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Autore: Grim_KingCobra    22/11/2016    0 recensioni
Tom Marvolo Riddle: l’infanzia, l’adolescenza, la “trasformazione” in Lord Voldemort. Come un bambino dallo strano taglio di capelli diventa il più grande Mago Oscuro che la Gran Bretagna abbia mai visto.
NB: le parti racchiuse da «» sono prese direttamente dai libri di Harry Potter
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto
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“CORVONERO!!!” annunciò il Cappello Parlante. Un applauso fragoroso si alzò dal secondo tavolo a sinistra, la giovane strega si diresse verso la sua Casa entusiasta. Lo Smistamento era uno dei primi e più importanti momenti ad Hogwarts. I giovani 11enni attendevano difronte il tavolo degli insegnati mentre il Cappello Parlante sceglieva la Casa più affine alle loro personalità e potenzialità: i Grifondoro si distinguevano per il coraggio, i Tassorosso per la lealtà, i Corvonero per l’intelletto e i Serpeverde per il desiderio di grandezza. Man mano che la Professoressa Wellton chiamava un nome, lui o lei si avvicinava, gli veniva messo il Cappello sulla testa ed egli esprimeva il suo indiscusso giudizio: era uno degli strumenti magici più affascinanti, dotato di una propria personalità, di un pensiero autonomo. Tom era lì che attendeva il suo turno, intorno a lui molti ragazzi sapevano a cosa stavano andando incontro. “Mia madre è Grifondoro e mio padre Corvonero, se finisco in Tassorosso non potrò più tornare a casa!” “La mia famiglia è Serpeverde da generazioni, è inutile aspettare un vecchio Cappello”. Dalle parole di quei ragazzi Tom capì che esisteva una certa rivalità, confermata dal discorso del Preside Dippet che preannunciava la Coppa delle Case, vinta alla fine dell’anno da quella più meritevole. Cercando di ignorare il brusio di sottofondo, Tom iniziò a guardarsi intorno: la Sala Grande era maestosa, con soffitti altissimi dei quali non si vedeva la fine perché immersi in un cielo stellato frutto di un incantesimo, le pareti erano adornate di bassirilievi, quadri e sculture; era la Sala più spettacolare di tutto il castello, con inserti d’oro che risplendevano alla luce delle candele sospese a mezz’aria. Le quattro tavolate erano apparecchiate con posate e piatti in bronzo e per tutta la Sala si avvertiva una strana e accogliente magia. “Tom Riddle!” la Professoressa incaricata dello smistamento sollevò il naso dal lungo rotolo di pergamena per cercare il ragazzo appena chiamato, ma nessuno rispose. “TOM RIDDLE!!” “Eccomi, sì, sono io” Tom si risvegliò dal suo incantato torpore e si fece timidamente avanti. “Su forza caro, non abbiamo mica tutta la notte”. Tom si sedette su uno sgabello accanto la Professoressa Wellton che gli posò il Cappello Parlante sulla testa e fece due passi indietro. “Aaah, così presto? Sapevo che saresti arrivato, ma non così presto!!” Tom all’inizio non capiva se si stesse riferendo a lui o a qualcun altro, poi si fece coraggio e con voce monotona chiese “Che vuol dire? Perché mi stava aspettando?”. “Ah niente, niente caro, sto guardando nella tua testa, non mi distrarre” tagliò corto il Cappello, mentre cercava di prendere tempo. Il giorno prima il Professor Silente aveva chiesto di parlare con lui in privato, senza coinvolgere il Preside Dippet. La conversazione era incentrata su un ragazzo che ancora doveva entrare ad Hogwarts. Silente sembrava particolarmente preoccupato sulla Casa destinata al ragazzo. “È della famiglia dei Serpeverde!” “Ne è sicuro Albus?” “Sì, ne sono certo. Per questo sono venuto da te, è possibile collocare il ragazzo in un’altra Casa?” “Un’altra? E dove dovrebbe andare? In Grifondoro forse?” “Stavo solo chiedendo se fosse possibile” “No che non è possibile! Faccio questo mestiere da secoli, non si può collocare un ragazzo in una Casa diversa da quella a cui è destinato. Lui in più è un suo discendente! Dov’ è il problema Albus?” “Sono un po’ preoccupato. Tom ha avuto un’infanzia difficile, sto solo cercando di non peggiorare la situazione, è un ragazzo influenzabile” “Influenzabile dai Serpeverde? Andiamo Professore, lo sa anche lei che nessuno più la pensa come il vecchio Salazar” “Non ne sarei così sicuro” “Gellert? È in Gran Bretagna?” “Non lo so. Ma si stanno diffondendo idee pericolose. Dobbiamo proteggere gli studenti, tutti gli studenti” “Albus non potrà proteggere tutti per sempre” “Già… ad ogni modo, non si può fare niente per Tom” “No, mi dispiace, ho un compito e non posso cambiare il destino di uno studente. Se vedrò un Serpeverde, dirò Serpeverde” “Capisco. Grazie per il suo tempo Parlante” “Prego Albus, quando vuole” Tutta la Sala Grande stava attendendo il verdetto del Cappello Parlante. Dopo qualche minuto di silenzio egli ricominciò. “Sei un ragazzo molto intelligente, ma ti manca a disciplina, hai anche… beh, molta… forza, dentro di te” era palesemente in difficoltà: più che forza aveva visto rabbia in Tom, una rabbia che con il tempo aveva quasi completamente offuscato tutto il resto. Il Cappello Parlante sperava che dopo il suo verdetto quella piccola luce che gli aveva visto dentro non si sarebbe spenta del tutto. “Serpeverde!” sentenziò.
   
 
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