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Autore: Ryoda_Oropa    01/06/2009    1 recensioni
Mentre Oropa si è lanciato nello spazio aperto in un viaggio di formazione per sentirsi degno dell'amata Benten, Ryoda si trova su Nettuno insieme alla compagna Kurama per ripagare il suo debito nei confronti di Oyuki. Nel frattempo, gli dèi della fortuna e i demoni dalle vesti tigrate sono pronti a scontrarsi in una battaglia su un pianeta disabitato che si preannuncia memorabile, in cui prenderanno parte anche una ragazzina misteriosa e una spada dotata di incredibili poteri. Terzo e ultimo capitolo della trilogia "Dei e popoli dell'universo" e terza opera dal tandem di autori composto da Kitsune no Pao e Achille88!
Genere: Romantico, Avventura, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Benten, Kurama, Lamù, Nuovo Personaggio, Oyuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROPOSTA DI MATRIMONIO SULLA SPIAGGIA

 

Successivamente a quell’evento la pace tornò a regnare fra i ragazzi e all’ora di pranzo si recarono presso un chiosco per gustare l’ottimo gelato prodotto su Felicitas I.

“Quando verrai a vivere con me?”, domandò Benten ad Oropa fra lo stupore generale.

Il ragazzo arrossì, fissando il gesto che la lingua dell’amata compiva nel portarsi il gelato alla bocca.

“Prima vorrei… guadagnare dei soldi per…”.

“Fare cosa?”, domandò Shinobu.

Oropa tacque imbarazzato.

“A che ti servono i soldi, caro?”, domandò la dea assestando una leggera gomitata alle costole del ragazzo per spronarlo a rispondere.

“Mi servono…se in futuro… cioè… mi servono per il matrimonio, ecco!”.

Il tavolo esplose in un boato e tutti festeggiarono la coppia. “Ma non c’è ancora niente di programmato, è solo il mio… sogno!”, ammise il ragazzo biondo.

“Non ho acconsentito, infatti!”, affermò Benten picchiando i palmi sul tavolo e pietrificando tutti.

“Se mi vuoi in moglie… dovrai sconfiggermi!”, ringhiò all’indirizzo del povero Oropa.

 

Lamù, Benten e Oyuki erano nuovamente schierate contro Oropa, il quale però ora aveva al suo fianco Ataru e Shutaro. Attorno a loro, una folla di curiosi li chiudevano all’interno di un ring umano.

“Siamo alle solite…”, commentò Tzukino in compagnia dei suoi amici sotto il chiostro.

Le tre aliene scattarono all’unisono.

Ataru fece gli occhi dolci a Lamù, che volò fra le sue braccia. “Tesoruccio!”, disse felicissima mentre lui la abbracciava e comunicava ad Oropa la riuscita della sua parte facendogli l’occhiolino.

Benten si voltò verso Oyuki… che stava stringendo la mano a Shutaro!

“Allora siamo d’accordo!”, affermò il giovane Mendo. “In cambio della mia rinuncia a prendere parte a questa contesa, le offrirò i servigi delle mie guardie per un giorno intero, durante il quale spaleranno tutta la neve che vorrà!”.

Furibonda, la dea si abbatté sul suo amato, stringendolo in una morsa; il ragazzo si liberò, ma Benten lo colpì al ventre con un gancio destro, facendolo crollare al suolo.

Oropa cercò con lo sguardo Ryoda e gli fece un cenno, poi strattonò il filo di nylon e il reggiseno di Benten prese il volo, mentre il professore immortalava la scena con una polaroid.

La dea si coprì il seno con le braccia e rivolse all’amato spietati occhi di fuoco. “Truffaldino, traditore!”, ringhiò la ragazza.

“Ora parlo io”, intimò il ragazzo mentre stringeva in pungo il costume rosso dell’amata. “Le tue alleate sono fuori gioco, non hai la possibilità di muovere a tuo piacimento gli arti superiori ed io sono in possesso di una tua foto compromettente. Se assalirai il mio amico, trattandosi di un elemento esterno alla guerra, finirai al tribunale militare, dove verrai accusata di crimini di guerra e il tuo onore verrà fatto a pezzi; se assalirai me per aggiudicarti al vittoria, questa foto verrà resa di dominio pubblico, distruggendo la tua immagine di dea; se ti dichiarerai sconfitta, distruggerò la fotografia e non vi saranno ulteriori sviluppi. Ora scegli!”.

Benten prese tempo per pensare.

“Ti avverto che fra la folla è nascosto un secondo fotografo e che un secondo filo invisibile è agganciato al pezzo inferiore del tuo costume… un gesto avventato e ti spoglio completamente, mia cara!”.

Benten sobbalzò per lo spavento e cercò di individuare il filo senza riuscirvi; madida di sudore cercò una soluzione ma i suoi pensieri erano invasi da Oropa e dalla sua incredibile astuzia.

