Questa fiction
la
voglio dedicare ad una persona molto speciale per me.
E’
una delle persone
più belle che io abbia mai conosciuto in vita mia.
Mi aiuta, mi
sostiene, per me c’è sempre.
E’
pazza, matta da
legare.
Ma io la adoro
proprio per questo.
Grazie
cucciola.
Insieme
stermineremo
i Voldetop.
E ci
sarà un mondo
migliore. <3
A Lalla.
Ogni
riferimento a cose/fatti/persone realmente esistenti è PURAMENTE casuale.
Intro.
Forse
è meglio se comincio presentandomi.
Mi chiamo
Claudia, ho 15 anni e vengo da un paesello
sperduto tra i monti. Sono una tipa molto, molto sensibile ed
estroversa. Mi
affeziono troppo velocemente alle persone che spesso finiscono per
ferirmi. Ho
i capelli mossi, marroni ed abbastanza lunghi. Gli occhi sono verdi. Credo.
Ho
una passione
sfrenata per la musica. Io adoro
qualsiasi tipo di musica, è la
mia fonte di vita.
Pop, rock,
metal, house, classica e rap: datemi un CD e me
lo divorerò nel minor tempo possible!
A scuola
procede tutto abbastanza bene. Insomma, non sono
esattamente una che sputa sangue sui libri, però ho una
media decente. Ho un
rapporto particolare con la professoressa di tedesco. Lei crede molto
in me e
nelle mie capacità, anche se sostiene che sono una Ferrari
che va a 10 all’ora.
Vabbò.
Poi ovviamente
mi sento obbligata a citare il mio Grande
Amore:
Un posto molto
speciale nel mio cuore lo ha Luca, il mio
migliore amico. Gli voglio un bene inimmaginabile, lo conosco da quando
ero
piccola e ci raccontiamo tutto tutto. Non ci sono segreti tra di noi.
È la
persona della quale mi fido di più in assoluto in questo
mondo.
Devo infine
parlare delle mie amiche. Ce ne sono di più
fidate, altre meno fidate, alcune che riescono a capire come mi sento,
altre
che non riescono a farlo; alcune con cui passo il tempo se voglio
ridere o fare
la stupida, altre con cui posso parlare di argomenti più
profondi.
Però
c’è un buco.
Nessuna di
loro è innamorata.
Io?
Io sono
follemente, pazzamente, irrimediabilmente
innamorata.
Like Whoa!
“Your image overwhelms
my brain
And it feels good, good good…”
Adoro sentire
il vento che mi muove i capelli.
Mi sento bene.
Molto, molto bene.
Lascio che le
mie emozioni sovrastino qualunque pensiero,
mentre mi lascio cullare dal dolce suono delle chiome degli alberi che
si
accarezzano. Non mi importa della solitudine. Non mi importa della
scuola. Non
mi importa degli altri. Adesso esisto solo io. Questo è il
mio momento. Un po’
di tempo da dedicare a me stessa.
Un sorriso
affiora sulle mie labbra, mentre inevitabilmente
il mio pensiero torna a lui.
Lui
è perfetto.
Ridacchio
dentro di me. Mi sento stupida, ma che ci posso
fare? È più forte di me.
La primissima
volta che l’ho visto, mi sono sentita
incatenare a quegli occhi di ghiaccio. Mi aveva guardata con un sorriso
e mi
aveva chiesto che ne pensavo dei Green Day. Molto comune come argomento
di
conversazione con una perfetta sconosciuta.
Dentro di me
sento caldo, mentre mi accorgo che le mie
guance si stanno colorando di rosso. Eccolo, l’effetto che mi
fa pensare a lui.
Scuoto la
testa, cercando di farlo uscire dalla testa. Non è
il momento. Voglio rilassarmi, ora. Non pensare a tutto il casino che
mi
aspetta.
Io adoro
questo posto. È il mio piccolo paradiso in terra.
Mi trovo su di un sasso, accanto ad una minuscola cascata
d’acqua, in mezzo ad
un bosco. Penso di essere l’unica a conoscenza di questo
posto; effettivamente
non è proprio una passeggiata arrivarci, però a
me non importa. Ho bisogno del
mio tempo, ho bisogno del mio spazio.
Apro gli
occhi, assaporando ogni singolo elemento di quel
posto fantastico. Il rumore dell’acqua è dolce,
accompagnato dal rumore delle
foglie degli alberi. Il sasso su cui sono seduta è caldo,
opera del sole che lo
scalda ogni giorno. Intorno a me c’è il silenzio
assoluto.
