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Autore: Elettra_    26/05/2009    2 recensioni
«Lascio che le mie emozioni sovrastino qualunque pensiero, mentre mi lascio cullare dal dolce suono delle chiome degli alberi che si accarezzano. Non mi importa della solitudine. Non mi importa della scuola. Non mi importa degli altri. Adesso esisto solo io. Questo è il mio momento. Un po’ di tempo da dedicare a me stessa.
Un sorriso idiota affiora sulle mie labbra, mentre inevitabilmente il mio pensiero torna a lui.
Lui è perfetto.»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fiction la voglio dedicare ad una persona molto speciale per me.

E’ una delle persone più belle che io abbia mai conosciuto in vita mia.

Mi aiuta, mi sostiene, per me c’è sempre.

E’ pazza, matta da legare.

Ma io la adoro proprio per questo.

Grazie cucciola.

Insieme stermineremo i Voldetop.

E ci sarà un mondo migliore. <3

A Lalla.

 

Ogni riferimento a cose/fatti/persone realmente esistenti è PURAMENTE casuale.

 

Intro.

 

Forse è meglio se comincio presentandomi.

Mi chiamo Claudia, ho 15 anni e vengo da un paesello sperduto tra i monti. Sono una tipa molto, molto sensibile ed estroversa. Mi affeziono troppo velocemente alle persone che spesso finiscono per ferirmi. Ho i capelli mossi, marroni ed abbastanza lunghi. Gli occhi sono verdi. Credo.

Ho una passione sfrenata per la musica. Io adoro qualsiasi tipo di musica, è la mia fonte di vita.

Pop, rock, metal, house, classica e rap: datemi un CD e me lo divorerò nel minor tempo possible!

A scuola procede tutto abbastanza bene. Insomma, non sono esattamente una che sputa sangue sui libri, però ho una media decente. Ho un rapporto particolare con la professoressa di tedesco. Lei crede molto in me e nelle mie capacità, anche se sostiene che sono una Ferrari che va a 10 all’ora. Vabbò.

Poi ovviamente mi sento obbligata a citare il mio Grande Amore: la Cioccolata! A chi servono i ragazzi se ho la cioccolata?

Un posto molto speciale nel mio cuore lo ha Luca, il mio migliore amico. Gli voglio un bene inimmaginabile, lo conosco da quando ero piccola e ci raccontiamo tutto tutto. Non ci sono segreti tra di noi. È la persona della quale mi fido di più in assoluto in questo mondo.

Devo infine parlare delle mie amiche. Ce ne sono di più fidate, altre meno fidate, alcune che riescono a capire come mi sento, altre che non riescono a farlo; alcune con cui passo il tempo se voglio ridere o fare la stupida, altre con cui posso parlare di argomenti più profondi.

Però c’è un buco.

Nessuna di loro è innamorata.

Io?

 

 

 

Io sono follemente, pazzamente, irrimediabilmente innamorata.

 

 

Like Whoa!

 

Your image overwhelms my brain
And it feels good, good good…”

 

Adoro sentire il vento che mi muove i capelli.

Mi sento bene. Molto, molto bene.

Lascio che le mie emozioni sovrastino qualunque pensiero, mentre mi lascio cullare dal dolce suono delle chiome degli alberi che si accarezzano. Non mi importa della solitudine. Non mi importa della scuola. Non mi importa degli altri. Adesso esisto solo io. Questo è il mio momento. Un po’ di tempo da dedicare a me stessa.

Un sorriso affiora sulle mie labbra, mentre inevitabilmente il mio pensiero torna a lui.

Lui è perfetto.

Ridacchio dentro di me. Mi sento stupida, ma che ci posso fare? È più forte di me.

La primissima volta che l’ho visto, mi sono sentita incatenare a quegli occhi di ghiaccio. Mi aveva guardata con un sorriso e mi aveva chiesto che ne pensavo dei Green Day. Molto comune come argomento di conversazione con una perfetta sconosciuta.

Dentro di me sento caldo, mentre mi accorgo che le mie guance si stanno colorando di rosso. Eccolo, l’effetto che mi fa pensare a lui.

Scuoto la testa, cercando di farlo uscire dalla testa. Non è il momento. Voglio rilassarmi, ora. Non pensare a tutto il casino che mi aspetta.

Io adoro questo posto. È il mio piccolo paradiso in terra. Mi trovo su di un sasso, accanto ad una minuscola cascata d’acqua, in mezzo ad un bosco. Penso di essere l’unica a conoscenza di questo posto; effettivamente non è proprio una passeggiata arrivarci, però a me non importa. Ho bisogno del mio tempo, ho bisogno del mio spazio.

Apro gli occhi, assaporando ogni singolo elemento di quel posto fantastico. Il rumore dell’acqua è dolce, accompagnato dal rumore delle foglie degli alberi. Il sasso su cui sono seduta è caldo, opera del sole che lo scalda ogni giorno. Intorno a me c’è il silenzio assoluto.

