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Autore: floricienta    30/10/2016    1 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 8
IL VUOTO CHE LASCIA UNA SCELTA


Maggio, anno 439 del XII periodo

“Piacere di rivederti, Ari.”
Wayra aveva il suo solito sorriso stampato in faccia, gli occhi non erano che una fessura fissante incessantemente i due ragazzi che si trovavano a terra, ognuno tra le braccia dell'altro. Nael era visibilmente arrabbiato, mentre Ari triste e sconsolato.
“Mi dispiace se ho interrotto qualcosa, ma credo che sia ben evidente il perché io mi trovi qui.” continuò a parlare il mago, avanzando di un passo verso di loro.

Purtroppo era davvero così: Ari aveva usato il mana senza neanche sapere come e non aveva più vie di scampo.
Se ne sarebbe dovuto andare chissà per quanto tempo, non gli sarebbe stato permesso di vivere come Sacrificio e, anche se questo comportava il non poter essere scelto come vittima, ne conseguiva anche che doveva abbandonare Nael.
Ari rimase immobile sul pavimento, che in quel momento sembrava più freddo di qualsiasi altra cosa, e le braccia, che fino a poco prima reggevano l'altro ragazzo per la schiena, si erano afflosciate lentamente fino a toccare con i palmi l'acciaio.

“Beh, te ne puoi anche andare adesso!” Nael si alzò di scatto, parandosi di fronte a Wayra e sfidandolo direttamente con lo sguardo. Era pieno di veleno e gli stavano tremando i pugni dalla foga che aveva di picchiarlo.
“Calmo, ragazzo. Non c'è bisogno di essere così scontroso.” gli rispose con fare accomodante, ma sul suo volto non c'era più il sorriso che lo contraddistingueva.
“Sei pazzo se credi di potermi portare via Ari.” Natanael sembrò non ascoltare nemmeno le parole del mago, aveva solo voglia di rompere tutto e di dimostrare quanto quel ragazzo, che stava facendo da spettatore, fosse importante per lui.

Ari palpitò per un istante.
Ancora una volta era Nael quello pronto a salvarlo, mentre lui se ne stava lì con le mani in mano, incapace di muovere un muscolo dalla troppa paura per le conseguenze.
“Ari non è più un Sacrificio da oggi, quindi ha l'obbligo di seguirmi, e prometto che mi prenderò cura di lui.”
“Non me ne frega un cazzo!” il moro urlò con quanto fiato aveva in gola, picchiando con un piede per terra e stringendo così forte i pugni da non farsi più circolare il sangue. “Sono io quello che deve occuparsi di lui.” sbatté una mano sul petto per poi continuare. “Di certo non degli stupidi maghi che si credono chissà chi solo perché sanno richiamare il vento o il fuoco o quello che è!”
“Il tuo comportamento deplorevole meriterebbe di essere punito.”
Nael fece un ulteriore passo verso di lui.
“Provaci e te ne pentirai amaramente.”
La sua iride nera era ancora più intensa del solito, così profonda e oscura che metteva soggezione, e sembrava scurire persino l'altra, che in quel momento di verde acqua non aveva niente se non piccole striature vicino alla pupilla.
“Non credo tu sia nelle condizioni di poterti ribellare a un mago.” ribatté l'uomo, ironico, squadrandolo da capo a piedi.
“Io credo, invece, di poter fare tutto quello che voglio.”
“Sono stufo della tua insolenza.”
La mano di Wayra si stava lentamente avvolgendo di una luce verde intensa, e già si poteva distinguere chiaramente il sibilio del vento che si stava generando sulle sue dita.

“No!”
Ari scattò fulmineo verso i due e allungò un braccio per poter afferrare il polso del mago, ma dalle sue dita uscì fuori un flusso d'acqua cristallina che colpì in pieno Wayra, bagnandolo all'altezza del petto.
I due ragazzi rimasero a occhi spalancati. Il biondo si era fermato nel bel mezzo della stanza, con il fiatone, come se avesse consumato una notevole quantità di energia, e Nael con il volto verso di lui che lo fissava senza sapere cosa dire.
“Noto che sei in grado di richiamare i poteri quando vuoi.” sorrise il mago del vento, creando un piccolo turbinio che asciugò alla svelta la sua tunica grondante.
“No... io...”

Ho davvero usato il Mana per attaccare Wayra. Come ho fatto?

