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Autore: Mai Valentine    05/01/2017    5 recensioni
Clarke Griffin deve affrontare il suo ultimo anno a Hogwarts, il suo futuro e sopratutto si troverà invischiata nel famoso Torneo Tre Maghi contro la sua volontà. Lexa Woods ex studentessa della prestigiosa scuola di magia e stregoneria è stata appena assunta per il suo nuovo incarico come docente di Difesa contro le arti oscure. Le loro anime sono destinate ad incontrarsi ancora una volta. In un'altra vita. Un'altra occasione.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Lincoln, Octavia Blake, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Lexa
 
 
Apri la porta. La scena che ti si presenta davanti ti attorciglia lo stomaco,facendoti provare una feroce rabbia. Bellamy punta la bacchetta contro Anya, mentre Pike la tiene per le spalle. Jaha ordina di liberarla. Abby poggia una mano sulla spalla di Bellamy cercando di convincerlo a lasciare andare tua sorella, Emerson è immobile accanto al primo ministro Alie che ti sorride, ti ha vista prima di tutti gli altri con la coda dell'occhio; ti domandi se abbia avvertito la tua presenza, se possiede qualche forma di potere ai  molti sconosciuto, ma tace e rimane in silenzio
            «Sono qui» dici con la tua solita calma e come se il tempo si fosse sospeso tutti ti guardano. Bellamy e Pike lasciano andare Anya mentre avanzi nella stanza. Tua sorella scuote il capo, vorrebbe impedirti di avvicinarti a loro. Ti fermi innanzi a Bellamy e guardandolo dritto negli occhi, con estrema freddezza sussurri.
            «Dillo cosa ho sulla pelle. Non avere paura o Gina sarà morta in vano». Siete viso contro viso. I vostri occhi si scontrano emanando scintille. Le iridi nere di Bellamy non perdono una tua mossa, ti fermi a pochi metri da lui. Bellamy apre la bocca poi la richiude. Non ha il coraggio di parlare, non ha il coraggio di dire cosa hai inciso sulla pelle. Il preside vi guarda pensieroso, teme uno scontro e tiene lo sguardo fisso sulle vostre bacchette. Abby, Emerson, Anya e Alie trattengono i respiri. Bellamy corruga la fronte e geme stridendo i denti. Si tira indietro. Sai bene che non si arrenderà mai, sarà la tua spina nel fianco, per sempre, anche se dimostrassi a tutti loro che tu non hai ucciso quelle persone: il solo fatto di essere Lexa Woods è una condanna.
            Riponi la bacchetta nella manica della lunga giacca nera. Jaha si avvicina a te e a Bellamy costringendolo ad abbassare l'arma ancora puntata alla tua testa.
            «Che incontro movimentato» sorride il preside tenendoti per un braccio, così Blake, come se volesse impedirvi di radere al suolo la scuola. Pike fa un passo avanti minaccioso, ma Alie lo interrompe alzando la mano. La donna vestita di rosso con uno schioccare delle dita mostra a tutti voi le foto  scattate di nascosto di Nia o almeno quella che dovrebbe essere lei.
            «Cosa signfica? Qui c'è una donna normale, una vecchia ricurva che cammina con un bastone... Non mi sembra lei» dice Abby indicando le foto. Alie sorride e ti chiama.
            «Lexa».
            Analizzi ogni dettaglio della foto, lo riporti mentalmente, lo paragoni all'immagine passata della donna, ti soffermi sui particolari e nonostante le voci di sottofondo che si rifiutano di credere che quella vecchia sia Nia interrompi le loro speculazioni con un secco: «Sì. È lei». Alie applaudisce contenta.
