo Lilian! Sai che ti voglio tanto tanto bene! >
< Uff...allora lui aveva proposto la stamberga strillante >
< CHE COSA?! > urlò Natasha
< MA È FANTASTICO! > rispose di rimando Jewel
< Ha detto che ha scoperto un passaggio segreto con cui arrivarci senza troppi problemi, aveva pensato che fosse un ottimo posto per allenarsi in caso la stanza delle necessità fosse occupata, infatti ha detto che ha già inserito diversi incantesimi protettivi, ma ci sarebbe comunque da sistemare un po' di cose...inoltre bisognerebbe portare gli invitati dentro senza che vedano il passaggio perché sai, è geloso delle sue scoperte, ma “essendo io una persona così magnanima e meravigliosa farò un'eccezione per puffetta dicendole questo segreto come regalo di compleanno” parole sue >
< Perché puffetta?! > chiese imbronciata Jewel
< Forse per il ciuffo blu o magari solo per il semplice fatto di darti un soprannome > disse Natasha alzando le spalle
< Ma solo alta 1.73! >
< E lo so, ma che ci posso fare io?! >

< Ragazze > le riprese Lilian < non trovate che ci stiamo allontanando dal discorso centrale? >
< Giusto! > esclamò Jewel schioccando le dita < allora è deciso, la faremo alla Stamberga Strillante! Lilian, Natasha, voi occupatevi degli invitati, io andrò a parlare con Vincent e vedrò di trasformare quella vecchia catapecchia nella sala più chic di sempre! >

< Ho una brutta sensazione riguardo questa festa... >
< Dai non fare così Lilian! Jewel è fatta così, ma alla fine ci divertiamo sempre, no? >
< Si...almeno spero >

~~~~~~~~

< Emh...Jewel, d-dove stiamo andando di preciso? >
< A cercare Vincent, Matty ho bisogno del tuo aiuto! >
< E per cosa? >
< Per la festa ovviamente! >

Matthew si grattò la testa un po' imbarazzato.
Era contento che Jewel fosse così allegra in vista del suo compleanno, però avrebbe potuto chiamare qualcun altro oltre lui! Già quando stava in compagnia di una ragazza diventava un idiota, figurarsi se poi ci si metteva il serpeverde che probabilmente avrebbe fatto di tutto per metterlo in imbarazzo.
Però almeno avrebbe potuto indagare un po' di più sul suo rapporto con Nathaniel e provare a farle cambiare idea.
In fondo con Natasha avevano stabilito che quei due fossero un'ottima coppia e la loro lontananza non solo stava facendo soffrire i due ragazzi, ma tutte le persone che li circondavano che dovevano subirsi i loro lamenti!
Il passato ormai era passato.
Il futuro invece iniziava oggi.
Quel giorno lui, Matthew Jax Sanx avrebbe dato inizio alla missione “far fidanzare la ragazzina iperattiva col bimbo che si fa le seghe mentali” così soprannominata da Natasha (ma per brevità avevano optato per un semplice “missione Jeweniel”)

< Eccolo lì, Mitchell aveva ragione nel dire che l'avremmo trovato sulla riva del lago nero! >

Le due virtù andarono, chi assolutamente convinta, chi un po' di meno, verso Vincent che era intento a disegnare sotto una grande quercia.

< Nightray > proruppe Jewel < accetto! Ma vedi di non chiamarmi più puffetta! >
Vincent alzò un sopracciglio senza tuttavia puntare lo sguardo sulla sua interlocutrice.
< Ma che sbadato! Puffetta era il soprannome della cara Natasha, provvederò a trovarne uno anche per te, tranquilla! Comunque credo mi sfugga qualcosa > disse ghignando < cos'è che accetti di preciso? >
< Uff...ma è logico! Il tuo “regalo” di compleanno ovviamente! >
< Oh...quello. Beh venite allora > il Nightray ripose il suo block notes nella tracolla nera e sorrise a Jewel e Matthew.
I tre camminarono per un po' finché non arrivarono al
< PLATANO PICCHIATORE?! Sei serio Nightray >
Vincent roteò gli occhi e, dopo aver immobilizzato l'albero entrò dentro.
Jewel e Matthew si guardarono un po' timorosi, ma dopo un “massi sarà divertente” da parte della ragazza decisero di entrare.
Quando arrivarono all'interno della stamberga strillante trovarono il Serpeverde seduto ben poco elegantemente su una vecchia poltrona.

< Eccoci qui >
< Ma è pieno di polvere questo posto! >
< Oh che sbadato, ho dimenticato di far venire la donna delle pulizie. Sai il posto conosciuto come “la casa più stregata dell'Inghilterra” viene pulito regolarmente! >
< M-ma quindi non ci sono i fantasmi? S-siamo sicuri? > chiese spaventato Matthew
< No, a quanto pare venne usata negli anni 70 da Remus Lupin nei giorni di Luna piena, quando si trasformava in un Lupo Mannaro. Fu Silente stesso a spargere la voce dei fantasmi per far frequentare tranquillamente le lezioni a Remus. >
< E questo come lo fai a sapere? >
< Semplice, me lo ha detto James Potter, sai gliela raccontato un certo tipo...Harry Potter, mai sentito? > chiese ironicamente Vincent.
< Potter si è diplomato due anni fa! > esclamò Jewel
< E io l'ho saputo due anni fa, infatti >
< E allora perché non l'hai mai usata? >
< L'ho usata, ma non per feste di compleanno, l'ho detto alla tua amica: volevo proporla come luogo per gli allenamenti >
< Tsk >
< Quindi ti va bene? >
< Dovremo cambiare praticamente tutto, però va bene. L'unica cosa hai detto che non vuoi mostrare il passaggio agli altri, come facciamo? >
< Tranquilla, di questo me ne occupo io >

Cadde uno strano silenzio tra di loro, uno di quelli imbarazzanti che ti senti in dovere di spezzare.
Vincent tornò a guardarsi l'anello d'argento che teneva al pollice, mentre Jewel osservava la stanza.
Fu Matthew, che trovava le sue scarpe davvero interessanti, a rompere quel silenzio assordante.

< M-ma non sarà pericoloso? La Stamberga Strillante non è nei confini di Hogwarts >
< Oh piccolo grifoncino, hai proprio ragione, quindi scopriamo se questo posto è pericoloso! >
< Aspetta Nightray > sbottò Jewel girandosi di scatto < non voglio mettere in pericolo i miei invitati, è una festa e quindi deve essere divertente >
< Lo so, lo so, tranquilla, ho messo un sacco di incantesimi di potrezione, non succederà nulla, senza contare che se uscissimo da dove siamo entrati ci ritroveremmo ad Hogwarts, nessuno dei tuoi amichetti normali si farà male >
Jewel puntò i suoi occhi azzurri in quelli di qualche tonalità più chiara di Vincent < se succederà qualcosa a qualcuno sarai tu a doverti assumere la responsabilità >
< D'accordo > disse Vincent ghignando < ora credo che dobbiate sistemare questa catapecchia come l'hai chiamata tu, il mio lavoro qui è finito. Grifoncino, Tornado, arrivederci! >
< TORNADO?! > esclamò Jewel
< Ti si addice perfettamente! >

Jewel sbuffò alzando gli occhi al cielo.
< Dai Matth, mettiamoci al lavoro! >
< Okay... >

~~~~~~~~

< È la volta buona che lo ammazzo >
< Anch'io devo comprare delle cose >
< Voglio dire: ci ha preso per i suoi fattorini?! >
< È fatto così, ma anch'io ho delle cose da comprare >
< Le sue fottute maschere se le va a prendere da solo al negozio Weasley! Vorrei capire come diamine ho fatto ad accettare! >
< Probabilmente la paura che entrasse nella modalità "ti stresso fino allo sfinimento" era maggiore della noia che provavi nell'andare ad Hogsmeade >
< No! L'ho accontentato solo perché ho bisogno di un nuovo vestito, il biondo può stressarmi quanto vuole, io non cederò mai ai suoi ricatti >
< Certo Eleanor, sei una ragazza forte >
< Ovviamente, ma se tu dovevi andare a comprare delle cose perché non ha mandato solo te? >
< "Non vorrei che succedesse ciò che è accaduto ai nostri amici qualche settimana fa, andare da solo ad Hogsmeade sarebbe quanto meno imprudente" > disse Blaze in un acuto falsetto che doveva imitare Vincent < e io non avrei mai lasciato andare una ragazza da sola, ne va del mio orgoglio e delle mie buone maniere demoiselle >
< Oh, quindi esistono ancora dei ragazzi educati >
< Mi sembra inappropriato giudicare l'intero genere maschile solo perché si è incontrato qualche elemento non dignitoso >
< Giudicare, io non giudico, dico solo che a questa età i maschi hanno una sola cosa in testa >
< Non posso contraddirti del tutto Eleanor, ma non siamo solo questo. Bisogna avere fede >
< Fede dici? La fede non mi ha portata molto lontana > disse con sguardo malinconico toccandosi il braccio destro
< Toh, eccoci qui alla strega orba, entriamo nel passaggio segreto e facciamola finita in fretta, ho un vestito da cercare > si riprese in fretta la ragazza
< Quindi hai deciso di andare alla festa della Tassorosso? >
< Perché no, finché posso divertirmi...poi Oz mi ha detto che Vincent gli ha detto che Jewel la farà in un posto speciale, sono un po' curiosa ad essere onesta >
< Si anch'io l'ho sentito, infatti le "maschere allucinogene" servono proprio a questo >
< Praticamente è come se drogasse i suoi invitati >
< È stata un'idea di Vincent >
< Già, cosa possiamo aspettarci da lui > sbuffò Eleanor

I due proseguirono in silenzio e arrivarono a Mielandia senza troppi problemi.
Dopo essere furtivamente usciti dal negozio di dolci si diressero a passo spedito verso i tiri vispi Weasley dove un sorridente George gli aspettava impaziente.
Nonostante fossero passati molti anni dell'apertura del negozio, e altrettanti da quando era stato chiuso, subito dopo la morte del gemello, George Weasley era sempre lì, con parecchi anni in più ma un viso ugualmente sorridente, forse un po' più maturo e invecchiato, ma sempre pronto a creare qualcosa che stupisse.

