Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: JeiBieber_Smile    23/12/2016    3 recensioni
Mi chiamo Justin, ho ventidue anni, sono canadese e mi sono innamorato di una ragazza che non vede con gli occhi, ma vede col cuore.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6
Look in my eyes, what do you see?
-'Posso svelarti un segreto?'-

-Quindi, Justin, ieri hai vinto tu il concorso canoro a Stratford- Rosalie mi sorrise dolcemente, un sorriso che ricambiai amorevolmente.
-Non so come, ma sì, ho vinto io al concorso canoro- al ricordo della prima chiacchierata con Anastasia, mi scappò un sorriso.
-Perché dopo non ci fai sentire qualcosa?- mi chiese suo padre, rivolgendomi uno sguardo.
-Sì, certo, ma sono senza la mia chitarra o il piano..-
-Noi abbiamo un piano di sopra- Anastasia mi bloccò, prendendomi la mano -Così mi fai sentire come suoni il piano, ci stai?-
-Va bene- risi lievemente, sentendo un calore farsi posto il mio cuore.

Suonare era sempre stata una mia passione, sin da piccolo. Prima di cominciare le scuole, già sapevo suonare la chitarra e il pianoforte e mi piaceva molto anche suonare la batteria. Ero una piccola peste, quante ne avranno dette i miei vicini quando a due anni suonavo la mia piccola batteria che la mamma mi aveva regalato per il compleanno.. A scuola avevo imparato a suonare anche la tromba, per cui sapevo suonare bene la chitarra, il pianoforte, la batteria e la tromba. Insomma, ero una band musica: prendi quattro e paghi uno. Ma più di tutto, amavo scrivere. Scrivere era la mia passione, scrivere era il miglior modo che avevo per sfogarmi e sentirmi bene, libero. Scrivevo canzoni, poesie. Ne avevo scritte tante pensando alle mie ex. Erano dei veri e propri capolavori da sbatterglieli in faccia.
Dopo aver pranzato, aiutai Rosalie e pulire e lavare ciò che avevamo sporcato: era una mia abitudine farlo con la mamma, mi piaceva essere servizievole. Mi faceva sentire parte integrante della famiglia, ero soddisfatto di sapere che il mio operato era stato utile a qualcuno.

-Rosalie, tesoro, hai finito?- Joseph fece capolino in cucina con sua figlia avvinghiata al corpo. Hei, Anastasia. Solo con me devi stare. Pensai. -Justin?- suo padre mi guardò abbastanza stranito, non appena notò che stavo aiutando sua moglie in cucina.
-Si?- chiesi, poggiando lo strofinaccio bagnato sul davanzale della finestra per farlo asciugare.
-Non ti facevo casalingo- esordì, guardandomi -Ma ammetto che è un punto a tuo favore-

Mi sentii soddisfatto, davvero soddisfatto. La mia intenzione era fare buona impressione, volevo che i genitori di Anastasia si fidassero di me così come volevo che Anastasia si fidasse di me. Sapere che ci stavo riuscendo, mi dava una soddisfazione assurda. Dopo aver finito di mettere a posto la cucina, sentii le braccia di Anastasia stringere il mio braccio. Le diedi un dolce bacio sulla fronte prima di salire di sopra con i suoi genitori. Entrammo in una stanza abbastanza grande, dove c'era un grande pianoforte, era nero e sembrava simile a quello che avevo a casa. Guardandomi intorno, il pianoforte stonava in po': chi metterebbe un pianoforte in una camera insieme ad un biliardo, una tv a 50'', un divano, una play station e un calcio balilla? Ma, be'.. la stranezza, infondo, piace un po' a tutti. Anche a me.
Mentre i genitori di Anastasia andarono a sedersi sul divano, lasciai che quella creatura meravigliosa si sedesse al mio fianco. La sua presenza mi metteva sicurezza.

-Cosa ci fai sentire?- mi chiese suo padre.
-Qualche anno fa, sono stato lasciato dalla mia fidanzata poco prima del nostro matrimonio. Dopo quel momento, la mia vita ha subito un cambiamento tale da diventare monotona, senza uno scopo. Avevo completamente perso la voglia di vivere. Poi un giorno mi misi a riflettere e pensai che per essere qui ed essere vivo, allora ho uno scopo. Così mi sono reso conto che la vita va vissuta. A causa dell'errore di una persona mi sono lasciato abbattere troppo, ma ciò non significa che dobbiamo arrenderci. La vita dev'essere vissuta per cui.. adesso vi farò ascoltare Life is Worth Living- finii la mia non troppo breve introduzione, cominciando a suonare.

