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Autore: AuroraEverdeen99    15/01/2017    1 recensioni
"Sofia merita due mamme felici. Sto dicendo di essere tutti felici!"
"Grazie!"
E mi abbracció. Fu uno degli abbracci piú dolorosi della mia vita. Stavo lasciando andare le "mie ragazze".
Non perdete neanche un capitolo di questa storia, anzi leggete gli ultimi due capitoli freschi di giornata.
La storia verrà conclusa entro e non oltre domenica prossima. Affrettatevi!
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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1 SETTEMBRE DI 10 ANNI DOPO
 
Mi svegliai, una ragazza bellissima dormiva a pancia in giù nel mio letto. Credo si chiamasse Alessandra, doveva avere una trentina d'anni, conosciuta la sera prima in un bar, dopo che avevo rotto con Emily, la mia, ormai, ex.
Emily l'avevo conosciuta 5 anni prima ad una festa, mi era subito piaciuta ed evidentemente io ero piaciuta a lei. Ci siamo frequentate incostantemente per un anno, perché quell'anno Sofia stava con me. Alla fine quando mia figlia tornó a New York, Emily mi mise con le spalle al muro e mi disse che o ci provavo seriamente oppure potevo andare al diavolo. E io ci provai. Lei aveva appena iniziato la sua carriera da avvocato e all'epoca aveva 28 anni mentre io 45. Essere single a quell'età significava malinconia continua, perché ormai non andavo più bene per le storie di una notte, anche se modestamente avevo ancora il mio fascino. Così nel giro di pochi mesi venne a vivere con me. All'inizio litigavamo per ogni minima sciocchezza. La colpa era tutta mia. Ero scontrosa, cercavo di capire quanto fosse disposta a sopportare pur di stare con me. Ogni volta cercavo di ferirla sempre di piu, ma quando capí che la mia era solo una maschera, iniziò a ricambiare le mie offese con l'amore. Un anno dopo iniziai a fidarmi di lei, la presentai a Sofia, che l'adorava. Avevano costruito un bel rapporto, ma ovviamente Emily con il tempo voleva sempre di più. Voleva sposarsi e mettere su famiglia. Era il suo sogno. Non potevo biasimarla, aveva 30 e non le bastava più una ragazza, o meglio una donna che già non era molto presente a causa del lavoro, inoltre aveva una figlia e per di più conquilino.
Ma lei mia amava, così quando le chiesi di aspettare perché non me la sentivo ancora, o forse non volevo, lei acconsentì. I due anni successivi furono i migliori degli ultimi dieci. Avevo una donna che mi amava alla follia e che anche io amavo davvero tanto, una donna che mi aveva fatto dimenticare i dolori del passato o perlomeno li aveva attenuati. Lei, insieme a Sofia e ai soliti amici, Alex, Andrew, April, Meredith e Richard erano diventati la mia famiglia. Ero stata davvero felice in quel periodo con lei. Avevo tutto, non mi mancava nulla. Non sentivo neanche la mancanza di Callie. 
I primi anni senza la mia ex moglie furono duri perché l'aspettavo, come mi aveva chiesto, ma lei non era mai tornata. Nei primi tempi ci vedevamo almeno 5 volte l'anno, ma già dal terzo anno ci vedevamo solo nelle festività, per arrivare ad una volta all'anno. Iniziammo a non sentirci più, poiché Sofia era cresciuta e aveva un telefono tutto suo e non dovevamo fare più da intermediari. Ma non mi mancava, la pensavo raramente e lei anche era felice. Viveva a New York, con sua moglie Penny, dove entrambe erano diventate primario. Penny era una dei migliori neurochirurghi del mondo. Eravamo tutti felici.
 Comunque avevo lasciato Emily perché lei non era più disposta ad aspettarmi. Non stavo soffrendo, non molto comunque. Io non volevo avere un altro figlio, non con lei. Ne avevo una che era l'unico amore che potessi avere. E non volevo litigare, non ne avevo le forze. 
Decisi di alzarmi ma di non svegliare Alessandra. Scesi in cucina e trovai Andrew. 
  - Buongiorno, splendore.
  - Buongiorno anche a te!- gli risposi e gli schioccai un bacio sulla guancia.
   Era diventato come un figlio per me. E non volevo che se ne andasse da casa mia e neanche lui. 
  - Allora... visto che la ragazza che hai portato ieri sera non assomiglia ad Emily, deduco che vi siete lasciate..- disse lui mentre versava il caffè nella mia tazza.
  - Deduci bene. E tu? Ieri non sei stato con Maggie? -gli chiesi, mentre mi accomodavo al tavolo per fare colazione. 
