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Autore: floricienta    13/11/2016    1 recensioni
In una società governata dalla tecnologia più avanzata combinata alla forza del Mana, la divinità dell'oceano, Tangaroa, minaccia la sopravvivenza del genere umano, costringendolo a ritirarsi a vivere sulle aeronavi e obbligandolo a compiere sacrifici per beneficiare la propria benevolenza.
È in questo contesto che si intrecciano i destini e i sentimenti di due persone. Ari, un ragazzo timido e pauroso, che si è visto portar via tutto ciò che di più caro gli era al mondo, e con un potere dentro di lui che non può neanche immaginare; e Nael, un ladruncolo di strada che, per diverse vicissitudini, si è ritrovato a convivere proprio con Ari, aiutandolo giorno per giorno a diventare sempre più forte con la sua presenza.
Un insieme di turbamento, tristezza, felicità, disperazione, amore.
Sarà proprio la catena che li lega indissolubilmente a determinare la salvezza o la distruzione dell'umanità.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Sovrannaturale
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CAPITOLO 10
COME A UNA PIANTA LE RADICI

 

Luglio, anno 439 del XII periodo

La felicità per il ritorno di Ari non era durata molto a lungo.
I due ragazzi se n'erano andati dal posto di lavoro di Nael – con un permesso emesso appositamente da Hamar per i successivi sei giorni – e se l'erano svignata andando a parlare nel parco, che a quell'ora era ancora vuoto.
Ari gli aveva raccontato del suo discorso con il mago della luce e che fra una settimana sarebbe stato trasferito sulla nave del Consiglio Maggiore. Nael era rimasto semplicemente a bocca aperta, incapace di concepire qualsiasi forma di pensiero con un minimo di senso.

“Perché?”
“Non lo so.” rispose Ari, accarezzandogli i capelli, dato che aveva la testa poggiata sulle sue gambe.
“Non è giusto.” chiuse gli occhi Nael, cercando di trattenere la tristezza dentro di lui. “Per quanto non potremo vederci?”
“Non so neanche questo.” la voce addolorata di Ari era come un pugno nello stomaco per lui, che afferrò con forza la sua maglia all'altezza della vita e sprofondò il viso nel tessuto.
“Vorrei tanto venire con te.” soffocò la frase nella stoffa e il biondo fece una piccola risata.
“Non sai quanto lo vorrei anche io.”
Natanael si tirò su a sedere e voltò il capo per poterlo ammirare; prese a vezzeggiargli una guancia con la punta delle dita fino a spostargli il ciuffo dietro l'orecchio e giocare con il piercing sul lobo superiore.
Avvicinò il proprio viso al suo e lo baciò dolcemente.
Gli diede un piccolo bacio all'angolo della bocca e, quando avvertì Ari provare a richiedere un contatto più profondo, indietreggiò e passò all'altro angolo, ottenendo un verso di disappunto.
Si mise a ridere e fissò intensamente Ari negli occhi, che in quel momento erano così chiari da riuscire a specchiarsi.
“Mi stai prendendo in giro?” sussurrò Ari con un tono di voce lievemente arrabbiato.
“No, perché lo pensi?” lo guardò sornione, premendo il naso contro il suo zigomo.
“Perché voglio baciarti.”
Nael si ritrasse appena, sbattendo gli occhi più volte.

Cos'ha appena detto?

“Ripetilo.”
Ari diventò subito rosso e le iridi si allargarono.
“Ripetilo o non te lo lascerò fare.”
Quelle parole pronunciate dall'altro non poterono che farlo contento, d'altro canto, era impossibile lasciarsi scappare un'occasione del genere per farsi beffa di lui e per beneficiare ancora e ancora le sue orecchie e il suo cuore.
“Non credo che riuscirai a resistere più di tanto...” provò a controbattere Ari.
“Non sai quanto posso essere ostinato?”

Era bellissimo.
Tutto di quel ragazzo era bellissimo in qualsiasi stato e forma lo si potesse mettere.
Le labbra appena dischiuse, il rossore al di sotto degli occhi, la pelle candida che non faceva che mettere in risalto tutto quello che di più attraente avesse.
Ari gli posò una mano sul collo e si avvicinò alla sua bocca.
“Voglio baciarti.”
“Bastava chiedere.” rispose burlandosi ancora di lui.
Un attimo dopo erano uno sulle labbra dell'altro.
Le lingue erano calde e morbide e si cullavano con tenerezza, lasciando spazio anche a qualche bacio più casto e dolce, al contrario della presa di Nael sul braccio dell'altro, così stretta da non volerlo lasciare andare neanche se gli avesse fatto male. Anche Ari si era aggrappato a lui, circondandogli il collo con tutta la forza che possedeva e lo teneva fermo sul suo viso senza permettere che scappasse.
Quando si staccarono rimasero a fissarsi; le ciglia di Ari solleticavano quelle di Nael e quest'ultimo gli soffiò sulla punta del naso prima di baciarla.

