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Autore: floricienta    23/10/2016    1 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 7
COME UN CASTELLO DI SABBIA

 

Maggio, anno 439 del XII periodo

 

Ari si risvegliò tra le braccia di Nael.
Grazie alla flebile luce mattutina che penetrava dalla finestra riuscì a distinguere per bene il suo volto e quanti lividi avesse sul resto del corpo. Lo accarezzò dolcemente con la punta delle dita su quelle zone violacee, sperando di non causargli dolore, e si sentì colpevole di quello che gli era successo.
Lo tastò appena sul petto, lì dove il respiro profondo lo faceva alzare e abbassare regolarmente, e percepì anche il battito del suo cuore fluire attraverso le dita come una piccola scossa.
Improvvisamente arrossì.

Ieri lui stava per...

Gli era letteralmente saltato addosso e sembrava che nessuno l'avesse mai potuto fermare, invece si era bloccato dopo neanche aver iniziato. Non che Ari ci fosse rimasto male, tuttavia non se lo sarebbe aspettato. Non così almeno.
Il suo rapporto con Nael era talmente profondo, che un qualcosa di così puramente fisico lo spaventava.

Ammetto di averci pensato più volte, ma non so se sarei in grado di arrivare fino in fondo... Che cosa sto pensando?!

Si sbatté la mano sulla fronte, coprendosi gli occhi con l'anulare e il mignolo.
Se aveva mai desiderato quel corpo scolpito dalle divinità? Certo che sì.
Se aveva mai fatto pensieri impudici su di esso? Ancora una volta sì.
Eppure era troppo timoroso e impacciato per poterli trasformare in realtà. Se non ci era riuscito con un semplice bacio mancato per anni, figurarsi con qualcosa di così complicato e libidinoso.
In qualche meandro del suo spirito immaginava che Nael si stesse trattenendo proprio per questo, ma che in realtà avrebbe voluto spingersi oltre chissà da quanto. E Ari non voleva che per colpa sua questo potesse allontanarlo.
Non si erano forse ripromessi di fare tutto quello che avrebbero voluto prima di morire?

Facile a dirlo, quando sono proprio io il primo che non riesce.

Fece un piccolo sospiro e si aggrappò di più all'altro, richiudendo gli occhi.
Qualche attimo dopo avvertì la mano di Natanael sul suo braccio che lo massaggiava avanti e indietro.
Alzò il capo per potersi scontrare con un paio di occhi assonnati e stupendi.
“Buongiorno.” Nael lo salutò e gli prese il mento per potergli lasciare un bacio a stampo.
“Come stai?”
“Indolenzito.” rise con un accenno.
“Dobbiamo andare in infermeria.”
“Ci andrò dopo il lavoro.”
“Ci andremo insieme.”
Nael si mise seduto, obbligando l'altro a spostarsi e sprofondare con la testa nel cuscino.
“Va bene, va bene. Ma non è niente, è solo qualche livido.” sbadigliò. “Ho passato situazioni ben peggiori.”
Ari rimase a fissarlo in tutta la sua bellezza e di nuovo tornò con i pensieri alla notte precedente.
Scosse violentemente la testa e si mise carponi facendo leva con le mani sul materasso; subito dopo si sporse verso il volto del moro per poterlo baciare e non gli diede nemmeno il tempo per ricambiare il gesto che l'aveva già intrappolato con un braccio dietro al collo e lo spingeva più in profondità nella sua bocca.

Se questo ti farà capire che non eri obbligato a fermarti ieri...

Il ragazzo dagli occhi cristallini non ragionava più come era solito fare. Forse sperava che, con quel semplice atto, Nael potesse comprendere che volevano le stesse cose dall'altro.
Si sentì parecchio stupido, d'altro canto non aveva avuto idee migliori.
Non era certo se dovesse preoccuparsi di più perché stava dando tanto peso a qualcosa di futile come quello o perché era talmente incapace da riuscire solamente a baciare Nael come se potesse risolvere il problema.
Non gli importò più di tanto quando le braccia possenti dell'altro lo cinsero sulla schiena e lo schiacciarono contro il suo corpo. Il petto nudo era appena sudato e Ari lo avvertì comunque attraverso il maglione – che, tra parentesi, doveva assolutamente cambiare per indossare qualcosa di pulito.
Un piccolo mugugno uscì fuori dalle labbra di Nael, mentre Ari violava ancora di più la sua bocca senza mai staccarsi da essa.
Senza sapere come, si erano ritrovati di nuovo entrambi stesi sul letto. Il corpo del minore era compresso contro il materasso da quello dell'altro, che con le mani sulla sua schiena lo avvicinava ancora di più a sé.
Solo dopo parecchi minuti Nael si fermò e gli soffiò a un niente dalle labbra.

