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Autore: Eilan21    18/11/2016    7 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Mi mancherai, Viviana”, mormorò Arianrhod prendendo le mani della sua amica, appena prima di salire sulla barca che l’avrebbe portata via dall’Isola Sacra. “E mi mancherà Avalon. Tu non puoi immaginare quanto sia stata felice qui…”

E lo sarai ancora”, rispose Viviana baciandola sulle guance.

Lo hai visto nel Pozzo Sacro?”

Non ho bisogno di scrutare nel pozzo sacro per conoscere ciò che già so…”

Cosa intendi dire?”, chiese la giovane regina con sguardo interrogativo.

Nulla, non preoccuparti. Le mie sono solo le intuizioni di una donna saggia... e con saggia intendo non più giovane ovviamente.”

Arianrhod sorrise.

Posso dirti questo però: la felicità a volte è a portata di mano. Non lasciartela sfuggire.”

A quelle parole Arianrhod arrossì. Sotto lo sguardo intenso di Viviana le sembrava di non avere segreti. Era sicura che lei sapesse di lei e Gareth. Quanto sapesse non poteva dirlo con certezza... e Arianrhod si augurò che non sapesse proprio tutto.

Addio, mia cara bambina” la salutò l'Arcidruido Taliesin.

Addio a voi, Arcidruido. Non so come ringraziarvi per avermi accolta ad Avalon.”

Viviana rimase ad osservare Arianrhod salire sulla barca, a fianco ai suoi generali e cavalieri. Si era affezionata a poche persone nella sua vita – complice anche il suo ruolo che a volte la costringeva a prendere decisioni difficili anche per le persone che amava; ma quella ragazza aveva qualcosa di speciale, e le dispiacque vederla andare via. In altre circostanze sarebbe stata un'ottima sacerdotessa.

Poi la barca sparì nella nebbia e fu così che Arianrhod lasciò Avalon, il luogo che le sarebbe rimasto per sempre nel cuore.


***

Il cammino che intrapresero li avrebbe condotti a Dubris*, dove la loro piccola flotta li stava aspettando e dove si sarebbero imbarcati alla volta della Svezia. Avrebbero navigato verso nord, fino ad attraversare lo stretto di Skagerrak, che divideva la Danimarca dalla Norvegia e dalla Svezia. O almeno così aveva dedotto Arianrhod studiando la cartina fornitale dal generale Vanlande, la sera al lume di una candela. Scoprì invece con suo grande disappunto che nessuno aveva ritenuto utile informarla che la loro prima tappa non era affatto la Svezia, come lei aveva supposto.

Aveva dovuto apprenderlo per caso da Gareth e Östen, mentre tutti e tre cavalcavano vicini a metà della colonna di uomini in marcia.

Credevo che il duca ti avesse informato”, disse Östen, sinceramente dispiaciuto. “Dopotutto è più che normale cercare l'alleanza della Danimarca per la riconquista del trono: il re è vostro zio!”

Arianrhod lo fissò per qualche attimo, indecisa se infuriarsi o meno. “Un'altra cosa di cui ero all'oscuro...” commentò infine, a labbra strette.

Gareth notò la sua frustrazione e accostò il cavallo al suo. Col rischio concreto di essere notato, le toccò il braccio in segno di comprensione, guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Östen. Ma Arianrhod gli sorrise, grata per il gesto d'affetto, così Gareth decise di ignorare l'indubbia manifestazione di buonsenso dell'amico. Se lei era felice, non c'era altro che gli importasse.

E' così” spiegò in tono gentile. “Il re Frode è il fratello di tua madre.”

Sarà bello conoscere qualcuno della famiglia, in ogni caso” commentò Arianrhod. “Credete che mi concederà il suo appoggio?”

Speriamo proprio di sì” rispose Gareth.

Un rumore di zoccoli al trotto attirò la loro attenzione. Dalla testa della colonna, molto più avanti, stava arrivando Domaldr, in sella al suo bel cavallo nero.