            «Lo sapevo che potevo contare su di lei  professoressa Woods. Il nostro compito è quello di mettere al sicuro tutti gli studenti sopratutto in vista del Torneo. La delegazione di Beuaxbaton e di Durmestrang verranno a Hogwarts il 10 Ottobre, per allora le strade dovranno essere sicure».
            Anya annuisce guardandoti con orgoglio, Bellamy fa spallucce, Abby è  dubbiosa, l'unico che si fa avanti è Pike esprimendo i suoi dubbi in maniera violenta: sbattendo la  mano sulla scrivania, furioso.
            «Voglio la prova di quello che dice!» e ti indica.
            Apri la bocca per parlare, ma Alie ti ferma. «Qualcuno ha bussato alla porta. È cattiva educazione fare attendere dei visitatori». Il ministro incrocia le braccia al petto aspettando.
            «Entrate» annuncia la voce di Jaha.
            Un uomo molto grosso e dal viso deformato accompagna, tenute per la collottola del pigiama e sollevate da terra, una irrequieta Octavia Blake e una infastidita Clarke Griffin che minaccia il mezzo gigante custode di Hogwarts di metterle subito in terra. Noti che entrambe le ragazze hanno dei graffi sul viso, parti del pigiama sono lacerate e sanguinano. Abby corre verso la figlia spaventata. Le accarezza il viso. La ragazza sbuffa.
            «Volete raccontarci il motivo per cui voi due siete fuori dai vostri dormitori?» domanda Pike incrociando le braccia.
            «Sì, sono sicuro che avranno una scusa convincente» risponde Jaha abbozzando un sorriso. Bellamy guarda torvo l'uomo ma facendosi avanti và incontro a Octavia. La più piccola dei Blake assesta un calcio al mezzo gigante e corre verso il fratello. Ti passa accanto e senza farsi vedere da nessuno, ti mostra il dito medio. Jus drain, jus daun, pensi. Anche Clarke viene messa in terra e portandosi una ciocca dietro ai capelli ti sorride. Dalle mani di Gideon spunta un foglio da disegno, è da tempo che non ne vedi uno: dalla morte di Costia.
            «Professoressa Woods che punizione suggerisce per queste due esploratrici» ti guarda Alie e poi tutti seguono il suo sguardo. Hai sulle labbra dipinto un mezzo sorriso. Avanzi verso Octavia ma guardi Clarke. "Potrei perdermi nei suoi occhi" lo pensa la ragazza, hai usato la leggimanzia, inconsciamente, apri e chiudi la bocca, mentre gli altri continuano  a fissarti. E i pensieri di tutti si confondono nella tua mente.
            «Allora professoressa Woods quale sarà la punizione per queste due Grifondoro» tuona la voce di Piton dal ritratto.
            «Meno 100 punti a Grifondoro, a testa e un mese di punizione. La signorina Griffin e la signorina Blake puliranno tutta l'aria dei trofei».
            «Un mese?» domandò il ritratto di Piton.
            «Se saranno veloci un mese basterà, ma prima devono andare in infermeria. Credo che Abby accompagnerà sua figlia e la signorina Blake, ovviamente non  prima di aver detto  il motivo per cui sono ridotte in questo modo». Tu e Piton vi scambiate uno sguardo d'intesa. Abby sbuffa e con fare materno accarezza la guancia della figlia. Bellamy stringe Octavia e la ragazza serra le labbra. E a quel punto è Clake a farsi avanti.
 
