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Autore: Persefone3    24/10/2016    4 recensioni
Killian Jones è un giovane e promettente artista di Boston, ma la sua vita non è stata sempre facile. Proprio nel momento in cui decide di iniziare a riprendere in mano la sua vita, una giovane donna fa capolino nella sua vita. Dal canto suo, Emma Swan non ha la minima idea che dopo il suo incontro con Killian tutto quello che l'ha spinta a chiudersi in se stessa sta per subire un forte scossone. Riusciranno a trovare un loro equilibrio? E cosa succede quando uno dei due si troverà nella delicata situazione di dover proteggere l'altro dai residui del proprio passato?
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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XXVII. Last Chance
 
Le prime luci del mattino sorpresero Killian a tracciare con il dito il profilo di Emma che, amorevole, lo guardava divertita. Avevano capito presto di non poter passare sul divano il resto della notte, soprattutto quando si resero conto che il calore dei loro corpi non sarebbe stato sufficiente a scaldarli ancora per molto. Per questo Killian l’aveva presa in braccio e riportata tra le calde coperte del loro letto.
Il suo dito stava scivolando dal naso alle labbra, le stesse che erano state così generose con lui, per poi indugiare sul pomo d’Adamo. Ma fu quando il suo dito iniziò a percorre lo sterno che Emma non riuscì a trattenersi dall’esternare il suo piacere. E più sentiva Emma apprezzare quel suo gioco, più lui aveva voglia di continuare. Proseguì, dunque, lentamente sempre più in basso e più scendeva, più sentiva il corpo di Emma tendersi per il desiderio.
 
- Siamo molto reattive questa mattina, e non hai neanche un goccio di caffeina nelle vene.
- Diciamo che stamattina, la caffeina nelle vene sei tu
 
Killian continuò a scendere, galvanizzato da quelle parole, fino all’ombelico. E la sua intenzione era quella di scendere ancora. Emma, rispondendo ad un istinto ormai innato, schiuse dolcemente le gambe, come a pregustare le dolci torture che di lì a poco sarebbero seguite.
 
- Potrei farlo tutta la vita sai?
- Cosa? – rispose lei maliziosa
- Questo.
 
Fu allora che Killian sostituì al dito le sue labbra. E stavolta Emma non riuscì davvero a soffocare il gemito di piacere.
 
- Siamo insaziabili
- Comprendimi, abbiamo un intero anno da recuperare …
- Come desidera signorina
 
Killian la guardò con desiderio ma invece di proseguire nella discesa risalì su fino alle labbra, che baciò ancora e ancora.
 
- Questo è barare capitano
- E chi ha detto che ho finito? Anche se credo sarebbe meglio alzarci. Sai benissimo che siamo in grado di rimanere sotto le coperte tutto il giorno.
- Strano, mi sembrava di ricordare che fosse una delle tue attività preferite
- Stare in un letto con te? Puoi dirlo forte! Il punto è che poi non ti lascerei mai andare via e lo capisci da te, questo non rientra nelle buone maniere di un gentleman
- Ohhhh gentleman, a proposito hai fame? Ieri non abbiamo mangiato nulla e diciamo che la nottata è stata piuttosto intensa. Che ti preparo per colazione?
- Lo sai cosa mi piace.
- Allora è esattamente quello che avrai.
 

Emma stava controllando la cottura dei pancake. Era stata lei la prima a entrare in doccia e poi si era dedicata alla colazione. Si meravigliò nello scoprire che Killian non aveva spostato una sola cosa. Tutto era dove ricordava. Aveva da poco girato i pancake, quando lui la raggiunse in accappatoio.
 
- Quanto ti manca? Qui ho quasi finito – disse Emma sorseggiando un po’ di caffè.
 
Quanto era familiare tutto questo. Era mancato ad entrambi perché nella loro relazione l’uno si era sempre preso cura dell’altro. Killian si perse dietro al profumo dei pancake appena fatti.
 
- Credevo che non avrei mai più sentito questo odorino e questo calore, fortuna che mi sbagliavo.
 