“Che ti è preso?” rise ironicamente.
“I-io... niente... Perché?” il cuore di Ari prese a tamburellare.
“Beh, se il Mana ti ha fatto questo effetto... buon per me.” scherzò ancora, prima di succhiargli il labbro inferiore lentamente.
Ari gli si aggrappò con le gambe, incredulo di tutta quella spavalderia. Era rimasto a occhi aperti, osservando il suo volto rilassato, vedendo un lieve rossore sulle sue guance più abbronzate delle proprie.

È bellissimo.

Così come lo era il resto di quel ragazzo da cui ormai dipendeva assolutamente. Questa volta non solo perché fosse convinto che da solo non sarebbe servito a nulla, ma perché sarebbe morto senza Nael al suo fianco. Con lui, in qualsiasi posto si sarebbe trovato, sarebbe stato sempre come vivere all'interno di un enorme castello sontuoso, pieno di ogni bene e dove poteva realizzare ogni più piccolo desiderio.

Questo sentimento così grande nei suoi confronti non può che essere...

Nael gli diede un buffetto sulla guancia, prima di alzarsi da lui e far ondeggiare il braccio con forza, perché gli si era addormentato nello stare nella stessa posizione a lungo.
“Dove vai?”
“Per quanto sarebbe meraviglioso passare tutta la giornata con te, adesso dobbiamo andare a far colazione e poi io a lavorare.”
Una sirena stava risuonando fortemente per i corridoi del dormitorio, segnale che annunciava che ormai era ora di svegliarsi e cominciare una nuova giornata, ma Ari non ci aveva neanche fatto caso.
Nel suo castello non esistevano rumori.
Esisteva solo la voce di Nael.





“Quanto me li hai tagliati!” esclamò Ari, tastando la parte posteriore della nuca, dove adesso i capelli erano lunghi appena fino a metà collo.
“Aaah, stai zitto, ti stanno benissimo.”
“Certo, finché fai le tue prove su di me, va tutto bene per te.”
“Ti lamenti come una donna.” sbuffò Nael, arruffando la capigliatura biondo cenere che aveva appena sistemato.
Ari fece un piccolo grugnito e alzò il viso su quello dell'altro. Era seduto sul catino rivoltato sottosopra per usarlo come sedia e il moro si trovava in piedi dietro di lui, quindi dovette sollevare il capo all'indietro lasciando ricadere il ciuffo sulle spalle.
Natanael gli prese il volto tra le mani, troppo divertito da quanto fosse facile prenderlo in giro, e gli lasciò un piccolo bacio a stampo sulle labbra.
“Ora è il tuo turno.” gli disse Ari.
“È una minaccia?” Natanael gli sorrise ironico e prese posto sulla bacinella offrendogli le forbici.

Le avevano prese in prestito dal magazzino, ormai stava scadendo l'orario e avrebbero dovuto riconsegnarle se non volevano una bella ramanzina o, peggio ancora, un ammonimento seguito da una punizione. E per gli ultimi giorni ne avevano avuti abbastanza di problemi.
Nella settimana passata Ari non aveva dato segno di possedere il Mana e neanche le sue dita l'avevano avvertito, quindi pensò che fosse stato un immenso errore.

In realtà era combattuto.
Più passavano i giorni e più si era reso conto che la sensazione che aveva provato mentre reggeva tra le mani l'Elemento dell'Acqua era qualcosa di impagabile. Qualcosa che non avrebbe mai più sperimentato sulla propria pelle e ne era dispiaciuto.
Da una parte voleva quel potere, quasi tanto da volerne essere soggiogato.
Dall'altra, però, l'idea di diventare un mago non lo allettava per niente. Non voleva separarsi da Nael e non voleva neanche andare in una scuola per apprendere le arti della magia e avere tutte quelle responsabilità.

Per ora mi ritrovo in un eterno limbo dal quale non potrò mai uscire.

Prese tra le mani la pietra che era costretto a portare al collo e avvertì un pizzicore sul palmo, come se questa lo stesse ammonendo per non aver saputo adempiere al proprio compito.
Strinse le forbici e cominciò a tagliare i capelli corvini di Nael.

Se gli dicessi che ho intenzione di imparare a usare il Mana lo deluderò?

