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Autore: ffuumei    21/11/2016    3 recensioni
ChanBaek, HunHan, KaiSoo, TaoRis, SuLay, XiuChen
"Come faccio a crederti?"
Si era chinato su di lui, ad un soffio dalle sue labbra.
"Ciò che ci unisce va oltre la logica, oltre la concezione umana. È qualcosa di più profondo persino di un legame di sangue. Lo senti."
Non era una domanda. Non aveva ragione di esserlo.
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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W h a t C o m e s N e x t
「 A c t S e v e n t h ​」







Il pavimento trema sotto i loro piedi, ma Kyungsoo non ha paura. Osserva il lampadario che oscilla, i cocci dei piatti e dei bicchieri frantumati, sparsi sul pavimento, il tavolo che si ribalta, le sedie già a terra. Cerca di guadagnare tempo, tempo prezioso, e stringe forte la mano di Jongin fino a fargli male.
Il ragazzo, tuttavia, non si lamenta. Al contrario, ricambia la sua stretta con altrettanta forza.
Kyungsoo guarda Jongin negli occhi e sa che quelli sono i loro ultimi istanti. Mentre la luce svanisce insieme al bagliore dei dieci ciondoli, gli ultimi due rimasti sono gli unici a brillare ancora, debolmente, nel buio dell'appartamento.
Kyungsoo sa cosa significa. Lo vede nella sua testa e non ha il coraggio di esprimerlo a parole.
"Kyungsoo..."
Sente dei passi. Jongin lo stringe possessivamente a sé.
"Hey."
Passi sempre più vicini. Jongin sta tremando mentre lo abbraccia forte.
"Kyungsoo."
Nel buio fitto in cui sono avvolti, non possono vedere, ma possono sentire. L'oscurità che prende sostanza e li avvolge. L'angoscia più profonda che si impossessa di ogni loro cellula.
"Kyungsoo, hey."
La paura. Quella vera.
"Kyungsoo, svegliati."
Il sudore cola lungo la sua schiena, la sua fronte, il suo viso. Ha il corpo scosso da un tremore infinito, come se fosse immerso in una vasca di ghiaccio. Quando apre gli occhi, però, si trova steso in un letto, tra le lenzuola sgualcite e un paio di braccia forti che lo stringono in un abbraccio.
"Ancora quell'incubo?"
Kyungsoo ha il fiato corto. Si limita ad annuire debolmente.
"Dovresti smettere di pensarci," sussurra Jongin al suo orecchio, per poi riempirgli il collo di piccoli baci. "È solo un brutto sogno."
Kyungsoo annuisce ancora.
"In ogni caso, io sono e sarò sempre qui," sente Jongin sorridere contro la propria pelle accaldata. "Non devi avere paura. Non ti lascerò mai."
Ma Kyungsoo ha già smesso di tremare. Sa che può fidarsi di lui, sa che sarà al sicuro finché resteranno insieme.

Sente gli occhi di tutti puntati su di sé, eppure finge di non accorgersene.
La chiave è restare indifferenti, Yifan lo sa, lo ha imparato velocemente. Dopotutto, sono anni che lavora nel mondo dello spettacolo. Ci ha fatto l'abitudine e ora, tutti quegli sguardi insistenti rivolti a lui persino mentre siede, indisturbato, ad un semplice tavolino del bar, non lo turbano più. Certo, continua a pensare che siano indiscreti e fastidiosi, che gli tolgano la poca libertà di agire secondo i propri desideri che gli è rimasta, ma non importa.
In ogni caso, fra poco andrà altrove.

Il vento gli scompiglia i capelli e scuote il suo corpo come una foglia autunnale, ingiallita e secca.
Luhan si sente così, come se, in qualche modo, la sua anima sia spenta e assopita, nonostante il sole accecante che illumina le strade della Cina.
Si sente così da quando ha lasciato il gruppo. Da quando si è lasciato alle spalle gli EXO, la Corea.
Sehun.