Mia signora” chiamò frenando il cavallo proprio davanti a lei, e lanciando un'occhiata di sufficienza a Gareth e Östen. “Mio padre chiede se volete raggiungerlo in testa all'esercito. Ha qualcosa da comunicarvi.”

Vostro padre pensa che io debba correre non appena schiocca le dita, ma non si degna neppure di comunicarmi che siamo diretti in Danimarca?” chiese Arianrhod, gelida.

Domaldr sembrò preso in contropiede, e rimase a boccheggiare in cerca di una risposta, senza trovarla.

Perché non informate il duca che la regina preferirebbe che fosse lui a unirsi a noi?” suggerì Östen non senza una certa soddisfazione personale.

Domaldr gli lanciò un'occhiataccia. “Certamente” replicò con perfetta cortesia, ma a denti stretti. “Ogni desiderio della nostra regina è un ordine... purché venga effettivamente da lei.”

Arianrhod fece un cenno affermativo, dopo il quale Domaldr non poté esimersi dall'eseguire l'ordine, allontanandosi di nuovo in tutta fretta verso la testa del corteo.

Arainrhod lo seguì con lo sguardo, valutando l'estensione del proprio esercito. Erano certamente molti uomini, tutti con indosso lo stemma del drago. Ma erano sufficienti per realizzare quell'impresa? Anche con le sue scarse conoscenze militari Arianrhod intuiva di no. Neppure il consistente drappello di guerrieri del Piccolo Popolo, che marciava in coda all'esercito, era di proporzioni tali da ribaltare le sorti di una battaglia.

I suoi alleati sembravano voler restare separati dalla Guardia Bianca, ed erano stranamente silenziosi. Da parte sua, la Guardia Bianca sembrava guardare con diffidenza quegli uomini così diversi da loro, così selvaggi nell'aspetto. Si vedeva che non se ne fidavano completamente. In effetti l'unica persona ai cui ordini il Piccolo Popolo avrebbe obbedito era Arianrhod, l'unica che fosse a tutti gli effetti una di loro. Era una grossa responsabilità, pensò lei toccando il medaglione che portava al collo, e sperò di essere capace di far sì che i due contingenti giungessero a fidarsi l'uno dell'altro, con il tempo.

I suoi pensieri gravosi furono interrotti dall'arrivo del duca Fjölnir.

Arianrhod si accorse che era sinceramente stupito della sua chiamata. Non riteneva strano che lei non fosse stata informata della loro destinazione.

E all'improvviso lei comprese. Non la prendevano sul serio, ed il motivo era evidente: era una donna, e per di più una donna giovane. Se voleva essere considerata seriamente era lei che doveva dimostrare le sue capacità. Lamentarsi sarebbe stato inutile, agire molto più sensato.

Perciò non si scompose e, sotto lo sguardo ammirato di Gareth, chiese al duca di organizzare un incontro fra i comandanti per fare il punto della situazione.

Ma certo, nei prossimi giorni sarà sicuramente possibile...”

Stasera” lo interruppe Arianrhod, decisa. “Non appena avremo allestito le tende.”

Il duca la guardò stupito, ma non poté far altro che acconsentire.

Un'altra cosa, duca” lo chiamò Arianrhod, mentre stava per andarsene. “Anche i due cavalieri qui presenti parteciperanno.”

Gareth e Östen si lanciarono uno sguardo sbalordito.

Sono i migliori amici che ho al mondo.”

E con questo aveva messo le cose in chiaro.


***

La luce delle torce rischiarava la tenda sotto la quale si erano riuniti i capi della Guardia Bianca, il capo del contingente del Piccolo Popolo, Morcant, e naturalmente, Arianrhod, che teneva decisamente in mano le redini della situazione.

Al centro della tenda, sopra il tavolo, una mappa era spiegata e già coperta di piccoli segnalini di legno grezzo che servivano ad evidenziare il percorso da fare, e il numero e la posizione delle truppe.

Arianrhod era appoggiata con le mani sul tavolo e fissava il generale Walbur che le snocciolava una serie di cifre riguardo gli uomini che avevano a disposizione, e su quelli che avrebbero forse avuto in futuro.