             
 
Clarke 
  
 
Non sai cosa ti spinga a parlare, forse io fatto che siete in trappola e che la presenza di tua madre per quanto importante sia non potrà far nulla per abolire la punizione appena assegnata. Un mese a pulire trofei ti fa passare la voglia di litigare con Octavia e di lanciarsi contro incantesimi pericolosi. Gli sguardi di tutti sono puntati su di te, la pelle brucia come carbone ardente sotto lo sguardo attento di Lexa. Tua madre ti è vicina, ti accarezza il braccio. Bellamy ti accenna un sorriso, lo ignori. Prendi un bel respiro e racconti cosa avete fatto tu e Octavia per essere scoperte dal custode  Gideon. Racconti che avete litigato e dopo gli incantesimi sono seguiti i pugni, i graffi e i morsi.  
            «E perché vi siete ridotte in questo modo, inaccettabile per due studentesse di Hogwarts e della mia casata?» Tuona la voce della McGranitt da un ritratto in alto. Guardi Octavia che ti gira la faccia e tace. Tua madre ti sussurra avanti Clarke, parla. È come se fossi sotto processo.  
            “Punti di vista diversi… sulle compagnie da frequentare” risponde Octavia con voce montona.  
            La risata dal ritratto di Silente spezza l'aria tesa e di nervosismo creatasi. Il vecchio preside di Hogwarts sorride con gli occhi dietro alle spesse lenti. 
            «Questi giovani, cosi passionali. Concorda con me preside Jaha? Professoressa Woods?». 
            «A me sembrano solo due adolescenti in cerca di punizioni» borbottò Anya guardando Clarke. Jaha vi sorride e chiede a tua madre di accompagnarvi in infermeria. Abby prima di allontanarsi si volta  verso io preside facendo un annuncio.  
            «Da ora in poi resterò a Hogwarts come medimago con il vostro consenso o senza» tuona Abby. Kane scuote il capo. “Non avevo dubbi”. Jaha alza le spalle e annuisce. Lexa non batte ciglio  e mentre tua madre cerca di metterle paura la professoressa resta al suo posto fissando la donna con innata sicurezza. Ad Abby infastidisce il sorriso sghembo sul volto della tua insegnante e prendendoti per un braccio e spingendosi fuori dalla stanza ordina. 
            «Andiamo Clarke». Octavia ti segue accompagnata da Bellamy, la riunione è compromessa. Anche l'uomo alto e dagli abiti militari si allontana salutando con un grugnito il preside, gli insegnanti e i suoi colleghi. Prima che la porta di richiuda alle tue spalle noti che nella stanza restano solo Anya, Pike, Kane e Lexa, con l'insolita compagnia di Gideon. 
Durante il tragitto verso l'infermeria tua madre si ferma, lascia andare avanti i fratelli Blake, e ti domanda: «cosa è davvero successo? Qualcuno vi ha attaccato è stata Lexa?» pronuncia il nome della donna con sdegno. Sgrani gli occhi e spalanchi la bocca. «Perché non credo alla storia inventata da Octavia» continua interpretando a modo suo la tua reazione.   
            «Lo so che io e te non parliamo più molto, come prima – sospira – dopo la morte di tuo padre, ma vorrei che se ci fosse qualsiasi cosa, qualunque cosa, vorrei che tu me ne parlassi» ti stringe la mano. Sbatti le palpebre e prima che possa aggiungere altro ti allontani. Hai dentro di te un vortice di emozioni, perché nessuno credo che tu e Octavia possiate litigare? Perché deve essere sempre colpa degli altri e mai sua? Perché sei la figlia di Jake Griffin.  
            «No. Io e Octavia abbiamo litigato, litigato. Sono stata io ad attaccarla dopo che lei mi ha insultata per l'ennesima volta oggi – tua madre sbatte le palpebre e cerca di parlare – No, ora fai venire me. Vuoi sapere perché mi ha insultata? Perché io vado a letto con una Serpeverde e perché mi fido della mia insegnante di Difesa contro le arti oscure e non mi interessa chi era prima, mi importa chi è ora e la storia ha già dimostrato che a volte i buoni sono accecati, vogliono trovare  il male ovunque anche quando non c'è». Abby ti fissa scuotendo il capo, come se il fatto di essere una donna adulta, un medimago al servizio degli Auror, del ministero, una dell'ordine, potesse consegnarle in mano le chiavi della verità assoluto. Diavolo, quanto si sbagliava. Dalle grandi finestre la luce lunare illumina i vostro volti, quelli di due donne in conflitto. Di una figlia (stai crescendo troppo in fretta) e di una donna, di una madre che non vuole perdere più nulla dalla vita. Non vuole perdere la sua unica figlia, il ricordo di Jake.  
            «Comprendo le tue paure, ma io non sono più una bambina. Vado da sola in infermeria. Tu fai… quello che vuoi». E ti allontani lasciando sola tua madre nel bel mezzo della notte in un corridoio vuoto. Sospira, senti i suoi passi farsi lontani, forse andrà da Kane, ma alla fine non te ne frega poi molto.  
 