Non era convinto che volesse farlo davvero. Cosa avrebbe comportato tutta quella situazione?
A ogni modo, in quel momento non dipendeva unicamente da lui.

“Inconcepibile che un mago non riesca neanche a sprigionare il proprio mana!”

Così aveva urlato Niremaan, mentre Wayra tentava di elemosinare un'ulteriore possibilità per quel ragazzo che stava ascoltando tutto da dietro la porta. Non che avesse potuto evitarlo, dato che stavano urlando da minuti per decidere cosa fare con lui.

Già, non ci sono mai riuscito, neanche una volta, non potrò mai essere un mago.

Perché se ne dispiaceva? Lui non voleva diventare come loro, eppure gli era venuto più volte l'istinto in quella settimana di salire le scale e raggiungere l'ufficio di Hamar.

“Totalmente inutile. Se in tre giorni non è riuscito, allora non abbiamo altre aspettative per lui.”

La voce rauca del mago della luce si insinuò nelle orecchie di Ari e gli punsero gli occhi. Sbatté le palpebre più volte e fermò per qualche istante la mano per non tagliare via il lobo di Natanael che fischiettava un motivetto allegro mentre si picchiettava il mignolo sul ginocchio.

Inutile, inutile... sempre inutile. Anche quando qualcosa dovrebbe appartenermi.

Si sfregò gli occhi con la manica della maglietta bianca e riprese a fare da parrucchiere.
Non avrebbe dovuto darci tanto peso. In fondo, tutto quello che aveva sempre voluto era di rimanere con Nael per il resto della sua fragile vita e così lo era ancora. Avrebbe rinunciato a ogni privilegio per lui, all'essere un mago e al senso di pienezza che aveva provato quando era stato investito dalla fonte di potere dell'Acqua.
Sarebbe stato stupendo avere entrambe le cose.

Ma per uno che non ha neanche mai posseduto la metà di quello che avrebbe potuto, è impensabile che all'improvviso possa ottenere tutto.

Decise di concludere lì tutto quel rimuginare sopra a qualcosa che non portava a niente. Per quanto potesse andare avanti per ore e ore, se non giorni, non doveva fasciarsi la testa a quel modo. Si stava solamente facendo del male da solo.
Avrebbe riempito la propria vita con i nuovi sentimenti che stava provando per quel ragazzo seduto davanti a lui e che gli aveva appena fatto tornare il sorriso senza neanche accorgersene.
Subito si sentì nuovamente bene e gli accarezzò il volto con la mano sinistra.
“Hai già finito?” domandò Nael, voltando appena il capo, mostrando l'occhio nero.
“Mh.” rispose annuendo. “Ma di questa barba che ne facciamo?” ironizzò, dato che al moro stava crescendo un poco di peluria sul mento e il tutto, a dire la verità, lo rendeva molto più affascinante e maturo.
Nael si toccò il viso e fece un piccolo ghigno.
“Non sono forse sempre bellissimo?”
“Idiota.” gli diede un bacio sulla testa.
“Forse dovresti assicurarti che non ti dia fastidio.” nella sua testa era suonata bene quella frase, ma detta ad alta voce si rese conto di quanto fosse sciocca e insensata, nonostante l'avesse detta apposta per prendere in giro l'altro e ricevere un bacio.
Ari si mise a ridere e Nael si girò totalmente verso di lui e lo costrinse ad abbassarsi. Si baciarono delicatamente fino a quando il minore non giunse a una conclusione.
“Mmh... forse posso accettarti anche così fino a quando non diventerai un orso.” lo baciò ancora come per assicurarsi che fosse la sua ultima decisione e si mise a ridere sulle sue labbra.

Che stupido che sono. Non ho bisogno di altri che Nael per potere stare bene.