“Vuoi vedere cosa sono capace di fare?” propose a un certo punto il minore.
“Intendi con il Mana?”
Ari annuì con un sorriso pacato.
“Non potrei usarlo senza permesso, ma basta fare cose semplici che non implichino un dispendio eccessivo di energia.”
Nael indietreggiò e posò le mani sul prato, mettendosi comodo per poter osservare quello che avrebbe fatto l'altro. Non credeva che sarebbe mai arrivato il giorno dove avrebbe assistito a qualche trucchetto di magia di quel genere senza provare odio per chi lo stava facendo. Di certo non avrebbe odiato Ari per nulla al mondo, anzi, pensò che potesse essere addirittura divertente.
“È sicuro?”
“Certo che lo è!” esclamò Ari, incrociando le gambe e aprendo il palmo verso l'alto. “Stai a guardare.”
In men che non si dica, una fioca luce azzurra era apparsa sulla sua mano e da questa stava uscendo un piccolo rivolo che poteva essere scambiato perfettamente per acqua vera. Questo salì fino a raggiungere l'altezza del volto e lì si fermò.

Quindi è questo il potere delle divinità...

Nael ne rimase affascinato o, almeno, era quello che credeva.
Il piccolo flusso si mosse ancora e andò a umettargli le labbra. Persino il sapore era quello dell'acqua.
Ari rise e l'attenzione di Nael si focalizzò sulla sua figura. Non ricordava quando era stata l'ultima volta che aveva visto sul volto del ragazzo un sorriso del genere e uno sguardo così tranquillo e sereno per qualcosa che non riguardasse lui.

Ti fa sentire davvero bene questo potere, non è così?

Non seppe se esserne felice o meno. Se da una parte gli dava sollievo il fatto che l'altro fosse così rilassato per quello che gli stava succedendo, dall'altra non lo voleva affatto, perché questo significava che, probabilmente, con il passare del tempo, si sarebbe dimenticato di lui, preferendo il Mana e tutto quello che ne conseguiva.
Una vita dove non erano più fianco a fianco.

Ti sta davvero bene tutto questo?

Il rivolo lo sfiorò appena sulla guancia prima di girare attorno al suo corpo e intrappolarlo in quella che poteva essere una corda d'acqua.
“Così non mi scappi più.” rise Ari e Nael gli sorrise di rimando.

Puoi stare bene anche senza di me...

“Qualcosa non va?” si preoccupò subito il biondo, vedendo uno sguardo sgomento dipinto sulla faccia di Natanael.
Questo scosse la testa, cercando di darsi un contegno davanti all'altro. Non voleva fargli sparire il sorriso che da tanto tempo aveva aspettato di vedere. Si gettò tra le sue braccia, non curandosi del fatto che in quel modo si fosse bagnato tutti i vestiti.
L'acqua evocata si schiantò subito a terra creando una piccola pozza che svanì nel giro di qualche secondo come risucchiata via.
“Va tutto a meraviglia.” Nael gli sussurrò sbattendo il fiato contro il suo orecchio.

Ma io riuscirò a fare lo stesso senza di te?





Ormai era quasi ora di coricarsi e Nael aveva tenuto un comportamento strano per tutto il pomeriggio.
Ari non ebbe il coraggio di chiedere cosa gli passasse nella testa, convinto che fosse a causa della loro divisione che sarebbe avvenuta a breve. Sicuramente era un pugno nello stomaco per entrambi e davvero doloroso, uno di quelli che ti fanno risalire i succhi gastrici fino alla gola e sentir premere le costole sui polmoni e stringere sempre più.
Tuttavia, non era il pensiero che avrebbero dovuto tenere per la durata della settimana o non si sarebbero goduti gli ultimi giorni insieme. Gli ultimi prima di chissà quanto.

Adesso si trovavano nella vecchia cella di Ari, pronti per tornare a passare una notte assieme come ai vecchi tempi.
Nael si tolse la maglietta, dato il caldo di quei giorni, e la posò sul catino senza neanche ripiegarla.
“Ordinato come al solito.” commentò Ari.
Natanael gli fece un cenno con la mano e una smorfia.
L'attimo dopo, Ari agguantò Nael per la vita, sentendo la sua schiena nuda contro il proprio petto. Lo trascinò verso il letto, con una piccola risata, e crollarono entrambi seduti sul materasso.
Il moro voltò il capo per lasciargli qualche bacio sulla testa, poggiata contro la propria spalla, e gli accarezzò dolcemente il braccio che lo teneva inchiodato al letto.
Ari si tranquillizzò lievemente vedendo che comunque non mancava di porgergli attenzioni, poi i suoi occhi caddero sulla sua clavicola.
“Con cosa ti sei sporcato?” provò a passare sopra il pollice, ma aveva tutta l'aria di non volersene andare via.
“Forse uno scatolone era sporco di pittura.” rispose con noncuranza. “Aspettami, vado a lavarla e torno. Faccio subito.”
“Non ce n'è bisogno. Lascia fare a me.”
Dal dito che ancora premeva sulla macchia sporca uscì qualche goccia d'acqua, che insieme allo strofinio di Ari fece tornare pulita la pelle di Nael.