Abby
 
La conversazione avuta con tua figlia ti ha lasciato un vuoto dentro. Lei ha le sue convinzioni, vede il mondo con gli occhi di un adolescente, sebbene cresciuto in fretta, e cerca qualcuno da imitare, da seguire e hai paura che  Lexa Woods possa influenzare Clarke. Hai sempre pensato che Lexa possieda grandi doti di leadership e soprattutto riesce ad ammaliare gli altri, come ha fatto con tuo marito per questo non l'ha mai sbattuta ad Azkaban era fin troppo convinto dell'innocenza della ragazza. Sospiri. I tuoi pensieri ti conducono verso la porta dello studio di Kane. Bussi. Ti  dice ddi entrare. La sua voce è rassicurante per te. Quando ti vede entrare è raggiante, poi vede la tua espressione e il sorrisoi sospegne trasformandosi in preoccupazione. Ti accarezza la guancia con dolcezza infinita. 
            «Abby».  
            «Clarke» dici.  
            Ti fa un cenno con il capo convincendoti a parlare, a sfogarti.  
            «La sto perdendo Marcus. Sta crescendo. È cresciuta» sospiri per continuare «litiga con i suoi amici di sempre, con Octavia, ha una ragazza Serpeverde e crede nell'innocenza di Lexa… Come Jake». Marcus annuisce, comprende le tue paure. Ti invita a vederti e a bere qualcosa con lui e a mangiare qualcosa, cioccolata. Ti siedi e bevi il whiskey incendiario che ti offre, ma non mangi la cioccolata. «Fa male» dici, lui scuote il capo. Gli sorridi, sembrate due adolescenti, eppure quella fase è passata da un bel pezzo.  
            «E poi anche tu hai un ragazzo serpeverde» dice fissandoti.  
            «E questo cosa centra» corrughi la fronte.  
            «Hai detto che Clarke ha una fidanzata Serpeverde e non tutti noi siamo cattivi» il suo sguardo ti disarma. Ti allunghi e gli colpisci il braccio con uno schiaffo. Ride. Ridete. Poi cala il silenzio. Il fuoco nel camino scoppietta, hai di nuovo lo sguardo perso nel vuoto.  
            «Pensi davvero che Nia sia tornata? Libera da Azkaban? A me sembra, quasi, impossibile»'. Marcus sospira prende le tue mani tra le sue grandi e dalle dita affusolate.  
            «Voglio avere fiducia in Lexa, se Jake ci ha visto qualcosa può darsi che ci ha visto giusto». E qui non hai più nulla da dire. Vi baciate. Lui ti solleva e ti poggia sulla scrivania. I vostri sguardi sono pieni di desiderio. Ti sbottona i primi bottoni della camicia, lo lasci fare, poi lo attiri a te.  
            «Non l'ho mai fatto sulla cattedra di un professore».  
            «C’è sempre una prima volta».    
            Scoppiate ancora una volta a ridere e poi fate l'amore con dolcezza e passione.  
 
Bellamy
 
Segui tua sorella lungo i corridoi di Hogwarts, quegli stessi corridoi che hai percorso tu non molto tempo fa, però ora i ricordi di quei sette anni ti sembrano così distanti e lontani, ma anche così vivi sopratutto la morte di Gina. Scuoti il capo come se volessi svuotare la mente e ti concentri su tua sorella. La vedi avanzare decisa, con passo fermo, lei e Clarke hanno litigato il motivo deve essere serio e non una semplice bega tra due adolescenti. La fermi per un braccio, a pochi passi dal'infermeria,  e la fai voltare verso di te. Vi esaminate a vicenda, non ci sono segreti per voi due. Vi siete sempre confidati tutto, hai sempre protetto tua sorella. Sei il suo custode. E nemmeno Clarke può osare di farle del male.
            «Voglio sapere cosa è successo, davvero». Il tuo tono non permette bugie. Octavia sbuffa e si scosta con noncuranza un ciuffo corvino davanti agli occhi.
            «Abbiamo litigato. La pensiamo in modo diverso. Tutto qui» scrolla le spalle. Non sei disposto a cedere a quella stupida scusa e quindi insisti.
            «Octavia sono tuo fratello e avrò il diritto di sapere».
            «Ti ho scritto una lettera in proposito, ma credo non ti sia arrivata in tempo. Ed è meglio così. Anzi fammi un favore strappala». Si volta per andarsene ma tu la fermi.
            «No, ora parli».
            Sbuffa e si morde le labbra. Si è messa in posizione di difesa, ma alla fine parla e ti dice ciò che ti ha scritto nella missiva. Ti massaggi le tempie, non sai cosa dire, cosa pensare. Clarke si fida di Lexa è questa l'unica cosa che la tua mente ha registrato. Devi parlare con Clarke, farle capire che Lexa non è una brava persona e sopratutto un tempo ha patteggiato con Nia e ha sul braccio impresso il marchio.
            «Ho capito O, parlerò con Clarke».
            «Forse sono io che sono saltata a conclusioni affrettate... Senti lascia perdere Bellamy. Torna a fare l'Auror, a fare l'eroe, okay? Non ho bisogno di te».
            E prima che tu possa dire qualcosa ti lascia solo. Se ne va. I suoi passi rimbombano nel corridoio. La vedi aprire e chiudere  la porta dell'infermeria.
 