  - Aveva da lavorare- disse lui con il volto basso. Stava mentendo. E si sedette di fianco a me. 
  - Avete litigato di nuovo? - gli chiesi costringendolo con una mano ad alzare lo sguardo. 
  - Vuole andare a vivere dall'altra parte della città!- scoppió lui.
  - E mi sembra anche il momento sai! E non lo dico perche voglio cacciarti.- lo rimproverai.
  - Lo so, ma io sto bene qui, con te... non mi sento pronto ad andare a vivere insieme. 
  - Andrew... non potrai stare sempre qui, lo sai. Per quanto lo desideri che tu non vada via, prima o poi dovrai farlo.- e lo abbracciai. Era un bravo ragazzo. 
  - Ma cambiamo argomento.. oggi è il grande giorno, a che ora la festa?- chiese lui entusiasta. 
  Lo guardai perplessa, non capivo di cosa stava parlando. Poi mi ricordai.
  - Certo! Oggi arriva Sofia, giusto! Con tutta la storia di Emily me ne stavo dimenticando. Arriverà per le sei, quindi la festa inizierà verso le otto.- dissi sorridendo al limite del possibile.
  - Perfetto! Mi occupo io di far diventare questa casa presentabile tranquilla. Ho solo un'intervento, per il resto posso delegare.
 Dopo che finimmo di fare colazione tra le risate come sempre, andai a svegliare la ragazza che stava nel mio letto, poiché io dovevo andare a lavoro. Dopo un paio di tentativi, si svegliò e tutta contrariata se ne andò. Le promisi che mi sarei fatta risentire per farmi perdonare. Poi insieme ad Andrew ci recammo in ospedale. Era diventato il primario di pediatria. Aveva suggerito io alla Bailey di fargli prendere il posto di Alex, non perché lui non fosse più il più bravo, ma perché aveva deciso di avere dei figli e quindi era troppo impegnato per fare anche il capo.
 Dopo un paio di interventi andai in aeroporto a prendere la mia bambina. Era cresciuta molto. Aveva 16 anni ed era veramente bella, la fotocopia di Callie, se non fosse per lo sguardo vispo che aveva preso da suo padre. Catterialmente era un misto tra Mark e me. Era una brava ragazza, sempre sorridente, altruista e gentile, anche se negli ultimi due anni aveva preso la brutta abitudine di spezzare i cuori dei ragazzi che le giravano attorno. Come Mark. 
Quando mi scorse tra la folla dell'aeroporto mi corse incontro per abbracciarmi. La strinsi forte e dopo poco, come sempre mi disse: - Mamma, amche tu mi sei mancata, ma adesso é il caso di andare a casa. Avrai un anno intero per stringermi.
  - Giusto giusto, non sforiamo con le dimostrazioni di affetto. - la presi in giro, aiutandola con le valige.
  - Dai mamma, lo sai che sono allergica agli abbracci.- disse lei mentre ci incamminavamo per casa.
  - Si si lo so. Ma pensavo ti fosse passata, visto la foto che hai postato ieri. Sembrava che non volessi staccarti dal abbraccio di quel ragazzo..- la punzecchiai. 
 E lei spavalda mi disse: -Si chiama Sebastian.. e comunque non mi è passata l'allergia, puoi chiederlo anche alla mamma.
Alzi le mani, come per dire "non lo metto in dubbio" e lei scoppió a ridere. 
Per tutto il tragitto in macchina, non facemmo che scherzare, avevamo la musica a palla e cantavamo a squarcia gola. Lei aveva una bella voce, proprio come Callie. Con il tempo avevo costruito un bel rapporto con mia figlia, io non ero mai il poliziotto cattivo e questo mi stava più che bene.
Dopo che Sofia ebbe avvisato Callie di essere arrivata e che fosse tutto apposto, andammo a casa. Quando aprì la porta, c'era Zola che la aspettva a braccia aperte. Erano molto amiche, come da piccole. Poi salutó Bailey, Ellis e Harriet. Sofia era legata ad ognuno di loro. Aveva in pratica fatto da sorella maggiore a Ellis e Harriet, le più piccole. Dopo che ebbe salutato Sofia, Harriet mi venne ad abbracciare e disse: 
- Zia, è vero che Sofia starà con noi per un anno intero? 
  - Certo piccola e quando vuoi potrai venire a trovarla. - le dissi sorridendo.
 Dopo qualche minuto ci raggiunse anche Andrew, che abbracciò Sofia sollevandola da terra.