Questo fece un sospiro e abbassò il capo.
Di nuovo erano entrate nella sua testa quelle idee a cui aveva pensato per tutto il pomeriggio. Non sapeva se dare retta o passare oltre, era solo cosciente del fatto che gli procurassero una rabbia e angoscia tale da farlo rabbrividire.
“Per favore, rimani il mio Ari.” il sussurro fu così flebile che non fu sicuro che venne colto.
“Che ti prende?” Ari non riusciva a capire il comportamento dell'altro, lo sentiva solo tremare tra le proprie braccia e la cosa non era piacevole per niente.
Negli ultimi mesi aveva scoperto più paure e ansie di Nael di quante ne avesse mai carpite in otto anni di convivenza.

Non ero consapevole che Nael mi considerasse così importante al punto da dipendere da me tanto quanto io dipendo da lui.

In qualche modo avrebbe dovuto capirlo e in quel momento glielo stava sbattendo in faccia con prepotenza, e la sua voglia di partire verso la scuola del Consiglio si affievolì ancora di più.
Il maggiore si alzò con vigore e cominciò a vagare per la stanza.
“È solo che... sembra che quel potere sia riuscito a eliminare tutte le tue paure in solamente due mesi...” Nael prese a parlare con un ringhio, facendo uscire fuori tutti i suoi sentimenti. Si avvicinò poi ad Ari, portando una mano tra i suoi capelli e stringendo qualche ciocca. “Mentre io non ci sono mai riuscito in otto anni.”

Nael sussultò alle sue stesse parole. Aveva tentato così tanto di non mostrare mai i propri timori davanti all'altro e adesso non faceva che buttarglieli addosso rischiando di intristirlo, tutto perché non era più in grado di mantenere quella maschera di ferro che l'aveva sempre accompagnato, perché non era mai stato messo davvero alla prova.
Aveva perennemente dato per scontato che Ari sarebbe rimasto per sempre al suo fianco e che avrebbero affrontato il resto della loro vita insieme, che un giorno avrebbe visto il suo sorriso risplendere unicamente per lui, ma adesso era tutto cambiato. Per quanto non lo volesse ammettere era davvero così.
Ari non riuscì a credere a quelle parole e non poté nemmeno ribattere.

“Ho sempre voluto che mi vedessi come il tuo eroe, l'unica persona in grado di proteggerti.” Nael lasciò scivolare la mano sulla guancia, dove premette facendo un poco di pressione appena al di sotto dell'occhio. “Invece non ti servo a niente. Hai imparato a difenderti da solo.”

Cosa stai dicendo, Nael? Smettila.

Il biondo non riuscì a tramutare quel pensiero in suono, troppo scosso da quelle rivelazioni.

Quindi anche tu hai molte paure. L'unica differenza tra me e te è che riesci a nasconderle agli altri e a sorridere in qualsiasi situazione.

Non voleva vederlo ridotto in quello stato, gli addolorava terribilmente il petto e subito gli afferrò la mano che lo stava accarezzando.
“Sono così patetico...” affermò ancora Natanael.
“Sei uno stupido, invece.” trovò il coraggio di rispondere. “Tutti questi anni a ripetermi di abbandonare i problemi inutili, di non creare più ansia di quanta già non ne avessi per ogni minima cosa e poi sei tu il primo che si fa questi crucci mentali.” la sua voce era determinata, il suo sguardo glaciale aveva una nota premurosa.
“Sei arrabbiato?” il moro si sedette di nuovo al suo fianco, senza lasciare la presa sulla mano.
“Certo... per non esserti confidato prima con me.” le guance di Ari si colorarono appena di una leggera tonalità rosea, le iridi sempre più chiare risplendevano nella penombra.
“Io...”
“Sei sempre stato l'unico ai miei occhi.” lo interruppe ancora. “E sempre lo sarai. Non azzardarti più a dire che non mi servi a niente... io non esisto senza di te.”
L'imbarazzo lo colse ancora una volta, ormai completamente rosso, nonostante provasse a mantenere un contatto con il volto dell'altro senza mai staccarlo.
“Forse il Mana mi ha infuso un po' di coraggio, forse mi ha dato un po' di speranza. D'altronde è la speranza di poter sfruttare al meglio questa mia nuova capacità per rimanere sempre al tuo fianco. Se questo a te sembra un cambiamento troppo grande, tanto da non riuscire a sopportarlo, allora me ne farò una ragione con il tempo... credo...” fece un piccolo sospiro, cercando di trovare le parole giuste per un discorso che non sapeva com'era riuscito a sorreggere finora. “Ma io ho bisogno di te come a una pianta le radici.”
“Che paragone orribile.” biascicò Nael, colto da un improvviso imbarazzo per quelle parole, e ricevette in cambio un pizzicotto sul braccio.
“Se leggessi un po' di più, sapresti che intendo dire che sei ciò che mi fa rimanere in piedi contro ogni avversità, che assorbe l'energia necessaria per non farmi morire e che trattiene dentro di sé il coraggio per infondermelo quando ne ho più bisogno.”