La mano di Natanael andò a massaggiargli il braccio fino a giungere alle forbici, che prese e buttò a terra senza farci particolare attenzione.
Il tonfo fece sussultare Ari che mugugnò qualcosa tra i denti dell'altro, ottenendo come risultato la lingua intrufolata nella propria bocca che aveva già cominciato a giocare con la sua.
Nael si alzò senza staccarsi da lui e lo fece indietreggiare fino al letto. A un certo punto, Ari scontrò il retro delle gambe con il ferro della struttura e non riuscì a mantenere l'equilibrio, finendo con lo stramazzare sul materasso.
Natanael scoppiò a ridere, lasciandolo andare proprio mentre stava cadendo, e si sedette al suo fianco. Allungò una mano verso il suo volto e tracciò il contorno delle labbra.
Il ragazzo socchiuse gli occhi azzurri per poter assorbire tutto il calore e le piccole scosse frenetiche che stava ricevendo. Allo stesso tempo, Nael stava di nuovo risvegliando una parte del suo istinto che aveva represso a lungo.
Dopo qualche secondo, questo si picchiettò sulle ginocchia e Ari si sollevò sostenendosi con i gomiti per osservarlo, per poi capire che voleva si sedesse su di lui.
Obbedì a quell'ordine implicito, sedendosi sulle cosce e circondandogli il collo con le braccia.
L'intensità degli occhi di quel ragazzo lo colpì nel profondo. Avrebbe voluto chiedergli cosa stesse pensando, ma era convinto che se l'avesse saputo sarebbe diventato rosso fino alla punta delle orecchie.
Certo, degli occhi che ti fissavano a quel modo non lasciavano molto spazio all'immaginazione, e il suo cuore prese a palpitare.
Si mise a guardare per terra, dove i piedi erano penzoloni e picchiavano contro la coscia dell'altro, avvolta da un paio di jeans sbiaditi.

“Ari?”
Lo chiamò con un sussurro roco e questo lo pietrificò ancora di più sul suo piede nudo e tremolante.
Il fascino di Nael era parecchio amplificato in quel preciso istante. Si stava comportando come il degno principe del loro castello, quello che tutte le donne avrebbero bramato, quello che lui ardeva di possedere.

Quindi io sarei...

Scrollò la testa senza finire il pensiero imbarazzante, i capelli gli finirono dritti sul volto e ci pensò subito il maggiore a riportarli indietro, per poi posare una mano sulla guancia, costringendolo a voltarsi.
“È maleducazione non rispondere quando si è chiamati, sai?” gli fece un sorriso beffardo e si avventò sul suo collo per mordicchiarlo. Gli spostò ancora la capigliatura per potersi godere di più di quella pelle nivea e delicata.
I denti gli fecero appena il solletico, poi si avvinghiarono nella sua pelle. Ari fece un piccolo lamento e strizzò gli occhi imbarazzato.
Nael lo morse come se stesse assaggiando un cibo prelibato, il più buono che avesse mai potuto mangiare e l'unico che voleva divorare.
Qualche istante dopo, Ari si ritrovò un segno evidente rosso, un segno che fortunatamente avrebbe potuto coprire con i capelli.
Si accorse che Nael teneva gli occhi socchiusi, come se fosse entrato in uno stato di trance. Questo prese a torturare di nuovo il suo collo qualche centimetro più in basso, questa volta succhiandolo e leccandolo.

Ari cominciò a sentire la salivazione diminuire in modo esponenziale e gli mancava persino l'ossigeno nei polmoni. Mai nessuno gli aveva riservato un trattamento del genere e mai avrebbe pensato di poterlo ricevere, eppure si sentiva così soggiogato da quelle labbra, così incantato e maneggevole sotto alle mosse di Nael che aveva cominciato ad accarezzargli la schiena da sotto la maglia.
Un tocco delicato e altalenante, che passava da appena sotto la spalla a quasi l'osso sacro per poi tornare su e premere su ogni dove.
L'istinto di Nael gli diceva di continuare e lasciava che fosse quello a parlare per lui, guidato da un sentimento intrinseco che lo faceva desiderare sempre di più, ardere ancora e ancora.
E Ari non poté che lasciarlo fare, trasportato dallo stesso sentimento.

Nael, se provare queste sensazioni e questo imbarazzo per qualcosa di così piccolo, proprio perché sei tu a farlo...

La bocca del moro lasciò l'ennesimo segno rosso sulla sua pelle e gli tirò il colletto della maglia per scoprire più carne e posare i denti sulla spalla.
Ari non resistette più e si mise a cavalcioni sulle gambe dell'altro, aggrappandosi a lui il più possibile e lo coinvolse in un bacio mozzafiato. Si baciarono a lungo e diventò sempre più passionale e libidinoso.
Natanael alzò di scatto la maglia del biondo e gliela tolse. Le dita ora vagavano su quel petto che si abbassava ed alzava freneticamente proprio a causa sua.

...se desiderare di voler rimanere con te per sempre anche a costo della mia vita...