  - Allora, come sta la mia ragazza preferita?- le disse.
  - Alla grande. Sai che quest'anno ti daró la morte!- disse mia figlia ridendo.
  - O forse sarò io a darla a te!- ribbatè Andrew. Ed entrambi scoppiarono a ridere. 
  Qualche ora più tardi passarono anche April, Meredith e Maggie per salutare Sofia e per venire a riprendere i loro figli. Dopodiché, restammo ancora qualche altro minuto e poi Andrew uscì con la sua ragazza mentre io e Sofia decidemmo di andare a dormire. Ci infilammo sotto le lenzuola. Quella notte avremmo dormito insieme. La mia piccola si sistemó con il viso appoggiato al mio petto e si lasciava accarezzare i capelli, come quando era bambina.
  - Mamma...- mi chiamó lei con voce assonata. 
  -Dimmi piccola...- le risposi senza smettere di fare quello che stavo facendo.
  - Mi sei mancata molto sai? Soprattuto mi mancano le giornate che passavamo io tu e la mamma. Quando mi compravate il gelato e per quel giorno mi era concesso fare ciò che volevo...
  - Amore mi sei mancata anche tu! - le risposi con calma- Bhe Sofia magari puoi chiamare tutta madre e chiederle se vuole passare un weekend con noi. Sai che non c'è problema. 
  - Ummh- annuí, poi mi disse:
  - Ti svelo un piccolo gossip- io la guardaí con aria interrogativa- tra mamma e Penny le cose non vanno proprio bene ultimamente... perché la mamma vuole trasferirsi di nuovo qui a Seattle, visto che ormai Penny ha finito la specializzazione.
  - E Penny cosa dice?- le chiesi incuriosita. 
  - Penny non vorrebbe tornare, ma lo sai come è fatta, farebbe di tutto per vedere la mamma felice.- disse lei scrollando le spalle. Poi aggiunse:- Dovresti chiamarla, le manchi molto.... e credo che anche a te lei manchi.
  La mia bambina era davvero cresciuta. Non le avevo mai dato modo di pensare che io volessi ancora sua madre, ma era una ragazza intelligente e in queste cose era più brava di me, proprio come Callie. 
  - Ti prometto che domani mattina la chiamerò. Ora, a nanna, buonanotte scricciolo. - dissi dandole un bacio sulla testolina. E ci addormentammo.
  
La mattina seguente mi svegliai presto e senza svegliare la mia piccola che dormiva dandomi le spalle, scesi giu in cucina, presi il telefono, digitai il numero e dopo vari ripensamenti chiamai. 
  - Pronto? - rispose una voce magnifica dall'altro lato, un pò assonnata. Era passato il tempo anche per lei, ma sapevo che era rimasta sempre la stessa. 
  - Calliope, sono.. Arizona.- dissi piano. Ripensai che forse stavo facendo uno dei più grandi errori.
  - Arizona, Sofia sta bene? Le é successo qualcosa?- iniziò ad agitarsi. Era strano anche per lei che la stessi chiamando. 
  -No no, Sofia sta benissimo! Calmati, non le è successo niente...- cercai di tranuquillizarla. Lei fece un grosso sospiro di sollievo.
  - Arizona, mi hai fatto prendere un colpo... perché mi hai chiamata allora? - ora era sulla difensiva. E ancora non avevo detto niente.
  - Io.. vole... Sofia ha detto che le manchi. E vorrebbe che tu venissi a stare un weekend qui a Seattle.- dissi d'un fiato. 
  - Ma se è appena partita! - mi rispose spazientita.
  - Si lo so, ma ecco, dovresti venire, sai che non c'è problema a casa ci sono delle stanze in più....- iniziai a dirle con calma.
  - Arizona.. non lo so.. io... ti faccio sapere...- disse lei con fare dispiaciuto e alquanto imbarazzato.
  -Callie.. è per Sofia...- dissi in tono supplicante.
  - È per Sofia, o per te?- mi domandò speranzosa.
  - Se anche fosse per me ci sarebbero problemi?- risposi senza espormi troppo.
  - No, non ce ne sarebbero.-rispose lei.- Comunque cercheró di venire, magari per una settimana o due. - continuó.
  - Va benissimo. Tutto il tempo che vuoi!- dissi entusiasta. E lei se ne accorse, infatti rise. Poi feci per chiudere la chiamata quando lei disse:- Comunque mi sei mancata anche tu...- e riattaccò.
  Dopo qualche minuto, si creó la baraonda in casa mia. Andrew e Sofia, fecero la corsa dal piano di sopra alla cucina, dove ero io. -Ah vinco sempre io!- fece Andrew canzonandola.
