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Autore: Eilan21    06/12/2016    7 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Arianrhod si sentiva completamente fuori posto alla corte danese, come il proverbiale pesce costretto a vivere fuori dall'acqua. Il viaggio dal porto di Odense, e attraverso le vie della città, scortata dalla sua guardia personale, aveva arrecato un certo turbamento in Arianrhod. Forse per l'ambiente sconosciuto nel quale avrebbe dovuto inserirsi, forse per l'imminente incontro con l'unico membro della sua famiglia che avesse mai conosciuto, onestamente non avrebbe saputo dirlo. Odense, la capitale danese, era una grande città portuale, abituata a ricevere persone e navi provenienti da fuori. Nessuno perciò aveva fatto troppo caso alla piccola flotta che aveva attraccato quella mattina presto nel porto. Le strade della città, anche man mano che si avvicinavo verso il suo centro, erano semi deserte. Non c'era niente di strano, considerata l'ora tanto mattiniera, ma ad Arianrhod trasmisero un irreale senso di gelo e di inospitalità, soprattutto perché tutti gli edifici e le strette strade acciottolate erano avvolti in una fitta bruma. Mentre cavalcava alla testa del corteo, il duca Fjölnir accanto a lei le raccontò ciò che sapeva di suo zio Frode. Le disse che regnava da molto tempo, circa vent'anni, e che aveva quattro figli maschi: il maggiore si chiamava Halfdan, come il precedente usurpatore di Svezia, ed era erede al trono. Poi c'erano Arnvid e Øybjorn, ed il minore Hrolf, un giovane di poco più di vent'anni. Il regno di Danimarca era un regno piccolo, ma molto prospero grazie soprattutto al commercio. La sua posizione strategica di regno peninsulare favoriva i traffichi commerciali con gli altri paesi.

Al castello di Odense Arianrhod e la sua scorta furono ricevuti con tutti gli onori. Furono informati che il re era momentaneamente assente dalla corte, ma che avrebbe fatto ritorno l'indomani con i suoi figli. Ad Arianrhod venne assegnata un'ancella personale e fu la ragazza a mostrarle la camera dove avrebbe alloggiato. Quando varcò la porta la giovane regina sgranò gli occhi di fronte a tutto quel lusso. Un letto a baldacchino in legno, circondato da drappi di stoffa di un rosso scuro, troneggiava nell'angolo, ricolmo di così tanti cuscini che Arianrhod si chiese a cosa servissero visto che lei aveva solo una testa sul collo. Un grande camino, ancora spento, decorava la parete opposta. C'era perfino un piccolo tavolino da toeletta. Nell'insieme la stanza non era molto grande per i parametri di una grande casa nobiliare, ma lo sembrava ad Arianrhod, la cui stanza alla fattoria dei suoi genitori non arrivava ad essere la metà di quella.

Se permettete, mia signora, vi farei portare subito un bagno caldo e delle vesti pulite”, interloquì l'ancella, rimasta sulla porta in attesa che Arianrhod le desse ordini “O se desiderate altrimenti, chiedetemi pure...”

Arianrhod si voltò, quasi sorpresa: si era completamente dimenticata della presenza della ragazza, tanto era stata presa nell'ammirare quei lussi così nuovi per lei.

Sì, certo, il bagno va benissimo... grazie.”

La ragazza sorrise, poi chiamò un servitore perché portasse tutto il necessario e poi uscì lei stessa. Arianrhod si sedette tentativamente sul letto, con cautela, come fosse qualcosa di pericolo. Era morbidissimo, niente a che vedere con la scomoda cuccetta che aveva avuto a disposizione durante il viaggio da Dubris.

Si sdraiò, completamente conquistata da quella nuvola di morbidezza, quando l'ancella rientrò nella stanza portando qualche ciocco di legno, e lei si rimise a sedere di scatto.

Vi accendo il camino, mia signora”, spiegò la ragazza con un sorriso, notando che Arianrhod si limitava a fissarla senza chiedere nulla.

Naturalmente”, rispose lei.