< Vincent Nightray è proprio un tipo particolare, vi avverto che è il primo cliente a cui vendo le Maschere Confondimente, ma dovrebbe andare tutto bene > asserì il Weasly
< Come funzionano? > chiese pratica Eleanor
< È semplice, basta indossarle e il luogo che abbiamo in torno ci apparirà completamente diverso, ovviamente la forma che prenderà varia da soggetto a soggetto, se poi si vuole trasformale in normalissime maschere basta pronunciare “Il trucchetto è stato un bello scherzetto!” >
< Il trucchetto è stato uno bello scherzetto? > chiese scettica Eleanor
< Emh...si, sto lavorando sulla frase, una rima con “maschera”? >
< Credo sia “mi spiace ma ora dobbiamo andare, grazie di tutto signor Weasley > rispose prontamente Blaze, prendendo velocemente le scatole e uscendo dal negozio seguito a ruota da Eleanor.
I due, con tanto di scatoloni giganti si diressero verso un negozio di vestiti, perché Eleanor aveva assolutamente bisogno di un vestito nuovo e anche Blaze doveva comprare una camicia nera.
Circa due ore dopo e cento vestiti provati i due riuscirono ad uscire (nonostante Blaze fosse distrutto a causa dello shopping sfegatato della Corvonero che aveva avuto l'effetto di farlo convincere che un fidanzato maschio era l'ideale) e si diressero verso Hogwarts, attenti a non farsi vedere da nessuno.
Nel tragitto verso la scuola Blaze si offrì di portare la scatola piena di maschere da Eleanor, da vero gentiluomo, e la ragazza fu ben felice di cederla al ragazzo.
Quando finalmente riuscirono ad entrare nella scuola i due si salutarono e Blaze portò stancamente le maschere a Vincent, ricordandosi che il biondo aveva un grosso debito nei suoi confronti.

~~~~~~~~

Le giornate successive trascorsero lente per Lilian e Natasha. Quest'ultima, grazie al suo senso dello stile, aveva aiutato ad riorganizzare la Stamberga Strillante (perché se fosse stato per Jewel sarebbe stata un'esplosione di colori). Lilian invece si era occupata di invitare più o meno tutta la scuola (ma dal V anno in su) e aveva anche discusso con Vincent perché “far avere delle allucinazioni agli invitati grazie a quelle stupidissime maschere, per non far vedere come si arriva alla Stamberga Strillante” non era proprio il loro concetto di divertimento. Però per sua sfortuna, l'infantilismo di Jewel e la sua immaturità aveva dato ragione a Vincent, e lei era potuta solo arrivare al compromesso che tutti i peccati e le virtù avrebbero indossato le maschere solo a condizione che il loro potere allucinogeno non sarebbe stato attivato.
Jewel era proprio emozionata per il compleanno, tant'è che era andata di persona a convincere Luke e Thomas a venire alla festa, poiché i due non sembravano molto convinti dall'idea di partecipare a una festa clandestina, il primo perché era fermato dal suo senso di giustizia che gli diceva che era una cosa sbagliata che avrebbe portato solo guai, il secondo perché non aveva voglia di spendere soldi per il regalo.
E a questo punto nella testa di Lilian scattò una lampadina.
Un qualcosa di dannatamente importante che avevano tralasciato.
Il regalo.
E mancava più o meno una settimana al compleanno.
Fare un regalo ad una persona così piena di sorprese ed esuberante come Jewel non era facile, le cose “tipo” erano da scartare, anche perché lei e Natasha ci tenevamo davvero a fare un bel regalo all'amica, in fondo diventava maggiorenne.
Ci vollero cinque giorni per scegliere il regalo.
Il sesto giorno lei e Tasha andarono ad Hogsmeade a prendere il regalo.
Il settimo giorno, che era un sabato, erano in piena crisi pre-festa.
Solite cose da ragazze: scarpe perse, trucco ancora non fatto, i capelli.
Merlino i capelli!

< QUALCUNO HA VISTO LA MIA BACCHETTA? I CAPELLI NON DIVENTERANNO BLU DA SOLI! >

Natasha sospirò < l'ho vista sul plico di abiti >
< Ah sì, eccola qua! Grazie mille Nathy! >
< Nulla >
< Dici che sto bene con questo vestito? >
< Dico che siamo delle idiote patentate ad aver comprato tutte e tre dei vestiti piuttosto simili tra loro quest'estate, ma si...stai davvero benissimo >
< Oh grazie! Vedrai questa sera sarà indimenticabile >
< Ne sono certa > rispose seriamente contenta la piccola Tassorosso

~~~~~~~~

< Sono contento che alla fine sia voluto venire > disse Matthew aggiustandosi la cravatta grigia
< Non ho niente di meglio da fare > grugnì in risposta Nathaniel allacciandosi gli ultimi bottoni della camicia nera.
Matthew alzò gli occhi al cielo sospirando leggermente.
< Le hai fatto un regalo? >
< Si...beh, qualcosina le ho preso >
< Bene >
< Già >
< Senti...per quanto tempo ancora vorrai tenergli il muso? È circa due settimane che non vi parlate >
< Non le sto tenendo il muso >
< Nathaniel... >
< Tsk, te l'ho detto Matt, è che non può funzionare, quindi mi sono preso una “pausa” è che non son... >
< Sono adatto a lei e la farei soffrire, si si questo l'ho capito, lo stai ripetendo praticamente tutti i giorni. Ma quello che mi chiedo realmente hai paura di far soffrire lei o te stesso? > chiese Matth alzando lievemente il sopracciglio.
Nathaniel fece cadere un po' troppo gel nella mano a causa della forza con cui aveva stetto il flacone, ma non sembrò farci caso.
< Lo sai come la penso >
< Si...lo so > sbuffò Matth, non notando lo sguardo cupo dell'amico che improvvisamente aveva trovato le sue nere e lucide scarpe decisamente interessanti.

Inizio flashback

Demoni.
Tutti abbiamo i nostri demoni.
Alcuni si nascondono nell'armadio.
Altri ci fanno visita quando chiudiamo gli occhi.
Altri ci perseguitano dovunque.
Non importa da quante persone sei circondato.
Da quanti amici hai.
Ti aiuteranno, forse.
Ma alla fine siete solo voi due.
Tu e il demone.
Faccia a faccia.
Spesso però non sappiamo nemmeno qual'è il volto del nostro demone.
Questo ci spaventa, ci fa sentire più deboli.
Siamo più deboli.
Ma prima o poi li dobbiamo affrontare i nostri demoni.
Possiamo solo vincere o perdere.
Possiamo solo sperare che dopo la nostra lotta, comunque essa vada, rincontreremo dei volti famigliari.
Facce amiche.
Qualcuno che ci sorrida e che ci dica che va tutto bene.
Anche quando tutto va per il verso storto.

***

Nathaniel si alzò di soprassalto chiudendosi in bagno.
La maglia nera che usava come pigiama era mandita di sudore ed era attaccata al suo petto come se fosse una seconda pelle.
Si prese la testa tra le mani.

< Va' via, vai via, vai via, vai via >

Continuava a sussurrarlo, mentre si dondolava su se stesso, in posizione fetale.

< Va' via, ti prego vai via >

Si alzò di scatto e aprì l'acqua del rubinetto.
Si passò l'acqua gelida sulla faccia, per far scomparire quella voce.
Guardò il suo riflesso nello specchio appeso sopra il lavandino.
Ognuno ha i suoi demoni.
Il suo era Adam.
Vide la sua immagine riflessa.
Un'immagine contorta.
Aveva gli occhi neri come la pece e un ghigno sghembo che rideva sornione.

< VA' VIA >

Urlò nel cuore della notte e tutto ciò che ottenne fu solo un'altra risata.
Più acuta, più folle.

< Li disprezziamo tutti Nath > iniziò Adam
< Sono tutte delle creature orribili, questo mondo corrotto non fa per noi Nathaniel >
< Vai via, vai via, vai via > continuava a ripetere il Grifondoro in una litania senza fine.
< Tutti così felici della loro lurida vita, tutti così spensierati. Tutti che raggiungono i loro obbiettivi così facilmente, mentre noi dobbiamo sacrificarci tanto. Una vera ingiustizia non trovi anche tu? >
< Non voglio ascoltarti, devi sparire dalla mia testa! SPARIRE! >
< E come faccio a sparire? Noi due siamo una cosa sola. Una stessa anima in due corpi, ricordi? O hai voluto dimenticare anche questo? >
< Io non ti ho mai dimenticato! >
< BUGIARDO! Bugiardo, mi hai dimenticato e lo farai di nuovo > gracchiò il demone < quando starai con quella frivola ragazzina, ti dimenticherai del tuo amato fratello...lei è come tutti gli altri, così spensierata, così pura, così luminosa! Sei tu quello sbagliato Nathaniel. Sei marcio, non puoi stare con lei, vi distruggerete a vicenda. Non ne uscirebbe nulla di buono. Male contro bene, un'eterna lotta che tu non puoi abbattere. Devi abbandonare questo sciocco pensiero infantile. L'ora dei giochi è finita. Siamo adulti. Non c'è più alcuna “magia dei gemelli” >

L'immagine dell'alter ego scomparve quando Nathaniel ruppe lo specchio.
La mano gli sanguinava e un vetro si era incastrato tra due dita.
Tutti hanno i propri demoni.
Il suo era Adam.
Il suo gemello defunto.
Lui però non voleva affrontarlo.
Perché in fondo Adam aveva ragione.
Vivevano in un mondo marcio quanto il suo cuore.
Quanto la sua anima.
Quanto la sua esistenza.
Non sarebbe mai stato luce.
Un peccato non può che essere buio.