Ari prese a respirare più velocemente, troppo agitato lui stesso dalle proprie affermazioni, il cuore aveva ormai accelerato i battiti ancora prima di iniziare. Sperò di esser riuscito a cacciar via tutti i timori di Nael così come lui aveva sempre fatto prima d'allora; per una volta era il suo turno di farsi vedere come il protettore che tanto Nael vaneggiava.
“Hai ragione.” rispose il moro, accostandosi ancora di più al suo corpo. “Sono davvero uno stupido.”
In quel momento, Ari poté vedere il solito sorriso pieno di luce sul volto di Natanael e gli si riempì il petto di gioia.

Non farmi mai più spaventare in questo modo. Se anche tu crollassi, chi mi reggerebbe?

Era un pensiero egoista, lo sapeva bene, ma non era forse quello che volevano entrambi? Natanael voleva custodirlo come il più prezioso dei tesori e lui voleva rimanere intrappolato nelle sue catene senza mai allontanarsi.
Senza l'uno, l'altro avrebbe cessato immediatamente di vivere.
“Mi sono davvero rammollito, eh? Non era una fantasticheria la mia.” parlò poi Nael, di nuovo con quel tono rassicurante e quegli occhi che trasmettevano tutto la loro sicurezza.
Il biondo scosse con violenza la testa, rilassandosi.
“Ari, vale ancora quel discorso sul non sprecare neanche un singolo giorno della nostra vita?”
“Certo, ora credo che valga ancora di più. Perché me lo chiedi?”
Natanael lo afferrò per un orecchio e l'obbligò a baciarlo senza incontrare resistenza. Quando si staccarono, gli soffiò a un niente dalle labbra.
“Voglio fare l'amore con te.”

Ari spalancò la bocca, sapendo che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi, tuttavia, non avrebbe mai creduto che glielo avrebbe chiesto così spudoratamente.
Non poté fare altro che annuire, ma si rese conto che Nael era rimasto a occhi chiusi, pronto a ribaciarlo qualunque fosse stata la sua risposta e, neanche un secondo dopo, si ritrovò di nuovo con le labbra del ragazzo sulle sue.
Nael lo spinse fino a farlo distendere completamente sul materasso, accompagnando ogni movimento con un bacio, e si sistemò per bene sopra al suo corpo.
Ari non sapeva come agire, non era mai stato in una situazione del genere, nonostante tempo prima stessero già per varcare quella soglia e, quella volta, si era lasciato trasportare dalla passione che gli aveva instillato Natanael. Pensò, quindi, che fosse la cosa giusta da fare anche questa volta.
Aprì appena gli occhi per poter notare quelli socchiusi dell'altro e le ciglia che vibravano impercettibilmente.

Sei così bello.

Avvertì il corpo del ragazzo schiacciare il suo come a peso morto, e provò una sensazione di soffocamento così piacevole che lo trasse ancora di più contro di sé, abbracciandolo.
La pelle nuda della schiena di Nael era calda e liscia. Sentì appena la sua colonna vertebrale per tutta la lunghezza, troppo impegnato a tastare per bene i muscoli.

Così maledettamente bello.

Il contatto tra le loro bocche divenne sempre più profondo e passionale, tanto che cominciava a sentire il respiro affannato dell'altro mischiarsi con la sua saliva.
Le mani di Natanael andarono ad accarezzargli i capelli e successivamente scesero sul suo volto, tracciando ogni singola linea fino ad arrivare alle orecchie, dove non mancò di giocare con uno dei suoi piercing. Dopo di che, continuarono il loro percorso lambendogli appena il collo e Ari rabbrividì lievemente.
Quel tocco era così gentile da farlo cadere in una sensazione di torpore che solo stando vicino a Nael poteva provare. Un piacere che si propagava in tutto l'organismo, arrivando a sfiorare ogni senso e amplificandolo sempre di più.

I suoi occhi vedevano solo la figura profonda e piena d'amore che era Nael; le orecchie udivano il suono dei suoi ansimi che si perdevano tra i loro innumerevoli baci; il naso odorava il profumo della pelle che ormai si era insinuato nelle narici e che avrebbe riconosciuto tra migliaia di persone; la lingua gustava il suo sapore ed era buono da perdere la testa; il tatto percepiva unicamente quel corpo così possente che lo sovrastava e che s'imprimeva nel suo.

Non voglio perdere tutto questo.