Dopo diverse ore comincio ad avere freddo; difatti rabbrividisco, pentendomi di aver indossato semplicemente una maglietta con le maniche corte. Mi sono fatta imbrogliare dal bel sole primaverile. Mi alzo dalla roccia e prendo la borsa, allontanandomi velocemente.

Se arrivo in ritardo mia madre mi taglia le gambe.

 

Apro la porta di casa con uno sbuffo. Ho mancato l’autobus e ho dovuto fare tutta la strada di corsa. Sono già psicologicamente pronta alla ramanzina chilometrica, ma a casa non c’è nessuno. Sul tavolo dell’ingresso trovo solo scritto “siamo andati a mangiare fuori con i nonni. In frigo c’è della pasta. Vai a letto presto. Ciao, mamma”.

Guardo il cielo, ringraziando Dio e la sua bontà. Forse ogni tanto le mie preghiere vengono ascoltate, Lassù.

Con tutta la tranquillità del mondo entro in camera mia, accendo lo stereo e mi siedo sul letto, chiudendo gli occhi.

 

Like a rollercoaster ride
Holdin' on white knuckles like
Whoa Whoa!
Can't believe I'm like
Whoa Whoa!
Up and down and side to side
Every inch of me is like
Whoa Whoa!
Got me feelin' like
Whoa Whoa!”

 

Un sorriso idiota mi si apre sul viso.

Ora sì che posso lasciare la mia mente libera.

In fondo, non posso dire che mi dispiaccia. Ogni volta che chiudo gli occhi, ecco la Sua immagine invadere ogni mio pensiero. La sua giacca nera. La camminata sicura. Il suo sorriso. I suoi occhi. Ecco, più o meno in questo punto mi sciolgo completamente. Subito dopo il cuore viene velato da un po’ di tristezza.

Sospiro.

Soprattutto perché questa si preannuncia una difficile guerra. Dentro di me so che ho più o meno una possibilità su un milione (evviva l’ottimismo), però ormai è troppo tardi. Mi piace troppo, troppo, troppo. Prendo il cuscino e mi copro la faccia.

Più di quanto dovrebbe.

Allora, facciamo mente locale.

Punti a mio favore.

Potrebbe essere che ho fascino.

Punti a mio sfavore.

Non è nella mia stessa classe; non sono abbastanza carina per lui; mi si azzera il cervello quando sto con lui, con il risultato che sembro una scema; non sono abbastanza per lui e basta.

Sospiro di nuovo.

Sì.

Sarà una cosa lunga e dolorosa.

Bip.

Allungo la mano verso il comodino, prendendo il cellulare. Un messaggio da Luca.

“Sono sotto casa tua. Vieni a prendere un gelato?”

Qualcosa mi dice che non posso dire di no. Mi affaccio alla finestra e lo saluto con la mano, strizzandogli l’occhio.
Due minuti dopo stiamo camminando per la strada, ridendo e scherzando. Voglio un mondo di bene a Luca: è il mio migliore amico praticamente da sempre, sa la mia vita, la mia morte ed i miei miracoli, ed io lo stesso di lui.

È il migliore amico di Marco, ed è perdutamente innamorato di una ragazza che nemmeno lo fila.

Mi ricorda qualcuno…

Arrivati in gelateria stressa per offrirmi il gelato, e alla fine mi tocca arrendermi. Un buon gelato per cena…Che posso chiedere di più? Con calma ci dirigiamo verso casa mia.

«Allora…Alla fine cosa hai deciso per la band?» mi domanda, voltandosi a guardarmi. Lo guardo qualche secondo, cadendo dalle nuvole. Miseriaccia, me ne ero completamente scordata! Mi passo una mano fra i capelli, chiudendo qualche secondo gli occhi.

«Oh beh, sarebbe fantastico» mormoro, cercando di suonare molto entusiasta. Lui mi guarda sorridendo, facendomi l’occhiolino

«Dai Claude, non fare la preziosa…hai una voce stupenda» dice, facendomi arrossire. Sa sempre cosa dire per convincermi.

«Sì, sì, va bene. Sarò la cantante. Felice?» dico ridendo. Lui mi abbraccia, attento a non spiacciare il suo cono sulla mia maglietta. Io fingo di fare l’offesa e lo allontano ridendo. Lui ride con me e fa passare il suo braccio attorno alla mia vita, stringendomi a sé.

«Ti voglio bene» mi sussurra all’orecchio.

«Anche io» gli rispondo in un soffio.

Procediamo lungo la strada così, tranquilli. Mi sembra che tutto vada alla perfezione. Ho il mio migliore amico, presto avrò una band in cui cantare, i problemi con la scuola sembrano essere finiti.

E l’altro giorno ho beccato Marco che mi fissava.

Whoa!

  
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