Emma si appoggiò a lui che le cinse la vita. Sapevano ormai che niente li avrebbe più separati, non avrebbero permesso che succedesse ancora. Si appartenevano l’uno all’altra più che mai. E poi quel maledetto cellulare iniziò a suonare come per riportarli alla realtà.
 
- È il mio – disse Killian – torno subito.
 
Quando Emma lo vide riapparire in cucina, stava servendo nei piatti i pancake e le uova strapazzate. Killian aveva il viso teso e preoccupato.
 
- Che succede?
- Era Graham. Ha detto che ha provato a chiamarti.
- Devo aver lasciato il telefono silenziato, dannazione. Lo richiamo.
- Non serve. Ha detto che sta venendo qui per parlarti.
 

Il detective li raggiunse dopo una buona mezzora.
 
- Allora, cosa sta succedendo? – chiese Emma
- Sono qui – disse Graham – per informarvi che è stata fissata la data del processo per la fine di ottobre.
- Tra poco più di due settimane. Sono stati veloci.
- Abbiamo preso Neal in flagranza di reato, era difficile contestare le nostre accuse. Ma per i reati precedenti la tua testimonianza è fondamentale per l’impianto d’accusa. Dovrai ripeterla in aula. Ma dovrai essere pronta: gli avvocati della difesa cercheranno di screditarti.
- Testimonierò. Spero poi di chiudere definitivamente con tutta questa faccenda.
 
Emma abbassò lo sguardo e Killian le accarezzò la schiena per calmarla.
 
- Conosco il procuratore che si occupa del caso, vorrebbe parlare ancora con te per chiarire alcuni punti della tua deposizione. Vuole incontrarti tra due ore.
- Vado a prepararmi.
 
Emma baciò la guancia di Killian e poi si voltò per andare in camera e finire di prepararsi.
 
- Vengo con te alla centrale – disse ad un certo punto Killian
- Non se ne parla! Non posso esporti così.
- Credono di avere gioco facile perché pensano che tu sia sola. Non lo sei.
- Non è il momento di fare colpi di testa – intervenne Graham.
- Voglio solo accompagnarla.
 

Emma stava rispondendo da due ore alle domande del procuratore.
 
- Neal sostiene che siete sempre rimasti in contatto e che non ti ha mai minacciato.
- E allora perché Percival avrebbe dovuto aggredirmi in quel vicolo?
- Neal sostiene che Percival non ha fatto niente di tutto ciò. In aula questo potrebbe essere un passaggio delicato della tua testimonianza. Sei sicura che non hai nulla che attesti l’aggressione? Un certificato medico per esempio.
- Non sono voluta andare in ospedale, anche se Killian mi aveva detto di farlo.
- Chi è questa persona?
- È il mio compagno. Quando sono tornato a casa c’era lui.
- Dove si trova ora?
- È qui fuori.
- Vedremo cosa si può fare.
 
Nel frattempo, fuori dello studio del procuratore, Killian stava aspettando nervosamente che Emma uscisse. Era entrata alquanto agitata, anche se aveva fatto di tutto per nasconderlo. Era assorto nelle sue preoccupazioni quando fu raggiunto da Graham.
 
- Come va? – chiese il detective
- È ancora dentro.
- Ascolta, Percival è ancora in libertà ed Emma è il testimone chiave dell’accusa. La sua deposizione in aula è fondamentale. Sono preoccupato. Metto due agenti in borghese sotto il tuo appartamento, soprattutto ora che sei venuto allo scoperto.
- Ma se non mi ha visto nessuno!
- Meglio non rischiare, la faccenda è davvero troppo delicata. Non dirle niente, però. È già abbastanza tesa di suo.
 
In quel momento la porta del procuratore si aprì e ne uscì una provata Emma, che si abbandonò immediatamente tra le braccia di Killian.
 
- Signor Jones – disse il procuratore – posso parlare con lei un minuto?
 

Dietro uno degli angoli dello spazioso e caotico corridoio, Agravine aveva visto tutto. Ecco dove era Emma e soprattutto con chi era. Si allontanò verso una zona ancora più appartata per chiamare Arthur.
 