-Ended up on a crossroad, try to figure out which way to go. It's like you're stuck on a treadmil, running in the same place. you got your hazard lights on now hoping that somebody would slow down. Praying for a miracle, who'll show you grace?- mi bloccai, cercando di regolare l'emozione. Quella canzone mi faceva sempre uno strano effetto, mi veniva il magone ogni qual volta la cantavo.
-Had a couple dollars and a quarter tank of gas, with a long journey ahead. Seen a truck pull over, God sent an angel to help you out. He gave you direction, howed you how to read a map. With a long journey ahead. Said it ain't over, oh, even in the midst of doubt- leccai leggermente le labbra, ricominciando col ritornello -Life is worth living. Life is worth living, so live another day. The meaning of forgiveness, people make mistakes, doesn't mean you have to give in. Life is worth living again- lanciai una breve occhiata ad Anastasia, che sembrava essere presa quasi quanto me, per poi ricominciare con la seconda strofa.
-Relationship on a ski slope, avalanche comin' down slow. Do we have enough time to salvage this love?-chiusi per un secondo gli occhi, immaginando il viso di Hayley. Scossi la testa, non dovevo pensare una persona così orribile. Continuai così a cantare.
-Feels like a blizzard in April, cause my heart is just that cold. Skating on thin ice, but it's strong enough to hold us up. Seen her scream and holler, put us both on blast.Tearing each other down. When I thought it was over, God sent us an angel to help us out. He gave us direction, showed us how to make it last, for that long journey ahead. Said it ain't ever over, oh, even in the midst of doubt- cantai ancora in ritornello, sentendomi completamente preso, per poi continuare col ponte.
-What I'd give for my affection, is a different perception. From what the world may see,tThey try to crucify me. I ain't perfect, won't deny. My reputation's on the line. So I'm working on a better me.. Life is worth living, oh yeah Life is worth living, so live another day. The meaning of forgiveness, people make mistakes, only God can judge me. Life is worth living again.. Another day, life is worth living again- chiusi per un secondo gli occhi non appena smisi di cantare.

Sentendo però, due braccia gettarmisi al collo. Le braccia di Anastasia. La strinsi forte a me, sentivo davvero il bisogno di un abbraccio e non un semplice abbraccio: avevo bisogno di un suo abbraccio. Quella canzone, era sempre stata parte di me. L'avevo cantata solo per me stesso, mai per un uditorio e farlo, mi faceva sentire terribilmente vulnerabile, anche se si trattava solo di tre persone. Ma sapere che, tra le persone che avevo ascoltato la mia canzone, c'era anche Anastasia, mi faceva spuntare il sorriso. Avevo scelto di cantare proprio quella canzone, perché lei aveva bisogno di forza: dover affrontare il mondo senza poterlo vedere, non era affatto bello. Dover affrontare un mondo cattivo, pronto a prenderti in giro, ad usarti e a scartarti, senza poterlo però vedere, rendeva tutto più difficile. Ma nonostante questo e molto altro, la vita va vissuta. Bisogna andare avanti, a testa alta, e con quella mia canzone volevo dare ad Anastasia la forza di affrontare il mondo, doveva vivere la sua vita al meglio, come meglio poteva. Ed io certamente non l'avrei lasciata sola.
Per minuti interminabili, continuai a stringere tra le mie braccia quel corpicino esile, ma che possedeva una forza che non si vedeva spesso. Nel frattempo, Joseph e Rosalie ci guardavano ed io mi sentii molto in soggezione, ma non m'importava: avere Anastasia tra le braccia era molto più importante.

-Justin.. penso che questa sia una delle più belle canzoni che io abbia mai ascoltato- m'intimò Anastasia, staccandosi leggermente.
-Mai sottovalutare Justin Drew Bieber, piccola stella- ne approfittai per accarezzarle il viso, era meravigliosa.
-Ragazzi, vi ricordiamo che ci siamo pure noi- Rosalie rise, alzandosi e trascinando con sé suo marito.
-Ed è meglio che usciamo prima che io perda la pazienza- unii le labbra in una linea retta per non ridere, così come fece Anastasia.
-Sono andati via?- mi sussurrò, non appena sentì la porta chiudersi.
-Sì- risposi solamente, per poi ridere e poggiare la fronte contro la sua -Adesso però devo farti ricredere per quanto riguarda le mie doti culinarie-
-Abbiamo una vita davanti per quello, no?- usò le mie stesse parole, provocando la mia risata.
-Sì, abbiamo tutta la vita per quello, piccola mia- le sussurrai all'orecchio, sentendo il suo corpo tremare.