Ari strinse il pugno davanti alla propria faccia, per poi abbassarlo deciso e guardare il mago in segno di sfida.
“Non osare fare del male a Nael.”
Il maggiore si ritrovò a sorridere, contento che stesse prendendo le sue parti per proteggerlo. Gli si avvicinò per circondare la sua vita con un braccio e avvicinarlo.
“Lui non vuole venire con te.” affermò Natanael.
“Mi dispiace, tuttavia questi sono gli ordini.”
“Significa che verrai spazzato via dalla potente magia di Ari e dai miei pugni.”
“Io non so come...” provò a parlare il biondo, però venne prontamente fermato dall'altro.
“Sono sicuro che nel profondo del tuo spirito sai usarlo perfettamente. Devi solo credere in te stesso.”
“Anche se così fosse, come potrei mai sconfiggere un mago?” sussurrò ancora Ari.

Sicuramente era in grado di controllare il Mana in qualche modo, eppure non sapeva come e, di certo, non poteva confrontarsi contro qualcuno che aveva imparato a domarlo fin dall'infanzia e che adesso si ritrovava addirittura tra i maghi deputati alla conduzione dell'aeronave dei Sacrifici.
Provava dell'orgoglio nel fatto che Nael credesse in lui, sebbene entrambi sapessero benissimo che non c'era storia per una sfida.

“Smettiamola con queste bambinate.” Wayra era evidentemente infastidito dalla situazione.
“Ari non vuole diventare un mago, quindi puoi sloggiare.”
“Beh...”
Il volto di Nael scattò subito sul suo.
“Cosa significa beh?” storse il naso e mollò di poco la presa sul suo corpo.
“Non lo so ancora cosa voglio.” Ari cercò di giustificarsi.

Era finito in una circostanza terribile: sentire di nuovo quel potere in lui gli aveva risvegliato il pensiero che, in fondo, non era qualcosa di negativo possedere il Mana. Poteva salvare se stesso e anche Nael da un futuro orribile, dove solo la morte li avrebbe accolti. Purtroppo non aveva mai avuto l'occasione di parlarne con Nael e non gli aveva mai spiegato come si fosse sentito durante la Prova degli Elementi e di come fosse stato appagante il complimento che Tangaroa gli aveva dedicato appena dopo.

Non voglio essere un mago, ma al tempo stesso questo potere mi fa stare bene... In qualche modo sento che mi appartiene.

Era troppo combattuto dentro di sé per poter giungere a una conclusione. Per questo aveva cercato di pensarci il meno possibile e non si era ancora dato una risposta.
“Che?” il moro si allontanò del tutto dal ragazzo. “Quando avresti voluto dirmi che intendevi andartene con questo tipo?” indicò Wayra con un ampio movimento del braccio.
“No, aspetta, non intendevo questo.” Ari scosse la testa più e più volte, sentendo i lacrimoni agli occhi. “Ti prego non fraintendere le mie parole. Ti ho già spiegato che se facessimo parte dei Facoltosi, allora...”
“Tu ne farai parte.” affermò Nael. “Sarò escluso dal tuo mondo.”
“Sei la mia famiglia, quindi anche tu lo diverrai. Ti prenderò sotto la mia custodia, ma non lascerò che ti venga fatto del male. Te lo giuro.”
Natanael negò con il capo, incapace di formulare una frase sensata. Il cuore gli si era chiuso nel petto e gli doleva pesantemente, e Ari non poté che addolorarsi di fronte a quella vista.
“Nael...” si protese verso di lui e gli afferrò il polso con le dita tremolanti.
Subito dopo vennero sovrapposte da quelle calde e più sicure dell'altro, e pensò le volesse allontanare da lui.
Non poteva aver rovinato tutto il loro rapporto solo per quello. Non aveva quasi mai litigato con Nael e non voleva cominciare proprio adesso che se ne doveva andare via.

Non sopporterei l'idea di andarmene con te arrabbiato.

Però non venne allontanato, anzi, Nael si buttò tra le sue braccia, e Ari percepì qualcosa di bagnato colpirlo sul collo.
“Se avete finito con i saluti...” li interruppe Wayra con un piccolo sorriso.
Natanael non lo ascoltò neanche e rafforzò la presa sul ragazzo.
“Perché non ti sei confidato con me?”
“Perché non è mai stata mia intenzione quella di lasciarti qui. È vero, i poteri mi fanno sentire strano in maniera positiva, malgrado ciò, niente vale come averti al mio fianco.”
Era stato sincero, per quanto le idee ancora vagassero senza meta nella sua mente.
“Tu vuoi andare?”
“No.”
Nael si staccò quanto bastava per poterlo osservare negli occhi, e Ari provò una stretta al cuore che gli fece di nuovo venire da piangere.
“Ma vorresti imparare a usare il Mana.”