- Si perché tu bari!-le rispose di rimando Sofia facendogli la linguaccia.
  - Buongiorno!- mi intromisi nella loro conversazione. E loro come se si fossero appena accorti che fossi li, mi salutarono. Pochi secondi dopo, bussarono alla porta: erano Alex, Jo e il piccolo Lucas di due anni.
  - Robbins! Dov è la mia nipotina preferita?- fece Alex portando in mano un grosso pacco. Salutai Jo, presi in braccio il piccolo ometto e raggiungemmo gli altri due in cucina. Sofia andó ad abbracciare Alex. E poi Jo.
  - Allora? Come stai?- disse Alex sorridendole.
 -Benissimo! E ieri non sei venuto alla mia festa? - chiese lei facendo finta di essere offesa.
  - Ieri sera la peste che è in braccio a tua mamma, non faceva altro che piangere!- disse Alex.
  - Uuh amore della zia! Perché piangevi?- dissi a Lucas che si trovava in braccio. Lui si toccò il ginocchio e disse solamente :- Bua!
  - Allora è proprio il caso che io usi i miei poteri, vero? - dissi io cercando di essere molto comvincente. Lui annuì sorridendomi.
  - E super sorriso magico sia!- dissi sorridendogli. Suonarono di nuovo alla porta e Andrew andò ad aprire. 
 Jackson, April e i loro due bambini entrarono in cucina. Anche loro erano venuti per salutare la mia piccola.
  - Quindi quest'anno starai con noi, eh? - le chiese Jackson. Sofia annuí.
  - Allora domani non prendete impegni tu e tua madre! Siete invitate a cena!- disse April sorridendole.
  -Siamo invitati anche noi, vero Kepner?- fece Alex ricevendo una gomitata da Jo. 
  - Tu sei invitato solo perché non posso invitare tuo figlio e tua moglie senza di te!- fece April prendendolo in giro.
 - E Callie come sta? - fece Jo a Sofia. 
  - Bene bene... è diventata una vera NewYorkese!- disse mia figlia.
  - In realtà ci raggiungerà nel week end.- dissi con falsa indifferenza. Tutti reagirono con frasi "Ma è fantastico! "Che bello!". L'unico che si accorse che qualcosa non andava fu Alex. Infatti quando con una scusa banale me ne andai in camera mia, lui mi seguì. 
  -Arizona, sembra che ti sia morto qualcuno... - disse lui.
  - E insomma, ci manca poco..- risposi non guardandolo in faccia.
  - Cosa succede?- disse lui, venendosi a sedere affianco a me,
  - Non lo so... io voglio che Callie torni, ma poi non so se sarò in grado di affrontare la situazione una volta che sarà ritornata a New York...- qualche lacrima rigó il mio viso. 
  -Dovresti dirglielo... devi almeno provarci a chiederle di restare...- disse lui asciugandomi qualche lacrima.  
  - Ma lei ha un'altra Alex! E non è come una delle mie storielle! È una cosa seria, insomma.. stanno insieme da 10 anni e sono sposate per di più. 
  - Eh allora! Callie era sposata con te anche! E tra voi c'è sempre amore! 
  - Si, tant è che non ci vediamo da almeno 3 anni! - dissi io.- io non credo che ce la faró...
  - Robbins ce la DEVI fare! Per te, per Sofia e per la marea di persone che contano su di te! Mi hai insegnato tu a non mollare. Bisogna sempre combattere! - con queste parole Alex non avrebbe permesso nessuna controrisposta.
 Lo avevo istruito bene,mi sentivo fiera di lui.
Tormammo al piano di sotto, gli altri stavano finedndo di fare la loro colazione e Sofia che era in braccio ad Andrew stava raccontando della sua vacanza in Giappone fatta il mese scorso. Dopodiché visto che era domenica, decidemmo di incontrarci tutti piu tardi a casa di April e Jackson. 
Così io mi misi a preparare un dolce per la serata, mentre le due pesti che vivevano con me, si continuavano a prendere in giro.
  - Quindi quand è che mi presenterai il tuo ragazzo? - disse Andrew.
  - Probabilmente mai.-disse Sofia
  - Già perché dovresti farlo conoscere prima a me, che sono tua madre... poi se mi piace potrai dire che hai un ragazzo!- dissi io scherzando. O forse ero seria.
  - Mamma! Ma a te non piace nessun ragazzo che conosco!
  - Ah lascia stare, piccola, i genitori sono sempre cosi.. sai che anche a me rompe le scatole?- disse Andrew facendo ridere Sofia e anche me.