Fine flashback

< andiamo, altrimenti faremo tardi > disse seccato Nathaniel superando Matthew con una spallata.
< Tsk...a quanto pare ci vorrà ancora un po'... >

~~~~~~~~~~

13 ottobre, 22:04 Stamberga Strillante

Monica si guardava intorno leggermente a disagio, la stamberga strillante era stata completamente cambiata, per lo meno all'interno, tanto da farla sembrare una lussuosa sala con ogni tipo di cibo e, sopratutto, alcolici.
Si strinse nella sua giacca nera e allisciò i pantaloni eleganti, si trovava a disagio con vestiti e scollature, quindi aveva optato per un inusuale completo stile “ufficio” ricevendo non poche occhiate torve.
Si guardava in giro cercando Thomas, o Luke, ma tutto quello che vedeva erano corpi sudati con maschere colorate.
Agli invitati “normali” era stata fatta indossare la famosa maschera che serviva a confondere la visione del mondo circostante, erano stati guidati fino alla stamberga senza che se ne rendessero conto e una volta dentro le maschere avevano perso il loro potere e avevano assunto il solo ruolo di comunissime maschere.
Lei l'aveva indossata, come tutti del resto, ma non aveva attivato il loro potere perché tanto quel luogo probabilmente sarebbe divenuto la loro “base segreta” a detta della festeggiata.
Monica la osservò bene, per l'occasione si era tinta i capelli totalmente di blu. Era deliziosa nel vestito corto nero, col pizzo, era davvero sensuale, a differenza di lei.

< Ehy Monica, ti ho trovato finalmente, vuoi? >

La ragazza bevve velocemente il cocktail che gli stava offrendo Thomas, cercando di non fare caso al bruciore alla gola.

< Cosa sta succedendo là in mezzo? > chiese piuttosto incuriosita Monica, indicando la massa di gente che si era riunita attorno a qualcuno.
< A quanto pare Nightray ha perso una scommessa contro Mitchell e ha dovuto indossare un costume da unicorno >
< Da unicorno? Seriamente! >
< Si purtroppo...è un spettacolo piuttosto raccapricciante >
< Più che raccapricciante direi spassoso > si aggiunse alla conversazione Eleanor, assolutamente bellissima nel suo abito attillato nero
< È raro che Vincent perda qualcosa, specie se una scommessa, quindi credo che gli rinfaccerò questo giorno per secoli > disse allegra Eleanor, bevendo un po' del suo Mojito
< Tsk, che idioti, è sola una perdita di denaro > borbottò piano Thomas.

Eleanor fece spallucce e si immerse nella “calca poco rassicurante”, come la definiva Monica.
La ragazza si alzò sulle punte, maledicendo l'alta statura delle persone circostanti, perché in fondo vedere Vincent Nightray vestito da unicorno non era cosa da poco.

< Qua fa caldo > urlò Thomas per sovrastare la musica < ti va se usciamo fuori? >

Monica annuì convinta seguendo il suo amico all'esterno della stamberga.
Sospirò finalmente lontana dal quel caos infernale.

Thomas allentò il nodo della cravatta nera mente appoggiava la sua maschera in stile veneziano bianca per terra e si appoggiava sulla staccionata di legno.

< Qua va decisamente meglio >
< Già... > rispose Monica.

I due caddero in uno strano silenzio, ma piuttosto usuale per loro.

< Fa decisamente caldo qua fuori >
< Già hai ragione... > rispose corrucciata Monica
< C'è qualcosa che non va... > la ragazza non fece in tempo a formulare la frase che si ritrovò spiaccicata contro la staccionata, bloccata da dei coltelli, e Thomas veniva circondato da delle grandi fiammate.

< Buona sera ragazzi, temo che questa festa abbia degli infiltrati spero non sia un problema > disse una voce in lontananza.

Monica assotigliò gli occhi vedendo un ragazzo vestito con uno smoking bianco.
Due occhi verdi la fissarono, mentre uno sorriso sadico compariva sul suo volto.

< Chi è questo qua?! > urlò infuriata Monica, che ormai aveva perso il controllo e aveva ceduto il posto alla sua controparte Rimbaud.
La ragazza si girò impaurita verso Thomas vedendo che stava prendendo fuoco.
Stava per andare ad aiutarlo quando il ragazzo le rispose.

< Oh, che disonore, però credo vada bene, in fondo la volta scorsa ho giocato col pulcino, forse riconoscerai il mio collega >

Monica spalancò gli occhi e si spostò un attimo prima che un coltello la colpisse in mezzo alla fronte.

< Theodore Dahl... > sussurrò la ragazza, guardando di traverso la figura che si era aggiunta e che a differenza dell'altro stava mantenendo un'espressione di totale indifferenza.

< Si Theodore e Alastair, ma che bella sorpresa! > sbottò l'altro.

All'improvviso Alastair venne sbalzato all'indietro.

< Ma cos... >
< Dovresti stare più attento a ciò che ti circonda, tipo del Sole Nero > sibilò freddo Thomas.

Alastair si alzò, ripulendosi quel poco di sangue che gli era uscito dal labbro.

< Non sei bruciato, interessante. Questo vuol dire che o sei immune al fuoco, oppure... >
< Oppure controllo il tempo > affermò Thomas.

Il Corvonero iniziò a correre verso il nemico, ma il suo corpo andava molto più velocemente perché aveva accelerato il tempo intorno al sè, il risultato fu che Alastair non riuscì a parare nemmeno il secondo colpo.

< Molto interessante... facciamo sul serio piccolo signore del tempo > Affermò ghignando Alastair mentre sfoderava la sua spada e si apprestava a controbattere.

< Non distrarti Monica Leeroy, voglio sconfiggerti in un duello leale > affermò intanto Theodore, che si trovava a circa un metro di distanza dalla ragazza.
< Oh...non sei un po' troppo sicuro di se? > sorrise Monica che arretrò con qualche salto.
< E va bene, divertiamoci! >
La ragazza corse verso l'altro e Theodore fece la stessa cosa.
Quando Monica aveva quasi raggiunto Theodore saltò verso l'alto piegando la gamba destra e provocando una torsione su se stessa.
Colpì il terreno con la gamba, provocando una grande scossa che fece alzare delle zolle di terra, ma il ragazzo era stato più veloce e aveva per un pelo schivato l'attacco.

~~~~~~~~~

Il bicchiere appoggiato sul tavolo tremò appena, ma nessuno a parte il serpeverde se ne accorse.

< Ragazze avete sentito qualcosa? C'è per caso un terremoto? > chiese piuttosto alticcio Vincent, che intanto si era tolto il costume da unicorno, ed era rimasto con una camicia nera i pantaloni dello stesso colore.

< Non c'è nessun terremoto > ridacchiavano frivole le ragazze che lo circondavano.
< Forse siete voi bellezze, producete un terremoto qui sotto > disse Vincent indicando divertito i pantaloni. Le ragazze risero sguaiatamente strusciandosi contro il serpeverde il quale però non le stava dando molta retta.
Era più che altro interessato ad una ragazza dal lungo vestito rosso, con uno spacco sul lato destro, che stranamente non riconosceva.
< Vinc sta sera ci divertiamo, vero? > fece gli occhi dolci una di quelle, ma Vincent si alzò facendole solo un breve cenno confuso.
Lentamente si avvicinò alla ragazza dal vestito rosso, nonostante le lamentele delle fanciulle che aveva lasciato indietro.

La ragazza era al bancone e si era fatta dare un cocktail dall'aspetto esotico, mentre guardava di sottecchi Vincent da sotto la maschera rossa.

< Ci conosciamo? > chiese Vincent
< Chissà, sono una tipo che non dà molto nell'occhio >
< Una Corvonero >
< Umh, potrebbe essere. Cosa te lo fa pensare? >
< Sensazioni >
< E ti fidi delle tue sensazioni? >
< Le mie sensazioni non hanno mai sbagliato >
< Molto poco prudente >
< O forse semplicemente molto ambizioso, ragazza che era una Corvonero >

L'interlocutrice smise un attimo di bere, per poi sorridere piano.

< Beccata >

Detto questo appoggiò l'indice e il medio sulla tempia di Vincent, che la guardava confuso.
All'improvviso il ragazzo sentì la voce della ragazza, e si stupì non poco nel constatare che non aveva mosso le labbra.
La ragazza chiuse le palpebre lentamente per poi alzarsi sulle punte e sussurrare il suo nome all'orecchio di Vincent: Johanna.
Se ne andò subito dopo, sparendo tra la calca di persone, come se nessuno si fosse accorto di lei.

Vincent restò qualche secondo impalato ripensando alle parole che la rossa gli aveva trasmesso mentalmente.