Il biondo annuì e cominciarono a scendere le prime lacrime, una delle quali venne catturata dalle labbra dell'altro.
Sentiva di aver spezzato ogni cosa in Nael, lo avvertiva chiaramente sulla sua guancia con quelle labbra tremolanti, con le dita sudate che gli stringevano forte entrambe le braccia e il lamento gutturale che udì subito dopo.
“Quando tornerai da me?” aveva provato a parlare Nael, ottenendo una frase sconnessa dai singhiozzi. Non avrebbe mai voluto farsi vedere così dall'altro, ma non riusciva a darsi un contegno.
“Non tornerà per molto tempo.” rispose al suo posto Wayra. “Dovrà imparare l'arte del Mana, poi sarà trasferito su un'aeronave adepta ai maghi e al loro apprendistato.”
“Cosa?” Ari urlò con un verso strozzato. “Non può venire anche lui?”
“Non è che un Sacrificio, questo è il suo posto, come il tuo è con noi.”

Ari sentiva la testa pulsare.
Era esausto, troppo per poter continuare ancora a rimanere in piedi nel bel mezzo della stanza con Nael distrutto proprio davanti a lui e Wayra che non faceva altro che rigirare il coltello nella piaga. I suoi occhi cristallini non facevano che spostarsi dal moro al mago, poi sul suo letto dalle lenzuola sgualcite e poi alle forbici che ancora si trovavano a terra.
Quale delle due cose era più importante? Nael, su questo non c'erano dubbi, ma al tempo stesso era obbligato a seguire Wayra o ci sarebbero state conseguenze, e quelle sarebbero ricadute proprio sul ragazzo che voleva proteggere a ogni costo.

Nael, ti prego non odiarmi. Lo faccio per te e anche per me, solo per un nostro futuro. Per una volta sono io quello che vuole cancellare le lacrime dal tuo volto per far risplendere il sorriso.

Così pensando fu lui stesso quello che sorrise e baciò dolcemente Natanael sulle labbra, gesto che venne ricambiato all'istante. In men che non si dica furono intrappolati l'uno nelle braccia dell'altro ancora una volta, noncuranti che ci fosse Wayra a osservarli.

Solo perché un giorno avrò il coraggio di dirti che potremo vivere felici per sempre...

Le mani di Ari andarono ad afferrare con forza qualche ciocca di capelli corvini.

...e che ti amo più della mia stessa vita.

Delle piccole gocce d'acqua cominciarono a colare da esse, bagnando la capigliatura di Nael e scivolando giù lungo la sua schiena nuda, fino a incontrare i pantaloni e scendere giù alle caviglie e creare una pozza ai loro piedi.
“Ari, sei un disastro.” Nael scherzò affettuosamente, scrollando lievemente la testa, facendo così ricadere qualche goccia intorno a loro, e Ari gli vezzeggiò il naso con il proprio.
“Credo che d'ora in poi sarà molto più facile il tuo addestramento.” prese a parlare Wayra. “Ora che hai finalmente capito cosa fa scatenare il potere.”
Si voltarono entrambi verso di lui e notarono che stava fissando attentamente Natanael, che sbatté le palpebre più volte.
“Sei tu, Nael...” disse Ari un po' confuso.
“Mi stai forse dando la colpa?” si agitò l'altro.
“Sono i sentimenti che prova per te, ragazzo.” rispose il mago.
Ma certo, non poteva che essere così. Era Nael il pensiero che doveva focalizzare.
Quello che gli aveva ripetuto più volte Niremaan nei soli tre giorni di prova lo schiaffeggiò con vigore.

Non potevi che essere tu il motivo della mia forza. Sono stato uno sciocco a non arrivarci prima.