Ormai non erano più in grado di distinguere di chi fossero gli ansimi, troppo coinvolti nelle bocche reciproche.
In men che non si dica, anche Nael si era spogliato della parte superiore dei vestiti e, quando i due petti furono a contatto tra loro, avvertirono uno strepitare come quando si sfregano due pietre tra loro per poter accendere un fuoco. Così era successo anche a loro, avevano innescato la fiamma.

...se questa frenesia, che non è altro che un insieme di felicità, disorientamento, entusiasmo e anche un po' di paura...

Sebbene poco prima erano le pietre che avevano scatenato l'incendio, ora erano diventati le foglie che cominciavano a bruciare, e il calore divampava sempre di più.
Quando si staccarono per riprendere fiato, avevano entrambi le guance arrossate, così come le labbra ormai paffute e stanche.
Nael lo abbracciò all'improvviso, premendo il naso sul suo cuore e le dita sulla sua colonna vertebrale, e si mise a ridere lievemente.
“Va tutto bene, Nael?” si preoccupò subito, accarezzandogli le spalle e giocando con qualche ciuffo di capelli.
“Sono solo l'uomo più felice al mondo in questo momento.”

E Ari era felice? Poteva permettersi di dire una frase del genere?
Qualche giorno prima avrebbe potuto, ma ora...
No, qualcosa l'opprimeva. Sapeva di essere se stesso colui che ostruiva il coraggio di affermarlo, ritenendo di non potersi concedere la felicità. Quando finalmente sembrava andare tutto per il meglio, quando sembrava che solo il timore del sacrificio potesse incombere nella sua vita, ecco che si erano intromessi Tangaroa e i maghi nel suo cammino.
Ora, però, ne erano di nuovo usciti ed era tornato tutto al punto di partenza.
Anche lui adesso era felice. Doveva solo convincersi.

...se tutto questo significa amare qualcuno...

Le mani di Nael avevano preso a vagare sulle sue cosce e gli davano dei piccoli pizzicotti seguiti da dolci carezze e i fremiti non indugiavano a esibirsi. Tuttavia ad Ari non importava più, quella era la sua vita.
L'unica che voleva.
Ari gli accarezzò il petto muscoloso e premette così forte per imprimersi a lungo tutta la possanza di quel corpo che avrebbe potuto scolpire molto tempo prima nella sua memoria. Era bellissimo sentire il tocco di quella pelle, nonostante ci fossero ancora dei lividi a causa delle bastonate che aveva ricevuto una settimana prima, nonostante non fosse così liscia, ma che era semplicemente perfetta per lui.

...allora io sono follemente innamorato di te, Nael.

Arrossì da solo al pensiero e risalì con le dita verso le sue spalle e poi più giù oltre le braccia per poi tornare al cuore.

Sono felice perché ti amo.

In quel momento, il loro castello immerso finalmente nella quiete fu invaso da qualcosa che non aveva il diritto di stare lì, qualcosa che era venuto per portare via Ari e abbattere le mura. Un qualcosa a cui un prode cavaliere come Nael forse non sarebbe stato in grado di opporsi.
Avvertì il formicolio, quello stesso formicolio che ormai conosceva bene.

Che sta succedendo? No, no! No! Perché proprio ora?

Subito si disperò e cercò di non darlo a vedere per quanto fosse difficile per lui. Per fortuna gli occhi chiusi di Nael furono di grande aiuto.
Si guardò le dita che ancora erano poggiate sull'altro e ne captò chiaramente il brulicare. Avevano anche iniziato a fare male. Un dolore acuto che gli trasmetteva la voglia di immergerle in una vasca riempita di ghiaccio per poterlo placare.

Perché? Perché? Non è possibile, non voglio crederci. Ora andrà via, ne sono sicuro.

Nael lo baciò delicatamente su una guancia e gli schioccò qualche altro bacio in volto per poi scendere sul petto e riservare lo stesso trattamento, ignaro di qualsiasi cosa gli stesse accadendo.
Tuttavia, Ari aveva cominciato anche a perdere il fiato, la testa gli doleva e rimbombava come un'onda che s'infrangeva sugli scogli in una giornata di tempesta.

Passerà. Ora passerà.