“HAI VINTO!”, strillò la dea. “ORA SMETTILA!”.

“Ryoda non ha scattato quella foto e nessun filo di nylon potrebbe sfilarti il costume”, confessò il ragazzo con un sorriso sfacciato stampato sul volto.

“Sei… sei…”, sibilò Benten inginocchiata sulla sabbia.

“Sottomettere l’esercito nemico senza combattere è prova di suprema abilità!”, esclamò Oropa.

“Questa è l’arte della guerra!”, disse Shutaro illuminandosi in viso.

“Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo!”, continuò il ragazzo.

“Finiscila!”, intimò Benten.

“Acconsenti a sposarmi?”.

“Acconsento!”.

Shutaro ed Ataru si avvicinarono al ragazzo. “Questa prova ci fa capire perché i miei uomini ti hanno soprannominato Oropa la volpe!”, gli disse il giovane Mendo carico d’orgoglio.

“Offrici da bere, poi!”, propose Ataru assestando una pacca sulla spalla del ragazzo.

“Il merito di questa vittoria è anche vostro!”, disse Oropa ai due con un inchino.

“E basta con questo cerimoniale!”, sbottò il giovane Moroboshi.

Oropa si avvicinò a Benten e le offrì il costume; quando la ragazza glielo strappò di mano, qualcosa cadde sulla sabbia.

Benten pensò potesse trattarsi del gancio del costume e cercandolo si trovò in mano un delicato anellino d’oro; con gli occhi lucidi fissò il suo amato. “Ma questo è…”.

Oropa s’inginocchiò, prese la mano dell’amata e disse: “Mia amata Benten, vorresti diventare la mia consorte per il resto della nostra vita?”.

Entrambi i giovani avevano le lacrime agli occhi e si fissavano intensamente. “Certo che voglio sposarti, sciocco!” rispose lei.

Uno splendido abbraccio sigillò la promessa mentre i ragazzi applaudivano forte e le ragazze si abbracciavano fra loro commosse.

Il resto della giornata passò tranquillo; Kurama e Ryoda annunciarono a tutti il loro matrimonio fra un mese esatto e offrirono da bere a tutti i presenti in quel tratto di spiaggia.

Alla sera venne acceso un grande falò; mentre Lamù, Benten, Oyuki e tutte le altre ragazze ballavano intorno al fuoco, Oropa e gli altri ragazzi chiacchieravano ridacchiando delle avventure vissute durante tutto il tempo della scomparsa di Oropa.

Ad un tratto il ragazzo si alzò ed andò ad osservare da vicino al sua futura moglie, che ballava scatenata.

“Rimpianti?”, gli chiese Ryoda notando gli occhi lucidi dell’amico.

“Sento già che mi mancherai, come mi mancheranno questi giorni!”, ammise Oropa.

“Non lasciare spazio alla malinconia, amico mio!”, suggerì saggiamente il professore. “La vita è un’avventura e nel momento in cui ti smarrisci in ricordi dolorosi capita che perdi l’istante che attendevi da una vita…”.

“Cosa mi attenderà in futuro?”.

“Giorni felici alternati a giorni tristi… e lei sarà la luce che ti accompagnerà lungo il tuo cammino nei momenti più bui. Non scordarlo mai!”.

“Non lo faremo!”, esclamarono all’unisono Oropa, Ataru e Shutaro, intenti ad osservare le loro amate. Ryoda rise e si allontanò insieme a Kurama e ai tengu per fare ritorno sul pianeta natale del giovane.

Ataru e Shutaro si unirono al ballo, mentre Benten vide il suo amato che la fissava con gli occhi umidi. Lasciò le amiche ed andò ad abbracciarlo col suo corpo caldo e umido di sudore. Afferrò Oropa per un braccio e cominciò a trascinarlo lontano dal fuoco, nell’oscurità del bosco di palme.

“Dove mi porti?”, chiese lui.

“A fare l’amore!”, rispose lei.

“Non dovremmo attendere la prima notte di nozze?”.

“Stai scherzando?”, chiese Benten mentre cominciava a togliersi il costume.

La fioca luce della luna illuminò il suo corpo nudo ed Oropa sentì il cuore in gola che gli batteva all’impazzata.

“Fai piano, però”, chiese la dea un po’ imbarazzata. “Questa è la prima volta e temo che mi farà un po’ male!”.

Così dicendo si lanciò sull’amato e i due si sdraiarono sulla fredda sabbia.

Quando anche lui fu nudo e sentì il suo corpo premuto contro quello di lei, non seppe resistere oltre e disse all’amata: “Benten, io non avrò paura di nulla, se solo ti avrò al mio fianco”.

“Ti amo…”, sussurrò lei un attimo prima di baciarlo con passione, mentre gli carezzava dolcemente una guancia.

“Anch’io ti amo, Benten!”, disse poi Oropa, mentre sopra di loro le stelle brillavano nel cielo più intensamente che mai.

 

FINE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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