Notò le guance di Nael che si erano appena appena colorate di rosso e lo abbracciò forte.
“Perdonami, Nael.”
“Smettila di scusarti con me.” il maggiore affondò il naso nei suoi capelli biondo cenere. “Devi andartene per davvero, eh?”
“Troverò il modo per tornare o li convincerò per farti vivere con me.”
“Non credo lo faranno.” gli sorrise, nonostante non avesse alcun motivo per farlo. “Piuttosto sono io che troverò il modo di sgattaiolare da te.”
Ari si mise a ridere per poi rivolgersi a Wayra.
“Se davvero Nael è quello che mi serve per scatenare il mana, allora non potete evitare che lo veda.” si era deciso a provare il tutto per tutto, era disposto a qualsiasi cosa. “Altrimenti non sarò in grado e dovrete rispedirmi con i Sacrifici. È uno spreco di tempo per voi.”
Il mago del vento si batté la mano sulla fronte e sospirò pesantemente.
“Certo che i ragazzi d'oggi sono impossibili.” si avvicinò ad Ari e gli mise una mano sulla spalla. “Io non posso prometterti niente e non voglio assolutamente farlo, perché va contro il regolamento, ciononostante potrai discuterne con il Sommo Hamar e lui potrebbe darti il permesso.”
Gli occhi di Ari si illuminarono per un istante, poi il mago continuò.
“Ma non dovranno esserci distrazioni durante l'addestramento, quindi per un po' di tempo dovrai comunque dirgli addio. Tireremo fuori la questione solo quando il tuo percorso sarà concluso.”
“Cosa significa? Per quanto tempo sarebbe?”
“Dipende tutto da te.” Wayra si diresse verso la porta. “Ora è tempo di andare. Per favore, vieni al mio fianco.”

Ari indugiò nel lasciare Nael del tutto, lo guardò con il volto ferito, ricevendone uno uguale in cambio.
“Non è un addio, Ari.”
“Ma è un lungo arrivederci...”
“Sapremo cavarcela, suppongo.” Nael gli diede un piccolo buffetto sul lobo e prese a giocare con il suo piercing. “Vorrei solo sapere una cosa.” si voltò verso il mago. “Come mai hai cambiato idea sul mio conto così dal nulla?”
Wayra tossicchiò più volte, quasi come se fosse in imbarazzo di fronte a quel quesito.
“Sarò un mago, ma sono pur sempre un essere umano. È stato davvero difficile rimanere calmo e composto di fronte a una scena d'amore come la vostra. Ho dovuto trattenere i sospiri.”
Nael non si aspettò una risposta come quella e scoppiò a ridere tenendosi la pancia.
“Sono davvero... impressionato.” ammise il moro e, non appena percepì la mano di Ari toccare la propria, tornò serio.

Era giunto il momento di separarsi veramente.
“Salutatevi. Poi, Ari, è meglio che ti rivesti e partiamo.” Wayra si voltò come se volesse dar loro spazio per la privacy.
“Se non ci fossi stato io, tu non avresti mostrato i tuoi poteri.” Nael gli strinse forte la mano e la premette contro la propria guancia.
“Se tu non ci fossi stato, io sarei già morto da otto anni, e non potrei mai immaginare una vita senza di te.”

Si buttarono ferocemente l'uno sulla bocca dell'altro.
Si baciarono trattenendo il respiro, gli occhi strizzati per frenare le lacrime e i corpi incollati per sentire per un'ultima volta il loro calore.
“Mi mancherai da morire.” Nael gli soffiò a un niente dalle labbra.
“Anche tu.” per l'ennesima volta, Ari finì con il piangere.
Dopo qualche minuto, dove rimasero abbracciati a ripetersi dolci parole, Ari si rimise la maglia e avvisò che era pronto. Proprio mentre si stava avvicinando al mago, Nael, però, lo agguantò ancora per il polso e lo guardò con il labbro tremolante.
“Ari...”

Il biondo indietreggiò fino a quando non lo poté che sfiorare con la punta delle dita, gli occhi erano così arrossati che faceva fatica a metterlo a fuoco e le sue spalle erano continuamente interrotte dai singhiozzi. Gli faceva male separarsi da lui come non avrebbe mai immaginato. Ormai era abituato ad averlo intorno per ogni singola sciocchezza, che non sapeva se sarebbe stato in grado di sopravvivere a lungo.
Proprio per questo doveva assolutamente convincere Hamar a poterlo vedere una volta ogni tanto e, magari, Nael sarebbe stato così furbo da scappare dalla cella di notte per andare al suo piano.
Era comunque troppo doloroso per lui.
“Ciao, Nael...”
“A presto.” disse Wayra con un inchino, e in men che non si dica richiamò un tornado.

Questo avvolse il corpo dei due. La maglietta del ragazzo si sollevò, i capelli ondeggiarono e dovette socchiudere gli occhi, perché gli stava dando fastidio; al contrario, Wayra sembrava non percepirlo neanche, poiché la sua tunica era composta e la mitra sulla sua testa non accennava a spostarsi di un millimetro.
Ari rimase con gli occhi sul volto di Nael, capendo perfettamente che stava trattenendo il pianto.
All'improvviso, Nael non era più davanti a lui.