Octavia
 
Trovi Clarke già stesa sul letto, prendi possesso di quello accanto. I raggi lunari si infrangono contro le tende spesse dell'infermeria lasciando entrare nella stanza grande e deserta piccole porzioni di luce rendendo surreale la camera. Le lenzuola bianche, pulite, ti danno alla nausea, ti fanno sentire malata, quando in realtà non lo sei. Ma non dici nulla e silenziosamente ti spogli dei tuoi abiti e indossi la veste azzurra lasciata sul cuscino. Ti cambi alla svelta e con un sonoro tuffo ti getti sul letto, il materasso rimbalza e ti stendi. Tu e Clarke siete spalla contro spalla, non vi guardate in faccia. Per ora non avete nulla da dirvi. Quest'anno è iniziato davvero nel peggiore dei modi per voi due. Hai cercato di rimediare a modo tuo, hai detto a Bellamy di tornare a casa (per ora, perché sai che ben presto sarà a Hogwarts giorno e notte per supervisionare il Torneo). Certo, sei ancora arrabbiata con Clarke per non averti detto chi frequenta e sopratutto perché crede nell'innocenza di Lexa senza alcuna prova, ma forse anche tu sei saltata a conclusioni affrettate solo che tutto fa credere nella colpevolezza di Lexa. Sbuffi. E ti copri la testa con il cuscino.
            «Smettila di mugugnare» ti rimprovera Clarke.
            Esci da sotto al cuscino e ti giri verso la tua amica. Griffin ti fissa ha il labbro spaccato: hai picchiato forte,  un po' troppo forte.
            «Ti fa male?»
            «E a te?»
            Non vi riferite ai graffi, ai danni fisici, ma alla vostra amicizia che può rischiare di crollare per delle incomprensioni e punti di vista differenti che dovrebbero rafforzarvi invece di allontanarvi. Entrambe volete dire qualcosa, ma tacete e alla fine entra Mister Jackson con un vassoio su di esso una boccetta di una pozione, la bottiglia è di color verde smeraldo, e del cibo: barrette di cioccolata.
            Clarke si alza sorpresa di vedere Jackson si aspettava di vedere sua madre, ma poi il suo viso si rilassò e lasciò a Jackson fare il suo lavoro: su un cucchiaio versa la pozione e invita a berla.
            «Ė molto amara, butta giù tutto d'un sorso e bevi la cioccolata».
            Clarke fa come le viene detto e poi tocca a te. Bevi la pozione solo per poter mangiare la cioccolata. Infine Jackson se ne va, dalla porta vedi la testa di Abby spuntare e Clarke gettare la testa sul cuscino facendo finta di dormire. Jackson borbotta qualcosa e poi i due medici vi lasciano sole.
            Clarke si gira ancora una volta verso di te. Abbozza un sorriso e tu fai lo stesso.  Non hai mai avuto amici da piccola, poi Hogwarts ha cambiato la tua vita fin dal primo giorno.
 
            Eri seduta sull'espresso diretta verso Hogwarts. Tieni lo sguardo fisso verso il finestrino, verso il paesaggio in movimento. Tuo fratello, Bellamy, ti  aveva accompagnato al binario 9 3/4 per poi scappare all'allenamento per diventare Auror.
            Vostra madre è morta da molto tempo e non hai mai avuto un padre. Sei sempre vissuta ai margini della società a causa della cattiva reputazione di tua madre (una strega innamorata di un babbano che l'aveva abbandonata non appena aveva scoperto chi fosse) e quando si era rivolta alla sua famiglia per chiedere aiuto con due bambini piccoli da crescere (il padre di Bellamy era morto durante un duello. Il motivo del duello non era mai stato reso chiaro), la famiglia Blake  vi ha cacciato come se fosse dei cani randagi gettandovi in mezzo a una strada. Solo Bellamy era stato accolto in quanto erede dei Blake (ramo cadetto dei Black) e grazie a questo tua madre e tu siete riuscite a sopravvivere alla fame, al freddo e agli stenti. Tua madre aveva supplicato la sua famiglia, pregato, implorato, svenduta per una casa e grazie a questo sacrificio erano riusciti ad arrivare  a un compresso con la famiglia Blake: dovevi vivere nello scantinato, nascosta agli occhi del mondo, marchiata di vergogna mentre lo stendardo dei Serpeverde addobbava ogni angolo di quella casa tetra e buia. E mentre Bellamy cresceva ai piani di sopra veniva istruito come un vero Blacke, storsero il naso un bel po' quando venne smistato a Grifondoro, ma tutto sommato era un purosangue e la casata del Grifone aveva comunque dato vita a grandi maghi. Bellamy ti portava da mangiare, ti raccontava storie, era lui il tuo unico e solo migliore amico. Eri riuscita a sopravvivere così, fino alla morte della donna che ti aveva messo al mondo.  Fino a quando per grande sorpresa della famiglia Blake anche a lei era arrivata la lettera per Hogwarts e agli occhi della famiglia avevi acquistato un minimo di considerazione.
            Poi Griffin  spalancò la porta del tuo scompartimento e ti  sorrise con quei suoi occhi azzurri e i capelli biondi sembrava una vera principessa, ma sul viso dipinto un sorriso pieno di cattive intenzioni.
            «Ciao, io sono Clarke Griffin e tu?»
            «Io? Octavia, Octavia Blake».
            «Allora mi siederò qui. Oh, guarda la strega del carrello!»
            E fu così che in poco tempo tu, Clarke, Raven (un'altra disadattata come te), Jasper, Monty e molti altri, sebbene finiti in case diverse, siete divenuti un grande gruppo e quel giorno hai conosciuto anche il tuo miglior nemico Murphy. Da quel momento la tua vita era migliorata almeno un po'.
 
