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Autore: Atra    06/11/2016    3 recensioni
Vi siete mai chiesti come sarebbe andata la storia di Final Fantasy VIII se Seifer avesse avuto una sorella?
Beh, io sì e questo è il risultato:
Il sangue è un vincolo.
E dai vincoli non ci si può liberare.
E non si può nemmeno scegliere senza farsi male.
O senza subire perdite.
Cosa scelsi io? Perché scelsi?
Quando avrei potuto cambiare qualcosa, feci tutto ciò che era in mio potere?
Il sangue è un vincolo.
Lo rimane anche quando è versato.
Potrai perdonarmi adesso, Seifer?

Buona lettura e spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Comico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Seifer Almasy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Legami'
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A ogni secondo immerso nel mio silenzio, la mano di mio fratello stringe sempre di più la presa sulla mia sinistra, incurante delle mie nocche che cominciano a scricchiolare.
-Seifer, mi stai facendo male- mormoro infine, più per abitudine che per altro. Da quando ho memoria, mi è sempre bastato dire questa frase per far subito desistere mio fratello da qualsiasi cosa mi stesse facendo, anche per gioco.
Oggi no. E questo certamente non è un gioco.
-Quando farai ciò che ti ho chiesto, ti lascerò andare- è infatti la risposta serena di Seifer, che sottolinea la sua affermazione stringendo ancora di più le mie dita.
Socchiudo gli occhi e mi mordo un labbro per resistere al dolore; forse, quando risolleverò le palpebre, in qualche modo non incontrerò più gli occhi dorati di Seifer, la sua stretta di ferro o il suo cuore di ghiaccio.
Forse questo è un altro dei miei sogni perversi, in cui io sono una stupida ragazzina arrendevole, mio fratello mi fa del male e il gallinaccio finalmente serve a qualcosa.
-Atra, comincio a spazientirmi- interviene seccamente la Strega, inviandomi una fredda stilettata che sopporterei a malapena, se non fosse per un improvviso, pauroso scricchiolio e una tremenda ondata di dolore ancora più forte, che mi costringono a spalancare gli occhi: Seifer sta stritolando la mia mano con tutta la forza che possiede e probabilmente me la sta rompendo.
Ancora quegli occhi.
Ancora quella stretta.
Ancora quel ghiaccio.
No, non sto sognando né giocando: questo è veramente mio fratello.
-Atra, non farmi arrabbiare- mi ammonisce gelidamente lui, le sopracciglia sollevate ad arco che fremono d'impazienza, il tono ammonitorio e infastidito di un adulto che sta parlando a un bambino capriccioso.
Gli occhi mi si riempiono involontariamente di lacrime:
-Seifer, per...- comincio, ma lui mi interrompe, urlandomi in faccia:
-VUOI DARMI QUELLA DANNATA RISPOSTA?!-.
Il primo schiocco mi avvisa che il mignolo è andato, come mi conferma subito l'atroce fitta di dolore che mi risale lungo il braccio e raggiunge con uno spasmo ogni singolo nervo del mio corpo.
Affondo i denti nel labbro inferiore e mi impongo di non arrendermi così facilmente: fino a quando il dolore non sarà più umanamente sopportabile, io non cederò.
-Basta, Seifer! Lasciala andare!- interviene in questo momento Zell, ma mio fratello si volta come una furia, mentre anche il mio anulare cede sotto la sua stretta convulsa:
-Gallinaccio, immischiati ancora una volta e...-.
Altro cedimento a sottolineare le sue parole: questo è il medio. Il mio braccio comincia a tremare in modo incontrollato, così come le ginocchia, mentre una goccia di sangue scivola rapida dalle mie labbra tagliate fino a raggiungere il mento.
-SEIFER, LE STAI...-.
-A quanto pare vuoi continuare anche con l'indice...- lo ignora lui, come se stesse semplicemente punendo un bambino cattivo.
Il dito scricchiola paurosamente e le falangi stridono le une sulle altre piegandosi come carta, poi Seifer allenta la pressione sul pollice e si concentra sul mio indice, sfiorando intenzionalmente anche le altre dita rotte.
Stringo il pugno destro e affondo le unghie nel palmo, i denti che stridono gli uni sugli altri quando serro le mascelle fino all'indolenzimento, prima che nella mia testa cominci a farsi strada, attraverso le pugnalate di dolore provenienti dalle mie dita, l'impulso tremendo di sferrare un pugno a Seifer e costringerlo così a lasciarmi andare.
Tuttavia, proprio in questo momento la Strega riprende a inviarmi impulsi rapidi come stilettate, precisi come frecce e altrettanto letali, che poi diventano coltelli che non si limitano a infliggere la ferita, ma a giocare a tormentarla.