La mano di Nael era ancora tesa verso la porta della cella, ma Ari non era più davanti a essa.

Te ne sei andato definitivamente...

Si sentiva distrutto, già un vuoto aveva cominciato a scavare nel suo petto e lo squarciava a poco a poco.
Crollò sulle ginocchia e finalmente poté lasciarsi andare.
Cominciò a piangere, le lacrime cadevano a goccioloni per terra e i suoi ansimi stavano riempiendo la stanza. Era un pianto disperato, le mani gli coprivano gli occhi, sperando che potessero contenerlo, eppure non fecero che aumentare il rossore in essi.
I sospiri pian piano si trasformarono in urla e grida tormentate che rimbombarono nella stanza, come quelle delle anime che vagabondano nell'oltretomba in un circolo eterno.

Come farò senza di te?

Vedere Ari che spariva proprio di fronte a lui era stato come strappargli via la carne dalle ossa, gli mancava già una parte di lui, quella in grado di farlo rimanere la persona che era.
Non aveva mai vissuto senza di lui per un periodo prolungato negli ultimi otto anni e, se solo l'aver passato tre giorni da solo gli era stato impossibile, adesso era sicuro che ne sarebbe rimasto ucciso.
Ari aveva cercato di convincerlo che si sarebbero rivisti presto e che avrebbe fatto di tutto per tornare insieme, ma quanto potevano valere le sue parole? Non che non si fidasse, tuttavia non dipendeva da lui purtroppo e non conosceva gli altri maghi della nave per rendersi conto se poteva davvero far affidamento su quella promessa.

Come affronterò le giornate?

Inoltre, lui aveva sussurrato all'orecchio del ragazzo che avrebbe provato a fuggire dal dormitorio per andare da lui, e in qualche modo ci sarebbe riuscito, così come aveva già fatto più di una volta. Sarebbe stato comunque complicato. Di sicuro Ari sarebbe stato controllato, dato che già per tornare la prima volta era scappato – e Nael ancora si chiedeva dove avesse trovato il coraggio per un gesto del genere – e anche per lui sarebbe stato difficile; ormai i maghi sapevano del loro rapporto e, se davvero erano malvagi quanto credeva, li avrebbero ostacolati in ogni modo per portare a termine senza problemi l'addestramento di Ari.
Nael non riusciva a fermare le lacrime e la testa aveva preso a girargli, per non parlare della nausea che stava risalendo il suo stomaco fino ad arrivare alla gola.
Tossì un paio di volte, pensando che avrebbe vomitato a breve, invece si fermò e così anche le urla.
Respirò profondamente e puntò le mani sul pavimento. Le unghie stridettero contro l'acciaio e il suono acuto s'insinuò nelle sue orecchie, ma lui neppure se ne accorse, troppo impegnato con i pensieri.

Non mi avevi neanche confessato che avresti voluto provare a essere un mago.

I suoi occhi si assottigliarono, il nero come catrame unito all'arrossamento esterno lo faceva somigliare a quello di un demone inferocito.

Io non sono stato abbastanza per te? Non sono riuscito a darti la vita che avresti voluto vivere?

Si sentiva male. Aveva il bisogno urgente di una rissa dove poter sfogare la rabbia.
Non era arrabbiato con Ari, ma con se stesso che non era stato capace di accudire l'unica persona di cui gli era mai importato. E anche con i maghi, perché gliel'avevano strappato dalle uniche braccia di cui un tempo era convinto potessero adempiere a quel compito.

Ovviamente no. Sono solo un ragazzo che non ha mai portato a nulla di buono. Come ho potuto anche solo fantasticare che lo stare con te mi avrebbe cambiato?

Si mise a picchiare per terra con un pugno, poi il suo sguardo si posò sulle forbici. Le raccolse senza pensarci due volte e si scaraventò contro una parete, infliggendo un taglio lungo qualche centimetro.
Boccheggiò alla ricerca d'aria e poggiò il viso contro il muro freddo. Le guance si erano incrostate di lacrime secche, ma subito furono bagnate via da nuove che ricominciarono a sgorgare fuori.
La consapevolezza che tutto fosse causa sua lo faceva stare anche peggio.

Se solo non ti avessi amato, se non mi fossi mai avvicinato a te...