"Yixing," si lamenta. "Yixing, faremo tardi alle prove."
Ma l'altro ragazzo non lo ascolta e prosegue, imperterrito, nel suo lavoro.
"Yixing, andiamo," gli pizzica una delle cosce su cui poggia la propra testa, "Si sta facendo tardi."
"Sono solo le sei del mattino, Junmyeon," non è la risposta che desidera, ma almeno il ragazzo da segno di averlo ascoltato.
"Abbiamo l'agenda piena di impegni, oggi."
"Così come l'avremo domani e l'avevamo ieri," ribatte, la voce lieve e morbida che si disperde in un sussurro nell'aria fresca del parco al mattino. "E l'altro ieri, e l'altro ieri ancora, e ancora..."
Mentre parla, Yixing gli carezza i capelli e, tra le ciocche castane, sistema tante margherite bianche.
Junmyeon è steso con il capo sulle sue gambe. Nonostante la fretta e l'ansia malcelata di tornare all'agenzia, però, non può negare che le carezze di Yixing siano ciò che di più bello e dolce esista.
"Solo dieci minuti," gli dice. "Dieci minuti e poi andiamo."
L'altro annuisce e gli solletica la punta del naso con uno di quei piccoli fiorellini. Quando Junmyeon starnutisce e mette il broncio, Yixing si perde in una risata leggera e gli lascia un bacio sulla fronte, sorridendo contro la sua pelle.

Baekhyun canta, piano, sottovoce, mentre le deboli fiamme nel caminetto davanti al divano su cui è seduto si riflettono nei suoi occhi.
Dalle sue labbra escono parole soffici e melliflue, si disperdono come fumo nella stanza avvolta dal tepore del fuoco.
Chanyeol, gradualmente, chiude gli occhi e si addormenta, stringendo debolmente tra le braccia il corpo tanto più piccolo ed esile dell'altro ragazzo.

"Yifan," si sente chiamare e volge lo sguardo alla sua destra.
Il tipico viso da cattivo ragazzo entra nel suo campo visivo, ma quando la persona che ha davanti si scioglie in un dolce sorriso, Yifan pensa e sa, sa che l'apparenza sarà la rovina di questo mondo.
Come si può anche solo credere per un millisecondo che Zitao non sia buono e gentile?
"È da molto che aspetti?" gli domanda, prendendo posto nella sedia di fronte a lui.
"Non ha importanza quanto ho atteso," anche Yifan gli sorride, ora che i loro occhi sono immersi gli uni negli altri. "Tu vali l'attesa."
Zitao arrossisce sotto la sciarpa avvolta intorno al collo, "Non dire certe cose- ci guardano tutti."
"Non possono sentirci," ribatte prontamente. "Siamo nell'angolo più appartato del locale e se anche vedessero, non potrebbero mai essere sicuri di cosa sia davvero successo."
L'altro ragazzo fa un verso esasperato attutito dalla stoffa della sciarpa -Yifan non vede l'ora di togliergli quel dannato indumento che gli impedisce di vederlo pienamente in viso- e finisce in un sorso la tazzina di caffè che ha dinanzi.
"Andiamo," dice.
Yifan lo guarda, sorpreso, ma poi un sorriso gli colora le labbra.
"So dove portarti."

Sehun, pensa Luhan. Sehun, non avrei voluto andarmene, ma ho dovuto farlo.
Sospira. Lo sai, aggiunge.
Se solo Sehun potesse sentirlo, se solo i suoi pensieri potessero raggiungerlo.
Ripete nella mente quelle parole da mesi, ormai. Ma sa, sa che l'intensità delle sue riflessioni non arriverà mai al cuore di Sehun.
Se solo avesse il coraggio, Luhan lo farebbe. Prenderebbe il suo cellulare e manderebbe un messaggio all'altro ragazzo.
Ma non lo fa. Sono mesi che sblocca il dispositivo e cerca le frasi giuste, finendo per non digitare nemmeno una lettera.
In cuor suo, però, sa perfettamente cosa vorrebbe dirgli. È solo che gli mancano le parole. Sembrano tutte così insignificanti di fronte alla potenza dirompente dei sentimenti che dovrebbero descrivere.
E poi, se anche Sehun non ha mai pensato di inviargli nemmeno un semplice messaggio in tutto quel tempo, forse significa che non ci sono parole per sistemare le cose.
Sehun, Luhan vorrebbe piangere, ma non ha più lacrime. Mi avevi chiesto di amarti ed è quello che sto facendo, nonostante tutto. Nonostante la distanza, nonostante le difficoltà, nonostante il dolore. Ma... stringe i pugni nelle tasche della felpa.
Ma tu, tu ti sei dimenticato di me?
Quando il cellulare vibra nella stoffa dei suoi jeans, lui lo prende tra le mani in un gesto automatico.