Ecco fatto”, disse l'ancella dopo poco, sbattendo le mani per spolverarle, soddisfatta. Le fiamme nel camino ora guizzavano allegramente. “Farò portare altra legna dai servitori, intanto godetevi il vostro bagno” aggiunse mentre tre servitori entravano con una grande tinozza e alcuni secchi di acqua calda.

Più tardi vi aiuterò a vestirvi e a pettinare i capelli.”

La serva uscì, e non appena la vasca fu pronta, Arianrhod si immerse. Vi restò molto tempo, con gli occhi chiusi, i gomiti poggiati sulle sponde di legno della tinozza e i polpastrelli che sfioravano l'acqua. Poi si mise la veste che la serva aveva lasciato sul letto e si avvicinò al fuoco, che aveva cominciato a smorzarsi. Cominciò ad aggiungere ciocchi e a rimestare con il ferro da caminetto, come le aveva insegnato a fare suo padre Eachann.

In quel momento si udì bussare alla porta.

Mia signora”, la chiamò l'ancella. “Avete finito? Posso entrare?”

Vieni pure!”, rispose Arianrhod.

Quando la ragazza entrò e la trovò china sul caminetto, intenta a rimestare tra le braci e a soffiare per ravvivarle, con le mani sporche di fuliggine, lanciò quasi un grido di costernazione.

Mia signora, no!” esclamò tentando di toglierle il ferro dalle mani. “Vi prego, lasciate fare a me. Non è un lavoro per voi questo!”

Non preoccuparti, faccio da sola”, insistette Arianrhod, cercando di rassicurare la ragazza che sembrava sul punto di andare in iperventilazione. “Me la so cavare da sola. Non sono abituata a che qualcuno svolga le mansioni al posto mio.”

Mia signora, devo insistere!”

No, io...”

Vi conviene lasciar fare a Gerda. Con lei non la si spunta.”

Arianrhod e la cameriera lasciarono la presa sul ferro all'unisono e si voltarono, stupite. Sulla porta stava una ragazza dai capelli rossi e dal sorriso gentile. Dopo aver osservato la scena per meno di un secondo, si fece avanti e si prodigò in un solenne inchino davanti ad un'attonita Arianrhod.

E' un piacere fare la vostra conoscenza, regina di Svezia.”

Ed io la vostra. Qual'e il vostro nome?”, chiese Arianrhod, sgrullandosi le mani dalla cenere e cercando di recuperare un po' di dignità di fronte a quella bella ragazza così solenne e amichevole.

Io sono Ragnhild Sigeherdottir, figlia del nobile Sigeher di Stormare, e protetta del re.”

Non c'erano dubbi che la ragazza fosse proprio ciò chi aveva detto di essere. Indossava un abito lussuoso bordato di pelliccia, e i suoi capelli ramati erano raccolti sul capo in un acconciatura di trecce davvero elaborata. Al collo portava una collana d'oro ed anche ai polsi portava bracciali d'oro.

Io... è un piacere fare la vostra conoscenza. Perdonatemi se mi presento in questo stato.”

State benissimo, non dovete preoccuparvi. Non ho molto da fare qui al castello: se gradite un po' di compagnia mentre Gerda si occupa dei vostri capelli potrei restare qui con voi.”

Arianrhod accolse la proposta con entusiasmo. “Mi farebbe molto piacere. Essere circondata costantemente da soldati e cavalieri per settimane e settimane, senza neppure una compagnia femminile, può essere davvero alienante!”

Vi capisco, sapete” sorrise Ragnhild. “Quando ero a casa mia, a Stormare, avevo molte amiche e godevo di molta più libertà. Ma da quando abito a corte le giornate sono lunghe e monotone. Ho pochi amici qui, e soprattutto pochissime amiche in cui posso davvero riporre fiducia.”

Ad un invito di Gerda Arianrhod si sedette accanto al camino, sulla sedia che la serva aveva predisposto per lei. Ragnhild prese a sua volta una sedia e le si sedette accanto. Gerda cominciò a spazzolarle i capelli, sfruttando il calore del fuoco perché li asciugasse, mentre le due ragazze continuavano la loro conversazione.

Come mai vi siete trasferita a corte?” chiese Arianrhod.

