Storie originali > Storico
Segui la storia  |       
Autore: Eilan21    15/12/2016    9 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

16358383-1482966728410214-519316908-n





Quando le grandi porte della sala del trono si chiusero dietro di lei, Arianrhod intrecciò le mani all'altezza dello stomaco, prese un gran respiro e, un piede dietro l'altro, avanzò lentamente e dignitosamente verso la pedana che sorreggeva il trono di legno con intarsi in oro, sul quale era seduto suo zio, il re Frode di Danimarca.

Simile ad un fedele prolungamento del suo corpo, al suo fianco, ma appena un passo dietro di lei, era schierata l'intera delegazione svedese in pompa magna: il duca, i due comandanti, alcuni altri ufficiali – tra cui Domaldr – e, su richiesta della regina, Gareth e Östen. Tutti indossavano fieramente il mantello con il simbolo del drago, mentre Arianrhod, in occasione di quell'importante incontro, era passata per le mani di Gerda, che aveva realizzato per lei un'elaborata acconciatura mettendoci tutta la sua passione e abilità. Un abito lussuoso e alcuni gioielli appartenuti a sua madre che le aveva consegnato il duca completavano la sua figura. Arianrhod era rimasta rapita quando aveva visto quella collana d'oro a forma di mezzaluna e doveva trattenersi per non portare continuamente la mano al collo per toccarla. Ma il valore materiale di quell'oggetto, seppure altissimo, non poteva eguagliare per lei il suo valore sentimentale. Era appartenuto a sua madre; aveva ornato il suo collo un tempo: tanto le bastava per desiderare di non doverlo mai togliere.

Sebbene normalmente detestasse le frivolezze, mentre attraversava la sala del trono circondata da un silenzio solenne, Arianrhod era felice di essere abbigliata in quel modo. Ed era infinitamente grata alla paziente Gerda per averle dedicato tanto tempo e tanta cura, e non solo perché era obbligata, ma perché l'ancella ci teneva davvero che lei facesse bella figura. Quell'aspetto, in quell'occasione, la proteggeva più di quanto avrebbe potuto fare una corazza in battaglia. Come uno scudo invisibile l'avvolgeva ammantandola di regalità, donandole nuova forza e coraggio.

Il re non attese che lei e i suoi compagni giungessero fin sotto la pedana e si inchinassero formalmente. Scese dal trono e andò loro incontro in mezzo alla sala, tendendo le braccia alla nipote con cordialità.

Nipote mia”, esclamò abbracciandola. “Non sai che gioia sia poterti finalmente conoscere di persona. Lasciati guardare... sì, assomigli tutta alla mia povera sorella. Mi sembra quasi di poterla riavere con me.”

Arianrhod non poté fare a meno di notare la sincera commozione negli occhi dello zio, e si rilassò. Era stata talmente tesa per quell'incontro che quasi non aveva chiuso occhio. S'immaginava suo zio come un uomo austero, distante e terribile. E invece era solo un uomo di mezza età che, nonostante la corona e gli abiti sontuosi, sapeva ancora mostrare la sua umanità.

Sire”, disse con un piccolo inchino. “Vi ringrazio infinitamente di avermi accolto alla vostra corte. E sono davvero felice di poter finalmente conoscere una parte della mia famiglia.”

Allora immagino che sarai altrettanto felice di fare la conoscenza dei tuoi cugini”, proclamò facendo cenno di farsi avanti a due ragazzi che erano in attesa dietro di lui. Uno di loro, decisamente il maggiore, aveva un bell'aspetto ed era alto, con un'espressione fiera e sicura sul viso.

Questo è il mio primogenito Halfdan, l'erede del mio regno.”

Il principe e Arianrhod si scambiarono un inchino. “E' un piacere conoscervi, cara cugina”, le disse sfoderando un'affascinante sorriso.