Dopo diverse
ore comincio ad avere freddo; difatti
rabbrividisco, pentendomi di aver indossato semplicemente una maglietta
con le
maniche corte. Mi sono fatta imbrogliare dal bel sole primaverile. Mi
alzo dalla
roccia e prendo la borsa, allontanandomi velocemente.
Se arrivo in
ritardo mia madre mi taglia le gambe.
Apro la porta
di casa con uno sbuffo. Ho mancato l’autobus e
ho dovuto fare tutta la strada di corsa. Sono già
psicologicamente pronta alla
ramanzina chilometrica, ma a casa non c’è nessuno.
Sul tavolo dell’ingresso
trovo solo scritto “siamo andati a mangiare fuori con i
nonni. In frigo c’è
della pasta. Vai a letto presto. Ciao, mamma”.
Guardo il
cielo, ringraziando Dio e la sua bontà. Forse ogni
tanto le mie preghiere vengono ascoltate, Lassù.
Con tutta la
tranquillità del mondo entro in camera mia,
accendo lo stereo e mi siedo sul letto, chiudendo gli occhi.
“Like
a
rollercoaster ride
Holdin' on white knuckles like
Whoa Whoa!
Can't believe I'm like
Whoa Whoa!
Up and down and side to side
Every inch of me is like
Whoa Whoa!
Got me feelin' like
Whoa Whoa!”
Un sorriso
idiota mi si apre sul viso.
Ora
sì che posso lasciare la mia mente libera.
In fondo, non
posso dire che mi dispiaccia. Ogni volta che
chiudo gli occhi, ecco
Sospiro.
Soprattutto
perché questa si preannuncia una difficile
guerra. Dentro di me so che ho più o meno una
possibilità su un milione (evviva
l’ottimismo), però ormai è troppo
tardi. Mi piace troppo, troppo, troppo.
Prendo il cuscino e mi copro la faccia.
Più
di quanto dovrebbe.
Allora,
facciamo mente locale.
Punti a mio
favore.
Potrebbe
essere che ho fascino.
Punti a mio
sfavore.
Non
è nella mia stessa classe; non sono abbastanza carina
per lui; mi si azzera il cervello quando sto con lui, con il risultato
che
sembro una scema; non sono abbastanza per lui e basta.
Sospiro di
nuovo.
Sì.
Sarà
una cosa lunga e dolorosa.
Bip.
Allungo la
mano verso il comodino, prendendo il cellulare.
Un messaggio da Luca.
“Sono
sotto casa tua. Vieni a prendere
un gelato?”
Qualcosa mi
dice che non posso dire di no. Mi affaccio alla
finestra e lo saluto con la mano, strizzandogli l’occhio.
Due minuti dopo stiamo camminando per la strada, ridendo e scherzando.
Voglio
un mondo di bene a Luca: è il mio migliore amico
praticamente da sempre, sa la
mia vita, la mia morte ed i miei miracoli, ed io lo stesso di lui.
È
il migliore amico di Marco, ed è perdutamente innamorato
di una ragazza che nemmeno lo fila.
Mi ricorda
qualcuno…
Arrivati in
gelateria stressa per offrirmi il gelato, e alla
fine mi tocca arrendermi. Un buon gelato per cena…Che posso
chiedere di più?
Con calma ci dirigiamo verso casa mia.
«Allora…Alla
fine cosa hai deciso per la band?» mi domanda, voltandosi a
guardarmi. Lo
guardo qualche secondo, cadendo dalle nuvole. Miseriaccia, me ne ero
completamente scordata! Mi passo una mano fra i capelli, chiudendo
qualche
secondo gli occhi.
«Oh
beh,
sarebbe fantastico» mormoro, cercando di suonare molto
entusiasta. Lui mi
guarda sorridendo, facendomi l’occhiolino
«Dai
Claude, non fare la preziosa…hai una voce
stupenda» dice, facendomi arrossire.
Sa sempre cosa dire per convincermi.
«Sì,
sì,
va bene. Sarò la cantante. Felice?» dico ridendo.
Lui mi abbraccia, attento a
non spiacciare il suo cono sulla mia maglietta. Io fingo di fare
l’offesa e lo
allontano ridendo. Lui ride con me e fa passare il suo braccio attorno
alla mia
vita, stringendomi a sé.
«Ti
voglio
bene» mi sussurra all’orecchio.
«Anche
io»
gli rispondo in un soffio.
Procediamo
lungo la strada così, tranquilli. Mi sembra che tutto vada
alla perfezione. Ho
il mio migliore amico, presto avrò una band in cui cantare,
i problemi con la
scuola sembrano essere finiti.
E
l’altro
giorno ho beccato Marco che mi fissava.
Whoa!