            E di questo devi essere grata a quella Griffyndor.  E ridi prima di addormentarti.
 
Anya
 
            Sei ancora nello studio con Lexa, il preside, Pike e Gideon. Il ministro era andata via, a causa di una chiamata urgente. Vedi Pike avanzare verso il mezzo gigante e strappargli dalle mani il foglio che stringeva tra le dita tozze. Il viso dell'ex Auror diventa ancora più rabbioso. Avanza verso tua sorella che sta parlando con il preside e afferrandola per le spalle la costringe a voltarsi verso di lui. Jaha sobbalza quando vede Pike spingere in terra la donna. Punti in fretta la bacchetta alla tempia dell'uomo.
            «Toccala ancora una volta e ti lancio un bombarda maxima dritta al cervello».
            Pike ignora la tua minaccia, seria, e solleva da terra Lexa scuotendola con veemenza.
            «Questo disegno, c'è sopra la tua faccia... stai convincendo qualche studente ad adularti?»
            «Cosa?» sbotti, mentre Lexa rimane impassibile.
            Il preside si avvicina a Pike e lo convince a lasciarla andare, prima che Lexa gli lanciasse un Avada Kedavra non verbale.
            «La professoressa Woods non sa nulla di quel foglio o di chi possa aver fatto quel disegno. Pike sei stanco, vai a riposare. Signorina Anya porti fuori, a prendere un po' d'aria fresca. Domani le lezioni riprenderanno normalmente. Buona notte». Jaha prende il foglio e lo posa sulla scrivania, sotto sequesto, dice. Lexa lo fissa forse sa chi l'ha disegnata, ha sul volto dipinta un'espressione diversa dal solito.
            Uscite dallo studio del preside e in un attimo giungete al Lago Nero. Lexa si siede in terra stai per avvicinarti a lei quando ti ferma.
            «Indra sarà tornata dalla missione, và da lei e raccontale tutto ciò che è accaduto alla riunione. Tutti quelli che sono dalla nostra parte devono sapere».
            «Sicura?» domandi.
            «Sì» risponde secca.
            «Ti fidi del primo ministro della magia?» chiedi prima di andare via.
            «Neanche un po'».
            «E un'ultima cosa: non ti innamorare della persona sbagliata».
            «L'amore è debolezza».
            Annuisci contenta della risposta di tua sorella e ti allontani dritta alla capanna di Indra. Il cielo è fin troppo sereno, la tempesta era pronta ad abbattersi su tutti loro: le stelle lo indicavano.
 
 
Nia
 
 In una casa buia con una sola candela accesa un uomo si avvicina a una donna vestita totalmente di bianco. L'unica forma di colore nell'ombra più tetra.
            «Mia signora».
            «Dimmi, sono caduti nella trappola?»
            «Sì, mia signora. Farsi vedere in giro è stata un'idea brillante».
            «Ovvio stupido. Ora và, devo progettare la mia vendetta. E tenetevi pronti».
 
 
 
 
 
Nota Autrice:
Come promesso ho aggiornato il prima possibile, almeno ci provo. Spero che questo capitolo vi piaccia e dal prossimo le cose si faranno più serie. Bene, a presto e buona Epifania a tutti voi. P.S: sono una Serpeverde e quindi non disprezzo in nessun modo la casata.
   
   
 
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