Invece non scompariva per niente, anzi, si amplificava sempre di più e sempre con più insistenza.
Non voleva fare del male a Nael, ma, se fosse rimasto al suo fianco ancora a lungo, non sapeva cosa ne sarebbe potuto conseguire. Avrebbe anche potuto ucciderlo con le sue stesse mani.
“Aspetta...” sussurrò appena mentre l'altro l'aveva sollevato per potersi avventare con foga sul suo stomaco e più giù, incidendo i suoi glutei con forza e con le unghie.
“Tranquillo, Ari...” Nael rispose con tono lascivo e quasi provocatorio.
“No, no... Aspetta...” non gli era uscito che un verso strozzato tanto che fosse sicuro non l'avesse neanche sentito. “Aspetta!” scoppiò a piangere e urlò con quanto fiato aveva in gola, sebbene non ce ne fosse molto, ma fu abbastanza per fermarlo e allarmarlo all'istante.
“Ehi, Ari! Che ti prende? Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No... no.”
I suoi occhi si erano fatti trasparenti e fissavano le mani che sentiva si sarebbero presto illuminate e avrebbero rilasciato nuovamente il mana.
Si allontanò prontamente da Nael e indietreggiò fino a schiacciare le forbici che ancora giacevano a terra e che lo fecero inciampare e cadere all'indietro. Mugugnò di dolore quando picchiò contro il pavimento duro e freddo e, non appena posò le mani sull'acciaio per potersi rialzare, si accorse che ne aveva perso la sensibilità.





“Ari!” Nael si lanciò immediatamente su di lui.

Che sta succedendo? Perché è così spaventato?

“Ti prego, parlami.”
Ora che pensava che sarebbe andato tutto bene, ora che finalmente era in grado di amare quel ragazzo senza nessuna costrizione, si era ritrovato repentinamente inerme di fronte a una scena che non si sarebbe mai aspettato.
“Esci, Nael.”
Ari si trovava ancora a terra, incapace di potersi tirare su a causa della perduta sensibilità.
“Neanche per sogno!” si inginocchiò al suo fianco e fece per scuoterlo. “Mi prendi forse in giro? Mi stai rifiutando o c'è qualcosa di diverso?”
Gli afferrò saldamente il braccio e stranamente non udì nessun lamento di dolore.
“Che cosa ti turba?” insistette.
“Fra poco saranno qui i maghi. Non voglio che ti facciano del male.”
“Ma di che stai parlando? Non dovevano venire solo nel caso in cui avresti usato i tuoi poteri?”
Se fino a un attimo prima si era ritrovato in un sogno dove lui ne faceva da padrone, dove esistevano unicamente loro due avvolti da una brezza leggera che sibilava dolcemente, adesso stavano lottando contro un tornado con il vento che graffiava sulle loro guance tanto da far sanguinare.
“Nael, le mie mani...” provò a spiegare Ari, dato il suo sguardo sconcertato, ma ancora non riusciva a capire.
“Cos'hanno le tue mani?”

Improvvisamente tutto gli fu chiaro, non appena la pietra al collo del biondo aveva cominciato a risplendere debolmente di una luce azzurra, la stessa che ricordava di aver visto il giorno in cui era stato separato da Ari.
“Avevi detto che non sapevi fare queste cose.” il tono adirato con cui pronunciò la frase era causato dalla preoccupazione di dover salutare di nuovo quel ragazzo. Non voleva dividersi da lui.
Ottenne come risultato solamente un pianto da parte dell'altro e subito lo abbracciò per tranquillizzarlo e gli sibilò nelle orecchie mentre aveva preso ad accarezzargli i capelli.
“Mi dispiace, Nael. È tutta colpa mia.”
“Non dirlo, perché non è vero. Calmati e tutto andrà bene.”
“Non voglio andarmene.” singhiozzò nel suo collo mentre la luce si faceva più intensa.
“Impossibile. Non lo permetterò mai, non posso vivere senza di te.”

Trascorrere degli altri giorni come quelli di settimana scorsa... non ci penso neanche.