Un anno e mezzo fa mio padre morì, lasciando le sue terre al mio fratellino Rolf, che ha solo sette anni. Allora il re assunse la nostra tutela, e la tutela delle nostre terre, finché mio fratello non avrà compiuto la maggiore età.”

Dove si trovano le vostre terre?”

Molto più a sud di qui, al confine con la terra dei franchi. È una terra meravigliosa, sapete? Il sole splende come in nessun altro posto. O almeno non come a Odense, dove piove sempre e il cielo è sempre tetro e grigio.”

La nostalgia che trapelava dalla voce di Ragnhild era evidente, e Arianrhod provò empatia nei suoi confronti.

Vi capisco molto bene, Ragnhild. Sono stata portata via dal mio paese quando avevo solo quattro anni, e quando ormai credevo di essermi abituata alla Britannia, sono stata portata via anche da lì.”

Ragnhild annuì. “Conosco un po' la vostra vicenda. Qui a corte non si è parlato d'altro da quando è trapelata la voce che re Frode aveva ricevuto una missiva dal duca di Silverdalen. Sapevamo che eravate ancora viva da qualche parte, ma neppure vostro zio era a conoscenza del luogo in cui eravate tenuta nascosta e, dopo tutti questi anni, aveva rinunciato a chiederselo.”

Lo immagino.”

Avete già fatto colazione?” chiese Ragnhild, improvvisamente memore di quel particolare. E quando Arianrhod scosse la testa si rivolse a Gerda, ancora intenta nel suo compito.

Gerda, ti dispiace far portare un po' di pane, carne, formaggio e birra per la regina di Svezia?”

Subito, mia signora”, rispose la ragazza con una frettolosa riverenza, prima di uscire quasi di corsa.

Ragnhild la guardò andare via. “E' una brava ragazza, Gerda”, commentò. “Sempre gentile e sollecita, sapete?”

Me ne sono accorta”, commentò Arianrhod. “Forse anche un tantino troppo sollecita.”

So che non siete abituata a grandi corti come questa... almeno non più. Ma sapete, qui si aspettano che i nobili non alzino un dito, e vi consiglio di lasciare perdere le incombenze domestiche se non volete dare scandalo.”

Vi ringrazio del consiglio, lo terrò a mente. Avete ragione: non sono più abituata a questo modo di vivere, ma immagino che dovrò impegnarmi perché mi venga di nuovo naturale. Se lo aspetteranno, soprattutto se riuscirò a riconquistare il mio trono.”

E' proprio questo che si aspettano da voi”, confermò Ragnhild, posando compitamente le mani in grembo, sulla bella tunica ricamata. Poi aggiunse, esitando: “Volete raccontarmi quello che vi è accaduto? Se non comporta per voi troppa sofferenza.”

No...”, rispose lei, abbassando il capo, e allontanando una ciocca di capelli dal viso. “Anzi, credo che mi faccia bene parlarne con qualcuno.”

Alla calda luce del fuoco, Arianrhod raccontò per la prima volta tutto ciò che le era capitato da quando la sua famiglia adottiva era stata uccisa, fino a quel momento. Ovviamente omise di raccontarle di Gareth, classificandolo semplicemente come un amico. Sapeva che non avrebbe potuto fare altrimenti, ma una parte di lei si sentì in colpa. Gareth già le mancava, ed essere separata da lui, anche se per poco tempo, la faceva soffrire come non aveva mai creduto possibile. Se ripensava a come aveva sempre proclamato il suo totale disinteresse per il sesso maschile, prima di conoscere lui...

Avete affrontato davvero giorni terribili”, commentò Ragnhild con dolcezza e comprensione. “Dovete essere davvero molto forte e determinata per affrontare tutto questo da sola.”

Oh, ma non sono affatto sola”, sorrise Arianrhod.

In quel momento Gerda fece la sua ricomparsa, con un vassoio ricolmo di cibo tra le mani. Arianrhod mangiò di gusto, e nel frattempo i suoi capelli finirono di asciugarsi. Gerda glieli acconciò, poi Ragnhild le propose di fare una passeggiata per mostrarle il castello.

Arianrhod accettò con entusiasmo: era tutto ancora così nuovo per lei, e la curiosità di conoscere quel mondo di cui era appena entrata a far parte era molto forte.