Naturalmente”, aggiunse re Frode gioviale, “con il senno di poi deploro di aver scelto questo infausto nome per mio figlio. Ma all'epoca come potevo sapere che quel figlio di buona donna di Halfdan avrebbe usurpato il trono di mia nipote?”

Arianrhod scambiò un'occhiata perplessa con i suoi comandanti, prima di schiarirsi la voce e rispondere.

Non ve ne avrei fatto certo una colpa, sire”, disse con un sorriso.

Non usare titoli con me, nipote. Sono tuo zio, per Odino! E pretendo che tu mi chiami come avrebbe voluto la tua povera madre.”

Molto bene.. zio.”

Ed ora lascia che ti presenti il mio figlio minore, Hrolf. E' poco più grande di te.”

Il re tese il braccio verso il secondo giovane, un ragazzo molto più minuto del fratello, magrolino, quasi curvo nello sforzo di non alzare mai lo sguardo dal pavimento. Arianrhod pensò che passasse quasi inosservato e che, se non fosse stato il figlio del re, gli abitanti del castello a malapena lo avrebbero notato. Hrolf non sembrava per niente a suo agio quando suo padre lo spinse avanti e lui dovette presentarsi. Nonostante le stesse di fronte continuava ostinatamente a non guardarla negli occhi.

Arianrhod si sforzò di non lasciar trapelare i suoi pensieri e sorrise al giovane principe, che bofonchiò la formula di presentazione in maniera quasi intellegibile.

Mi era stato detto che avete anche altri due figli...” disse Arianrhod, rivolgendosi di nuovo al re. Il giovane Hrolf apparve visibilmente sollevato di non essere più il centro dell'attenzione dei presenti.

E' così,”, confermò Frode, “ma gli altri miei due figli vivono nel sud del paese e vengono a corte raramente ormai.”

Poi Arianrhod procedette a presentare il duca e gli altri suoi accompagnatori e il re spese qualche parola per ognuno, tranne che per il duca con cui conversò più a lungo, chiedendogli ragguagli sulla strategia e le future mosse della Guardia Bianca.

Sire”, disse infine il duca quando il re fu pago di domande. “Sapete che la regina è qui per chiedere il vostro aiuto. Abbiamo bisogno di sostegno militare perché lei possa riavere il trono che le spetta e...”

Vi prego, duca”, lo interruppe Frode gentilmente, “non è ancora il momento di parlare di questioni militari. Prima di tutto dobbiamo festeggiare il ritorno in famiglia della nipote che credevo perduta per sempre. Stasera indirò un grande banchetto e sarete tutti i miei ospiti d'onore.”

Il duca Fjölnir trattenne una replica. Avrebbe dovuto necessariamente rimandare la questione ad un altro momento.


I giorni si susseguirono senza avvenimenti degni di nota. Re Frode continuava a comportarsi cerimoniosamente verso i suoi ospiti svedesi, e cordialmente con la nipote, ma sembrava non voler ancora prendere una decisione riguardo la possibilità di impegnarsi militarmente ed economicamente per appoggiarla. Il duca e i comandanti spingevano per accelerare la sua decisione, ma il re faceva orecchie da mercante. Aveva bisogno del suo tempo per ponderare, e il suo tempo si sarebbe concesso.

Dopo il primo banchetto ne aveva organizzato un altro; quindi aveva organizzato una caccia a cui avevano preso parte anche Arianrhod e Ragnhild, insieme agli uomini. Passando a cavallo per i boschi i cacciatori si erano imbattuti nel luogo dove erano accampati i guerrieri del Piccolo Popolo, che avevano però mantenuto le distanze da loro, con grande smacco della corte.

Arianrhod aveva spiegato allo zio che non lo facevano per scortesia, ma perché tendevano a non fidarsi di coloro che chiamavano “la gente alta”. Il re si era dimostrato incuriosito e le aveva fatto molte domande su di loro, e su come lei avesse fatto a diventare membro di quel popolo che tanto diffidava di quelli come loro. Arianrhod aveva risposto pazientemente a tutti i suoi interrogativi, ma quando lo zio le aveva chiesto in cosa consistesse il rituale lei aveva risposto che era un Mistero e che le era proibito parlarne.