Non siete soli

Il biondo aggrottò le sopracciglia.
Se era una minaccia non si sarebbe fatto intimidire.
Anche loro potevano lottare.

~~~~~~~~~~

Jewel stava ringraziando l'ennesimo invitato per essere venuto alla festa quando dovette aggrapparsi al tavolo perché la casa era stata mossa da una forte scossa.
Durò giusto qualche secondo.
Gli invitati si guardarono tra loro spaventati, Jewel cercò lo sguardo delle sue amiche senza trovarlo.
Una seconda scossa, questa volta decisamente più forte della prima fece urlare tutti i festeggiati.
Fu il panico totale, tutti cercavano di scendere le scale il più velocemente possible per scappare via da quella casa tremante.
Bicchieri, sedie, quadri, stava cadendo tutto.
Jewel cercava di mantenere la calma e di farla mantenere alle poche persone rimaste dentro la Stamberga, ma non ci stava riuscendo molto bene.
Gli invitati erano talmente agitati che pensavano solo a scappare, quasi non rendendosi conto che il posto in cui fino a qualche minuto prima fosse la casa più infestata d'Inghilterra.
Le scosse continuavano e Jewel venne afferrata per il braccio, mentre il ragazzo le urlava di uscire di lì prima che fosse morta.
Si ritrovò fuori quasi senza accorgersene e si stupì non poco nel constatare che il suo salvatore fosse Luke.

< Tutto a posto? >
< Si, ma che succede? >
< Guarda! >

Luke le indicò il retro della casa dove Thomas e Monica stavano tenendo un violento scontro contro due componenti del Sole nero.

< Che diamine! Allora sono loro quattro che stanno provocando tutte queste scosse! Ma che ci fanno qui quei tipi?! > chiese agiata la festeggiata

< Non lo so, ma non credo sia per darti gli auguri >

Jewel digrignò i denti osservando Luke che sembrava star cercando di mantenere la calma.

< Dobbiamo trovare gli altri >

Luke annuì.

< Tranquilli, Mariska vi rende la ricerca più facile >

Jewel si girò di scatto vedendo la ragazza del Sole nero tenere in pugno Nathaniel mentre gli puntava una pistola alla testa.

< Rendete il lavoro di Mariska più semplice, date a Mariska il pyrinas e questo ragazzo non morirà >

Jewel strinse i pugni fissando negli occhi Nathaniel.
Merlino quanto lo odiava.
Le creava sempre un sacco di problemi!

< LASCIA. STARE. NAT > urlò per poi essere circondata da un alone blu.

~~~~~~~~~~

< Tu guarda chi si rivede, il bamboccio della volta scorsa! E tu non sei mica l'idiota che ha combattuto contro Edgar?! >
< Mi spiace tipa sclerata, ma io non sono il “l'idiota” bensì l'unico e inimitabile Vincent Nightray! >
< Sisi, molto interessante, ora saprò cosa scrivere sulla lapide, ma vedi è lui che mi interessa! Ha avuto la faccia tosta di non morire la volta scorsa, quindi bisogna rimediare >

Vincent guardò divertito Oz, adorabile e selvaggiamente sexy nel suo abito dai toni dark, che dal canto suo stava sbadigliando.

< Tsk, l'avevo detto che non sarei dovuto venire a questa stupida festa. Tutta fatica sprecata! >
< Ma su Ozzy caro, sai benissimo che quando sei in mia compagnia il divertimento è assicurato! > ghignò Vincent.
< KUROO > il biondo urlò la parola d'ordine e apparvero le consuete ali neri e la sua amata falce.

< Non è che potresti rendermi un po' più veloce Ozzy caro? >
< Pur di non muovermi > rispose facendo spallucce.

< Tsk stupidi bambocci, pensate di riuscire a sconfiggermi con questi fenomeni da baraccone? Vi farò vedere cos'è la vera potenza! > esclamò glaciale Malaika estraendo la sua frusta.

~~~~~~~~~

< Dove diamine sono gli altri?! Perché non riusciamo a trovare nessuno? >
< A quanto pare vogliono dividerci >

Lilian e Blaze stavano cercando i loro amici da tempo, ma erano stati sbalzati, come per magia, nella foresta oscura e non riuscivano ad uscire, si ritrovavano sempre al punto di partenza, come se ci fosse qualcosa che non gli facesse trovare la via d'uscita.
E non è che fossero due stupidi loro due, centrava sicuramente la magia nera.

Lilian sbuffò stanca, aveva freddo (sapeva che avrebbe dovuto mettere un vestito più lungo e delle scarpe decisamente più comode) senza contare il fatto che Blaze era di certo l'ultima persona con cui avrebbe voluto trovarsi da sola nella foresta nera.

Blaze sembrava piuttosto tranquillo, anche se in realtà era semplicemente molto attento. Era pronto a captare qualunche segnale nemico.

< La vuoi? Sta sera fa piuttosto freddo >
Lilian guardò storta la giacca che Blaze le stava educatamente porgendo.

< No grazie > disse simulando un falsissimo sorriso < tienila tu, sono sicura che avrai freddo anche tu >
< In realtà sono una persona piuttosto calorosa, quindi mi farebbe piacere se la prendessi tu, in fondo che uomo sarei se facessi morire di freddo un ragazza? >
< Tranquillo, non morirò oggi, tienila tu quindi >
< Contenta tu... > sogghignò Blaze < certo che hai un bel caratterino, non capisco tutto questo odio che provi nei miei confronti, non credo di averti mai mancato di rispetto >
< Non mi hai mai mancato di rispetto! Ma per odiare, e non capisco la tua insinuazione visto che non odio proprio nessuno, non bisogna aver ricevuto per forza un torto >
< L'ipocrisia è il peggiore dei vizi >
< Un peccato che mi dà dell'ipocrita, questa è bella. Dovresti imparare a non giudicare dalla copertina >
< Questo è quello che dovresti fare tu >
< Infatti io ho visto cosa sei veramente: un essere disgustoso! >
< Oh davvero signorina so-tutto-io, si crede migliore degli altri perché lei ha un codice d'onore molto virtuoso >
< Non ho mai detto questo >
< Ah no, davvero? Allora temo di essere diventato anche bugiardo oltre che disgustoso > sorrise piano Blaze.

Lilian sbuffò e alzò gli occhi al cielo.

< Faccimola finita, non siamo più dei bambini >

< Sono contento che l'abbiate capito, anche se guardavi litigare era piuttosto divertente, sembravate una coppia di vecchi sposati >

Lilian scattò verso la fonte di quella voce e lo stesso fece Blaze.

La ragazza spalancò gli occhi vedendo le due figure.

< Probabilmente nessuno di voi due mi conosce, anche se tu > disse il ragazzo indicando Lilian < a quanto pare hai incontrato mio fratello, piacere sono Erik, e sono qui per prendere il vostro potere, non me ne vogliate >

Blaze si mise in posizione d'attacco, mentre Erik con un abile balzo scese dall'albero sul quale era posto.

Il ragazzo dai capelli blu prese dalla tasca dei pantaloni neri degli eleganti guanti bianchi che si mise con tutta calma.
Si allacciò meglio il farfallino e sistemò il completo che Lilian associò a una di quelle divise che i camerieri indossano nei ristoranti di lusso.

< I guanti sono nuovi, quindi preferire non sporcarli col sangue, le macchie sono difficili da far andare via >

Erik sistemò meglio la coda bassa, portandosi i capelli all'indietro.

Lilian e Blaze lo guardavamo piuttosto stupiti mentre Edgar, che non era sceso dall'albero osservava la scena con fare preoccupato.

< Questa sarà un duello tra gentiluomini, quindi signorina se permette potrebbe lottare contro mio fratello? I numeri coincidono e possiamo eseguire due duelli corretti >

Lilian corrucciò la fronte, ritrovandosi senza parole.
Chi era quel tipo e come si permetteva di dargli ordini in modo tanto elegante?!

Stava per ribattere quando una mano si appoggiò sulle sue spalle, bloccandola.

< Erik non c'è bisogno che la signorina > ghignò Blaze < lotti contro tuo fratello, il nostro duello basterà a decidere le sorti di entrambi >
< Quindi ti fai carico anche della sua sorte? Impavido! >
< Assolutamente no! > urlò Lilian < e voi due smettetela di comportarvi come uomini d'altro tempo, non sono la fanciulla da salvare! Io combatto! > disse togliendosi le scarpe dal tacco vertiginoso e lanciandole verso gli alberi.

< Vuoi combattere contro il tuo amato? > le sussurò diabolico Blaze al suo orecchio.

< Lui non è il mio amato! > rispose quasi ringhiando.

< E non c'è niente di meglio di una foresta di notte per il mio potere > aggiunse poco prima di colpire Edgar con una frusta fatta d'ombra.

Blaze sorrise e si girò verso Erik, facendo comparire i suoi tentacoli invisibili mentre l'altro ricopriva la sua mano di ferro.

< Dobbiamo darci da fare anche noi allora > disse Blaze
< Parole sagge > rispose Erik

~~~~~~~~

< Stai bene? >
< Si, grazie mille >
Matthew si alzò a fatica tossendo un po' di sangue, mentre Natasha lo guardava preoccupata.

Eleanore stava cercando di tenere un po' a bada il loro nemico, utilizzando la luce che riusciva a “raccogliere” due virtù vicine, ma non era abbastanza forte visto che non riusciva ancora bene a controllare questa parte del suo potere.
Erano in tre contro uno, ma avevano tutti poteri difensivi.
Matthew poteva curarli, e quindi da quel punto di vista erano protette, anche se in realtà ci pensava già un po' lei con il suo scudo.
L'unica che riusciva almeno un po' ad attaccare era Eleanore, che vedendo le auree delle persone riusciva a prendere in prestito la parte di luce nei loro cuori, ma il suo non era un tipo di potere d'attacco, mentre il loro nemico con quelle fiamme e fulmini neri e con la sua spada era davvero molto temibile.

Eleanore balzò all'indietro dopo l'ennesimo colpo ricevuto.
Matthew non perse tempo a correrle incontro per curarle le ferite.

< Non è abbastanza, maledizione! >
< S-scusa, è tutto quello che posso fare! > disse affranto Matth
< Non mi riferivo a te! È il mio potere che non è abbastanza! >
< Dobbiamo mantenere la calma e osservare attentamente il nostro nemico >
Eleanor puntò gli occhi su Kurt che stava aspettando pazientemente che finissero di parlare.
Fantastico, ora le faceva anche pena!
La volta scorsa il ragazzo non era caduto nella sua trappola e lei non era riuscita a conquistarlo.
Questa cosa le rodeva parecchio perché di solito tutti cadevano ai suoi piedi.
Oggi si sarebbe di certo rifatta!