Si staccò dalla parete e indietreggiò di qualche passo. Si portò una mano al volto e cercò di tranqullizzarsi.
Osservò la stanza attraverso le dita e poté vedere Ari che si sistemava davanti allo specchio, che gli sorrideva dopo una battuta orribile, che arrossiva a causa dei suoi baci e che chiamava il suo nome, come se fosse la parola più pura che potesse mai uscire dalle sue labbra.

...se solo non fossi mai entrato nella tua vita.

Nael urlò afferrando il catino, lo lanciò in aria con violenza e questo ricadde con un tonfo sordo e fastidioso, rotolando fino a un angolo della stanza.
Era un tormento troppo insopportabile per poter resistere.
Si sedette sul letto, le mani nascondevano il suo volto e la bocca era semiaperta per permettere agli spasmi di uscire strazianti.

Che sto dicendo? Se non fossimo entrati nella vita dell'altro, a quest'ora saremmo morti entrambi. Hai ragione Ari, una vita senza di te non ha senso.

Sprofondò con la testa nel cuscino e si rannicchiò più che poté.
Voleva Ari.
Lo voleva al suo fianco.
Non poteva finire così la loro storia, non l'avrebbe mai accettato.

Non ti dimenticherai di me, vero?

Ari era la sua unica famiglia, non ne aveva mai avuta una che sentisse di chiamare tale, nessuna a cui apparteneva davvero. Quel ragazzo così fragile, timido e dolce era l'unico che l'aveva fatto sentire bene per la prima volta dopo quasi sedici anni, quando era iniziata la loro convivenza.

Ari...

All'improvviso sentiva freddo e solo ora si era reso conto di avere ancora la testa, i pantaloni e parte del corpo bagnati.

Ari...

Si sentiva a pezzi, tra l'agonia e la collera, per non parlare del completo senso di vuoto che lo stava opprimendo. Non sarebbe più stato quello di una volta, ormai aveva perso la parte più importante di lui, portata via come un seme al vento.
Solo il nome di quel ragazzo continuava a ronzare nella sua testa, e alla fine non resistette più e urlò facendosi male alle corde vocali.
“Ari!”





“Da domani inizierai il tuo addestramento, Wayra si è offerto di farti da mentore.” sentenziò Hamar con voce roca.

Ari si trovava al di là della scrivania, con le braccia rigide lungo il busto e le spalle che ancora tremavano per via delle lacrime che non si erano fermate da quando aveva lasciato la propria cella.
Adesso avrebbe avuto la possibilità di imparare a sfruttare il potere che Tangaroa gli aveva concesso, e doveva farlo alla svelta per poter tornare da Nael. Dipendeva unicamente da lui e dalla sua forza di volontà.

“Dovresti essere orgoglioso di far parte dell'élite.” continuò il mago della luce, e Ari annuì debolmente.
Orgoglioso? Di diventare come quelli che avevano ucciso migliaia di persone? Non lo sarebbe mai stato. Voleva solo capire perché il Mana era dentro di lui, perché gli conferiva una forza che non pensava di possedere e perché nella sua mente vorticava la voce di Tangaroa che gli chiedeva di aiutarlo. Ancora era all'oscuro di cosa significasse.
“Vedrai, andrà tutto bene.” Wayra gli posò una mano tra i capelli, e Ari sussultò al contatto.
Non era quella la voce che doveva dirgli certe cose, non era quella la mano che doveva toccarlo per rassicurarlo.

Come posso appartenere a due mondi e nello stesso tempo a nessuno?

Venne scortato in quella che sarebbe stata la sua stanza per i prossimi giorni, la stessa in cui aveva dormito l'ultima volta. La visione di quel letto vuoto era un duro colpo al cuore, per quanto potesse essere morbido, sarebbe sempre stato freddo e portatore di incubi.
“Prenderemo i tuoi oggetti personali al più presto e verrai rifornito con altri nuovi.”
“Posso andare a prenderli da solo.” affermò a testa bassa.
Wayra si mise a ridere sotto i baffi.
“Per poter vedere quel ragazzo?”
“Non vedo il problema.”
“Sarà impossibile separarvi di nuovo.” il mago si tolse la mitra dalla testa e slacciò dal collo del ragazzo la collana, per riporla al suo interno. “Non vorrai essere un disonore per tutti i maghi? Un Sacrificio non è ben accetto tra noi.”
“Non mi importa.” la voce di Ari era atona, svuotata da qualsiasi sentimento.
“E la storia di imparare a usare il mana?”
“Non significa che voglio diventare uno di voi!”
Wayra sospirò esageratamente, rimettendosi la mitra sul capo con attenzione.
“Ci sono già stati casi in passato dove maghi hanno diffamato la nostra stessa autorità, alcuni hanno persino rinunciato al dono delle divinità e hanno finito per vivere una vita insulsa e senza appagamento, diventando Sacrifici. Tu vuoi esserlo? Vuoi avere paura di morire ogni singolo giorno?”