- Sono io. Il processo è fissato per fine ottobre. E so dove si trova Emma Swan. Se testimonia in aula per noi si mette male, molto male. Manda Percival a casa di Jones.
 

L’aria di ottobre era frizzante e tutto aveva una sfumatura di arancione: non solo l’autunno stava sbocciando ma Halloween era nell’aria. Emma aveva contato i giorni che la separavano dalla sua deposizione al processo. Due giorni, mancavano solo due giorni. Killian le era stato sempre vicino, si era preso cura di lei in ogni modo possibile come, del resto, avrebbe voluto fare sin dall’inizio. L’aveva osservata attentamente negli ultimi giorni e più la data si avvicinava, più la tensione saliva.
Emma era seduta al tavolo del soggiorno e stava ricontrollando nervosamente i documenti del processo. Killian era accanto a lei e aveva voglia di distrarla per un po’ dalle sue preoccupazioni.
 
- Emma conosci quei fogli a memoria.
- Lo so, m ho paura di fare casino.
- Senti perché non usciamo a fare quattro passi?
- Sarei scontrosissima. Non sono dell’umore adatto.
- Mary e David hanno organizzato una festa per Halloween. Non vorrai presentarti così? Andiamo a sceglierci qualcosa da mettere.
- Io ce l’ho il costume perfetto. Con questa faccia sarei uno zombie da fare invidia a qualunque film dell’orrore.
- Non ci può fare male un po’ d’aria fresca.
- Sai che ti dico, hai ragione.
 
L’agente Stone e la sua partner stavano sorseggiando un caffè caldo quando videro Emma e Killian uscire dal portone di casa. Era stato piuttosto semplice tenerli d’occhio in quelle due settimane. Emma si recava alla galleria tutti i giorni mentre Killian usciva un po’ più tardi. La sera rimanevano quasi sempre in casa. Uscirono dall’auto e si accinsero a seguirli. Peccato che non fossero gli unici. Percival aveva piantonato l’appartamento di Killian sin da subito e aveva notato ovviamente gli agenti. Doveva agire con molta cautela. Emma non doveva per nessun motivo arrivare a quell’aula di tribunale.
Emma e Killian camminavano ignari lungo la strada. Stretti l’uno all’altro, stavano ammirando le colorate vetrine dei negozi con tutti gli addobbi di zucca.
 
- Allora, hai deciso da cosa mascherarti? – chiese Emma sorridendo- 
- Pensavo di assecondare il mio lato piratesco.
- Non dirmelo!
- Qualche giorno fa ero nell’appartamento di Liam e stavo rovistando tra degli scatoloni, non mi ricordo neanche per quale motivo. Insomma in una delle scatole ho trovato un vecchio costume da pirata. Me lo aveva regalato poco prima di partire per il suo ultimo viaggio. Ho pensato che sarebbe stato carino per la festa.
- Direi che è perfetto! Come è fatto?
- C’è un lungo pastrano nero, pantaloni neri di pelle
- … Interessante …
- Camicia nera e gilet rosso ricamato
- Mancano gli accessori!
 
L’attenzione di Emma fu catturata subito dalla merce esposta in una delle vetrine della cartoleria: tra i vari oggetti spiccavano una collana con due inconfondibili ciondoli da pirata, una spada e un teschio e accanto tre grandi anelli uno più bello dell’altro.
 
- Guarda che belli, Killian! Entriamo! Per me ti starebbero benissimo!!
 

L’agente Stone non li aveva persi di vista un solo momento. Quando li vide entrare nel negozio si fermò a pochi passi per tenere sotto controllo la situazione.
 
- Bill – disse Kelly la sua collega – prendiamoci un caffè, quei due potrebbero rimanere lì per delle ore.
 
Si avvicinarono ad un chiosco per prendere un bicchiere. Anche Percival aveva seguito la coppia ed era stato attento a non attirare su di sé l’attenzione dei due poliziotti. Doveva agire. Studiò la posizione del negozio e la distanza dei due poliziotti. Doveva sfruttare il fatto che quei due fossero tra la gente, la confusione poteva giocare dalla sua parte. Doveva colpirli appena usciti dal negozio, l’effetto sorpresa sarebbe stato dalla sua.