  - Allora, precisiamo...UNO, esci con troppi ragazzi e questa cosa non mi piace molto!- dissi rivolta a Sofia- DUE, tu sei una testa marcia!- rivolgendomi ad Andrew. Scoppiammo tutti a ridere. Poi arrivó Maggie e Andrew decise di uscire con lei.
 Quando ebbi finito di fare il dolce, anche io decisi di andare a fare un po di shopping con mia figlia. 
Tornammo a casa nel pomeriggio, stanchissime. Avemmo giusto il tempo di prepararci e poi andammo in macchina insieme ad Andrew e Maggie.
A CENA
Eravamo seduti attorno ad un grande tavolo, ricco di cibo che poteva sfamare almeno trenta persone. Sofia era con tutti gli altri invitati, mentre io ero rimasta in cucina con April che stava finendo di preparare. 
  - É cresciuta molto!- disse la rossa sbirciando verso il salotto.
  - Si è cresciuta proprio....- dissi bevendo tutto d'un fiato un bicchiere di vino bianco.
  - Credo che però non sia il caso che ti veda ubriaca -disse mentre riempivo un altro bicchiere.
  - Eh senti avrei fumato una delle mie sigarette, ma poi non sarei una madre che da il buon esempio!
  April rise, scuotendo la testa. 
  - Allora, sei felice che tra un po tornerà anche Callie?-mi chiese
  - Bhe si ovviamente! Ma sono anche inquieta. Insomma non so come comportarmi...
  - Fai tutto con calma, non affrettare le cose e si sincera. Fai cosí e vedrai che non farai pasticci, fidati. Parlo per esperienza personale. Ora andiamo che è pronto.
 Mandai giu un altro bicchiere e annuii.
Durante la cena non parlai molto, ma ascoltai Webber che cercava di convincere mia figlia a intraprendere la carriera da medico, mentre Sofia con grande disapprovazione di tutti voleva fare l'avvocata. Io d'altronde volevo che fosse felice e per questo non dissi una parola.
  - Allora come sta la dottoressa Torres?- chiese Richard molto interessato.
  - Molto bene, è sempre molto allegra!- rispose mia figlia.
  - E Penny?- chiese Meredith.
  - Anche lei molto bene, è diventata uno dei migliori neurochirurghi dello stato! Ed è fantastica anche lei!- disse mia figlia.
  Non potei non provare una piccola fitta di gelosia, anche se dovevo saperlo che Sofia avesse molta stima per Penny.
  -Ehi e con Emily come va?- mi chiese sottovoce Sofia, mentre gli altri continuavano a parlare chi di lavoro chi di bambini.
  - Umh... Ci siamo lasciate... ma tranquilla sto benone!- le risposi cercando di fare uno dei miei migliori sorrisi. Lei si accorse comunque che qualcosa non andava.
 Con le chiacchiere il tempo passò velocemente e quando mi accorsi che Sofia stava per addormentarsi in piedi, decidemmo di tornare a casa. Accompagnai Sofia in stanza e decisi di scendere giu in cucina visto che non avevo sonno.
Aprii una bottiglia di vino e mi sedetti davanti la finestra, dopo poco mi raggiunse Andrew.
  - Nervosa?- disse mettendomi una mano sulla spalla.
  - Abbastanza.. sai credo di star sprecando la mia vita. E questa cosa mi innervosisce...- risposi sconsolata.
  DeLuca dopo essersi riempito anche lui il bicchiere disse: - Allora dovresti cercare di evitare di farlo... insomma se qualcosa della tua vita non ti piace cambiala.- fece una pausa.- so che ti manca Callie. So che è stat l'amore della tua vita, da come me ne hanno parlato. Voglio solo dirti che nulla è perduto, magari ritrovandovi vi renderete conto che c'è amcora qualcosa tra voi...- mi fece un sorriso.
  - Questo avviene solo nelle favole e le favole non esistono.- dissi scolandomi il resto della bottiglia.
 
 
 
 
Mi dispiace di aver fatto tardare questo capitolo. Ma ho avuto dei problemi alcuni gravi altri meno. Comunque per fsrmi perdonare invece di concludere con questo capitolo, ho deciso che ne aggiungeró forse altri due.
Mi dispiace per l'attesa. E fatemi sapere cosa ne pensate se vi va! ;) 
Ps. Ringrazio coloro che hanno commentato precedentemente e vorrei scusarmi con le autrici di alcune storie che seguivo per non aver continuato a recensire. Scusate ancora e grazie per la lettura.
 
  
  
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