Sembrava che Wayra avesse letto attentamente dentro di lui.
Ari non voleva convivere ancora con la paura della morte, gli era bastato in due lunghi anni. Proprio per questo voleva imparare e fuggire dalla possibilità di essere la prossima vittima, ma il prezzo era troppo alto da pagare.

Non si può ottenere nulla senza dare qualcosa in cambio.

E il suo prezzo era Nael. Avrebbe potuto rinunciare immediatamente al Mana e tutta quella storia sarebbe finita. Eppure, tra il tornare a una vita piena di ansie, e il riuscire a sopravvivere per qualche mese da solo per poi salvare entrambi...
La seconda opzione era una prospettiva migliore.

Mi impegnerò al massimo per finire il prima possibile il mio addestramento e tornare da te.

Ari scosse la testa, non ancora del tutto convinto di aver preso la decisione migliore, ma speranzoso che lo fosse.
“Adesso riposati. Hai bisogno di energie per domani.” il tono del mago del vento sembrava come quello di un padre che si preoccupava per il proprio figlio. Forse davvero non tutti i maghi erano malvagi, forse Ari non avrebbe dovuto essere così timoroso e avrebbe avuto comunque qualcuno al proprio fianco che gli avrebbe dato una mano.
Lo stesso non poteva dire per Nael, lui si trovava da solo, e sperò con tutto il cuore che la forza d'animo che aveva sempre mostrato davanti a lui avrebbe resistito fino a quando non sarebbe tornato.





Era ormai passata una settimana e Nael non aveva fatto altro che trovare qualcosa con cui impegnarsi ogni giorno, per non stare con le mani in mano a pensare e rattristarsi.
Già lo era abbastanza quando di sera non aveva nessuno con cui parlare, quando il suo letto si impregnava delle lacrime salate, che non poteva gestire. La sua mente tamburellava fino a quando non sentiva una voce straziante dentro di sé che gli diceva che non avrebbe mai più rivisto Ari e che sarebbe stato per sempre solo.
Quel giorno aveva finito presto di lavorare e si maledì per esser stato così celere. Camminava a passo svelto, le mani strette a pugno lungo i fianchi, gli occhi infuriati che facevano mantenere da lui la distanza a chiunque gli passasse di fianco.
Era ancora evidentemente arrabbiato.

Come volevasi dimostrare, non era nemmeno riuscito a svignarsela di notte per raggiungere il piano dei maghi: le guardie avevano aumentato i turni, perché sicuramente erano state avvisate dell'eventualità di una sua fuga, quindi doveva solo aspettare che calassero i controlli. Chissà per quanto tempo ancora però.
Ogni giorno si domandava se Ari stava bene, se mangiava, se non si sforzava troppo e se lo pensava.

Sono talmente perso senza di te che non faccio che immaginarti ancora qui al mio fianco.

“Natanael!”
Qualcuno lo chiamò da lontano e lui si voltò per vedere chi fosse: era il capo di Ari, o meglio, l'ex capo.
Sbuffò sonoramente, non era certo una persona che avrebbe voluto incontrare, ma gli si avvicinò per scambiare quattro chiacchiere, magari lo avrebbero distratto.
Per qualche minuto fu così effettivamente, si misero a parlare di sciocchezze e del reciproco lavoro, non che avessero molto altro da spartire. Rimanevano comunque un Sacrificio e un Normale.
“Ultimamente non vieni più alla stalla.”
Nael sussultò a quell'affermazione.
“Immagino che senza Ari non sia più divertente passare un po' di tempo con le mucche, eh?” continuò a parlare l'uomo.
“Infatti.” Natanael rispose secco, con un tono duro.
Non voleva parlare di Ari, l'avrebbe solo ferito maggiormente ed era stufo di quella situazione, tuttavia l'altro insistette con un sorriso, non immaginando neanche il suo stato d'animo.
“Chi l'avrebbe mai detto che fosse un infiltrato tra i Sacrifici. Mi piaceva quel ragazzo, tranquillo e sicuramente un tipo a posto.”
“Lui non era un infiltrato.”
“Ma se ha nascosto per due anni di possedere il Mana.”
“Non lo sapeva!”