“Devi restare con me.” Nael serrò la mascella e lo strinse così forte da sentire il bruciore della collana sul proprio petto.
Stava odiando i maghi, odiava Tangaroa, odiava tutto e tutti. Avrebbe voluto tanto uscire fuori e prendere a calci qualcuno giusto per sfogare la rabbia che provava dentro di sé. In tutta la sua vita non era mai stato messo così alla prova come negli ultimi tempi, nonostante il suo passato non fosse stato dei migliori, quello che stava per succedere era definitivamente peggio.
“C'è ancora una speranza, no?” si allontanò appena da Ari e gli asciugò gli occhi con il pollice. “Non mi pare che tu abbia fatto qualche magia.”
Nael si aggrappò a quella frase con tutto se stesso.
Il riflesso del ciondolo gli dava fastidio alla vista ormai, nonostante non fosse più grande di una noce, e sgranò gli occhi.
Afferrò la collana e cercò di slacciare il gancio, anche se le sue mani stavano tremando e non riusciva a mantenere il controllo.
“Te la tolgo, così non sapranno mai niente.”
“Fermo!” la mano tremante di Ari agguantò prontamente la sua, senza sapere come aveva ritrovato la forza di muoverle. “Se la togli se ne accorgeranno.”
“Mh?”
“Hanno fatto un incantesimo, non so dirti altro.” abbassò il capo con ancora qualche lacrima che si era fermata sulle sue guance.
“Ma che cazzo! Cosa vogliono questi maghi! Non è abbastanza torturarci psicologicamente, spaventandoci con la storia del sacrificio per la divinità!” il maggiore enfatizzò il tutto con i movimenti delle braccia e si alzò di scatto, cominciando a vagare per la stanza.
“Merda, merda!”
Prese a calci il catino, facendolo ruzzolare fino alla parete, e strinse i denti a causa del dolore che si era procurato da solo.
“Nael...”
“No.” affermò deciso, interrompendolo. “Tu non te ne vai da qui, qualsiasi cosa accada. Che vengano pure a prenderti, dovranno passare sul mio cadavere e non sto affatto scherzando.”
“Non dirlo neanche per scherzo! Ti uccideranno se ti opporrai.” esclamò Ari, che ormai aveva ritrovato la sensibilità, sebbene il brulichio non fosse ancora cessato.
“Certo, quei tizi con i loro piccoli poteri dati da Dio si credono invincibili.” fece il verso ai maghi per poi tornare seduto vicino all'altro per terra e gli prese le mani tra le sue. “Combatterò per te, mi pare ovvio.”
“Sono più forti di te. Non ti azzardare neanche, non voglio perderti per davvero.”
“Sai che differenza? Se non saremo insieme è la stessa cosa.”

Era ben consapevole che non fosse vera quella frase e ne fu la conferma anche il volto di Ari, che lo stava letteralmente fulminando con lo sguardo. Se non avesse avuto il suo carattere a quest'ora lo starebbe picchiando di certo.
“Sì, va bene, non è così.” fu costretto ad ammettere Natanael. “Ma non ti lascio andare comunque.”
Ari fece un piccolo sorriso e lo abbracciò con tutte le forze che gli erano rimaste. Senza aver usato il mana sentiva comunque che l'energia lo stava abbandonando e la testa martellava tanto che avrebbe voluto vomitare.
Nael gli stava sussurrando delle parole dolci all'orecchio, voleva rassicurarlo il più possibile e in cuor suo sperava che non arrivasse nessuno a portarglielo via, dopotutto erano passati parecchi minuti e loro due erano ancora insieme.

Forse è stato un falso allarme, è il mana nel suo corpo che lo fa stare male. Quegli stronzi...

“Prima mi hai detto di essere l'uomo più felice.” cominciò a parlare Ari. “Sai, tante volte mi sono domandato se mai avessi provato sulla mia pelle la felicità.” ingoiò a vuoto non sapendo dove volesse andare a parare.
“Eh?”
“Ma poi ho capito che l'ho sempre avuta al mio fianco.” gli posò una mano sulla guancia, fissandolo intensamente negli occhi, i suoi erano ancora lucidi dal pianto precedente e arrossati.
Natanael non credeva alle sue orecchie. La gioia di quel discorso lo stava portando ben al di sopra delle nuvole, ancora più in alto di dove si trovavano adesso nel Cielo, fino a raggiungere i limiti del cosmo.
Senza neanche accorgersene il suo cuore aveva cominciato a battere molto più forte del normale.
“Sei tu, Nael.” concluse Ari, baciandolo lievemente sulle labbra.
Quello andava ben oltre la contentezza che aveva espresso poco prima. Ormai Natanael credette di esser stato lanciato nel mondo delle divinità a godere dei piaceri della vita seduto comodamente su un trono d'oro senza dover pensare ai problemi.
Era rimasto senza parole, il che era davvero un fatto estremamente raro per lui.

Quanto posso ancora innamorarmi di più di te? Non pensavo fosse possibile.