Si ritrovò a pensare Ari, strizzando gli occhi per non rovinare quel momento con le sue incertezze.
Per fortuna, Natanael non se ne accorse neanche, troppo preso a occuparsi di lui. Lasciò la sua bocca per dedicarsi alle altre parti del viso, schioccando qualche bacio sulla fronte, sul naso e sulle guance; le sue mani erano scese ancora arrivando alla vita e passando al di sotto della maglia blu per tastargli lo stomaco e l'addome.
Ari si lasciò andare a un sospiro che sbatté contro il padiglione dell'altro.
“Ti vedo piuttosto tranquillo...” Natanael si prese gioco di lui, baciandogli uno zigomo.
Il volto del biondo si ritrovò ancora una volta a diventare arrossato, ancora di più quando quelle dita gli toccarono con poca delicatezza un capezzolo, facendogli emettere un suono gutturale che non riuscì a controllare.
La risata di Nael si diffuse intorno a loro.

Da quanto tempo il moro aveva aspettato quel momento. Così tante volte immaginato per filo e per segno nella sua testa, ma mai potuto realizzare, e si ritrovò a scoprire che era ancora meglio di come l'avesse fantasticato.
Nei suoi pensieri Ari agiva come voleva lui senza inibizione e non poteva neppure avvicinarsi al vero sguardo che lo stava fissando proprio in quel momento. Così acceso e luminoso, un vortice che lo colpiva scuotendolo fin nel profondo dell'animo, quell'amore a cui non avrebbe mai rinunciato per niente al mondo.

“Ari...” pronunciò con voce soave, mentre accostava di nuovo le labbra alle sue, fino a inumidirle con le proprie.
“Cosa succede?” il fiato di Ari vibrò sulla sua pelle provocandogli un leggero solletico.
Nael ingoiò a vuoto, incapace di esprimere ancora una volta quel sentimento, sentendosi uno stupido.
Gli diede un bacio e lasciò perdere, per poi slacciargli la cintura di cuoio in vita e togliergli la maglietta dell'addestramento. La gettò lontana da loro e poté riprendere il percorso delle sue mani che gli sfiorarono le spalle e le braccia fino a unirsi con quelle dell'altro.

Ari le strinse forte fino a farsi diventare le nocche bianche.
“Ehi, così mi fai male.” sorrise Nael.
“S-scusa...” lasciò andare di poco la presa e aspettò la prossima mossa.
Non dovette attendere molto, perché Nael cominciò a lasciare una scia di baci lungo tutto l'addome, vezzeggiando parti di corpo che mai nessun altro aveva toccato, suscitandogli ulteriori brividi.
Ari cercò di trattenere gli ansimi che voleva liberare, però, si sentiva troppo in imbarazzo a reagire in quella maniera per un nulla, quindi voltò il capo per affondarlo in parte nel cuscino.
“Che carino.” commentò Natanael prima di andare a torturare proprio quella zona sul suo petto che l'aveva reso così vulnerabile in poco tempo.
Sfruttò la lingua e i denti, mordicchiandolo fino a quando non udì dei piccoli lamenti finalmente venir fuori dalla gola del biondo.
Ari non riusciva a stare fermo, continuava a girare la testa da una parte all'altra, irrigidendo prima i muscoli delle gambe e poi contrarre lo stomaco non appena sentiva risalire l'ulteriore gemito.

Quanto posso essere un bambino sotto questo punto di vista?

Ma a Nael non importava, proseguiva con le sue attenzioni, sempre più audaci, liberando una mano per riprendere con le carezze e giungere alle sue cosce. Non appena le toccò, Ari lo tirò per i capelli, massaggiandolo e incastrando qualche ciocca tra le dita.
Natanael tornò con il volto sul suo e lo baciò per l'ennesima volta.
Non fu che un attimo che intrufolò una gamba tra le sue, premendo di nuovo con tutto il corpo, ed entrambi sentirono una scarica elettrica attraversarli da capo a piedi.
Ari, in quel momento, capì che stavano facendo sul serio e non poteva più tirarsi indietro.

Non voglio tirarmi indietro.

Aveva aspettato anche lui a lungo di avere un rapporto del genere con Nael e il piacere inconfondibile era già penetrato al suo interno e non voleva che svanisse mai. Voleva provarlo ancora e ancora per cancellare tutti i tormenti della sua vita.

Questi sono i miei ultimi giorni con te prima di dividerci...

Si ripeté.

...e voglio assaporarti in ogni centimetro, imprimermi ogni parte del tuo essere...

Il continuo strofinio del moro aveva ormai acceso l'eccitazione in entrambi e Ari perse il filo dei suoi pensieri per un attimo.
Sentì un mugugno uscire dalla bocca di Nael, roco e soffocato, e la cosa lo stimolò di più nei sensi.
Era anche di questo che voleva bearsi, per quanto potesse essere non molto innocente.

Non c'è altro di cui io voglia vivere se non di te.

Ari lo massaggiò lungo la colonna vertebrale fino ad arrivare al fondoschiena sul quale si soffermò: i denti di Nael erano sul suo collo e lo mordevano incessantemente tra un gemito e l'altro, lasciandogli anche qualche segno.

Voglio che tu mi appartenga, così come io voglio appartenerti.