Ari non è come loro.

Non comprendeva il perché, ma improvvisamente stava perdendo il controllo. Il pensiero che Ari gli avesse nascosto quel potere non gli aveva neanche mai sfiorato l'anticamera del cervello, e non sarebbe stato un uomo qualsiasi a mettergli quella pulce nell'orecchio. Non poteva avergli mentito per otto anni, non Ari. Non ne sarebbe mai stato in grado.
“Come fai a dirlo? Certo, deve essere stato bravo a non mostrare segni e a non usarlo mai.”
“Smettila...” sussurrò tra i denti.

Non osare insultarlo.

Le nocche gli erano diventate bianche da quanto stava tenendo le mani strette a pugno e il sangue stava affluendo fino a fargli diventare il volto arrossato.
“Deve essere stato un duro colpo per te, dato che eravate così amici.”

Basta!

Il suo corpo reagì al suo posto.
“Ho detto di stare zitto!”
Gli tirò un pugno dritto in faccia, facendolo barcollare all'indietro. Si lamentò perché si era fatto male alla mano e la scosse davanti al viso, tenendola poi con la sinistra.
“Ma che ti è preso?” l'uomo parlò con la voce soffocata dalla mano che aveva davanti alla bocca, probabilmente gli aveva fatto uscire del sangue.
“Non osare parlare di Ari come se sapessi davvero qualcosa di lui!” Nael gli si avventò contro e ruzzolarono insieme sul pavimento. “Non osare parlare di noi due come se sapessi di noi!” gli diede una serie di altri pugni e l'altro non riuscì a reagire, troppo preso alla sprovvista. “E non osare parlare di me come se comprendessi i miei sentimenti!”
Gli stava per tirare l'ennesimo colpo in faccia, però fu fermato da una botta che gli arrivò dritta sulla schiena e che lo fece cadere sbattendo il mento a terra.
Non ebbe il tempo di capire cosa fosse successo che era stato preso per i capelli e tirato su a forza, per poi essere di nuovo lanciato sull'acciaio come un sacco della spazzatura.

Merda...

“Rimani fermo dove sei o sarò costretto a passare alle maniere forti.”
Nael riuscì a distinguere con la coda dell'occhio una guardia che gli si era messa a cavalcioni sulla schiena e che gli aveva tirato con noncuranza le braccia dietro di essa per legargli i polsi.

Non di nuovo...

Eppure se l'era cercata. Aveva aggredito il capo di Ari senza una vera motivazione, gli era solo scattato qualcosa che l'aveva fatto diventare violento.
Negli ultimi giorni si era sentito sempre così, ma non pensava sarebbe arrivato a commettere qualcosa di così avventato per una stupida frase, detta da un uomo che non conosceva assolutamente la versione reale dei fatti.
Sospirò e chiuse gli occhi senza opporsi ancora.
In men che non si dica fu rinchiuso nuovamente in una cella d'isolamento.
L'unica cosa di cui era sicuro, era che neanche quella notte avrebbe potuto rivedere Ari.

Perdonami.




NOTE DELL'AUTRICE:
*si asciuga gli occhi e soffia il naso*
Si sono separati, che tristezza... Non c'è mai fine alla tristezza.
In ogni caso, condividete la decisione di Ari? Alla fine ha scelto di dividersi da Nael solo per il loro futuro, credo sia un comportamento coraggioso per uno come lui che non lo si è dimostrato per niente (almeno da quello che si è capito in questi pochi capitoli, no?).
E Nael?! ;^; quel bambino bellissimo che ha reagito in quel modo! Aaaah spero di avervi straziato il cuore! =w= tutto intenzionale =w= per quanto mi dispiaccia, la scena appena dopo Ari che svanisce volevo scriverla tantissimo. Era da due capitoli che mi dicevo: “Allora? Quando va via Ari che devo scrivere di Nael che soffre?” giustamente quando è arrivato il momento è entrata mia madre a dirmi di andare a letto e ho dovuto scriverla su un promemoria del telefono xD e che cavolo! L'ispirazione ce l'avevo da tutto il giorno ahah
Cosa accadrà ancora? Ari inizierà l'addestramento? Nael spaccherò tutto e andrà a salvare Ari? Ditemi, sono tutta orecchie!
Grazie a tutti voi che leggete, lasciate un commento e mi farete felice, così come se aggiungerete la storia alle preferite, seguite, ricordate! <3
Alla prossima settimana!

Flor <3

  
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