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Autore: zurla    29/05/2009    1 recensioni
Vi siete mai chiesti cosa sarebbe successo se Leia avesse accettato di sposare il principe Isolder? Che fine avrebbe fatto il povero capitano Han Solo? E la principessa sarebbe mai riuscita a dimenticarlo veramente?... Dedicata a tutti i fans di Han e Leia !
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 23

Giunti ai piedi di una montagna dalla forma di rancor, almeno così l’aveva descritta Jessa, Han fermò il muletto e scese per esaminare il terreno.
C’erano parecchie impronte in quella zona: piedi umani, piedi droidi, ruote, zampe di vari animali… un po’ di tutto, insomma.
«A quanto pare sembra che da queste parti sia passato un circo! – esclamò scrutando bene il terreno e chinandosi a prendere in mano un pugnetto di terra – Chissà che diavolo è successo qui…», mentre lui continuava la sua perlustrazione Leia gli fece notare un grosso albero spezzato appoggiato in maniera insolita ad un sottile fuscello.
«Ehi guarda là, mi chiedo come fa quell’alberello sottile a sorreggere tutto il peso dell’altro».
«Già, me lo chiedo anch’io – si insospettì lui – temo che si tratti di un’illusione ottica…»
«Vuoi dire che…», lei non aveva ancora terminato la frase che già Han si era diretto verso il finto arbusto e, andando a tastoni, sollevò la rete mimetica che copriva il Falcon.
«Fantastico!!! L’abbiamo trovato!», esultò euforica.
«Sì, ma…», non voleva smorzare l’entusiasmo della principessa, però c’era un problema…
«Che c’è?», si calmò subito lei.
«Il tronco grosso non è un’illusione ottica, è appoggiato sulla scocca del Falcon e probabilmente ha fatto qualche danno…».
«Dici che è una cosa grave?».
«Prima bisognerebbe spostarlo da lì senza rompere qualcos’altro e non è così facile…», Han era fortemente demoralizzato.
«Pensi che gli imperiali se ne siano accorti?», Leia capì il suo stato d’animo e cercò di parlargli con dolcezza.
«Non lo so, di sicuro sono passati per di qua, almeno a giudicare da tutte queste impronte».
«Il sistema di comunicazione però funziona lo stesso, potremmo provare a chiedere aiuto alle nostre squadre, che ne dici ?! Sono sicura che lassù qualcuno è rimasto ad aspettarci!», cercò di rassicurarlo con un sorriso fiducioso.
«Okay, potrebbe essere un'idea», le rispose lui pensieroso.