Alla destra del tavolo erano allineati tre sgabelli, sui quali erano seduti in silenzio Domaldr, Gareth e Östen.

Il punto è: quanti uomini ad oggi Ale ha più di noi?” lo interruppe Arianrhod, senza tema di apparire maleducata.

Walbur lanciò un rapido sguardo al duca e al generale Vanlande, ma loro rimasero criptici.

Ma vi ho spiegato che la nostra situazione corrente non è definitiva e...”

Per favore generale, lasciamo da parte i se e i ma. È il caso di essere diretti, non credete? Allora, quanti uomini più dei nostri?”

Walbur sbuffò prima di decidersi a rispondere. Appariva contrariato.

Ale dispone di un esercito regolare di circa sessantamila uomini. La Guardia Bianca ne conta diecimila. Il contingente del Piccolo Popolo altri tremila...”

Dunque lui ci supera di quasi cinquantamila uomini?”

E' così”, intervenne il duca con riluttanza.

Non è molto confortante…”, osservò Arianrhod.

Contiamo sul fatto che una parte dell’esercito regolare svedese abbandoni Ale passando dalla nostra parte”, disse Fjölnir. “La nostra rete di spie vi sta lavorando da anni. Il vostro esercito è fedele alla Stirpe del Drago… ha solo bisogno di un legittimo sovrano sotto il quale riunirsi, e combatterà dalla vostra parte.”

Poi ci sono i ribelli, mia signora”, s'intromise il generale Vanlande. “Gli svedesi che combattono l'usurpatore da anni e che non aspettano altro che il vostro ritorno.”

E questi ribelli sono soldati?” chiese Arianrhod.

Acuta osservazione, pensò Gareth sentendosi fiero della sua Arianrhod.

No, purtroppo. Si tratta di gente comune: fabbri, sarti, contadini e qualche membro della piccola nobiltà. Persone che hanno scelto di abbandonare tutto per combattere. Vivono in clandestinità e Ale tenta di stanarli da sempre.”

E come mai non ci è ancora riuscito?”

Perché si sono dati alla macchia, e nessuno conosce l'esatta ubicazione del loro covo.”

Chi sarebbe il loro capo?”

Un uomo di nome Hogne, un membro della nobiltà terriera a cui Ale ha confiscato le terre.”

Credete che i ribelli si uniranno a noi senza problemi? E in tal caso quanti uomini in più avremmo?”

Sicuramente” disse Walbur. “Sul fatto che si uniranno al nostro esercito non ci sono dubbi, non aspettano altro. Non sappiamo con precisione il loro numero, ma stimiamo che siano intorno ai diecimila.”

Così arriveremmo a poco più di ventimila...”

Vedrete che vostro zio accetterà di aiutarvi” intervenne Domaldr alzandosi baldanzosamente e avvicinandosi al tavolo. “Dopotutto siete l'unica figlia di sua sorella, non potrà rimanere indifferente al legame di sangue.”

Ti ringrazio Domaldr, ma credo che il re ragioni più per convenienza che per sentimentalismi. Se avremo qualcosa da offrirgli in cambio è probabile che prenderà in considerazione la nostra offerta... non è vero, duca?”

Ne sono convinto”, disse Fjölnir guardando il figlio con aria sconsolata, mentre questi andava di nuovo a sedersi, imbronciato. “Siete molto acuta, mia signora.”

Bene, abbiamo fatto un primo punto della situazione. Avremo modo di farne altri prima del nostro arrivo in Danimarca, per cui consiglierei di metterci in viaggio alle prime luci dell'alba. È tutto.”

Quando Arianrhod uscì, con passo deciso, tre paia d'occhi la seguirono ammirati. Poi Fjölnir, Vanlande e Walbur si guardarono e compresero che un unico pensiero attraversava loro la mente in quel momento. Quella che avevano considerato solo una ragazzina inesperta e manovrabile, peccando di superficialità, era fatta della stessa pasta di suo padre e di suo nonno. Era una vera Yngling e non era da sottovalutare.