Non ricordavo di avere un effetto simile sulle ragazze.
Ma mi piaceva sapere che avevo quell'effetto su di lei.

..due settimane dopo..

-Ciao Rosalie! Come stai?- le chiesi, entrando dentro casa e stringendola in un abbraccio.
-Ciao, Justin! Tutto bene, grazie. Anastasia ti sta aspettando di sopra- sorrisi, non appena sentii pronunciare il nome di quella ragazza meravigliosa.
-Corro allora- ridacchiai, correndo sul serio per le scale.

Erano passate due settimane. Due settimane da quando avevo conosciuto quella ragazza che mi aveva completamente stravolto. Da quando ci eravamo conosciuti, passavamo del tempo insieme ogni giorno. Stava man mano diventando indispensabile, non riuscivo a stare senza vederla o senza sentirla per più di qualche ora. A Ryan e Chaz, così come a mia madre, ancora non avevo detto nulla. Sapevano che mi sentivo con una ragazza, ma non sapevano che la ragazza in questione fosse cieca. Non mi vergognavo di lei, ma volevo prima capire quali erano i miei sentimenti nei suoi confronti e rendermi conto se volevo davvero che da quel Justin e Anastasia, potesse nascere un noi. Be', per come le cose andavano, la risposta era più positiva che negativa. In due settimane avevo scoperto molte cose di lei, come ad esempio la sua passione sfrenata per la lettura, avevo scoperto che le piaceva nuotare, che aveva un labrador di nome Charlie e che ogni tanto prendeva lezioni di pianoforte. Avevo scoperto che le piaceva molto la natura, che il suo fiore preferito era l'ibiscus, che le piacevano i pancakes con lo sciroppo d'acero. E sopratutto, avevo scoperto che le piaceva parlare. Eccome se le piaceva parlare.
Come a me piaceva parlare con lei , d'altronde.

Non appena arrivai al piano di sopra, camminai lentamente per far sì che non mi sentisse. Non ci vedeva, ma aveva un udito che faceva paura. La porta di camera sua era aperta, così mi soffermai a guardarla per qualche minuto. Era particolarmente bella quel giorno. Be', ogni giorno che passava era sempre più bella. Aveva il viso rivolto di fronte a sé, mentre invece tra le gambe aveva un libro davvero molto grande e doppio. Stava leggendo. Concentrata com'era, era ancora più bella. Aspettai che finisse la pagina prima di avvicinarmi.
-Da quanto sei qui?- mi chiese, sorridendo.
-Potrei risponderti e dirti 'da abbastanza per capire che sei bellissima' ma ciò equivale a dire pochi secondi, per cui..- abbozzai un sorriso, notando le sue gote colorarsi di rosso -..giusto pochi minuti- finii la mia frase, dandole un dolce bacio sulla fronte.

In tutta risposta, chiuse il libro che aveva tra le gambe, lo poggiò a terra e si gettò tra le mie braccia, stritolandomi. Mi mancavano i suoi abbracci, eppure l'avevo vista la sera prima ed erano solo le cinque del pomeriggio. Avevo lavorato tutta la mattinata, ero solo riuscito a farmi la doccia prima di correre da lei. Mi mancava, e ogni giorno che passava sentivo la voglia di stare con lei crescere sempre di più. -Mi sei mancato- farfugliò sulla mia spalla, facendomi sorridere.
-Mi sei mancata anche tu piccola stella e..- mi avvicinai al suo orecchio -..ho una sorpresa per te- continuai con un sorriso che si trasformò in una risata non appena mi scontrai con la sua espressione perplessa.
-Che sorpresa?- mi chiese con un sorriso.
-Be', avevo pensato che tra di noi le cose vanno bene. Solo che spesso mi manchi, forse un po' troppo spesso- le confessai, provocando la sua lieve risata -Mi capita spesso di voler sentire la tua voce, ma chiamare ogni volta sul cellulare di tua mamma non è proprio il massimo perché ho paura di disturbarla. E so che per te è difficile chiedere a tua mamma di chiamarmi, magari potresti vergognarti e di conseguenza ho pensato di fare qualcosa. Ho fatto un paio di ricerche su internet e ho visto che ci sono vari telefoni per non vedenti, così sono andato in un negozio di telefonia ed ecco a te, il tuo nuovo cellulare- presi tra le mani la scatoletta che avevo precedentemente messo in una bustina colorata, porgendola alla ragazza che aveva un espressione davvero indecifrabile.
-Cosa?- mi chiese semplicemente, quel suo sorriso innocente era meraviglioso -Justin, mi hai appena regalato un cellulare?- chiese ancora, aprendo la scatoletta.
-Sì, è un cellulare con i tasti, solo che le lettere e i numeri sono scritti in braille. All'interno ho messo solamente il mio numero, il numero di tua mamma e quello di tuo papà. Basta tenere premuto il tasto uno per chiamare me,- presi il suo indice e lo posizionai sul primo tasto -sul tasto due per chiamare tuo padre,- spostai l'indice sul secondo tasto -sul tasto tre per chiamare tua mamma- ancora le spostai l'indice, vedendo poi Anastasia annuire. -Tutto chiaro?-