Attaccata su due fronti, quello fisico e quello mentale, non posso fare altro che andare contro la mia natura e rinnegare la mia convinzione, il mio orgoglio, la mia pretesa di non essere nata per questo, di essere forte, più forte di chiunque altro.
-Basta, mi arrendo - sputo con voce strozzata dal dolore e dall'umiliazione - Va bene, parlerò- ansimo, cercando di non concentrarmi troppo sul dolore pulsante e contemporaneamente di deglutire un singhiozzo.
Zell, che stava per scattare a frapporsi fra me e Seifer, si ferma di colpo con un'espressione sconvolta dipinta sul viso, mentre mio fratello ritorna a guardarmi indifferente, allentando semplicemente la stretta:
-Comincia, allora - mi incalza - La Strega ha atteso abbastanza-.
Gli rivolgo un'ultimo sguardo carico di rancore e mille altre emozioni silenziose, prima di iniziare a raccontare con voce assente e monotona, il volto ben fisso negli occhi dorati di Seifer, il primo dei due sogni che ho fatto.
Quando termino il racconto e sto per cominciare il secondo, la Strega mi ferma:
-Questo lo conosco, l'ho visto insieme a te. Allora, sei ancora convinta che siano dei semplici sogni?-.
Questa volta evito di rispondere come la prima volta e mi limito a fare spallucce, troppo stanca e scioccata per pensare ad altro.
Edea scuote lentamente la testa e sorride:
-Cosa sai di Adele, Atra? - mi domanda. Faccio per snocciolarle per filo e per segno il capitolo di storia al riguardo, tanto per annoiarla un po', quando lei solleva una mano - Non quello che hanno raccontato a voi sprovveduti, ovviamente- si affretta a precisare, osservando interessata il movimento delle proprie unghie contro il sole.
Stringo le palpebre, la mano rotta che ha un doloroso fremito tra le dita di Seifer.
-Allora una sprovveduta non può compiacerti in questo, Strega- sputo acida, prima di mordermi il labbro quando mi accorgo di aver tirato troppo la corda, ribattendo come sono solita fare.
Stranamente Edea non reagisce e annuisce:
-Hai ragione, ma quello che hai visto dovrebbe averti già dato informazioni sufficienti-.
-Cosa significa? - sbotto confusa - Quelli erano solo...-.
In questo momento il suono cigolante del montacarichi mi costringe a interrompermi, mentre in cima alla torre fa la sua comparsa il comandante dell'esercito, che fa una riverenza tremante.
-Riferisci, soldato- ordina semplicemente la Strega, senza nemmeno voltarsi e continuando a trafiggermi con gli occhi.
Il soldato prende un respiro tremolante:
-Il presidente Vin...ehm, Deling...è...-.
-Ho dato io l'ordine di non farlo partire all'orario stabilito e ho i miei buoni motivi per farlo- lo interrompe seccamente Edea.
Il soldato emette un gemito frustrato, prima di riformulare la frase con agitazione crescente:
-Signora, il presidente Deling è stato...rapito-.
-COSA?!-.
-Soldato, muovi più energicamente quella lingua o te la farò strappare. Le orecchie degli umani qui presenti - lo sguardo della Strega scivola sprezzante su me, Zell e Seifer, che abbiamo ancora le bocche aperte - hanno delle notevoli manchevolezze-.
-Si tratta del presidente Deling. E' stato...rapito- ripete il comandante, tremando come una foglia. Edea falcia l'aria con un'unghia:
-Non sono nemmeno le quattro del pomeriggio, come può essere partito in anticipo?- domanda melliflua, un incantesimo che scintilla placido fra due dita. Il soldato si irrigidisce ancora di più, se possibile:
-Due ragazzi ci hanno riferito che Lei aveva predisposto così...- mormora terrorizzato. La Strega si osserva interessata un artiglio e giocherella con la magia che ha nella mano:
-E dimmi...questi ragazzi erano forse diretti a Timber?- azzarda poi, la voce leggermente più roca.
Il rumore della deglutizione del soldato anticipa la sua risposta affermativa:
-Hanno detto di essere in missione per Le...-.
Edea ne ha abbastanza e scaglia un Flare sul comandante, che non ha nemmeno il tempo di strillare, solo di scomparire in una polverina grigiastra e luminosa al sole. La Strega si rivolge a Seifer:
-Cosa gli hai detto?- gli chiede, la voce ridotta a un ringhio. Mio fratello impallidisce, ma recupera presto la sua aria sicura:
-Esattamente ciò che mi hai ordinato: né di più né di meno- asserisce deciso, allentando ancora un po' la stretta sulle mie dita. Gli lancio un'occhiata affilata:
-Ma che bravo, fratellone- gli sibilo, il tono carico di ironia velenosa.