Ormai era impossibile nascondere la conseguenza del loro atteggiamento.
Se fino a poco prima era arrivato a odiare quel potere che scaturiva dalle mani del biondo sotto di lui, adesso ne avrebbe fatto volentieri uso per spegnere l'incendio che si stava divulgando su ogni centimetro di pelle.
Una raffica di sensazioni dietro l'altra affluiva nella sua testa, tanto che credette di star morendo di febbre, quando in realtà non era che desiderio che si era completamente impossessato di lui.
D'altro canto, non voleva perdere la testa in un atto di passione. Aveva tutta l'intenzione di trattare Ari nella maniera più gentile possibile, trasmettergli tutto quello che aveva sempre provato per lui e fargli agognare quelli stessi sentimenti per egli stesso.

La voce soave di Ari nelle sue orecchie gli stava facendo perdere la ragione, per non parlare del flusso di sangue che si stava concentrando in parti specifiche del suo corpo.
Era tutto così piacevole che si ritrovò al più presto in balia di esso e volle solamente aumentarlo.
Si alzò appena dal corpo di Ari per riuscire a togliersi i pantaloni e vide che il minore stava facendo lo stesso con i propri, senza neanche pensarci sopra.
Nael lo bloccò nemmeno a metà percorso per sfilarli lui stesso e prese, poi, a massaggiargli l'interno coscia, sfiorando la sua erezione ben evidente.
Ari sprofondò nel materasso, lasciando sfuggire altre piccole note di lamenti, troppo soggiogato dalle azioni dell'altro, inibito unicamente dal fatto che lo volesse tanto quanto lui nonostante l'imbarazzo.
L'attimo dopo, Natanael aveva cominciato a toccare la sua intimità, privandolo anche dei boxer. Il suo tocco era lieve e pacato e i suoi occhi eterocromi si persero nell'ammirare quel corpo nella sua interezza, benché già lo conoscesse a memoria.
I muscoli del biondo si facevano sempre più tesi ogni volta che lo stimolava in certe zone, gli occhi erano dischiusi per poterlo osservare, malgrado la patina che gli velava la vista, la bocca semiaperta non riusciva a contenere i gemiti.

Non credevo che si potesse arrivare ad amare una persona a tal punto...

Nael non aveva mai toccato nessuno a quel modo e nessuno si era mai avvicinato ad Ari così, e questo lo rendeva ancora più speciale, ancora più unico. Entrambi non si erano mai concessi a nessun altro perché a nessun altro spettava quel posto che faceva straripare i loro cuori.
Nael si sentiva così felice da voler piangere.

...da voler vivere solamente per lei.

Posò la fronte su quella di Ari, che lo circondò con le braccia e che gli diede qualche bacio a schiocco tra un sospiro e l'altro. Quella sensazione così nuova per il biondo gli sembrava talmente normale che pensava che solo con Nael avrebbe potuto condividerla. Inoltre, non voleva soltanto ricevere, era arrivato il momento anche di far sentire quanto gli importasse di quel ragazzo che si era sempre preso cura di lui per ben otto anni.
Quando Nael sentì scivolare la mano del ragazzo dagli occhi azzurri – che adesso erano persino più intensi del cielo a mezzogiorno – fino ad arrivare al suo stesso membro, trasalì, facendo un gemito arrochito, non aspettandoselo. Forse, dopotutto, le sue fantasticherie si sarebbero avverate più del previsto.
Di come Ari si fosse lasciato andare a quella maniera non ne aveva idea, sebbene, ovviamente, la cosa lo rendesse ancora più soddisfatto e appagato.
Le dita del ragazzo tremavano appena al di sopra della stoffa dell'intimo, ma i movimenti erano decisi e forse persino troppo vigorosi, da far credere a Nael che non sarebbe durato molto.
Si distese al suo fianco lasciando che continuasse e riprendendo a toccarlo anch'egli.
Rimasero fissi a contemplare i reciproci volti, così dissimili eppure così uguali in quel momento: entrambi avevano le guance arrossate, le labbra gonfie, gli occhi pieni d'affettuosità e il fiato ansimante.

“Sei la creatura più bella che io abbia mai visto.” affermò a un certo punto Natanael, sorridendo e sbattendo il suo respiro sul naso dell'altro, baciandolo di conseguenza.
“Mai quanto te.”
Senza rendersene conto, Nael si ritrovò sovrastato da Ari.
Si era portato a cavalcioni su di lui e aveva cominciato a imprimere il suo passaggio ovunque. Le labbra non si staccavano mai dalla sua pelle, seguendo una linea dalla fronte fino all'ombelico, e dovette inarcare più volte la schiena per non emettere suoni troppo strani.

Non credevo che avresti preso il comando in questo modo.

Si ritrovò a ironizzare tra sé, sbuffando allegramente.
La concentrazione del ragazzo sopra di lui era impagabile, muoveva le labbra ovunque lo portasse l'istinto e queste gli solleticavano la pelle e l'umidificavano. Successivamente, si soffermarono sul suo addome e cominciarono a succhiarlo avidamente fino a fargli rimanere un segno rosso.