Emma era rimasta così affascinata dagli accessori che aveva provato a convincere Killian ad indossarli anche fuori del negozio. Il loro bottino aveva visto accrescersi anche di un orecchino.
 
- Mamma mia capitano … se fossimo soli …
- Temo dovrai aspettare fino a casa
- Almeno la catenina puoi tenerla
 
Emma si avvicinò a lui. Gli sistemò i ciondoli sul petto aprendogli un po’ la camicia.
 
- Sei perfetto così
 
Killian stava ancora ridendo quando misero piede fuori dal negozio. Erano tornati a stringersi e il fatto che il viso di Emma fosse finalmente meno teso lo rendeva davvero felice. Sarebbe stato disposto anche a girare vestito da pirata in quel momento se poteva distrarla un momento dalle sue preoccupazioni. Ad un certo punto, uno sconosciuto li urtò
 
- Stai attento amico! – disse Killian che si era proteso in avanti per proteggere Emma dall’irruenza di quel tizio.
- Mi scusi davvero.
 
Lo sconosciuto alzò il viso e in quel momento Emma lo riconobbe subito. Era Percival. Non fece in tempo a urlare che l’uomo si avventò su di lei con un coltello in mano. Killian, però, non si fece cogliere alla sprovvista e si gettò immediatamente su Emma.
Stone e Kelly stavano sorseggiando il loro caffè quando videro un uomo urtare Emma e Killian.
 
- Kelly, sta succedendo qualcosa.
 
Avevano quasi raggiunto i due quando videro l’uomo estrarre il coltello e avventarsi su Emma. Si precipitarono immediatamente verso di loro.


Emma sentì il corpo di Killian franarle addosso. Caddero a terra. Con la coda dell’occhio vide Percival allontanarsi e subito dopo un uomo gettarsi al suo inseguimento. Si girò subito verso Killian per capire cosa fosse successo.
 
- Killian, stai bene?
 
L’uomo però non accennava a muoversi. Tirò su la mano dal suo torace e solo in quel momento si accorse che era piena di sangue.
 
- No! No! Qualcuno mi aiuti!! - gridò disperata
 
Tra la folla si fece subito strada una donna che si avvicinò immediatamente.
 
- Signorina Swan? Sta bene?
- Per favore mi aiuti!
- Io sì, ma lui è  stato ferito.
- Emma … - chiamò Killian
- Non parlare … sei stato ferito.
 
Emma adagiò Killian a terra. Sul fianco aveva una ferita d’arma da taglio. La donna estrasse un cellulare e chiamò immediatamente il 911.
 
- Sono l’agente Kelly Foster mandate immediatamente un’ambulanza c’è un ferito di arma da taglio.
 
Emma, nel frattempo, cercò di tamponare la ferita di Killian con la sua sciarpa.
- Andrà tutto bene amore mio, ma devi restare con me, hai capito? Abbiamo un futuro da vivere insieme.
 
- Sarò felice di sapere che ne hai uno.
- Ma non è abbastanza per me!! Io lo voglio con te e non ci può essere strappato di nuovo, non lo permetterò!
 
I paramedici dovettero toglierla di peso affinché potessero prestare le prime cure a Killian. Era salita in ambulanza e non aveva capito un granché di quello che le era successo intorno. Per lei la cosa importante era solo Killian. Il medico del pronto soccorso aveva preso in consegna la barella e lei era stata costretta a rimanere nella sala d’aspetto. Seduta su una delle sedie, si sentiva inerme e spaventata proprio come nel suo incubo. Improvvisamente sentì una mano poggiarsi su una delle sue spalle.
 
- Emma?
 
La donna alzò il viso e tra le lacrime mise a fuoco il viso di Graham. Come diavolo ci era arrivato Graham? E in quel momento si rese conto che doveva dirgli di Percival.
 
- Graham, io … noi … stavamo camminando e Percival … - ma le lacrime e la paura furono più forti.
 
Graham la strinse forte.
 