< Durante questi allenamenti ho provato una nuova tecnica... > disse Natasha < è parecchio rischiosa e mi servirà l'aiuto di entrambi: Eleanore, tu dovrai tenerlo occupato per un po', Matt tu dovrai costantemente ricaricarmi di energia, se la tecnica va bene dovrei riuscire a chiuderlo in una bolla di energia per un po' a quel punto Eleanore dovrai cercare di colpirlo con tutta la forza che hai. Tutto chiaro >
< S-si! >
< Tsk, ci penso io > sussurò la corvina.

< Ehy tu... >

~~~~~~~~~~

< Oh Mariska sta facendo male al tuo fidanzatino? Scusala tanto > disse la ragazza dai capelli ricci stringendo il viso di Nathaniel.
Il ragazzo cercava di congelarle la mano, ma appena ci provava delle grandi piante spuntavano fuori dal terreno schiaffeggiandolo malamente.
E pensare che a lui piaceva biologia!

< Lascialo stare maledizione! > Jewel era parecchio arrabbiata e il suo non poter far nulla la faceva rodere
< Altrimenti cosa fai a Mariska? Il tuo potere consiste nel vedere le vite altrui utilizzando soltanto uno sguardo, ma Mariska conosce il suo passato e non ne ha paura >

Luke si girò verso Jewel guardandola con una faccia piuttosto sorpresa.

< Quindi tu hai... >
< No, non ci riesco con i peccati, non riesco a vedere la vostra vita se ti rende più contento >

Luke si trovò a sospirare leggermente, non gli piaceva l'idea che qualcuno sapesse tutto di lui.

Mariska osservò i due parlottare tra di loro.
Si stava innervosendo, odiava le persone che non riuscivano a decidersi, le facevano perdere solo tempo.

< Tsk, ora basta, mi avete stancato! Il vostro amico morirà! >

< No, aspetta, ti darò il mio potere, per favore lascialo star... >

Boom

Tutto ciò che Mariska vide prima di premere il grilletto fu solo un'abbagliante luce verde-blu.

Il rombo del proiettile risuonò nel silenzio della notte.
Mariska vide la ragazza dai capelli blu spalancare gli occhi e accasciarsi a terra, mentre il ragazzo stava fermo immobile.

Nathaniel cadde con un tonfo secco, mentre una chiazza rosso scuro si stava velocemente espandendo su tutto il suo collo e fuoriusciva dalla sua bocca.
Jewel si avvicinò al grifondoro.
I suoi occhi erano vitrei e il respiro inesistente.
Jewel si morse il labbro fino a farlo sanguinare, auto imponendosi di non piangere.
Doveva essere forte, doveva essere forte.
La ragazza si alzò traballando, mentre Luke la sorreggeva.

< Ve lo avevo detto ragazzini, io non scherzo, ora da bravi consegnatevi e datemi il vostro potere >

La tassorosso alzò lo sguardo.
Era freddo, di ghiaccio e rosso per le lacrime che nonostante tutto non era riuscita a fermare.
Puntò quello sguardo negli occhi marroni di Mariska, la quale si sentì leggermente sotto pressione.

< Muori > sibilò Jewel e subito fu circondata da un abbagliante alone blu.

Mariska spalancò gli occhi vedendo ciò che stava succedendo.

Nathaniel, ormai morto, si stava alzando con fare meccanico come se fosse un robot.
Il suoi occhi erano completamente rosso e assenti, vitrei, come se non la stesse realmente guardando.

< Tu...tu puoi riportare in vita i morti? >
< Posso animarli, tuttavia non torneranno in vita, ti seguirà fino alla morte > disse apatica Jewel.

Nathaniel prese per il collo Mariska in una stretta ferrea decisamente non appartenete ad un essere umano.
Mariska cercava di liberarsi utilizzando il potere delle terra, ma non sembrava avere effetto su quell'essere praticamente immortale.
Come fai ad uccidere un qualcosa di già morto?
Nathaniel la lanciò per terra.
All'improvviso i suoi capelli iniziarono a cambiare, da biondo scuro diventarono neri e la sua pelle più scura.
Mariska spalancò gli occhi.

< Papà... >

< Hai detto che non hai paura del tuo passato > affermò Luke, anche lui diventato apatico come Jewel.
< Ma e una menzogna, tutti noi siamo legati al passato. Esso è colui che scrive il nostro futuro. Sono strettamente legati > *

< Papà...no >

Mariska spalancò gli occhi spaventati quando nella mano di quello che non era nè Nathaniel nè suo padre biologico apparve una pistola.

Mariska provò un ultimo disperato tentativo di salvezza.
Sparò con la sua pistola che trapassò il corpo di Nathaniel senza tuttavia ferirlo.

< Pagherai col sangue per aver ucciso una persona che amavo > disse Jewel, un attimo prima che il proiettile sparato da Nathaniel trapassase il cuore di Mariska.


< Papà...di nuovo? >

Una lacrima scese dall'occhio sinistro della ragazza.
E poi fu solo il buio.

~~~~~~~~~~~

Il ragazzo si svegliò di soprassalto guardando con occhi sbarrati la ragazza distesa al suo fianco.
Non c'erano tracce di ferite sul suo corpo, tutt'altro, sembrava stare bene.
Era semplicemente svenuta.

< Ma che diamine... >

Nathaniel si piegò in due dal dolore per poi ritrovarsi bloccato in una stretta soffocante.

< Stupido, stupido, stupidissimo, per Merlino quanto sei stupido! >

Sorrise dolce quando si rese conto che il dolore era dovuto al pugno che Jewel gli aveva fato nella pancia e la morsa era un suo abbraccio.

< Ma aspetta...provo dolore! Sono vivo! >
< Ma certo che sei vivo stupido idiota! Pensavi veramente che ti avrei fatto morire?! Tsk mi sottavaluti grifone! >
< Ma come...? >

< Forse questo è meglio se lo spiego io > si aggiunse Luke
< Già, il caposcuola è proprio un cervellone! Ben fatto! > disse JJ tirandogli un pugno affettuoso sul fianco, anche se risultò piuttosto brutale per il povero Corvonero che si ritrovò a sbuffare, capendo che non si sarebbe mai abituato a persone vivaci come la Jewel.

< Beh è andata più o meno così... >

Poco prima che Mariska sparasse

< Caposcuola, che possiamo fare? Sei un Corvonero escogita un piano! > urlò isterica Jewel
Luke arretrò davanti allo sguardo implorante e al contempo arrabbiato di Jewel.

< EHY VOI, ORA BASTA! Datemi una risposta altrimenti il vostro amichetto morirà >

< Luke! >
< Ci sto pensando! Ci sto pensando! >

Il Corvonero aggrottò le sopracciglia.
Sia lui che Jewel non avevano poteri utili per un attacco, e l'unico che effettivamente poteva dare una mano era imprigionato nelle mani del nemico.
Lui poteva avere visioni, poteva vedere il futuro, mente Jewel entrava in possesso del passato altrui.
Futuro e passato.
All'improvviso si accese una lampadina, effettivamente non sapeva se la sua idea avesse senso, o se fosse davvero realizzabile.
Ma tanto valeva provare, non avevano altre scelte!

< Thomas mi ha raccontato che la volta scorsa per sconfiggere un certo Kurt, Eleanore e Lilian hanno fatto una Unison Raid >
< Una che? >
< Hanno unito i loro poteri per poter fare un attacco più forte >
< E anche noi potremmo? >
< I nostri poteri sono strettamente legati, se uniamo passato e futuro otteniamo... >
< Il presente >
< Un presente, un presente alternativo >
< Come un'illusione? >
< Qualcosa del genere >

< EHY VOI, MARISKA SI È STANCATA, FACCIAMOLA FINITA >

< Nononono aspetta > urlò Jewel < dai cazzo come si fa questo Unison-coso?! >

Luke agendo completamente d'isitnto afferrò la mano destra di Jewel e la puntò verso il nemico.
Da lui si sprigionò un'aura verde, mentre dalla ragazza una blu

< Illusion > gridarono i due all'unisono

Tempo presente (?)

< Quindi è stata tutta un'illusione? >
< Si >
< Io non ero morto? >
< No >
< E nemmeno lei? > chiese Nathaniel indicando Mariska
< No> rispose nuovamente Luke
< Quindi non mi sono mai trasformato in un mostro-mutante-zombie? >
< No >
< Oh... >
< Già >

< Ahahhaha non te lo aspettavi eh?! Siamo troppo bravi! > Si aggiunse con iliarità Jewel
< Ma se tu non hai fatto niente > rispose ghignando Nath
< Che cosa? Ehy ciao, senza di me saresti mooooorto, credo che la cosa ti sfugga >
< Ma se Bellamy non avesse avuto l'idea sarei morto ugualmente >
< Dettagli >
< Io non direi >

Luke si allontanò leggermente stonato da tutte quelle chiacchiere a cui non era decisamente abituato.
Aveva un forte mal di testa, ma questo probabilmente era dovuto al illusion che aveva fatto insieme all' ex bionda.
Li aveva prosucigato un sacco di energie.
All'improvviso sentì come una fitta al cuore.
Si appoggiò per terra tenendosi la testa tra le mani.

Le campane risuonano
I corvi volano
Un temporale
La grandine cade su una grande vetrata
Due figure incappucciate sono in piedi
C'è una terza persona, inginocchiata per terra
“La tua colpa è la tua stessa esistenza”
Due occhi di ghiaccio
Un ghigno
Occhi che piangono sangue
“La tua colpa è la tua stessa esistenza...Vincent Nightray”
“ Essa verrà pagata col ferro e col sangue”
Una lama bianca
Sangue

Luke si risvegliò di soprassalto, come succedeva ogni volta che aveva una visione.
Il respiro affannato e la mente confusa non gli avevano neanche fatto accorgere del fatto che Jewel e Nathaniel si erano avvicinati preoccupati.
C'era qualcosa di diverso e terribilmente oscuro in quello che aveva appena visto.
E non si spiegava il perché.