Non credevo neanche che sapessi fare cose di questo tipo.

Nael lo prese ancora in giro nella propria testa e inarcò per l'ennesima volta la schiena quando le mani si posarono di nuovo sulla sua erezione, riprendendo da dove avevano lasciato poco prima.
“Ari...” non seppe che altro dire, troppo scosso dal comportamento audace, troppo sottomesso a quel piacere.

Troppo dipendente da te.

Non si accorse neppure di essere all'improvviso nudo.
Neanche Ari sapeva cosa gli fosse preso tutto d'un tratto; l'unica cosa di cui era consapevole era che a causa sua e dei suoi timori avevano perso chissà quanti giorni, mesi o anni nascondendo i loro sentimenti, e adesso doveva ripagare Nael di ogni singolo secondo. Se a parole gli era difficile, allora avrebbe usato i gesti, sebbene questi gli procurassero un imbarazzo eccessivo.
Però, nella sua mente, continuava a ripetersi che era per Nael e solo per Nael, quindi poteva anche sorvolare su qualcosa come il disagio puramente corporale e amarlo com'era giusto che fosse, soprattutto dopo il dolore e i problemi che gli aveva creato.
Natanael riprese a muovere il bacino, cercando un contatto più profondo con la mano di Ari, ormai era diventato tutto così amplificato che non gli bastava soltanto qualche carezza leggera.
Voleva assolutamente dipendere da quel ragazzo.

Sei sicuro che sia io la radice e non tu?

Ari credeva davvero in quelle parole, altrimenti non le avrebbe mai dette, e Nael ne era ben lieto di averle udite, solo non era sicuro che fosse un discorso a senso unico.
Se lui era la fonte di sostentamento per Ari, in ugual maniera Ari lo era per lui.
Non era il singolo che dava la forza all'altro.
Era la loro unione che permetteva a entrambi di continuare a esistere in quella vita.
Nael si tirò su a sedere e, senza indugi, prese il biondo per i glutei e lo avvicinò al proprio bacino, muovendolo sempre più forte. Questo lo lasciò fare, aggrappandosi a lui con tutta la forza che possedeva e andando a ritmo procurando sempre più brividi.
Il moro prese a succhiargli la clavicola fino a ottenere un evidente marchio rosso, successivamente, fu catturato per il volto e costretto a un bacio profondo, scandito dagli ansimi crescenti in entrambi.
Andarono avanti per qualche minuto, fino a quando Nael non decise che fosse arrivato il momento di proseguire oltre.
Andò a stimolare l'apertura di Ari con le dita, sentendolo irrigidire immediatamente i muscoli, e gli soffiò lievemente nell'orecchio per tranquillizzarlo.
“Va tutto bene...”

Lascia che ti faccia mio.

Ari annuì con gli occhi lucidi mentre un dito si faceva strada in lui, abituandolo alla successiva intrusione di un secondo dito.
Stava succedendo per davvero, nessuno dei due se lo stava immaginando, finalmente era arrivato il momento dove si sarebbero concessi all'unica persona che avevano mai amato in quel modo in tutta la loro vita.
Per quanto sapesse bene che sarebbe stato doloroso, Ari strinse i denti accogliendo quell'invadenza nelle sue parti più intime, cacciando indietro la paura e l'impaccio per lasciarsi trasportare da tutto il resto che di positivo albergava dentro di lui.
Nael sentiva di non resistere più, ma non voleva fargli del male, quindi impiegò tutto il tempo necessario per prepararlo, consolandolo con frasi dolci e baciandolo in continuazione fin quando non lo sentì rilassato contro di sé.
Lo fece stendere di nuovo sul materasso e, con una mano tra i suoi capelli e le labbra incollate alle sue, entrò piano in lui.

Tu mi appartieni, così come io appartengo a te.





Erano diventati una cosa sola.
Nessuno dei due era più in grado di pensare, troppo presi l'uno dall'altro.
Nael non sapeva se esistevano delle parole per descrivere la sensazione di ritrovarsi nel corpo di Ari, e Ari non sapeva se poteva permettersi di essere talmente felice da non curarsi molto della fitta di dolore che gli fece scappare qualche lacrima.
Era così che ci si doveva sentire quando si capiva di appartenere a qualcuno?
Era così che si condivideva una vita?
Era così che nessuno dei due avrebbe più potuto sciogliere il legame che condivideva con l'altro?
Entrambi speravano che la risposta a tutte queste domande fosse sempre .

La delicatezza con cui Natanael si muoveva, fece piangere Ari ancora di più e tutte quelle lacrime vennero asciugate dalle labbra del moro, che poi lo baciò per fargli assaporare quel sapore salato che custodiva dentro di sé tutta la gioia che non aveva mai percepito sulla propria pelle nell'intera vita.
Entrambi compresero in quel preciso istante che, se fosse esistito un sentimento che pompava il sangue al posto del cuore, che scambiava aria al posto dei polmoni e che ti dava la forza di muoversi al posto dei muscoli, quello sarebbe stato proprio il sentimento che provavano l'uno per l'altro.
Non c'erano eccezioni a quest'affermazione.
Era sempre stato così.
Davvero potevano vivere solo in relazione all'altro.