Ragnhild, che aveva ascoltato la conversazione, aspettò che il re si distanziasse e poi accostò il cavallo a quello di Arianrhod.

Davvero hai dovuto superare un rituale per guadagnarti la fiducia di quella strana gente?”, chiese sbalordita.

E' così” sorrise Arianrhod, “ma come hai sentito non mi è permesso parlarne.”

Oh lo capisco, non preoccuparti”, la rassicurò la ragazza. “E' solo che t'invidio: deve essere così eccitante essere fautrici del proprio destino. Qualcosa che temo non mi capiterà mai.”

Non c'è niente che ti piaccia di questa corte, di questa nuova vita?”

Ragnhild esitò. “No... quasi niente.” Aveva lo sguardo perso in un punto lontano quando lo disse, e l'aria trasognata.


Nonostante quell'episodio avvenuto durante la caccia, in cui Arianrhod era stata certa che Ragnhild le nascondesse qualcosa, le due ragazze erano diventate amiche. Era stato quasi naturale per loro che accadesse, in quelle lunghe giornate di solitudine a corte, chiuse in un mondo che voleva uomini e donne non sposati quasi sempre separati. Come poteva andare da Gareth, o lui da lei, senza che qualcuno se ne accorgesse, senza destare sospetti? Gli unici momenti in cui riusciva a vederlo era quando andava ad esercitarsi insieme ai suoi cavalieri in cortile, alla presenza del maestro d'armi del castello; quando smetteva i lunghi abiti femminili ed indossava le comode braghe e gli stivali di cuoio. Esercitarsi alla spada era sempre appagante per lei, ed anche constatare che le sue capacità erano immutate. Ed era divertente sfidare Gareth o Östen ad un finto duello. Quando accadeva tutti i cavalieri facevano cerchio intorno a loro e tifavano per lei, e non solo per dovere, ma perché credevano veramente in lei. Arianrhod lo comprendeva dal calore con cui la sostenevano: i suoi uomini avevano cominciato ad ammirarla, a vedere in lei qualcuno da seguire. Questo la rendeva immensamente felice. Era questo che speravi per me, padre? Spero di renderti ancora orgoglioso di me, pensava in quei momenti. E naturalmente non c'era nessuno che credesse in lei più di Östen e Gareth. Gareth che la guardava con infinita dolcezza mista ad orgoglio e desiderio quando lei vinceva. E lei si sentiva sciogliere come ghiaccio al sole sotto quello sguardo.

Spesso ad assistere alle esercitazioni veniva anche Ragnhild accompagnata dal fratellino Rolf e, una volta, addirittura i due principi Halfdan e Hrolf.

Fu proprio quella volta che, in un momento di pausa, mentre si passava il dorso della mano sulla fronte per asciugare il sudore, nella luce accecante del mezzogiorno ad Arianrhod cadde lo sguardo sulla sua amica, completamente rapita ad osservare un uomo in particolare e dimentica perfino di suo fratello che le tirava la veste. Arianrhod seguì la direzione del suo sguardo ammaliato e si trovò a fissare un inconsapevole principe Halfdan, che si ergeva in tutta la sua prestanza fisica accanto al minuto ed insignificante fratello. Arianrhod rimase a bocca aperta. Dunque era quello che le nascondeva Ragnhild? L'unica cosa che le piacesse della sua nuova vita a corte era il principe Halfdan? Arianrhod non faticava a crederlo possibile. Il principe era certamente un bell'uomo, l'erede di un regno... tutte qualità che dovevano far presa su un'ingenua fanciulla. Che ne fosse innamorata?