Seifer fa per rinsaldare la presa sulla mia mano in un chiaro gesto di avvertimento, ma questa volta sono più rapida di lui e mi libero con uno strattone deciso, ignorando l'intensa e vibrante fitta di dolore che risale istantaneamente lungo il mio braccio al movimento brusco delle mie dita.
-Proprio un bravo cagnolino- rincaro la dose, sfoderando un ghigno appena tremante nel tentativo di dissimulare la mia sofferenza, per poi arretrare velocemente di qualche passo, gli occhi fissi sulla sua mano ancora semiaperta e sospesa a mezz'aria.
Mio fratello si allunga immediatamente in avanti per riaccuffarmi, ma in questo momento lo sguardo autoritario di Edea lo costringe a bloccarsi dove si trova, prima di dedicarsi a me e Zell:
-Non potete essere stati voi: non vi ho persi di vista un attimo - continua a ragionare tranquillamente - I due ragazzi devono aver agito da soli...forse li ho sottovalutati-.
E non è l'unica! Chi avrebbe mai detto che Fujin e Raijin avessero uno spirito d'iniziativa così sviluppato?! Io no di certo, dato che sono rimasti tutto il tempo a tremare dietro le casse, senza nemmeno provare a dare una mano. Ora però è tutto più chiaro: piuttosto che per aiutare noi, hanno preferito sfruttare la loro unica occasione per dare una possibilità a Rinoa e i SeeD. Beh...non posso biasimarli, dato che io e Zell ormai siamo spacciati.
-Ad ogni modo, i Galbadiani sono degli incapaci completi - commenta in questo momento Edea - Non vedo l'ora di potermi disfare di loro-.
-Ma voi non siete alleati?- domanda confuso Zell, grattandosi la testa.
Un sorriso compiaciuto increspa le labbra della Strega:
-Certo, certo. Oggi è una giornata straordinaria per Galbadia e il mondo intero: a Timber, Deling darà un importante annuncio riguardo Esthar e renderà di dominio pubblico la nostra alleanza, che verrà ufficializzata con una cerimonia a De...-
-...ma Deling è stato rapito- la interrompo seccamente incrociando le braccia, senza nemmeno più la forza di chiedermi cosa diavolo c'entri Esthar adesso.
Tuttavia, la Strega prosegue senza curarsi di me:
-...a Deling City. Una volta ottenuta la piena fiducia di Deling, sarà un gioco da ragazzi liberarmi di lui- completa con tono pratico, senza un'emozione a ravvivarle il viso.
Un nodo mi stringe lo stomaco, soprattutto quando noto un breve sorriso compiaciuto sollevare gli angoli della bocca di Seifer.
-Stai facendo il doppio gioco per ottenere il dominio di Galbadia, allora- le sibilo disgustata. In risposta, Edea scuote lentamente la testa:
-E qui ti sbagli di nuovo, Atra. Ho lo stesso obiettivo dei ribelli di Timber: abbattere l'ignominiosa dittatura di un presidente avido, opportunista e...-.
A queste parole, mi sfugge una risata amara:
-Vuoi convincerci di non essere malvagia e opportunista? Qualcuno potrà anche averci creduto, ovviamente - il mio sguardo e le mie parole pungono Seifer sul vivo, facendogli contrarre di colpo la mascella - ma non inganni me-.
Edea scuote ancora la testa, questa volta più seccata:
-Non ho interesse a inserirmi nella vostra stupida lotta per il potere. Se l'avessi voluto, me lo sarei conquistato da sola e senza tutte queste difficoltà- chiarisce sprezzante, distendendo la mano in un ampio gesto che taglia l'aria con un sibilo.
-E se hai dei fini tanto nobili, perché non l'hai strappato subito a Deling appena ne hai avuto l'opportunità?- la incalzo, guardandomi per la prima volta la mano gonfia e viola, dalle dita storte e inanimate. Quando risollevo lo sguardo, incontro quello di Seifer fisso sullo stesso punto, ma in questo momento la Strega parla ancora:
-Sai Atra, è difficile per una Strega controllare il proprio potere, soprattutto se non ha un Cavaliere. Tu dovresti saperlo molto bene-.
L'immagine di Adele che perde il controllo mi sfreccia improvvisamente nella memoria, accompagnata dalla frase di Edea: credi ancora che siano sogni?