< Cos'hai visto Luke? > chiese timorosa Jewel
< La morte del Nightray >
< Di Vincent? Morirà? Sta sera? >
< Non sta sera >
< Ma...ma perché hai visto proprio lui? >
< Non lo so...io lo odio il Nightray. Lo odio più di ogni altra cosa, deve morire >


Inizio flashback

Luke si guardava intorno leggermente spaventato.
Tutto quello era straordinario.
Anche se non sapeva se fosse in senso positivo o meno.
Era entrato da tre settimane nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts e ancora non si era ambientato.
Quella rottura della normalità, cose se la sua vita fosse mai stata normale, non era per niente prevista.
E l'aveva spaventato, ecco si, l'aveva spaventato.
Stava scoprendo un mondo del tutto nuovo, grande e misterioso.
Aveva abbandonato il suo essere “un comune cittadino” per provare ad essere un mago.
Aveva abbandonato il computer.
Merlino quanto gli mancava il computer.
Persone come lui si sentono finite senza un qualcosa di tecnologico in mano anche per un solo giorno.
E lui doveva vivere con questo fardello per per circa sette anni.
Non sapeva se ce l'avrebbe fatta. Era diventata una specie di droga per lui.
Senza contare che il suo essere “Luke” non gli aveva fatto stringere chissà quali grandi amicizie e quindi i pensieri si concentravano sul portartile a casa e sulle persone che avrebbe voluto hackerare.
Ci sapeva fare con queste cose, anche se aveva solo undici anni ci sapeva proprio fare.

< Ehy ciao >
Sentì quelle due parole un pomeriggio come un altro, mentre rifletteva vicino al Lago Nero.
Luke alzò gli occhi grandi e azzurri sul ragazzino che gli stava porgendo la mano.

< Ti va di diventare amici? >

La risposta che diede quel pomeriggio segnò gran parte della sua esistenza

***

All'inizio non ci credeva che si potesse diventare amici così, con una stretta di mano e la passione per il computer in comune, ma era successo.
Lui e Aaron erano diventati ottimi amici.
C'erano sempre per l'altro.
Poi c'era una ragazzina dai capelli lunghi e le occhiaie che gli guardava sempre.
Gli fissava ed era leggermente inquietante, ma visto come stavano andando le cose magari un giorno sarebbe diventata loro amica e avrebbero formato un bel trio di Corvi.
Solo in seguito Luke scoprì che il suo nome era Monica.

***
La sua vita non era mai stata normale, e nemmeno il modo di fare amicizia. Gli viene da ridere se ci ripensa.
Un trio buffissimo, davvero.
Un ragazzino piuttosto asociale con la passione dei computer, una ragazzina che a volte sembra non provare niente e altre volte era come se fosse un'altra persona e infine Aaron, una specie di Tassorosso mancato, pronto a farsi in quattro per gli altri.
Aaron era diventato un amico davvero fidato, la prima persona a cui rivolgersi. Se vedeva qualche ingiustizia e doveva sfogarsi con qualcuno il ragazzino moro lo ascoltava sempre pazientemente esprimendo la sua idea, spesso simile a quella di Luke, e riusciva perfino a placare l'ira incontrollata che a volte sprigionava senza rendersene conto.

***
Successe durante il secondo anno di Luke.
L'incontro con il più piccolo dei Nightray fu qualcosa di atipico, come atipico era quel bambinetto dagli occhi vispi e il sorriso furbetto.
Luke era in crisi, letteralmente.
Era da tanto che non gli capitava, ma era appena tornato dalle vacanze estive che aveva passato incollate al computer.
I vizi sono duri a morire.
Aveva una specie di crisi d'astinenza, come succede ai i drogati che cercano di abbandonare il loro problema.
Lui era un hacker e per ogni hacker il computer è vitale.
Era sulla torre di astronomia, come al solito.
Non ricorda se stesse urlando, ridendo, piangendo o forse tutte e tre le cose insieme, ricorda solo che questo ragazzino del primo anno, sbucato all'improvviso, iniziò a parlargli.
Parlare con lui! Che per tanto tempo era stato evitato e che ancora non riusciva ad abbandonare completamente ciò che lo faceva sentire insicuro.
Parlarono del più e del meno, del futuro, del computer di Luke, dello specchio che il ragazzino portava sempre con sé, della morte e degli angeli.
Quel bambino era stranamente fissato con gli angeli.
L'unica frase che ricorda è “Lucifero deriva dal latino, lux vuol dire luce, mentre fero portare, quindi Lucifero significa “portatore di luce”. In fondo era l'angelo più bello, è un vero peccato che sia diventato il diavolo, la cattiveria imbruttisce. Ah quasi dimenticavo...mi chiamo Vincent Nightray, è stato un piacere parlare con te Portiere”.

Luke riflettè a lungo su quella frase, non capendo mai fino in fondo a cosa si riferisse. L'unica cosa che sapeva è che quel ragazzino riuscì a calmarlo. Non c'era più traccia d'ira nel suo cuore, o di mancanza per il computer.
L'aveva disintossicato.
Ciò che ancora non sapeva è che sarebbe accaduto qualcosa di peggio delle solite crisi d'astinenza.
Ben presto Vincent Nightray sarebbe diventato la sua nuova droga.

***

Ad Aaron il Nightray non era mai piaciuto. A parte il fatto che il cappello parlante ci aveva messo secoli a scegliere in quale casa porlo, e questo voleva dire aspettare ancora di più per l'amata cena.
Ma non gli piaceva, non gli piaceva come stava da solo e sembrava non accorgersene.
Non gli piaceva il ghigno che faceva in biblioteca, mentre se ne stava spudoratamente a guardare gli altri invece di studiare.
Non gli piaceva la luce che vedeva nei suoi occhi.
E sopratutto non gli piaceva che Luke ci passasse sempre più tempo insieme.
Era diventata quasi un'ossessione per il Corvonero.
Voleva capirlo, voleva comprenderlo.
Desiderava sapere cosa passasse per la mente di quel primino tanto atipico.
La cosa lo faceva imbestialire ed emozionare allo stesso tempo.
Chi era davvero Vincent Nightray?
Per lui era solo un grosso punto di domanda, e ogni volta che sembrava vicino a capirlo ecco che cambiava totalmente e si ritrovava punto e a capo.
Vincent non lo scacciava mai, anzi, parlavano, parlavano tantissimo e più parlavano e più Luke non sapeva se tirargli un pugno in faccia o provare una sorta di rispetto nei suoi confronti.
Si ricorda bene che fin dal primo anno Vincent trasudava potere e superioritá da ogni poro. Metteva in soggezione le persone, le studiava, le capiva e infine le confondeva.
Un pomeriggio gli rivelò che lui aveva delle allucinazioni.
Si sentiva nudo dopo aver detto una cosa del genere.
Era il primo a cui lo rivelava.
Non capiva cosa stesse succedendo.
Non capiva cosa provava per il Nightray.
Sapeva solo che aveva quel peso e che non ce la faceva più e che stranamente Vincent gli sembrava la persona più adatta a cui confidarlo.
Si aspettava una presa in giro, un “non ti credo” o peggio lui che spaventato correva via.
Tutto quello che ricevette fu solo
< Lo so > poi il silenzio.
Non tornarono mai più su quell'argomento, ma per Luke quel < lo so > valeva più di mille computer.
Era stato accettato.
Forse ora sarebbe stato un po' più in pace con se stesso.

***

Negli anni successivi Luke abbandonò completamente la dipendenza dal computer, senza tuttavia rinunciare al sogno di diventare un ingegnere informatico.
Quegli anni lo avevano trasformato nella persona che era veramente.
Giusta e decisa, un esempio per tutti.
Durante il terzo anno era anche diventato molto amico di Thomas che si era legato particolarmente a Monica.
Il quinto anno per Luke segnò la fine di ogni sua convinzione.
Fu l'anno in cui Aaron morì.
Fu l'anno in cui l'angelo della morte mietè la sua prima vittima.
Così come Luke stava riscoprendo se stesso anche Vincent aveva capito chi era.
Giocare con le persone non gli bastava più, voleva vedere i risultati, voleva vedere fin dove le debolezze dell'anima portano l'uomo.
Aaron fu solo una vittima.
Inutile dire il dolore del trio dei Corvi, e ancor di più il dolore negli occhi di Luke che aveva capito chi era il colpevole, ma che non aveva prove sufficienti -o forse non voleva- per denunciarlo.
Quella sera mentre urlava addosso al Nightray tutto il suo rancore e la sua rabbia si chiese se si potesse odiare così tanto una persona che prima era stata una tua cara amica, per cui provavi ammirazione...o qualcosa di più.
Si, la risposta era sì perché lo odiava.
Lo odiava tantissimo.
Se Luke avesse potuto vedere il suo sangue in quel momento sarebbe stato certo che sarebbe stato nero.
Nero come la pece, come l'odio che provava nei confronti di Vincent.
Lo odiava anche quando gli riempiva la faccia di pugni e il biondo stava fermo, senza più quel ghigno sulle labbra.
Lo odiava tantissimo.
Lo odiava anche quando si accasciò a terra e si prese la testa tra le mani perché, diamine, aveva completamente perso il controllo.
Lo avevano perso tutti e due.

< Non dovevi ucciderlo Vincent >
< Io non l'ho ucciso, è lui che ha deciso di togliersi la vita, io gli ho solo mostrato chi era veramente, il suo lato più buio, il suo vero “io” >
< Che ne sapevi tu chi era Aaron? > la domanda gli uscì come un lamento, come le ultime preghiere di una bestia che sta morendo.
< L'ho visto >

Luke portò lo sguardo sul Nightray.
Era sdraiato per terra e respirava a fatica.
Aveva la faccia rossa di sangue, del sangue che lui aveva fatto sgorgare.
La mano era tesa verso l'alto in un movimento che sicuramente doveva dolergli malissimo.
Chiuse la mano a pugno.