***

Gareth e Östen se ne stavano un po' in disparte rispetto ai loro compagni, non troppo lontani però perché il fuoco non li scaldasse. Parlavano di quello che era successo quella sera, ed erano entrambi fieri di come Arianrhod avesse preso la situazione in mano.

Non so te” stava dicendo Östen, “ma io penso che abbia fatto ciò che era necessario per mettere in chiaro che è lei a comandare. È la prima volta che i generali e il duca vengono zittiti da una donna e non credo gli abbia fatto troppo piacere.”

Gareth rise. “No, credo proprio di no. Ma vedrai che la prossima volta che mediteranno di prendere decisioni per lei ci penseranno due volte. Hai visto la faccia di Domaldr quando Arianrhod lo ha rimesso al suo posto? Sembrava fosse stato costretto a inghiottire del fiele...”

Come se fosse stato chiamato proprio in quel momento dal buio emerse la voce di Domaldr, e il ragazzo sbucò alle spalle di Gareth e Östen come un infido serpente.

Gareth!” esclamò con affettata cordialità, dandogli una pacca sulle spalle.

Quest'ultimo lo guardò gelido. “Cosa vuoi?” chiese senza preamboli.

Domaldr continuava a ostentare un sorriso più falso di un sasso spacciato per una pietra preziosa.

Ti dispiace se parlo un momento da solo con mio fratello?” chiese, rivolgendosi a Östen. Chiaramente non gli faceva piacere il modo in cui questi spalleggiava Gareth.

Östen esitò, ma Gareth gli fece un cenno d'assenso e il ragazzo si allontanò con riluttanza.

Te lo ripeto: cosa vuoi?” chiese di nuovo Gareth quando lui e Domaldr furono soli.

Ehi, quanto fuoco! È questo il modo di trattare il tuo unico fratello?”

Gareth non rispose. Avrebbe potuto commentare che Domaldr tirava fuori la loro parentela solo quando gli faceva comodo, ma sarebbe stato fiato sprecato.

Bene, allora andrò dritto al punto” continuò Domaldr. “Ho notato come guardi la regina.”

Di cosa stai parlando?”

Non sono cieco, Gareth. Ma non so come tu faccia a non renderti conto che lei non è per te.”

E sarebbe per te, invece?” sibilò Gareth, furioso.

Forse” disse il fratello con noncuranza. “Perché no? Hai notato che sarei un buon partito per lei? Tu cosa potresti offrirle?”

Gareth tacque. Sapeva che Domaldr aveva ragione su questo punto.

In ogni caso, anche se non fossi io a sposarla, sarà qualcun altro di pari rango. Non certo tu.”

Se non mi temi perché sei venuto a dirmi questo?”

Solo perché tu non ti faccia illusioni o ti renda ridicolo, fratello, tutto qui. Non hai possibilità con lei”, disse voltandogli le spalle e scomparendo nel buio.

Gareth era incerto se arrabbiarsi o mettersi a ridere.

Se tu solo sapessi.



*L'attuale Dover




Nota dell'Autrice: Ciao a tutti! In questo capitolo ho avuto un grande dilemma: ero indecisa sul ruolo che ha il duca, tant'è che ho pensato anche di riscriverlo completamente perché so che probabilmente continuerà a non piacere molto come personaggio, e non era davvero nelle mie intenzioni. Però ho deciso di lasciarlo così, prima di tutto perché la sua complessità e le sue zone d'ombra sono qualcosa che mi intriga; e poi perché mi sembrava molto più realistico e consono all'epoca che stiamo trattando il mostrare come Arianrhod venga sottovalutata a causa del suo sesso. La ragazza dovrà lottare per farsi valere, perfino da coloro che sono dalla sua parte!

Una piccola curiosità: lo zio di Arianrhod, il re di Danimarca Frode, è colui da cui Tolkien – ebbene sì!^^ - ha preso il nome per il suo protagonista Frodo.

E niente, spero che il capitolo vi piaccia e vi mando un grande abbraccio!

Eilan



   
 
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