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Autore: kamy    24/12/2016    0 recensioni
Mukuro è un essere tormentato dai demoni del suo passato. Ed è l'unico che si renda conto di cosa si cela dietro la facciata della Mafia.
E se anche gli altri iniziassero a vedere quello che vede lui?
Scritta sulle note di Hold me down di Hasley.
Dopo aver letto la fanfiction ego-centric di Steangine e aver visto molte fan-art sull'argomento, ho deciso di cimentarmi anche io in una storia con 'vari Tsuna'.
(Successiva temporalmente alla mia fanfiction: Treat you better).
Genere: Dark, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.


Cap.1 La prima neve

I miei demoni mi supplicano di aprire la bocca.

Fiocchi di neve cadevano fuori dalla costruzione, sfilando candidi davanti ai vetri dell'edificio abbandonato.
Lì dove cumuli di neve si ammassavano sul terreno fangoso, la terra sobbalzava e si venivano a creare delle frane.
Mukuro avanzò con passo cadenzato allontanandosi dal suo divanetto rosso ricoperto di polvere, scostò un drappo che scendeva dal soffitto e raggiunse una delle finestre.
Il vetro era gelato e appannato.
Un codino lungo due dita ondeggiava alla fine dei capelli di Mokuro.
Si sentì un fiato pesante risuonare nella stanza, insieme a degli ansiti. Ken avanzò, inspirando ripetutamente. Teneva la schiena curva e gli occhi assottigliati, avevano un taglio aguzzo.
"Mio signore Mukuro-sama" ringhiò con tono feroce.
Mukuro voltò lentamente il capo socchiudendo gli occhi con un sorriso sottile, strinse la presa sulla tenda lacera guardando il giovane.
"Cosa c'è, Ken?" chiese.
Ken giocherellò con una delle forcine che gli tenevano ferme le ciocche di capelli biondi.
"Perché siete qui, solo?" domandò. I suoi denti candidi brillavano nella penombra.
Mukuro allargò il sorriso e si poggiò contro il lato della finestra, la pulì con una mano coperta da un guanto di velluto e osservò alcuni fiocchi di neve scivolare sulla terrazza; il vento gelido entrava attraverso gli spifferi della finestra facendo oscillare la sua chioma viola.
"Sawada Tsunayoshi ha invitato tutti a festeggiare la prima neve dell'anno. Ho lasciato che Chrome andasse da lui, ma naturalmente non ho motivo di prendere parte ad una cosa tanto infantile".
Ken si passò la lingua sulla punta di un canino.
"E voi come volete passare questo giorno?" gli domandò con voce rauca.
Mukuro sogghignò, alzò lo sguardo verso il cielo biancastro e l'occhio rosso brillò circondato dalle fiamme della nebbia.
"Sarebbe un peccato non sfruttare l'occasione per uno scontro di piacere con Hibari Kyoya" ammise.
Ken si sedette accanto a lui e passò l'unghia aguzza sopra il vetro e, utilizzando il vetro appannato, disegno una stella sghemba.
"Andrete da lui?" domandò.
Mukuro abbassò il capo verso l'altro, passò l'indice sul disegno di Ken e la stella si staccò dal vetro, ruotò su se stessa spargendo polvere ai loro piedi e schizzò verso il soffitto, esplodendo in uno scintillio di luce bianca che illuminò a giorno la stanza.
"Forse. O forse farò assaggiare a Sawada Tsunayoshi un po' del potere delle vie infernali. È passato troppo tempo da quando ho cercato di possederlo".
Ken sorrise guardando la stella e si grattò il naso lì dove aveva la cicatrice.
"Non è mio compito giudicare, ma prediligo questa scelta. I vostri demoni parlano attraverso la vostra bocca se rimanete solo" gli disse, addolcendo il tono.
La luce della stella si spense, Mukuro sollevò il palmo a coppa e ne raccolse la polvere. La strofinò sul guanto nero, sorrise sottile rizzando la schiena.
"Oh, i miei demoni mi supplicano di parlare. Ed è proprio ciò che potrei dire a Sawada Tsunayoshi che temo".
Ken alzò lo sguardo verso di lui.
"Volete che venga con voi?" propose.
Mukuro si allontanò qualche passo, mosse la mano in aria facendo comparire nel palmo il proprio lungo tridente, voltò il capo e socchiuse gli occhi.
"Per impedirmi di parlare?" domandò.
Ken si rialzò in piedi.
"Per darvi motivo di usare le vostre parole per offendere me, invece che svelare i vostri demoni" ribatté.
Mukuro passò il tridente da una mano all'altra, si tolse una ciocca di capelli portandola dietro l'orecchio e avanzò verso il proprio divano.
"Oh? Vuoi lasciare Chikusa indietro?" domandò.
Strinse la presa sull'arma, scosse il capo.
"Fufufufu, è fin troppo che ignoro le suppliche dei miei demoni. Forse è ora di uscire e macchiare la candida neve con l'incubo".

  
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