***

Arianrhod non aveva mai visto un castello così grande, una dimora di tale sfarzo. I suoi corridoi erano tortuosi e interminabili, illuminati da un'infinità di candele accese, un lusso quello che davvero in pochi potevano permettersi. Le sale più importanti erano arredate con bellissimi arazzi, massicci tavoli di legno con sedie dallo schienale intagliato, e i pavimenti erano cosparsi di paglia fresca. Nonostante tutto, il castello scavato nelle nuda pietra – in alcuni punti del muro ancora visibile - appariva comunque piuttosto freddo e scuro.

E' bellissimo qui”, commentò Arianrhod, sinceramente ammirata.

La Danimarca è un regno ricco nel suo piccolo. Anche i nostri castelli a Stormare sono altrettanto belli, anche se non così grandi.”

Sai dove sono stati alloggiati i miei uomini?” chiese Arianrhod, mentre continuavano a passeggiare. Il pensiero di Gareth era sempre forte.

Il duca e gli altri comandanti hanno degli alloggi privati. I cavalieri saranno alloggiati nell'ala della guardia del castello. Invece i tuoi alleati, il Piccolo Popolo, non hanno voluto entrare nel castello. Tutta la corte ne parla, sai? Hanno preferito accamparsi fuori Odense.”

Arianrhod alzò le spalle. “Non mi stupisce, ho imparato a conoscerli. Ma capisco che agli occhi della corte possano apparire eccentrici.”

Se non altro le chiacchiere hanno rotto la mia monotonia per qualche ora”, ridacchiò Ragnhild, aprendo una porticina di legno che si era stagliata di fronte a loro, alla fine di uno stretto corridoio.

Arianrhod si ritrovò sui bastioni, nel punto più alto del castello, circondata solo dal cielo azzurro.

Volevo farvi ammirare la vista”, spiegò Ragnhild, facendo un gesto con la mano verso il vuoto che si stagliava oltre la merlatura.

Arianrhod si affacciò, e l'intera città di Odense le si parò davanti agli occhi. Il reticolato di strade che le era apparso così labirintico mentre lo percorreva si mostrò in tutta la sua semplicità, punteggiato da innumerevoli edifici, grandi e piccoli. Il porto lontano delimitava la distesa azzurra del mare. La bruma si era alzata a metà giornata, e il sole splendeva alto nel cielo. Le grida dei gabbiani giungevano penetranti alle sue orecchie, sebbene fossero lontani.

Un bellissimo spettacolo, grazie per avermelo mostrato.”

E' un po' il mio rifugio questo”, disse Ragnhild. “Ci vengo quando le mura di questo castello mi sembrano davvero troppo strette e mi manca la mia casa.”

Sembrate molto giovane”, disse Arianrhod. “Quando sarete libera dalla tutela del re?”

Ho diciassette anni, ma resterò sotto la tutela del re finché non avrò preso marito, e non so se vostro zio abbia fretta di trovarmelo.”

A quelle parole seguì un lungo momento di silenzio imbarazzato, finché Arianrhod decise di spezzarlo.

Raccontatemi qualcosa di mio zio e dei miei cugini. So che sono quattro fratelli...”

Sì, il più grande, Halfdan, è l'erede al trono. Poi ci sono Arnvid e Øybjorn, che amministrano delle terre più a sud e non vivono a corte già da qualche anno.”

E il più piccolo?”

Hrolf... bé lui non si è visto ancora assegnare nessun titolo. Ma dovete capire che in Danimarca un re con così tanti figli va incontro a più guai che se non ne avesse affatto. Il regno è piccolo, e quattro figli maschi sono tanti.”

Sono curiosa di incontrarli di persona.”

E lo farete presto: domani saranno qui.”




Nota dell'Autrice: Macciao a tutti!^^ Innanzitutto voglio ringraziare ancora una volta tutti voi che seguite con grande interesse la storia, leggendo e/o recensendo... siete fantastici! In questo capitolo abbiamo conosciuto il personaggio di Ragnhild, che avrà una sua importanza nei prossimi capitoli. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto... nel prossimo faremo la conoscenza della famiglia reale danese!

Alla prossima

Eilan


   
 
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