< Sai prefetto... > ansimò Vincent < anche il diavolo prima era un angelo >

Quella fu l'unica volta in cui Luke vide piangere Vincent Nightray.

Fine flashback

~~~~~~~~~

< Ehy Ozzy muoviti un po' dai! >

Oz sbuffò spostando Vincent dal lato opposto, giusto in tempo per evitare l'attacco di Malaika.

< 'Sta attento con le mie ali! Sono delicate! >
< Che seccatura...parli troppo >

Oz assottigliò gli occhi e sradicò un pezzo di una staccionata per poi lanciarlo verso il nemico che non riuscì a evitare l'attacco dato che era impegnata a difendersi dalla lama di Vincent.

< Bel colpo! >
< Tsk, presta attenzione invece di perdere tempo >

Vincent ghignò non facendoselo ripetere due volte, fece roteare la sua falce e tornò all'attacco.
Stava per sferrare l'ennesimo colpo quando si ritrovò davanti un albero.
Grazie ai suoi riflessi pronti riuscì a volare a destra, evitando per un pelo l'ostacolo che era improvvisamente apparso davanti al suo campo visivo.

< Ma che diamine... >

Oz si guardò intorno, stupito quanto Vincent e come la stessa Malaika.

< Siamo nella foresta oscura! > affermò confuso Vincent
< Sei perspicace bamboccio > rispose ghignando Malaika < credo che qualcuno mi stia dando un aiuto dall'alto > disse sadica < non distrarti ragazzino! >

Questa volta nè Vincent nè Oz furono abbastanza veloci da evitare l'attacco di Malaika la quale, grazie alla sua frusta, afferò Vincent per una caviglia.
Lo fece roteare un paio di volte lanciandolo verso un albero.
Oz in queso caso però riuscì a spostare il compagno utilizzando il suo controllo dell'energia cinetica.

Vincent tornò all'attacco, velocissimo e piuttosto eccitato.
Malaika sfoderò dei pugnali e tra i due iniziò un'agguerrita battaglia di lame.
Vincent aveva dalla sua l'aiuto considerevole datoli da Oz, era molto più veloce del normale e riusciva a schivare la maggior parte degli attacchi grazie all'attenzione del compagno.
Malaika però era una guerriera molto esperta, inoltre il controllo dell'acqua e la sua natura per metà vampiresca non erano per nulla d'aiuto ai due giovani serpeverde.

Vincent e Oz furono più volti travolti da delle anomale onde d'acqua.
Erano fradici e stanchi a causa del ritmo del combattimento.
Al contrario Malaika sembrava divertirsi e la sua stanchezza non era per niente paragonabile a quella delle due serpi.

< Suvvia ragazzini, l'acqua non è mica l'elemeto dei serpeverde? O era solo una storiella scritta in qualche stupido libro? Sarebbe un vero peccato, vorrei divertirmi un po' di più >

Vincent fu catapultato ben poco delicatamente sul terreno da Oz.
Nonostante lo avesse fatto per salvarlo dall'ennesimo sguardo non poté evitare di guardarlo male.
Il biondo stava perdendo la pazienza e anche Oswin aveva perso la sua tranquillità.
Vincent si strappò la camicia in un mito d'ira, dato che quest'ultima, ormai fradicia, riusciva solo a rallentarlo nei movimenti.

Il fattore acqua per il Nightray era un grave ostacolo, se le sue ali si bagnavano lui non riusciva più ad usarle, quindi non poteva volare, cosa piuttosto fondamentale per lui.

< Tsk, Oz come facciamo? > sussurrò Vincent avvicinandosi all'altro
< Non sei tu quello dai piani geniali tra noi? >
< Credo che la mia parte geniale si sia presa una vacanza >
< Questo potrebbe essere un problema >
< Giusto un po' >

~~~~~~~~

Erano 5 minuti buoni che Lilian stava attaccando ed era altrettanto tempo che Edgar continuava a schivare i suoi attacchi, senza mai contrattaccare.

< Se devi attaccarmi fallo bene per favore, smettila di scappare >
Edgar la guardò con fare affranto, per poi girando il viso imbronciato

< Ma io non voglio fare del male a Lily... > disse infantile Edgar

Lilian abbassò gli occhi sorridendo dolce.

< E allora perché ci attaccate? >
< Ecco...io non vorrei, è il capo che ce l'ha ordinato, io non vorrei... >
< Se non vuoi non devi farlo per forza >
< E invece si, è una situazione un po' complicata eheh magari un giorno te la spiegherò, però per favore non costringermi a farti del male >
< Io non posso darti il mio potere, lo sai vero? >
< Lo so >
< E non posso nemmeno attaccarti senza che tu risponda, quindi così non possiamo andare avanti >
< Quindi cosa dovremmo fare? >
< Semplice, quello che si fa in ogni storia: il bene che sconfigge il male! >

Lilian con un movimento rapido delle mani bloccò Edgar tra le sue ombre, il ragazzo per liberarsi dovette per forza attivare le sue ali da gufo librandosi nel cielo.

< COMBATTI EDGAR >

La ragazza le lanciò un altro attacco a cui Edgar rispose creando un piccolo tornado che annullò l'attacco della mora.

< COMBATTI CONTRO CIÒ CHE TI TIENE PRIGIONIERO! >

Il ragazzo spalancò gli occhi sentendo quelle parole.

< La vera libertà è fare ciò che ci piace, non dimenticarlo mai Edgar! >

Edgar abbassò lo sguardo, stringendo i pugni fino a farsi male.

< Non posso... >

Spalancò gli occhi e volò improvvisamente verso Lilian.
La ragazza si protesse con uno scudo d'ombra, allora Edgar l'attaccò con una folata di vento a cui la mora contrappose delle fruste d'ombre.
Lilian sghignazzò, finalmente si era deciso a combattere.
Seguirono una serie di attacchi molto veloci, difficili da distinguere per un occhio poco allenato.
Lilian ci stava mettendo tutta la sua forza ad attaccare, anche se non sembrava valere lo stesso per il ragazzo-gufo.
Edgar era energico, ma Lilian sentiva che non stava ancora facendo sul serio.

Intanto poco lontano anche Blaze e Erik continuavano la loro lotta.
Il ferro di uno si contrapponeva ai tentacoli invisibili dell'altro.
Blaze era elegante, ma c'era qualcosa di sinistro in lui.
Gli occhi spalancati e iniettati di sangue facevano presagire qualcosa di ben più oscuro e molto diverso da quello che Blaze Mitchell appariva tutti i giorni.
La sua era una mera maschera, una maschera che sapeva indossare con una raffinata eleganza, una maschera che gli permetteva un posto d'alta classe nella società.
I suoi movimenti erano fluidi, molto elaborati, come se invece di combattere stesse danzando.
Come se quella fosse la sua coreografia preferita.
Blaze Mitchell era una persona contorta, e lui lo sapeva, non se ne vergogna affatto.
Era un diavolo tentatore, tanto bello quanto subdolo.
Sapeva esattamente cosa voleva e raggiungeva sempre i suoi obiettivi.
Per lui il bene massimo era l'espressione suprema del piacere, che fosse alimentare, carnale o di altro tipo.
Non avrebbe sprecato la sua vita per della simile feccia.
Lui non sarebbe morto, ma avrebbe assaporato la bellezza ancora per molto.

Se da un lato Blaze era elegante e raffinato Erik era più pratico.
Faceva tante mosse veloci e precise, al fine di colpire i punti scoperti del nemico, punti che erano ben nascosti.
Tra i due imperversava una lotta all'ultimo sangue.
Il freddo ferrro sbatteva contro lo strano materiale con cui erano fatti i tentacoli di Blaze, anche se Erik si ritrovava spesso a terra, svantaggiato dal fatto che non potesse vedere l'arma del nemico.
Il ferro aveva iniziato a coprire ogni cosa.
Albero, terra, foglie.
La foresta nera si stava trasformando in una tetra quanto finta foresta grigia, liscia e fredda.
I due si fermarono per un momento, riprendendo fiato.
Le punte dei tentacoli di Blaze erano sporche del sangue del nemico.
Il Serpeverde ne avvicinò uno alla sua bocca e con un movimento sensuale quanto inusuale leccò parte di quel liquido proibito.
Erik rimase impassibile mentre Blaze assaporava il sapore ferroso del suo sangue.

< Vedo che il mio sangue è di tuo gradimento >
< Il est magnifique > affermò Blaze < il sangue! Quale sublime nettare! Così denso, rosso e intenso, è ciò che ci rende vivi, ciò che ci rende umani! È il suo sapore è così forte e delizioso e inebriante > quasi urlò portandosi una mano sulla fronte in una posa piuttosto teatrale
< Voglio assaggiare ancora il tuo sangue Erik >

Il ragazzo dai capelli blu non fece in tempo a ripondere che si ritrovò la faccia di Blaze davanti alla sua.
Balzò all'indietro venendo ferito solo sulla guancia.
Blaze ritentò l'attacco e questa volta avrebbe colpito Erik nel cuore se solo Edgar non avesse afferrato il blu in tempo.
Blaze rimase stupito davanti a quella svolta inaspettata, mentre Edgar guardava con dolcezza il fratello.
Lilian corse verso i tre ponendosi al lato destro di Blaze osservando la scena sconcertata quasi quanto l'altro.

< Lascia stare il mio fratellone > sibilò freddo Edgar

Lilian lo guardò con la bocca spalancata, non gli aveva mai visto quello sguardo addosso.
Era uno sguardo di puro odio.
Erik sorrise scompigliando la chioma bianca del fratello minore, e si sciolse dal suo abbraccio possessivo.