-Uhm, sei davvero così intelligente come diceva tuo fratello - concede la Strega, prima di sollevare il mento - Se conquistassi il potere con la forza, ne sarei così ossessionata da volerne ancora di più-.
-Quando ottenere qualcosa è facile, l'ambizione ti chiede sempre fino a dove puoi arrivare secondo lo stesso passo- mi ritrovo ad ammettere, beccandomi subito uno sguardo stranito da parte di Zell, che sta seguendo la conversazione con espressione sempre più sconvolta.
Andiamo, questo dovrebbe capirlo! Questi siamo io e Seifer, sempre pronti a chiedere di più a noi stessi e sempre certi di ottenerlo!
Tuttavia, aggiungo subito la precisazione necessaria:
-Questo ti fa davvero pensare che appoggeremo la tua politica di nasconderti nell'ombra?!- mi affretto infatti a continuare, convinta che Edea ci stia solo raccontando un mucchio di stronzate. Se è in grado di giocare a due giochi diversi con Deling, perché non potrebbe essere capace di farlo anche con noi?
Il punto è: perché dovrebbe ingannarci? Ormai da qui non possiamo scappare, siamo completamente nelle sue mani, considerando per di più il fatto che Seifer sembra obbedirle in tutto e per tut...un momento, ma lui non è ancora suo Cavaliere, giusto?
E se non stesse ingannando noi, cioè me e Zell, ma Seifer, per tenerselo stretto fino a quando non lo nominerà Cavaliere? In tal caso, come potrei metterle i bastoni fra le ruote?
Intanto la Strega soffia una risata, a cui si unisce inaspettatamente anche mio fratello:
-Oh, io non ho bisogno della vostra approvazione, umani... - sorride alla fine, una mano posata sulla spalla di Seifer (per l'appunto: ho ragione) - ...verrete ugualmente con noi, volenti o nolenti...-.
Un brivido rovente mi investe da capo a piedi:
-TE LO PUOI SCORD...- comincio rabbiosa, prima che lei mi zittisca con l'ennesima, dolorosa pugnalata dritta al cervello.
-...e non opporrete resistenza, perché, anche se non posso uccidervi, posso comunque farvi molto male- continua tranquillamente, osservando il mio corpo tremare, sostenuto cautamente da Zell.
-Non sei contenta, Atra? - gongola improvvisamente Seifer, il mento sollevato con aria spavalda - Potrai assistere alla realizzazione del grande sogno romantico di tuo fratello!-.
-Cioè diventare un cane bastardo?- lo rimbecco disgustata, sollevando la mano come prova del fatto che sia sulla retta via.
Queste parole faticano a uscire dalla mia bocca, ma mi costringo a sputarle come se fossero semplici e fastidiosi elementi estranei; se non riesco a riscuotere Seifer con le buone, forse insultarlo lo farà uscire dai gangheri e allora...
-Atra, i tuoi insulti mi danno solo sui nervi - mi ammonisce immediatamente lui, come se in qualche modo avesse intuito le mie intenzioni; oh, dimenticavo: lui è cambiato, ma io sono sempre la stessa - Comunque, mi riferivo ad altro: finalmente è giunto il mio momento! Nessuno mi guarderà più come l'eterno rivale di Squall Leonhart o come il semplice fratello maggiore di Atra...-.
-Aspetta, cosa...- mi ritrovo a mormorare, prima di perdere di colpo il filo dei miei pensieri, completamente disorientata e scioccata dalle sue parole, che affondano lentamente nel mio cuore come freddi pugnali.
Mio fratello ha appena ammesso quanto gli sia stata di peso in tutti questi anni e io...io non posso biasimarlo, maledizione. Ne sono sempre stata consapevole, soprattutto da quando me lo aveva detto durante la nostra prima (e ultima) lite; ma quella volta aveva ammesso lui stesso di essere arrabbiato, oggi invece lo vedo appagato, sognatore come non è mai stato prima...e noi, di sogni, ne abbiamo fatti tanti e in grande, sempre.
-...questa volta tutti mi chiameranno con il mio nome soltanto: Seifer Almasy, il Cavaliere della Strega!-.
Il Cavaliere della Strega.
Il silenzio accoglie queste ultime parole e le amplifica, facendole rimbombare in ogni angolo della torre così ossessivamente da privarle quasi di significato.
Quasi.
Non per me.
Seifer sta dicendo di volere tutto questo. Sta dicendo di voler buttare via la sua vita proprio davanti ai miei occhi, per poi cominciarne un altra da freddo, insensibile burattino dal passato cancellato. Rifiutato, anzi.