Non c'è niente di più rigenerante di una doccia bollente dopo una dura giornata passata a correre da un lato all'altro dell'agenzia, tra allenamenti e prove e ancora allenamenti e altre prove.
Jongdae si sente esausto e stremato. Sospira sotto il getto della doccia, cercando di distendere i muscoli tesi e doloranti di tutto il suo corpo.
"Is this what we want? Never looking into each other’s eyes again? Will you never speak to me again, never say you love me again?"
Jongdae canta sotto l’acqua e non riesce a smettere, non vorrebbe mai farlo. Ama il suono della voce che si scontra con il vapore e viene amplificato dal box della doccia.
"Even if I get hurt and my tears fall like rain, can changing solve anything? Can we change?"
L'apertura improvvisa di uno dei due sportelli appannati, però, lo costringe a tacere, in un moto di stupore.
"Era da tantissimo tempo che non ti sentivo intonare Mama," lo dice con tutta la nonchalance del mondo, come se non avesse appena fatto irruzione nella doccia con lui dentro, ovviamente senza niente addosso.
"Ah!" esclama poco dopo. "Scusami, forse avrei dovuto bussare?"
Jongdae non si rende conto di star trattenendo il respiro finché non lo libera, incamerando ossigeno. "Non so, Minseok. Le persone normali cosa fanno, solitamente, quando il bagno è occupato?"

"Chanyeol," lo chiama, ma non risponde. "Chanyeol."
Sospetta che si sia addormentato e, girandosi con cautela nel suo abbraccio, si accorge di avere ragione.
"Come si fa ad addormentarsi seduto?"
Baekhyun ridacchia osservando il viso assopito dell'altro. Ha le labbra schiuse e il respiro placido, le palpebre serrate e la fronte rilassata, i capelli che gli ricadono, scomposti, ai lati del viso pulito.
"Sei terribile, Chanyeol."
Le fiamme nel camino creano curiosi giochi di luce sulla sua pelle bianca, ombre armoniose che si diramano sotto le sue folte ciglia.
Baekhyun sospira, stringendosi a lui. Non pensa nemmeno per un attimo di destarlo dal sonno in cui è caduto. La vita di un idol è dura e stressante, Baekhyun lo sa, lo sta provando ogni giorno sulla propria pelle, così come l'altro ragazzo.
Così poggia piano il capo sul petto di Chanyeol e chiude gli occhi, abbandonandosi al tepore del suo corpo e al suo profumo.
"Ma sei anche la cosa migliore che potesse capitarmi."

"È bellissimo, Yifan," ride Zitao, agita le braccia in aria e il vento gli scompiglia i capelli chiari. Poi si avvicina al cornicione del tetto di quel grattacielo e si sporge in avanti, guardando giù.
Yifan, invece, da le spalle allo spettacolo della vita che scorre sotto di loro. Non gli importa.
Si avvicina silenziosamente a Zitao, gli avvolge la vita, gli permette di voltarsi e gli stampa un bacio sulle labbra, ammirando come le sue guance ora creino un contrasto unico con il bianco immacolato della sua pelle.
"Vorrei poter fermare il tempo," gli sussurra sulle labbra schiuse. "Qui, adesso."
"Anche io," Zitao annulla ancora la distanza tra loro e il bacio, da semplice e casto, diventa più intenso.
"Vorrei restare così per sempre, Yifan," continua. "Solo, con te."