Non mi rispose, semplicemente si limitò a sorridermi e a stringermi forte. Mi piaceva farla sorridere, aveva un sorriso che era davvero mozzafiato. Aveva quel sorriso che solo il paradiso poteva regalare, ti metteva serenità e felicità. Pregavo Dio ogni giorno affinché mantenesse quel sorriso, perché mi infondeva sicurezza e felicità e mi faceva stare davvero bene.

-Tutto limpido- mi rispose, dandomi un dolce e tenero bacio sulla guancia -Ancora non ci credo che hai speso tutti questi soldi per me, chissà quanto ti sarà costato!- mi diede un leggero pugno sulla spalla, per poi poggiarci su la testa.
-Una sciocchezza in confronto alla gravità della cosa- le circondai le spalle con un braccio, stendendo le gambe sul letto.
-Quale cosa?- mi chiese.
-Non sentirti per più di due ore è terribile, credimi. Preferisco spendere cento dollari all'ora e sentirti, piuttosto che stare senza di te per troppo tempo-ammisi, giocando con una ciocca ribelle che le usciva dallo chignon che aveva. Mi piaceva giocare con i suoi capelli sciolti, ma ammetto che il suo collo nudo era davvero una bella vista.
-Sei esagerato- mi accarezzò il collo, scendendo sempre più giù, sul mio petto -Anche se ammetto che anch'io mi sento morire quando non parlo con te per troppo tempo-

Continuò ad accarezzarmi, cosa che feci anch'io. Mi piaceva sentire il suo tocco, così lieve ma deciso, così casto ma sensuale. Mi piaceva ricevere da lei attenzioni, ero sempre stato io a darle e per me era una cosa nuova sentirmi apprezzato, sentirmi amato. Continuammo a coccolarci e a parlare sul letto per un bel po', fino alle sette. Il tempo sembrava essere volato, quando invece erano passate già due ore. Ecco un'altra cosa bella dello stare con lei, il tempo volava. Ciò voleva dire che stavo bene, e con lei mi sentivo davvero bene. Il fatto che il tempo passasse veloce, però, era anche uno svantaggio. Perché comunque dovevo tornare a casa, quando invece volevo stare ancora con lei a parlare. Be', col nuovo cellulare avremmo potuto parlare per ore senza dover importunare sua madre o, peggio, suo padre. Per quanto mi stesse simpatico, mi incuteva un po' di timore.

-Anastasia..- la chiamai, sentendomi il cuore battere forte. Sembrò accorgersene: infatti sorrise.
-Cosa c'è?- mi chiese, alzando piano la testa. Anche se non potevo guardarla negli occhi, sapevo che era felice. Proprio come lo ero io.
-Hai mai avuto un fidanzato?- le chiesi, con pizzico di gelosia nella voce.
-Be', no. Elliot è sempre stato molto geloso. Era lui l'unico uomo della mia vita, dopo l'incidente non volevo avere nulla a che fare col sesso maschile. Avevo paura, non sapevo di chi potermi fidare. Così ho deciso di tagliare i ponti con chiunque- mi spiegò brevemente, con la testa sul mio petto.
-Con chiunque, ma non con me- enfatizzai, attirando la sua attenzione -Perché?- le chiesi, curioso.
-Perché so che tu sei diverso. Non mi hai mai sfruttata, non mi hai mai fatta sentire inferiore, non hai mai creato l'occasione per prenderti gioco del mio corpo. Sono cieca e sotto un certo aspetto sono anche vulnerabile, eppure tu mi hai sempre trattata con rispetto e con dignità, cosa che gli altri invece non fanno. Anche se non ti ho mai visto e probabilmente mai potrò farlo, so che sei una persona stupenda, perché la tua bellezza viene dal cuore- mi toccò il petto, sorridendomi dolcemente -Con i tuoi modi di fare mi ricordi tanto Elliot, il mio migliore amico. Solo che per te provo qualcosa di diverso e mi piace, perché mi fa stare bene- le accarezzai il viso.
-Posso svelarti un segreto?- le chiesi, dolcemente.
-Certo- mi sorrise.
-Muoio dalla voglia di baciarti, in questo momento- sussurrai, quasi come se non volessi che mi ascoltasse. Ma sentì piuttosto bene.
-Ed io muoio dalla voglia di essere baciata da te- rispose con lo stesso tono di voce, che mi fece sorrise.