“Ari, io...”
Non riuscì a finire la frase che improvvisamente si sentì gelare sulla guancia, lì dove era posata la mano dell'altro, e spalancò gli occhi. Notò che anche le iridi del ragazzo si erano ingrandite e la bocca spalancata.
Il freddo intenso che aveva sentito un attimo prima era stato sostituito da una sensazione di bagnato e Ari tolse il palmo dalla sua pelle. Lo stesso palmo su cui ora era riposta la loro completa attenzione: un piccolo vortice d'acqua era comparso su di esso e rimaneva lì, espandendosi dalle dita al polso ma non traboccava di un millimetro al di fuori e non disperdeva gocce.
Nael non sapeva se rimanerne affascinato o impaurito.
Tutto quello che riuscì a fare, fu di toccarsi la gota e di assicurarsi che fosse davvero bagnata e che non si stesse immaginando tutto. Purtroppo lo era. Acqua ghiacciata che gli aveva fatto rizzare i peli.

“Che cosa..?” se prima era rimasto senza parole, adesso era anche peggio.
Vide il corpo tremolante di Ari e lo afferrò per le spalle, scuotendolo come se volesse destarlo da un sogno, ma, in realtà, era lui che voleva risvegliarsi da un incubo.
“Mi dispiace, Nael.” ripeté Ari, agitando la testa.
“Smettila...”
Natanael gli prese la mano e la chiuse pian piano. Il vortice diventò sempre più piccolo fino a scomparire.
Il minore lo guardò sbigottito.
Non c'era voluto niente che il suo tocco per richiudere quel potere dentro di sé. Com'era possibile? Lui da solo non era in grado di controllarlo e supponeva che anche Nael non avesse queste capacità, eppure era svanito senza sapere come.
“Non è colpa tua, mettitelo in quella testaccia che ti ritrovi.” Nael lo disse con fare scherzoso e gli baciò le nocche, soffermandosi qualche secondo su di esse con le labbra e strizzando così forte gli occhi da vedere le stelle all'interno delle palpebre.
Fra pochi istanti sarebbero arrivati i maghi e sarebbe finito tutto.

Non potrò più vederti, toccarti, sentire la tua voce. No, no... Non esiste! Come farò ad addormentarmi la notte senza la forza che mi permette di alzarmi al mattino?

Voleva piangere e urlare. Urlare ancora e affogare nelle lacrime.

Senza la mia luce, il mio calore, il mio sangue...

Baciò Ari come se tutto potesse dipendere da quello. Più che altro si sforzò di concentrarsi su qualcosa di diverso per non cedere a quella malinconia devastante.

Senza la persona che amo.

Gli prese il volto con una forza spropositata e s'insinuò ancora di più nella sua bocca, soffocando tutti i gemiti all'interno.
E fu proprio in quel momento che avvertirono entrambi un'ondata d'aria ghiacciata sulla loro pelle, mezza nuda. Non era affatto piacevole, sapendo quale sarebbe stata la conseguenza di quel vento.
Nael non voleva interrompere il contatto con Ari, ma fu costretto dalla situazione. Si staccò imprecando tra sé e abbassò il capo sconfitto, prima di posarlo sulla figura dell'uomo che era comparso proprio davanti alla porta della cella.

Senza di te, Ari.

Quello che tanto temeva era giunto e mascherava la sua malvagità dietro a un falso sorriso.
“Piacere di rivederti, Ari.”




NOTE DELL'AUTRICE:
DANDANDAAAAAN!

Sono malvagia, lo so u.u mi spiace ma anche no ahaha
Alloooora... capitolo pieno zeppo di eros, ancora non sono arrivati al dunque e adesso... Adesso? Ari se ne deve andare. Lo farà davvero? Si porterà dietro Nael? Fatemi sapere i vostri pareri e teorie, sono la cosa che mi rende più felice, quindi fatelo :3
Questo capitolo doveva contenere anche il prossimo, ma, come vedete, la mia capacità di sintetizzazione si è fatta sentire ancora e ho fatto amoreggiare i due ragazzi per almeno sette pagine ahaha meglio per voi e per me e per tutto il mondo u.u
Spero davvero di avervi trasmesso un saccoccio (?) pieno di sentimenti con questo capitolo e spero che le cose si stiano facendo ancora più interessanti in questo amore travagliato di cui dovete conoscere ancora tante cose!
Ringrazio tutti quelli che leggono e commentano e aggiungono ai preferiti ecc e spargete questa storia per tutto l'universo <3 Ari e Nael ringraziano <3
Il disegno l'ho fatto io e spero che anche quello vi piaccia dopo che ho imprecato sui capelli di Ari per ore e ore... e la mia mano era diventata nera perché ad un certo punto ho iniziato a colorare con le dita e tutto il palmo e cose assurde che lasciamo stare °^°
Grazie ancora e alla prossima settimana!
Flor ^w^

  
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