< Che figura, farsi salvare dal proprio fratellino, devo rimediare! > disse schioccando un bacio di ringraziamento sulla fronte del fratello.

< Mi spiace Blaze Mitchell, ma credo che dovrò ucciderti >

~~~~~~~~

< Matt metti le mani sulla mia schiena! > oridinò decisa Natasha
< C-cosa? >
< Ora inizierò a raccogliere l'energia per sfoderare il mio attacco, ma tu devi ricaricarmi altrimenti non ce la farò! >
< Ricaricare? Cosa sono un carica batteria! > rise il ragazzo
< Matth >
< Scusa, scusa, stavo scherzando! Sono serio! >
< Dobbiamo utilizzare questi minuti in cui Eleanor lo distrarrà, è la nostra unica possibilità >
< Già...speriamo bene... > disse Matthew osservando la Corvonero poco distante

Kurt squadrò la ragazza che lo aveva chiamato.
Eleanor lo fissava con aria di sfida, come se fosse una tigre pronta a cacciare la sua preda.

< Quindi il tuo nome e Kurt, vero? >
< Esatto >
< E scommetto che ti credi un gran cattivone >
< Faccio solo il mio dovere >
< Tsk, dovere? Cazzate, questa cosa ti piace. Ami vedere il sangue, uccidere. Tu sei solo un mostro Kurt >

Il ragazzo digrignò i denti concentrando il suo gelido sguardo su Eleanore.

< È solo il mio lavoro >
< Chi credi di ingannare? Io vedo le persone, vedo le loro anime. La tua è completamente nera, non c'è nulla di buono in te >
< Anche se fosse non mi interessa >
< Ma davvero? Quindi ti va bene essere un mostro? >
< Non sono un mostro >
< Si che lo sei, sei un mostro alimentato dal sangue e dall'odio. Non hai mai provato amore >
< Ti sbagli >
< Stai mentendo >
< No, non è vero. Io ho amato, e amo tutt'ora >
< Dimostralo > ghignò Eleanor.

Kurt sospirò ed Eleanor cadde per terra con la spada del nemico infilzata nel suo corpo.
Il ragazzo fu brutale nel sfilarle la spada con cui l'aveva infilzata alla pancia.
Eleanor spalancò gli occhi azzurri e boccheggió alla ricerca di aria.
Sentì delle urla, forse quelle di Natasha e Matthew, ma non ci fece molto caso.
Si concentrò invece sulla figura di Kurt, di cui vedeva solo i contorni.
Stava per perdere i sensi.
E forse la vita.
Il moro la prese per le spalle, evitando di farla cadere per terra, e avvicinò le proprie labbra al suo orecchio.

< Amo il sangue Eleanor Andersen, e amo i miei fratelli se proprio vuoi saperlo >

Eleanor chiuse gli occhi e si sentì afferrare da qualcun altro.
Kurt indietreggiò vedendo che Matthew aveva preso Eleanore e che cercava di guarirla con il suo potere.

< S-sto per morire? > chiese tremante la corvina
< N-no, certo che no! Io posso farcela, p-posso farcela > affermava tremante Matthew mentre le sue mani si sporcavano del liquido rosso.
< S-se devo andare all'inferno qualcuno si deve, p-prendere cura di Marg >
< N-non morirai! Te lo prometto! Non morirai! >

Intanto Natasha guardava la scena con occhi spalancati.
Mancava pochissimo, ancora un po' di energia e sarebbe stata pronta per l'attacco finale.
Digrignava i denti e cercava di non cadere per terra.
Le energie la stavano abbandonano.
Quel Kurt stava fermo immobile a guardare la scena e Eleanor stava per morire.
Era una situazione davvero tragica.
Che senso avrebbe avuto fare quello bolla d'energia se una sua compagna sarebbe morta?!
Spalancò gli occhi.
Forse c'era una possibilità.
Magari poteva usare quel potere per salvare una vita, piuttosto che ucciderne un'altra.
Ma chi le avrebbe detto che anche se avesse salvato Eleanor il nemico non gli avrebbe uccisi successivamente?
La cosa più saggia era bloccarlo, ma se nessuno sarebbe riuscito ad attaccarlo le sue fatiche sarebbero state vane.
Diamine che situazione, mancavano pochi secondi e avrebbe lanciato il colpo, il proprio corpo non ce la faceva più a reggere quel peso.
Doveva scegliere e in fretta.

4

< G-grifone? >
< Non parlare, non devi spendere energie! >

3

< In realtà l'aura di Kurt è solo per 1/3 nera...coff coff...che g-grandissimo stronzo >

2

< Nessuno è totalmente buono o talmente cattivo >

1

< Prenditi c-cura di Marg... >

Una luce abbagliante colpì Eleanore.
Il suo corpo all'improvviso fu sospeso in aria, immerso in una bolla rosea.

Natasha teneva le mani dritte verso di lei, mentre col ginocchio destro si appoggiò sul terreno umido.
Era più difficile di quanto pensasse.
Non sapeva se sarebbe riuscita a tenere l'incantesimo ancora a lungo.
All'improvviso vide Matth prenderle una mano e venire circondata da un caldo alone arancione.
Era come se avesse recuperato un po' più di forze.

< Sei fortissima Tasha, credo in te! > sussurò Matthew, realmente convinto di ciò che stava dicendo.

La ragazza sorrise sprigionando intorno ad Eleanore un ultimo e potente bagliore di luce.
Scene subito dopo, presa al volo da Matthew mentre il corpo della Corvonero cadeva disastrosamente a terra.

Matthew non riuscì a fare nulla, mentre vedeva Kurt prendere i frammenti del pyrinas di Eleanore.
Si odió tantissimo.

~~~~~~~~~~

Monica sfoderò l'ennesimo calcio.
Theodore evitò l'ennesimo colpo.
Il combattimento non sembrava avere fine, la straordinaria forza di Monica era tenuta a bada da Theodore con la sua agilità e il suo sangue freddo.
Ad un certo punto dell'incontro si era anche fermato, era andato verso uno dei fuocherelli che il suo compagno di squadra Alastair stava lasciando sparsi per il cortile, e si era acceso una sigaretta.
Questa cosa aveva fatto ridere Monica-Rimbaud, che era tornata all'attacco ancora più carica di prima.
C'erano stati pugni e calci, mentre Theodore comandava con la vista i suoi coltelli.
Quella era di certo la cosa più seccante e Monica era arrivata alla conclusione che l'unico modo per fermare il suo potere fosse di accecarlo.
Ma non se la sentiva.
Quando era stata imprigionata Theodore avrebbe potuto farle di tutto, e invece non l'aveva sfiorata.
Quindi lei poteva vincere quell'incontro senza sfigurarlo per sempre.

I due, dopo l'ennesimo colpo, si fermarono per riprendere fiato.
Erano oggettivamente stanchi entrambi tant'è che Theodore si stesse chiedendo se la ragazza avesse in mente di farlo stancare per poi attaccarlo indisturbata.
Senza contare che le forze non erano le uniche cose che si stavano esaurendo, i frammenti del pyrinas che si era impiantato stavano diventando sempre più piccoli, e con essi il controllo sui suoi coltelli.
Non poteva vincere in quel modo, e lo stesso valeva per Alastair.
Nonostante egli fosse un combattente eccezionale vincere contro qualcuno che poteva controllare il tempo era pressoché impossibile.
Avevano bisogno di un piano, e alla svelta.














Angolo autrice
*schiva i pomodori *
Si lo so, faccio schifo. Avrei dovuto aggiornare a settembre e invece mi ritrovate solo a metà ottobre.
Che merda, ma sappiate che non abbandonerò mai questa storia.
A mia discolpa (?) posso dire che l'ispirazione era andata a farsi benedire, quindi è stato un peirodo un po' così.
Il capitolo riguardante la “festa” ho deciso di dividerlo in due.
L'idea iniziale era di terminarlo in questo, ma poi veniva davvero troppo lungo, quindi finirò nel prossimo capitolo dando più spazio a chi in questo ne ha avuto di meno.
È stata una scelta molto ragionata, ma credo sia meglio così, comunque in ogni caso la seconda parte del capitolo potrebbe arrivare per inizio novembre (magari per il mio compleanno XD) perché più o meno ce l'ho in mente e sopratutto sarà una cosa molto più breve...credo (?)
Comunque faccio schifo nelle descrizioni, che siano di combattimenti o di vestiti, quindi vi piazzo direttamente le foto XD e finalmente anche gli amati prestavolti dei nostri cattivoni.
Vorrei ringraziare tutti voi per essere sempre così presenti nonostante gli aggiornamenti irregolari. Grazie di cuore, le vostre recensioni sono una delle poche gioie della mia vita XD sono davvero bellissime e spesso mi danno quel “qualcosa in più” per andare avanti * ^ *
Detto questo spirò
A presto (si spera)
Pink sweet

.* in questo pezzo Luke e JJ non sono veramente loro, e un po' come se fossero degli alter ego di un universo parallelo, per questo il loro carattere è diverso

P.S scusate gli eventuali errori grammaticali e anche di distrazione, ma quando finisco un capitolo la voglia di postarlo è enorme ahaha e quindi faccio tutto di fretta, contando anche che è da due mesi che non posto XD
P.P.S. I peramggi che sono apparsi poco in questo capitolo avranno più spazio nel prossimo, scusatemi tanto -_-”



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Monica


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Natasha


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Lilian

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Jewel


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Luke

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Oz

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Matthew


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Vincent


Prestavolto oc “cattivi”:


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Johanna Burke
18 anni

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Malaika Hamilton
20 anni

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Kurt Blade
20 anni

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Mariska Eberlin
18 anni

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Alastair Carsen
19 anni

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Theodore Andersen Dahl
20 anni

I Prestavolto di Edgar e Erik Knight praticamente non esistono ahaha comunque hanno entrambi 18 anni
  
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