Appena salito a bordo del Falcon, il capitano Solo attivò i generatori di emergenza, poi impostò la frequenza radio e tentò di mettersi in contatto con le squadre esterne.
«Squadra 1, qui è il Millenium Falcon, mi sentite?», rimase per alcuni minuti in ascolto, ma dal microfono non uscì nessun segnale.
«Squadra 2, mi sentite?», ancora niente.
«Squadra 3, qui è il Falcon, ci siete?».
Di nuovo la cabina di pilotaggio rimase in completo silenzio.
«Accidenti!!! – Han assestò un pugno sulla consolle tale da far vibrare gran parte delle spie luminose – quel maledetto albero ha rotto tutto là dietro, compresa l’antenna radio! Non ce ne va dritta una!!!».
Si buttò di peso sulla poltrona del pilota e da lì non si mosse per un po’. Leia pensò che fosse più prudente farlo sfogare, così tornò fuori per studiare la posizione del tronco in attesa di avere qualche idea geniale che avrebbe potuto farli uscire da quel guaio., Leia comparve sei cambiatoe frasche e falcian
L’albero era troppo grosso per essere spostato a mano, potevano provare ad accendere il Falcon cercando di muoversi, sempre se i motori ancora funzionavano, però la scocca ne avrebbe risentito crepandosi ulteriormente.
Dopo qualche tempo Han comparve dallo sportello del vano motori e camminando in equilibrio precario arrivò fino alla parabola della radio.
«Provi a riparare il sistema di comunicazione?», chiese timidamente la principessa; lui aveva ancora il volto piuttosto scuro ed era meglio dosare bene le parole quando c'era aria di tempesta.
«Se riuscirò a farmi largo fra questi rami forse potrò fare un tentativo!», rispose falciando rabbiosamente le frasche che ostruivano il passaggio.
«Ed è per questo che ti sei cambiato?», Leia buttò la testa fuori dallo sportello cercando la via migliore per raggiungerlo e vide che indossava i suoi abiti normali.
«Se devo lavorare sul mio Falcon voglio avere i miei vestiti… e la mia pistola a portata di mano, odio quella maledetta divisa imperiale!», lui era parecchio indaffarato a districare una matassa di cavi, ma quando la vide in procinto di avventurarsi sul tetto del Falcon mollò tutto:
«Fermati! Fermati! E’ troppo scivoloso qui, resta dove sei», esclamò sbracciandosi.
«Volevo solo aiutarti…», si ribellò lei sentendosi vagamente intimidita e impacciata.
«Sì, però resta lì… – le disse lui in tono sbrigativo – Anzi, vai nella cabina di pilotaggio e al mio segnale prova a vedere se funziona la radio, okay?».
La principessa tornò indietro e si accomodò sulla poltrona del copilota, quella di Chewbacca, in attesa del segnale. In quel momento non poté fare a meno di pensare al grosso Wookiee e pregò il suo spirito affinché li aiutasse a risolvere quella brutta situazione e soprattutto che intervenisse per mantenere calmo il suo migliore amico, la pacatezza e la razionalità di entrambi erano di vitale importanza in quel momento.
«Prova ora!», la voce di Han la richiamò alla realtà.
Azionò tutti gli interruttori della radio e fece qualche tentativo di comunicazione, ma niente.
«E adesso?», lui provò a cambiare la posizione di alcuni cavi, ma senza successo.
A questo seguirono numerosi altri tentativi finché, esausto, la richiamò:
«Principessa temo che questo maledetto coso risenta della mia influenza negativa!».
Lei sorrise, poi propose:
«Vuoi che proviamo a fare cambio?».
«Mah, non so che altro fare… facciamo anche questo tentativo», si arrese lui.
Lui si alzò e si offrì di accompagnarla per evitare che scivolasse giù, ma Leia lo allontanò con un gesto gentile ma fermo, non voleva dargli troppa corda e il sorriso che aveva intravisto sul muletto poco prima non lasciava presagire niente di buono.
«Posso farcela da sola, dimmi che devo fare», gli disse con aria regale.
«Bene, – lui si stupì dell’atteggiamento guardingo della principessa, aveva forse intuito i suoi propositi? – dunque… secondo me il problema deriva da questi due cavi: bisogna tenerli vicini affinché facciano contatto e provare a mettere la parabola in modo che riceva il segnale. Adesso vediamo se tu sei più fortunata di me…».
Han tornò alla cabina di pilotaggio e provò ad azionare la radio: come previsto il microfono rimase muto.
«Prova a spostare la parabola, vediamo che succede…», le urlò lui.
Quando ormai aveva perso le speranze e si era di nuovo accasciato sulla sua poltrona sentì qualche segnale di vita da parte dell’apparecchio. Di colpo si rialzò e prese in mano il microfono:
«Squadra 1, mi sentite? Qui è il Falcon…».
«..dra 2, … ete?», rispose una voce gracchiante dall'altra parte.
Han rimase a bocca aperta sentendo finalmente un riscontro.
«Leia! Stai ferma così come sei, non ti muovere di un millimetro!», gli disse speranzoso.
La principessa nel frattempo era scivolata di qualche passo, fortunatamente era riuscita ad afferrare la parabola con una mano prima che volasse giù mentre con l’altra cercava di tenere uniti i due fili che dovevano fare contatto.
«Maledizione! – pensò lei – Proprio in questa posizione doveva mettersi a funzionare!».
«Squadra 2, qui è il Falcon, vi sento a malapena. Noi non riusciamo a decollare, il Falcon è stato danneggiato, qualcuno riesce a darci un passaggio?», il contrabbandiere tentò ancora, stavolta con successo.
«Han? Sono Jessa! Dove siete?».
«Non sai quanto sono felice di sentirti! Sono ai piedi della montagna a forma di rancor che mi hai indicato tu, ho trovato il Falcon, ma purtroppo un grosso albero si è spezzato e ci è caduto sopra. La scocca dietro è troppo danneggiata, se anche i motori funzionassero non sarebbe mai in grado di sopportare la pressione dell’atmosfera», disse il contrabbandiere scandendo bene la parole.
«Okay, allora dobbiamo trovare un’astronave abbastanza grossa per rimorchiarvi… adesso provo a sentire Luke».
«Luke? La sua nave è troppo piccola, non ce la farà mai…».
«La sua no… ma quella del rappresentante hapano che è appena giunto qui sì!», gli comunicò Jessa con uno strano tono di voce.
«Cosa? – lui deglutì – E’ arrivato il rappresentante della Regina Madre? Diavolo, ci mancava solo questo! Pensi davvero che ci possa aiutare?».
«Stai tranquillo Han, è una persona un po’ diversa da quella che ci aspettavamo... Uhm...dunque... poi ti spiegherò tutto. Dammi un po’ di tempo per organizzarci, voi restate fermi lì ok?».
«E chi si muove!», rispose sospettoso, molto probabilmente Jessa non poteva parlare liberamente e questo rappresentante hapano non gli ispirava molta fiducia.
“Okay, cerchiamo di non pensarci, ora l’importante è andare via di qua!”, lui si scrollò dai suoi pensieri e raggiunse Leia sul tetto del Falcon.

  
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