Una notifica. Le sue dita tremano quando apre il messaggio e lacrime diverse, lacrime di gioia e liberazione, scorrono libere sulle sue guance contratte nell'atto di sorridere.
Luhan, c'è scritto. Non mi sono dimenticato di te. Non ho mai smesso di amarti.

Minseok fa spallucce e ride, semplicemente. Jongdae adora la sua risata e il modo in cui mostra le gengive ogni volta, sotto le labbra rosee e piene.
"Sei tornato prima," si rende conto.
"Lo so," Minseok gli sorride, i capelli bagnati dall'acqua tutti appiccicati al viso. "Abbiamo terminato sorprendentemente in anticipo le riprese della drama, così ho deciso di non aspettare oltre e correre subito da te."
Anche Jongdae sorride, ora. È sicuro di avere le guance rosse e guarda il sapone mentre sparisce nello scarico, trascinato dall'acqua.
"Non è molto il tempo che possiamo passare insieme, con tutti gli impegni e la stanchezza."
Minseok si avvicina, come se già non stessero uno appiccicato all'altro in quella doccia minuscola, e gli circonda il collo con le braccia. Nel momento in cui Jongdae alza lo sguardo, l'altro gli cattura le labbra con le proprie, in un bacio lungo e bagnato dal getto d'acqua sopra le loro teste.
"Voglio poter sfruttare al massimo ogni singolo istante che ci è concesso."
Jongdae gli stringe i fianchi sottili con le mani, sorride contro le sue labbra gonfie.
"Grazie," non è che un lieve sussurro coperto dal vapore, ma va bene così.
È sicuro che Minseok lo abbia sentito.










Ci siamo, questo è l'ultimo capitolo. Non so voi, ma a me viene da piangere- mi fa sempre questo effetto concludere la pubblicazione di una fic ;-; 
Okay, arrivati a questo punto, dovrebbe essere tutto chiaro. Nel dubbio, cerco di spiegarvi brevemente il senso della storia che avete letto :'D 
In pratica, mi sono ispirata ai poteri degli EXO e ai loro Pathcode. Per Luhan e Kris che non ne possiedono uno, ho fatto in modo di utilizzare rispettivamente quelli di Sehun e Tao. Una volta scoperto di avere questi "doni", alias i poteri, ho immaginato che i ragazzi non potessero semplicemente continuare la loro vita come se nulla fosse. Sicuramente ci sarebbero state forze antagoniste che avrebbero cercato di quietare le loro capacità, perché persone con quei doni possono fare tante cose e, si sa, la maggior parte della gente è spaventa dalla forza che non può controllare. Dunque, il motivo per cui gli EXO sono continuamente inseguiti da "loro", sarebbe questo. Poi, come avete letto, gli EXO di cui ho scritto io non sono i primi e nemmeno gli ultimi a vivere quell'esperienza. Ho immaginato che, alla morte -evento successivo alla cattura- di ognuno di loro, il dono si disperda per poi ritrovare posto in un corpo diverso, ma appartenente alla stessa anima. Una sorta di reincarnazione, un ciclo continuo che di ripete all'infinito trovando fine solo in quest'ultima realtà. Parlando di ciò -ovvero dell'ultimo capitolo, l'epilogo- quella descritta è in parte la realtà attuale, quella in cui gli EXO sono una boy band e via dicendo. Qui, possono vivere la loro vita senza angoscie e paure, perché non c'è nessuno che vuole far loro del male. Sostanzialmente, sono liberi, hanno sconfitto il male e si sono riuniti, per intenderci. 
E questo è quanto lol spero davvero che questa cosa sia piaciuta a qualcuno, mi farebbe davvero piacere ricevere un parere, anche minuscolo, un piccolissimo cenno di vita da parte di voi lettori silenziosi ç.ç 
Anyway, con questo, io vi saluto. Sicuramente scriverò altro, magari qualcosa di meno intricato e strano(?) di quello che avete appena finito di leggere, ma pur sempre qualcosa(???) 
Goodnight~
  
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