Le spinte di Nael erano accompagnate dai movimenti di bacino di Ari, sempre più intense e sempre più veloci, oltrepassando la soglia della tenerezza, diventando ossessione, smania d'eccitazione e voglia di possedere i reciproci corpi.
Ormai Ari si era ben abituato a quell'intrusione e Nael si era lasciato completamente andare.
Gli ansimi si mischiavano nelle loro bocche, incollate tra loro il più possibile, non permettendo neanche all'ossigeno di passare fin quando non ne avessero avuto davvero bisogno; la loro pelle era sudata e non tralasciava neanche uno spazio aperto tra i due corpi.
“Ari...” ogni tanto Nael si lasciava scappare il nome dell'altro con quel suo tono roco, gemendo al tempo stesso, e il minore non poteva che mancare un battito e perdersi negli occhi del ragazzo che lo fissavano incessantemente.
Fu anche sul punto di lasciar fluire il mana per un paio di volte, incapace di gestire sia quello che stava provando che quell'energia dentro di lui, ma fortunatamente non si ritrovò nessuno dei due madido d'acqua.
La passione prevalse ancora per qualche minuto fino al raggiungimento dell'apice e crollarono esausti dal trasporto appena concluso.





Il respiro di Nael sbatteva con vigore sulla sua guancia e lo strinse contro di sé, accarezzandogli su e giù il braccio intanto che anche lui riprendeva fiato.

Questo è amare anima e corpo qualcuno?

Voltò il capo appena per riscontrarsi nel profondo occhio nero di Natanael, che lo guardava ancora con un velo opaco davanti a sé, e gli sorrise. Nael ricambiò il sorriso, posandogli un casto bacio sulle labbra, e una piccola lacrima lo colpì sul mento.
“Perché stai piangendo?” domandò Ari, asciugando quella piccola perla che era sfuggita da quegli occhi.
Il moro trasalì, non essendosi neanche reso conto di star piangendo.
“Deve solo essere...” cercò di trovare le parole. “Ah... non lo so... felicità.”

Completezza. Voglia di vivere. Soddisfazione.

Pensò tra sé e sé Ari, riuscendo a capirlo guardandolo attentamente e vedendo una scintilla speciale illuminargli le iridi.
Nael poggiò la testa sul suo petto e tracciò linee immaginarie con il dito su di esso, in risposta venne cullato teneramente con delle carezze tra i capelli e il viso.
“Dannazione.” esclamò a un certo punto il maggiore.
“Mh?” mugugnò Ari, sentendo che stava per precipitare in un sonno profondo.
“Mi dici come faccio adesso a stare in astinenza per chissà quanti mesi?” la sua voce lasciava trapelare solo serietà.
“Nael!” l'ammonì Ari.
“Questo è un problema serio!” Nael si alzò sui gomiti, spostando il ciuffo biondo cenere dalla fronte dell'altro.
Il volto di Ari si incendiò, le pupille si dilatarono e non seppe come rispondere, pensando unicamente che fosse uno stupido e che per l'ennesima volta fosse stato preso in giro nella maniera più facile possibile.
“Sei insopportabile...”
“Sì, sì...”
Nael non gli diede retta e lo baciò ancora una volta, prima di addormentarsi al suo fianco con le mani e le gambe intrecciate tra loro a simboleggiare che la loro unione non sarebbe mai finita.
Erano entrambi la radice del cuore dell'altro.




NOTE DELL'AUTRICE
Aaaaah =w= che patati.
Finalmente hanno consumato il loro amore, che stava durando da molti anni senza che lo sapessero perché sono stupidi y.y No, non lo siete, ma, come dice Nael, avete da recuperare un sacco u.u
Vi è piaciuta la scena d'amore? Ho cercato di renderla il più dolce, tenero, pieno di sentimento possibile :3
Non ho molto da dire, se non che ringrazio fisiologia vegetale che mi ha fatto venire l'illuminazione durante la stesura del capitolo qualche mese fa ahaha! Anche fisiologia animale u.u Brava università, ti meriti i complimenti.
Spero abbiate anche apprezzato Nael, perché avete capito come è davvero. Anche lui ha insicurezze, anche lui soffre e non è quel ragazzo che ho definito “ladro impavido” nel primo capitolo. Inoltre, adoro vedere il lato debole nei personaggi, sono le scene di cui mi piace di più scrivere.
Detto ciò, vi lascio ai vostri sentimenti (sperando che siano tutti positivi!) e ci sentiamo la prossima settimana con un nuovo capitolo della Nari!
Amate e fateli amare a tutti quanti <3
Grazie a tutti, davvero e buona giornata!
Flor <3

 

  
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