E come se fossi stato travolto da un uragano di emozioni, non riuscii a controllare più i miei movimenti. Lasciai che il cuore comandasse le mie mani avvicinando a me quel viso dolce e tenero, per poi sprofondare in quelle labbra alle quali non riuscivo più a resistere. E fu così che la baciai, con tutto l'amore represso che avevo in corpo. La baciai, come non avevo mai baciato nessuna. La baciai e mi lasciai trasportare da quel bacio, che sapeva d'amore e di appagamento e che mi aveva fatto sentire finalmente completo dopo tanto tempo. Erano anni che non toccavo le labbra di una donna, erano anni che non mi sentivo così completo, erano anni che non facevo quei movimenti. Mi sembrava tutto così nuovo, così puro. Non volevo sbagliare con lei, non con Anastasia. Volevo rendere quel bacio il più bello che potesse mai ricevere, anche se per me lo era già. La portai lentamente a cavalcioni su di me, senza mai staccarla dal mio corpo. Lasciai che le mie mani accarezzassero il suo collo scoperto, mentre le sue mani erano ben salde sulle mie spalle. Non volevo andare oltre, volevo solo baciarla. Solo baciarla, sentendo quel meraviglioso calore che solo lei era riuscita a farmi provare.
Quando purtroppo l'aria cominciò a mancare, mi staccai. Chiusi gli occhi e mi sentii finalmente pieno, e felice.

-Justin..- sussurrò Anastasia sulle mie labbra, sentii una scossa lungo la spina dorsale.
-Anastasia..- sussurrai anch'io, per poi sorridere.
-Non mi stai usando, vero?- mi chiese, scossi prontamente la testa.
-Non userei mai un angelo così bello- risposi, accarezzandole ancora il collo.
-Allora potrei baciarti ancora?- il modo in cui me lo chiese, così tenero e ingenuo, mi fece sorridere.
-Non chiedermelo nemmeno- sorrisi sulle sue labbra, prima di riavvicinare le mie labbra alle sue e stamparci su un tenero e casto bacio. -D'ora in poi, sai che cambieranno molte cose?- le chiesi, staccandomi di poco.
-Ovvero?- chiese.
-Ovvero, d'ora in poi sarai solo ed esclusivamente mia- risposi. Ed era vero. Con quel bacio, era diventata mia. Mia e di nessun altro.

Ma chi immaginava che le cose sarebbero davvero cambiare, e non solo in meglio?
Image and video hosting by TinyPic_______________________________________________________________________________________________________________________________________________
Mie dolci donzelle!!
Buonasera.
Come state oggi? Tutto bene?
Io sono stata influenzata purtroppo e adesso sto un po' meglio, anche se la tosse è rimasta.
Ma cosa ci posso fare? Purtroppo il tempo non mi permette di stare bene.
Penso che l'influenza mi consideri la sua migliore amica. LOL.

Comunque!
Aw, io sto scippando sempre di più questi due.
Il loro primo bacio, ma quando possono essere dolci?
Be', le cose sembrano andare bene tra i due.
Ma siamo sicuri che tutto continuerà ad andare bene?

Adesso tolgo il disturbo, non prima di dirvi che siete stupende e che vi ringrazio per le visite e le recensioni.

Grazie, davvero tanto tesori miei.

Vi aspetto anche qui con altre recensioni, eh! c:

Al prossimo capitolo, bellezze.
Much love.
-Sharon.

Seguitemi su Twitter se vi va (chiedete il follow back c:).
Se volete, qui c'è il mio Instagram (chiedete il follow back sotto una foto).
Se volete leggere la mia prima FF, ecco 'Do you believe in love?'
E per leggere la mia seconda FF, ecco a voi 'We Can Fly To Never Neverland
Passate anche a leggere..
'The Storm'

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: JeiBieber_Smile