- So tutto. Sono stato io a mettere l’agente Stone e l’agente Foster sotto casa vostra. Temevo proprio questo. Lui come sta?
- È stato ferito, ma non so nulla, non vogliono dirmi nulla. Se gli succede qualcosa la mia vita è finita. Non posso perderlo.
- Lo so. Comunque c’è anche una buona notizia. Stone è riuscito a prendere Percival e ad arrestarlo. Aveva ancora il coltello sporco di sangue in tasca, è davvero finita.
- Sarà finita quando potrò parlare con Killian e quando sarò sicura che nessuno potrà più farci del male.
- Ho avvertito David sarà qui tra poco. Vado a vedere se posso sapere qualcosa in più.
 
Emma si lasciò ricadere sulla sedia. Dopo un tempo imprecisato, sentì la porta della sala d’aspetto aprirsi di nuovo.
 
- Emma!!
 
Mary si affrettò a stringerla subito. E David dopo di lei.
 
- Mary! Non dovevi nella tua condizione. Il parto potrebbe avvenire a momenti
- Non dire sciocchezze! Graham ci ha detto cosa è successo, come state?
- Io bene … ma Killian … - e gli occhi di Emma tornarono a riempirsi di lacrime.
- Sta tranquilla – disse David – ha la pellaccia dura. Lo conosco. Non si arrenderà facilmente.
 
La porta che dava sul pronto soccorso si aprì nuovamente e ne uscì Graham.
 
- Non sono riuscito a sapere nulla – disse Graham – ma mi hanno detto che un medico dovrebbe arrivare a momenti.
 
E così fu. Dopo pochi istanti furono raggiunti da un medico.
 
- Come sta? – chiese Emma saltando i preamboli.
- Vede signorina dal tracciato …
- Non mi addolcisca la pillola, dottore, mi dica come sta!
 
L’uomo chiuse la cartella clinica e guardò Emma dritto negli occhi.
 
- La buona notizia è che abbiamo fermato l’emorragia e che la ferita non ha toccato organi vitali, ma ha perso molto  sangue. Se supera la notte senza complicazioni, possiamo considerarlo fuori pericolo già da domani.
- È sveglio?  – chiese Emma
- Per il momento lo abbiamo sedato. È meglio che andiate a riposarvi qualche ora.
- Non se ne parla – disse Emma – io resto con lui. Dove si trova la sua stanza?
- Terza porta a destra del corridoio.
 
Emma oltrepassò la porta lasciando tutti gli altri dietro.

Quando entrò nella stanza, vedere Killian così fermo nel letto fu un vero colpo, lui che, invece, durante il sonno era solito muoversi più di lei. Avvicinò una sedia al letto e sistemò le coperte perché fosse ben coperto. I macchinari davano i parametri vitali dell’uomo stabili. Tutto sembrava tranquillo. Emma gli sistemò i capelli sulla fronte e si accorse che l’uomo aveva ancora al collo la collana da pirata. Sarà il mio portafortuna le aveva detto prima di uscire da quella cartoleria. Sperò davvero che fosse così.
 
- Stammi bene a sentire capitano. Non ti abbandonerò mai, capito? Quindi ora passeremo insieme questa dannata notte e poi ce ne torneremo a casa nostra, torneremo alla nostra quotidianità, alle nostre schermaglie, alla nostra passione. Perché quando ti sveglierai tornerai ad essere l’uomo che sei sempre stato: l’uomo che amo e che mi ama a sua volta.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Buongiornooooo!!! In attesa dei sub ecco a voi il terzultimo capitolo. So che mi starete odiando per quello che ha fatto Percival ... ha spiedinato il povero Hook ... ma non dovrebbe essere una cosa grave ... forse ... giuro che se superano questa non li torturo più. XD
Se la cosa può consolarvi avevo progettato di infierire un po' di più, ma poi ho pensato che mi avreste ucciso sul serio, quindi ho avuto la mano leggera ... XD
la buona notizia è che abbiamo preso anche Percival! 
Certo li ha colpito ora che erano insieme, ma il fiuto da detective di Graham potrebbe averli salvati ...
che dire ... io non sto più nella pelle ... sono curiosissima della puntata ...
Un bacione e a alla prossima settimana
Persefone
  
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