Ma questo non cambia nulla, non è importante il fatto che lui faccia tutto questo per liberarsi di una vita che gli va stretta, di un legame troppo vincolante...conta il fatto che lui voglia farlo e che lo farà, se non ci sarà qualcuno a impedirglielo.
Ma qualcuno che possa fermarlo c'è. Ci sono io.
"Esserci" è sempre stata la mia prima promessa per Seifer e l'ho sempre rinnovata senza batter ciglio, credendoci fermamente, soprattutto ogni volta che per lui si chiudeva un altro anno di fallimenti, di pregiudizi, di umiliazioni da subire da parte di chi non voleva accettare che fosse semplicemente se stesso.
L’ho giurato anche il giorno dell’ultimo compleanno che abbiamo trascorso insieme, in cui l’ho finalmente visto tornare ad appoggiarsi a me e prepararsi ad affrontare il mondo con il mio supporto.
Quella volta ho giurato di esserci, ma con la precisazione di essere sempre sincera con lui, di non comportarmi da incomodo e, per questo, di non seguirlo a testa bassa ovunque vada.
Non serve che lo giuri anche ora: io ci sarò nonostante tutto, anche al prezzo del mio sacrificio, se sarà richiesto.
Questa è l'occasione di dargliene prova, questa volta la mia non rimarrà solo una promessa, anche se non avevo alcun dubbio che potesse essere altrimenti.
La motivazione di questa follia mi compare davanti agli occhi ancora prima che io possa realizzarla: è l’immagine di Seifer che mi volta le spalle, quel pomeriggio in cui avevamo litigato furiosamente.
Lo strappo sordo del nostro legame, che allora si era spezzato come una parola troncata a metà o una risata improvvisamente congelata, mi riecheggia ossessivo nelle orecchie e riporta il dolore martellante del rimpianto, che non mi ha mai abbandonata da allora, di essere solo un inutile incomodo nella sua vita, facendomi tornare bruscamente, addirittura furiosamente alla realtà.
-TU SEI PAZZO!- esplodo all'improvviso, liberandomi della stretta ferrea di Zell e slanciandomi in avanti come una furia.
Il pugnale è già nella mano buona e la lama fende già l'aria nella mia corsa, la punta che ha già trovato il suo bersaglio.
Mio fratello mi guarda interdetto sfrecciargli davanti, pronto a sostenere un assalto che però non è diretto a lui; perché io ho già trovato il mio bersaglio, che rimane tranquillamente immobile a fronteggiarmi, senza alcun turbamento a scalfirne il viso di marmo.
Anzi, la Strega sorride alla punta metallica rivolta contro il suo petto.



Salve a tutti, signori! E' da tantissimo tempo che non pubblico, ma non crediate che la storia sia finita qui, ho solo avuto dei mesi piuttosto burrascosi in cui non mi è stato facile scrivere e, di conseguenza, pubblicare.
Finalmente però sono tornata (quasi) attiva, cercherò di pubblicare più o meno velocemente questi ultimi capitoli de "Il legame del sangue", per poi prendermi una pausa prima di cominciare il secondo giro con il secondo capitolo di questa serie.
Innanzitutto, questo è uno dei capitoli più duri che io abbia mai scritto, ovviamente per il comportamento di Seifer e per la reazione di Atra, che non sta più riconoscendo il fratello, ma è perfettamente consapevole del fatto che la persona che ha davanti è la stessa che ha conosciuto da una vita. E' questo a scuoterla e a farla reagire: infatti il capitolo finisce con lei che si scaglia contro Edea, nonostante la Strega possa fermarla senza muovere un muscolo.
Questo capitolo è legato a un ricordo che ho pubblicato nella mia raccolta il 22 settembre, in occasione del compleanno di Seifer. Adesso anche quel ricordo ha il suo capitolo abbinato, eheh.
Per quanto riguarda la questione delle visioni di Atra...Edea ovviamente sa già tutto, ma vuole che Atra ci arrivi da sola...chissà come mai.
Ultima cosa...penso abbiate notato tutti che la storia di Timber è abbastanza diversa: qui c'entra Esthar e la Strega dovrebbe essere presente insieme a Deling...se non fosse stato rapito, grazie al genio (inaspettatissimo) di quei due beoti di Fujin e Raijin.

Chiedo scusa a tutti i lettori per non aver aggiornato prima, ma non temete, un giorno sarà completa anche lei: piuttosto che lasciar incompleta questa storia, la lascio scrivere direttamente ad Atra (perché, non lo stai già facendo? nd Atra)!
Un saluto, una buona domenica a tutti e grazie in anticipo a chi ha letto il capitolo! A presto!
   
 
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