Più tardi mise l'amica con le spalle al muro e le chiese senza mezzi termini se fosse vero che era innamorata di qualcuno.

Ragnhild non negò. Era troppo candida per farlo.

Ti ho vista guardare il principe oggi in cortile: è lui l'uomo che ami?”

Ragnhild abbassò lo sguardo, vergognosa. “Oh Arianrhod... è così” ammise infine, torcendosi le mani. “Ma ti prego non dirlo a nessuno! Suo padre non lo sa, e dubito che approverebbe.”

Non lo dirò a nessuno, stai tranquilla. Lui ricambia?”

Giura di amarmi. Ed io lo amo talmente tanto! Ma lui è un principe e tutto ciò che posso offrirgli io è la dote che il re riterrà opportuno fissare per me. Non andrò mai bene per suo figlio. Cercherà una principessa, una donna di sangue reale per lui.”

Ragnhild aveva le lacrime agli occhi e Arianrhod l'abbracciò per consolarla.

Ascoltami”, le disse. “Io non so quanto potrò fare. In questo momento dipendo dalla generosità del re forse più di te. Ma sono sua nipote, e se avrò solo una possibilità di mettere una buona parola per te stai sicura che lo farò.”

Grazie, sei così generosa”, mormorò Ragnhild asciugandosi una lacrima che le era scivolata sulla guancia. “Ed io che ti ho nascosto del principe... potrai perdonarmi?”

Non hai niente da farti perdonare. Anch'io ti ho nascosto qualcosa...”

Che cosa?”

A volte è più complicato amare un uomo qualunque di un principe”, sospirò, prima di raccontare per la prima volta a qualcuno di lei e Gareth, qualcuno che, era sicura, non l'avrebbe giudicata.


***

Una densa nebbia fumosa permeava il locale, situato nella zona portuale di Odensa, affollato di avventori che bevevano birra, giocavano ai dadi e si urlavano addosso. Gareth riusciva a malapena ad afferrare ciò che gli diceva Östen in quella confusione infernale. In quel momento non ricordava di chi fosse stata l'idea di fare un giro in città, ma già deplorava di aver seguito i suoi compagni. Al gruppo di dieci cavalieri si era unito anche Domaldr, oltre a lui e Östen. Per fortuna il fratellastro non sembrava in vena di litigare quella sera, impegnato com'era a scolare un birra dopo l'altra. Gareth invece aveva appena toccato il suo primo e unico boccale, che giaceva mezzo vuoto e dimenticato sul tavolo di fronte a lui. Vi passò distrattamente il dito sul bordo, mentre ascoltava Östen ripetergli per l'ennesima volta che avrebbe fatto meglio a svagarsi. E in effetti dopo i continui inviti dei suoi compagni Gareth riuscì a lasciarsi andare, bevendo e giocando a dadi con loro. A metà serata birra annacquata dell'oste e il calore della taverna satura di persone erano riusciti a compiere un miracolo sul suo umore: per una volta riuscì a non pensare ad Arianrhod e al tormento che questo gli procurava. Forse dopotutto non era stata una cattiva idea mettere piede in quella taverna. I brindisi e le chiacchiere duravano già da un po' quando al loro gruppo si avvicinarono alcune prostitute in cerca di clienti. Mettendo in mostra le generose scollature un paio di loro abbordarono alcuni dei cavalieri, che si dimostrarono subito interessati, rispondendo alle audaci attenzioni delle donne. Una terza invece puntò Gareth, avvicinandosi a lui con fare provocante e cominciando ad accarezzargli il petto e il viso.

E tu, bello?” gli disse sbattendogli il seno in faccia. “Non vuoi venire con me?”

Gareth l'allontanò da sé senza riguardi.

No grazie” rispose con un sorrisetto, sollevando il boccale nella sua direzione. “Mi dispiace, ma non sono interessato a quello che hai da offrirmi.”

E perché?” protestò la prostituta, mettendo le mani sui fianchi. “Che c'è, hai già una donna? Non preoccuparti, non sono gelosa!” Concluse con una risata sguaiata.

Si fece di nuovo sotto e Gareth l'allontanò di nuovo da sé. I compagni osservavano divertiti la scena e uno di loro gli gridò: “Ma allora hai già una donna Gareth! E chi è?”

Dai diccelo, dicci chi è!” rincarò un altro, ridendo dell'imbarazzo del cavaliere.

I compagni continuarono a stuzzicarlo finché una voce improvvisa si levò dal gruppo. Strusciando rumorosamente lo sgabello sul pavimento, Domaldr si alzò, ormai ubriaco.

Ma certo che ce l'ha!”, gridò nella direzione del fratello, con ancora il boccale mezzo pieno in mano. Il giovane era malfermo sulle proprie gambe e la birra continuava a traboccare da una parte e dall'altra.

Tutti i cavalieri si voltarono a guardarlo, interessati e divertiti. Östen invece lanciò uno sguardo preoccupato a Gareth.

E noi sappiamo chi è, non è vero?”, rincarò Domaldr guardandosi attorno.

Gareth era sbiancato e aveva le labbra serrate.

Fece un passo nella direzione del fratello. “Domaldr, sei ubriaco. Straparli”, gli disse tentando di farlo sedere di nuovo, ma lui oppose resistenza.

Lasciami!” protestò, biascicando le parole. “So badare a me stesso!”

Tu non sai quello che dici!”

So esattamente quello che dico!” gridò Domaldr puntandogli contro un dito.

Poi si rivolse di nuovo al suo pubblico in attesa. “Parlo di lei, cari signori. Non avete capito di chi? Ma della regina, naturalmente!”

Il silenzio calò di botto sulle facce sbalordite di tutti i cavalieri, che fissavano invariabilmente i due fratelli.

Improvvisamente Gareth prese il fratello, più basso di lui, per la collottola, sollevandolo fino a guardarlo negli occhi. Il suo sguardo mandava scintille.

Rimangiati quello che hai detto”, gli disse in tono basso e minaccioso.

Domaldr sogghignò, e disse in un sussurro, perché nessun altro lo sentisse: “Anche se noi due sappiamo che è la verità?”

Gareth sentì che se qualcuno non lo avesse fermato, sarebbe stato capace di picchiare il fratello. E come se lo avesse chiamato, sentì le mani di Östen sulle spalle.

Mettilo giù, Gareth”, gli disse l'amico con calma. “Non ne vale la pena.”

Gareth trasse un respiro profondo, poi, lentamente, lasciò la presa su Domaldr, che crollò sullo sgabello come uno straccio.

Gareth lanciò un ultimo sguardo distratto alle facce attonite dei presenti, poi spalancò la porta della taverna e uscì fuori nell'umidità del porto.

Non te la prendere!”, gli gridò dietro Östen raggiungendolo in due falcate. “Domaldr era ubriaco, se ne sono accorti tutti. Nessuno può averlo preso sul serio.”

Può darsi”, concesse Gareth, dopo un momento di silenzio. “Ma chi può dirlo?”

Tuo fratello è geloso di te, non lo capisci? Direbbe qualsiasi cosa che ti possa danneggiare.”

Ma aveva ragione lui. Questa volta ha detto solo la pura verità.”

E allora che intendi fare?” chiese Östen esasperato.

Non lo so ancora. Ma devo trovare un modo per risolvere questa situazione.”




Angolo Autrice: Eccoci qui! Come avete letto re Frode ancora tiene il piede in due scarpe e temporeggia, ma presto prenderà una decisione. Le cose si complicano un po' per tutti, sentimentalmente parlando, e Domaldr si fa sempre più geloso e fastidioso. Nel prossimo capitolo la situazione di stallo arriverà a una svolta... e niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto!^^

Alla prossima

Eilan

   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: Eilan21